di Massimo Capalbo
Non potevamo chiudere il 2015 senza almeno un'altra parte (dopo l'ultima pubblicata a marzo) del nostro glorioso Atlante di Mister No, il dizionario dei luoghi, degli animali, dei personaggi, etc., presenti nell'universo del pilota amazzonico: Jerry Drake compie infatti 40 anni proprio nel 2015! Ecco dunque Max - il nostro infaticabile enciclopedico (suoi anche Zagor Monsters e The Dark Side of Tex, dedicati al "lato horror" dei due più importanti eroi della SBE, senza dimenticare gli spassosi Titoli Impossibili) - che porta avanti la lunga voce dedicata al protagonista della collana. È questa una puntata sui generis, come leggerete, dedicata in gran parte alle fonti di ispirazione di Mister No e dunque meno "legata" del solito alle copertine e alle storie della serie! Tutte le illustrazioni, salvo quelle introduttive (che sono state "pescate in Rete" dalla redazione e riguardo alle quali vi preghiamo di segnalarci ogni errore od omissione), sono state scelte dallo stesso Capalbo! Buon divertimento! (s.c. & f.m.)
Stampa di Mister No autografata da Diso nel 1996 al nostro amico Baltorr (immagine tratta dal suo imperdibile blog) |
Legenda
- I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’Atlante.
- I nomi dei personaggi cui è dedicata una voce sono indicati per cognome - ovviamente se questo è conosciuto (per esempio: AMARAL, STELIO; REMY, ANOUK). In alcuni casi, però, abbiamo optato per il soprannome (per es.: ESSE-ESSE invece che KRUGER, OTTO). Riguardo poi a personaggi come O BISPO ed EL LOCO, le voci a loro dedicate sono state inserite sotto l’iniziale del nome, invece che sotto l’iniziale dell’articolo: per es., EL LOCO, si trova alla lettera L di LOCO e non alla lettera E di EL (che in spagnolo è appunto un articolo e corrisponde al nostro IL).
- I personaggi dalla doppia identità sono stati indicati con il nome della loro identità fittizia piuttosto che con il nome vero (ad es.: DEMONE ETRUSCO, GIUSTIZIERE DI BONAMPAK).
- Quando i personaggi vengono citati in una voce che non è a loro dedicata, solo il cognome è scritto in neretto e stampatello, in modo da rimandare immediatamente alla lettera sotto la quale sono stati inseriti (per es.: nel testo della voce ANACONDA, il personaggio Daniel Murdock è citato come Daniel MURDOCK). L’unica eccezione a questa regola riguarda il protagonista della serie, il cui nome - attenzione: non il nome proprio Jerry Drake, ma appunto il soprannome MISTER NO - è sempre scritto in neretto e stampatello, tranne ovviamente quando è inserito nel titolo di un fumetto o di un libro (per es.: Mister No Index Illustrato, Mister No Riedizione If).
- Per quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia alla memoria dei lettori in modo più efficace. Per esempio, la storia dei nn. 17-20 viene indicata con il titolo del n. 19, "Operazione Poseidon" perché esso è più rappresentativo, più calzante rispetto ad Agente segreto Zeta 3 e Tragica palude, che sono i titoli rispettivamente del n. 17 e del n. 19 (del tutto avulso poi il titolo del n. 20, Evasione!, visto che si riferisce alla storia successiva).
Altra stampa di Mister No, stavolta del 2002, autografata da Diso per Baltorr! |
M
(parte V)
MISTER
NO (parte II)
MISTER NO (parte II)
Il pilota
nolittiano
trae
origine da un interessante miscuglio di finzione e realtà. Come
scriveva proprio il suo papà
Sergio
Bonelli
nella posta del n. 157 (Un
mondo violento),
MISTER NO
deve qualcosa, anzi molto,
ad altri avventurieri della letteratura e dello schermo. In
particolare ai personaggi interpretati da Alan Ladd in innumerevoli
film. Sempre coinvolti, loro malgrado, in pericolose avventure.
O al Bogart del film di Hawks,
Acque
del Sud,
tratto
da un bel romanzo di Hemingway, Avere e non avere.
Non
eroi di professione, ma uomini veri che vivono l’avventura e sanno
affrontare il rischio. Avevo in mente personaggi del genere quando,
anni fa cominciai, a pensare a un nuovo fumetto. E questo fumetto lo
volevo diverso. Non un western. Solo avventura. Ma non sapevo neppure
se il mio avventuriero sarebbe stato un marinaio, come il Bogart del
film di Hawks. Oppure un aviatore, come molti eroi di Alan Ladd o,
per citare un classico del fumetto, il
Johnny
Hazard
di
Frank Robbins.
