sabato 17 marzo 2018

SILVER, BONVI O JACOVITTI?

di Filippo Pieri

Sulla "Settimana Enigmistica" n. 4484 del 1° Marzo 2018, a pagina 5, c'è "L'edìpeo enciclopedico", con un quesito (il n. 33627) che riguarda anche la Bonelli. Si chiede infatti: chi è il disegnatore di fumetti che ha creato il popolare personaggio di Cocco Bill? 1) Silver; 2) Bonvi; 3) Jacovitti. Intuibile risposta giusta a parte, tutti e tre gli autori nominati, maestri del fumetto umoristico, hanno avuto rapporti con Via Buonarroti.


N.B. Troverete i link alle altre novità bonelliane su Interviste & News!

giovedì 15 marzo 2018

COSA NASCONDE "TRA LE LABBRA"?

di Francesco Manetti



Moreno Burattini (sceneggiatore di "Zagor" e curatore della prestigiosa serie) e Davide Perconti (che in Bonelli ha disegnato per le collane futuribili "Legs", "Agenzia Alfa" e "Nathan Never") si sono uniti per dar vita a quello che si prospetta un piccolo, grande gioiello del fumetto erotico italiano, con tutte le carte in regola per inserirsi nella nobile e lunga tradizione di questa sensuale branca della nostra letteratura per immagini. I due autori hanno infatti deciso, con la graphic novel per adulti intitolata Tra le labbra pubblicata da Ingoal Comics, di raccontare in versione romanzata (e sensuale) la vita e la carriera scientifica di Matteo Realdo Colombo, anatomista cremonese del XVI secolo, colui che, con i suoi studi sui polmoni e il cuore aprì la strada alla scoperta della circolazione sanguigna. Sì interessò pure ai meccanismi del parto e alla funzione del liquido amniotico, e analizzò i processi digestivi. Visse molti anni, e vi morì, a Roma alla corte di papa Paolo III, dove insegnò alla Sapienza, e fra i suoi numerosi contatti e amicizie ci fu addirittura Michelangelo, che avrebbe dovuto illustrare un suo trattato, e che si servì del sapere di quel dottore per dar miglior "corpo anatomico" ai suoi dipinti e sculture...


Moreno Burattini e Davide Perconti nel 2017

Matteo Realdo Colombo

Ma cosa c'entra questo serio studioso, apprezzato dalla Chiesa, con l'erotismo, vi chiederete voi? Beh, Matteo Realdo Colombo, fra le sue numerose realizzazioni sui vivi e sui morti (fu lui a condurre l'autopsia di Ignazio da Loyola, il fondatore dei Gesuiti, l'ordine al quale appartiene anche l'attuale capo del Vaticano), è noto anche per avere descritto e avere financo battezzato... il clitoride! E di quel che sta "tra le labbra" il Nostro capì anche la funzione di fonte del piacere femminile durante l'atto sessuale, facendo così da apripista all'anatomista tedesco dell'Ottocento Georg Ludwig Kobel, il primo a descrivere accuratamente questo fondamentale organo.


Matite per Tra le labbra


Per poter leggere questo volume occorre partecipare a un crowdfunding, una raccolta di fondi online (simile a quella che fece nel 2017 il sottoscritto insieme a Luciano Costarelli per l'albo Mondi Paralleli) sul sito Kickstater, dove troverete tutte le informazioni "tecniche" che cercate e un succoso video promozionale.



La lista delle "ricompense" (in italiano e inglese) a chi partecipa al crowdfunding


Un momento del video

Il libro è disponibile in due lingue (italiano o inglese) e in due rilegature (brossurato o cartonato con variant cover e contenuti speciali); l'interno, tutto a colori, prevede 48 pagine per la versione brossurata (che contiene solo la storia) e 64 pagine per la versione cartonata con variant (che offre ben 16 pagine in più di extra). Investimento minimo € 24,00, ma con soli quattro euro si può avere la versione elettronica del volume.


