di Massimo Capalbo
Beh... siamo proprio dei pazzi scatenati! Mentre ancora proseguiva con grande successo di lettori e di critica L'Atlante di Mister No (inaugurato l'8 giugno 2013), il 6 marzo 2014 gli si affiancava - con immediato e identico apprezzamento - gli Zagor Monsters... Non paghi (ecco perché ci definivamo "pazzi scatenati") eccoci adesso - mentre i due suddetti dizionari enciclopedici bonelliani sono ancora in corso d'opera - a vararne un terzo, dedicato al filone orrorifico delle avventure di Tex - come l'autore meglio vi spiegherà nell'introduzione che segue! Quando Max Capalbo ce lo aveva proposto, questo suo nuovo immenso lavoro, circa un mesetto prima del presente lancio, noi redattori di Dime Web non stavamo più nella pelle: non vedevamo l'ora di iniziarlo a leggere! Buon divertimento! (s.c. & f.m.)
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Cover di Sandro Scascitelli per Tex Willer Magazine n. 6. Appena l'abbiamo vista in rete ce ne siamo subito innamorati! |
Il titolo di
quest’opera non deve trarre in inganno i lettori texiani. Il dark
side cui
facciamo riferimento non ha nulla a che vedere con la personalità
del nostro amato ranger,
il quale, come ben sappiamo, è un eroe
tutto d’un pezzo,
e in quanto tale non nasconde alcun lato
oscuro,
e nemmeno - beato lui! - dubbi o debolezze. Ciò di cui parliamo è
invece il lato
oscuro
della saga texiana, vale a dire quel nutrito filone di storie dove
Aquila della Notte e i suoi pards s’imbattono in maghi,
streghe, fantasmi, zombi, extraterrestri, licantropi, animali
mostruosi e altre creature e personaggi da incubo. Il creatore di
Tex, Giovanni Luigi (GL) Bonelli, ideò il suddetto filone con
l’intento di concedere un’alternativa alle tematiche tipicamente
western, che correvano il rischio di apparire troppo ripetitive
(Graziano Frediani in G.
L. Bonelli. Sotto il Segno dell’Avventura,
allegato all’Almanacco del West 2002, p. 61). Inoltre, questo tipo
di storie consentì allo sceneggiatore milanese di dare sfogo alla
sua passione per la letteratura fantastica: tra i suoi scrittori
preferiti, infatti, figuravano nomi come Jules Verne, il padre della
fantascienza classica, Henry Rider Haggard (autore de Le
miniere di re Salomone
[1885] e La
donna eterna
[1887]), Paul Benoît (L’Atlantide
[1919]). Alla suddetta passione, GL univa anche quella per tre
celebri fumetti americani degli anni Trenta dove il fantastico la
faceva da padrone: il
Flash
Gordon
di Alex Raymond e il Brick
Bradford
di William Ritt e Clarence Gray, che erano, come sappiamo, due serie
di fantascienza; il Mandrake
di Lee Falk e Phil Davis, che presentava numerosi elementi
soprannaturali.
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Schizzi per il Tex di Magnus |
Frutto
delle suggestioni letterarie e fumettistiche assorbite nel corso
degli anni dal grande GL (e anche, come vedremo, di suggestioni
cinematografiche, sebbene il cinema horror e fantastico abbia
esercitato su Bonelli senior
un’influenza minore rispetto a quella esercitata sul figlio
Sergio), le
storie texiane ai
confini della realtà
hanno fornito un contributo notevole, se non determinante, allo
straordinario successo del ranger. Basti solo pensare all’enorme
importanza che rivestono nella saga due figure come il mago
Mefisto,
il più acerrimo avversario di Tex, e l’occultista El Morisco, il
quale è invece uno dei migliori amici dell’eroe. Il filone
fantastico texiano – che è stato florido
nei
primi trent’anni di vita editoriale del personaggio (gli anni, per
l’appunto, in cui GL è stato al timone della serie), per poi
assottigliarsi sempre di più, fino a quasi scomparire –
comprende alcuni delle avventure più belle di Aquila della Notte - avventure che mostrano un West molto diverso da quello tradizionale,
un West magico, tenebroso e inquietante. A parte GL, gli
sceneggiatori che si sono cimentati più spesso con questo Tex
alternativo sono
Nolitta,
Nizzi, Boselli e Medda; mentre, per quanto concerne i disegnatori,
troviamo ai primi posti Galep - l’altro, indimenticabile papà
del ranger - e Letteri, seguiti
da Civitelli, Nicolò, Fusco, Gamba, Muzzi, Villa, Ticci, Venturi,
Brindisi, Bianchini e Santucci, De Angelis e Suarez.
