sabato 1 novembre 2025

SECRET ORIGINS: TEX CLASSIC 226

di Saverio Ceri

con la collaborazione di Francesco Bosco e Mauro Scremin

Bentornati a Secret Origins l'appuntamento quattordicinale che ci conduce alla scoperta delle origini delle copertine di Tex Classic e di eventuali altre cover ispirate alle pagine a fumetti dell'albo in edicola.


Su Tex Classic 226 prosegue l'episodio Il ritorno del Drago, realizzato graficamente da Guglielmo Letteri su testi di Gianluigi Bonelli. Le 64 tavole di questo Classic vennero pubblicate per la prima volta sui numeri 110 e 111 di Tex, usciti a cavallo di due decenni, ovvero nel dicembre 1969 e nel gennaio 1970. 
L'illustrazione di copertina del Classic 226, opera di Claudio Villa, è ispirata proprio a questo episodio, anche se sarebbe stata più adatta per il numero precedente, visto che la vignetta, verosimilmente ispiratrice del disegnatore comasco, è apparsa nelle ultime pagine del Classic 225.
Gli elementi della cover di Villa li ritroviamo tutti in questa striscia di Letteri: il cinese con la sciabola, il mascherone, il vaso col dragone e Tex pistola in pugno. Il copertinista di Tex ovviamente ci mette del suo per rendere accattivante l'illustrazione: Tex non appare in vantaggio sul suo avversario come nella vignetta di Letteri, ma al contrario si trova in posizione di pericolo visto che sta per essere colpito alle spalle. Il disegno di Villa venne realizzato come miniposter per Tex Nuova Ristampa 66 nell'agosto del 2001.

I primi a trasformare questa illustrazione in copertina furono i brasiliani della Mythos nell'agosto 2007 per il secondo e ultimo numero della miniserie O Veneno do Cobra, che pubblicava nel paese sudamericano l'ultima storia di Letteri, apparsa in Italia sul decimo Maxi Tex dell'ottobre 2006.


Anche i croati della Libellus hanno utilizzato questa illustrazione come copertina, precisamente per il numero 132 della collana Tex Biblioteka, uscito nel novembre 2023. Anche l'episodio contenuto nel volume croato è a suo modo storico nella vicenda editoriale di Tex. Si tratta de La tragedia della "Shangai-Lady" apparso sui numeri 309 e 310 della serie regolare, disegnato sempre da Letteri, scritto da G.L. Bonelli, su soggetto non accreditato di Boselli. Fu il primo contributo del buon Mauro alla saga di Tex. Alla realizzazione dell'episodio, sempre nell'ombra, parteciparono anche Giorgio Bonelli, fratello di Sergio e figlio di G.L, e addirittura Tiziano Sclavi.  


Questo Classic contiene la scena della rocambolesca fuga del "Drago" che è stata buona fonte di ispirazione per Villa che ne ha tratto ben due copertine. Una è già apparsa nella nostra rubrica perché era stata usata come cover di Tex Classic 169L'altra, che racconta un'evento mai accaduto, ovvero Tex che entra nelle segrete del Drago  e lo trova sul suo "trono" -mentre nella storia il ranger arriva nel covo, a Drago fuggito- è divenuta la copertina del Tex Collezione storica a Colori 51 nel 2008.


La copertina è apparsa anche su una collana analoga norvegese.


Andiamo ora a scoprire le origini "segrete" di una copertina Galleppiniana che  avevamo tralasciato in passato in attesa venisse usata su questa collana, e che in realtà non verrà mai usata a questo scopo su questa ristampa, vista l'attuale scelta redazionale di trasformare in copertine del Classic, i mini-poster di Villa realizzati per Tex Nuova Ristampa. 
Stavolta, grazie alle certosine ricerche di Francesco Bosco e Mauro Scremin, torniamo indietro di settant'anni, fino al giugno del 1955, quando uscì il 17° numero della seconda serie degli Albi d'Oro.


Il sovrano della copertina assiso sul suo trono alato è chiaramente ispirato a una vignetta di Prince Valiant di Hal Foster, contenuta nella tavola domenicale del 2 marzo 1941, in cui il protagonista giunge a cospetto di Lamorack, Re di Tambelaine.