Le quattro "incarnazioni" del libro: versione inglese e italiana, brossurata e cartonata (con variant e contenuti extra)


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martedì 13 marzo 2018

SECRET ORIGINS: TEX CLASSIC 28

di Saverio Ceri
"Anno nuovo, vita nuova"; nel senso che appena entrato, Tex Classic, nel secondo anno di vita editoriale, pare che in redazione abbiano cambiato logica nella scelta delle copertine. Così come per la precedente uscita anche stavolta la cover utilizzata non si ricollega direttamente alle vicende editoriali delle storie contenute nell'albo.
Gli albi raccolti in questo Classic vanno dal numero 28 al numero 33 della terza serie a striscia del personaggio; il primo dei sei albetti dà il titolo al volumetto. Si tratta dei numeri finali della serie usciti tra il novembre 1951 e il gennaio del 1952, raccolti per la prima volta nel formato attuale nel settembre del 1954 sulla collana Albo d'Oro numeri 55 e 56, a loro volta fascicoli di chiusura della prima serie della collana.



I lettori storici di Tex conoscono bene la cover scelta: è quella utilizzata nella primavera del 1960 per la copertina del numero 8 della seconda serie gigante (ovvero la serie attuale). In occasione di questa ristampa la "telecamera" è stata allontanata per rendere l'immagine orizzontale e quindi più adatta alla grafica della recente collana texiana. 


A proposito di ristampe, qui sotto trovate le versioni della cover in questione per le serie Tutto Tex (1986) e Tex Nuova Ristampa (1996). Rispetto a queste, tutto sommato invariate nel tempo, la versione del 2018 presenta un cielo azzurro anziché giallo.  



Come sovente accadeva però in quei primi numeri di Tex, la copertina non era inedita, ma ricavata dalla cover di un edizione precedente. Questa non fa eccezione, infatti proviene, come le altre, dalla collana Tex Albo d'Oro; precisamente dal decimo numero della seconda serie. L'immagine originale, che vedete qui sotto, presenta differenze notevoli rispetto a quella più famosa di Due contro Cento: lo scontro appena concluso tra Tex e l'avversario si sposta dal deserto infuocato, all'interno di un bizzarro locale dalle prospettive impossibili.


Se volessimo soffermarci sul piede destro di Tex e cercare di capire se sia o meno compenetrato col terreno, per esempio, potremmo ricorrere all'albo "Sunset Ranch", 150° della collana attuale, che ha la curiosa caratteristica di riproporre nel 1973 quasi la stessa identica posizione di Tex ma specchiata. 




Il dubbio rimarrebbe: il piede in questione, nel frattempo divenuto sinistro, rimane ancora una volta coperto. Nelle edizioni successive in compenso appare uno sfondo; come scoprirete guardando qui sotto, in sequenza, tutte le cover delle varie edizioni di "Sunset" Ranch. 




Ma non è ancora finita. Questa posa di Sunset Ranch, rovesciata rispetto alla precedente, ricorda molto quella di un manifesto hollywoodiano del film Duello al sole del 1946. Che Galep si fosse ispirato a questo manifesto specchiandolo già nella prima stesura?


Ci sarebbe poi la cover scartata, che ha una breve storia da raccontare, ma lo spazio è tiranno; la trovate quindi alla puntata 46!

Saverio Ceri


Trovate tutte le altre origini delle copertine di Tex Classic alla pagina Cronologie & Index!

CHI GUIDA UN'AUTO TARGATA 666?

di Filippo Pieri

Nella puntata di sabato 10 Marzo de "L'Eredità", il game del preserale di Raiuno, il conduttore Fabrizio Frizzi ha chiesto: Chi di loro guida spesso un'automobile targata 666? 1) Diabolik; 2) Zagor; 3) Dylan Dog; 4) Paperino. La risposta giusta la potete vedere nella seconda immagine.





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sabato 10 marzo 2018

EPIC FAIL (IV) - ASTERIX, LO SPIRITO CON LA SCURE!

di Filippo Pieri

Durante la puntata dell'8 Marzo 2018 del quiz "L'eredità" il conduttore Fabrizio Frizzi chiede al concorrente: Quale eroe dei fumetti è detto "Spirito con la Scure"?




La concorrente ha risposto erroneamente Asterix, il personaggio creato da Goscinny & Uderzo nel 1959. La risposta esatta invece era Zagor. "Spirito con la Scure" (traduzione di Za-Gor-Te-Nay) è infatti il nome che gli indiani danno a Patrick Wilding, il personaggio creato da Nolitta & Ferri nel 1961, in quanto lo ritengono un essere soprannaturale.