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Tex a Sarno, 2010. Illustrazione di Bruno Brindisi |
E’ bene
precisare che il nostro lavoro - simile nella struttura a Zagor
Monsters
e all’Atlante
di Mister No
– verte principalmente sul Tex horror, cioè su tutte quelle storie
che, per usare le evocative parole di Rudi Bargioni ed Ettore
Lucotti, si
riempiono di atmosfere sottili dove il regno della ragione vacilla e
dove prendono forma e parola i morti e le creature innominabili
(Tex
Willer. Analisi semiseria del più popolare fumetto italiano,
Edizioni Gammalibri, 1979, p. 93). Pertanto, non abbiamo preso in
considerazione tutto il filone fantastico di Tex; non troverete, ad
esempio, alcuna voce relativa al Custode della Fiamma, l’anziano e
fanatico sacerdote azteco del n. 15, e nemmeno al Principe Nero, il
tiranno dell’incredibile Città d’Oro (nn. 43/44). Essi infatti,
come pure altri insoliti personaggi della serie (l’azteca
Esmeralda, i vichinghi dello Yukon, l’alchimista
Sebastian ecc.),
hanno poco a che vedere con il genere di cui stiamo parlando (ma ad
alcuni di loro – Esmeralda, per esempio - accenneremo comunque).
Grossomodo, possiamo dividere l’horror texiano in due categorie:
quello soprannaturale, in cui rientra la maggior parte delle storie
fantastiche del ranger; e quello realistico, che, sebbene sia più
circoscritto, non manca certo di figure memorabili. Il primo è
rappresentato appunto da Mefisto, nonché dai vari Yama, Rakos, Mitla,
Loa, Zhenda, Mah-Shai, Vindex ecc., ai quali bisogna aggiungere –
oltre, ovviamente, ai mostri e agli alieni affrontati dai quattro
pards – oggetti dai pericolosi poteri magici, quali l’Idolo di
Cristallo e la Sacra Lancia.
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Disegno di Villa |
Il secondo comprende
invece: terribili assassini seriali come il Tagliatore di Teste e lo
Sventratore; spettri falsi ma sanguinari come il Cavaliere senza
Testa; sette assassine come i Figli di Satana e i Thugs (le
sette cinesi, invece, c’entrano poco con l’horror, pertanto le
abbiamo escluse);
banditi
che uniscono un aspetto spaventoso a una lucida follia omicida come
Jack Thunder. A metà tra l’horror fantastico e quello realistico
si collocano poi il Maestro, gli Uomini Giaguaro, i Guerrieri Lupo, Baron Samedi, il demone Bes, la Tigre di Pietra. Va
detto inoltre che, per quanto riguarda i personaggi, non tutti quelli
inclusi nell’opera sono nemici del ranger: oltre al già citato El
Morisco, troverete infatti il saggio stregone dei Navajo, Nuvola
Rossa; altri stregoni indiani come Ho-Yan e Mangos;
le streghe buone Na-Ho-Mah e Raskal; fantasmi in cerca di giustizia o
di vendetta (Colorado Belle, padre Matias, Nana, la Dama di Picche). In
totale, le voci sono oltre sessanta, a dimostrazione di quanto sia
ricco e variegato
il
Weird
West
texiano. Concludiamo augurandovi buona lettura e augurandoci che The
Dark Side of Tex
incontri lo stesso apprezzamento di
cui hanno finora goduto i
lavori su Mister No e Zagor.
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La Repubblica lancia la ristampa a colori di Tex (2007) |
LEGENDA
- I nomi in
stampatello
e grassetto
rimandano
a una voce dell’opera. Fanno eccezione i nomi del protagonista
della serie, TEX,
e quelli dei suoi pards – KIT
CARSON,
TIGER
JACK,
KIT
WILLER
- che sono sempre scritti in questo modo, tranne quando sono
inseriti nei crediti di una storia o fanno parte del titolo di un
libro (ad esempio: Atlante
di Tex).
- Con l’unica
eccezione di TÉNÈBRES,
RAPHAEL,
i
personaggi dalla doppia identità sono stati indicati con la
loro
identità fittizia piuttosto che con il nome vero (ad es.:
TAGLIATORE
DI TESTE
invece che BARRERA,
JUAN;
SVENTRATORE
invece che BARLOW,
SALLY).
- Alcuni
personaggi sono stati indicati con il soprannome piuttosto che con
il nome vero (ad es.: COLORADO
BELLE
invece che MORROW,
ALICE;
EL
MORISCO
invece che JAMAL,
AHMED).
Riguardo al citato EL
MORISCO,
la voce a lui dedicata è stata inserita sotto l’iniziale del
soprannome vero e proprio – quindi la M -, invece che sotto la E,
cioè l’iniziale dell’articolo.
- Per quanto
riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna storia è
tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a nostro
avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la trama
o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia alla
memoria dei lettori in modo più efficace (anche se, in alcuni casi,
il nostro
titolo non coincide con quello usato abitualmente dai lettori). Ad
esempio, la storia dei nn. 265-268 viene indicata con il titolo del
n. 267, Tex
contro Yama,
perché esso è, per l’appunto, più rappresentativo rispetto a
L’ombra
di Mefisto (n.
