Com'era già accaduto con l'intervista a Giuseppe Lippi, anche stavolta - con il suo permesso! - rubo per un attimo la scena al nostro reporter ufficiale Franco Lana, e vado a incontrare il simpatico e disponibilissmo Andrea Gallo Lassere, autore di Black Death per le Edizioni Inkiostro, al quale fornisco cinque spunti di riflessione! Ne leggerete delle belle e capirete cosa davvero significhi "passione per il fumetto"! (f.m.)
Andrea Gallo Lassere |
DIME WEB - Andrea Gallo Lassere prima di Black Death: influenze fumettistiche, studi, idee...
Andrea Gallo Lassere - Fin da piccolo, nascosti da qualche parte ci sono dei fumetti scritti e disegnati da me: ho sempre avuto una passione sfrenata per i fumetti. Ricordo ancora quando mia nonna il mercoledì (tutti i mercoledì) mi portava a casa da leggere Topolino. I fumetti per casa sono sempre stati presenti, grazie a mio padre che era grande lettore di fumetti come Tex e Zagor. Credo che ci siano diverse fasi nella vita che mi hanno fatto scattare la “molla” per diventare sceneggiatore di fumetti. Una di queste prime fasi fu Zagor. Mio padre, mi regalò sull’inizio dell’Estate lo storico Tutto Zagor n. 112, La capanna maledetta.
Rimasi affascinato di fronte alla copertina, con Zagor attaccato e strangolato da un mostro con le sembianze di un Uomo-Pesce. Era “strano” e incredibile allo stesso tempo vedere questo protagonista con una casacca da guerriero, quasi fosse un super-eroe, mescolato all’horror e come spalla un simpatico e paffuto messicano che riusciva a strappare vere e proprie risate manco fosse un amico imbranato e reale. Nei mesi successivi (avevo circa 12 anni), mi trovavo in una località marittima con i miei nonni e alla sera, girando per le bancarelle notturne, m’imbattei nella “terza fase” che mi fece diventare a tutto gli effetti un grande lettore e appassionato di fumetti: Dylan Dog! Una ragazza, mi mostrò “a buon prezzo” la seconda ristampa del n. 12 Killer! scritto dal misterioso Tiziano Sclavi e disegnato dal un duo che adoro tutt'ora: Montanari & Grassani.
Dopo una prima lettura, il giorno dopo, mi fiondai subito in edicola e recuperai il n. 71, I delitti della Mantide, scritto da Chiaverotti (un altro sceneggiatore e in seguito amico che senza volerlo mi ha dato molto) e illustrato con un tratto “sognante” da Giovanni Freghieri. L’inizio della fine! Diventai quasi ossessionato da Dylan Dog e ogni volta che andavo a casa di parenti, cercavo sempre per casa altri fumetti da “saccheggiare” e leggere. Con mia grande sorpresa, i fumetti erano davvero ovunque! E poi Nathan Never, che - incredibile ma vero - mi fece apprezzare il filone fantascientifico con L’ultima onda di Bepi Vigna e Stefano Casini. Fu un episodio fondamentale. Da piccolo ero sempre spaventato dal futuro e mi immaginavo un mondo triste, tecnologico e… noioso! Con questo Nathan scoprii che in realtà i problemi erano sempre gli stessi, nonostante il progresso. Mi colpì molto l’umanità del protagonista e il suo essere attaccato al passato. Insomma, per cercare di farla breve, mi ritrovai in casa quasi l’intero catalogo della Sergio Bonelli Editore! Attualmente - tra fumetti bonelli, bonellidi, manga e “qualche” comic americano - mi ritrovo con più di 10.000 titoli, senza contare i libri e dischi. La musica è sempre stata fondamentale per me insieme al fumetto e lo è rimasta anche dopo, quando ho iniziato a scrivere e a “fare sul serio”. Ultimamente, molti mi chiedono che studi ho fatto per diventare sceneggiatore. In realtà… Nessuno! Ho un semplice diploma da Ragioniere e un passato con vari lavori alle spalle che non c’entrano nulla con il mondo del fumetto. Quello che ho imparato (e sto imparando) è quasi tutta “farina del mio sacco”. In ogni caso, cerco sempre di perfezionarmi, studiare vari libri e chiedere consigli ai professionisti che sono sempre molto disponibili ad aiutarti.
