giovedì 10 ottobre 2013

L'ATLANTE DI MISTER NO. "G": DA "GALINDEZ, MORENO" A "GUARIBOS".

di Massimo Capalbo

Siamo arrivati alla settima puntata dell'Atlante di Mister No, l'opera di Max Capalbo che sta riscuotendo un grande successo sul Web! Non vi facciamo perdere altro tempo: buona lettura! (s.c & f.m.)


Un evocativo Mister No di Marco Santucci.



Legenda


  • I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’Atlante.
  • I nomi dei personaggi cui è dedicata una voce sono indicati per cognome - ovviamente se questo è conosciuto (per esempio: AMARAL, STELIO; REMY, ANOUK). In alcuni casi, però, abbiamo optato per il soprannome (per es.: ESSE-ESSE invece che KRUGER, OTTO). Riguardo poi a personaggi come O BISPO ed EL LOCO, le voci a loro dedicate sono state inserite sotto l’iniziale del nome, invece che sotto l’iniziale dell’articolo: per es., EL LOCO, si trova alla lettera L di LOCO e non alla lettera E di EL (che in spagnolo è appunto un articolo e corrisponde al nostro IL).
  • I personaggi dalla doppia identità sono stati indicati con il nome della loro identità fittizia piuttosto che con il nome vero (ad es.: DEMONE ETRUSCO, GIUSTIZIERE DI BONAMPAK).
  • Quando i personaggi vengono citati in una voce che non è a loro dedicata, solo il cognome è scritto in neretto e stampatello, in modo da rimandare immediatamente alla lettera sotto la quale sono stati inseriti (per es.: nel testo della voce ANACONDA, il personaggio Daniel Murdock è citato come Daniel MURDOCK). L’unica eccezione a questa regola riguarda il protagonista della serie, il cui nome - attenzione: non il nome proprio Jerry Drake, ma appunto il soprannome MISTER NO - è sempre scritto in neretto e stampatello, tranne ovviamente quando è inserito nel titolo di un fumetto o di un libro (per es.: Mister No Index Illustrato, Mister No Riedizione If).
  • Per quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia alla memoria dei lettori in modo più efficace. Per esempio, la storia dei nn. 17-20 viene indicata con il titolo del n. 19, "Operazione Poseidon" perché esso è più rappresentativo, più calzante rispetto ad Agente segreto Zeta 3 e Tragica palude, che sono i titoli rispettivamente del n. 17 e del n. 19 (del tutto avulso poi il titolo del n. 20, Evasione!, visto che si riferisce alla storia successiva). 



Per le Note sui collegamenti ipertestuali e le Note sulle illustrazioni vedi la prima parte.



Un bel Mister No di Carlos Alberto Santos dal suo blog (che ha come sottofondo musicale l'Adagietto di Mahler!)



G
GALINDEZ, MORENO
GARIMPEIROS
GENEVIEVE
GETULIO
GIAGUARO
GIUSTIZIERE DI BONAMPAK
GOMEZ, CARLOS
GUADALCANAL
GUARIBOS


GALINDEZ, MORENO 
 
Gangster colombiano con la passione per il pugilato. Nel finale di Agguato al “Victoria” (G. Nolitta [sog.&scen.] – F. Civitelli/R. Diso [dis.], nn. 369-370), Galindez viene chiamato dai suoi capi di Medellín per sostituire e vendicare Francisco Paco MEDINA alias Abacaxi, morto in AMAZZONIA dopo essere stato catturato da MISTER NO, con l’aiuto del pilota brasiliano Ulisses Ribeira. Ne Il clan dei colombiani (M. Masiero [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto [dis.], Speciale n. 17), Galindez – che ha preso possesso, sul Rio Madeira, della nave VICTORIA, ex quartier generale di MEDINA – riceve dalla COLOMBIA la notizia dell’uccisione, a Miami, di Ribeira. Resta da punire MISTER NO, ormai trasferitosi a RURRENABAQUE: Galindez, quindi, invia sulle sue tracce lo spietato Vicente Fierro, il quale, ritrovato il pilota, riesce a catturarlo (dopo aver ucciso i suoi amici Vasco e Romilda) e lo porta sul VICTORIA.

Moreno Galindez – MNO 370, p. 98


Deciso a prendere il comando del clan, Galindez intende uccidere i suoi capi facendo ricadere la colpa su MISTER NO, per poi eliminarlo. Infatti, il Nostro viene narcotizzato e si risveglia, qualche giorno dopo, accanto ai cadaveri dei boss colombiani, invitati sulla nave dall’infido Moreno e uccisi. MISTER NO riesce però a sfuggire al gangster e ai suoi uomini, tuffandosi nel fiume; viene ritrovato il giorno dopo, privo di sensi, da alcuni indios CARIPUNA, che lo portano nel loro villaggio, dove il capotribù Awave lo fa rimettere in sesto da un suo amico medico. Nel frattempo, Galindez denuncia il pilota come assassino dei boss al comandante Rodrigo, capo della polizia del villaggio di Nova Esperança. Rodrigo, informato dall’indio traditore Waiti, irrompe nel villaggio dei CARIPUNA con i suoi agenti, ma non trova MISTER NO, che, avvertito in tempo, si è nascosto nella giungla.

Copertina di Mister No Speciale n. 17, novembre 2007. Disegno di Diso.