265), La
strega
(n. 266) e I
Figli del Sole
(n. 268).
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Il Tex di Filippucci |
Nota sui collegamenti ipertestuali
The Dark Side of Tex è un "lavoro in corso" che si svilupperà nei prossimi mesi,
abbracciando numerosi post - uno per ogni lettera dell'alfabeto - fino
ad arrivare alla conclusione.
I collegamenti ipertestuali fra le varie voci non saranno dunque possibili tutti e subito... e vi spieghiamo subito perché!
Collegheremo con link diretti ogni riferimento ad altre voci
dell'opera partendo necessariamente dalle voci già apparse.
Ci preme dunque ribadire e sottolineare che, non essendo
possibile creare link a post futuri, ricostruiremo tutti i
link a ritroso solo quando sarà possibile.
I link saranno però sempre e soltanto fra URL diverse e non all'interno di uno stesso post.
Vorrete perdonarci (e segnalarci!) eventuali errori e omissioni!
I
link - essendo come abbiamo detto sopra fra URL diverse - porteranno
sempre e comunque all'inizio di un altro post e non esattamente alla
voce di riferimento.
Per facilitare fin dall'inizio l'uso dell'opera, abbiamo creato una pagina apposita di collegamenti alle varie voci,
alla quale potete accedere dovunque siate, andando sotto al logo Dime
Web: anche in questo caso il link vi porterà al post giusto, scorrendo
il quale troverete in un attimo la voce cercata!
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L'album delle figurine di Tex. Disegno di Galep |
A
AGHRAN
AKHRAN
ARYMAN
AGHRAN
Il
demone ombra che
in Minaccia nelle tenebre
(M. Boselli [sog.&scen.] – G. Franzella [dis.], Color Tex n. 8)
tormenta il senatore texano Falkner.
Nella sua villa di campagna, questi racconta a TEX
e CARSON
- accorsi da lui assieme a TIGER
JACK dopo aver ricevuto una
sua richiesta d'aiuto - che a inviargli contro la terribile entità –
tramite un flauto con sopra scritta una maledizione in lingua
turanica – è stato un suo ex compagno di università, Bruce
Sangston, il quale ha
voluto in tal modo vendicarsi per un recente torto subito.
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Color Tex n. 8, novembre 2015. Disegno di Liberatore |
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Mediante
il flauto inviatogli dal vendicativo Bruce Sangston, l'ignaro Falkner
evoca il demone Aghran - Color TEX 8, p. 6
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Il
senatore racconta ai due ranger che Aghran si è impossessato della
sua ombra - Color TEX 8, p. 7
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Sangston
– che abita nel quartiere cinese di Galveston dopo aver vissuto per
tanti anni in Oriente - è un grande esperto di arti occulte: ciò
gli ha permesso di lanciare il suo sortilegio contro Falkner,
il quale, mettendosi in bocca il suddetto flauto, ha evocato Aghran
senza rendersene conto. Il demone ha preso possesso dell'ombra del
senatore, tant'è che questa ha finito per assumere le sue mostruose
sembianze. Poiché anch'essi vedono la suddetta ombra, TEX
e CARSON
decidono di rivolgersi al loro amico EL
MORISCO, il quale, giunto
nella villa di Falkner,
traccia sul pavimento del suo studio un pentacolo di protezione
magica con una candela a ciascun angolo. L'occultista egiziano crede
erroneamente che l'ombra sia lo stesso Sangston
ed è convinto che costui assumerà una sostanza fisica, diventando
così vulnerabile alle pallottole dei due ranger. Non essendo
preparato ad affrontare Aghran,
EL MORISCO
si rivela impotente quando, scoccata la mezzanotte, il demone compare
alle spalle di Falkner.
Dopo aver fatto spegnere le candele, Aghran
spinge la sua vittima ad abbandonare il pentacolo e ad entrare in
un'altra stanza. TIGER
segue il senatore, ma non può fare nulla contro il demone, che lo
ferisce al petto con i suoi artigli, facendogli perdere i sensi. TEX
e TIGER
soccorrono il loro pard e trovano accanto a lui il corpo senza vita
di Falkner,
sul cui volto è stampata un'espressione di puro terrore.
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Per
superare le difese approntate da El Morisco, il demone gioca
d'astuzia - Color TEX 8, p. 15
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TEX
e CARSON non riescono a salvare Falkner - Color TEX 8, p. 18
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Sangston
sta per imparare a sue spese che "chi di Aghran ferisce, di
Aghran perisce" - Color TEX 8, p. 31
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Una
settimana più tardi, EL
MORISCO – il quale ha
appreso dall'amico cinese Zhu
Heng che Falkner
è stato ucciso appunto da Aghran
- decide di tendere una trappola a Sangston.