Il parallelo tra la vignetta di Foster ribaltata e la copertina dell'Albo d'Oro di Galep, non lascia dubbi.


Saverio Ceri

N.B. Vi invitiamo a scoprire anche le precedenti puntate di Secret Origins in Cronologie & Index. 

venerdì 17 ottobre 2025

SECRET ORIGINS: TEX CLASSIC 225

di Saverio Ceri

con la collaborazione di Francesco Bosco e Mauro Scremin

Bentornati a Secret Origins l'appuntamento quattordicinale che ci conduce alla scoperta delle origini delle copertine di Tex Classic e di eventuali altre cover ispirate alle pagine a fumetti dell'albo in edicola.


Su Tex Classic 225 prosegue l'episodio Il ritorno del Drago, realizzato graficamente da Guglielmo Letteri su testi di Gianluigi Bonelli. Le 64 tavole di questo Classic vennero pubblicate per la prima volta sul numero 110 di Tex, uscito nel dicembre 1969. 
L'illustrazione di copertina del Classic 225, opera di Claudio Villa, è ispirata proprio a questo episodio, anche se a una scena che vedremo solo nel numero 227, quando la bella Jane rivelerà la sua vera natura. Il disegno del Maestro di Lomazzo venne pubblicato per la prima volta in appendice a Tex Nuova Ristampa 67, come miniposter, nel settembre 2001.


Le vignette che hanno ispirato questa copertina le leggerete tra quattro settimane a pagina 30 del Classic 227. Un piccolo ma importante spoiler per quei lettori che, non avendole mai lette, stanno recuperando le vecchie avventure di Tex grazie a questa collana. 


L'illustrazione di Villa era già stata usata come copertina in Brasile, grazie ai tipi della Mythos, che la scelsero per presentare nelle rivendite carioca il numero 59 della collana Tex Edição Histórica, nel giugno 2003.


In realtà alcune vignette di questo 225° Classic hanno ispirato una copertina di Tex, ma non ne parleremo in questa puntata dato che è stata scelta come cover del prossimo numero.

Andiamo dunque a scoprire le origini "segrete" di una copertina Galleppiniana che  avevamo tralasciato in passato in attesa venisse usata su questa collana, e che in realtà non verrà mai usata a questo scopo su questa ristampa, vista l'attuale scelta redazionale di trasformare in copertine del Classic, i mini-poster di Villa realizzati per Tex Nuova Ristampa. 
Stavolta, grazie alle certosine ricerche di Francesco Bosco e Mauro Scremin, torniamo indietro di oltre settant'anni, fino all'agosto del 1954, quando uscì il 53° numero della prima serie degli Albi d'Oro.


Tex, il cui guardaroba all'epoca era più variegato di quello odierno, appare solo sullo sfondo, lasciando il primo piano a un mountain man attaccato da un cane. Ebbene quella scena Bosco e Scremin l'hanno riconosciuta in una illustrazione di Achille Beltrame per la Domenica del Corriere dell'ottobre 1938. In quel caso il cane interveniva in soccorso dell'uomo attaccato dai rapaci.



Il parallelo tra l'illustrazione di Beltrame e quella di Galep, evidenzia la discendenza della seconda dalla prima.


Saverio Ceri

N.B. Vi invitiamo a scoprire anche le precedenti puntate di Secret Origins in Cronologie & Index.    

martedì 14 ottobre 2025

GUERRE STELLARI PLAY 2017 - A BLAST FROM THE PAST!

di Riccardo Rosati


Riproponiamo con grande piacere su "Dime Web" un servizio di Riccardo Rosati relativo a una mostra romana del 2017 sull'oggettistica di Guerre Stellari. Come ben sanno i nostri lettori (e gli antichi lettori di "Collezionare") la fantascienza e il collezionismo sono da sempre un nostro "pallino"... E dunque: cosa c'è di meglio di qualcosa che unisce questa accoppiata vincente? Buona lettura! (s.c. & f.m.)





