giovedì 10 gennaio 2013

PINK POWER: ZAGOR E LE AMAZZONI

La superdonna e l'elisir di lunga vita

di Francesco Manetti

I post dedicati da Dime Web all'avventura zagoriana scritta da Mignacco e illustrata da Ferri, pubblicata su Zagor Gigante 565, 566 e 567 (corrispondenti a Zenith 616, 617 e 618, dall'agosto all'ottobre 2012), sono da mesi in cima alle nostre classifiche, grazie soprattutto alla geniale trovata dell'omaggio alle copertine di Mister No, che Giampiero Belardinelli ha sviscerato vignetta per vignetta!


Una recente foto di Moreno Burattini.


Stesso giorno, stesso luogo! Mauro Laurenti fotografato da Moreno Burattini.



Eccoci ora a parlare dell'episodio successivo, sempre ambientato nel panorama brasiliano, scritto da Moreno Burattini e disegnato da Mauro Laurenti. La protagonista assoluta della storia è la donna. Da sempre sensibile al lato romantico dello Spirito con la Scure, fin dai tempi dello speciale Collezionare dedicato al personaggio di Nolitta e del conseguente volume della Glamour (si veda a tal proposito il post dedicato alla Strega), lo sceneggiatore e curatore della serie Burattini - complice un sempre più valido Laurenti - arriva quasi a deificare l'altra metà del cielo. In questo episodio a "portare i pantaloni" sono sicuramente loro! Sono forti, invincibili, bellissime, giovani, alte, dalla chioma fluente, sensuali, autoritarie, vendicative, giuste. Nel profondo della foresta fluviale si cela quello che rimane di un'antica sorellanza di Atlantide. Da loro, e da altri distaccamenti simili, sparsi in tutto il globo, è scaturito l'archetipo dell'Amazzone, la superdonna che ha ispirato tradizioni orali, racconti, romanzi, tragedie, musiche, film e financo fumetti.


La murchadna ricostruita dagli appassionati di Martin Mystère facenti capo ad agarthi.forumfree.it



Le ultime custodi dell'avamposto sudamericano, armate di murchadna radianti e capaci di accedere a straordinari apparati medicali e futuristici veicoli su monorotaia, hanno accolto fra di loro la magica sensitiva Marie Laveau. Il brave new world governato dalle avvenenti fanciulle è però sull'orlo del crollo: le infrastratture, dopo millenni, stanno cedendo; l'energia che fa ronzare ancestrali computer e preistorici servomeccanismi si sta esaurendo. Per certi versi ci ritroviamo in una realtà attigua a quella del Medio-Mondo immaginato da Stephen King per la sua saga della Torre Nera... un'era dove tutto sta andando in polvere, dove ben poco degli antichi fasti e delle antiche scienze rimane, se non in luoghi pericolosi e tabù, in leggende e in ricordi familiari sempre più sbiaditi.



Il capitolo conclusivo della saga kinghiana della Dark Tower. Il Medio-Mondo in disfacimento dei Pistoleri somiglia molto all'avamposto fatiscente delle Amazzoni brasiliane.




L'epica. Alessandro Magno incontra Talestri, regina delle Amazzoni, sua futura amante.



Zagor, salvato da sicura morte, viene rimodellato a nuova vita; gli vengono persino curate vecchie cicatrici e aggiustati altri piccoli malfunzionamenti corporei. Burattini strizza l'occhio divertito a uno dei paradossi del fumetto seriale "classico": l'eroe che non invecchia mai, anche se il tempo passa, anche se tornano vecchi nemici, anche se si ripresentano situazioni a distanza di anni. L'eroe - in virtù dell'avanzatissima tecnologia atlantidea - riparte così da zero, pronto per altri 50 anni di battaglie. E' il mito della Fonte della Giovinezza che si incarna nella macchina; è una nuova nascita, quasi che Zagor fosse partorito una seconda volta, cullato nell'utero hi-tech delle Amazzoni curandere.
Se il Bene è rappresentato dalla comunità delle donne guerriere affiancate dal Giustiziere di Darkwood, il Male viaggia nella giungla sotto le sembianze di Barranco - uno spietato assassino mosso dal lucro - e del suo datore di lavoro Dorival - un avventuriero che vuol vendicarsi delle Amazzoni perché sfregiato in gioventù dalle loro armi a raggi. Cico, insieme al mite botanico Spruce, cade nelle mani dei criminali e da quel momento è tutta una rincorsa fra liane, insetti, alligatori e piranhas.


