di Massimo Capalbo
Dopo la pausa agostana, durante la quale Dime Web ha pubblicato quasi esclusivamente servizi veloci e scattanti, adatti a sincopate letture litoranee, ripartiamo in grande stile con la lettera E dell'Atlante di Mister No, in gran parte dedicata, ovviamente, a Esse-Esse, il simpatico crucco, spesso e volentieri spalla del personaggio. L'Atlante prosegue, dunque, dopo il grande successo riscontrato - di pubblico e critica - tanto da avere l'onore di essere ospitato in permanenza, sotto forma di link alla prima parte, nella Home Page di Jerry Drake sul sito Internet della Sergio Bonelli Editore. Inoltre, sul bel forum Spirito con la Scure, interessanti discussioni socio/storico/politiche sulla scelta del nome Esse-Esse per il "crucco" compagno di mille avventure di Jerry Drake! Buona lettura! (s.c. & f.m.)
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Un evocativo Mister No dell'autore turco Aslan Sukur (primi anni '80). Altre immagini simili (e anche di altri personaggi bonelliani, come Zagor e Ken Parker) possono esser viste presso The Figure Collector. |
Legenda
- I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’Atlante.
- I nomi dei personaggi cui è dedicata una voce sono indicati per cognome - ovviamente se questo è conosciuto (per esempio: AMARAL, STELIO; REMY, ANOUK). In alcuni casi, però, abbiamo optato per il soprannome (per es.: ESSE-ESSE invece che KRUGER, OTTO). Riguardo poi a personaggi come O BISPO ed EL LOCO, le voci a loro dedicate sono state inserite sotto l’iniziale del nome, invece che sotto l’iniziale dell’articolo: per es., EL LOCO, si trova alla lettera L di LOCO e non alla lettera E di EL (che in spagnolo è appunto un articolo e corrisponde al nostro IL).
- I personaggi dalla doppia identità sono stati indicati con il nome della loro identità fittizia piuttosto che con il nome vero (ad es.: DEMONE ETRUSCO, GIUSTIZIERE DI BONAMPAK).
- Quando i personaggi vengono citati in una voce che non è a loro dedicata, solo il cognome è scritto in neretto e stampatello, in modo da rimandare immediatamente alla lettera sotto la quale sono stati inseriti (per es.: nel testo della voce ANACONDA, il personaggio Daniel Murdock è citato come Daniel MURDOCK). L’unica eccezione a questa regola riguarda il protagonista della serie, il cui nome - attenzione: non il nome proprio Jerry Drake, ma appunto il soprannome MISTER NO - è sempre scritto in neretto e stampatello, tranne ovviamente quando è inserito nel titolo di un fumetto o di un libro (per es.: Mister No Index Illustrato, Mister No Riedizione If).
- Per quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia alla memoria dei lettori in modo più efficace. Per esempio, la storia dei nn. 17-20 viene indicata con il titolo del n. 19, "Operazione Poseidon" perché esso è più rappresentativo, più calzante rispetto ad Agente segreto Zeta 3 e Tragica palude, che sono i titoli rispettivamente del n. 17 e del n. 19 (del tutto avulso poi il titolo del n. 20, Evasione!, visto che si riferisce alla storia successiva).
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Un altro bel Mister No vintage del turco Sukur, sempre da The Figure Collector. |
E
EDEN,
JONATHAN
EKHNATON
ELDORADO
EL KHORER,
MOKHAMED
ESSE-ESSE
EYKE
EDEN, JONATHAN
EDEN, JONATHAN
Uno sfortunato reduce della
SECONDA GUERRA
MONDIALE, il cui
incontro con MISTER NO
avrà un’importanza notevole nella vita di quest’ultimo. La
storia in cui Eden
compare, Il soldato
senza nome (L.
Mignacco [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto [dis.], Speciale n.
11), è ambientata nel 1950, nel deserto del Nevada. A capo di una
banda di rapinatori (reduci anche loro), Eden
assalta un furgone portavalori, dietro al quale viaggiano una
decappottabile con a bordo MISTER
NO e un’altra auto
con a bordo due fratelli, Pamela
e Oliver Caufield.
I poliziotti privati che scortano il furgone, comandati da mister
Kirby,
uccidono i tre complici
di Eden,
il quale però, prendendo in ostaggio la giovane Pamela,
si fa consegnare il denaro e fugge. Lo sceriffo Joan
Wayne si lancia
all’inseguimento del rapinatore, portandosi dietro MISTER
NO, Oliver
Caufield, Kirby
e i suoi uomini. Eden
si rifugia in un villaggio abbandonato dove i militari compiono
esperimenti atomici. Dopo una lunga trattativa, il rapinatore accetta
di arrendersi, ma viene ucciso da uno dei poliziotti privati. Prima
di morire, Eden
confida a MISTER NO
il luogo dove egli intendeva rifugiarsi: il BRASILE.
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Speciale Mister No n. 11, marzo 1997. Copertina di Diso. |
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Eden con il suo
grazioso ostaggio Pamela Caufield – Speciale MNO n. 11, p. 59
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Personaggio inquieto e ribelle,
Jonathan Eden
è l’altro MISTER NO:
come il pilota, infatti, egli non si riconosce più nell’America
del dopoguerra e nutre un insopprimibile desiderio di libertà. Eden,
però, è un MISTER NO
più sfortunato (ritornato dalla guerra, è stato lasciato dalla
moglie) e soprattutto più debole, dato che ha scelto la strada
sbagliata, quella del crimine, per ribellarsi a una società ingrata.
Quale sia la sua vera natura, Eden
lo dimostra nel rapporto con Pamela
Caufield, con cui si
confida e dalla quale riceve comprensione. La ragazza scopre che il
cinismo del rapinatore è solo apparenza: in realtà, egli è una
persona buona e sincera. Pamela
arriva a innamorarsi di lui, tanto che non vorrebbe abbandonarlo
quando il reduce la libera.
Se Eden
è un personaggio abbastanza azzeccato - così come azzeccata è
l’idea di Mignacco che sia stato il rapinatore a suggerire, in
punto di morte, il BRASILE
a MISTER NO
- risulta incomprensibile, invece, un’altra invenzione dello
sceneggiatore, che contraddice quanto da lui stesso ideato nella sua
storia d’esordio, Le
Tigri Volanti (F.
Bignotti [dis.], nn. 145-148). Nel finale de Il
soldato senza nome,
MISTER NO,
prima di partire per il BRASILE,
ordina in una sartoria di NEW
YORK una mezza dozzina
di maglie simili a quella indossata da Eden,
con tanto di quadrifoglio sulla manica destra; ne Le
Tigri Volanti,
invece, lo stesso MISTER
NO raccontava agli
amici che si era fatto cucire il quadrifoglio sui suoi vestiti perché
l’amico Bat
BARLINGTON usava
dipingere questo simbolo portafortuna sulla carlinga dei suoi aerei.
Mignacco, molto probabilmente, non ricordava di aver inserito nella
sua prima storia misternoiana
questo piccolo ma
importante particolare.
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La morte di Eden –
Speciale MNO n. 11, p. 121
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Curiosità:
Il cognome dello sfortunato reduce cita quello di Martin
Eden, protagonista
dell’omonimo romanzo di Jack London (1909); inoltre, esso
costituisce un chiaro riferimento al film di Elia Kazan La
valle dell’Eden
(1955), con il ribelle
James Dean. Oltre a Eden
e al nostro Jerry
Drake, nella storia
compare un terzo MISTER
NO: il già citato
Oliver Caufield.
Attraverso quest’ultimo, Mignacco fa chiarezza sulla questione
dell’effettiva o presunta partecipazione del vero MISTER
NO alla Guerra di
Corea (1950-53). Nell’episodio Amazzonia
(G. Nolitta [sog.&scen.] – F. Donatelli [dis.], nn. 2-3), il
pilota affermava di aver combattuto in Corea; non solo, ma nella
presentazione del personaggio posta sui primi quattro numeri della
serie regolare e sui primi Speciali si legge che MISTER
NO ha partecipato alla
suddetta guerra. Ne Il
soldato senza nome,
invece, Mignacco stabilisce - una volta per tutte - che Jerry
Drake non ha mai
combattuto in Corea: l’equivoco, ci mostra lo sceneggiatore, è
dovuto al fatto che alla guerra del 50-53 ha preso parte un altro
MISTER NO,
ovvero Oliver Caufield.
Dopo il funerale di Eden,
Oliver
dice a MISTER NO
che vuole entrare nell’esercito per andare a combattere in Corea, e
una volta giunto sul posto si fa chiamare proprio come il pilota
(verso cui nutre grande ammirazione), tanto da scrivere Mr
No sul suo elmetto.