Anche alcuni uomini del VICTORIA, sempre informati da Waiti, fanno irruzione nel villaggio per eliminare una volta per tutte il pilota; ma così facendo, cadono nella trappola di Rodrigo, il quale, oltre a essere amico di Awave, crede nell’innocenza di MISTER NO. Nello stesso momento, il pilota, assieme al giovane guerriero CARIPUNA Pamanè, passa al contrattacco, assaltando nuovamente la nave dei colombiani, i quali, dopo un aspro combattimento, vengono sconfitti. Disarmato da MISTER NO, Galindez - che ha ucciso Pamanè – si avventa contro il pilota (il quale ha gettato a terra la pistola); la lotta, però, volge presto in favore del Nostro, che infligge al gangster una sonora lezione. Proprio quando lo scontro sembra giunto al termine, l’arrivo di un elicottero distrae MISTER NO; Galindez ne approfitta e afferra la pistola del suo avversario per colpirlo alla schiena, ma ESSE-ESSE - che si trova a bordo dell’elicottero, pilotato dal comandante Rodrigo – crivella di colpi il colombiano con un mitra. Fine dunque del clan di Medellín, anche se a MISTER NO rimane la rabbia di non aver potuto mettere le mani su Vicente Fierro, l’unico dei colombiani a farla franca.

Galindez uccide vigliaccamente Pamanè – MNO Speciale n. 17, p. 143

Sebbene si dimostri una vera carogna (uccide Pamanè a sangue freddo, dopo che questi è già stato ferito dai suoi uomini), Moreno Galindez rimane un personaggio di scarso spessore, un villain senza dubbio meno riuscito del suo predecessore MEDINA. Meritava comunque di essere inserito nell’Atlante perché, con la sua morte, si chiude la sfida tra MISTER NO e il clan dei colombiani, iniziata nella storia Qualcosa è cambiato (G. Nolitta [sog.&scen.]- D. e S. Di Vitto [dis.], nn. 364-366) e proseguita in Agguato al “Victoria” (G. Nolitta [sog.&scen.] – F. Civitelli/R. Diso [dis.], nn. 369-370).


Mister No pesta Galindez – MNO Speciale n. 17, p. 150
 


GARIMPEIROS 
 
Così vengono chiamati in BRASILE i cercatori d’oro e i cercatori di diamanti (dalla parola garimpo, che indica un giacimento aurifero o diamantifero). In AMAZZONIA, i garimpeiros rappresentano un autentico flagello, sia per gli indios che per l’ecosistema della foresta. Fin dagli anni Settanta dello scorso secolo, orde di cercatori d’oro hanno invaso le riserve indigene, commettendo numerose violenze sui nativi (è accaduto, ad esempio, con i YANOAMA); inoltre, gli indios hanno contratto dai garimpeiros alcune malattie - morbillo, malaria, tubercolosi ecc. - rivelatesi per loro fatali. Come se ciò non bastasse, i garimpeiros sono tra i maggiori inquinatori della giungla, perché il mercurio da essi utilizzato per separare l’oro dai metalli vili finisce nelle falde acquifere e nei fiumi, avvelenando i pesci e, di conseguenza, gli animali e gli esseri umani che li mangiano (tra cui, per ironia della sorte, gli stessi cercatori d’oro).


Copertina di Mister No n. 137, ottobre 1986. Disegno di Diso.


Zé Rodriguez, un garimpeiro perbene – MNO 136, p. 69


Nella saga misternoiana sono comparsi molti garimpeiros, sia buoni che cattivi. Tra i primi, bisogna citare il venezuelano Carlos GOMEZ (che, però, è più precisamente un diamantero: questo, infatti, è il termine con cui nei Paesi sudamericani di lingua spagnola vengono chiamati i cercatori di diamanti), il giovanissimo Santiago ARIAS e Zé Rodriguez. Quest’ultimo compare ne La miniera della paura (A. Castelli [sog.&scen.] – R. Taito [dis.], nn. 136-138), episodio ambientato a Serra Pelada, una gigantesca miniera d’oro a cielo aperto, situata nello Stato brasiliano del Pará. La storia si svolge negli anni Cinquanta, il decennio di MISTER NO; nella realtà, invece, i giacimenti di Serra Pelada furono scoperti solo nel 1979 e il suo sfruttamento raggiunse l’apice a metà degli anni Ottanta, cioè all’epoca della pubblicazione dell’avventura (che uscì precisamente tra settembre e novembre del 1986) Licenze narrative a parte, Castelli ha saputo mostrare in maniera molto realistica le terribili condizioni di vita dei garimpeiros di Serra Pelada, i quali non sono altro che dei poveri sfruttati. Infatti, oltre a spaccarsi la schiena tutto il giorno, subiscono i soprusi di O BISPO e dello spietato colonnello de Moura, i quali dettano legge nella zona e s’impadroniscono dei giacimenti con la forza. 

I garimpeiros di Serra Pelada, simili ai dannati di una bolgia dantesca – MNO 136, p. 77

I garimpeiros di Serra Pelada visti dal disegnatore americano Clarence Schumaker.


 Il coraggioso Zé Rodriguez si ribella e riesce a denunciare, grazie all’aiuto di MISTER NO, i due sfruttatori alle autorità brasiliane, ma la situazione dei garimpeiros non cambia, anzi: peggiora. Allora, sapete cosa hanno fatto quei figli di buona donna? - racconta, nel finale dell’episodio, MISTER NO alle amiche IRENE, MADDALENA E MARIA – […] Hanno nazionalizzato tutto… offrendo ai minatori percentuali ancora più esigue di quelle pagate dal “colonnello”… . Lo stesso Zé Rodriguez, che sperava di arricchirsi con la sua concessione, deve dire addio ai suoi sogni di ricchezza: Oro…puah! E’ bastato sì e no per pagare le attrezzature che avevo preso a credito!. Un altro garimpeiro buono che merita di venire menzionato è Bento, il quale, in Juanito il ribelle (S. Marzorati [sog.&scen.] – S. e D. Di Vitto [dis.], nn. 307-308), si batte valorosamente, a fianco di MISTER NO, contro gli indios comandati dal vendicativo guerriero che dà il titolo alla storia. 