Uno dei finali "senza speranza" (solitamente destinati al "cattivo") degli EC Comics. Disegni di Kurtzman.



L'avventura del più puro marchio bonelliano si sposa con il sense of wonder nolittiano reinterpretato da Burattini in chiave moderna con massicce spennellate di fantascienza e horror.
Il finale (prima del nuovo episodio, Sangue su Bahia di Mignacco e Della Monica, del quale parleremo prossimamente) è davvero tipico del fumetto popolare - e sa molto di anni '50, con i "cattivi" costretti al subire la pena del contrappasso, come nella migliore tradizione degli EC Comics, guardati a vista da inflessibili virago che richiamano alla memoria le superbe eroine di Eric Stanton.


L'Amazzone del XX secolo: la donna domina e dominatrice nell'immaginario di Eric Stanton.


La copertina, disegnata da Ferri, per Zagor 567. Ottobre 2012


Zagor Gigante 567
(Zenith 618)
SULLE RIVE DEL GRANDE FIUME
Ottobre 2012
pag. 100, € 2,90
Testi: Luigi Mignacco/Moreno Burattini
Disegni: Gallieno Ferri/Mauro Laurenti
Copertina: Gallieno Ferri
Rubriche: Moreno Burattini




Zagor 568, novembre 2012. Cover di Ferri.

Zagor Gigante 568
(Zenith 619)
LE DONNE GUERRIERE 

Novembre 2012
pag. 100, € 2,90
Testi: Moreno Burattini
Disegni: Mauro Laurenti
Copertina: Gallieno Ferri
Rubriche: Moreno Burattini




Zagor 569, dicembre 2012. Copertina di Ferri.



Zagor Gigante 569
(Zenith 620)
PIRANHAS! 

Dicembre 2012
pag. 100, € 2,90
Testi: Moreno Burattini
Disegni: Mauro Laurenti
Copertina: Gallieno Ferri
Rubriche: Moreno Burattini



Zagor 570, gennaio 2013. Cover di Ferri.


Zagor Gigante 570
(Zenith 621)
SANGUE SU BAHIA 

Gennaio 2013
pag. 100, € 2,90
Testi: Moreno Burattini/Luigi Mignacco
Disegni: Mauro Laurenti/Raffaele Della Monica
Copertina: Gallieno Ferri
Rubriche: Moreno Burattini



Francesco Manetti

N.B. Trovate le altre recensioni bonelliani sul Giorno del Giudizio!

P.S. del 17 gennaio 2013: vi segnalo i commenti che Moreno Burattini, nel suo blog Freddo Cane in Questa Palude dedica a Pink Power. Nel lungo e ben articolato post Moreno si  difende anche dalle critiche che da più parti vengono fatte quando le avventure di Zagor virano un po di più sul filone fantastico. E sfata molte delle dicerie su un futuro Zagor babbo! Meglio di così... Moreno ritorna sull'argomento anche su Twitter e Facebook, con una recensione del volume Gli Archivi Bonelli - Guido Nolitta della Rizzoli da noi commentato in un nostro post, che abbiamo ora aggiornato (F.M.)

