di Massimo Capalbo
Dopo il grande successo delle prime puntate, eccoci giunti al quarto appuntamento con l'Atlante di Mister No. Buona lettura!. (s.c. & f.m.)
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Disegno originale di Carlos Alberto Santos per la copertina del numero 8 portoghese di Mister No |
Legenda
- I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’Atlante.
- I nomi dei personaggi cui è dedicata una voce sono indicati per cognome - ovviamente se questo è conosciuto (per esempio: AMARAL, STELIO; REMY, ANOUK). In alcuni casi, però, abbiamo optato per il soprannome (per es.: ESSE-ESSE invece che KRUGER, OTTO). Riguardo poi a personaggi come O BISPO ed EL LOCO, le voci a loro dedicate sono state inserite sotto l’iniziale del nome, invece che sotto l’iniziale dell’articolo: per es., EL LOCO, si trova alla lettera L di LOCO e non alla lettera E di EL (che in spagnolo è appunto un articolo e corrisponde al nostro IL).
- I personaggi dalla doppia identità sono stati indicati con il nome della loro identità fittizia piuttosto che con il nome vero (ad es.: DEMONE ETRUSCO, GIUSTIZIERE DI BONAMPAK).
- Quando i personaggi vengono citati in una voce che non è a loro dedicata, solo il cognome è scritto in neretto e stampatello, in modo da rimandare immediatamente alla lettera sotto la quale sono stati inseriti (per es.: nel testo della voce ANACONDA, il personaggio Daniel Murdock è citato come Daniel MURDOCK). L’unica eccezione a questa regola riguarda il protagonista della serie, il cui nome - attenzione: non il nome proprio Jerry Drake, ma appunto il soprannome MISTER NO - è sempre scritto in neretto e stampatello, tranne ovviamente quando è inserito nel titolo di un fumetto o di un libro (per es.: Mister No Index Illustrato,Mister No Riedizione If).
- Per quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia alla memoria dei lettori in modo più efficace. Per esempio, la storia dei nn. 17-20 viene indicata con il titolo del n. 19, "Operazione Poseidon" perché esso è più rappresentativo, più calzante rispetto ad Agente segreto Zeta 3 e Tragica palude, che sono i titoli rispettivamente del n. 17 e del n. 19 (del tutto avulso poi il titolo del n. 20, Evasione!, visto che si riferisce alla storia successiva).
Per le Note sui collegamenti ipertestuali e le Note sulle illustrazioni vedi la prima parte.
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Cover per l'albetto Jivaros edito da Glamour. disegno di Roberto Diso |
D
DAN
DEMONE ETRUSCO
DIO ALATO
DIO GIAGUARO
DRAKE, JEROME senior
DRAKE, detective JERRY
DAN
Etnia della Costa d’Avorio e
della Liberia, conosciuta anche come Gio e famosa per la produzione di un’ampia
varietà di maschere rituali. I Dan compaiono
nella seconda parte di Africa! (G.
Nolitta e L. Mignacco [sog.&scen.] – L. Dell’Uomo [dis.], nn. 167-169), ambientata
nella regione ivoriana dei Monti Nimba.
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Mister No n. 168, maggio 1989. Disegno di Diso. |
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Mister No n. 169, giugno 1989. Disegno di Diso |
Guidati dal cacciatore francese Andrè Quemac, MISTER NO e i connazionali conosciuti a bordo del cargo che lo ha
portato in AFRICA – il ricco Warren Wolfhart (che si rivelerà essere
un bancarottiere) il pittore John Aarko
e sua moglie Etheria – vengono ospitati a Dandlè (il villaggio dei Dan), dove vive anche la coppia di
antropologi James e Margareth MEREDITH.
Ben presto, nel villaggio
africano avvengono misteriosi delitti: i colpevoli, come scoprirà MISTER NO, sono proprio i coniugi MEREDITH, che nascondono nel loro
passato un oscuro segreto.
Se nella storia i personaggi di
pelle bianca sono tutti ben caratterizzati, tra i Dan, invece, sono solo due le figure incisive: il fabbro-stregone
del villaggio, Tamè, e suo figlio Wubuà. Si tratta di personaggi
antitetici: Tamè, che nella sua
officina intaglia le maschere sacre, è un uomo saggio e, seppur ospitale con i
bianchi, si mostra assai geloso dei suoi segreti e delle tradizioni della sua
gente; il secondo, invece, che parla in modo grottesco - il suo linguaggio è simile a quello degli
ascari della serie di Hugo Pratt Anna della giungla (1959), che forse Mignacco ha voluto
omaggiare - e sembra inoffensivo, è in realtà un individuo infido e
avido, il tipico selvaggio che si fa
corrompere facilmente dai bianchi.