Copertina di Mister No n. 239, aprile 1995. Disegno di Diso.

Il garimpeiro Hauser e i suoi compagni scherzano dopo aver massacrato un’intera tribù Yanoama – MNO 240, p. 30

 
Passando invece ai garimpeiros cattivi, è doveroso citare, per la loro incredibile crudeltà, quelli dell’episodio Razza selvaggia (M. Colombo [sog.&scen.] – O. Suarez [dis.], nn. 239-240). Essi sono: Hauser, il capo; l’indio Rubio; Garrota, chiamato così perché ama uccidere le sue vittime strangolandole con un laccio; Ricamo, il quale usa come arma un affilato rasoio e deve il suo soprannome alle vistose cicatrici che gli solcano il volto; Morfina, un reduce tedesco che si droga per lenire le vecchie ferite di guerra; Antoine, un ex legionario armato di mitra; Roccia, un autentico colosso dotato di una forza e di una resistenza fisica impressionanti. Responsabili del massacro di un intero villaggio YANOAMA, compiuto perché un indio della tribù aveva rubato loro un sacchetto di pepite d’oro (le lacrime di sole), i sette braccano nella selva MISTER NO e il suo cliente, il fotoreporter Leo Korda (il cui nome è un chiaro omaggio al famoso fotografo cubano Alberto Korda).

Il fotoreporter Korda uccide Garrota, ma viene colpito da Hauser – MNO 240, p. 87


Quest’ultimo, giunto in AMAZZONIA per realizzare un servizio fotografico con cui sogna di vincere il premio Pulitzer, fotografa di nascosto i garimpeiros mentre compiono la strage, ma si fa scoprire e deve fuggire assieme a MISTER NO. Alla fine, dopo varie peripezie, il pilota e Korda riescono ad avere la meglio sui feroci avversari, ma il fotografo, ferito al petto da Hauser, capisce di essere spacciato. Negli ultimi minuti di vita che gli restano, Korda dice con amara ironia a MISTER NO che non vincerà nessun premio Pulitzer perché non esiste alcuna foto del massacro compiuto dai garimpeiros: mentre cercavano di sfuggire a questi ultimi, egli ha infatti scoperto di aver dimenticato di caricare la sua Leika. Korda chiede al pilota un ultimo favore, e cioè di fotografarlo mentre esala l’ultimo respiro, e il Nostro lo esaudisce (le foto finiranno poi su una rivista americana, la famosa Life, vendute a questa dai poliziotti di MANAUS, cui MISTER NO aveva consegnato il rullino). Bisogna aggiungere che il fotoreporter e il pur esperto MISTER NO non la spunterebbero contro i garimpeiros senza l’inaspettato aiuto dell’unico YANOAMA scampato (miracolosamente) alla strage. Questi uccide prima Morfina, rimasto nel villaggio per iniettarsi la droga che gli dà il soprannome; poi uccide Rubio e infine, cattura Hauser, che ritrova privo di sensi perché questi è precipitato da un dirupo per sfuggire a MISTER NO. Immobilizzato il garimpeiro, l’indio gli lancia sul petto le pepite a causa delle quali la sua gente è stata trucidata, e con il suo machete lo uccide. Altri garimpeiros malvagi compaiono in storie quali Il sentiero della vendetta (L. Mignacco [sog.&scen.] – S. e D. Di Vitto [dis.], nn. 205-207), la già citata Juanito il ribelle, Giustizia Yanoama (M. Masiero [sog.&scen.] – O. Suarez [dis.], nn. 352-354), Atterraggio forzato (M. Del Freo e L. Mignacco [sog.&scen.] – E. Colonnese/F. Busticchi e L. Paesani [dis.], nn. 362-363).


Il garimpeiro rapinatore Adilson Fonseca – Storie Avventurose (Comic Art, 1995) n. 96, p. 46


Una figura in chiaroscuro, cioè un personaggio che non è esattamente un buono ma nemmeno un vero cattivo, è invece Adilson Fonseca, che compare in Garimpeiros!, una breve avventura della coppia Nolitta-Diso di sole sedici tavole, pubblicata originariamente nel volume Un editore, la nuova avventura (Anafi, 1993) e ristampata, assieme ad altre storie brevi, in Storie Avventurose n. 96 (Comic Art, 1995). Il magro e occhialuto Adilson è un garimpeiro che vive nei pressi del piccolo villaggio minerario di O Periquito, nella selva brasiliana. I suoi cognati Manoel e Ireneu si fanno condurre sul posto da MISTER NO, minacciandolo con una pistola. I due, che hanno urgente bisogno di denaro, intendono derubare Adilson, il quale pare abbia scoperto un ricco giacimento di diamanti, come sembrano dimostrare i trecentomila cruzeiros che invia ogni mese alla famiglia. Adilson, però, non è la vittima inerme che Manoel e Ireneu si aspettavano di trovare: infatti, quando questi ultimi gli puntano contro le loro armi per farsi consegnare il denaro, il garimpeiro afferra rapidamente una pistola, che teneva nascosta, e li uccide. Poi rivela a MISTER NO, sorpreso dalla sua abilità di pistolero, l’amara verità: il suo giacimento non gli ha mai fruttato nulla, e quindi, per poter mantenere la famiglia, si è visto costretto a rapinare – e a volte uccidere - i garimpeiros più fortunati di lui. Adilson domanda al pilota se lo denuncerà per quanto gli ha rivelato, e il Nostro, mentre si allontana nauseato, risponde: Mmm…ci penserò sopra, Adilson. Adesso non vedo l’ora di tornarmene lassù, tra le nubi bianche nel cielo pulito…Questo vostro mondo di garimpo è davvero una schifezza.