Nel prologo della storia, narrato in prima persona dallo stesso Oliver, scopriamo che questi – al quale MISTER NO aveva sconsigliato l’arruolamento – troverà la morte in Corea, e per un motivo assai stupido: un suo superiore gli affida una cassetta - che non deve assolutamente cadere in mano al nemico - indirizzata a un pezzo grosso dell’esercito, il generale Siegel. Oliver, con la cassetta infilata in uno zaino, riesce ad attraversare le linee nemiche, ma quando è ormai giunto nei pressi di una postazione americana, viene colpito dai coreani e, sebbene ricoverato d’urgenza, non sopravvive. La cassetta top secret conteneva sigari cubani, niente per cui valesse la pena di morire. Malgrado l’efficace denuncia dell’insensatezza della guerra e la riuscita costruzione del prologo (Mignacco induce il lettore a credere che il soldato protagonista, il cui volto non viene mai inquadrato, sia il vero MISTER NO) crediamo non ci fosse bisogno di giustificare, con la sfortunata vicenda di Caufield, le parole del pilota in Amazzonia: dopotutto, come si legge in terza di copertina de Il soldato senza nome, la chiacchierata del Rio Urucù (tra MISTER NO e il suo cliente Ted MORASBY, nda) è sicuramente imprecisa e un po’ vanagloriosa, ma fotografa con sincerità lo spirito di un soldato che sapeva dire di no. Inoltre, quella della partecipazione o meno del pilota alla Guerra di Corea era, in fondo, una questione marginale, tant’è che né Guido Nolitta né gli altri sceneggiatori vi avevano prestato attenzione. Crediamo, infine, che tre MISTER NO siano decisamente troppi.
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Lo sfortunato Oliver
Caufield, il “Mister No” della Guerra di Corea – Speciale MNO
n. 11, p. 10
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Nel prologo della storia, narrato in prima persona dallo stesso Oliver, scopriamo che questi – al quale MISTER NO aveva sconsigliato l’arruolamento – troverà la morte in Corea, e per un motivo assai stupido: un suo superiore gli affida una cassetta - che non deve assolutamente cadere in mano al nemico - indirizzata a un pezzo grosso dell’esercito, il generale Siegel. Oliver, con la cassetta infilata in uno zaino, riesce ad attraversare le linee nemiche, ma quando è ormai giunto nei pressi di una postazione americana, viene colpito dai coreani e, sebbene ricoverato d’urgenza, non sopravvive. La cassetta top secret conteneva sigari cubani, niente per cui valesse la pena di morire. Malgrado l’efficace denuncia dell’insensatezza della guerra e la riuscita costruzione del prologo (Mignacco induce il lettore a credere che il soldato protagonista, il cui volto non viene mai inquadrato, sia il vero MISTER NO) crediamo non ci fosse bisogno di giustificare, con la sfortunata vicenda di Caufield, le parole del pilota in Amazzonia: dopotutto, come si legge in terza di copertina de Il soldato senza nome, la chiacchierata del Rio Urucù (tra MISTER NO e il suo cliente Ted MORASBY, nda) è sicuramente imprecisa e un po’ vanagloriosa, ma fotografa con sincerità lo spirito di un soldato che sapeva dire di no. Inoltre, quella della partecipazione o meno del pilota alla Guerra di Corea era, in fondo, una questione marginale, tant’è che né Guido Nolitta né gli altri sceneggiatori vi avevano prestato attenzione. Crediamo, infine, che tre MISTER NO siano decisamente troppi.
EKHNATON
Amenhotep IV - meglio conosciuto con il nome che si attribuì: Ekhnaton (Colui che è utile ad Aton) - fu un faraone della XVIII dinastia (1550-1292 a. C.), passato alla storia per l’importante rivoluzione, religiosa e al tempo stesso politica, di cui fu fautore assieme alla moglie, la bellissima Nefertiti. Ekhnaton, che governò l’Egitto per diciassette anni, sostituì le varie divinità egizie con il dio unico Aton (un dio universale di pace e di gioia, rappresentato dal disco solare) e fece costruire la città di Akhetaton, che diventò la nuova capitale del regno. Questi radicali cambiamenti, però, non gli sopravvissero: infatti, dopo la morte di Ekhnaton (1336 o 1334 d.C.), il culto di Aton fu bandito e il politeismo ripristinato; inoltre, Akhetaton cessò di essere capitale e venne abbandonata per lungo tempo.
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Mister No n. 187, dicembre 1990. Disegno di Diso |
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Amenhotep IV |
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Copertina di Mister No n. 186, novembre 1990 |
Nella storia Il faraone dimenticato (A. Castelli [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 184-187), MISTER NO ha avuto il privilegio di incontrare personalmente Ekhnaton, alias lo speleologo Meltzer. Questi fa parte della missione archeologica diretta dall’americana Linda Garrison (che ha preso il posto del padre, il professor Garrison, torturato e ucciso dai membri di Al Azif, una setta islamica) nella valle del Wadi Al Malik, situata nel Sudan settentrionale. In questa valle - destinata essere inondata dalle acque dell’omonimo fiume quando verrà ultimata la costruzione di un’importante diga - si trova una gigantesca caverna: essa, come aveva scoperto il professor Garrison, costituì il rifugio degli ultimi seguaci del farone Ekhnaton, che vi avrebbero nascosto un oggetto leggendario. La caverna, però, interessa anche alla setta Al Azif, che vuole arrivare all’unità del mondo musulmano non solo mediante la violenza, ma rifacendosi anche ad oggetti di culto risalenti all’epoca di Ekhnaton. Gli uomini della setta assaltano il campo base della missione e rapiscono Linda; quella notte, un insonne MISTER NO esplora la caverna e scopre l’accesso a un tempio sotterraneo, un vero e proprio labirinto iniziatico nel quale, dopo aver affrontato la prova del fuoco e la prova dell’acqua, il Nostro viene aggredito dalla mostruosa sfinge, che rappresenta la prova del dubbio.
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Il faraone Ekhnaton
alias
lo
speleologo Meltzer - MNO 187, p. 77
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Meltzer interviene e salva il pilota dalla sfinge, dopodiché gli rivela di essere il faraone Ekhnaton, raccontandogli la sua lunga storia e il motivo per cui, una volta saputo che il professor Garrison aveva scoperto l’ubicazione del tempio sotterraneo, si è aggregato alla sua missione archeologica: Tutti vorrebbero vivere più di quanto il destino ha loro assegnato, ma esiste un limite che non può essere sorpassato… …un limite oltre al quale ogni ora vissuta porta solo dolore, fatica, noia… …Provate… provate a immaginare cosa significa vedere morire tutto intorno a voi. Vedere gli amici che invecchiano e scompaiono, lasciandovi eternamente solo […] “L’immortale che vuole morire”… - continua Meltzer - è il tema di infiniti racconti, alcuni dei quali, per la cronaca, li ho scritti io dietro pseudonimo. Non è una banalità letteraria, è una verità naturale, come l’assetato che vuole bere o l’affamato che desidera del cibo… …io voglio morire. E so che solamente la pietra della conoscenza ha un potere abbastanza forte da vincere quello della magia dei miei carnefici… (per vendicarsi di lui – racconta in precedenza Meltzer a MISTER NO -, i sacerdoti di Tebe lo avevano sottoposto, nel tempio di Râ, a un complesso rito magico, condannandolo all’immortalità) …Il labirinto stesso è una dimostrazione del suo immenso potere. Si trova in questo mondo… e, contemporaneamente, in un’altra dimensione… . MISTER NO, dapprima assai scettico, si convince quando Meltzer, trafitto accidentalmente, da parte a parte, da un’appuntita scultura egizia, risorge davanti ai suoi occhi senza mostrare alcuna ferita. Mentre il pilota ritorna indietro da una delle porte del tempio, Meltzer varca un’altra porta, quella che conduce alla pietra della conoscenza, quindi riprende le sembianze di Ekhnaton e scompare in un’immensa luce, ricongiungendosi con il dio Aton. Raggiunta la caverna, MISTER NO viene travolto dalle acque del Wadi Al Malik che si riversano nella valle, ma riesce a sopravvivere e viene ricoverato all’ospedale di Khartoum. Qui, il medico che lo ha in cura - il quale ha udito MISTER NO parlare, nel delirio, di Ekhnaton e della pietra della conoscenza – spiega a Linda Garrison che il pilota è rimasto probabilmente vittima del morbo dei faraoni, causato da alcuni funghi, tipici dei luoghi secchi e molto chiusi, in grado di provocare, con i loro gas velenosi, la morte o stati di allucinazione. Per quanto razionale, la spiegazione del medico sudanese non corrisponde, come sappiamo, a quanto realmente accaduto al pilota, che ha davvero visitato il leggendario labirinto iniziatico di Ekhnaton. Si tratta senza dubbio della più incredibile esperienza vissuta da MISTER NO.