E' lo stesso Zhu Heng
a organizzare l'incontro tra i due, che ha luogo nell'abitazione del
perfido mago, un elegante appartamento posto sul retro di una fumeria
d'oppio (il cui proprietario è Sangston
medesimo). Mentre l'egiziano parla con il suo ospite, che si accende
una sigaretta dopo l'altra, TEX
e CARSON
entrano nella fumeria e, fingendo di drogarsi, si preparano a
neutralizzare le guardie dello stregone. Quest'ultimo non tarda a
scoprire le vere intenzioni di EL
MORISCO, ma ciò non
impedisce all'occultista di mettere in atto il suo astuto tranello.
Vedendo che la sua ombra inizia a modificarsi, lo sbigottito Sangston
chiede all'egiziano come ha fatto a ingannarlo. Come
ho fatto? – risponde EL
MORISCO – Un
trucco semplicissimo! Ho sostituito le cartine delle tue sigarette,
Sangston!... Zhu mi aveva informato delle tue abitudini… e
sull'interno di ciascuna di esse Zhu e io abbiamo scritto in
inchiostro invisibile il testo dell'incantesimo!... Ne hai fumate una
mezza dozzina… direi che questo dovrebbe accelerare il processo,
no?. In preda alla
disperazione, Sangston
tenta di uccidere EL MORISCO
con un pugnale, ma TEX,
entrato nell'appartamento assieme a CARSON,
gli fa volare via l'arma con un preciso colpo di pistola. A questo
punto, Aghran
si materializza in tutta la sua mostruosità e, incurante dei
proiettili dei due pards, divora lo stregone, per poi scomparire.
|
Il
demone divora corpo e anima di Sangston - Color TEX 8, p. 33
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|
Montague
Rhodes James (1862-1936), indiscusso maestro della ghost
story
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Illustrazione
di James McBryde per Fischia
e verrò da te, ragazzo mio
(dalla prima edizione originale della raccolta Racconti
di fantasmi di un antiquario,
1904)
|
Curiosità:
Minaccia nelle tenebre
è ispirata – almeno per quanto riguarda lo spunto iniziale - a un
famoso racconto dello scrittore inglese Montague Rhodes James
(1862-1936): Fischia e verrò
da te, ragazzo mio (1904).
Parkins,
il protagonista di questa inquietante ghost
story, è un professore di
Cambridge che, soffiando in un antico fischietto sul quale sono
incise due iscrizioni in latino, evoca involontariamente una
minacciosa creatura ultraterrena. Essendo immateriale, la malvagia
entità si fa un corpo con le lenzuola di un letto vuoto che si trova
nella camera d'albergo di Parkins e, scesa la notte, aggredisce
quest'ultimo. Il professore, però, riesce a salvarsi grazie al
tempestivo intervento di un altro ospite dell'hotel, il colonnello
Wilson.
AKHRAN
Negromante egizio -
gran sacerdote del tempio di Ptah - vissuto all’epoca di Amenofi
IV, il faraone meglio conosciuto come Akhenaton o Ekhnaton (1350 a.C.
- 1336 o 1334 a.C.). Ne Il ritorno del Morisco (M.
Boselli [sog.&scen.] – G. Letteri [dis.], nn. 452-454), la
tomba di Akhran viene scoperta, nel deserto di Sakkara, dal
giovane EL MORISCO (siamo nella prima metà dell’800, al
tempo del pascià Mehmet Alì) e dai
suoi amici egittologi Octave e Davids. La mummia del
sacerdote - contenuta nella statua del medesimo, posta all’entrata
della tomba – viene rubata dalla setta dei Figli di Horus,
proprio mentre EL MORISCO
e gli altri, entrati nella camera funeraria, aprono il sarcofago,
trovandolo vuoto.
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Tex n. 452, giugno 1998. Disegno di Villa |
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Il
giovane El Morisco e i suoi amici Octave e Davids nella tomba di
Akhran – TEX 452, p. 51
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Il
Gran Sacerdote dei Figli di Horus e sua sorella Sekhmet nel tempio
del pueblo – TEX 454, p. 65
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La setta, ferocemente nazionalista e xenofoba, era
stata fondata – almeno secondo quanto affermato dai loro membri,
con cui EL MORISCO (che all’epoca si faceva chiamare con il
suo vero nome: Ahmed Jamal) era entrato in contatto – dallo
stesso Akhran, allo scopo di contrastare Akhenaton, che aveva
rinnegato le tradizionali divinità egizie sostituendole con il dio
unico Aton, rappresentato dal disco solare. Decisi a realizzare
l’obiettivo del loro fondatore, cioè riportare in auge l’antica
religione e gli antichi dei dell’Egitto, i Figli di Horus
vogliono resuscitare la mummia di Akhran, ma la sacerdotessa
della setta – la bella Nephret, amica di EL MORISCO
nonché discendente del negromante – si oppone. Tradendo i suoi
fanatici compagni, Nephret trafuga la mummia con l’aiuto di
Octave (ritornato in Egitto dopo che, assieme a EL
MORISCO e a Davids, era fuggito perché minacciato dalla
setta), per poi trasferirsi con lui nel Nuovo Messico. Qui i due si
sposano e assumono una nuova identità, quella di don Octavio
e doña Miranda Gomez de La Serna. Molti anni dopo, i Figli
di Horus giungono in America per riprendersi la mummia di Akhran
e vendicarsi di EL MORISCO e dei suoi amici. Il Gran
Sacerdote e la sacerdotessa della setta
sono i figli che che Nephret aveva
avuto dal precedente capo dei
Figli di Horus: il primo (di cui non conosciamo il nome)
assomiglia molto allo stesso Akhran, mentre la seconda - che
si chiama Sekhmet, come la dea dalla testa di leone prediletta
di Akhran - assomiglia come una goccia d’acqua a sua madre.