Gli appassionati di "Star Wars" ("SW") hanno tempo fino al 29 gennaio 2017, per visitare presso il Complesso del Vittoriano – Ala Brasini di Roma, la piccola, ma deliziosa mostra: Guerre Stellari – Play, dedicata a un mito assoluto – teniamo a mente questa parola – che dal 1977 a oggi ha affascinato diverse generazioni in tutto il mondo. Oltre 1000 pezzi tra modellini, action figure e stampe d’epoca sono esposti per celebrare la “saga delle saghe” della fantascienza, frutto dalla geniale immaginazione di George Lucas.

Il senso di questa esposizione è essenzialmente quello di raccontare l'universo di "Guerre stellari", attraverso il merchandising. I soldi, sì la quintessenza di quel meraviglioso, oggi a dire il vero assai meno, cinema americano di genere. Allora, forse non tutti sanno che i proventi di "Indiana Jones", serie cinematografica ideata dallo stesso Lucas e diretta dal suo amico Steven Spielberg, servirono per finanziare i film di "SW". Difatti, i produttori delle major USA non si mostrarono convinti della “appetibilità” della Saga tra il grande pubblico; un giudizio che si è rivelato grottescamente sbagliato. E i giocattoli? Questi furono utilizzati da Lucas per ottenere quella indipendenza economica, dunque creativa, che gli ha permesso di gestire la sua “creatura” come e meglio credeva. Così è stato, consentendo al suo estro artistico di partorire un immaginario fantascientifico che ha fatto sognare legioni di spettatori. Una autonomia sinonimo di qualità, la quale è puntualmente svanita con l'acquisto, nel 2012, del brand da parte della Disney. Da quel momento in poi, tutto è cambiato e la nuova politica di avvicinare il mondo di "Guerre stellari" soprattutto ai giovani ha sinora generato quell'orribile prodotto che è Il risveglio della Forza (2015).






Tornando ai giocattoli, da sempre la filosofia della Hasbro, che fabbrica quelli della Saga, è il cercare di fare innamorare i più piccoli, e con "SW" il compito si è rivelato estremamente agevole: quei mondi popolati da strambi alieni e suggestivi velivoli spaziali hanno letteralmente stregato i bambini e non solo, come sta a dimostrare questa mostra, che presenta la stupenda collezione messa assieme negli anni con passione e cultura da Fabrizio Modina. Una “vittoria”, limitatamente a questo settore, che la saga di Lucas si è presa su quella rivale di sempre, "Star Trek", il cui franchise ha comunque attecchito moltissimo tra il pubblico, diventando persino tema di ricerche accademiche, ma non tra i giovanissimi, a causa del taglio troppo “adulto” della serie. Ecco, questo è uno dei grandi meriti di Lucas, l'aver concepito una storia che potesse piacere a tutti.
Con questo non vogliamo certo affermare che quella di "Guerre stellari" sia una saga sostanzialmente di puro intrattenimento. Al contrario, insieme ad altri studiosi, specialmente americani, negli anni abbiamo dedicato a essa varie pagine, per sviscerarne i contenuti “alti”, uno tra tutti, probabilmente quello più immediatamente percepibile, è il rapporto col Giappone e il mondo samuraico. Una autentica contaminazione reciproca che dai cavalieri jedi e sith, di chiara ispirazione orientale, si è riverberata nella animazione nipponica, basta pensare all'utilizzo della spada in Gundam (“Kidō Senshi Gandamu”, 1979), stupenda serie fantascientifica ideata da Yoshiyuki Tomino.


Fabrizio Modina, il più grande collezionista di oggettistica di "Guerre Stellari"