16 commenti:

  1. Nella tua ottima recensione, in cui hai colto cose a cui non avevo pensato, trovo calzante l'aver evidenziato l'elogio, da parte dello sceneggiatore e del disegnatore, al mondo femminile... Questo è uno dei punti più apprezzati da quei lettori (credo i più) ormai sdoganati dalla massiccia dose di fiction televisiva statunitense (spesso di alta qualità) alla contaminazione di generi e situazioni narrative cruente, come vediamo nel cattivissimo finale.
    In questo mondo femminile, che sprigiona energia e sensualità, Zagor, come giustamente hai scritto, mostra una determinazione bonelliana e, aggiungo, in alcuni momenti una ferocia howardiana.
    Se l'eroe deve essere epico, come insegna l'intramontabile figura di Ulisse, qui ne troviamo dosi massicce.
    Se posso, prenoto la recensione dell'avventura di Mignacco e Della Monica! ;-)

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    1. Ciao, Giampiero e grazie per l'offerta di collaborazione, automaticamente accettata!

      La donna mi è sembrata davvero il perno attorno al quale Moreno ha scelto di far ruotare l'intreccio della sua bella avventura. Il sapore "classico" (hai parlato non a caso di reminescenze howardiane...) trasuda da ogni pagina del lungo fumetto.

      Se mi è consentita una battuta scherzosa - che spero Moreno, amante del paradosso e dello humor, vorrà perdonarmi - questa è ispirata dalla genetica.
      Se le Amazzoni amazzoniche, per riprodursi, rapiscono gli indios, come fanno a distanza di generazioni (quante, dal disastro di Atlantide? 400?) a essere ancora tutte altissime, dal nasino sottile, di carnagione chiara e dai capelli sottili (e molto spesso biondi)? Scherzo, ovviamente, Moreno! ;-)

      Francesco Manetti

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    2. E grazie, Giampiero, per il link da
      http://www.spiritoconlascure.it/forum/viewtopic.php?t=9128&postdays=0&postorder=asc&start=405

      Francesco

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    3. Ultime considerazioni.

      Come ha scritto giustamente Giampiero, io e Saverio non siamo iscritti a forum (Saverio nemmeno a FB, se è per questo).
      Non so qual'è il motivo. Uno dei miei motivi è che, a causa del mio lavoro principale (quello dal quale attingo il 99% degli sghei) non avrei il tempo di stare sempre online per ribattere e controbattere.

      Ho letto le considerazioni fatte sull'interessantissimo (e consigliatissimo!) forum spiritoconlascure.it e ad alcune rispondo qui (se Giampiero vuole portare all'attenzione del forum zagoriano questo commento sarebbe una gran cosa):

      @Lungo Fucile: mi dispiace di non averti convinto ma ti posso assicurare che non era mia intenzione convincere nessuno, ma solo offrire un mio punto di vista sulla storia!

      @joe7: non credevo di aver dato questa impressione nello scrivere la recensione... Zagor, infatti, è l'unico che non fa da "pedalino alle superdonne". Prostrati davanti a loro (come nella copertina di Stanton che ho messo come illustrazione all'articolo) sono tutti gli altri ometti: i conquistadores, gli indios e i "cattivi".

      @Thunderman: non ho scritto "decifrare" bensì "deificare"! Mi scusino le gentili lettrici di Dime Web, ma non credo che sia possibile (per me almeno!) "decifrare l'altra metà del cielo"! ;-)

      @Kiki Manito: non ho accennato volutamente alla possibile progenie di Zagor. Non mi è chiaro, infatti, dove avrebbero "consumato". E' vero che Zagor si risveglia nudo a letto con Marie, dopo due giorni... Ma, da quanto dice la curandera, sembrerebbero stati due giorni di coma farmaceutico - o quasi! Certo, ci sono tanti altri modi per arrivare all'inseminazione... Ma qui mi fermo, per non scadere nel triviale - o in una grottesca riesumazione del "Topolino tromba"!

      Francesco Manetti

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    4. Caro Francesco,
      ho inserito sul forum spiritoconlascure.it le tue risposte agli utenti; e li ho invitati a venire direttamente qui a postare le proprie considerazioni.