Sergio Bonelli e il garimpeiro texiano Walter De Carli sul Rio Madeira – Mister No & Mister Nolitta (Coniglio Editore, 2006 - p. 54)


GENEVIEVE

Bionda, bella e impavida, Genevieve è il capo dei guerriglieri che in Destinazione Haiti (A. Castelli [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 22-24) combattono contro il feroce regime che governa il Paese caraibico. A insegnare a Genevieve le tecniche di guerriglia è stato il suo compagno americano Collins, un ex commilitone di MISTER NO (da non confondere con Jimmy COLLINS, il quale invece è anglo-kenyota). Collins, che in guerra aveva salvato la vita al Nostro, muore a Caracas per effetto di un sortilegio vudu scagliatogli contro dalla sacerdotessa MAMA MATHILDA, complice del regime haitiano. Testimone dell’inquietante morte di Collins è proprio MISTER NO, il quale, per pagare il suo debito di riconoscenza (ricordatogli dall’amico stesso prima di morire), parte per HAITI, atterrando nella capitale Port-au-Prince.


Copertina di Mister No n. 22, marzo 1977. Disegno di Ferri.


Dopo uno spiacevole incontro con il capo della polizia locale, il colonnello KOVACS, che lo obbliga a infiltrarsi come spia tra i ribelli, MISTER NO riesce a contattare questi ultimi, i quali lo conducono da Genevieve. All’inizio, i rapporti tra la donna e MISTER NO non sono per nulla facili: malgrado, infatti, il pilota abbia beffato KOVACS, facendo cadere lui e i suoi uomini in un’imboscata, e malgrado si presenti a Genevieve come amico di Collins e le mostri – a prova di ciò – la foto che la ritrae assieme al suo compagno, essa non si fida e sospetta che MISTER NO collabori con il regime. Il pilota, però, non tarderà a dimostrare a lei e ai suoi guerriglieri di essere un sincero e prezioso sostenitore della loro causa, recuperando, con il suo PIPER, un importante carico d’armi (acquistato da Collins a Caracas), di cui essi non riuscivano a venire in possesso. MISTER NO, inoltre, salverà la stessa Genevieve, che, catturata da KOVACS e consegnata a MAMA MATHILDA, sta per essere sacrificata dalla sacerdotessa nel corso di un rito vudu (rito che il pilota aveva addirittura sognato – un’autentica premonizione - la notte prima di partire per HAITI).

Genevieve, bellissima guerrigliera – MNO 23, p. 3


 
Tra i momenti che vedono protagonista l’avvenente guerrigliera, spiccano: la scena in cui Genevieve, baciata sulla guancia da MISTER NO, afferra il pilota da un braccio e lo atterra: Non ho mai potuto sopportare i dongiovanni da strapazzo!; la sequenza dell’assalto all’aeroporto di Port-au-Prince, dove Genevieve – accompagnata da MISTER NO e dai suoi uomini - uccide una delle guardie con il suo pugnale: Mi spiace, amico…ma la nostra è una guerra senza quartiere!...; il brutale interrogatorio cui la sottopone KOVACS, che spegne il suo cigarillo sulla pelle della guerrigliera. Genevieve non solo resiste stoicamente alla tortura, senza rivelare al colonnello dove si trova il quartier generale dei ribelli, ma mette in crisi il suo aguzzino, rinfacciandogli la dipendenza dalla cocaina: Siete un verme, Kovacs… un verme assetato di potenza che ha bisogno di stimolanti per credere di realizzarsi…senza la vostra droga, Kovacs, sareste una nullità!. Merita una menzione, inoltre, la scena conclusiva della storia, che ha luogo nel campo base dei guerriglieri e mostra Genevieve dare un bacio sulla guancia a MISTER NO. Ehi, ehi! Ti rammento che se io fossi un tipo vendicativo, - le dice il pilota - dovrei farti volare a tre metri di distanza come hai fatto tu con me… ma poiché ho abolito la parola “vendetta” dal mio vocabolario… …porgo l’altra guancia!. Detto questo, il pilota la bacia sulla bocca, tra le risate dei ribelli.


Genevieve dimostra di essere un’abile combattente – MNO 23, p. 37

 
Curiosità: Dopo Destinazione Haiti, Genevieve non è più comparsa – purtroppo - nella saga misternoiana, ma nell’episodio Allarme a bordo (A. Castelli [sog.&scen.] – V. Muzzi [dis.], nn. 113-115) ritroviamo Cesar, il suo luogotenente. Assieme ad altri guerriglieri, Cesar assalta una motovedetta haitiana, che poco prima aveva tratto in salvo MISTER NO, finito in mare dopo essere precipitato dalla nave Merci Dieu (vedi CUBA). Il pilota, però, era stato riconosciuto dal marconista, che due anni prima era rimasto monco in seguito all’irruzione dei ribelli nell’aeroporto di Port-au-Prince. L’intervento di Cesar – che non immaginava certo di trovare sull’imbarcazione l’amico pilota - salva MISTER NO da una morte terribile: il suddetto marconista, infatti, stava torturando il Nostro con un rasoio. In seguito, un elicottero dei governativi cerca di affondare la motovedetta, ormai in mano ai guerriglieri, ma MISTER NO, arrampicandosi sull’albero della nave, colpisce con una scarica di mitra lo stabilizzatore dell’elicottero, che precipita in acqua e esplode. Il pilota viene infine sbarcato da Cesar sulla costa cubana.