Il campionario degli oggetti in esposizione è assai ricco, toccando praticamente tutti i film di "SW" susseguitesi negli anni. Il pezzo di maggior pregio, se si vuole dare una lettura prettamente collezionistica, è la bambola in porcellana della Principessa Amidala (1999), ne esistono solo 200 esemplari. Di grande fascino sono poi gli oggetti in scala 1:1 (Darth Vader e due Stormtrooper), che provengono da un'altra raccolta, quella del vicentino Amedeo Tecchio. A riprova di quanto gli italiani siano tutt'altro che quei provinciali legati esclusivamente all'arte classica e al Rinascimento. Da sempre, noi abbiamo collezionato di tutto, così che nella nostra Patria si è andato creando un Patrimonio Museale universale. Un aspetto che riguarda anche il mondo dei giocattoli: il nostro Paese può vantare di possedere i maggiori musei pure in questo settore, solo che ovviamente non si sa! Molta America è stata raccolta con pazienza e devozione dai collezionisti italiani, e la mostra in questione permette di scoprire l'ambito di quei giocattoli simbolo di uno dei pochi miti positivi a stelle e strisce. Tutto ciò è ignorato dagli addetti ai lavori nel settore museale, i quali lodano sistematicamente quello che sta all'estero, palesando la propria ignoranza su quello sterminato e variegato tesoro dal nome Italia. Va da sé, parlando sempre di America, che costoro non sono al corrente che il più ricco museo esistente consacrato ai trendissimi computer Apple si trova a Savona e non nella celeberrima Silicon Valley. Guerre Stellari – Play consente perciò di ammirare una parte della raccolta di giocattoli di Modina, uno massimi collezionisti mondiali di balocchi fantascientifici; bisogna comunque ricordare che egli possiede una altrettanto rilevante raccolta di giocattoli giapponesi.





Dunque, un modo diverso, decisamente incantato e dolce per approfondire l’universo (è proprio il caso di dirlo) di "SW", una saga che è riuscita ad andare oltre la fantascienza, diventando una fiaba moderna, ne è un esempio Il ritorno dello Jedi (Return of the Jedi, 1983), per la regia di Richard Marquand. Un limite, quello del genere, che ha per converso vincolato "Star Trek" nella sua seriosità e complessità. A tal proposito, gli studiosi e amanti della Sci-Fi sono soliti stigmatizzare nella opera di Lucas una palese “impurità”, sostenendo invece che la serie ideata nel 1966 da Gene Roddenberry rappresenti una fantascienza ben più “qualificata”. Può darsi che ciò sia vero, ma resta il fatto che le avventure del Capitano Kirk & Co. sono sì entrate nella fantasia di milioni di persone, ma non sono diventate “mito”, come è avvenuto per "Guerre stellari", essendo, questa, per l'appunto una fiaba fantastica alla portata di tutti, con contenuti semplici e propedeutici allo sviluppo della immaginazione, ispirata dal passato – i suddetti samurai, come pure i cavalieri templari – e ispiratrice del futuro, nascendo come intrattenimento per giungere sino, per alcuni, a una forma di culto laico.
[…] Star Wars non è più solo una lotta del Bene e del Male. È una storia di persone che scelgono il loro sentiero, di amici e di mentori, di sogni perduti e tentazioni, di guerre e, alla fine, di redenzione, ha affermato Lucas in una intervista. Siamo perfettamente d'accordo con lui, vi è tanta umanità in questa sua creatura, proposta per giunta in modo profondo e intelligente. Purtroppo, da quando J. J. Abrams ci ha messo le mani sopra, sembra che il mito di "SW" si vada rapidamente sgretolando.






Modina si definisce uno: “Studioso di mitologia moderna”. Affascinante posizione la sua, per la quale si pensa che nelle case dei collezionisti, al posto dei busti romani, oggi ci siano proprio i giocattoli che riprendono i personaggi del cinema. Egli vorrebbe fondare – se possibile nella sua Torino – un Museo della Mitologia Moderna: “Credo che i collezionisti siano delle persone dalla sensibilità più spiccata rispetto alla media, poiché riescono a cogliere il valore di un oggetto al di là dell’immediato desiderio di possederlo: essi vedono la vita in ciò che con cura e passione conservano, e per questo posseggono una sorta di ‘lato magico’ – per dirla con Walter Benjamin – che decidono di condividere con gli altri”. Belle e giuste le sue parole. Ci auguriamo che per una volta le Istituzioni siano attente, offrendo una struttura degna di ospitare questi giocattoli, dando così la possibilità a questo mito di essere ammirato permanentemente e, perché no, magari con una ampia sezione dedicata a quell'altra fondamentale forma di mitologia moderna connessa al mondo dei giocattoli tratti dai manga e anime giapponesi, nel segno di una universalità tutta italiana, la quale è pressoché sconosciuta, ma esiste ed è unica al mondo.