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Ekhnaton (nel suo
aspetto originario) si smaterializza – MNO 187, p. 86
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Curiosità:
Nella storia di MARTIN
MYSTÈRE Un
uomo chiamato Mhosis
(nn. 104-106), scritta da Alfredo Castelli e disegnata da Alessandro
Chiarolla, il Detective dell’Impossibile si occupa di un enigma che
si ricollega a quanto narrato dallo stesso sceneggiatore ne Il
faraone dimenticato.
Le due storie furono pubblicate nello stesso periodo (precisamente:
settembre-dicembre 1990 la storia misternoiana; novembre 1990-gennaio
1991 quella di MARTIN
MYSTÈRE).
ELDORADO
Il luogo mitico per eccellenza, cercato invano, nei secoli XVI e XVII, da centinaia di conquistadores e esploratori. Si credeva che in qualche parte del Sudamerica o dell’America Centrale esistesse un regno dove l’oro era così abbondante che persino le strade e i tetti delle case erano lastricati di questo prezioso metallo. La realtà, come leggiamo ne L’enciclopedia dei misteri (a cura di Alfredo Castelli, Mondadori, 1993), era invece molto più prosaica: per simboleggiare il passaggio dell’uomo dallo stadio primitivo a quello di essere superiore, lo Zipa, grande sacerdote della tribù dei Chibcha, interpretava una singolare cerimonia. Completamente nudo, veniva ricoperto di una speciale resina chiamata Varniz de Pasto, quindi gli veniva soffiata addosso della polvere d’oro per mezzo di una piccola cerbottana. Così splendente e dorato (da cui il nome El Dorado) raggiungeva il centro del lago di Guatavita (COLOMBIA, nda) e vi si immergeva quando il sole era allo zenit; in quel momento i suoi sudditi gettavano nelle acque oggetti votivi di ogni genere, spesso realizzati in oro.
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Copertina di Mister No n. 47, aprile 1979. Disegno di Ferri. |
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Il mito di El Dorado in Carl Barks. © Disney |
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Lo Zipa dei Chibca
dà il benvenuto a Mister No e Cubillas - MNO 47, p. 85
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In Eldorado
(nn. 47-49) -
storia scritta proprio dal curatore della succitata enciclopedia,
Alfredo Castelli, e disegnata da Vincenzo Monti e Luigi Merati -
MISTER NO
accompagna l’archeologo colombiano Cubillas
in una spedizione alla ricerca del mitico regno. Ospitati dai
pacifici Chibca,
che li scambiano per rappresentanti del dio Bochica, vengono
coinvolti nella guerra contro i Cajaba,
comandati dal malvagio Bacatà
e da sua madre, la potente strega Necros.
Quest’ultima terrorizza i Chibca
con i suoi Mangiatori
di Morte,
guerrieri imbottiti di allucinogeni e armati di guanti con artigli
metallici che la megera guida telepaticamente. Grazie all’aiuto del
pilota e dell’archeologo, i Mangiatori
di Morte e i
Cajaba
vengono sconfitti, e l’anziano capo dei Chibca
(lo Zipa),
per ricompensare i due bianchi, rivela loro che cos’è davvero
l’Eldorado:
non un tesoro materiale, come credevano i conquistadores, ma un
tesoro dal valore simbolico; il simbolo, per l’appunto, della
purificazione dell’uomo, che alla fine raggiunge lo
stadio dell’oro puro.
Sentendosi prossimo alla morte, lo Zipa
propone ai due di restare per sempre tra i Chibca:
MISTER NO
rifiuta; Cubillas
invece - che si è anche innamorato di una ragazza della tribù, la
bella Jara
- accetta, diventando così il nuovo capo dei Chibca:
l’Eldorado,
l’Uomo d’Oro.
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Mister No n. 48, maggio 1979. Disegno di Ferri. |
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La strega Necros con
suo figlio Bacatà – MNO 48, p. 15
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L’archeologo
Cubillas diventa l’El Dorado – MNO 49, p. 27
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EL KHORER, MOKHAMED
Giovane e carismatico capo dei TUAREG Ifedèn che compare nella storia Sulle piste del Sahara (G. Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], nn. 189-191), ambientata nel Niger. Laureato alla Sorbona in paleontologia, El Khorer – conosciuto da MISTER NO nella città di Agadès e diventatogli subito amico - sogna l’unione di tutte le tribù TUAREG e si batte per l’indipendenza del suo Paese (all’epoca sotto il dominio francese). Per questo motivo, intima invano al professor Leblanc, suo insegnante alla Sorbona, e al socio di questi, il ricco Jean Zirah, di rinunciare alla loro spedizione nel deserto del Teneré alla ricerca di fossili di dinosauri.
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Sergio Bonelli nei pressi del "torracchione" di Agadès. |
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Copertina di Mister No n. 188, gennaio 1991 |
El Khorer considera infatti i fossili del Teneré patrimonio del popolo nigerino e non gradisce che vengano portati in Francia: si tratta per lui di un autentico furto. In realtà, il vero scopo dell’infido Zirah, ignoto pure a Leblanc, è quello di recuperare un tesoro sepolto quarant’anni prima in quella zona del deserto da suo padre; tesoro che costituiva il bottino di guerra del condottiero TUAREG Kaossen. Quando gli scagnozzi di Zirah uccidono due studenti di Leblanc intenzionati a denunciare il loro capo, MISTER NO, che si era unito alla spedizione, si ribella, ma viene colpito e dato per morto. Dopo aver ripreso i sensi, il pilota s’incammina nel deserto, ma morirebbe di sete e di stenti se a soccorrerlo non arrivasse proprio l’amico El Khorer, il quale poi, raggruppati tutti i guerrieri della tribù Ifedèn, attacca Zirah e i suoi uomini. Uccisi questi ultimi (a uccidere Zirah, mentre tenta la fuga, è MISTER NO, unitosi ai TUAREG), El Khorer decide di giustiziare lo stesso Leblanc, che considera un ladro al pari di Zirah. L’uccisione a sangue freddo del professore francese indigna profondamente MISTER NO, che si scaglia fisicamente contro El Khorer (in maniera simile a quanto era successo in Kenya con Jimmy COLLINS) e vorrebbe denunciarlo alle autorità di Agadès. Alla fine, però, decide di non farlo, perché capisce che solo il fiero El Khorer potrà restituire dignità e speranza al popolo TUAREG.
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El Khorer e Mister
No sulla terrazza dell’Hotel de l’Air a Agadès, nel Niger –
MNO 188, p. 9
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Mister No n. 190, marzo 1991. Disegno di Diso. |
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El Khorer si
appresta a uccidere il professor Leblanc – MNO 190, p. 86
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ESSE-ESSE
Il tedesco (ma nativo
dell’Austria) Otto
Kruger, meglio noto
come Esse-Esse,
è il miglior amico di MISTER
NO. Avventuriero
dall’aspetto affascinante - cappello, chioma lunga e bionda, barba
e una cicatrice sullo zigomo destro che gli conferisce un’aria da
duro - l’alemão
(come lo chiamano gli amici brasiliani), compare fin dal primo
episodio della serie ed è pure lui un reduce della SECONDA
GUERRA MONDIALE, anche
se, data la sua nazionalità, ha combattuto sul fronte opposto a
quello del nostro Jerry
Drake.
Con il pilota ha in comune la passione per l’alcol e le donne, che usa ospitare nella sua particolare casa, l’unica in stile tirolese che ci sia a MANAUS. Rispetto a MISTER NO, però, Esse-Esse ha un carattere più cinico e spietato: si fa meno scrupoli, infatti, nell’uccidere gli avversari, spesso utilizzando il suo inseparabile pugnale (del cui uso è un vero maestro) o la sua pistola, una Luger P08. La spietatezza di Esse-Esse nei confronti dei nemici è evidente soprattutto in storie come L’ultimo paradiso (G. Nolitta [sog.&scen.] – V. Monti e L. Merati [dis.], nn. 63-65), Manaus! (L. Mignacco [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto [dis.], nn. 273-274), Giungla d’asfalto (L. Mignacco [sog.&scen.] – G. Viglioglia [dis.], Speciale n. 12), La foresta brucia! (G. Nolitta [sog.&scen.] – F. Busticchi e L. Paesani/R. Diso/D. e S. Di Vitto [dis.], nn. 371-373).