Il
Johnny Hazard di Frank Robbins è stato uno dei modelli del pilota
nolittiano
|
[…]
Beh,
non dovetti neppure scervellarmi troppo per inventarlo, perché… lo
incontrai.
Nei
primi Anni Sessanta,
mi
trovavo in Messico, nel famoso centro Maya di Palenque, e volevo
visitare Bonampak
[…].
Più di vent’anni fa [Un
mondo violento
è del giugno 1988, nda],
in
quei posti, non c’erano le comodità turistiche
di
oggi. In canoa e a piedi sarei arrivato a Bonampak in circa tre
giorni: troppo tempo davvero. Ed ecco allora l’incontro con il
destino “Señor – mi dissero – se se la sente di andare laggiù
in aereo e atterrare su una pista in mezzo alla foresta, ci sarebbe
il Piper del Comandante Vega”. Accettai. E quando vidi il
Comandante Vega, vidi il mio personaggio: un giovanotto aitante, con
stivali, cinturone, pistola e uno scassatissimo Piper. Fu un
benedetto calcio dato alla mia fantasia lenta a ingranare, proprio
come il classico calcio di Mister No al suo aereo
[…]. Vega
viveva pericolosamente e trasportava polli, maiali e sacchi di patate
su e giù per i cieli del Messico, volando in condizioni proibitive,
atterrando su piste impossibili. Persino il suo nome mi piaceva e lo
utilizzai in una delle prime avventure di Mister No
(vedi Capitão
Antonio VEGA, nda)
[…].
Al
quale, come sapete, detti invece un nome e un carattere da simpatico
bastian contrario, da anti-eroe individualista. Il personaggio mi
crebbe tra le mani. Ma la sua prima versione in carne e ossa
probabilmente vola ancora sopra i monti e le foreste del
Centroamerica. Oltre
al messicano Vega,
ci sono altri due piloti realmente esistiti da cui Bonelli
ha tratto spunto per caratterizzare il suo personaggio: Jimmy
Angel
e soprattutto Boris
Kaminsky.
Gli
ispiratori in carne e ossa di Mister No - Boris Kaminsky e il
comandante Vega – in un disegno di Michele Pepe (Mister
No & Mister Nolitta,
Coniglio Editore, 2006, p. 35)
|
Boris
Kaminsky con Sergio Bonelli nella giungla venezuelana (Mister
No & Mister Nolitta,
Coniglio Editore, 2006, p. 35)
|
James
Coburn, il principale ispiratore
cinematografico di Mister No
|
Il primo, nativo di Springfield (Missouri), è famoso per aver
scoperto – nel 1933, nell’AMAZZONIA
venezuelana - il Salto Angel, la più alta cascata del mondo (ben 979
metri), che venne chiamata così proprio in suo onore. Il secondo è
stato uno dei più esperti bush
pilots
del VENEZUELA,
nonché amico personale del creatore di MISTER
NO.
Anche
Kaminsky,
– si legge alle pp. 4-5 di Ciao
Amazzonia,
il volumetto allegato al quarto Speciale misternoiano - come
Angel, poteva atterrare su un fazzoletto. E correva spesso il
rischio, per portare generi di prima necessità ai villaggi sperduti
nella foresta. Per questo gli indios gli volevano bene. Kaminsky era
atletico, jugoslavo ed ex-campione di canoa. Era stato persino a non
so quali olimpiadi, forse quelle di Melbourne, del ’56, dove aveva
contratto la febbre del vagabondaggio. E’ una febbre da cui, come
dalla malaria, non si guarisce mai, e che l’aveva spinto fino in
Amazzonia.
Per quanto
riguarda invece l’aspetto fisico di MISTER
NO,
nella posta del n. 334 (Allarme
atomico)
leggiamo le seguenti parole di Bonelli:
Nel
lontano 1970, nel fornire le indicazioni al disegnatore cui spettava
il compito di tracciare per primo l’immagine del mio nuovo
personaggio, dicevo più o meno così: “Jerry Drake deve avere il
viso ossuto e la frangetta di James Coburn, con possibili deviazioni
su Steve McQueen, uniti però a una corporatura media, seppure
muscolosa e scattante, come quella di Paul Newman, in modo che possa
fare a botte con un paio di avversari, ma anche finire gambe all’aria
quando prende un pugno particolarmente efficace”.