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EPIC FAIL (III) - DYLAN DOG FA IL CAFFÈ URLANDO!

di Filippo Pieri

Dopo alcuni mesi torniamo a occuparci di un epic fail bonelliano: questo è capitato durante la trasmissione RAI "L'eredità" ed è andato in onda nella puntata del 3 marzo 2018. Al minuto 15:41 il conduttore Fabrizio Frizzi pone questa domanda: A casa di Dylan Dog si sente un urlo agghiacciante ogni volta che... 1) si suona il campanello; 2) si prepara il caffè con la moka.




Il concorrente ha risposto, erroneamente, che accade ogni volta che si prepara un caffè con la moka... forse pensando che il caffè fosse particolarmente scadente!


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martedì 6 marzo 2018

SECRET ORIGINS: TEX CLASSIC 27

di Saverio Ceri


Col 27°numero Tex Classic entra nel suo secondo anno di vita editoriale, e per la prima volta presenta in copertina un'immagine non direttamente collegabile agli episodi contenuti nell'albo. 
Andiamo con ordine: l'albo in questione ripropone a colori le strisce dalla 22 alla 27 della terza serie della Collana del Tex, uscite tra l'ottobre e il novembre del 1951; dopo essere riapparsi a striscia sulle raccoltine nel 1953, i sei episodi vengono rimontati nella classica tavola bonelliana nell'agosto del 1954 sugli albi d'oro 53 e 54; normalmente è la copertina di uno dei due albi d'oro di riferimento che viene scelta dalla redazione per divenire la cover del Tex Classic, ma stavolta non è così: si è preferito riesumare una delle illustrazioni non utilizzate in occasioni precedenti, ovvero la copertina dell'Albo d'Oro numero 50. Qui sotto vedete le due cover a confronto.




Nella cover scelta non compare neppure Tex, anche se non manca un personaggio di giallo vestito, che viene traslato in alto rispetto alla versione originale della cover e che, per l'occasione, viene anche privato dell'arma, facendo decisamente calare il livello di pericolosità della vicenda.
Ora: la cover del cinquantesimo albo d'oro si ispira a quella della striscia in esso contenuta La vendetta di Gros-Jean che vedete qui sotto, mentre nel ventisettesimo classic trova spazio la ristampa della striscia Sangue sulla neve, di cui vedete la cover subito dopo. 



Come potete osservare le due scene sono molto simili: in entrambe ci troviamo in una taverna (lo si intuisce dalle immancabili scale che si vedono in tutte le cover viste finora), nel pieno di una scazzottata, e in entrambe il barbuto protagonista si appresta a scagliare sull'avversario un'elemento tipico del locale: una botte nel primo caso, una sedia nel secondo. Le due cover uscite a un paio di mesi di distanza sono quasi intercambiabili: evidentemente in quel lontano 1951 la zuffa in taverna attirava lettori. Vista la similitudine della vicenda probabilmente in redazione si è scelto di utilizzare la cover di un episodio passato, piuttosto che una delle due papabili per l'occasione, probabilmente ritenute meno efficaci.
Il titolo dell'albo, La banda degli orsi, ripreso dal terzo episodio contenuto in questo classic, ci rimanda proprio a una delle due copertine scartate, quella dell'Albo d'Oro 54,  che vedete qui sotto:



La posizione del protagonista, seppur specchiata è senza dubbio ispirata a quella della copertina della 28a striscia della serie verde, la sesta del Ranger, del novembre 1953.


Il Tex di questa illustrazione è diventato familiare ai fan di Aquila della Notte, perché estrapolato da  questa cover è stato utilizzato, nel giugno del 1962, per comporre la storica copertina di Piutes!, il numero 23 della serie attuale. Nella prima versione si vede ancora tra le gambe di Tex un tratto della cover d'origine, poi eliminato nelle ristampe successive Tutto Tex e Tex Nuova Ristampa. Le teste degli indiani e il totem che vanno a completare l'illustrazione di questa riedizione, furono disegnate da Franco Bignotti.
Divertitevi, come sempre a scovare le minime, in questo caso, differenze tra la cover originale e le ristampe successive. 




Un'ultima curiosità in fatto di copertine, legata a questo 27° classic: l'albo si apre con la ristampa de L'impronta misteriosa, come detto 22° albo della terza serie a striscia di Tex. La prima vignetta dell'episodio, che vedete qui sotto, è servita di riferimento a Claudio Villa per la realizzazione della sesta cover della Collezione Storica a Colori di Repubblica del 2007.



Saverio Ceri



Trovate tutte le altre origini delle copertine di Tex Classic alla pagina Cronologie & Index!