Nella prima, il tedesco lascia divorare dai caimani il principale scagnozzo di mister Fox (vedi AKAWË), il colombiano Alvarado, nonostante questi implori il suo aiuto; nella seconda, uccide - a sangue freddo e mentre, ormai disarmato, sta tentando di fuggire - uno dei sicari del fazendeiro Marquão; nella terza, Esse-Esse, giunto segretamente a NEW YORK, elimina, uno alla volta, cinque ricchi newyorkesi che mesi prima, in AMAZZONIA, avevano ucciso degli indios solo per provare l’ebbrezza della caccia all’uomo e avevano ferito gravemente lui stesso, tanto da mandarlo in coma. Nella quarta storia, infine, Esse-Esse si trasforma, nella giungla dell’Acre, in una sorta di giustiziere mascherato, uccidendo a colpi di mitra gli scagnozzi della Burgama, responsabili di violenze e soprusi ai danni dei poveri seringueiros (vedi Celina CAMARGO).
Cinismo e spietatezza a parte, l’abilità con il pugnale e con le armi da fuoco è una dote grazie alla quale Esse-Esse è riuscito a salvare più volte la vita a MISTER NO nel corso della serie. Ciò accade proprio ne La foresta brucia!, e in altre avventure, quali: Rio Negro (G. Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], nn. 12-15); Alien! (T. Sclavi [sog.&scen.] – F. Civitelli [dis.], nn. 107-108); Avventura a Manaus (G. Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], Speciale n. 7); Il sangue degli eroi (M. Del Freo [sog.&scen.] – S. e D. Di Vitto [dis.], nn. 242-243); Sull’orlo dell’abisso (M. Masiero [sog.&scen.] – F. Valdambrini [dis.], nn. 305-306); Il clan dei colombiani (M. Masiero [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto [dis.], Speciale n. 17). Quella tra MISTER NO e il tedesco è una splendida amicizia, un legame davvero speciale: ciascuno dei due è pronto, in qualsiasi momento e senza pensarci un attimo, a correre in soccorso dell’altro, mettendo a rischio la propria vita.
Una delle storie che meglio fa risaltare la suddetta amicizia è senza dubbio Accusa di omicidio (A. Castelli [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 56-59), nella quale Esse-Esse affronta numerosi pericoli pur di recuperare i documenti che provano l’innocenza di MISTER NO, rinchiuso nel terribile carcere dell’isola di APPROUAGUE. Particolarmente degni di menzione la vignetta, a p. 6 del n. 58, in cui il tedesco si commuove (Teufel! Povero amico mio…, esclama dentro di sé, portandosi le mani sul volto) vedendo MISTER NO che, assieme agli altri detenuti, viene imbarcato per la succitata isola; e l’abbraccio finale e liberatorio che i due amici si scambiano a bordo del PIPER (senza dubbio, uno dei più bei finali misternoiani di sempre). Da ricordare, inoltre, le lacrime di Esse-Esse nella storia L’oro del fiume (T. Sclavi [sog.&scen.]-M. Bianchini [dis.], nn. 159-161), quando apprende dal chirurgo dell’ospedale di MANAUS che MISTER NO – ferito gravemente da un misterioso attentatore (vedi SMITH, Audrey) – è clinicamente morto (naturalmente, il pilota riuscirà poi a riprendersi). Bisogna dire, tuttavia, che i rapporti tra il mangiacrauti e lo yankee non sono sempre facili, come dimostrano i loro numerosi litigi, che sfociano spesso e volentieri in epiche scazzottate.
Tra le tante, vale la pena citare la lunga scazzottata (ben sei pagine) di “Operazione Poseidon” (G. Nolitta [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 17-20), quella ne I delitti del Mar della Sonda (C. Cicogna [sog.&scen.] – M. Bianchini [dis.], nn. 125-128) e quelle in Dark Lady (G. Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], Speciale n. 6). In quest’ultima storia, MISTER NO, dopo aver ricevuto un pugno dal tedesco (arrabbiato per una questione di donne) nel bar di PAULO ADOLFO ed essere finito al tappeto, si consola rivelando agli avventori del locale che tutto sommato il conto dei “kappa-o” è ancora a mio favore: 6-4, un vero punteggio tennistico! PAULO ADOLFO e i suoi clienti sono sorpresi nello scoprire che due grandi amici come loro si sono scazzottati ben dieci volte, e MISTER NO aggiunge: Ma devo dire a mia difesa che è stato lui a cominciare […] e la cosa avvenne prima ancora che diventassimo amici…anzi addirittura quando, sconosciuti, ci incontrammo a São Luis do Maranhao la prima volta. Sollecitato dai presenti, il pilota rievoca il suo primo incontro con Esse-Esse: veniamo così a scoprire che il tedesco, all’epoca – 1950 - senza barba e con i capelli cortissimi, era l’autista e amante di Wendy ROBERTSON, una bellissima quanto misteriosa femme fatale. Anche MISTER NO non aveva resistito al fascino di Wendy ed era stato da lei coinvolto in una drammatica storia di gangster e falsari che si era conclusa con la morte della donna. Qualcosa di positivo, però, nell’amara vicenda c’era stato: il tedesco e il pilota, dapprima avversari, erano diventati amici ed erano partiti assieme per MANAUS. L’epilogo di Dark Lady è molto divertente: terminato il suo racconto, MISTER NO afferma che il diverbio con Esse-Esse è stato un episodio isolato, irripetibile, uno spiacevole malinteso tra amici fraterni che non si ripeterà di sicuro, una piccola frattura in un saldo muro di amicizia ormai a prova di bomba. Ha appena terminato di pronunciare quest’ultima frase che Esse-Esse rientra nel locale: Ehi, tu, yankee! Tutt’a un tratto mi è venuta in mente la parola che avrei voluto dirti durante la nostra…ehm…la nostra discussione di mezzora fa! Cachorra, questo avrei voluto dirti! Tu sei uno sporco figlio di una cachorra! Il pilota reagisce immediatamente, e con un cazzotto mette k.o. Esse-Esse. Allora PAULO ADOLFO e i suoi clienti prendono subito in giro MISTER NO, ripetendo le frasi che questi aveva pronunciato poco prima (le classiche ultime parole famose): Non è successo niente, amigos: soltanto una fenditura nel saldo muro di un’amicizia ormai a prova di bomba! Ah! Ah!; Soltanto un episodio irripetibile e isolato! Ah! Ah! Soltanto uno spiacevole malinteso tra amici fraterni!.
Se Dark Lady narra il passato recente dell’alemão, la storia Arriva Esse-Esse (L. Mignacco [sog.&scen.] – M. Bianchini [M. Laurenti], nn. 193-196), pubblicata nello stesso periodo (estate 1991), si spinge più indietro, raccontando, in un lungo flashback, le prime esperienze belliche del tedesco. E’ lo stesso Esse-Esse – che ha raggiunto l’amico pilota in Egitto perché intenzionato a recuperare un tesoro - a rievocare questa importante pagina del suo passato. Il Nostro - il cui nome completo è Wolfgang Otto Richard Kruger - racconta di aver lasciato la Germania alla fine del 1938 per arruolarsi nella LEGIONE STRANIERA. Nel 1940, però, con l’invasione tedesca della Francia, era stato cooptato nella Wehrmacht e aggregato al famoso Afrika Korps del generale Rommel (90ª Divisione Leggera, 361° Reggimento). Nel giugno 1942, dopo aver combattuto a Bir Hakim, Esse-Esse, durante una perlustrazione a Tobruk assieme ai commilitoni Kurt Folker e Hans Loewe, aveva trovato, tra le macerie della città libica, una cassa contenente un quintale e mezzo di lingotti d’oro. Questi lingotti, frutto dei traffici illeciti dell’armatore italiano Benassi (morto in seguito a un bombardamento inglese), erano stati nascosti a Tobruk da un altro italiano, il tenente Lupo, un ex ingegnere edile arruolatosi nella Divisione Ariete.
Nel novembre del 1942, Esse-Esse e Loewe erano ritornati a Tobruk per recuperare l’oro, ma avevano dovuto scontrarsi con Lupo (anche lui intenzionato a riprendersi i lingotti), che però aveva poi accettato di spartire l’oro con i due tedeschi. Caricata la preziosa cassa su un camion inglese, i tre erano fuggiti nel deserto libico, seguendo le indicazioni di Lupo, esperto conoscitore della zona. Con l’intento di recuperare la cassa al termine della guerra, essi l’avevano nascosta, su suggerimento di Lupo, all’interno di una cisterna sepolta sotto la sabbia e poco lontana da un fortino. Il giorno dopo, però, Lupo – che indossava la divisa degli Scorpioni del deserto (l’unità dell’esercito britannico cui apparteneva il camion) - era stato ucciso per errore da un caccia tedesco, che poi aveva ucciso anche Loewe. Dopo aver vendicato i suoi compagni, Esse-Esse si era incamminato da solo nel deserto, ed era svenuto per il caldo e la fatica: soccorso da una pattuglia dell’Afrika Korps, il Nostro si era risvegliato in un ospedale militare tedesco, e una volta ritornato in forze, era stato rispedito a combattere in Europa. Tornato in Nordafrica dieci anni dopo la fine della guerra, Esse-Esse cercherà di recuperare l’oro assieme a MISTER NO, ma, al termine di una rocambolesca avventura - che vedrà coinvolti il malvagio Kurt Folker alias Ronald Stagg (che Esse-Esse credeva morto a El-Alamein), una feroce banda di predoni e la polizia del Cairo – i lingotti finiranno nelle mani del governo egiziano.