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  2. Burattini è stato anche bravo a far capire come Zagor abbia contribuito alla discendenza delle amazzoni, leggere prima la pag.38 e poi di nuovo la 32, senza però darlo a vedere, rimanendo fedele alla tradizione della serie per quanto riguarda questi aspetti diciamo più personali del protagonista.

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  3. In particolare mi ha colpito il finale con i saluti tra Zagor e Marie, sobrio, senza eccessivi sentimentalismi ma carico di tristezza e pathos. Se Burattini ha deciso di dare una discendenza a Zagor, ciò mi sembra l'apice della rinascita zagoriana iniziata tanti anni fa. Questo aspetto, se confermato, porta definitivamente l'eroe a raggiungere quella dimensione di maturità che ormai lo separa dal personaggio datato degli anni Settanta. In conclusione, Burattini ha avuto, secondo me, un capolavoro di idea!

    Nazzareno Giorgini

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    1. Beh, Nazzareno... se son rose fioriranno e se son figli nasceranno. Il problema si porrà fra nove mesi se il figlio sarà un maschio. Se le Anmazzoni persevereranno nella loro particolare, pacifica interpretazione dell'eugenetica Zagor rischia di vedersi recapitare sulla soglia della capanna nella palude un bel fagottino frignante! :-) Scherzi e battute a parte, ammesso e non concesso che ci sia stato un accoppiamento "fruttifero", credo però che tutto rimarrà fra le righe (come il figlio di Carson), anche nel rispetto della tradizione nolittiana.

      Francesco Manetti

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  4. A me piacerebbe, come ha scritto Nazzareno, che a Zagor nascesse una figlia e che, in qualche modo, nel futuro della serie di questa nascita giungesse un'eco a Darkwood; con tutta sincerità, l'ho già scritto qualche mese fa a Burattini, il nuovo Zagor è ormai sdoganato dall'eredità nolittiana. Il periodo nolittiano è un classico della narrativa popolare, ma se non ci fosse stata la "dolce" rivoluzione di Boselli e Burattini oggi Zagor avrebbe fatto la fine di Mister No. Anche perché quei temi mi sembrano troppo legati agli anni Settanta e quindi non più ripetibili: ripeterli avrebbe sancito sì la "morte" del personaggio!

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    1. Non lo so... Personalmente sono più affezionato al fumetto "cristallizzato", dove all'inizio di ogni nuova avventura si fa un "reset" quasi totale, che al fumetto della "continuity" - anche se mi è sempre piaciuto il nemico che ritorna, il tormentone, etc. Ma questa è una mia opinione personale! E rispetto e apprezzo i gusti e le aspettative di Nazzareno, Giampiero e gli altri. Anche io sarei curioso di vedere cosa fa Zagor con un figlio a Darkwood o con una figlia amazzone. Secondo me il rischio di (s)cadere nel ridicolo sarebbe troppo forte... ma anche questa è una mia opinione: avendoci mangiato la pappa insieme (più o meno...) mi fido ciecamente di Moreno (una delle poche persone sulla faccia della Terra alla quale affiderei il portafoglio - e anche la mia vita) e so che sta operando per il meglio della collana. Davvero!

      Francesco Manetti

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  5. Ovvio, che un figlio o una figlia non dovrebbe invadere la quotidianità darkwoodiana, ma l'eco di questa possibile discendenza dà una potente nota di epicità: e per epicità mi riferisco, tanto per cambiare, ai classici della mitologia omerica. ;-)
    Comunque, questo è il modo con cui mi piace dialogare sul fumetto: con rilassata e gioiosa esposizione di idee... :-)