Il bacio finale tra Mister No e Genevieve – MNO 24, p. 30



GETULIO

Tassista di BAHIA legato a MISTER NO da una solida amicizia. Come scrive Angelo Palumbo a p. 5 di Mister No Index Illustrato Albi Fuori Serie 1 (Paolo Ferriani Editore, Inverno 2005-2006), Getulio rappresenta quei personaggi umili ma ricchi di umanità su cui il pilota esercita un forte ascendente: persone semplici che, al momento giusto, si rivelano amici autentici e preziosi. Effettivamente, MISTER NO deve essere molto grato a Getulio: infatti, è solo grazie a lui se, in Magia nera (G. Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], Speciale n. 1), il Nostro non finisce strozzato dallo zombi comandato dal babalão CONGO VEVÉ (cognato del tassista).


Copertina di Mister No Speciale n. 1, luglio 1986. Disegno di Diso.


Salvandolo dallo zombi, Getulio salda il suo debito nei confronti di MISTER NO, il quale, tempo prima, gli aveva salvato la vita, estraendogli dal corpo un proiettile. In quella che è la prima storia dove Getulio compare, si fa ricordare la risposta che il tassista dà al babalão quando questi, riferendosi al pilota, gli domanda: Garantisci tu per lui? Mi garantisci che manterrà il segreto di questa notte? (l’uccisione, per mano dello zombi, del professor Polansky, che aveva sfidato CONGO VEVÉ). Ne garantisco come di me stesso, Congo Vevè! – risponde Getulio - Puoi fidarti: è un vero uomo lui… …ed è come uno di noi, come il migliore di noi, anzi!.

Getulio dona a Mister No la pallottola che quest’ultimo gli estrasse – MNO Speciale n. 1, p. 83

Sempre in Magia nera, sono curiose le parole che Getulio dice a MISTER NO riguardo a CONGO VEVÉ: Tutti ne parlano come del diavolo in persona perché possiede poteri straordinari, ma ti assicuro che non è poi tanto cattivo… Lui è mio cognato, Mister No, e ti assicuro che mia sorella la tratta assai bene: non la picchia quasi mai!.
Il simpatico tassista baiano ricompare, ma in ruoli marginalissimi, nelle storie Il re del Sertão (G. Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], Speciale n. 3) e I ribelli del Sertão (L. Mignacco [sog.&scen.] – O. Suarez [dis.], nn. 286-287).

Getulio e Mister No al Pelourinho, quartiere popolare di Bahia – MNO 286, p. 5



GIAGUARO

Noto in BRASILE come onça, il giaguaro è il più grande felino del Nuovo Mondo, potendo raggiungere una lunghezza di due metri e un peso di centocinquanta chili. Al pari dell’ANACONDA e del CAIMANO, questo formidabile predatore è protagonista di diversi scontri con MISTER NO e altri personaggi della serie. Il primo, emozionante match tra il nostro Jerry Drake e il re della selva ha luogo nella storia I cacciatori di teste (G. Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], nn. 31-33), e vede MISTER NO lottare, armato di pugnale, con un feroce giaguaro femmina, che sembra voler vendicare il compagno, ucciso poco prima dal cliente del pilota, Daniel MURDOCK. MISTER NO, intervenuto proprio per salvare Daniel dalla furia della belva, esce vincitore dallo scontro e ironizza sul sesso del giaguaro (Era una femmina e come tale ha usato bene le sue unghie), ma le numerose ferite procurategli dal felino lo mettono subito fuori causa.

Copertina di Mister No n. 32, gennaio 1978. Disegno di Ferri.

Mister No lotta con il giaguaro – MNO 32, p. 90


Per attenuargli il dolore, Jorge BECERRA somministra a MISTER NO una potente droga che gli procura allucinazioni dapprima terribili (il pilota rivive le torture subite in guerra a opera dei giapponesi), poi piacevoli (la visione della bella cantante blues Brenda). Per rimettersi completamente - e questo solo grazie alle cure dello sciamano dei JIVARO, il vecchio Tuki - saranno necessari ben cinque giorni. Altri scontri fra la onça e il pilota avvengono in Giungla! (T. Sclavi [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], n. 100), dove Patricia ROWLAND salva MISTER NO da un giaguaro nero (la cosiddetta onça preta); La foresta dei mutanti (L. Grecchi [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], nn 143-145), dove il pilota uccide, con il suo revolver, un giaguaro penetrato nel villaggio degli indios Suiá, salvando il figlioletto del capotribù; Segni diabolici (L. Mignacco [sog.&scen.] – F. Bignotti, nn. 203-204), in cui il Nostro uccide a pugnalate un giaguaro che ha assalito l’amico ESSE-ESSE.

Copertina di Mister No n. 155, aprile 1988. Disegno di Diso.

La onça contro lo zagaieiro – MNO 155, p. 98


Per quanto riguarda invece le lotte fra il giaguaro e altri personaggi della saga, è d’obbligo citare quella con l’indio MUPUKU ne Il torrente nascosto (C. Nizzi [sog.&scen.] – F. Civitelli [dis.], nn. 80-84) e quella, altamente spettacolare e drammatica, che ha luogo in Sfida al Pantanal (G. Nolitta [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto [dis.], nn. 155-159), nella quale si fronteggiano un jaguaretè (ovvero un esemplare di giaguaro particolarmente feroce) e lo ZAGAIEIRO Manoel Brandão, acerrimo avversario di MISTER NO. Un’altra storia in cui la presenza del giaguaro si fa ricordare, ma stavolta per motivi diversi rispetto a quelli sopracitati, è Serra dos cobras (A. Capone e G. Nolitta [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto [dis.], nn. 128-130). Nel finale di quest’avventura, MISTER NO sferra un rabbioso pugno all’uccisore del giaguaro con cui egli si era poco prima confrontato. Quando il cacciatore, un povero mezzosangue accompagnato da moglie e figli, spiega al pilota che, vendendo la pelle del felino, potrà sfamare la sua famiglia, MISTER NO, sebbene ancora dispiaciuto per la morte della belva, si scusa con lui e gli regala del denaro. 