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Tex n. 453, luglio 1998. Disegno di Villa |
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I
Figli di Horus si apprestano a sacrificare Miguel e Juanita – TEX
454, p. 95
|
Oltre a far rapire, dal comanchero Juan Raza, i
loro fratellastri, cioè i due figli di Nephret e don
Octavio, i gemelli Miguel e Juanita, il Gran
Sacerdote e Sekhmet uccidono Davids (che era
diventato il direttore del Museo Archeologico di Chicago) e
s’impossessano di due degli oggetti sacri che questi aveva trovato
nella camera funeraria di Akhran: il caduceo e l’Occhio
di Horus. Inoltre, la setta – che ha tra i suoi membri il nano
assassino BES - riesce a tornare in possesso della mummia del
negromante, custodita a Durango (Messico) nel museo privato del
professor Guillermo, un egittologo dilettante amico di EL
MORISCO. Quest’ultimo - che ha con sé altri due oggetti
appartenuti ad Akhran: l’Ankh e lo Specchio di
Hathor – viene inseguito e catturato, assieme al maggiordomo
Eusebio, dai Figli di Horus, ed è costretto a
consegnare l’Ankh alla sacerdotessa. Sekhmet vuole
anche lo Specchio di Hathor, ma EL MORISCO ed Eusebio
riescono a fuggire e vengono poi soccorsi da TEX e CARSON,
i quali uccidono alcuni uomini della setta e costringono alla fuga la
sacerdotessa e l’inquietante BES. I due pards, assieme al
ranger in pensione Jesse Hawks (che lavora al servizio
di don Octavio), sono proprio sulle tracce del rapitore di
Miguel e Juanita, il citato Raza, che però ha
già consegnato i gemelli al Gran Sacerdote, il quale intende
sacrificarli. Infatti, per riportare in vita Akhran, è
necessario, oltre al potere dell’Ankh, il sangue e il cuore
dei discendenti del negromante, quali sono appunto i figli di Nephret
e don Octavio. Quest’ultimo è creduto morto da MORISCO
e Hawks, ma invece, come vedremo, è vivo e vegeto. Il luogo
scelto dalla setta per compiere il sacrificio è un antico pueblo che
si trova nella Sierra Madre, sul Pico del Diablo.
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Tex n. 454, agosto 1998. Disegno di Villa |
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La
mummia di Akhran si sveglia – TEX 454, p. 103
|
I due pards e i
loro amici si lanciano all’inseguimento dei Figli di Horus,
che però hanno bloccato la pista sulla Sierra provocando una frana.
Nonostante sia notte, i Nostri decidono di oltrepassare la frana per
mezzo di una corda, stando attenti a non precipitare nel turbinoso
Rio Oro. Hawks però non ce la fa e cade nel fiume; TEX,
allora, si cala per soccorrerlo, ma precipita a sua volta e sbatte la
testa su uno scoglio, perdendo i sensi e finendo in un gorgo. Si
risveglia, il giorno dopo, in un canale
sotterraneo, che scorre all’interno di una caverna, dal cui
soffitto s’intravede la luce del sole. TEX inizia quindi ad
arrampicarsi e sbuca infine nella camera sotterranea – il kiwa
– del pueblo. In superficie, i Figli di Horus si preparano
a sacrificare i gemelli: tramontato il sole, i due vengono posti in
altrettanti sarcofaghi, in mezzo ai quali viene collocata, in
posizione eretta, la mummia di Akhran. Sekhmet,
mascherata come la dea omonima, è incaricata di uccidere Miguel,
mentre un altro membro della setta - mascherato da Anubi, il
dio dei morti, dalla testa di sciacallo
- dovrà occuparsi di Juanita. Quando però il Gran
Sacerdote, che impugna l’Ankh, ordina ai due di
affondare il pugnale, Sekhmet – che in precedenza aveva
già manifestato un ripensamento – non ha il coraggio di
uccidere Miguel. Il Gran Sacerdote ordina allora ad
Anubis di eseguire il suo compito, ma questi viene
improvvisamente colpito da Juan Raza. Il comanchero -
pentitosi di aver rapito Miguel e Juanita, ai quali si
è anche affezionato - si fa strada con il suo fucile e libera i
gemelli, pure loro affezionatisi a lui. Lo scontro fra Raza e
gli uomini della setta è impari, ma a dargli manforte arriva TEX,
sbucato dal kiwa. Coperto dal ranger, il comanchero si
rifugia con i gemelli nella camera sotterranea. Mentre i Figli di
Horus cercano di stanarli, il Gran Sacerdote convince
Sekhmet a versare con lui il proprio sangue per completare il
rito. Così facendo, essi riescono a riportare in vita la mummia, che
apre gli occhi e comincia a muovere le braccia.
