di Elio Marracci
Il termine sepoy, al tempo della dominazione coloniale britannica sull'India, designava i militari indigeni che prestavano servizio nell'esercito degli occupanti. Questi soldati, nel 1857, diedero inizio a una ribellione, nota anche come Great Mutiny ("il Grande Ammutinamento"), la cui causa scatenante fu la distribuzione di cartucce per fucili ingrassate con sebo di maiale e di bue, il cui involucro andava strappato con i denti. Ciò violava le regole della religione dei nativi e fu la scintilla che diede il via a un conflitto violentissimo e prolungato che, divampato nella cittadina di Meerut, si estese a quasi tutto il territorio della penisola e vide combattere fianco a fianco principi, proprietari terrieri e contadini. La guerra, in seguito alla quale, nel 1858, il governo del paese fu sottratto alla Compagnia delle Indie e assunto direttamente dalla Corona inglese, venne sedata nel sangue. Il conflitto si concluse infatti con la messa a morte della grande maggioranza dei combattenti indiani come pure di un vasto numero di civili che si sospettava avessero avuto simpatia per la causa dei rivoltosi.
Il termine sepoy, al tempo della dominazione coloniale britannica sull'India, designava i militari indigeni che prestavano servizio nell'esercito degli occupanti. Questi soldati, nel 1857, diedero inizio a una ribellione, nota anche come Great Mutiny ("il Grande Ammutinamento"), la cui causa scatenante fu la distribuzione di cartucce per fucili ingrassate con sebo di maiale e di bue, il cui involucro andava strappato con i denti. Ciò violava le regole della religione dei nativi e fu la scintilla che diede il via a un conflitto violentissimo e prolungato che, divampato nella cittadina di Meerut, si estese a quasi tutto il territorio della penisola e vide combattere fianco a fianco principi, proprietari terrieri e contadini. La guerra, in seguito alla quale, nel 1858, il governo del paese fu sottratto alla Compagnia delle Indie e assunto direttamente dalla Corona inglese, venne sedata nel sangue. Il conflitto si concluse infatti con la messa a morte della grande maggioranza dei combattenti indiani come pure di un vasto numero di civili che si sospettava avessero avuto simpatia per la causa dei rivoltosi.
L'impiccagione di due rivoltosi. India, 1857. Foto dell'anglo-italiano Felice "Felix" Beato. |
Sullo sfondo di queste
vicende - nell'albo La rivolta dei Sepoy, terzo numero della collana Le
Storie, pubblicato da Sergio Bonelli Editore e uscito nelle
edicole nel mese di dicembre del 2012, attraverso la voce di
un narratore interno, il giovane mezzosangue Jim Donovan, che è
anche uno dei protagonisti degli avvenimenti presentati nell'albo -
grazie a una trama avvincente e ben congegnata, lo sceneggiatore
napoletano Giuseppe De Nardo tocca temi universali, come l'amore
contrastato tra due giovani, i rapporti profondi e commoventi tra un
padre e un figlio e lo scontro tra due ufficiali dell'esercito
anglosassone che hanno vedute differenti delle situazioni e delle
circostanze che si trovano a fronteggiare.
L'esecuzione dei Sepoy, legati sulla bocca dei cannoni, in una stampa d'epoca. |
Il tutto è arricchito da
disegni, che ben si adattano alle ambientazioni tropicali della
storia, morbidi, eleganti, ricchi di dettagli e dai bianchi e neri
netti del salernitano Bruno Brindisi che, stravolgendo la classica
vignettatura bonelliana, conferisce alle tavole un andamento più
dinamico; corona il tutto la copertina dipinta di
Aldo Di Gennaro molto bella e d'effetto.
Come ottimamente
segnalato nelle note, curate come di consueto con precisione e
puntualità da Gianmaria Contro, per rendere più appetibile
alla lettura il volumetto alle vicende storiche sono state
sovrapposte numerose suggestioni letterarie e cinematografiche.
Chiunque li conosca non
potrà fare a meno di cogliere echi che derivano da autori come
Emilio Salgari, con il mix di azione e romanticismo che caratterizza
i suoi romanzi; e poi da Forster, Conrad, Kipling e Stevenson, scrittori che
hanno fatto delle grandi narrazioni “coloniali” anglofone
materiale per i loro componimenti; oltre a citazioni di capolavori del
grande schermo come Passaggio in India, Gandhi o il più
recente film di Bollywood The Rising: The Ballad of Mangal
Pandey.
Se proprio bisogna
cercare il pelo nell'uovo, cosa che non sminuisce la bellezza e la
particolarità di quest'opera, bisogna mettere in evidenza come
alcuni passaggi avrebbero meritato una trattazione più ampia e certi
personaggi avrebbero avuto bisogno di una connotazione psicologica
più precisa.
Nonostante ciò bisogna
fare un plauso a Giuseppe De Nardo perché ha ambientato le vicende
narrate in un periodo storico difficilmente preso in considerazione
dai fumettisti e lodare Bruno Brindisi che, con i suoi disegni, ha
reso l'albo molto valido e godibile anche dal punto di vista grafico.
Le Storie n. 3, dicembre 2012. Cover di Di gennaro |
Le Storie 3
LA RIVOLTA DEI SEPOY
Dicembre 2012
pag. 116, € 3,50
Testi: Giuseppe De Nardo
Disegni: Bruno Brindisi
Rubriche: Gianmaria
Contro
Copertina: Aldo Di
Gennaro
Elio Marracci
N.B. Trovatre le altre recensioni bonelliane nel Giorno del Giudizio!
Elio Marracci
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