L’uccisione di un giaguaro fa infuriare Mister No – MNO 130, p. 86

 
Oltre alle suddette apparizioni, a testimoniare l’importanza che questo predatore riveste nella saga misternoiana è un dato molto eloquente: tra tutti gli animali citati in questo Atlante, la onça è quello più raffigurato sia sulle copertine che nelle storie. Il giaguaro, infatti, non solo è presente in quattro cover (nn. 81, 156, 362, e Speciale n. 2), ma in numerose vignette di altrettanto numerosi albi, ritratto negli atteggiamenti e nelle situazioni più diverse: ad esempio, sulla riva di un fiume (n. 367, p. 58, v. 3); nello zoo di MANAUS (n. 92, pp. 48-49); mentre balza sulla preda o la sta divorando (n. 6, p. 58; n. 295, p. 62, v. 5 e p. 66, v. 3 ecc.); mentre insidia una scimmia (n. 309, p. 5, v. 2; n. 312, p. 7, v. 3 ecc.); mentre riposa su un albero (n. 100, p. 11, v. 3; n. 280, p. 44, v. 2; n. 300, p.; n. 361, p. 6, v. 2; n. 365, p. 80, v. 1; Speciale n. 17, p. 42, v. 1 ecc.); mentre, sempre stando su un albero, osserva cosa succede nei dintorni (n. 137, p. 60, v. 4; n. 239, p. 66, v. 3 e p. 95, v. 4; n. 288, p. 12, v. 3 e 4; n. 296, pp. 84-85; Speciale n. 19, p. 66, v. 5); mentre si aggira nella selva (n. 124, p. 93, v. 3; n. 233, p. 9, v. 5); mentre si abbevera (n. 138, p. 7, v. 2; n. 200, p. 7, v. 1); mentre sta su una roccia (n. 207, p. 91, v. 3); mentre gioca con il suo cucciolo (n. 304, p. 20, v. 4). 

Un’agile onça balza sulla preda – MNO 6, p. 58

 
Curiosità: In Sudamerica, oltre al giaguaro, vive un altro grosso felino, il puma, che però è comparso solo in due storie del pilota: La miniera della paura (A. Castelli [sog.&scen.] – R. Taito, nn. 136-138) e La leggenda di Butch Cassidy (L. Mignacco [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], nn. 214-215). Si tratta comunque di apparizioni significative, e per questo motivo meritano di essere menzionate. Ne La miniera della paura, un feroce puma diventa l’involontario alleato di MISTER NO, aggredendo due degli scagnozzi del colonnello de Moura (vedi O BISPO; GARIMPEIROS): il primo di essi viene colpito per errore, mentre il felino gli sta addosso, da uno dei suoi compagni; il secondo, proprio colui che ha sparato, viene invece ucciso dal felino, che è poi abbattuto con una fucilata. Ne La leggenda di Butch Cassidy, episodio ambientato in PATAGONIA, un altro puma – raffigurato sulla copertina del n. 215 – appare all’improvviso sul Cerro de los indios (la montagna sacra degli indios patagonici), proprio mentre MISTER NO e il giornalista-cowboy Parker stanno percorrendo a cavallo uno stretto corridoio roccioso, oltre il quale c’è il vuoto. Spaventato dal felino, il cavallo montato da MISTER NO - che si chiama Palomino - si mette a correre e inciampa, sbalzando di sella il pilota e facendolo volare verso il precipizio: il Nostro riesce a salvarsi prima aggrappandosi a un arbusto che sporge dalla roccia e poi grazie a Parker, che gli lancia una corda. Il povero Palomino, però, ha una zampa spezzata, e MISTER NO è costretto a ucciderlo per risparmiargli inutili sofferenze. Una scena in puro stile western.

Un magnifico esemplare di giaguaro.

GIUSTIZIERE DI BONAMPAK

Tra gli assassini mascherati che compaiono nella serie, il giustiziere di Bonampak – apparso nella storia omonima (G. Nolitta [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 149-152) – è, assieme al poliziotto vendicatore che agisce nei cantieri di BRASILIA in Sentenze di morte (L. Mignacco [sog.&scen.] – M. Bianchini [dis.], nn. 207-208), quello che è mosso dalle motivazioni meno discutibili. Difendere i Lacandones, gli ultimi discendenti dei MAYA, dalla violenza dei bianchi è infatti la ragione che spinge l’insospettabile Teddy Wilson - laureando in archeologia all’Università di Princeton e ospite, a San Cristobal de Las Casas (Chiapas), degli archeologi Fritz e Terry Bauer - a uccidere, a colpi di lancia, i persecutori del suddetto popolo.

Copertina di Mister No n. 151, dicembre 1987. Disegno di Diso.

L’inquietante apparizione del giustiziere di Bonampak – MNO 151, p. 87


Per far credere ai Lacandones che a proteggerli sia una loro antica divinità, Teddy compie i suoi omicidi travestendosi da Gran Capo di Bonampak, un crudele condottiero raffigurato in un famoso affresco e considerato il difensore della gente MAYA: in questo modo egli spera di infondere nei rassegnati Lacandones la forza di ribellarsi. Le ultime vittime di questo singolare vendicatore sono il cinico Kramer e l’archeologo Lewis Habersham, il quale, pur di ottenere informazioni su un sito MAYA, si è reso responsabile – attraverso le sue guide e il suddetto Kramer, suo vecchio amico - dell’uccisione di alcuni Lacandones. Prima di essere colpito, Habersham spara più volte al giustiziere, ferendolo gravemente.