|
Colpita
dal raggio riflesso dallo Specchio
di Hathor,
la mummia prende fuoco – TEX 454, p. 105
|
|
Locandina
italiana del film La
Mummia
(Terence Fisher, 1959)
|
Proprio in quel
momento, però, sopraggiungono EL MORISCO e gli altri, tra cui
c’è anche Hawks, sopravvissuto alla
caduta nel fiume. Servendosi dell’Occhio di Horus che
tiene appeso al collo, il Gran Sacerdote colpisce i suoi
nemici con una sorta di raggio accecante, ma MORISCO, con lo
Specchio di Hathor, rimanda il raggio contro il fanatico
egiziano. A venire colpita è anche la mummia, che prende subito
fuoco e finisce carbonizzata. Vistosi sconfitto, il Gran Sacerdote
tenta di sparare all’odiato MORISCO, ma viene ucciso da
Anubis, il quale altri non è che don Octavio. I
“Figli di Horus” mi avevano rapito, simulando la mia morte…
- racconta l’egittologo - fino a pochi minuti fa ero sotto
l’influsso di una potente droga… la ferita alla testa mi ha
riportato bruscamente in me!... . Don Octavio rivela
inoltre a EL MORISCO – il quale ignorava che la moglie
dell’amico fosse proprio la sua cara Nephret, e non
riusciva a spiegarsi l’eccezionale somiglianza tra quest’ultima e
Sekhmet – l’identità della ragazza, la quale, perdonata
da Miguel e Juanita, si ricongiunge infine con sua
madre e viene accolta nella famiglia de La Serna. Un finale
che, a nostro avviso, pecca di buonismo: infatti, se è vero che
Sekhmet ha rifiutato di uccidere Miguel ed era succube
del Gran Sacerdote, è altrettanto vero che si è resa
comunque complice delle malefatte compiute dalla setta; non solo, ma
essa ha ucciso personalmente il povero Davids. Tutto ciò
viene dimenticato troppo facilmente da don Octavio e dallo
stesso EL MORISCO. D’altra parte, il buonismo è un tipico
difetto del pur bravo Boselli, come dimostra anche la figura di Juan
Raza, comanchero dal cuore tenero nonché futuro ranger.
|
L’Ankh
del faraone Tutankhamon
|
Curiosità:
Akhran rappresenta, con le dovute differenze, la versione
texiana di Imhotep e Kharis, i due sacerdoti egizi che
resuscitano rispettivamente ne La Mummia, il celebre horror
della Universal diretto da Karl Freund nel 1932, e nel suo
omonimo remake, girato invece da Terence Fisher per la Hammer
nel 1959. Peraltro, il negromante non è l’unica mummia vivente
comparsa sulle pagine di TEX, visto che prima di lui c’erano
stati i FIGLI DELLA NOTTE e RAKOS, il quale è
anch’esso un sacerdote dell’antico Egitto e viene pure citato,
nel n. 452, da Eusebio. Attraverso la figura di Akhran,
Boselli ha inserito nella storia uno dei temi ricorrenti delle saghe
di Martin Mystère e di Zagor: il mito di Atlantide. L’Ankh
– il magico oggetto a forma di croce ansata che Akhran usava
nei suoi riti di negromanzia e grazie al
quale egli stesso viene riportato in vita - è infatti composto, come
intuisce il professor Guillermo, di oricalco, lo speciale
metallo rossastro che, secondo Platone (il creatore del mito
atlantideo), veniva estratto nel continente perduto. I riferimenti ad
Atlantide non si fermano qui; nel n. 454, il Gran Sacerdote
dei Figli di Horus dice alla sorella Sekhmet, riguardo
al Pueblo sul Pico del Diablo: La
gente che lo costruì è della nostra stirpe!... Come gli Anasazi
dell’Arizona, come i Maya dello Yucatán… questi popoli e noi
Egizi abbiamo una stessa, comune origine nell’antica patria
perduta!... Atlantide, il continente
scomparso!... Da quella terra ebbero origine la civiltà egizia e
quella americana, da là arrivarono gli dei!... .