Gli
altri due modelli cinematografici di Jerry Drake: Paul Newman e Steve
McQueen. L’immagine è tratta dal film Inferno
di cristallo (Irwin
Allen e John Guillermin, 1974)
|
Un
autoritratto giovanile di Roberto Diso: la somiglianza con Mister No
è evidente
|
Il pilota amazzonico risulta quindi essere, dal punto di vista
grafico, il risultato dell’incrocio
fra tre dei più importanti attori americani degli anni Sessanta e
Settanta, benché l’impronta di Coburn
sia senza dubbio più evidente rispetto a quella di McQueen
e Newman.
Quando,
nello
scrivere una sceneggiatura,
- scriveva infatti Bonelli nella sopracitata posta – dovevo
scegliere le frasi da far pronunciare a Jerry, cercavo di immaginare
come le avrebbe pronunciate lui, il fascinoso James Coburn
[…]. Bisogna dire, inoltre, che MISTER
NO
somiglia anche, e non poco, a Roberto
Diso,
il disegnatore principale della saga. Così come Galep
ha conferito al Tex
delle origini i suoi tratti somatici e Ferri
ha dato a Zagor
il suo volto e anche il suo fisico, Diso
– pur non essendo il creatore grafico del pilota amazzonico – ha
finito ben presto per modellare quest'ultimo a propria immagine e
somiglianza. Inconsapevolmente
ti conosci e ti viene automatico riportare su carta te stesso senza
rendertene conto più di tanto,
afferma lo stesso Diso
nella lunga intervista pubblicata sull'undicesimo numero di Tex
Willer Magazine
(rivista semestrale del forum di Tex, ottobre 2014). Il Jerry
Drake
che compare nella storia d'esordio del disegnatore romano, L'Uomo
della Guyana
(G. Nolitta [sog.&scen.], nn. 6-7), si discosta nettamente da
quello dei suoi predecessori, il già citato Gallieno
Ferri,
Franco
Donatelli
(papà
grafico di MISTER
NO)
e Franco
Bignotti.
Roberto
Diso in Amazzonia con un cucciolo di caimano (Gisello Puddu e Mauro
Giordani, Mister
No – Un avventuriero in Amazzonia,
Editoriale Mercury, 2003, p. 73)
|
Sergio
–
racconta sempre Diso
nella summenzionata intervista - mi
disse che voleva rielaborarlo graficamente, forse il personaggio
iniziale non lo convinceva, non lo so perché; non mi spiegò mai i
motivi della sua richiesta. Mi disse solo di reimpostarlo, ricordo,
ad esempio, che io avevo i capelli scuri ma con un accenno di bianco
sulle tempie e lui mi disse di fare lo stesso per Mister No. Così è
nato e credo che nelle tavole precedenti, quelle già pronte, forse
sia stato modificato in seguito per renderlo più simile al mio
modello.
Il look del MISTER
NO
originario era quello di un tipico pilota di aerei: giubbotto di
pelle con il simbolo del quadrifoglio cucito sulla manica destra,
foulard, camicia rossa, pantaloni, cinturone e stivali con le fibbie
laterali. Nel MISTER
NO
di Diso,
invece, al posto del giubbotto e del cinturone troviamo una maglietta
scura a maniche lunghe molto aderente (con ricamato, sempre sulla
manica destra, l'immancabile quadrifoglio) e una semplice cintura,
anch'essa di colore scuro; inoltre, scompare il foulard, i pantaloni
sono più attillati, il fodero della pistola è diverso, così come
gli stivali. Questi ultimi, però, sono visibili solo in parte, dato
che, sopra di essi, il pilota indossa delle ghette alte. Gliele
misi
[…] – racconta il disegnatore nel libro-intervista di Guglielmo
Nigro
Roberto
Diso. Trent'anni con Mister No: un segno al servizio dell'avventura
(Coniglio Editore 2008) - perché
mi avevano colpito.
C'era
uno scalatore italiano, Walter Bonatti, che mandava dei servizi a
"Epoca" dai posti dove andava e aveva sempre queste ghette.
Mi piacevano molto.
