a cura di Elio Marracci
L'artista con cui oggi scambio due chiacchiere è Francesco
Chiacchio, autore poliedrico: il suo lavoro spazia dal disegno al
collage, ed è nato a Firenze nel 1981, dove da allora vive e lavora. Nel corso della sua carriera ha illustrato libri per numerosi editori - come Eli Readers, Motta Junior, Orecchio Acerbo, Salani, A buen
paso -, copertine di dischi usciti per varie etichette - tra cui El
Gallo Rojo, Tannen Records, Il Parco della Musica - e disegnato poster
e fumetti come Ash, storia breve pubblicata nel numero 9 di
"Black", rivista di fumetti edita dalla Coconino Press a partire
dall'aprile 2001.
Dal 2010 al 2012 ha lavorato alle pagine culturali fiorentine del giornale "La Repubblica", mentre nel 2010 ha realizzato le immagini per il progetto
multimediale X (Suite for Malcolm), composto dal sassofonista
Francesco Bearzatti per il suo Tinissima Quartet e presentato in
Europa e negli Stati Uniti. Del 2013 è la mostra Il segno come racconto, allestita presso la Galleria
Il Ponte di Firenze, mentre nel 2015 cura l’immagine grafica della
XIV edizione del festival francese “Jazz à Porquerolles”. Nello stesso anno inizia la sua collaborazione con lo scrittore di
libri gialli Leonardo Gori per il quale illustra le copertine dei
romanzi che hanno per protagonista il carabiniere Bruno Arcieri
pubblicati da TEA. Ama coltivare le parole nell’orto-grafia, annaffiarle con segni
differenti, guardarle crescere da lontano e coglierle in un disegno. Alcuni suoi lavori possono si trovano sul suo sito internet, dal quale provengono le immagini che illustrano la presente intervista. (e.m.)
DIME WEB - Per i lettori che non ti conoscono potresti presentarti in due
parole?
FRANCESCO CHIACCHIO - Un disegnatore (“un” vale come parola?)
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Dal fumetto Ash. |
DW - Come si è sviluppata in te la passione per l'illustrazione?
FC - Mia madre era un'artista, e fin da bambino ho vissuto a stretto
contatto con l'arte. Ho sempre disegnato da che mi ricordi; non
immaginavo che poi tutto questo sarebbe diventato un lavoro... è
successo con naturalezza, un passo dopo l'altro.
DW - Quali studi hai fatto?
FC - Ho studiato al Liceo Artistico, e successivamente ho frequentato
l'ISIA di Firenze.
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Copertina per il disco Monk'n'Roll del Francesco Bearzatti Tinissima Quartet. Cam Jazz, 2013 |
DW - Come nascono i tuoi lavori?
FC - Dipende... Ci sono lavori che nascono senza una commissione, e allora
arrivano da una visione, da un tema che si sviluppa naturalmente
nella mia mente. I lavori che invece sono finalizzati a un libro, a una storia che non ho pensato e scritto io, si nutrono di immagini
precise che possono influenzare anche la scelta dei materiali e dello
stile.
DW - Da dove prendi spunto per le tue immagini?
FC - Dall'esperienza visiva accumulata negli anni, dal disegnare stesso,
dalla letteratura, la fotografia, il cinema… Tutto questo cerco di
filtrarlo attraverso il mio sguardo, la mia sensibilità.
DW - Quali sono i materiali e le tecniche che più ti si confanno?
FC - Amo la carta usata, e dunque il collage. Mi piace la carta perché è
materia viva, soprattutto quella che a volte raccolgo dalla strada,
tormentata da temporali o asciugata e sbiadita dal sole. Mi diverte
pensare che la carta abbia avuto vite precedenti prima di
incontrarmi. Mi piace molto la grafite, così come mi piacciono le
matite grasse, la china e i colori liquidi. Ultimamente mi dà piacere
usare gli acquerelli e le ecoline, ma ho ancora molto da imparare.
DW - Quali sono gli artisti che ti ispirano?
FC - Ce ne sono tanti... L'amore per Picasso, Matisse e Klee non tramonta
mai. Mi piace tanto William Kentridge, così come George Bellows.
Poco tempo fa ho scoperto il lavoro di James Castle, e ammiro molto
anche l'arte di Marino Marini e Louise Bourgeois, e di lei suggerisco
un libro uscito qualche tempo fa per Quodlibet che mi ha segnato: Distruzione del padre. Ricostruzione del padre.
