giovedì 25 giugno 2015

DIME WEB INTERVISTA ANDREA CAVALETTO! (LE INTERVISTE XVI)

a cura di Franco Lana

Continua la serie di interviste che il nostro "inviato speciale", il torinese Franco Lana, sta realizzando per i Quaderni Bonelliani. Mentre due altri incontri sono già in preparazione, eccovi un bel téte a téte con Andrea Cavaletto, sceneggiatore dello staff di Dylan Dog (che vanta "incursioni" anche in Martin Mystère e Tex), del quale leggiamo in Rete (nel suo sito) queste interessanti note autobiografiche: nato nel 1976, mi specializzo in design e illustrazione presso l’Istituto Europeo di Design di Torino. Lavoro come creativo dal 1998 e contemporaneamente collaboro con vari editori e produttori italiani e stranieri come illustratore, disegnatore di fumetti e sceneggiatore. Il mio stile violento e gotico ben si adatta a creare atmosfere cupe e horror. Lavoro in modo sperimentale, sciogliendo con solventi del materiale fotografico su carta e rielaborando il disegno grezzo con l’ausilio della computergrafica. Vi informiamo che le illustrazioni di corredo sono state selezionate dallo stesso Cavaletto. Buon divertimento! (s.c. & f.m.)

Andrea Cavaletto
 
DIME WEB - Ci racconti qualcosa sul tuo esordio alla Bonelli?
ANDREA CAVALETTO - Sono un lettore della prima ora di Dylan Dog. È un personaggio che ha segnato in qualche modo la mia adolescenza e a cui sono da sempre legato. Un giorno, dopo anni di gavetta nel settore indipendente, ho deciso di provare a passare dall'altra parte della barricata perché volevo a tutti costi scrivere una sua storia. Così ho contattato la redazione e ho fatto leggere alcune mie storie che avevo pubblicato per altri editori. Dopo un po' di tempo, con una mia certa sorpresa sono stato ricontattato. Mi hanno detto che potevo provare a mandare alcuni soggetti studiati ad hoc per il personaggio, ma di non farmi grosse speranze perché in quel momento lo staff di autori era già al completo. Io, ancora incredulo, ho ringraziato e mi sono messo subito al lavoro con passione e dedizione. E mi è andata bene! Ho esordito sul Maxi Dylan Dog con l'episodio L'armata di pietra (il n. 13 del giugno 2010 - N.d.r.), una fatica degna di un parto, visto che per avere l'OK definitivo sul soggetto ho dovuto aspettare nove lunghissimi mesi, senza mai perdermi d'animo, scrivendo e riscrivendo fino alla nausea per cercare di ottenere il risultato. Adesso sto lavorando sulla mia undicesima storia di Dylan Dog, ho già realizzato due Martin Mystère e sono addirittura riuscito a scrivere una storia breve per il Color Tex. Ringrazio sempre la SBE per aver creduto in me e affronto ogni nuova sceneggiatura come una sfida, cercando di migliorarmi e superarmi sempre. Che poi ci riesca, beh, questo devono giudicarlo i lettori!

Dylan Dog n.  327, del novembre 2013. Testi di Andrea Cavaletto


DW - Facendo un passo indietro, com’è nata in te la passione per i comic?
AC - Fin da piccolo, prima ancora di saper leggere, ero affascinato dai comic. Guardavo le figure e immaginavo mondi fantastici. Direi che avevo i fumetti nel sangue! Compravo i supereroi pubblicati dalla Corno e Tex, di cui mio padre era un accanito lettore. Ricordo che il primo fumetto che ho comprato con la “paghetta” è stato Zagor, e poi sono seguiti Martin Mystère e Mister No. Mi affascinavano soprattutto le storie dalle atmosfere soprannaturali. L'horror è un'altra delle mie passioni da sempre insieme ai fumetti e ai film.

DW - Per quanto ti riguarda, come nasce una storia dell’Indagatore dell’Incubo?
AC - Fondamentalmente, nasce come ogni mia storia. Se c'è un argomento che mi interessa, e che io per primo voglio capire, provo a inserirlo in un soggetto. Una volta che ho lo spunto, cerco di vedere se potrebbe essere interessante per Dylan Dog e per i suoi lettori. Se sì, lo mando alla redazione e aspetto la risposta. In caso di risposta positiva, sviluppo il soggetto in sequenze e poi procedo a scrivere la sceneggiatura completa. La documentazione è fondamentale per me. Prima di scrivere qualcosa, vado in biblioteca (ebbene si, il mio metodo di lavoro è fascinosamente vintage) e mi procuro quanti più libri posso sull'argomento. Di solito impiego più tempo a documentarmi e ad “assimilare” le cose di cui voglio parlare, che a scrivere la sceneggiatura stessa.
Paranoid Boyd: pin-up di Renato Riccio