L'alpinista
ed esploratore Walter Bonatti (1930-2011) in una foto scattata nel
1975 nella giungla del Borneo. Sono visibili le ghette che ispirarono
Diso per il suo Mister No
|
Il Mister No del periodo successivo alla trasferta statunitense: ritorna il vecchio giubbotto di pelle e gli anfibi militari prendono il posto delle scarpe da tennis - MNO 300, p. 3
|
Esterno
e interno della prima casa di Mister No - MNO 8, p. 71
|
Ho pensato: lui se le mette ovunque, perché non
Mister No?! Perché, quando vai nelle giungle, c'è di tutto, devi
avere le gambe protette.
Tuttavia, questo secondo look del personaggio – al quale Ferri
non si adeguò mai, come testimoniano le prime 115 copertine della
serie regolare – venne a sua volta modificato, sempre da Diso,
a partire dal n. 242 (Squali),
uno dei primi albi del nuovo
corso
misternoiano. I cambiamenti furono i seguenti: la maglietta con il
quadrifoglio venne sostituita da una maglietta nera e da un giubbotto
di jeans (anch'esso con il quadrifoglio), la fodera della pistola da
una fondina che lasciava sporgere il manico dell'arma, i pantaloni
attillati furono rimpiazzati da comuni jeans e sia gli stivali che le
ghette scomparirono a favore di semplici scarpe da tennis di colore
biancorosso. A nostro avviso, e non solo, si trattò di un
cambiamento ben poco azzeccato, tant'è che, a cominciare dal n. 273
(Manaus!),
seguirono ulteriori modifiche: al posto del giubbotto di jeans venne
recuperato il vecchio giubbotto di pelle e la fondina precedente, la
maglietta nera fu sostituita da una di colore grigio (ma sempre a
maniche corte) e le scarpe da tennis lasciarono il posto a degli
anfibi militari. Con la parziale eccezione di Nathan
Never,
nessun altro personaggio della casa editrice ha subito, nel look, i
cambiamenti di MISTER
NO,
il quale si differenzia dai colleghi
bonelliani anche per un altro aspetto: la casa. Nel corso della sua
lunga saga, il pilota ha cambiato alloggio più volte, sebbene, come
vedremo, per motivi indipendenti dalla sua volontà.
La
seconda casa del pilota: una chiatta galleggiante affittatagli
dall'amico Paulo Adolfo - MNO 344, p. 6
|
Mister
No viene massaggiato dalla sensuale Eliana nella sua terza abitazione
– MNO 368, p. 35
|
La
quarta, e probabilmente ultima, casa di Mister No. Come si capisce
dal balloon, il pilota ha come ospite l'amico Esse-Esse – Speciale
MNO n. 8, p. 26
|
Limitandoci solo
al periodo manausense
(vale a dire, i vent'anni circa che precedono il temporaneo
trasferimento del Nostro a RURRENABAQUE,
e gli anni della vecchiaia), sono ben quattro le case in cui MISTER
NO
ha abitato. La prima, che è l'unica in muratura, viene distrutta,
nella storia Vento
rosso
(L. Mignacco [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], n. 242), dai sicari
di Kenzo
ISHIKAWA,
che vi piazzano dentro una bomba allo scopo di uccidere il pilota (ma
sarà invece il sergente OLIVEIRA
a pagarne le conseguenze). La seconda abitazione, una chiatta
galleggiante di proprietà di PAULO
ADOLFO,
finisce anch'essa distrutta: infatti, ne Il
tempo degli assassini (M.
Masiero [sog.&scen.] – F. Valdambrini [dis.], nn. 347-348), una
bomba a orologeria, innescata senza volere dallo stesso MISTER
NO, la fa saltare in aria.
L'ordigno, contenuto in un pacco con tanto di biglietto, è un
sinistro avvertimento che il vendicativo Ridley
KNOX invia al pilota, il
quale fa comunque in tempo a salvarsi. La terza abitazione del Nostro
è un'altra casa galleggiante, affittatagli da un certo Mendonça
(che MISTER NO,
nel n. 379, definisce un vecchio
spilorcio); mentre la
quarta, quella della vecchiaia, è una sorta di baracca con veranda
che sorge – come vediamo in Fuga
da Skynet (G. Nolitta e
A. Castelli [sog.&scen.] – D. S. Di Vitto [dis.], Speciale n.
8) – alla periferia di Tefé, un piccolo centro sul Rio Solimões,
non lontano da MANAUS.
Massimo Capalbo
N.B. Trovate i link alle altre parti dell'Atlante sulla Bussola!
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