Ultima storia della trasferta africana di MISTER NO, Arriva Esse-Esse rappresenta per il tedesco ciò che Mister No va alla guerra ha rappresentato per il pilota. Infatti, attraverso l’appassionante flashback bellico, Mignacco fa finalmente luce sul passato di Esse-Esse, rivelando ai lettori la ragione del trasferimento del tedesco in BRASILE, avvenuto nei primi mesi del 1950: era stato proprio Lupo a parlare a Otto, in termini entusiastici, del Paese sudamericano: se […] vuoi spassartela, ti porterò con me dall’altra parte dell’oceano … in Brasile! Quello è il vero paradiso terrestre… . Non solo, ma lo sceneggiatore fa chiarezza sulla delicata questione dei rapporti di Esse-Esse con il nazismo. A dire il vero, fino a quel momento sembrava assodato che Kruger fosse un ex nazista: ad esempio, nel primo episodio, MISTER NO lo definiva addirittura un’ ex-spia al servizio di Hitler; in Rio Negro, sempre il pilota diceva al professor Warren, incuriosito dal soprannome del tedesco, che quest’ultimo, durante la guerra, aveva effettivamente fatto parte delle SS. Nella storia africana, invece, scopriamo una realtà del tutto diversa: Esse-Esse rivela a MISTER NO che, a dispetto del soprannome (affibbiatogli al suo arrivo in BRASILE), egli non ha mai avuto niente a che fare con i cani di Himmler. Il tedesco fuga i dubbi residui di MISTER NO spiegandogli anche il motivo per cui aveva combattuto sotto il comando del colonnello Hassler, l’ufficiale delle SS incontrato da entrambi anni prima a MANAUS (vedi CIA, UOMINI CAIMANO): Hassler - racconta Esse-Esse - era stato inviato a comandare l’indisciplinata divisione della Wehrmacht dove militavo negli ultimi mesi della guerra in Europa. Probabilmente quel bastardo non si ricordava neppure di me! Quanto Esse-Esse odi il nazismo lo vediamo, in particolare, nell’episodio Il complotto (L. Mignacco [dis.] – D. e S. Di Vitto [dis.], nn. 201-203) e nella trilogia costituita dagli albetti Anno zero (L. Mignacco [sog.&scen.] – G. Viglioglia [dis.], allegato allo Speciale n. 9), Cacciatori di uomini (L. Mignacco [sog.&scen.] – G. Viglioglia [dis.], allegato allo Speciale n. 10), Cuore di tenebra (L. Mignacco [sog.&scen.] – G. Viglioglia [dis.], allegato allo Speciale n. 11).
Ne Il complotto veniamo a sapere che Esse-Esse ha militato, negli anni Trenta, in un’organizzazione antinazista diretta dall’amico Franz Spengler. Anni dopo, proprio assieme a Spengler e con l’aiuto di MISTER NO e di due cacciatori di nazisti, David e Sarah Rosenthal, il tedesco distruggerà un’organizzazione neonazista in Paraguay (vedi NEUES THULE). Nella suddetta trilogia, invece, Mignacco si ricollega agli eventi raccontati nel flashback di Arriva Esse-Esse, narrando la caccia di Kruger a uno spietato criminale nazista, il colonnello Wolfe. Soprannominato la belva del deserto, Wolfe era stato il comandante di Esse-Esse nell’Afrika Korps, e nel 1942 gli aveva salvato la vita in Libia. Esse-Esse lo incontra nuovamente a Berlino nel 1945, a guerra appena conclusa, e gli salva a sua volta la vita, saldando così il suo debito. Wolfe, che fa parte di un’organizzazione segreta di nazisti irriducibili, sta per lasciare l’Europa assieme ad altri suoi camerati e invita Kruger a unirsi a lui, ma il tedesco non accetta, anzi: dopo aver scoperto, nei giorni successivi, che il colonnello è stato il comandante del campo di sterminio di Kirkenburg (sono gli stessi sopravvissuti a rivelarglielo) si prefigge uno scopo ben preciso: eliminare Wolfe e la sua organizzazione. Distrugge prima la base nazista di Zurigo, poi un altro importante covo dell’organizzazione a Macao; quindi, nel 1947, raggiunge Wolfe nel suo rifugio, un tempio buddista che sorge sull’alto corso del Mekong: il colonnello, malato di cancro e distrutto dall’eroina, cerca per l’ultima volta di portare Esse-Esse dalla sua parte, ma il Nostro lo uccide, mentre i suoi alleati, i sopravvissuti di Kirkenburg, fanno piazza pulita dei nazisti. Come si legge in terza di copertina dell’albetto, il titolo e la storia sono ispirate al celebre romanzo di Joseph Conrad Cuore di tenebra (1902). Infatti, il viaggio sul Mekong di Esse-Esse riecheggia quello sul fiume Congo di Marlow, il protagonista del romanzo; mentre le parole finali di Wolfe - …L’orrore… …L’orrore…non finirà mai… …perché è dentro di noi. – richiamano quelle che Kurtz, il cattivo del romanzo, pronuncia prima di morire: L’orrore! L’orrore!. Evidenti, inoltre, i riferimenti al film - Apocalypse Now (1979) - che il regista Francis Ford Coppola ha tratto dal libro di Conrad, trasferendo l’azione dal Congo di fine Ottocento alla Guerra del Vietnam. Non solo l’ambientazione scelta da Mignacco è identica a quella del film di Coppola: la giungla cambogiana; ma il Wolfe di questa storia è chiaramente ispirato al Kurtz di Apocalypse Now, interpretato da un indimenticabile Marlon Brando.
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La prima apparizione
di Otto Kruger alias
Esse-Esse – MNO 1, p. 15
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Soldati della Wermacht, commilitoni di Esse-Esse. |
Con il pilota ha in comune la passione per l’alcol e le donne, che usa ospitare nella sua particolare casa, l’unica in stile tirolese che ci sia a MANAUS. Rispetto a MISTER NO, però, Esse-Esse ha un carattere più cinico e spietato: si fa meno scrupoli, infatti, nell’uccidere gli avversari, spesso utilizzando il suo inseparabile pugnale (del cui uso è un vero maestro) o la sua pistola, una Luger P08. La spietatezza di Esse-Esse nei confronti dei nemici è evidente soprattutto in storie come L’ultimo paradiso (G. Nolitta [sog.&scen.] – V. Monti e L. Merati [dis.], nn. 63-65), Manaus! (L. Mignacco [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto [dis.], nn. 273-274), Giungla d’asfalto (L. Mignacco [sog.&scen.] – G. Viglioglia [dis.], Speciale n. 12), La foresta brucia! (G. Nolitta [sog.&scen.] – F. Busticchi e L. Paesani/R. Diso/D. e S. Di Vitto [dis.], nn. 371-373).
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Cover di Mister No Speciale n. 12, aprile 1998. |
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Esse-Esse lascia
divorare dai caimani un nemico – MNO 65, p. 14
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Nella prima, il tedesco lascia divorare dai caimani il principale scagnozzo di mister Fox (vedi AKAWË), il colombiano Alvarado, nonostante questi implori il suo aiuto; nella seconda, uccide - a sangue freddo e mentre, ormai disarmato, sta tentando di fuggire - uno dei sicari del fazendeiro Marquão; nella terza, Esse-Esse, giunto segretamente a NEW YORK, elimina, uno alla volta, cinque ricchi newyorkesi che mesi prima, in AMAZZONIA, avevano ucciso degli indios solo per provare l’ebbrezza della caccia all’uomo e avevano ferito gravemente lui stesso, tanto da mandarlo in coma. Nella quarta storia, infine, Esse-Esse si trasforma, nella giungla dell’Acre, in una sorta di giustiziere mascherato, uccidendo a colpi di mitra gli scagnozzi della Burgama, responsabili di violenze e soprusi ai danni dei poveri seringueiros (vedi Celina CAMARGO).