TRE QUARTI DI MILIONE!

Saverio Ceri & Francesco Manetti,
fondatori e curatori di "Dime Web",
desiderano brevemente ringraziare tutti - amici, lettori e collaboratori - per il traguardo recentemente raggiunto:

750.000 VISITE!





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domenica 4 marzo 2018

DIME WEB INTERVISTA FRANCESCO CHIACCHIO! (LE INTERVISTE LII)


a cura di Elio Marracci

L'artista con cui oggi scambio due chiacchiere è Francesco Chiacchio, autore poliedrico: il suo lavoro spazia dal disegno al collage, ed è nato a Firenze nel 1981, dove da allora vive e lavora. Nel corso della sua carriera ha illustrato libri per numerosi editori - come Eli Readers, Motta Junior, Orecchio Acerbo, Salani, A buen paso -, copertine di dischi usciti per varie etichette - tra cui El Gallo Rojo, Tannen Records, Il Parco della Musica - e disegnato poster e fumetti come Ash, storia breve pubblicata nel numero 9 di "Black", rivista di fumetti edita dalla Coconino Press a partire dall'aprile 2001.



Dal 2010 al 2012 ha lavorato alle pagine culturali fiorentine del giornale "La Repubblica", mentre nel 2010 ha realizzato le immagini per il progetto multimediale X (Suite for Malcolm), composto dal sassofonista Francesco Bearzatti per il suo Tinissima Quartet e presentato in Europa e negli Stati Uniti. Del 2013 è la mostra Il segno come racconto, allestita presso la Galleria Il Ponte di Firenze, mentre nel 2015 cura l’immagine grafica della XIV edizione del festival francese “Jazz à Porquerolles”. Nello stesso anno inizia la sua collaborazione con lo scrittore di libri gialli Leonardo Gori per il quale illustra le copertine dei romanzi che hanno per protagonista il carabiniere Bruno Arcieri pubblicati da TEA. Ama coltivare le parole nell’orto-grafia, annaffiarle con segni differenti, guardarle crescere da lontano e coglierle in un disegno. Alcuni suoi lavori possono si trovano sul suo sito internet, dal quale provengono le immagini che illustrano la presente intervista. (e.m.)


DIME WEB - Per i lettori che non ti conoscono potresti presentarti in due parole?

FRANCESCO CHIACCHIO - Un disegnatore (“un” vale come parola?)
Dal fumetto Ash.

DW - Come si è sviluppata in te la passione per l'illustrazione?

FC - Mia madre era un'artista, e fin da bambino ho vissuto a stretto contatto con l'arte. Ho sempre disegnato da che mi ricordi; non immaginavo che poi tutto questo sarebbe diventato un lavoro... è successo con naturalezza, un passo dopo l'altro.


DW - Quali studi hai fatto?

FC - Ho studiato al Liceo Artistico, e successivamente ho frequentato l'ISIA di Firenze.


Copertina per il disco Monk'n'Roll del Francesco Bearzatti Tinissima Quartet. Cam Jazz, 2013

DW - Come nascono i tuoi lavori?

FC - Dipende... Ci sono lavori che nascono senza una commissione, e allora arrivano da una visione, da un tema che si sviluppa naturalmente nella mia mente. I lavori che invece sono finalizzati a un libro, a una storia che non ho pensato e scritto io, si nutrono di immagini precise che possono influenzare anche la scelta dei materiali e dello stile.


DW - Da dove prendi spunto per le tue immagini?

FC - Dall'esperienza visiva accumulata negli anni, dal disegnare stesso, dalla letteratura, la fotografia, il cinema… Tutto questo cerco di filtrarlo attraverso il mio sguardo, la mia sensibilità.



DW - Quali sono i materiali e le tecniche che più ti si confanno?

FC - Amo la carta usata, e dunque il collage. Mi piace la carta perché è materia viva, soprattutto quella che a volte raccolgo dalla strada, tormentata da temporali o asciugata e sbiadita dal sole. Mi diverte pensare che la carta abbia avuto vite precedenti prima di incontrarmi. Mi piace molto la grafite, così come mi piacciono le matite grasse, la china e i colori liquidi. Ultimamente mi dà piacere usare gli acquerelli e le ecoline, ma ho ancora molto da imparare.


DW - Quali sono gli artisti che ti ispirano?