Riccardo Rosati

N.B. Trovate i link alle altre novità su Interviste & News!

lunedì 6 ottobre 2025

BONELLI IN DIGITALE - PUNTATA # 10

di Giampiero Belardinelli


Ringraziamo l'amico Giampiero Belardinelli - con il quale collaboriamo da decenni - per aver voluto commentare una storia di Moreno Burattini arrivato alla decima puntata della sua rubrica bimestrale "Bonelli in Digitale" - ormai un appuntamento immancabile per i lettori di "Dime Web". E un grazie a Giampiero anche per aver sottolineato che proprio in questo periodo Moreno lascia dopo quasi venti anni la direzione di "Zagor". Noi di "Collezionare", "Dime Press" e infine "Dime Web" abbiamo seguito fin dall'inizio il percorso bonelliano di Moreno, fin da quando cominciò, alla fine degli anni Ottanta, a inviare prove di sceneggiatura in Via Buonarroti, per poi avere il primo sospirato incarico di scrivere una storia del suo amato Spirito con la Scure. Moreno che "va in pensione" è per noi il simbolo del tempo che è ormai irrimediabilmente passato, un tempo che non tornerà mai più, ma che ci ha lasciato momenti splendidi e indimenticabili. Buona lettura! (s.c. & f.m.)



Introduzione

Questa decima puntata della rubrica Bonelli in digitale è l’occasione per celebrare un vero passaggio di testimone: Moreno Burattini, dopo diciotto intensi anni di supervisione su Zagor, lascia la guida editoriale, ma il suo cuore e la sua penna rimangono al servizio della saga, pronto a regalarci nuove avventure. Tra le sue storie più amate, pubblicata la prima volta oltre venti anni fa, spicca La palude dei forzati (ZG 465-468), testimonianza del suo talento nel saper toccare le corde più profonde dell’animo umano. Accanto a lui c'è Mauro Laurenti, che ha lavorato insieme agli sceneggiatori Burattini, Boselli e ad altri artisti, contribuendo allo sviluppo dell’universo di Zagor. Burattini è uno sceneggiatore capace di scavare a fondo nei temi umani attraverso le sue storie, dando nuova linfa a personaggi storici e inserendo figure che lasciano il segno nel lettore. Laurenti, dal canto suo, è un disegnatore innovativo, il cui tratto distintivo sa restituire con forza visiva le atmosfere e le emozioni che si agitano tra le vignette. Il connubio tra i due autori si traduce in un’opera che unisce profondità tematica e impatto grafico, regalando al mondo di Zagor una notevole freschezza narrativa. Oltre alla sua presenza nel catalogo Bonelli Digital Classic, l’avventura è stata anche ristampata in volume cartaceo nel 2023.





Le ali della libertà

La vicenda si sviluppa attraverso una trama densa e ricca di sfumature, sostenuta da personaggi dal grande spessore umano. In questo contesto, il protagonista Zagor si conferma figura carismatica e complessa, mentre la narrazione di Burattini pone al centro riflessioni profonde sui confini della libertà e sul peso del giudizio sociale. Il percorso di espiazione e generosità che emerge tra i protagonisti trova espressione nel personaggio di Jonathan Jonah, la cui trasformazione durante una fuga disperata diventa simbolo della capacità di cambiamento e affrancamento. L'opera non si limita dunque al puro intrattenimento, ma affronta tematiche come il pregiudizio, il pentimento e la speranza di riscatto, arricchendo il racconto di una dimensione etica. Zagor, in particolare, si distingue come eroe lucido e comprensivo, capace di cogliere le complessità dell'animo umano e di astenersi dal giudizio, offrendo così al lettore una prospettiva di accoglienza e comprensione delle fragilità umane.


L'umanità di Zagor


Zagor non ride...



