a cura di Franco Lana
Stavolta il nostro inviato speciale Franco "Frank Wool" Lana ha colpito nel cuore stesso del comicdom! Gianfranco Goria, classe 1954, si è infatti occupato del fumetto a tutto campo, da sempre, nella multiforme veste di editore, giornalista, articolista, disegnatore, sceneggiatore, esperto, storico, organizzatore, sindacalista, e via dicendo... Lo riteniamo un punto di riferimento - sia in rete, sia su carta - e crediamo sinceramente che il fumetto in Italia sarebbe molto più povero senza il suo sostanziale e fondamentale apporto, con l'Anonima Fumetti, con il suo spirito libero e oltre... (s.c. & f.m.)
Stavolta il nostro inviato speciale Franco "Frank Wool" Lana ha colpito nel cuore stesso del comicdom! Gianfranco Goria, classe 1954, si è infatti occupato del fumetto a tutto campo, da sempre, nella multiforme veste di editore, giornalista, articolista, disegnatore, sceneggiatore, esperto, storico, organizzatore, sindacalista, e via dicendo... Lo riteniamo un punto di riferimento - sia in rete, sia su carta - e crediamo sinceramente che il fumetto in Italia sarebbe molto più povero senza il suo sostanziale e fondamentale apporto, con l'Anonima Fumetti, con il suo spirito libero e oltre... (s.c. & f.m.)
DIME WEB - Iniziamo così: se non avessi scelto il mondo dei Fumetti, con le tue molteplici competenze, a cosa ti saresti dedicato?
GIANFRANCO GORIA - Da piccolo piccolo volevo fare l'astronauta, mi pare... Ma a 6 anni ho messo gli occhiali ed è finita la mia carriera da aviatore, che avrebbe necessariamente dovuto precedere quella di astronauta, negli anni Cinquanta-Sessanta del secolo scorso. Intorno agli anni Settanta pensavo di diventare ricercatore universitario nel campo dell'Orientalistica, in particolare in Letterature e Filosofie dell'India e dell'Estremo Oriente. Avrei anche potuto pensare di dedicarmi alla musica, continuando a comporre canzoni e a suonare e cantare con la mia band, i Dharma. Avessi avuto i soldi per una macchina fotografica decente avrei fatto volentieri il fotografo già allora. Avrei anche potuto fare il mentalista professionista, o mettere in piedi una religione, sì. Ma questo meno male che non l'ho fatto! Avrei fatto volentieri anche il doppiatore e l'attore, ma a Torino, all'epoca, per uno del mio stato sociale, era praticamente impensabile. La mia voglia di usare la voce e la recitazione si è poi espressa nelle conferenze, negli interventi nelle scuole, cose del genere. Avevo anche ipotizzato di farmi monaco in un ordine orientale... Invece mi sono sposato a 22 anni, ho cominciato a fare figli e ho dovuto trovare un'occupazione che mi consentisse di mantenere la famiglia e, manco a dirlo, non aveva assolutamente nulla in comune con tutte le cose che avrei voluto fare. Buffo, eh? Però direi che fare il padre è la cosa che mi è piaciuta di più (oltre a essere in assoluto la più difficile). Va detto tuttavia che io non ho “scelto” il mondo del fumetto. Scarabocchiare e raccontare storie, in qualunque modo possibile, è stato, fin dall'infanzia, il mio modo naturale di esprimermi. Sono fatto così: ho una naturale propensione per le immagini e i suoni e non ho potuto farne a meno, tutto qui. Direi. Ma dovrei chiedere lumi al mio neurologo...
DW - afNews ha da poco compiuto 20 anni. Raccontaci qualcosa al riguardo.
GG - Questa roba che chiamo "araba fenice news" (afNews) è stata diverse cose, nel corso dei decenni, a seconda di quale era, nel momento dato, il mio ruolo nel settore. Proprio una specie di araba fenice: prima notiziario dell'associazione di cui ero fondatore e, allora, presidente (l'Anonima Fumetti), poi una sorta di agenzia di stampa di settore, fino alla sua attuale veste di blog giornalistico. Il fatto è che io ho sempre avuto il pallino dei giornali e del giornalismo, fin da piccolo, insieme a quello dei fumetti. Di fatto me ne sono sempre occupato da solo, di afNews, proprio perché era una mia personale fissazione, quella della comunicazione e della condivisione. Negli anni Settanta soddisfacevo questa fissazione stampando a ciclostile U.F.O. Underground di fumetti e una rivista di “robe orientali”, negli anni Ottanta mandavo fax e usavo un accoppiatore acustico per collegare computer uno a uno e diffondere notizie. Negli anni Novanta, con l'arrivo di Internet, prima il BBS (Bullettin Board System) poi il Web, mi hanno consentito di fare divulgazione in modo sempre più strutturato on line. I citati 20 anni di afNews sono solo quelli “ufficiali”, avendo io stabilito il 1995 come anno di riferimento convenzionale, per pura comodità di calcolo.