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Tamé accanto a una delle sue maschere sacre – MNO 168, p. 52.
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L’infido Wubuà – MNO 168, p. 49. |
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Nel caso specifico, Wubuà viene pagato sia da Wolfhart
affinché gli procuri di nascosto le maschere sacre, sia dai MEREDITH, che lo rendono complice dei loro
delitti. Indossati la maschera e il costume di una divinità del
villaggio, Wubuà cercherà di
uccidere MISTER NO, ma verrà ucciso
dallo stesso James MEREDITH, che in tal modo gli tapperà
la bocca e si costruirà un alibi. Oltre a venire indossate dagli assassini, le
maschere sacre dei Dan sono al
centro di una suggestiva sequenza, quella della festa notturna in cui alcuni uomini
del villaggio impersonano le principali divinità della tribù: uno di essi, che
interpreta Kaglè, spirito maligno e
dispettoso, strappa alla bella Etheria
il reggiseno con il suo bastone uncinato, beccandosi un pugno dal geloso marito
John Aarko.
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Il malizioso Kaglé si mostra interessato alla bella
Etheria – MNO 168, p. 41. |
DEMONE ETRUSCO
Compare nella bellissima storia
omonima dei nn. 131-133, realizzata dalla coppia Nolitta-Diso e ambientata in ITALIA nella primavera del 1944, durante la SECONDA GUERRA MONDIALE.
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Copertina di Mister No 132. Disegno di Roberto Diso |
Il demone
etrusco non è una vera entità malefica, bensì il capitano Erich Mahler, un ufficiale tedesco che
- travestito da Tuchulca, dio etrusco degli Inferi, e armato
dell’affilata punta di una lancia - sparge il terrore tra le truppe americane
in stanza nell’Alto Lazio, uccidendo i militari che compiono scavi archeologici
clandestini. A smascherare il feroce assassino, al termine di una tenace
indagine personale, sarà proprio MISTER
NO, a cui il demone etrusco ha ucciso due
cari amici: il capitano Stafford e
il soldato semplice Martinez. MISTER NO scoprirà inoltre che Mahler
è in combutta con il conte Sinisbaldi,
un aristocratico del posto
che si era fatto credere amico degli americani, e della cui bella figlia Claudia, il Nostro si era quasi innamorato (memorabile la
scena in cui i due fanno l’amore nel bosco).
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Faccia a faccia tra Mister No e il demone etrusco – MNO 132, p. 70.
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Mister No sta per fare una brutta sorpresa al capitano Mahler – MNO 133, p. 41. |
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Lo scontro finale tra MISTER NO e Mahler
avverrà nel suggestivo scenario del Parco dei Mostri di Bomarzo, dove il Nostro avrà un’amara
sorpresa: complice dell’assassino è anche Claudia
Sinisbaldi, sentimentalmente legata al tedesco. La donna, armata di un
mitra, cercherà di vendicare il suo uomo, ma verrà uccisa dagli uomini del
capitano Hamlyn, capo del Servizio
Informazioni dell’esercito americano.
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Uno dei "mostri" del Bosco Sacro di Bomarzo prima del restauro: così sarebbe apparso a Mister No nel 1944. |
Curiosità: Con molta probabilità, Nolitta ha tratto l’idea
dell’assassino mascherato da Tuchulca dal film di Antonio Crispino L’etrusco uccide ancora (1972),
dove si narra di uno psicopatico che uccide le coppiette che si appartano nelle
tombe etrusche, facendosi credere, appunto, il suddetto dio degli inferi. Non è
questo, peraltro, l’unico punto di contatto tra la storia nolittiana e il genere
cui appartiene il film di Crispino, ossia il thriller italiano: l’abbigliamento
di Claudia Sinisbaldi nella scena conclusiva – cappellaccio
che cela il volto e impermeabile scuro – rimanda agli assassini dei thriller di
Dario Argento, Profondo rosso
in particolare. A differenza però dei serial
killer dei film citati, Mahler
non uccide perché spinto dalla follia, bensì, come rivela la stessa Claudia a MISTER NO, per un motivo ben preciso: punire gli americani e i loro
complici italiani per il saccheggio delle tombe etrusche. Non si tratta quindi
di omicidi gratuiti, ma questo, naturalmente, non giustifica la ferocia
sanguinaria dell’ufficiale tedesco.