|
La
mappa di Atlantide secondo Paul Schliemann, figlio del celebre
scopritore di Troia
|
Il collegamento
tra Atlantide e l’Egitto non è frutto della fantasia di Boselli,
visto che fu lo stesso Platone a mettere in relazione il continente
perduto e la terra dei faraoni: nel Timeo e nel Crizia,
i famosi Dialoghi scritti dal filosofo ateniese nel 340
a. C., sono proprio gli egizi - per l’esattezza i sacerdoti di
Iside - a descrivere al legislatore greco Solone, in visita al loro
Paese, l’isola di Atlantide, la quale, prima di inabissarsi,
estendeva il suo dominio sull’Europa occidentale e su tutto il
Nordafrica, Egitto compreso. Il collegamento tra Atlantide e
le civiltà del Nuovo Mondo (e quindi di queste ultime con l’antico
Egitto) venne invece ipotizzato all’indomani della scoperta delle
Americhe. Come si legge nell’Enciclopedia dei Misteri (a
cura di Alfredo Castelli, Mondadori, 1993), quando, nel 1492,
Cristoforo Colombo scoprì che, al di là dell’Atlantico, esisteva
davvero una terra […] il filosofo inglese Francis Bacon
suggerì che avrebbe potuto trattarsi del continente descritto nel
Crizia. […] Dopo la Conquista, si scoprì pure che un’antica
leggenda degli indigeni del Messico […] iniziava con queste
parole: “Gli Uexotzincas, i Xochimilacas, i Cuitlahuacas, i
Matlatzincas, i Malincalas abbandonarono Aztlan e vagarono senza
meta”. Aztlan era un’isola dell’Atlantico, e le antiche tribù
avevano dovuto lasciarla perché stava sprofondando nell’oceano.
Dall’isola i superstiti avevano preso il nome: si facevano infatti
chiamare Aztechi, ovvero “Abitanti di Aztlan”. Qualcuno –
continua Castelli – cominciò a rilevare alcune analogie tra la
civiltà dell’antico Egitto e quelle dell’America Centrale:
costruzioni piramidali, imbalsamazione, anno diviso in 365 giorni,
leggende, affinità linguistiche. Atlantide sarebbe stata dunque una
“sorta di ponte naturale” tra le due civiltà, esteso,
probabilmente, tra le Azzorre e le Bahamas. Si
tratta di un’ipotesi indubbiamente suggestiva, ma che finora non ha
trovato nessuna autentica prova a suo sostegno, checché ne dicano
gli atlantologi.
Tornando ad Akhran,
è interessante notare come TEX
rimanga alla fine scettico sulla sua resurrezione. Infatti, quando
CARSON,
osservando la carcassa bruciata del negromante, dice che gli era
persino sembrato di averla vista muoversi,
il Nostro risponde: Sarà stata
un’illusione ottica!. Come
sappiamo, invece, Akhran
era tornato davvero in vita, seppure per poco.
ARYMAN
Grosso
e mostruoso pipistrello infernale che compare in Tex
contro Yama (G. L. Bonelli [sog.&scen.]
– A. Galleppini [dis.], nn. 265-268). Aryman
è il principale alleato di YAMA,
il quale, ogniqualvolta intende ricorrere al suo aiuto, deve toccare
con la mano sinistra il sigillo posto sulla speciale calotta
donatagli dal padre MEFISTO
e pronunciare la formula Hari, Hari, Aryman!.
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Tex n. 265, novembre 1982. Disegno di Galep |
Quando, all’inizio della storia, YAMA
manda un avvertimento a TEX e
ai suoi pards – i quali si trovano a bordo di un veliero partito da
Veracruz e diretto a Tampa, in Florida -, Aryman
dà il suo contributo, bussando con le ali all’oblò della loro
cabina e impressionando KIT WILLER
e TIGER JACK. E’
soprattutto nella seconda parte, però, che il diabolico pipistrello
fa vedere di cosa è capace. Oltre a percepire, a Tampa, l’aura di
TEX, riuscendo a
rintracciare in breve tempo lui e i pards, Aryman
mette in guardia YAMA
su EL MORISCO (che
fornirà un aiuto decisivo a TEX
e compagni) e spia – non visto - le mosse dei Nostri, fornendo
puntualmente al suo alleato preziose informazioni, che però non
vengono sempre sfruttate a dovere. C’è da dire, infatti, che
Aryman dimostra
maggiore saggezza e intuito rispetto a YAMA,
sul quale esprime, quando ormai la partita con TEX
è irrimediabilmente compromessa, un giudizio poco lusinghiero ma
ineccepibile: […] Nonostante i molti aiuti
ricevuti dal mio mondo e il prezioso insegnamento avuto dal padre,
Yama è ancora ben lontano dal rappresentare la centesima parte del
potere del grande Mefisto!.