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Copertina di Mister No n. 371, aprile 2006 |
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Il tedesco in azione
con il suo inseparabile pugnale – MNO 372, p. 89
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Cinismo e spietatezza a parte, l’abilità con il pugnale e con le armi da fuoco è una dote grazie alla quale Esse-Esse è riuscito a salvare più volte la vita a MISTER NO nel corso della serie. Ciò accade proprio ne La foresta brucia!, e in altre avventure, quali: Rio Negro (G. Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], nn. 12-15); Alien! (T. Sclavi [sog.&scen.] – F. Civitelli [dis.], nn. 107-108); Avventura a Manaus (G. Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], Speciale n. 7); Il sangue degli eroi (M. Del Freo [sog.&scen.] – S. e D. Di Vitto [dis.], nn. 242-243); Sull’orlo dell’abisso (M. Masiero [sog.&scen.] – F. Valdambrini [dis.], nn. 305-306); Il clan dei colombiani (M. Masiero [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto [dis.], Speciale n. 17). Quella tra MISTER NO e il tedesco è una splendida amicizia, un legame davvero speciale: ciascuno dei due è pronto, in qualsiasi momento e senza pensarci un attimo, a correre in soccorso dell’altro, mettendo a rischio la propria vita.
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Esse-Esse e Mister
No, amici per la pelle – MNO 59, p. 98
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Copertina di Mister No Speciale n. 6, luglio 1991 |
Una delle storie che meglio fa risaltare la suddetta amicizia è senza dubbio Accusa di omicidio (A. Castelli [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 56-59), nella quale Esse-Esse affronta numerosi pericoli pur di recuperare i documenti che provano l’innocenza di MISTER NO, rinchiuso nel terribile carcere dell’isola di APPROUAGUE. Particolarmente degni di menzione la vignetta, a p. 6 del n. 58, in cui il tedesco si commuove (Teufel! Povero amico mio…, esclama dentro di sé, portandosi le mani sul volto) vedendo MISTER NO che, assieme agli altri detenuti, viene imbarcato per la succitata isola; e l’abbraccio finale e liberatorio che i due amici si scambiano a bordo del PIPER (senza dubbio, uno dei più bei finali misternoiani di sempre). Da ricordare, inoltre, le lacrime di Esse-Esse nella storia L’oro del fiume (T. Sclavi [sog.&scen.]-M. Bianchini [dis.], nn. 159-161), quando apprende dal chirurgo dell’ospedale di MANAUS che MISTER NO – ferito gravemente da un misterioso attentatore (vedi SMITH, Audrey) – è clinicamente morto (naturalmente, il pilota riuscirà poi a riprendersi). Bisogna dire, tuttavia, che i rapporti tra il mangiacrauti e lo yankee non sono sempre facili, come dimostrano i loro numerosi litigi, che sfociano spesso e volentieri in epiche scazzottate.
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Il primo, poco
amichevole incontro tra Esse-Esse e Mister No – Speciale MNO n. 6,
p. 22
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Una piccola
“discussione” tra amici – Speciale MNO n. 6, p. 146
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Tra le tante, vale la pena citare la lunga scazzottata (ben sei pagine) di “Operazione Poseidon” (G. Nolitta [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 17-20), quella ne I delitti del Mar della Sonda (C. Cicogna [sog.&scen.] – M. Bianchini [dis.], nn. 125-128) e quelle in Dark Lady (G. Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], Speciale n. 6). In quest’ultima storia, MISTER NO, dopo aver ricevuto un pugno dal tedesco (arrabbiato per una questione di donne) nel bar di PAULO ADOLFO ed essere finito al tappeto, si consola rivelando agli avventori del locale che tutto sommato il conto dei “kappa-o” è ancora a mio favore: 6-4, un vero punteggio tennistico! PAULO ADOLFO e i suoi clienti sono sorpresi nello scoprire che due grandi amici come loro si sono scazzottati ben dieci volte, e MISTER NO aggiunge: Ma devo dire a mia difesa che è stato lui a cominciare […] e la cosa avvenne prima ancora che diventassimo amici…anzi addirittura quando, sconosciuti, ci incontrammo a São Luis do Maranhao la prima volta. Sollecitato dai presenti, il pilota rievoca il suo primo incontro con Esse-Esse: veniamo così a scoprire che il tedesco, all’epoca – 1950 - senza barba e con i capelli cortissimi, era l’autista e amante di Wendy ROBERTSON, una bellissima quanto misteriosa femme fatale. Anche MISTER NO non aveva resistito al fascino di Wendy ed era stato da lei coinvolto in una drammatica storia di gangster e falsari che si era conclusa con la morte della donna. Qualcosa di positivo, però, nell’amara vicenda c’era stato: il tedesco e il pilota, dapprima avversari, erano diventati amici ed erano partiti assieme per MANAUS. L’epilogo di Dark Lady è molto divertente: terminato il suo racconto, MISTER NO afferma che il diverbio con Esse-Esse è stato un episodio isolato, irripetibile, uno spiacevole malinteso tra amici fraterni che non si ripeterà di sicuro, una piccola frattura in un saldo muro di amicizia ormai a prova di bomba. Ha appena terminato di pronunciare quest’ultima frase che Esse-Esse rientra nel locale: Ehi, tu, yankee! Tutt’a un tratto mi è venuta in mente la parola che avrei voluto dirti durante la nostra…ehm…la nostra discussione di mezzora fa! Cachorra, questo avrei voluto dirti! Tu sei uno sporco figlio di una cachorra! Il pilota reagisce immediatamente, e con un cazzotto mette k.o. Esse-Esse. Allora PAULO ADOLFO e i suoi clienti prendono subito in giro MISTER NO, ripetendo le frasi che questi aveva pronunciato poco prima (le classiche ultime parole famose): Non è successo niente, amigos: soltanto una fenditura nel saldo muro di un’amicizia ormai a prova di bomba! Ah! Ah!; Soltanto un episodio irripetibile e isolato! Ah! Ah! Soltanto uno spiacevole malinteso tra amici fraterni!.
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Copertina di Mister No n. 194, luglio 1991 |
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Libia 1942: il
giovane Otto Kruger con il tenente italiano Lupo – MNO 194, p. 56
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Se Dark Lady narra il passato recente dell’alemão, la storia Arriva Esse-Esse (L. Mignacco [sog.&scen.] – M. Bianchini [M. Laurenti], nn. 193-196), pubblicata nello stesso periodo (estate 1991), si spinge più indietro, raccontando, in un lungo flashback, le prime esperienze belliche del tedesco. E’ lo stesso Esse-Esse – che ha raggiunto l’amico pilota in Egitto perché intenzionato a recuperare un tesoro - a rievocare questa importante pagina del suo passato. Il Nostro - il cui nome completo è Wolfgang Otto Richard Kruger - racconta di aver lasciato la Germania alla fine del 1938 per arruolarsi nella LEGIONE STRANIERA. Nel 1940, però, con l’invasione tedesca della Francia, era stato cooptato nella Wehrmacht e aggregato al famoso Afrika Korps del generale Rommel (90ª Divisione Leggera, 361° Reggimento). Nel giugno 1942, dopo aver combattuto a Bir Hakim, Esse-Esse, durante una perlustrazione a Tobruk assieme ai commilitoni Kurt Folker e Hans Loewe, aveva trovato, tra le macerie della città libica, una cassa contenente un quintale e mezzo di lingotti d’oro. Questi lingotti, frutto dei traffici illeciti dell’armatore italiano Benassi (morto in seguito a un bombardamento inglese), erano stati nascosti a Tobruk da un altro italiano, il tenente Lupo, un ex ingegnere edile arruolatosi nella Divisione Ariete.
Albetto allegato a Mister No speciale n. 9, marzo 1995 |
Nel novembre del 1942, Esse-Esse e Loewe erano ritornati a Tobruk per recuperare l’oro, ma avevano dovuto scontrarsi con Lupo (anche lui intenzionato a riprendersi i lingotti), che però aveva poi accettato di spartire l’oro con i due tedeschi. Caricata la preziosa cassa su un camion inglese, i tre erano fuggiti nel deserto libico, seguendo le indicazioni di Lupo, esperto conoscitore della zona. Con l’intento di recuperare la cassa al termine della guerra, essi l’avevano nascosta, su suggerimento di Lupo, all’interno di una cisterna sepolta sotto la sabbia e poco lontana da un fortino. Il giorno dopo, però, Lupo – che indossava la divisa degli Scorpioni del deserto (l’unità dell’esercito britannico cui apparteneva il camion) - era stato ucciso per errore da un caccia tedesco, che poi aveva ucciso anche Loewe. Dopo aver vendicato i suoi compagni, Esse-Esse si era incamminato da solo nel deserto, ed era svenuto per il caldo e la fatica: soccorso da una pattuglia dell’Afrika Korps, il Nostro si era risvegliato in un ospedale militare tedesco, e una volta ritornato in forze, era stato rispedito a combattere in Europa. Tornato in Nordafrica dieci anni dopo la fine della guerra, Esse-Esse cercherà di recuperare l’oro assieme a MISTER NO, ma, al termine di una rocambolesca avventura - che vedrà coinvolti il malvagio Kurt Folker alias Ronald Stagg (che Esse-Esse credeva morto a El-Alamein), una feroce banda di predoni e la polizia del Cairo – i lingotti finiranno nelle mani del governo egiziano.