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Da Amnesia, 2009 |
DW - Sei autore di brevi storie a fumetti, vignette, copertine di libri
e di dischi.
FC - Per quanto riguarda il fumetto è stata una piccola parentesi: mi ci
affacciai appena... la considero comunque una forma espressiva potente.
DW - Sei nato e vivi a Firenze. Quanto la città e il tuo essere toscano, sempre che l'abbiano
fatto, hanno influenzato la tua opera?
FC - Non saprei, forse nella ricerca dei contrasti, nella definizione di
un un rapporto deciso tra ombra e luce.
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La Firenze di Chiacchio |
DW - Sei l'autore delle copertine dei romanzi dello scrittore
fiorentino Leonardo Gori pubblicati da TEA che hanno per protagonista
il carabiniere Bruno Arcieri. Come sei entrato in contatto con Gori?
FC - Ho disegnato per TEA le copertine dei romanzi di Marco Vichi, così
quando Leonardo Gori ha cominciato a collaborare con questa realtà,
al direttore editoriale Stefano Res è venuto in mente che io potessi
provare a sviluppare delle idee per le avventure di Bruno Arcieri. Se
non sbaglio questo è avvenuto sotto il suggerimento proprio di Marco
Vichi.
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Copertina per Morte a Firenze di Marco Vich. Tea, 2012 |
DW - Visto che il commissario Bordelli di Marco Vichi è già apparso
in un volume a fumetti illustrato dal barese Werther Dell'Edera e che
tu, come si vede nei lavori presenti nel tuo sito, sei un valido
disegnatore di fumetti, è peregrino pensare a un graphic novel di
Bruno Arcieri del duo Gori/Chiacchio?
FC - Non credo di avere le spalle abbastanza larghe per avventurarmi in un
viaggio di questo tipo!
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Tea, 2015 |
DW - Sei un disegnatore metodico che lavora a orari stabiliti, oppure
sei uno di quelli che si alza di notte a disegnare perché ti è
venuta l’ispirazione? Come si svolge la tua giornata tipo?
FC - Lavoro dalla mattina presto fino alla sera. Dai trent'anni in poi
provo maggiore piacere nel lavorare la mattina presto. Le prime ore
del giorno sono preziose. Lavorare la notte, anche se capita sempre
più raramente, mi piace per il fatto di perdere un po' il controllo
su quello che sto facendo. A volte questa può essere una buona
sensazione.
DW - Quali sono le fonti che usi per documentarti?
FC - Internet sicuramente è stata una rivoluzione in questo senso. Ma
anche i libri sono sempre una fonte utile.
DW - Oltre ai libri e ai fumetti che sicuramente userai per
documentarti, quali altre letture fai?
FC - Amo le raccolte di racconti. Da quello che so non hanno vita facile
in Italia, ma è una delle forme narrative che prediligo. Mi piace anche la poesia, così come la musica. Possono suggerire
atmosfere e sensazioni che non saprei evocare in altro modo.
DW - Da professionista ormai affermato che consigli daresti a chi si
volesse affacciare al mondo dell'illustrazione?
FC - Non credo di essere ancora così affermato, e non saprei quali
consigli dare se non quello di seguire il piacere e la spontaneità
di una passione e su quella lavorare, costruire, passo dopo passo,
scoperta dopo scoperta. C'è una frase dei fratelli Taviani che trovo
perfetta: Se cerchi lo stile troverai la morte, se cerchi la vita troverai
lo stile.
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Pianist, 2013 |
DW - A cosa stai lavorando attualmente?
FC - A due libri illustrati, di cui non dico altro per scaramanzia… Quando avranno preso una forma più definita mi sbilancerò
maggiormente! E poi sto lavorando a una nuova serie di quadri. Poco
fa tra l'altro ho visto proprio Leonardo Gori per parlare della
prossima copertina di un suo nuovo romanzo…
DW - C'è una domanda che non ti è stata fatta alla quale vorresti
rispondere?
FC - Sto pensando troppo alla risposta da darti, e questo vuol dire che
no, proprio non c'è.
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Dallo sketchbook Circus |
a cura di Elio Marracci
Grandissimo Francesco, e bravo anche Elio!
RispondiEliminaGrazie a te! Francesco
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