Elias Duff: lascia volare chi vola con gli uccelli

Elias Duff emerge come il centro emotivo della storia, un personaggio che, pur sembrando ingenuo, si rivela dotato di una sensibilità unica. Grazie alla sua particolare capacità di comunicare con gli animali e percepire ciò che si cela nell’animo umano, Elias acquisisce un valore simbolico: attraverso il suo rapporto con gli uccelli, incarna l’aspirazione alla libertà autentica, quella che appartiene a chi sa guardare il mondo senza giudicare. Elias è in grado di parlare con gli animali, di capire il loro linguaggio e quindi di comprendere la malvagità costruita degli esseri umani. Bimbo Sullivan – esempio del preconcetto e della mediocrità umana – lo considera un imbecille, mentre in realtà è un personaggio che conosce la felicità poiché sa osservare e non anteporre giudizi. Lascia volare chi vola con gli uccelli!, ricorda il vendicativo Quanah. Queste parole suggellano uno dei momenti più drammatici del racconto, a dimostrazione che anche in un ambito fumettistico si possano introdurre figure retoriche di valore letterario. Burattini costruisce una figura ispirata dall’umanità commovente di John Coffey in Il Miglio Verde di Stephen King, conferendo a Elias una profondità che lo rende protagonista di una parabola di riscatto e semplicità. In contrasto con antagonisti segnati da preclusioni o ipocrisia morale. Elias riesce dove gli altri falliscono: trova la felicità nella purezza dei sentimenti e nella conquista di una serenità genuina, dimostrando che la vera forza sta nell’accettazione delle proprie fragilità e nella capacità di donare senza aspettarsi nulla in cambio.


Lo spregevole Bimbo ed Elias



Il volo di Elias



I prodigi di Elias


Lascia volare chi vola con gli uccelli...



Personaggi di contorno e ribaltamenti di prospettiva

Tra i personaggi secondari spicca Rita Duff, sorella di Elias, una figura femminile forte e autonoma, che si distingue per coraggio e determinazione, ben lontana dai tradizionali ruoli accessori tipici del fumetto d’avventura. Al suo fianco si muovono altre presenze significative come Mc Nally, intellettuale dallo sguardo acuto che trova nella letteratura il suo rifugio, e Bimbo Sullivan, qui proposto con una sfumatura più oscura rispetto al suo passato narrativo. Burattini ci mostra un personaggio molto più spregevole rispetto alla sua originaria ideazione. Occorre comunque ricordare che già nel 1982 Marcello Toninelli era riuscito a descrivere il personaggio in maniera più matura e realistica (cfr. Uno strano fuorilegge, ZG 203-205). Nel racconto di Burattini, Bimbo muore colpito inaspettatamente alle spalle: il personaggio non avrebbe certo meritato di terminare la sua poco onorevole vita per mano dell'eroe. Un ruolo chiave nella trama è affidato allo sceriffo Graham: la sua apparente inflessibilità morale nasconde in realtà una doppiezza sorprendente. Il colpo di scena che rivela la sua vera natura criminale è introdotto con grande abilità, confermando la capacità di Burattini di costruire aspettative, disseminare indizi e sorprendere il lettore con svolte inaspettate. Una nota a margine: il personaggio dello sceriffo Graham ha il volto del mitico John Wayne.


Le buone maniere di Rita Duff


Zagor e Rita


L'abbraccio



Lo sceriffo Gramhan e il volto di John Wayne



Quanah: dramma e redenzione

Quanah emerge come una figura di grande complessità, il cui percorso attraversa momenti di dolore, inganno e trasformazione. Inizialmente, il personaggio si trova a dover affrontare la dura realtà di essere stato manipolato dal corrotto direttore del Penitenziario Waterwall, Bryce. Questa scoperta segna un punto di svolta nella narrazione, poiché l’inganno subito scatena in Quanah una reazione tanto violenta quanto inevitabile. A rendere ancor più profonda la sua caratterizzazione, è l’incontro con Elias e l’assistere ai suoi prodigi: la capacità di Elias di comunicare con gli animali e di percepire l’animo umano, infatti, colpisce profondamente Quanah, che si trova così davanti a una dimensione di umanità e purezza a lui sconosciuta. Questo contatto con il miracolo trasforma il suo desiderio di vendetta in un atto spietato e definitivo contro i suoi ex alleati, responsabili del tradimento e della sofferenza patita. Tuttavia, il percorso di Quanah non si esaurisce nella vendetta: il personaggio, carico di tensione drammatica e quasi messianica, trova infine la forza di lasciar andare Zagor e i suoi amici. Questo gesto finale lo eleva a simbolo di consapevolezza, capace di riconoscere la possibilità di un riscatto, pur non rinunciando – nonostante le esortazioni di Zagor a lasciarli andare – alla vendetta contro gli ultimi due sopravvissuti della cricca di Bryce.