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Berlino 1945:
Esse-Esse ritrova il colonnello Wolfe – “Anno zero”, p. 22
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Ultima storia della trasferta africana di MISTER NO, Arriva Esse-Esse rappresenta per il tedesco ciò che Mister No va alla guerra ha rappresentato per il pilota. Infatti, attraverso l’appassionante flashback bellico, Mignacco fa finalmente luce sul passato di Esse-Esse, rivelando ai lettori la ragione del trasferimento del tedesco in BRASILE, avvenuto nei primi mesi del 1950: era stato proprio Lupo a parlare a Otto, in termini entusiastici, del Paese sudamericano: se […] vuoi spassartela, ti porterò con me dall’altra parte dell’oceano … in Brasile! Quello è il vero paradiso terrestre… . Non solo, ma lo sceneggiatore fa chiarezza sulla delicata questione dei rapporti di Esse-Esse con il nazismo. A dire il vero, fino a quel momento sembrava assodato che Kruger fosse un ex nazista: ad esempio, nel primo episodio, MISTER NO lo definiva addirittura un’ ex-spia al servizio di Hitler; in Rio Negro, sempre il pilota diceva al professor Warren, incuriosito dal soprannome del tedesco, che quest’ultimo, durante la guerra, aveva effettivamente fatto parte delle SS. Nella storia africana, invece, scopriamo una realtà del tutto diversa: Esse-Esse rivela a MISTER NO che, a dispetto del soprannome (affibbiatogli al suo arrivo in BRASILE), egli non ha mai avuto niente a che fare con i cani di Himmler. Il tedesco fuga i dubbi residui di MISTER NO spiegandogli anche il motivo per cui aveva combattuto sotto il comando del colonnello Hassler, l’ufficiale delle SS incontrato da entrambi anni prima a MANAUS (vedi CIA, UOMINI CAIMANO): Hassler - racconta Esse-Esse - era stato inviato a comandare l’indisciplinata divisione della Wehrmacht dove militavo negli ultimi mesi della guerra in Europa. Probabilmente quel bastardo non si ricordava neppure di me! Quanto Esse-Esse odi il nazismo lo vediamo, in particolare, nell’episodio Il complotto (L. Mignacco [dis.] – D. e S. Di Vitto [dis.], nn. 201-203) e nella trilogia costituita dagli albetti Anno zero (L. Mignacco [sog.&scen.] – G. Viglioglia [dis.], allegato allo Speciale n. 9), Cacciatori di uomini (L. Mignacco [sog.&scen.] – G. Viglioglia [dis.], allegato allo Speciale n. 10), Cuore di tenebra (L. Mignacco [sog.&scen.] – G. Viglioglia [dis.], allegato allo Speciale n. 11).
L'albetto allegato a Mister No speciale n. 11, marzo 1997 |
Ne Il complotto veniamo a sapere che Esse-Esse ha militato, negli anni Trenta, in un’organizzazione antinazista diretta dall’amico Franz Spengler. Anni dopo, proprio assieme a Spengler e con l’aiuto di MISTER NO e di due cacciatori di nazisti, David e Sarah Rosenthal, il tedesco distruggerà un’organizzazione neonazista in Paraguay (vedi NEUES THULE). Nella suddetta trilogia, invece, Mignacco si ricollega agli eventi raccontati nel flashback di Arriva Esse-Esse, narrando la caccia di Kruger a uno spietato criminale nazista, il colonnello Wolfe. Soprannominato la belva del deserto, Wolfe era stato il comandante di Esse-Esse nell’Afrika Korps, e nel 1942 gli aveva salvato la vita in Libia. Esse-Esse lo incontra nuovamente a Berlino nel 1945, a guerra appena conclusa, e gli salva a sua volta la vita, saldando così il suo debito. Wolfe, che fa parte di un’organizzazione segreta di nazisti irriducibili, sta per lasciare l’Europa assieme ad altri suoi camerati e invita Kruger a unirsi a lui, ma il tedesco non accetta, anzi: dopo aver scoperto, nei giorni successivi, che il colonnello è stato il comandante del campo di sterminio di Kirkenburg (sono gli stessi sopravvissuti a rivelarglielo) si prefigge uno scopo ben preciso: eliminare Wolfe e la sua organizzazione. Distrugge prima la base nazista di Zurigo, poi un altro importante covo dell’organizzazione a Macao; quindi, nel 1947, raggiunge Wolfe nel suo rifugio, un tempio buddista che sorge sull’alto corso del Mekong: il colonnello, malato di cancro e distrutto dall’eroina, cerca per l’ultima volta di portare Esse-Esse dalla sua parte, ma il Nostro lo uccide, mentre i suoi alleati, i sopravvissuti di Kirkenburg, fanno piazza pulita dei nazisti. Come si legge in terza di copertina dell’albetto, il titolo e la storia sono ispirate al celebre romanzo di Joseph Conrad Cuore di tenebra (1902). Infatti, il viaggio sul Mekong di Esse-Esse riecheggia quello sul fiume Congo di Marlow, il protagonista del romanzo; mentre le parole finali di Wolfe - …L’orrore… …L’orrore…non finirà mai… …perché è dentro di noi. – richiamano quelle che Kurtz, il cattivo del romanzo, pronuncia prima di morire: L’orrore! L’orrore!. Evidenti, inoltre, i riferimenti al film - Apocalypse Now (1979) - che il regista Francis Ford Coppola ha tratto dal libro di Conrad, trasferendo l’azione dal Congo di fine Ottocento alla Guerra del Vietnam. Non solo l’ambientazione scelta da Mignacco è identica a quella del film di Coppola: la giungla cambogiana; ma il Wolfe di questa storia è chiaramente ispirato al Kurtz di Apocalypse Now, interpretato da un indimenticabile Marlon Brando.
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La morte di Wolfe –
“Cuore di tenebra”, p. 34
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Il fatto che al tedesco sia stata
dedicata questa trilogia testimonia l’importanza via via sempre
maggiore assunta dal personaggio nell’universo narrativo
misternoiano. Senza dubbio incisiva, ad esempio, la sua presenza
nella parte iniziale della drammatica saga che prende avvio con Vento
rosso (L. Mignacco
[sog.&scen.] – R. Diso [dis.], n. 241). In questo
episodio-cardine della serie, è davvero rocambolesco il modo in cui
il crucco
(come lo chiama ironicamente MISTER
NO) scampa all’agguato
mortale tesogli dai sicari di ISHIKAWA.
Braccato dai killer giapponesi, Esse-Esse
si rifugia nel teatro dell’Opera di MANAUS,
ormai chiuso da anni. Il caso vuole che nell’edificio viva un
vagabondo con la barba e i capelli lunghi chiamato Führer,
un ex nazista che dopo la guerra si era rifugiato in BRASILE;
questi, spaventato dai killer, si mette a correre sul palco verso
Esse-Esse,
nascosto dietro il sipario. I giapponesi, ingannati dall’oscurità,
sparano al barbone, e i proiettili colpiscono anche la sua candela e
la sua bottiglia di liquore: si sviluppa quindi un incendio e le
fiamme avvolgono il povero Führer,
il quale, prima di ricevere la raffica definitiva, grida Hilfe!
Hiiilfee!
(Aiuto!
in tedesco). Ciò convince i killer di aver ucciso Esse-Esse,
che può così fuggire indisturbato attraverso il passaggio segreto
presente nel magazzino del teatro (vedi FANTASMA DELL’OPERA). Il
corpo del barbone, completamente devastato dal fuoco, viene poi
ritrovato dai poliziotti di MANAUS,
che gli trovano addosso una piastrina delle SS; all’oscuro del
fatto che Kruger
non ha mai militato nelle milizie di Himmler, la polizia dichiara che
il cadavere è quello del nostro Otto
e così credono pure MISTER
NO e gli amici.
L’apparizione di Esse-Esse
ne Il sangue degli
eroi costituirà
un’autentica sorpresa per il pilota e i due, assieme alla giovane
americana Shona
WILLDOME, fuggiranno
dal BRASILE
per approdare prima in una piccola isola delle Antille (dove si
scontreranno con un folle naufrago) e poi a CUBA,
dove, al termine di un’altra drammatica vicenda, si separeranno.
Nella successiva trasferta statunitense di MISTER
NO, il tedesco fa due
significative apparizioni: Uccidete
Esse-Esse! (L.
