giovedì 13 giugno 2013

REALIZATION: UNA BREVISSIMA INTERPRETAZIONE DELLO ZAGOR GIGANTE 3

di Francesco Manetti

Un avvertimento iniziale, perché, forse, la lettura di questo post potrebbe essere per alcuni di voi una delusione...
Questa non è infatti la "solita" recensione dell'albo in esame, con il riassuntino, l'elenco delle citazioni e degli spunti, il commento finale, il voto etc., ma una fulminea e rapida riproduzione su carta (carta?) di un paio di sensazioni che mi hanno investito, lasciando un profondo segno, mentre mi godevo la lettura del terzo "zagorone", dove Moreno Burattini, coadiuvato da un Gallieno Ferri sempre scattante, conquista - grazie soprattutto all'approfondimento psicologico dei personaggi e alla nuova pietra miliare piantata sulla strada dell'epica e della continuity dello Spirito con la Scure - una delle vette più alte della sua pluridecennale carriera di sceneggiatore. (f. m.)

Un grande pensatore, umanista e critico cinematografico, il mio caro e compianto prof. Novarro Guarducci, sosteneva che ogni film avesse un punto centrale intorno al quale si incardinava l'intera vicenda. Citava volentieri il Fellini di Amarcord e la scena chiave-di-volta dell'arrivo del Rex.



Un celebre filosofo del diritto, Luigi Lombardi Vallauri, sostiene inoltre che il termine inglese realization abbia un significato ben più ampio della mera traduzione italiana del lemma. Realization non è semplicemente "realizzare", ovvero "rendersi veramente conto" di qualcosa. E' una sensazione più profonda, fisica - che personalmente ho sperimentato tante volte quando ero più giovane. E' lo shock positivo che ti assale quando riconosci nel profondo e senza equivoci che un aspetto, anche banale o comune, della tua vita realmente è o è stato, realmente esiste.

Luigi Lombardi Vallauri. Ebbi l'onore - a metà degli anni '80 - di partecipare a un suo "seminario itinerante" all'Isola del Giglio, con tanto di meditazione yoga!


La storia di Betty Wilding, lo Zagor Gigante n. 3 di Burattini & Ferri - analogamente e oltre i film analizzati nell'ottica guarducciana - ha due fuochi, attorno ai quali - come l'orbita ellittica dei pianeti secondo Keplero - ruota tutta la storia. Sono due punti muti: Zagor in piedi nel bosco, al vento, con in mano le lettere di sua madre misteriosamente ritornate alla luce (pag. 135, vign. 5) e Zagor che - probabilmente piangendo - si copre il volto con le mani, sopraffatto dalla consapevolezza di essere di nuovo in assedio alla capanna sul Clear Water (pag. 148, vign. 2).
Due momenti magici!
Due punti fissi e contemporaneamente due esperienze di realization, secondo l'interpretazione "alta" di Lombardi Vallauri, che reggono - come gli archi rampanti delle cattedrali gotiche - tutta l'impalcatura narrativa: la potenza dell'intreccio, le sequenze piacevolmente avventurose e umoristiche, l'uso magistrale del colpo di scena in chiusura...

La copertina di Zagor Gigante n. 3, giugno 2013. Disegno di Ferri.


Zagor Albo Gigante 3
LA STORIA DI BETTY WILDING
Giugno 2013
pagg. 244, € 7,00
Testi: Moreno Burattini
Disegni: Gallieno Ferri
Copertina: Gallieno Ferri
Rubriche: Graziano Frediani

Francesco Manetti

N.B. Trovate le altre recensioni bonelliane sul Giorno del Giudizio!

2 commenti:

  1. Un altro momento fondamentale, almeno per me, è stato a pagina 140: la sequenza in cui Cico, di fronte ai compagni d'avventura, invita Zagor a ritrovare le sue radici mi ha sciolto in lacrime. In quell'attimo mi sono fermato e, in tempo reale, ho lanciato le mie impressioni su Twitter. Non sapevo che piega avrebbe poi preso la storia, ma il momento magico, potente e profondo mi ha toccato l'anima perché, per chi come me ha superato i cinquanta, sente come le nostre radici se ne vanno inesorabilmente con il trascorrere degli anni, e solo il ricordo può lasciare inciso nell'anima chi siamo e a chi dobbiamo la vita.

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    1. Sottoscrivo, anche se a me ne mancano ancora circa 750, di giorni, ai 50, di anni! ;-)

      Francesco

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