Le rovine di Bonampak.


MISTER NO – al quale gli uomini dell’archeologo hanno legato le mani perché si è ribellato alle loro violenze nei confronti dei Lacandones – è molto sorpreso nel sentire il giustiziere, a terra sanguinante, chiamarlo per nome, invocare il suo aiuto e addirittura, con le ultime forze rimastegli, alzarsi e liberarlo dalle corde con cui il Nostro era stato legato. MISTER NO si sorprende ancora di più nel riconoscere, sotto l’inquietante maschera del Gran Capo di Bonampak, il giovane studente Teddy, da lui incontrato, all’inizio dell’episodio, a casa dei coniugi Bauer. Teddy rivela al pilota i motivi che lo hanno spinto a diventare il giustiziere di Bonampak, e il pilota fa di tutto, anche con l’aiuto degli stessi Lacandones, per salvare il giovane, ma questi muore. Commovente il finale della storia, con il professor Altman che recita - nel salotto di casa Bauer, davanti a MISTER NO e agli studenti ospitati da Terry e da suo marito - la poesia preferita di Teddy: Gunga Din (1892) di Rudyard Kipling.

Teddy Wilson rivela a Mister No le ragioni che lo hanno spinto a diventare il difensore dei Lacandones – MNO 152, p. 9


GOMEZ, CARLOS

Giovane diamantero venezuelano che, in Chi ha visto Carlos Gomez? (Nolitta [sog.&scen.]-Bignotti [dis.], nn. 27-28), è ricercato da alcuni detective privati, ingaggiati dal ricco Galindo. Essendo Carlos l’ex-fidanzato di Cristina, avvenente moglie di Galindo, quest’ultimo, ossessionato dalla gelosia, vuole farlo assassinare. Uno dei segugi assunti dal milionario è il brasiliano Hugo Brandão, il quale assume a sua volta MISTER NO, raccontandogli una menzogna, e cioè che Carlos Gomez è il nipote di Galindo, e che questi ha ingaggiato lui e gli altri detective per ritrovarlo.


Copertina di Mister No n. 27, agosto 1977. Disegno di Ferri.


Una volta scoperta la verità – rivelata a MISTER NO dalla succitata Cristina, la quale vuole salvare Carlos, di cui è ancora innamorata -, il pilota sarà costretto a uccidere Brandão e, alleandosi con la ragazza, ritroverà Carlos nel villaggio di El Milagro e diventerà una sorta di suo angelo custode. Lo salverà, infatti, dagli altri due segugi che sono sulle sue tracce: il venezuelano Roberto Garcia, che però alla fine si redimerà, e il colombiano Pepe Uranga, che invece finirà divorato dai PIRANHA

Carlos Gomez – MNO 28, p. 29
 


Carlos con la fidanzata Cristina – MNO 28, p. 30


GUADALCANAL

Isola dell’Oceano Pacifico, facente parte dell’arcipelago delle Salomone. Durante la SECONDA GUERRA MONDIALE, precisamente tra il 7 agosto 1942 e il 9 febbraio 1943, vi ebbe luogo una sanguinosa battaglia – combattuta sia in mare che in terra e in aria - tra americani e giapponesi. A tale battaglia, che rappresentò la prima tappa della vittoriosa campagna degli Alleati nel Pacifico, ha partecipato, ovviamente nella finzione narrativa, anche MISTER NO. In Guadalcanal! (L. Mignacco [sog.&scen.] – F. Busticchi e L. Paesani [dis.], nn. 301-303), il pilota racconta a Patricia ROWLAND, sorpresa che egli sia amico della dottoressa Sandy Wang (entrambe sono giunte a RIO DE JANEIRO con lo stesso aereo), le drammatiche circostanze in cui ha conosciuto quest’ultima.


Copertina di Mister No n. 301, giugno 2000. Disegno di Diso.


I fatti rievocati da MISTER NO si ricollegano a quanto narrato da lui stesso in Prigioniero di guerra (L. Mignacco [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto [dis.], nn. 225-226) e iniziano nel settembre 1942, quando il Nostro viene rispedito nella sua vecchia compagnia di fanteria, a Guadalcanal. Qui, oltre a ritrovare i commilitoni Alan CHAMBERS e Phil MULLIGAN, fa la conoscenza del duro Steve MALLORY. Con essi, MISTER NO combatte nella fitta giungla e nelle paludi dell’isola, espugnando i bunker giapponesi e impegnandosi in sanguinosi corpo a corpo con i soldati dell’Imperatore. L’affiatato quartetto - che dopo ogni missione si riposa, assieme al resto della truppa, nella base di Henderson Field - viene incaricato di recuperare il colonnello Richard Stark, un pezzo grosso del servizio segreto dell’esercito, disperso nella giungla dopo che il caccia su cui viaggiava è stato abbattuto dagli Zero giapponesi. MISTER NO e i suoi tre commilitoni riescono nell’impresa e Stark, che ha molta fiducia nelle loro capacità, li sceglie per un’importante missione dietro le linee nemiche: rintracciare, assieme a lui, il fisico Leon Kaplan, nascosto in una delle tante isole dell’arcipelago di Loa, in Micronesia. Kaplan - che vive assieme alla moglie giapponese Reiko, al loro figlioletto e alla giovanissima Sandy (la futura dottoressa Wang), che Reiko ha avuto dal precedente marito - viene ritrovato dai Nostri grazie all’aiuto della guida indigena Taraw e alle informazioni fornite loro dal capo del villaggio dove Kaplan ha vissuto poco tempo prima.