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Aryman
con Mefisto e Yama – TEX 265, p. 53
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Per
impressionare i pards, Aryman bussa con le ali all’oblò
della loro cabina – TEX 265, p. 78
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Tra le
sequenze che vedono protagonista questo insolito pipistrello (che è
precisamente un vampiro), ce ne sono almeno quattro degne di
menzione: la scena, ambientata a Tampa, dove esso si getta in
picchiata contro TEX,
che però, avvertito da TIGER,
riesce a schivarlo; quella in cui Aryman,
chiamato da YAMA, si
materializza davanti ai discendenti degli aztechi stringendo tra gli
artigli una specie di uovo di cristallo, che poi lascia cadere a
terra facendo apparire un drago che indossa un casco di piume (per
questo motivo, il mostro viene inizialmente scambiato dagli indios
per il dio Quetzalcoatl,
il Serpente Piumato);
la scena in cui, dopo aver afferrato il cappello di
CARSON per poi lasciarlo cadere in una
sorgente (da cui apparirà
YAMA),
il pipistrello viene sfiorato dai proiettili sparatigli dal ranger,
e, rivolto a questi, pensa: Vecchio
balordo… ;
infine, la sequenza, involontariamente comica, nella quale Aryman
dialoga con un avvoltoio. Il pipistrello sta sorvolando la Sierra
Hermosa sulle tracce dei quattro pards, quando nota uno stormo di
avvoltoi intenti a divorare due
cadaveri (quelli degli aztechi uccisi da
TEX e CARSON);
sceso a terra, chiede a uno dei rapaci: Hai
visto dove sono andati gli uomini rimasti vivi?,
e l’avvoltoio risponde: Quattro stanno
seguendo le alture e altri tre [gli aztechi
sopravvissuti, nda]
scendono a fondo valle.
Aryman ringrazia il
rapace, che aggiunge:
Stai lontano dai quattro, però!. Portano con
loro la morte!. Si tratta di una sequenza dal
sapore disneyano, che nel TEX
di oggi sarebbe impensabile, come impensabile sarebbe lo stesso
Aryman, che è senza
dubbio il più grottesco villain
mai apparso nella saga.
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Tex n. 267, gennaio 1983. Disegno di Galep |
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Tex
evita
per un soffio Aryman
– TEX 267, p. 12
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Con
l’aiuto del pipistrello infernale, Yama impressiona gli indios
della Sierra Hermosa – TEX 267, p. 37
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Curiosità:
Gianluigi Bonelli ha dato al pipistrello infernale un nome molto
significativo: Aryman, Ahriman o Arimane è infatti, nello
Zoroastrismo (l’antica religione persiana), lo Spirito del Male, il
Signore delle Tenebre; un equivalente, insomma, di ciò che Satana
rappresenta nel Cristianesimo. Ne Il Diavolo
dall’A alla Zeta, volumetto allegato al
secondo Speciale Dylan Dog,
si legge che Ahriman creò ben 99.999 malattie per tormentare la
Terra. Pur non essendo potente quanto il demone persiano da cui
prende il nome, l’Aryman
texiano - come dice MEFISTO
a YAMA - non
solo è il signore del Terzo Cerchio, il che gli dà poteri assoluti
sui piccoli regni oscuri, ma fa anche parte della Grande Fratellanza
dei Sette Cerchi, e come tale può ottenere aiuto e collaborazione
dagli altri signori dei cerchi superiori.
Alla fine, però, l’alleanza con YAMA
(è MEFISTO in persona
che mette Aryman al
servizio del figlio) non giova affatto al pipistrello, come si evince
dai suoi pensieri a p. 63 del n. 268: E’
sempre stata gente pericolosa (si riferisce
ovviamente ai quattro pards, nda),
ma ora che ha dimostrato di poter combattere il potere di Yama, va
tenuta strettamente sotto controllo. Sarebbe
molto triste anche per me, se
dovessi tornare entro i confini dei cerchi superiori portando la
notizia della sconfitta di Yama. Perderei il privilegio di… .
Aryman non conclude il
pensiero, perché proprio in quel momento nota gli
avvoltoi di cui abbiamo già parlato, ma
dato che YAMA viene
poi effettivamente sconfitto, è facile immaginare che il povero
pipistrello sarà degradato:
verrà cioè espulso dalla Grande Fratellanza
dei Sette Cerchi, oppure perderà il dominio
del Terzo Cerchio.
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Tex n. 268, febbraio 1983. Disegno di Galep |
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Aryman
chiede informazioni a un avvoltoio – TEX 268, p. 64
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Manufatto
di bronzo raffigurante il demone persiano Arimane
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Massimo Capalbo
N.B. Trovate tutti i link alle altre lettere di The Dark Side of Tex sulla pagina del Navigatore!
*_* quante info!
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