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Claudia Sinisbaldi, compagna e complice di Mahler -
MNO 133, p. 54. |
DIO ALATO
E’ il nome che in Giungla! (T. Scalvi [sog.&scen.]
- R. Diso [dis.], n. 100) una tribù di indios ha dato a un vecchio Douglas
DC-3, precipitato nella foresta nel 1944.
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Mitica copertina di Gallieno Ferri per celebrare il centesimo albo di Mister No. |
Anni dopo, i suddetti indios fanno prigioniera Patricia
ROWLAND, la quale si era recata nella giungla per recuperare una preziosa
statuetta precolombiana che l’aereo stava trasportando. Per sfuggire alla
prigionia, Patricia si mette in
contatto con MISTER NO ed ESSE-ESSE, convincendo il capotribù che
essi sono gli inviati del dio alato e che riusciranno a farlo
volare; in caso contrario, gli indios uccideranno tutti e tre. Dopo non poche
peripezie, MISTER NO riuscirà a far
alzare in volo il DC-3, salvando se stesso e i suoi amici.
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Il
relitto del Douglas DC-3 – MNO 100, p. 14
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Il DC-3 si libra nel cielo dell’Amazzonia – MNO 100, p. 98.
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DIO GIAGUARO
Al pari del DEMONE ETRUSCO,
anche il dio giaguaro della storia
omonima (G. Nolitta [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 34-35) è un
assassino mascherato, e anch’egli usa un’arma particolare per compiere i suoi
delitti: un artiglio d’acciaio.
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Copertina di Mister No 34. Disegno di Gallieno Ferri |
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Mister No contro il dio giaguaro – MNO 35, p. 29. |
La vicenda si svolge in una cornice evocativa e
inquietante: il sito archeologico di San Augustín (COLOMBIA), un luogo ricco di sculture precolombiane raffiguranti
divinità zoomorfe. MISTER NO vi
accompagna il professor Bishop, appassionato
di archeologia, che deve visitare la fattoria appartenuta a un suo defunto amico,
Brett Carradine. Nel suo testamento,
Carradine ha dato a Bishop la possibilità di visionare la
proprietà ed eventualmente venderla: il ricavato verrà destinato all’Università
di Yale. La fattoria, chiamata Los Idolos,
è abitata dall’affascinante Blanche,
nipote di Carradine, e dal suo
fidanzato, l’ex atleta
olimpionico Erik Svenson. E’ proprio quest’ultimo, in combutta con Blanche, a massacrare i poveri indios della zona,
travestendosi da dio giaguaro: ciò allo scopo di spaventare gli
aspiranti compratori di Los Idolos,
dato che i due hanno scoperto che nella proprietà è presente un filone d’oro. L’epilogo
sarà tragico per entrambi: Erik
verrà ucciso dal pilota in uno scontro a fuoco; mentre Blanche, per evitare il carcere, ingerirà del veleno e morirà tra le braccia del pilota.
Alla fine, l’oro scoperto
dalla diabolica coppia si rivelerà essere semplice pirite aurifera, minerale che
non ha alcun valore: un’ulteriore beffa
del destino per Blanche e Erik.
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Mister No n. 35, aprile 1978. Disegno di Ferri. |
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La rabbia di Erik Svenson – MNO 35, p. 71. |
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Blanche muore tra le braccia del pilota – MNO 35,
p. 93. |
DRAKE, JEROME senior
Il padre di MISTER
NO. Nell’episodio Vent’anni dopo
(L. Mignacco e M. Masiero [sog.&scen]- O. Suarez/R. Diso/F. Busticchi e L. Paesani
[dis.], nn. 292-294), Drake senior esce dal carcere di Rikers
Island, dove ha scontato vent’anni per omicidio, e, con il denaro lasciatogli
dal figlio Jerry (che Jerome non vede da quando, nel 1940, Drake junior lasciò NEW YORK per la prima volta), parte per
MANAUS.