Agli albori di Anonima Fumetti in Rete: 1995 |
In realtà è che non sono mai riuscito a fare a meno di comunicare, diffondere, divulgare e condividere, e lo faccio con gli strumenti che, man mano, si rendono disponibili. Sfruttando, ovviamente, la mia naturale predisposizione per le tecnologie. Certo, è diventata un'attività mostruosa. Tende a prosciugare tutto il mio tempo, se non faccio attenzione. Da fuori può non essere facile capire quanto tempo richieda (nonostante già la quantità di menù e archivi siano chiari indizi di gigantismo), tanto più che io mi occupo proprio di tutto, dall'informatica al Web, dalle foto ai testi, dalle ricerche alla posta, dalla gestione dei generosi collaboratori più o meno occasionali a tutto il resto. Molte ore della mia giornata le passo davanti al computer per afNews, tutti i giorni. Ho imparato anche a staccare, a dire il vero, visto che afNews non è ne' un Pronto Soccorso ne' l'ANSA. Ma resta comunque un (improduttivo) impegno enorme e, talora, fuori misura. Per lo meno, però, non mi costa moltissimo in denaro, tenere in piedi la baracca. Certo, c'è l'aggravante che non rende un quattrino, ma questa è una mia scelta.
DW - Sei stato un apprezzato sceneggiatore per la Disney, cosa ricordi di quell'esperienza?
GG - Grazie per l'”apprezzato”. Troppo gentile. Sono solo un artigiano appassionato, che ha fatto molto poco. Comunque, ho dei bellissimi ricordi di quel mestiere, in ambito Disney. Amavo i personaggi fin da piccino, per cui sentivo il peso della responsabilità, nel lavorare con loro per i lettori più giovani, e mi impegnava la mente costantemente: di fatto vivevo dentro alle avventure che scrivevo per buona parte della giornata. Prendevo appunti ovunque. Scrivevo e disegnavo dappertutto. Faticosissimo, per me, e bellissimo, insieme. Quel che invece non ho mai digerito erano gli interventi che venivano fatti a posteriori sulle mie sceneggiature, senza nemmeno consultarmi. L'ho sempre trovata una pratica per me insopportabile. So che molti amici ci hanno fatto il callo, altrimenti non avrebbero potuto continuare a scrivere per topi e paperi, ma io non la reggevo. Per cui, a un certo punto, ho lasciato perdere, pur avendo dei soggetti già approvati sulla scrivania e delle sceneggiature già iniziate (e per giunta avessi bisogno di soldi, tanto per cambiare). Un problema mio, insomma. Ma i ricordi belli superano di gran lunga quelli sgradevoli e ho avuto la possibilità di conoscere anche delle belle persone.
Goria fotografo |
DW - Torneresti a farlo?
GG - Penso di sì, se me lo si chiedesse e se la situazione fosse diversa da quella che allora mi disturbava, ma non credo che topi e paperi abbiano proprio bisogno anche di me per vivere. :-)
DW - Diritti d'autore e fumetti. A che punto siamo?
GG - Fortunatamente non è più un mio problema professionale, visto che, dal 2008, non sono più sindacalista del vecchio Sindacato Fumettisti. Quel che fu possibile ottenere, purtroppo senza mai avere avuto davvero la partecipazione compatta e il sostegno fattivo dei fumettisti, lo si ottenne.
DW - Eravate in molti a lavorarci?
GG - Chissà quale corposo staff, eh? Presto detto. Il periodo in cui eravamo al massimo dell'organico sindacale, fummo 3 persone, a livello nazionale. Di solito eravamo in 2. Più le segretarie ecc.? No, no, non ci siamo capiti: eravamo in due in tutto: facevamo tutto (e quando dico tutto, intendo proprio tutto) in due. Punto. Poi, come volle il cielo, il mio mandato arrivò al suo termine naturale (due mandati da 4 anni l'uno, come prevede la CGIL, fatti da volontario non retribuito) e “largo ai giovani”, dissi, lieto, in quell'occasione, citando Il Presidente; ma non mi pare che se ne siano visti, di giovani (e nemmeno di vecchi) fumettisti, a succedermi nello scomodo ruolo, almeno fin'ora... Peccato, perché fu un'occasione persa, per i professionisti del fumetto, quella di mettere finalmente le mani concretamente su uno strumento costituzionale per la tutela dei propri diritti. Ma tant'è.