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  6. Sono un lettore di Zagor dagli anni Ottanta (che comunque apprezzavo) e, all'inizio, ho trovato netto il cambio di ritmo e di linguaggio dall'entrata in scena di Mauro Boselli, in particolare con L'esploratore scomparso. Ho anche apprezzato il lavoro di Moreno Burattini ma, almeno nei primi anni Novanta, preferivo le storie di Boselli. Poi, dalla Terra dei Cherokee, ho notato come Burattini abbia dato al "suo" Zagor una connotazione più dura e sanguigna. Andando agli ultimi due anni, visto che sono anche un lettore (ogni tanto) di supereroi, ho apprezzato il riferimento a miti ancestrali come quelli atlantidei e quel sottofondo epico dato alle storie. Quella con Marie Laveau è inserita in questo filone, che spero venga ampliato in futuro. Ho notato come le sceneggiature di Burattini, in questi anni, siano dotate di una scorrevolezza, nel ritmo nel linguaggio, molto poco "classica" e questo lo noto ancor di più da quando, dallo scorso anno, ho avuto modo di leggere e conoscere per la prima volta, grazie ai volumi di Zagor Collezione Storica, il periodo nolittiano: le storie dei primissimi numeri non mi hanno entusiasmato, poi quelle del periodo cosiddetto d'oro mi sono sembrate belle, anche se il ritmo non era poi diverso da quello toninelliano.

    Lionello Iami

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    1. I ritmi narrativi dei fumetti d'avventura italiani degli anni Cinquanta e Sessanta sono diversi da quelli dei decenni successivi, sicuramente. Moreno si è formato come sceneggiatore a cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta - venendo dal mondo della critica fumettistica. All'inizio la sua impronta era sinceramente più nolittiana - soprattutto nel primo periodo quando la supervisione sulle sue storie (operata da Queirolo) era più ferrea. Erano gli anni in cui Moreno era solo uno degli sceneggiatori - con Toninelli e Capone. Col passare del tempo - e con l'addio di Toninelli e Capone, che uscirono da Bonelli per seguire propri progetti - Burattini si è imposto come scrittore principale della serie, alla pari con Boselli, per poi diventarne addirittura il curatore, quando quest'ultimo fu assorbito completamente da Dampyr e da Tex. Oggi - e non da oggi - Moreno è enormemente più libero con i testi di quello che è sempre stato fin da ragazzino il suo personaggio preferito e sta dando a Zagor un marchio autonomo e più moderno. Se leggi l'intervista a Nolitta nella versione integrale del 1989 - che abbiamo recuperato qui su Dime Web - vedrai come i cross over e la continuity fossero in quell'epoca visti con grande sospetto e diffidenza dall'editore. Poi le cose sono cambiate, nei gusti stessi di Bonelli, e le varie collane si sono maggiormente legate fra loro (per non parlare delle avventure all'interno di una stessa serie). Atlantide e il legame con l'universo di Darkwood nascono sulle pagine di Martin Mystère e si sviluppano su quelle di Zagor - non per opera di Burattini. Oggi occorre tenerne conto e Burattini lo ha fatto in maniera secondo me egregia. Le critiche - soprattutto sul web - sono state tante e anche accese... Ma non riesco a capirle fino in fondo - seppur rispettandole. Infatti, se da decenni si digeriscono senza fiatare gli inestricabili e complicatissimi collegamenti fra collane nel fumetto statunitense, come può un minimo accenno in tal senso nel fumetto italiano provocare così tanti mal di pancia?

      Francesco Manetti

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    2. Quoto! Leggendo un' intervista del Sergione del 98 invece dice che era diffidente sulle miniserie! XD

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  7. Già, Zagor da tempo è ormai un fumetto con una personalità autonoma e vedo come la scrittura di Burattini non si ripete mai e, ogni quattro/cinque anni, ho notato come l'autore abbia utilizzato nuovi stilemi cambiando direzione. Se guardiamo indietro e pensiamo a storie come L'abbazia del mistero o L'uomo con il fucile, e poi magari le mettiamo a confronto con La progenie del male o Sulle rive del grande fiume, si nota la netta differenza; eppure entrambe le coppie di storie sono dei gioiellini. Questo è quello che, da osservatore attento anche della realtà narrativa televisiva e non, mi fa stare tranquillo per il proseguo della collana.

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