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Mister No 292. Copertina di Roberto Diso |
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Drake senior
si accinge a lasciare Rikers Island – MNO 292, p. 6 |
Il primo incontro tra i due Drake, che avviene nel bar di PAULO ADOLFO, non ha un esito positivo:
MISTER NO rifiuta i soldi che il
padre intende restituirgli e lascia arrabbiato il locale. A casa sua, il pilota
racconta a ESSE-ESSE le ragioni del
dissidio con il genitore, che risalgono a quando, nel 1938, Drake senior aveva ucciso il giornalista, e suo ex compagno d’armi nella
guerra civile spagnola, Logan Sinclair,
a cui il piccolo Jerry era
affezionatissimo. Dopo il processo, Jerome
non aveva voluto spiegare al figlio i motivi del suo gesto, e Jerry aveva troncato i rapporti con
lui. I due si riavvicinano quando Jerome,
giunto a MANAUS proprio per raccontare
la verità a MISTER NO, rivela a
questi che ad uccidere Logan era
stata in realtà la polacca Petra e
che lui, innamorato della donna, si era preso la colpa per evitarle il carcere.
Petra - che aveva combattuto in
Spagna nella Brigata Navajo,
comandata da Jerome e di cui faceva
parte anche Logan – aveva ucciso il
giornalista perché questi, tradendo i suoi compagni, si era messo d’accordo con
i nemici nazionalisti per appropriarsi di una cassa di lingotti d’oro, nascosta
sulla Sierra Nevada. Logan e i suoi
alleati avevano però scoperto che l’oro era stato misteriosamente trafugato.
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Rapporti difficili tra papà Jerome e il piccolo
Jerry – MNO 292, p. 64. |
Fatta finalmente la pace con suo figlio – il
quale scopre con stupore che il noioso professor Drake, a suo tempo padre assente e taciturno, è in
realtà un eroe di guerra e gli somiglia molto più di quanto pensasse -, Jerome
parte assieme a lui e a ESSE-ESSE per
Santiago del Cile, dove si è dato appuntamento con Domingo, un altro suo ex compagno d’armi. A Santiago, Drake senior ritrova Petra
e il marocchino Amrhai, il quale aveva guidato a suo tempo la Brigata Navajo sulla Sierra Nevada. Domingo
ha scoperto che a trafugare l’oro spagnolo fu un personaggio che ora si fa
chiamare mister Nevada, il quale
vive su un’isola al largo delle coste cilene. Mister Nevada –
diventato, grazie all’oro, un ricchissimo fabbricante d’armi - ha fatto
eliminare diversi ex componenti della Brigata
Navajo, ma i suoi sicari hanno fallito con Jerome Drake – che, nonostante l’età, è ancora un ottimo tiratore e
un abile combattente - e gli altri reduci di Spagna. Con l’aiuto di MISTER NO ed ESSE-ESSE, Jerome e i
suoi amici sbarcano sulla suddetta isola
e riescono a catturare il miliardario, scoprendo che questi è in realtà Gesualdo Rivas, un ex funzionario del
governo repubblicano che essi credevano morto fucilato dai franchisti. La loro
intenzione è consegnare Rivas a un
tribunale internazionale, ma Amrhai,
che vuole invece giustiziarlo, costringe Jerome
e gli altri a consegnarlo a lui.
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La Brigata
Navajo – MNO 293, p. 25 |
La storia si conclude con MISTER NO che accompagna all’aeroporto di MANAUS suo padre, il quale gli promette che il suo è un
arrivederci. Tuttavia, quella di Vent’anni dopo è rimasta la sua
prima e unica apparizione nella serie, anche se sappiamo che MISTER NO lo ha rivisto tempo dopo a
Caracas.
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Drake padre e Drake figlio si abbracciano all’aeroporto di Manaus – MNO 294, p. 98. |
Infatti, nel finale de Il tesoro di Saint-Exupéry (L. Mignacco
[sog.&scen.] – M. Bianchini e M. Santucci [dis.] , nn. 360-361), un amico
del pilota, l’argentino Roberto Morales, consegna al Nostro, all’aeroporto di MANAUS, una cartolina speditagli da Drake senior, che lo invita a raggiungerlo nella capitale venezuelana. Senza
perdere tempo, MISTER NO balza sul
suo aereo con destinazione Caracas.
Curiosità: Il n. 293, secondo albo della storia in cui Jerome Drake compare, è intitolato Terra
e libertà, evidente citazione dell’omonimo film diretto nel 1995
dall’inglese Ken Loach e ambientato proprio durante la guerra civile spagnola.