Il vendicativo Quanah


La verità di Quanah


La giusta scelta


Il bieco Scrawl

La vendetta è compiuta

Il sipario si chiude


Laurenti in digitale

Mauro Laurenti regala all’avventura una dimensione visiva di grande intensità, dipingendo con tratto ampio e fluido le paludi della Florida e le atmosfere mefitiche che avvolgono la narrazione. Già apprezzato per la sua rappresentazione della Louisiana in Vendetta vudu (ZG 366-367), Laurenti conferma qui la sua statura di disegnatore innovativo e alternativo all’interno dello staff zagoriano. Le sue tavole, vibranti e ricche di dettagli, sanno trasmettere il pathos e la profondità emotiva. I corpi dei personaggi sono scolpiti con una tensione quasi scultorea, tipica di uno dei più grandi disegnatori di Tarzan, Burne Hogarth, che amava rappresentare il corpo umano in pose drammatiche e iper-espressive. Laurenti sembra adottare una simile enfasi muscolare, soprattutto nei movimenti del combattimento. La lettura in ambito digitale delle sue tavole evidenzia ancor di più il movimento dei personaggi, spesso sorpresi in momenti di notevole intensità emotiva.


Il dinamico Zagor di Laurenti



Giampiero Belardinelli

N.B. Trovate i link alle altre puntate di "Bonelli in Digitale" in Cronologie & Index!

venerdì 3 ottobre 2025

SECRET ORIGINS: TEX CLASSIC 224

di Saverio Ceri

con la collaborazione di Francesco Bosco e Mauro Scremin

Bentornati a Secret Origins l'appuntamento quattordicinale che ci conduce alla scoperta delle origini delle copertine di Tex Classic e di eventuali altre cover ispirate alle pagine a fumetti dell'albo in edicola.


Su Tex Classic 224 a pagina 11 termina la ristampa a colori dell'episodio Territorio Apache, disegnato da Giovanni Ticci, e prende il via l'episodio Il ritorno del Drago, realizzato graficamente da Guglielmo Letteri. Entrambi gli episodi sono scritti, ovviamente da Gianluigi Bonelli.
Le 64 tavole di questo Classic vennero pubblicate per la prima volta, quasi in egual misura sui numeri 109 e 110 di Tex, usciti negli ultimi due mesi del 1969. 
L'illustrazione di copertina del Classic 224, opera di Claudio Villa, si richiama chiaramente al titolo, e quindi all'avventura firmata da Letteri, e venne pubblicata per la prima volta in appendice a Tex Nuova Ristampa 101, come miniposter, nel dicembre 2003.
Nonostante il dragone in copertina, però, questa illustrazione non venne ispirata dall'avventura che inizia in questo Classic, ma dall'episodio Quartiere Cinese, apparso sui numeri 171/175 della serie regolare nei primi mesi del 1975, sempre disegnato da Guglielmo Letteri. Villa non si ispira a una vignetta precisa, ma sintetizza, in una sola immagine, la rocambolesca seconda parte della lunga avventura, tra sfilate folcloristiche sfruttate per realizzare spedizioni punitive e rocambolesche fughe sopra, e sotto, le strade di San Francisco.
Questa bella illustrazione non è passata certo inosservata tra gli editori di Tex, tanto che era già divenuta copertina in tre diversi stati, a partire dalla Croazia. Nell'agosto 2007, i tipi della Libellus scelsero di pubblicare come ottavo numero della loro Tex Biblioteka, l'episodio Quartiere Cinese e la scelta dell'immagine di copertina cadde proprio sul miniposter di Villa.