Mister No e i suoi commilitoni sbarcano a Guadalcanal – MNO 301, p. 22


Essendo però un convinto pacifista, lo scienziato rifiuta la proposta di Stark di ritornare in patria e riprendere i suoi studi sulla fabbricazione della bomba atomica, con la quale gli americani contano di vincere la guerra. Stark non si dà per vinto e quando Kaplan finge la sua morte per sfuggire ai giapponesi, rifugiandosi in una caverna, lo ritrova nuovamente, con l’intenzione stavolta di sequestrarlo con tutta la famiglia. MISTER NO, però, si ribella agli ordini del colonnello, e questi è deciso a sparargli, ma proprio nel momento in cui sta per premere il grilletto viene ucciso da Taraw.


Marines a Guadalcanal.


Questi convince i quattro americani a raccontare ai loro superiori, una volta tornati a Guadalcanal, che Kaplan è morto, con moglie e figli, nel rogo della sua casa, colpita dalle bombe giapponesi; e che Stark è caduto combattendo contro il nemico. Seppellito Stark nella caverna, MISTER NO e i suoi compagni si congedano da Kaplan e dai suoi famigliari (i quali raggiungeranno poi un atollo sperduto per vivere finalmente in pace) e giunti a Guadalcanal, vengono sottoposti a una serie di interrogatori. Poiché hanno studiato bene la loro versione, i quattro vengono alla fine creduti.


Mister No (armato di bazooka) va all’assalto di un bunker giapponese – MNO 301, p. 42

Kaplan e il colonnello Stark – MNO 303, p. 60

GUARIBOS

Tribù amazzonica stanziata nella regione delle sorgenti dell’Orinoco, tra BRASILE e VENEZUELA. I Guaribos sono i primi indios che compaiono nella serie: il pilota infatti li incontra, o meglio: li affronta, nel primissimo episodio, Mister No (G. Nolitta [sog.&scen.] – G. Ferri [dis.], nn. 1-2). Gli indios, molto bellicosi, catturano MISTER NO e il suo cliente Sam TUCKER, mentre stanno ispezionando i rottami di un Catalina, un aereo, precipitato nella giungla alcuni mesi prima, che trasportava un carico di diamanti.


Copertina di Mister No n. 1, giugno 1975. Disegno di Ferri.




I due vengono condotti nel villaggio, dove vive un altro bianco, Clark Jackson, unico sopravvissuto dell’equipaggio del Catalina. Per il fatto di essere sceso dal cielo e di essere capace – con i medicinali trovati a bordo dell’aereo – di curare i Guaribos, Jackson e’ stato accolto dagli indios come una sorta di divinità, ma gli viene impedito di lasciare il villaggio. Facendosi largo con il suo mitra e portando con sé lo zaino contenente i diamanti che il Catalina trasportava, Jackson riesce a scappare assieme a TUCKER e al pilota (il quale vorrebbe opporsi all’uccisione degli indios). Dopo aver cercato di sbarazzarsi dei suoi compagni, l’infido Jackson raggiunge il PIPER di MISTER NO, ma viene ucciso dai Guaribos. Quando anche MISTER NO e TUCKER raggiungono l’aereo, gli indios li attaccano; i due, però, riparandosi sotto il PIPER e respingendo i loro assalti con il mitra di Jackson, riescono a salire al bordo del velivolo. Sebbene con qualche difficoltà, il pilota mette in moto il suo capriccioso PIPER, e dopo che TUCKER si è sbarazzato dell’ultimo, ostinato Guaribo, l’aereo finalmente decolla.

Momenti di vita quotidiana nel villaggio dei Guaribos – MNO 1, p. 46

Guaribos all’attacco – MNO 1, p. 69

I fieri Guaribos ricompaiono ne Il tesoro maledetto (L. Mignacco [sog.&scen.] – F. Busticchi e L. Paesani [dis.], Speciale n. 16), ma solo all’interno di un breve flashback che ripercorre gli eventi accaduti in Mister No: questo Speciale, infatti, si ricollega a quanto narrato da Nolitta nel primo numero della serie.


Massimo Capalbo

N.B. Trovate i link a tutte le altre lettere dell'Atlante di Mister No recandovi sulla Bussola!

3 commenti:

  1. Sergio Bonelli è irriconoscibile! °_O XD
    DH è il folgorante debutto di Castelli su Mister No. Più a suo agio quì che su Zagor. In quel periodo per lo spiritoconlascure sceneggiò "La minaccia verde". Che differenza!
    "I cacciatori di teste" fu una delle pochissime avventure di MN che lessi da ragazzino e m' impressionò molto! O_O Oggi glie ne preferisco altre, ma la trovo pur sempre una buona avventura. Magari un po troppo didascalica. Il bello di una serie come MN comunque era il uso intento documentaristico senza essere pedante e noioso, anzi riuscendoti a coinvolgere e a trasportare negli splendidi paesaggi del centro-sud america! ^^

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  2. "I cacciatori di teste" è la mia seconda storia misternoiana preferita (la prima è "Ananga").

    "Il bello di una serie come MN comunque era il uso intento documentaristico senza essere pedante e noioso, anzi riuscendoti a coinvolgere e a trasportare negli splendidi paesaggi del centro-sud america!"
    Credo che il tipico documentarismo nolittiano fu una delle principali ragioni del successo di Mister No.

    RispondiElimina

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