FC - Ce ne sono tanti... L'amore per Picasso, Matisse e Klee non tramonta mai. Mi piace tanto William Kentridge, così come George Bellows. Poco tempo fa ho scoperto il lavoro di James Castle, e ammiro molto anche l'arte di Marino Marini e Louise Bourgeois, e di lei suggerisco un libro uscito qualche tempo fa per Quodlibet che mi ha segnato: Distruzione del padre. Ricostruzione del padre.

Da Amnesia, 2009

DW - Sei autore di brevi storie a fumetti, vignette, copertine di libri e di dischi.

FC - Per quanto riguarda il fumetto è stata una piccola parentesi: mi ci affacciai appena... la considero comunque una forma espressiva potente.


DW - Sei nato e vivi a Firenze. Quanto la città e il tuo essere toscano, sempre che l'abbiano fatto, hanno influenzato la tua opera?

FC - Non saprei, forse nella ricerca dei contrasti, nella definizione di un un rapporto deciso tra ombra e luce.


La Firenze di Chiacchio

DW - Sei l'autore delle copertine dei romanzi dello scrittore fiorentino Leonardo Gori pubblicati da TEA che hanno per protagonista il carabiniere Bruno Arcieri. Come sei entrato in contatto con Gori?

FC - Ho disegnato per TEA le copertine dei romanzi di Marco Vichi, così quando Leonardo Gori ha cominciato a collaborare con questa realtà, al direttore editoriale Stefano Res è venuto in mente che io potessi provare a sviluppare delle idee per le avventure di Bruno Arcieri. Se non sbaglio questo è avvenuto sotto il suggerimento proprio di Marco Vichi.


Copertina per Morte a Firenze di Marco Vich. Tea, 2012

DW - Visto che il commissario Bordelli di Marco Vichi è già apparso in un volume a fumetti illustrato dal barese Werther Dell'Edera e che tu, come si vede nei lavori presenti nel tuo sito, sei un valido disegnatore di fumetti, è peregrino pensare a un graphic novel di Bruno Arcieri del duo Gori/Chiacchio?

FC - Non credo di avere le spalle abbastanza larghe per avventurarmi in un viaggio di questo tipo!

Tea, 2015

DW - Sei un disegnatore metodico che lavora a orari stabiliti, oppure sei uno di quelli che si alza di notte a disegnare perché ti è venuta l’ispirazione? Come si svolge la tua giornata tipo?

FC - Lavoro dalla mattina presto fino alla sera. Dai trent'anni in poi provo maggiore piacere nel lavorare la mattina presto. Le prime ore del giorno sono preziose. Lavorare la notte, anche se capita sempre più raramente, mi piace per il fatto di perdere un po' il controllo su quello che sto facendo. A volte questa può essere una buona sensazione.


DW - Quali sono le fonti che usi per documentarti?

FC - Internet sicuramente è stata una rivoluzione in questo senso. Ma anche i libri sono sempre una fonte utile.



DW - Oltre ai libri e ai fumetti che sicuramente userai per documentarti, quali altre letture fai?

FC - Amo le raccolte di racconti. Da quello che so non hanno vita facile in Italia, ma è una delle forme narrative che prediligo. Mi piace anche la poesia, così come la musica. Possono suggerire atmosfere e sensazioni che non saprei evocare in altro modo.


DW - Da professionista ormai affermato che consigli daresti a chi si volesse affacciare al mondo dell'illustrazione?

FC - Non credo di essere ancora così affermato, e non saprei quali consigli dare se non quello di seguire il piacere e la spontaneità di una passione e su quella lavorare, costruire, passo dopo passo, scoperta dopo scoperta. C'è una frase dei fratelli Taviani che trovo perfetta: Se cerchi lo stile troverai la morte, se cerchi la vita troverai lo stile.

Pianist, 2013


DW - A cosa stai lavorando attualmente?

FC - A due libri illustrati, di cui non dico altro per scaramanzia… Quando avranno preso una forma più definita mi sbilancerò maggiormente! E poi sto lavorando a una nuova serie di quadri. Poco fa tra l'altro ho visto proprio Leonardo Gori per parlare della prossima copertina di un suo nuovo romanzo…


DW - C'è una domanda che non ti è stata fatta alla quale vorresti rispondere?

FC - Sto pensando troppo alla risposta da darti, e questo vuol dire che no, proprio non c'è.


Dallo sketchbook Circus


a cura di Elio Marracci

N.B. Trovate i link agli altri colloqui con gli autori su Interviste & News!