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Mister No 293: Terra e libertà. Copertina di Roberto Diso |
DRAKE, detective JERRY
Personaggio fittizio nato dalla
fantasia di Phil MULLIGAN,
nelle sue vesti di scrittore di romanzetti polizieschi per la rivista Crime Stories. Il Jerry Drake in questione, cui MULLIGAN
– che si firma Spike Millane - ha
dato le fattezze dell’amico MISTER NO,
è la versione parodistica del classico detective della narrativa hard boiled, un genere portato al
successo da scrittori quali Dashiell Hammett, Raymond Chandler e Mickey
Spillane. I primi due citati iniziarono a scrivere sulle pulp magazine, così chiamate perché erano riviste che venivano
stampate su carta scadente ricavata dalla polpa (pulp) degli alberi. Ideando il detective Jerry Drake, lo sceneggiatore Maurizio Colombo ha voluto omaggiare
proprio le riviste pulp di genere
poliziesco come Black Mask e Spicy Detective, sulle cui evocative
copertine non mancava mai, accanto all’eroe armato di pistola, una bella
ragazza, spesso in abiti succinti.
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Mister No 263: in questo albo nasce Jerry Drake Detective. Cover di Roberto Diso. |
Quattro sono le storie in cui il
simpatico private eye creato da Phil MULLIGAN è comparso: Detective story (M. Colombo
[sog.&scen.] – A. Bignamini [dis.], n. 263); L’uomo che ride (M. Colombo
[sog.&scen.] – A. Bignamini [dis.], albo allegato a Mister No Speciale n.
12); Storie
nere (L. Mignacco
[sog.&scen.]- A. Bignamini [dis.], albo allegato a Mister No Speciale n.
13); Una
foto che scotta (M. Masiero [sog.&scen.] – A. Bignamini [dis.], nn.
322-323)
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Mister
No legge divertito le avventure del detective a lui ispirato – MNO 263, p. 18
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Nella prima, Jerry Drake scende nelle fogne di NEW YORK per vendicare il suo socio Brett e recuperare il Corvo
Birmano, un uccellaccio d’ebano
tempestato di diamanti. Eliminati tre pittoreschi malviventi e la dark lady che aveva ucciso Brett, il nostro detective viene
sorpreso alle spalle da Cairo il
Tunisino, assassino poco sveglio, tant’è che quando deve ammazzare il tempo si mette a sparare agli orologi.
Quando tutto sembra perduto, la pistola di Cairo
s’inceppa e Drake, recuperate le sue
armi, lo crivella di colpi; quindi, uscito all’aria aperta, si sbarazza del Corvo Birmano, tenendosi però i
diamanti.
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Primo albetto dedicato a Jerry Drake Detective. Cover di Roberto Diso |
Ne L’uomo che ride, Drake
indaga su un misterioso assassino con il volto coperto da una maschera. Grazie
alle informazioni della spogliarellista Valeria,
il detective scopre che l’assassino è Ronnie
Hauff, un comico che, dopo aver osato ridicolizzare, in uno dei suoi
spettacoli, il boss Tommy Mamba, era
stato sfregiato orribilmente dagli scagnozzi del gangster. Deciso a vendicarsi,
Hauff attira
in una trappola Mamba, ma viene
ferito dalla spietata mamma del boss, Concetta, che
nascondeva nella borsetta una pistola. Grazie però all’intervento di Drake, il comico sfregiato riesce,
prima di morire, a portare a termine la sua vendetta.
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La
morte di Ronnie Hauff – “L’uomo che ride”, p. 33.
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In Storie
nere – dove i personaggi hanno
le fattezze dei colleghi di redazione di Phil MULLIGAN/Spike Millane - Jerry Drake si trova al centro di una
contesa tra il miliardario Richard
Phoenix e il boss Sonny Gennaro.