DW - Oltre che un valido scrittore di fumetti, sei anche un apprezzato sceneggiatore cinematografico. Narraci di questo tuo secondo percorso.
AC - Ho sempre adorato il cinema (soprattutto il cinema horror), ma l'ho sempre visto come un mondo inarrivabile. Da bambino giocavo con i miei amichetti a fare i film “per finta”. Io facevo il regista, sceglievo le inquadrature e gestivo gli “attori”. Tutto ovviamente con una telecamera di pura fantasia. Mai avrei immaginato che un giorno sarei riuscito a scrivere per il cinema. Per adesso lavoro nell'ambiente dei low budget indipendenti, sia italiani che internazionali, e i film che ho sceneggiato hanno avuto un certo riscontro, vincendo parecchi premi nei festival di genere. Tra questi voglio ricordare Hidden in the Woods di Patricio Valladares, che è diventato un piccolo cult cannibale distribuito dalla EPIC, ma anche Beautiful People dell'esordiente Amerigo Brini, un home invasion mixato con lo zombie movie che sta ricevendo buone critiche in giro per il mondo, grazie alla distribuzione della canadese Raven Banner. E che dire poi delle mie collaborazioni con uno dei miei registi italiani indipendenti preferiti, Domiziano Cristopharo, con cui ho collaborato a P.O.E. Poetry Of Eerie e al seguito P.O.E. Project Of Evil, ma anche all'estremo (e muto!) Doll Syndrome e al giallo old school intitolato The Transparent Woman?

Paranoid Boyd n. 0: copertina di Simone Delladio

DW - Per finire, cosa "bolle in pentola"? Abbiamo sentito voci di una nuova serie, di prossima pubblicazione...
AC - Si, sto lavorando duro sulla prima serie horror creata tutta da me. Si chiama Paranoid Boyd e sarà pubblicata dall'etichetta indipendente Edizioni Inkiostro di Rossano Piccioni e Stefano Fantelli (i creatori di The Cannibal Family). È un progetto a cui tengo e spero che il pubblico lo apprezzi. Ho creato un team di lavoro di cui vado davvero molto orgoglioso, e comprende disegnatori noti quali Renato Riccio, Simone Delladio, Francesco Biagini, Matteo Pirocco, Daniele Statella, Gian Luca Spampinato, Emmanuele Baccinelli e lo stesso Rossano Piccioni. Debutterà poi sulla serie la giovane promessa Enrico Carnevale, il cui stile dark mi ha davvero colpito. Le copertine sono affidate al misterioso e oscurissimo artista inglese Blake Malcerta, mentre la cover del numero 1 vedrà come special guest il grandissimo Lucio Parrillo. Ricordo a tutti che il numero 0 uscirà a Rimini Comix come allegato in omaggio al numero 1 della nuova serie di Edizioni Inkiostro intitolata La Iena, per disegni e cover di Simone Delladio. Fatevi stregare anche voi dal mondo paranoico di William Boyd. Scenderete insieme a lui in un inferno che non potete nemmeno immaginare, parola di Andrea Cavaletto! Paranoid Boyd è una serie horror molto drammatica e psicologica, dura e intimista. Potrei dire che Paranoid Boyd sono io... Ma la mia idea è che Paranoid Boyd potreste essere anche voi che lo leggerete. Riuscirete a tenere a bada i vostri demoni? Per restare aggiornati sulle novità riguardanti la serie, vi invito a visitare (e se vi va a mettere un like) la pagina facebook ufficiale di Paranoid Boyd. Saluti da Andrea Cavaletto!

a cura di Franco Lana

N.B. Trovate gli altri incontri di Dime Web con gli autori su Interviste & News!

2 commenti:

  1. Caro Andrea , io sono un tuo fan e plaudo il desiderio di SBE di iniettare sangue giovane e radioattivo nelle vene del suo mainstream, ma ti consiglio di rivedere il nome del tuo personaggio perchè cacofonico. Ricorda la lezione proprio di Dylan Dog - che come è noto è il nome di lavozione che Tiz Sclavi usa spesso x i suoi personaggi - che è rimasto appiccicato all'Indagatore dell'Incubo e gli ha portato fortuna con quel suono dindondan. In via Buonarroti il magheggio è noto ed infatti da lì sono uscite cose come Zagor e Nat Never che hanno avuto maggior fortuna di Saguaro. Consiglio un musicale Boy Paranoy. Tanto ma tanto pop alla Garbage. Pensa a titoli come " Il Lamento di Paranoy " o " Siamo solo Paranoy " con tante scuse a Phil Roth e Vasco Rossi. Pensaci. Ciao.

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  2. La mia perplessità non è il nome ma il fatto che ha un inizio praticamente identico a The Secret di Giuseppe Di Bernardo.

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