Mi è stato molto utile il corso online di Diego Cajelli, sul blog Diegozilla. In ogni caso il mestiere dello sceneggiatore di fumetti non è semplice. Ogni volta, sbagliando, riesco sempre a imparare qualcosa di nuovo e a perfezionarmi. Sono dell’idea che ogni storia da sceneggiare sia una nuova sfida dove è possibile assorbire e imparare cose nuove. Prima del 2011, non avrei mai pensato di fare fumetti “seriamente”, perché vedevo questo mondo irraggiungibile. I fumettisti dove vivo io erano esseri leggendari dalla dubbia esistenza. Ricordo una quarta e ultima fase nel 2004 che mi fece scattare la “molla” del narratore. Un albo di Brendon, Regali dall’Inferno. I testi di Chiaverotti e i disegni evocativi e “perfetti” di Lola Airaghi mi trasmisero altre storie da raccontare in mezzo a quello scenario. C’era la neve, i personaggi pieni di disperazione, incubi e speranza. Quanto mi sarebbe piaciuto scrivere un episodio di Brendon! Ci fu una sorta di rivoluzione dentro di me. Però non ero ancora convinto e intrapresi altre strade ma, in un modo o nell’altro, negli anni mi ritrovavo sempre coinvolto in diversi progetti creativi, come il teatro e addirittura un mediometraggio presentato al Torino Film Festival. Infine arrivò il 2011. Stavo per “scappare” per l’ennesima volta dai “sogni creativi”, quando mi dissero che Edizioni Inkiostro, stava cercando sceneggiatori esordienti per la rivista contenitore: Denti. Proposi dei soggetti a Rossano Piccioni che - con pazienza, tanta pazienza (e con me ce n’è va tanta) - ha saputo darmi molti consigli e ha creduto in me e per questo gli sono davvero molto grato. Dopo tre storie brevi scritte per Denti, rimasi sorpreso quando mi chiese una serie tutta mia, dandomi la possibilità e il desiderio di scelta per quasi tutti i disegnatori per le copertine, ecc...
DW - Black Death e le Edizioni Inkiostro
AGL - Arriviamo a Black Death. Black Death, che all’origine doveva chiamarsi Jack Franky (il nome definitivo mi è stato suggerito da un autore Bonelli di cui a breve vedremo una sua storia breve per questa serie), narra la storia di un misterioso biker cacciatore di mostri in giro per il mondo. Ha una doppia personalità che deve “tenere a bada” con iniezioni giornaliere. Si trova a fare coppia improvvisamente (sarà veramente un caso?) con una ragazza da poco maggiorenne, molto scatenata e “audace”: Maelle! Nel mondo di questi due personaggi c’è la presenza del Black Death, un misterioso liquido nero, il “male primordiale” in grado di potenziare i vari mostri classici che conosciamo. Di contorno ho voluto inserire le ormai classiche e sempre piacevoli citazioni tratte dai film, fumetti, telefilm e libri che mi hanno colpito da ragazzino; insieme alle opere moderne degli ultimi dieci anni. Ammetto di essere molto attaccato al mio passato ma non sono mai stato un forte sostenitore del “era meglio prima”. Nel 2000 abbiamo assistito a tante opere fumettistiche e su schermo molto valide. A parte John Doe (che mi fece apprezzare il classico fumetto Bonelli in formato “bonellide”) non vi sto a fare l’elenco - perché altrimenti questa analisi rischia di diventare una sorta di autobiografia! Tornando a Black Death, mi è piaciuto molto gestire i due protagonisti.
Maelle: model sheet di Simona Simone |
Jack Franky e Maelle hanno molti difetti e tutti e due, seppur molto distanti nel vedere il mondo dal loro punto di vista, avranno da imparare l’uno dall’altra. Hanno molte armi (certe molto tecnologiche) per combattere il male, ma il loro vero punto di forza per essere “imbattibili” è il sostegno e l'unione che c’è tra di loro. Sono sempre stato affascinato da ciò. Poter contare ed essere sostenuti a vicenda da un’altra persona oggi è molto raro. A bordo di Black Death, ho avuto l’onore di avere come copertinista ed amica: Lola Airaghi (se me lo avessero detto 10 anni fa non ci avrei creduto), lo stesso Rossano Piccioni e Marco Turini, pregiato disegnatore Marvel e DC Comics. Ai disegni interni si sono susseguiti: Fabiana Trerè, Eduardo Mello e per ora (con il numero in uscita al Riminicomix): Giuseppe Marinello. Tutta gente in gamba e con un futuro alle spalle molto interessante. Con noi si è unita anche Simona Simone, altro talento inaspettato, con una bella e degna gavetta alle spalle. Black Death vi aspetta al Riminicomix (il 17 Luglio ci sarà pure il sottoscritto), dove verrà presentato il n. 3 della serie, disegnato da Marinello. L’albo sarà poi disponibile in parallelo nelle migliori fumetterie e store on-line. Non mi rimane che invitare il lettore a leggere Black Death e farmi sapere che ne pensa!
Per i w.i.p. della serie e tutte le novità su Black Death potete andare sulla relativa pagina Facebook.
Jack Franky: model sheet di Simona Simone |
DW - Perché Moreno Burattini?