Tocco poi ai brasiliani della Mythos, Nel dicembre del 2013, esattamente a dieci anni dalla prima apparizione, utilizzare questa immagine come cover. Venne scelta per il numero 87 della Tex Edição Histórica.  L'albo contiene proprio l'episodio O bairro chinês, Il quartiere cinese, a cui si era ispirato Villa. 


Infine, nel novembre 2023, a quasi vent'anni esatti dalla prima pubblicazione dell'illustrazione di Villa, il cerchio si chiude, tornando in Italia, dato che la stessa Bonelli la scelse proprio per il volume intitolato Quartiere Cinese, seconda edizione del tomo in formato "oscar" che ripropone il lungo episodio omonimo del 1975.


Praticamente quella del Classic è la prima occasione in cui l'immagine viene usata per presentare un episodio diverso rispetto a quello per cui era stata creata.

Dobbiamo ora fare un piccolo passo indietro, di poche pagine, tornando alla fine dell'episodio di Ticci, dato che la vignetta che vedete qui sotto, e che trovate a pagina 8 dell'albo in edicola, ha ispirato una copertina del nostro ranger preferito.


E' sempre Claudio Villa l'artefice dell'illustrazione in questione, ovvero la copertina di quello che avrebbe dovuto essere, inizialmente, l'ultimo numero della Tex Collezione storica a Colori di Repubblica, cioè il volume 50, Il vendicatore
Così non fu, e la testata alla fine raggiunse l'uscita 256, interrompendosi solo per mancanza di materiale da pubblicare, essendo giunta a ridosso degli albi inediti mensili.


La stessa copertina di Villa è stata utilizzata, in collane analoghe a quelle di Repubblica, sia in Norvegia che in Finlandia.
 

Passiamo adesso all'albo che per primo pubblicò parte della pagine contenute in questo Classic, dall'emblematico titolo Chinatown, che poi è praticamente sinonimo di Quartiere Cinese, titolo dell'episodio del 1975.


Francesco Bosco e Mauro Scremin, nel loro imprescindibile volume Western all'italiana, indicano come fonte di Galep la copertina di un paperback statunitense Back Trail to Danger di Peter Field, edito dalla First Printing nel 1961.


Il parallelo evidenzia, se ce ne fosse bisogno, la diretta discendenza tra l'immagine americana e quella di Galep. Stessa lampada, stesso strappo sulla camicia. Solo la sedia viene spostata a destra, per bilanciare graficamente l'ombra del tavolo, proiettata inevitabilmente a sinistra dalla lampada in primo piano.


In Italia la cover è apparsa altre quattro volte. Oltre ai classici Tutto Tex e Tex Nuova Ristampa, la ritroviamo nel 2020 anche sulla collana Tex 70 anni di un mito della RCS e, tre anni prima, curiosamente, sulla prima edizione del volume da libreria, formato Oscar, di cui abbiamo parlato poco fa: Quartiere Cinese. Chiudendo in un certo senso il circuito aperto dalla copertina di questo Classic, un circuito dove gli episodi Chinatown e Quartiere Cinese vengono accomunati non solo dagli autori, ma anche da un ineluttabile scambio di copertine.


In Brasile, le apparizioni della copertina di Tex 110, Chinatown, sono state tre: nei primi due casi con l'immagine specchiata dall'Editora Vecchi. E mi pare corretto perché nel titolo c'è scritto "manga" :-).
Qualche anno più tardi, la terza apparizione si deve alla Mythos, con l'immagine e il titolo corretti, per la collana Tex Coleçào.


Tutte nel verso giusto le edizioni europee, a partire dalle due spagnole col ranger di rosso vestito; proseguendo con l'ormai classica Rodeo francese, che presenta la lampada in posizione inedita, e con la fedele versione slovena; per chiudere con le due edizioni sinottiche del nord Europa, la  norvegese e l'olandese del 1980. 



Terminiamo la carrellata dedicata a questa iconica copertina di Galleppini con l'omaggio che ne fatto Claudio Villa nel realizzare la litografia che differenza, dalle tre precedenti, la quarta edizione limitata dl volume Tex l'inesorabile, l'edizione "verde", uscita nel novembre 2022. 



Saverio Ceri

N.B. Vi invitiamo a scoprire anche le precedenti puntate di Secret Origins in Cronologie & Index.