I due vogliono impossessarsi del Fringuello
Cingalese, un francobollo in cui è nascosto un microfilm con i piani di
costruzione di un jet a decollo verticale, progettato dallo stesso Phoenix. In
uno scontro a fuoco, il boss e il miliardario si uccidono a vicenda, e muore
anche Vanessa Velvet, un’ereditiera
che Gennaro ricattava. Sembra tutto
finito, ma due ragazzi, i cugini Belinda
(vicina d’appartamento di Drake) e Jimmy, cercano anch’essi
d’impossessarsi del prezioso francobollo. Drake
però si oppone e l’inesperto Jimmy
uccide per errore Belinda. In Una
foto che scotta, la trama principale - che si snoda tra Acapulco e
Hollywood, e vede MISTER NO e ESSE-ESSE aiutare Phil MULLIGAN, rimasto invischiato in un’intricata storia che
coinvolge un potente uomo politico di Los Angeles – corre parallela a un’avventura
del detective Jerry Drake intitolata
The monster. In essa, Drake viene assunto dalla bella e
fedifraga moglie di un miliardario per ricattare quest’ultimo e impedirgli così
di divorziare e tagliare fuori la donna dall’eredità. Divertente l’operazione metafumettistica compiuta
dallo sceneggiatore: non solo la storia reale
di MISTER NO e quella fittizia di Jerry Drake hanno molti punti in comune;
ma così come il primo legge - durante il viaggio in aereo per Acapulco - The monster, il secondo, a sua volta,
legge Una foto che scotta. L’ultima vignetta del n. 323 mostra
infatti il detective Drake che, completata la lettura, si
gira verso il lettore sorridendogli.
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Jerry Drake e Sarah Roosters nella storia The monster
– MNO 322, p. 24 |
Curiosità: Con il Corvo
Birmano di Detective story, Colombo omaggia palesemente il Falcone Maltese (1930), famoso romanzo di
Dashiell Hammett da cui, nel 1941, il regista John Huston trasse un celebre
film – Il mistero del falco - con
Humphrey Bogart (nel ruolo del detective Sam Spade) e Peter Lorre (nel ruolo
del gangster Joel Cairo, cui è ispirato il personaggio di Cairo il Tunisino). Ne L’uomo che ride – la cui copertina
cita quella de Il marchio giallo
(1953-54), notissimo episodio della serie a fumetti Blake e Mortimer -, la vicenda di Ronnie Hauff è ispirata, come si legge in seconda di copertina
dell’albetto, a quella di Joe E. Lewis, un famoso showman degli anni ’20 che
venne mutilato da alcuni gangster di Chicago. Attraverso il personaggio di Hauff, Colombo cita anche il film L’uomo che ride (Paul Leni, 1928),
tratto dall’omonimo romanzo (1869) di Victor Hugo.
Massimo Capalbo
N.B. Oltre a seguire i link nel testo potete trovare i collegamenti alle altre lettere dell'Atlante nella pagina della Bussola!
Bel centenario quello di "Giungla" per Mister no, uno Sclavi qui classicheggiante per una storia semplice, ma godibile e coinvolgente con sprazzi di ironia con citazione a "I predatori dell' arca perduta XD che all' epoca portava la firma di Nolitta così come il 200 di Zagor, sempre del Tizianone, nonostante in quel periodo il creatore non si vedesse su MN e latitava da un paio d' anni sullo spiritoconlascure dove non tornerà più a scrivere! Quello delle storie non firmate fu un po un colpo basso. MN fu tra i primi a portare il nome di altri autori già dall' 84 (ho letto di un episodio isolato di Castelli tra i 40 e i 50 numeri se non erro!). Zagor invece 3 anni dopo e Tex addirittura nell' 88 con il primo texone con sulla serie regolare storie scritte da altri nonostante sul fronte spizio fosse riportato "Testo di G.L. Bonelli"! Sic!
RispondiEliminaBell' atmosfera e buona azione ne "Il dio giaguaro" anche se come giallo è piuttosto citofonato. Non era il genere in cui Nolitta andava forte. Svarione sulle olimpiadi. Si dice che Erik abbia partecipato a quelle di Londra e poi ci si aspetterebbe di sentire che le prossime saranno quelle di Melbourne ed invece si parla di Hensinki! La storia quindi è ambientata tra il 50 e il 52! Ma non è un po presto contando per l' epoca anche la guerra di Corea!?! Si sarebbe potuto dire che Erik aveva partecipato a Hensinki e poi ci sarebbe stata Melbourne visto che le avventure di Mister No di solito sono ambientate tra il 53 e il 55,56! La svista è stata corretta nel tutto?
Tornando alla storia in se struggente la parte finale!
"La svista è stata corretta nel tutto?"
RispondiEliminaSe non sbaglio, no.
"[..] struggente la parte finale!"
A mio avviso, si tratta della migliore sequenza di tutta la storia.
Grazie dell' info! ^^
Elimina"A mio avviso, si tratta della migliore sequenza di tutta la storia."
Quoto! ^^