giovedì 3 luglio 2014

LE INTERVISTE DI DIME WEB (V): MORENO BURATTINI

a cura di Franco Lana


Stavolta "giochiamo in casa" con la nuova intervista raccolta dall'inviato sul fronte della china Frank Wool, perché il rapporto di amicizia (e di lavoro) che lega i curatori di Dime Web a Moreno "Zagor" Burattini è davvero di antica data! Come al solito foto e tavole d'anteprima vengono direttamente dal tortura... ehm... dall'intervistato! (s.c. & f.m.) 


Moreno nel 2013.




Dime Web - Zagor è un personaggio ancor oggi ben saldo nelle edicole italiane, e non solo. Quanto può pesare il fatto di essere un eroe positivo, sempre alla ricerca di verità e giustizia, rispetto ai tempi bui che viviamo? E secondo te, se Zagor fosse un uomo dei giorni nostri, cosa farebbe... insomma, che ruolo rivestirebbe?
Moreno Burattini - I campioni del bene, esempi positivi, non hanno non hanno età, non hanno epoca, non hanno né latitudini né longitudini. La figura dell’uomo giusto e valoroso è un archetipo universale. Non mi sento neppure di ritenere i nostri tempi particolarmente bui. Ce ne sono stati di peggiori, nonostante tutto. Ma certamente oggi, come ieri, abbiamo bisogno di eroi. Se Zagor vivesse ai nostri giorni sarebbe il sindaco di una piccola città in una terra di mafia, che si oppone non solo alla malavita ma anche alla mentalità di asservimento ai malavitosi, o di rassegnazione, o di supposizione fatalistica che il mondo sia dei furbi, dei violenti, dei corruttori e dei corrotti, dei raccomandati e degli amici degli amici. Un sindaco che a volte può contare sull’aiuto delle forze dell’ordine, ma che a volte capisce che deve arrangiarsi, e che ogni volta deve anche convincere i suoi concittadini a seguirlo nelle sue battaglie. 

Zagor sotto ai Ferri!


DW - Sei il curatore, responsabile e principale sceneggiatore della testata, ormai una cosa a sé stante. Si vocifera della presenza di un passaggio segreto, che da casa tua porti direttamente al nuovo ufficio. Cosa c’è di vero in questo? 
MB - La mia casa e il mio ufficio sono la mia testa, da cui non esco mai e in cui non smetto mai di lavorare. Anche quando sembro steso a prendere il sole sulla spiaggia in realtà penso a ciò che, appena avrò una testiera di computer a disposizione, scriverò. Scrivere è il mio lavoro e il mio lavoro è la mia vita. Confesso, però, che talvolta faccio qualche pausa caffé. 

Anteprima zagoriana: Nella Terra di Baffin... (disegni di Roberto Piere).


DW - Sei impegnato nella realizzazione di testi per Dampyr e per Tex. Cosa puoi dirci di questi tuoi “excursus” su altre serie? 
MB - Si tratta appunto di “excursus”. Non ho nessuna intenzione, salvo diversa decisione della Casa editrice (sempre possibile), di lasciare Zagor. In entrambi i casi è stato Mauro Boselli, che a forza di lavorarci insieme ha imparato (bontà sua) ad apprezzare quel che sono e quel che faccio, a propormi di scrivere per Aquila della Notte e Harlan Draka. Altre proposte per altre testate non ne ho avute, se le avrò ci farò un pensierino. Nel caso di Dampyr, sto realizzando una storia ambientata a Firenze e che riguarda Dante Alighieri (c’è anche un cameo di Desdy Metus). Per Tex, dopo un primo racconto breve di 32 pagine a colori, arriveranno forse altre prove. 

DW - Qualche sana anticipazione sul futuro del nostro amato Zagor. 
MB - Zagor ha la caratteristica di passare da una ambientazione all’altra, in un caleidoscopico e rocambolesco susseguirsi di idee sempre diverse, per cui continueremo a sorprendere i lettori che non sanno mai che cosa aspettarsi per l’avventura successiva. Terminato il viaggio in Sud America, lo Spirito con la Scure torna a Darkwood e trova ad attenderlo il diabolico Mortimer, in cerca di vendetta. Poi giungerà il numero 600, numero assolutamente speciale che prelude al ritorno di Hellingen. Ma di seguito torneranno anche altri amici e nemici: il Barone Rakosi, Ylenia la Vampira, Takeda il samurai, il principe Alexis, Blondie la banditessa, eccetera eccetera. Restate sintonizzati. 

Il futuro Dampyr fiorentino (e anche qui giochiamo in casa!) di Burattini (La porta dell'inferno, tav. 15, disegni di Fabrizio Longo). Siamo in Santa Croce, una delle più belle piazze di Firenze (e d'Italia). Nella basilica vi riposano alcuni nostri Grandi Uomini. Tra i due protagonisti della serie vediamo un personaggio ispirato, anche nell'aspetto fisico, al "nostro" Alessandro Monti. 


DW - Zagor può ancora vantare una folta schiera di fan in tutto il mondo, agguerriti Forum, iniziative di ogni genere, persino un tizio che ti invia bizzarre battute fotografiche... Che idea ti sei fatto, nel corso degli anni, del pubblico zagoriano? 
MB - I lettori vogliono tutto e il contrario di tutto. Ognuno ha una visione del personaggio fatta su misura per se stesso. Ci sono persino quelli, molto agguerriti, che ritengono Zagor un personaggio western e si arrabbiano se in qualche storia invece dei soldati e degli indiani ci sono dei mostri. Altri non vogliono i riferimenti alla Storia con la “s” maiuscola, altri ancora non vogliono il fantasy, e via dicendo. Questo succede perché, da sempre, le storie dello Spirito con la Scure possono spaziare in tutti i generi: così, ciascuno finisce per avere il suo tipo di racconto favorito. Io, personalmente, amo proprio il passaggio tra avventure molto diverse fra loro. Il tizio che mi invia bizzarre battute fotografiche è un vero stalker!





a cura di Franco Lana



N.B. trovate i link alle altre interviste nella pagina Interviste & News!

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