AGL - Per le prefazioni ho avuto l’ennesimo e sorprendente piacere di avere con me a bordo Moreno Burattini! Burattini & Gamba, quando ero ragazzino (scusatemi, ma devo di nuovo fare un tuffo nel passato!), per me rappresentavano con le loro esilaranti storie di Cico l’inizio dell’Estate. Non era Estate senza lo speciale annuale di Cico! Non ti dico la gioia che ho avuto quando lo speciale da annuale è diventato addirittura semestrale. Iniziò a starmi simpatica pure la Primavera. Un giorno, in edicola, mi capitò di leggere una sua analisi e prefazione su Alan Ford Story. Rimasi sorpreso dalla sua preparazione che andava oltre al fumetto. Moreno non è mai scontato. Siamo abituati a leggere a volte, molte prefazioni fatte quasi tutte con lo stampino; dove vengono usate le stesse frasi mescolate e “riscaldate”. Moreno riesce ad appassionare e avvicinare il lettore staccandosi e ricollegandosi al fumetto che devi iniziare a leggere. Ti coinvolge assieme a lui e ti invita ad andare “oltre al fumetto”. Chi ha avuto modo di sentirlo intervenire anche in pubblico sa che cosa voglio dire. E poi è davvero una persona molto simpatica e disponibile. Ricordo ancora una giornata in redazione alla Bonelli con Moreno e il sottoscritto a discutere su alcune tavole che avevo portato con me. Consigli, consigli e ancora consigli - uniti a tanto coinvolgimento ed entusiasmo. Se da ragazzino avessi avuto modo di conoscere tutti questi professionisti forse mi sarei avvicinato molto prima al mondo della narrazione, con più sostegno e coraggio. Ho sempre ammirato tutti i narratori e disegnatori di fumetti che ho letto e sto leggendo, e ogni volta riesco sempre a imparare qualcosa. Mi capita spesso di sentire discorsi del tipo: X è meglio di Y e non capisco come mai pubblica su Z. Il sottoscritto è sempre stato dell’idea che se Z pubblica è perché è decisamente più in gamba del sottoscritto. Il sottoscritto, quando sbaglia, cerca di capire dove lo ha fatto per arrivare dove si trova Z.
DW - Oltre Black Death
AGL - I progetti in cantiere e in fase di sviluppo al di fuori di Black Death sono davvero molti. Alcuni sono già avviati, mentre altri sono ancora “lacrime negli occhi”. A volte molte idee vengono spazzate via o messe in stand-by con un metaforico colpo di vento. Quindi, per scaramanzia (e pensare che non credo nemmeno nella sfortuna!), non vi anticipo nulla. Solo fatti concreti. Tocco ferro! Ah, giusto, non sono scaramantico… Al di fuori di Edizioni Inkiostro ho avuto il piacere di collaborare con l’amico Nicola Rubin e lo sceneggiatore Giorgio Giusfredi sul loro simpatico cuoco a fumetti Zeno Q.B. Non voglio scordarmi dell’affascinante Desdemona nella serie L’Insonne. Ancora prima di Rossano, Giuseppe Di Bernardo è stato il primo “folle” a darmi ascolto e a insegnarmi/supervisionarmi gli scritti per la sua serie. Desdy porta con se la mia stessa ed eterna insonnia. Prima o poi dovevo per forza “conoscerla”. Mi auguro, insieme a Giuseppe, che Desdemona ritorni presto su carta, dopo lo speciale del ventennale. Per ora ci dobbiamo “accontentare” della versione su schermo. Mi sono letteralmente commosso quando ho visto il trailer girato per il crowdfunding de L’Insonne e auguro a questo personaggio ogni bene. Giuseppe è affezionato alla sua Desdy (ideata insieme ad Andrea J. Polidori), come io lo sono dei miei personaggi.
Zeno QB di Rubin |
DW - Il futuro
AGL - Parlare di un futuro a una persona che vive alla giornata (anzi, alla nottata) è dura! Che dire? Vado fiero e grato delle possibilità che ho avuto fino a oggi, della fortuna arrivata all’improvviso. Tutto ciò deve continuare a essere coltivato e alimentato dalla passione. Il mestiere del fumettista non è un lavoro che ti scegli da precario per sbarcare il lunario. Se parti con quel concetto è meglio buttarsi subito su un altrettanto degno lavoro come il Commesso, Cameriere o Pizzaiolo. Il fumetto va amato, vissuto e rivissuto. Infine con tanta umiltà, bisogna sapere ascoltare e imparare dai propri errori per migliorarsi. Tanta umiltà. A volte il fumetto, come una bella donna è capace di dirti no, regalandoti un bel due di picche! Sigh...
a cura di Francesco Manetti
N.B. trovate i link agli altri colloqui con gli autori su Interviste & News!
Bella intervista! Interessante questo nuovo personaggio, e belle le rievocazioni fumettistiche di Andrea, al quale vanno i miei più sentiti auguri!
RispondiEliminaGrazie, Franco!!!
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