Mignacco [sog.& scen.] - D. e S. Di Vitto, n. 260) e la già
menzionata Giungla
d’asfalto. Nel
primo episodio, il tedesco, testimone casuale di un omicidio
compiuto, nei boschi del Tennessee, da un alto ufficiale
dell’esercito americano (che collabora segretamente con la CIA
e aspira alla presidenza degli STATI
UNITI), viene
sequestrato da agenti dell’FBI e rinchiuso in una clinica
psichiatrica, dove viene drogato e sottoposto a sfibranti
interrogatori. L’intento della polizia federale – più
precisamente, del suo direttore, il potente J. Edgar Hoover – è
quello di usare Esse-Esse
per ricattare il generale Rainer
(l’ufficiale
assassino) e la stessa CIA.
Gli scagnozzi di Rainer,
servendosi dell’aiuto di MISTER
NO e di Patricia
ROWLAND (entrambi
ignari della loro vera identità e dei loro reali scopi), liberano
Esse-Esse
allo scopo di eliminarlo, ma non ci riusciranno: Rainer
rimarrà ucciso mentre lotta con il tedesco e i suoi uomini verranno
arrestati da una squadra dell’FBI. Sempre riguardo all’importanza
di Esse-Esse
nella serie, bisogna aggiungere che il tedesco compare in buona parte
delle storie successive al ritorno del pilota in AMAZZONIA
dopo la parentesi americana, e riveste il ruolo di co-protagonista
nella trasferta asiatica. Il nostro Kruger,
inoltre, ha un ruolo importante anche nella saga
dell’addio, dove è
presente in tre storie: La
foresta brucia!,
nella quale perde in maniera tragica l’amata Celina
CAMARGO; La
festa è finita
(G. Nolitta [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto [dis.], n. 374), in
cui, dopo essere finito in carcere per aver ferito con il suo pugnale
un prepotente soldato brasiliano ed esserne uscito grazie a MISTER
NO (vedi WAIMIRI
ATROARI), lascia
MANAUS
per trasferirsi a Bariloche, in Argentina; Una
nuova vita (G.
Nolitta [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto/ R. Diso [dis.], n.
379), dove Esse-Esse,
insoddisfatto dell’esperienza a Bariloche, giunge a RURRENABAQUE,
precedendo l’amico pilota e facendogli una gradita sorpresa quando
questi atterra allo scalcinato aeroporto locale. A bordo della
sidecar del tedesco, i due amici fanno il loro ingresso nella
cittadina, per poi entrare nel bar La
Paz, dove brindano
alla loro nuova vita. Quando, molti anni dopo, MISTER
NO farà ritorno a
MANAUS,
Esse-Esse naturalmente
lo seguirà. Infatti, lo ritroviamo – ormai anziano come il pilota,
ma sempre barbuto e con i capelli lunghi - nelle storie Fuga
da Skynet (G.
Nolitta e A. Castelli [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto [dis.],
Speciale n. 8) e L’ultima
frontiera (M.
Masiero [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto [dis.], n. 295),
ambientate rispettivamente nel 1993 e il 31 dicembre 1999.
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Copertina di Mister No n. 374, luglio 2006 |
Curiosità:
In Francia, dove i fumetti di MISTER
NO sono stati
pubblicati dalla
Casa editrice Aventures et Voyages
dal 1976 al 1991 (per
un totale di 171 numeri, più tre Speciali), il soprannome del
tedesco è stato cambiato in Teuton:
non sappiamo se a motivare tale scelta
sia stato il
timore, da parte dell’editore transalpino, di incorrere in qualche
censura o se, invece, l’editore stesso abbia ritenuto che Esse-Esse
fosse un soprannome troppo scomodo, troppo – già all’epoca -
politicamente
scorretto. Nel caso
fosse vera la seconda ipotesi, non ci stupiremmo più di tanto:
dopotutto, anche Mignacco ha fatto qualcosa di simile con gli episodi
Arriva Esse-Esse,
Il complotto
e, in modo particolare, con la trilogia inaugurata da Anno
zero. L’intento
principale dello sceneggiatore è stato chiaramente quello di rendere
inoffensivo
il nomignolo di Otto
Kruger, riscrivendo il
passato del personaggio (o meglio: quel poco che sapevamo del suo
passato) e allontanando ogni possibile ombra di complicità del
medesimo con i crimini nazisti. Da ex membro delle SS, il tedesco è
così diventato, non solo un antinazista della prima ora (e questo ci
poteva stare, anche se odora molto di politicamente
corretto), ma
addirittura un implacabile cacciatore di nazisti. Posto che la
trilogia con il colonnello Wolfe
è appassionante, crediamo non ci fosse alcuna necessità di
trasformare Esse-Esse
in una sorta di versione spietata di Simon Wiesenthal: infatti,
quanto narrato in Arriva
Esse-Esse e Il
complotto era già
sufficiente a dimostrare l’antinazismo del nostro Otto.
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Esse-Esse e Mister
No nel bar La
Paz
di Rurrenabaque – MNO 379, p. 90
|
EYKE
Il singolare villain della storia Il re dei Papua (G. Nolitta e L. Mignacco [sog.&scen.], - D. e S. Di Vitto [dis.], Almanacco dell’Avventura 1995), ambientata nel 1943, in piena SECONDA GUERRA MONDIALE. Un B-17, con a bordo MISTER NO e altri suoi commilitoni, è costretto, a causa di un guasto, ad ammarare nei pressi della costa meridionale della Nuova Britannia (una coppia di isole situate a nord-est della Nuova Guinea). Qui gli americani vengono catturati dai Sevak, feroci tagliatori di teste comandati da un folle tedesco di nome Eyke. Questi - come racconta a MISTER NO e ai suoi compagni uno dei tanti soldati alleati che i Sevak tengono prigionieri - era il comandante di una nave mercantile che aveva fatto naufragio sull’isola due anni prima dello scoppio della guerra. Una tribù di cannibali Papua aveva massacrato i membri dell’equipaggio, ma Eyke era riuscito a fuggire, portando con sè un fucile e diverse scatole di munizioni; grazie a essi, era diventato il capo dell’altra tribù dell’isola, i Sevak appunto, e con loro aveva attaccato i cannibali, sterminandoli. Eyke - che collabora con i giapponesi, i quali gli consegnano i soldati nemici catturati – ha adottato i costumi sanguinari dei Sevak, tanto da indossare, oltre alla divisa di capitano, una collana con appeso un cranio umano.
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Copertina dell'Almanacco dell'Avventura 1995, settembre 1994 |
Poiché sono i primi prigionieri
catturati direttamente dai Sevak,
MISTER NO
e i suoi commilitoni Danny
e Maltesi
vengono condotti in un’enorme capanna – la casa
dei misteri - per
essere decapitati al cospetto di Eyke.
Grazie però all’intervento del loro compagno Joe,
i Nostri riescono a scappare nella foresta, dove vengono soccorsi da
un commando australiano, giunto apposta per eliminare Eyke
e la sua tribù. Guidato dal pilota, il commando attacca il villaggio
e libera tutti i prigionieri. Vistosi sconfitto, Eyke
fugge nella selva; MISTER
NO lo insegue e, alla
fine, lo fa precipitare da un burrone, che si trova proprio nel punto
dell’isola dov’era naufragata la nave del tedesco, la Ragazza
di Lubecca. Prima di
spirare, Eyke rivela
una sconcertante verità a MISTER
NO: egli non era il
comandante della nave ma soltanto il mozzo.
![]() |
Eyke, il folle capo
bianco dei Sevak – Almanacco dell’Avventura 1995, p. 99
|
![]() |
Ultimi istanti di
vita per il re dei Papua - Almanacco dell’Avventura 1995, p. 124
|
Curiosità:
Al pari del colonnello Wolfe
di Cuore di tenebra
(vedi ESSE-ESSE),
anche il personaggio di Eyke
è ispirato al conradiano Kurtz, e la storia stessa richiama in parte
Apocalypse Now.
Certo, il folle re dei
Papua non possiede la
statura tragica di Kurtz e nemmeno quella di Wolfe;
anzi, come dice MISTER
NO nel finale della
storia, la sua è una
vicenda grottesca e squallida… Il marinaio Eyke, che probabilmente
sulla nave prendeva ordini da tutti, diventando capo dei Sevak ha
dato sfogo alle sue frustrazioni… Sembra un fatto insolito –
continua il pilota
– che può verificarsi soltanto in una selvaggia isola dei Mari del
Sud… e invece… …invece adesso il mondo intero è in guerra per
colpa di un ex-caporale frustrato
(Hitler, nda)
che è diventato il
capo di una nazione affermando i suoi miti sanguinari!
Massimo Capalbo
N. B. Trovate tutti i collegamenti alle altre lettere dell'Atlante nella pagina della Bussola!
Massimo Capalbo
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