di Giampiero Belardinelli
Il
Sertão è diventato un luogo importante dell’avventura bonelliana
da quando, nel 1975, Sergio Bonelli - con lo pseudonimo di Guido
Nolitta - ha scritto e poi dato alle stampe L’ultimo
Cangaceiro
(Mister No nn. 3/5). In quel racconto, Nolitta fece conoscere al grosso
pubblico l’epopea dei cangaceiros
e
della loro lotta contro i ricchi latifondisti della regione. Nella
vicenda, fra l’altro, è evidente l’eco del periodo
socio-politico italiano degli anni Settanta, e nelle parole
libertarie di Mister No c’è quell’idealizzazione tutta
occidentale delle rivoluzioni sudamericane che, in realtà,
presentavano situazioni complesse e contraddittorie. Alcuni anni
dopo, Sergio Bonelli sarebbe tornato sull’argomento nell’episodio
recensito nel nostro post dedicato all'Almanacco dell'Avventura 2013: nella storia Il
re Sertão
le antinomie di cui erano ammantate le figure dei cangaceiros
(e di Lampião in particolare) sono trattate con ironia e toni
beffardi, in un racconto molto più veritiero del precedente, per
quanto entrambi siano intensi e coinvolgenti.
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Foto d'epoca di un cangaceiro. |
In
questo episodio zagoriano del ciclo sudamericano, Mauro Boselli torna
nel sudest brasiliano dopo esserci stato insieme a Mister No in
Capitan
Vendetta
(Almanacco dell’Avventura 1994, dicembre 1993), racconto disegnato
da Fabio Civitelli. Nell’avventura boselliana di Mister No (la sua
unica prova con il pilota amazzonico) come in questa scritta per
Zagor l’attenzione è rivolta a dare epicità all’azione dei
protagonisti, tralasciando la retorica libertaria fine a se stessa.
Boselli scrive un racconto – com’è nel suo consolidato stile –
puntando a raccontare i personaggi: le manie, le contraddizioni, i
lati oscuri. L’autore mette la narrazione sempre in primo piano e,
come nei migliori romanzi d’avventura, evita di salire in cattedra
ed ergersi a profeta
del sociale.
Anzi, attraverso l’azione degli
interpreti,
riesce con maggior lucidità a rappresentare in questo caso la realtà
sociale di questo arido luogo del Brasile.
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Il Sertao oggi. |
Nel
teatrino di personaggi presentati troviamo alcuni esempi
chiarificatori della sfaccettata umanità del Sertão. Tra le file
dei cangaceiros
non tutti sono dei ribelli alla Robin Hood ma si nascondono
personaggi meschini, i cui impulsi di arrivismo, odio, rancore non li
rende poi differenti da ritratti come il sergente Almeida. Tra
quest’ultimo e il ribelle Cazumbà, in fondo, non c’è alcuna
differenza: il primo è un militare che si comporta come un
criminale, il secondo finge di essere un ribelle al servizio della
povera gente mentre in realtà è un farabutto della peggior specie.
E non è un caso che i due uomini siano le due braccia armate del
bieco fazendero
Moreira.
Presentando
queste due figure, Boselli mette in chiaro come si svolgono le cose
nel Sertão ma, allo stesso tempo, lascia una speranza di riscatto e
presenta la figura del capitano Gaudencio Pererira. Il militare è un
uomo pieno di dignità e capisce quando è il momento di accettare
dei compromessi: un compromesso di cui l’artefice è il nostro
Zagor che, con il suo carisma, giganteggia nel corso dell’avventura.
Lo Spirito
con la Scure
è infatti, come nella precedente avventura di Mignacco e Della
Monica, un uomo capace di trovare il punto di incontro tra uomini
connotati da onestà anche quando sono schierati su fronti opposti: è
il caso del già citato capitano Pererira e il cangaceiro
Lucas
da Feira. Come sanno i lettori più assidui, trovare dei punti di
incontro tra posizioni divergenti è fin dagli inizi la missione
dell’eroe di Darkwood, la cui leggenda è ancora oggi attuale e
necessaria.
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Tex Gigante n. 91, maggio 1968. Copertina di Galep |
Nel
finale, poi, la giustizia arriva inesorabile a colpire il torturatore
Moreira; e se l’atteggiamento di Zagor – che ha lasciato il
fazendero
nelle mani del Diavolo
Nero
– potrebbe sembrare freddo, voglio rimandare i lettori alla
splendida chiusura di Vendetta
indiana
(Tex Gigante n. 91, maggio 1968) dove il Ranger ha lasciato a Nashiya
il compito di giustiziare il sanguinario colonnello Arlington. Per aguzzini come le due figure citate, nel mondo duro e selvaggio
di Zagor e di Tex non ci deve essere pietà...
Il
disegnatore Palo Bisi ha svolto un lavoro notevole. I particolari, le
armi, le divise dei soldati, gli abiti pittoreschi dei cangaceiros
e gli ambienti trasudano di veridicità, ma il dinamismo delle tavole
non viene mai pregiudicato. Fra le tante sequenze che potrei portare
all’attenzione ne segnalo una come esempio peculiare: la pagina 52
di Sertão,
a partire dalla prima striscia, con la plastica posa di Zagor, a
chiudere dalla striscia finale della tavola con il concitato assalto
dei soldati del sergente Almeida. Una pagina può non fare la
differenza, ma quando il livello alto si ripete per tutte le 188
tavole allora sì!
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Zagor Gigante n. 573 (Zenith n. 624), aprile 2013. Copertina di Ferri. |
Zagor
Gigante 573
(Zenith
624)
SERTÃO
Aprile
2013
pag.
100, € 2,90
Testi:
Mauro Boselli
Disegni:
Paolo Bisi
Copertina:
Gallieno Ferri
Rubriche:
Moreno Burattini
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Zagor Gigante n. 574 (Zenith n. 625), maggio 2013. Copertina di Ferri |
Zagor
Gigante 574
(Zenith
625)
LA
RISCOSSA DEI CANGACEIROS
Maggio
2013
pag.
100, € 2,90
Testi:
Mauro Boselli
Disegni:
Paolo Bisi
Copertina:
Gallieno Ferri
Rubriche:
Moreno Burattini
Giampiero Berlardinelli
Storia bellissima, però il finale mi aveva lasciato perplesso. Mi era sembrato appunto un finale alla Tex e il vostro commento me lo ha certificato. Zagor è più idealista, per salvare un nemico si butterebbe anche nelle sabbie mobili (di solito lo devono reggere a forza per evitargli di fare di queste 'sciocchezze'), mentre Tex di solito è più pragmatico. E comunque vero che cercando fra le 2 serie più che cinquantennali si troverebbero numerose eccezioni, e certamente Boselli come autore sia di Zagor che Tex è una garanzia.
RispondiEliminaIn passato Zagor avrebbe rischiato la vita per salvare il suo peggior nemico; oggi troverei fastidiosa questa caratteristica e sono contento che sia stata rimossa. Carogne come Moreira non meritano tanta considerazione!
RispondiElimina