Goria fotografo |
DW - Cosa andò storto?
GG - Triste a dirsi, ma diversi dicevano che se ne tenevano alla larga perché era un sindacato “comunista”, secondo loro, in quando affiliato alla CGIL (era una ovvia idiozia, ma molti hanno pregiudizi obnubilanti e sono incapaci di valutare le cose reali). E comunque nessuno di loro si peritò di fondarne uno di destra o di centro o di quel che vuoi tu. Semplicemente non fecero nulla di nulla, tranne ciascuno gli affari propri (cosa che è disastrosa perché, come si dovrebbe sapere, i diritti non te li regala nessuno: te li devi conquistare tu stesso rimboccandoti le maniche insieme ai tuoi pari). Altri non aderirono perché costava (pochissimo, rispetto a tutti gli altri, ma non era gratis: l'equivalente di 25 euro l'anno, mi pare, o giù di lì). Altri ancora si iscrivevano solo quando avevano bisogno di aiuto per una vertenza (o altro) e poi sparivano subito dopo: se fossero rimasti tutti quelli che avevano bisogno di aiuto, ci sarebbero stati migliaia di iscritti, invece... Insomma, un'esperienza comunque entusiasmante, che richiese enormi competenze di diverso genere (sindacale, legale, costituzionale, giuridica, fiscale, oltre a quelle legate alle professioni del fumetto e dintorni), che ottenne risultati insperati, considerando che gli iscritti erano pochissimi, ma che si è risolta in una bella occasione perduta perché il grosso della categoria non ha mai preso sul serio l'idea della partecipazione attiva, che, invece, come si sa, è fondamentale e insostituibile per un vero sindacato.
Tuttavia, nonostante non me ne debba più occupare professionalmente, è ovvio che mi tengo sempre aggiornato, se non altro per darne notizia su afNews a chi vive delle professioni fumettistiche. Purtroppo le note iniziative che videro la luce ormai tantissimi anni fa, al fine di rinnovare la parte di legge sul diritto di autore in favore degli autori, sono ancora lettera morta. Prevedibile, peraltro: persa l'occasione di far passare il tutto con la revisione globale della legge (e dire che era, davvero, cosa fatta! - leggetene il riassunto su afNews) a causa di una delle consuete cadute premature di Governo che ancora caratterizzavano il nostro Paese, l'altra proposta, quella di semplice “integrazione” della legge, per quanto fosse, a parole, sostenuta trasversalmente da tutti, direi che non interessava a nessuno, nella realtà, visto che c'era sempre altro ad avere la precedenza, sia alla Camera, sia al Senato. Ora anche queste faccende sono di competenza dell'Unione Europea, dove, com'è giusto, si gioca la partita vera sul diritto di autore (ne parlo spesso su afNews) e direi che ormai è sempre più improbabile che si possa far passare in Parlamento alcunché su questo argomento senza tener conto della normativa europea. Inoltre penso che finché chi lavora nel settore del fumetto non fa “squadra”, strutturandosi seriamente in modo da contare qualcosa anche a livello legislativo, con la partecipazione diretta e attiva dei fumettisti, è impossibile ottenere risultati decenti e duraturi. Si resta quindi nei limiti delle leggi attuali, del contratto di edizione, degli accordi scritti fra le parti, della specifica sensibilità ed etica delle persone. Almeno fin quando non arriveranno quei giovani di cui sopra, che prima o poi arriveranno...
Particolare della libreria fumettistica di Goria |
DW - Siamo sotto le feste Natalizie del 2015. Cinque fumetti da donare o farsi regalare?
GG - Un volume con le immortali storie di Carl Barks e i suoi paperi, per leggere delle gran belle storie. Un volume con le deliziose strisce di Calvin and Hobbes, per conoscersi meglio. Un albo di Asterix scelto fra quelli con le sceneggiature spumeggianti di René Goscinny, per ridere di gusto. Il bel volume di Laura Scarpa su Giorgio Cavazzano, Uomini, topi ed eroi, per lustrarsi gli occhi. E naturalmente un volume delle avventure di Tintin, scelto fra le migliori, per un gradevole mix di avventura, umorismo e geopolitica, eh! ;-)
Grazie Gianfranco, un abbraccio da tutti noi di Dime Web!
Dalla collezione di Goria... |
a cura di Franco Lana
N.B. Trovate i link agli altriincontri con gli autori su Interviste & News!
P.S. Gianfranco Goria compie gli anni nello stesso giorno di f.m. (3 agosto)!
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