martedì 27 maggio 2014

L'ANGOLO DEL "BONELLIDE" V: IL GRANDE POTERE DI ROSINSKI

di Andrea Cantucci

L'Angolo del "Bonellide" - ovvero lo spazio dedicato ai fumetti che escono in albi di formato bonelliano - di Andrea "Kant" Cantucci stavolta è dedicato al grande Grzegorz Rosinski, e alla recente riproposta in formato 16x21 di alcuni suoi classici. Buona lettura! (s.c. & f.m.) 



“Per me, il fumetto è un’arte dell’immaginazione nel creare degli universi…”
Grzegorz Rosinski

Grzegorz Rosinski, protagonista di questa puntata de l'Angolo del bonellide

Mai come in questo periodo in Italia sono uscite tante opere disegnate da Grzegorz Rosinski, artista polacco ma belga d’adozione. Nel 2011 la Panini Comics ha raccolto in due volumi il suo ciclo storico-fantastico degli anni ’90, Il Lamento delle Terre Perdute, scritto da Jean Dufaux. Lo stesso editore prosegue da oltre dieci anni la pubblicazione in album cartonati della sua più importante serie fantasy, creata insieme a un manager diventato scrittore che risponde al nome di Jean Van Hamme: la saga di Thorgal, originariamente apparso a puntate sulla rivista Tintin a partire dal 1977. Di Thorgal, alieno allevato dai Vichinghi e attualmente disperso in Medio Oriente, è uscito nel dicembre 2013, in contemporanea con la Francia, il 34° volume dal titolo Kah-Aniel, scritto da Yves Sente.
Thorgal. Senza dubbio il personaggio di Rosinski più famoso.

Un altro bellissimo album pubblicato da Van Hamme e Rosinski nel 2001 e intitolato Western, è invece uscito nelle edicole italiane in edizione economica a colori nel marzo 2014, grazie all’Editoriale Cosmo. Quest’ultimo benemerito editore ripropone inoltre nel supereconomico formato bonellide in bianco e nero altre due importanti opere di Rosinski: la saga fantascientifica di Hans, scritta da André-Paul Duchâteau, che esce bimestralmente nella Serie Grigia dal febbraio 2014, suddivisa in una miniserie di quattro numeri, e un’ennesima meravigliosa storia fantasy realizzata insieme a Van Hamme, Il Grande Potere del Chninkel, che viene ristampata nel numero di maggio 2014 della Serie Nera, in un unico volume.
Uno dei recenti albi dell'Editoriale Cosmo illustrati da Rosinski 

Il grande potere di Rosinski è quello di saper creare vasti scenari fantastici, con una totale e incondizionata aderenza realistica a quanto immaginato dai suoi sceneggiatori. Che si tratti di ricreare il mondo norreno dei Vichinghi, con tanto di divinità, ma anche con molti elementi fantascientifici, come in Thorgal, o che si tratti di rendere più attuali e problematici i temi dei viaggi spaziotemporali e dei conflitti alieni tipici della space-opera classica, come in Hans, Rosinski, col suo stile un po’ impressionista ma anche molto concreto, riesce a rendere plausibile e credibile qualunque situazione, per quanto improbabile sia. Tale è il potere evocativo del suo segno, ormai irrimediabilmente associato al fantastico e al medievale, che anche un volume calato in un contesto del tutto realistico e relativamente moderno come Western (dipinto direttamente da Rosinski con prevalenza di toni grigi, avana e beige) risulta affascinante e arcaico in modo quasi fiabesco, ricordando, più che il West artefatto del technicolor, quello dei dipinti di Remington e degli antichi dagherrotipi, un West forse ancora più mitico eppure al tempo stesso più vero.
Hans


Nella riedizione bonellide di Hans invece, per quanto la stampa sia di alta qualità e la grafica fedele all’originale, manca proprio uno degli elementi che hanno contribuito a rendere l’arte di Rosinski ancora più pregevole e “potente”: il colore. In questo caso, come in Thorgal e nel Lamento delle Terre Perdute, era eseguito a mano da Graza, con toni acquerellati inizialmente un po’ naif e poi dalle sfumature e accostamenti sempre più efficaci e armoniosi, che completavano i disegni aggiungendovi sfondi impressionisti. Il volo di corpi sospesi in spazi multicolori, o le lotte nel fango tra alieni e mutanti dall’incarnato terreo, che si vedono nel terzo capitolo di Hans, obiettivamente senza il colore non sono più la stessa cosa. D’altra parte, il bianco e nero, privato della pesantezza delle sfumature scure tipica degli acquerelli, evidenzia meglio la raffinatezza del tratto di Rosinski e il fascino espressivo già presente in partenza nei suoi contrasti chiaroscurali.
Questa miniserie, pubblicando tre episodi per volta, fa notare inoltre l’evoluzione stilistica del disegnatore, dai volti più grotteschi e le anatomie leggermente tozze dei primi anni ‘80, a impostazioni e tratteggi realistici via via più sapienti e accurati, pur senza rinunciare mai ad una certa immediatezza e rapidità di segno.
L’unico piccolo neo di questa edizione è in fondo la traduzione, che benché corretta è forzatamente un po’ più sintetica, dato il formato ridotto, rispetto a quella della rivista Comic Art che quasi trent’anni fa propose per la prima volta al pubblico italiano le grandi tavole di Hans e di Thorgal. Il senso di ogni frase resta comunque fedele all’originale, mantenendo perfettamente godibili e apprezzabili le solide trame di Duchâteau, sceneggiatore famoso in Belgio per aver creato negli anni ’50 la serie poliziesca del giornalista Ric Hochet, noto in Italia come Ric Roland.

Hans 1 - Editoriale Cosmo
In Hans, gli autori partono da un eroe senza memoria e che scopre il mondo in cui si trova insieme ai lettori, per creare quasi una versione moderna di Flash Gordon, che tiene conto di tutta la fantascienza più o meno adulta che l’ha seguito fino a quel momento, da Jeff Hawke a Star Wars, passando per Valerian. Il risultato sono le avventure di due amanti, Hans e Orchidea, che lottano in nome di coloro che vengono emarginati come diversi e indesiderabili, ai margini di una tecnocrazia super-evoluta e asettica, ormai priva di veri sentimenti umani.
La coppia di protagonisti ricorda inevitabilmente l’archetipo fumettistico di Gordon e Dale, ma anche la più emancipata e civilmente impegnata coppia di Valerian e Laureline, agenti crono-temporali famosissimi in Francia. Pur essendo apparsi nel 1980, i rapporti tra Hans e Orchidea non sono molto più espliciti di quelli tra i loro precursori, ma almeno sono un po’ più chiari, visto che dopo qualche anno aspettano un bambino.
Anche il barbuto dittatore Valsary, che gestisce il potere manipolando televisioni e media, in nome di un ideale collettivo che condanna i sentimenti individuali, è una versione più moderna e attuale dell’imperatore Ming nemico di Gordon, che comunicava attraverso quelli che per l’epoca erano degli avveniristici visori. La regina Ardelia che minaccia la Terra, ricorda invece nel nome la principessa Ardala delle strip di Buck Rogers.
Tra gli altri elementi che richiamano la saga del pianeta Mongo del Gordon di Alex Raymond, troviamo i popoli alieni ibridi, come i guerrieri volanti simili a insetti che ricordano gli uomini falco, i duelli a mezz’aria e i combattimenti nell’arena, che ricordano il torneo di Mongo, o i viaggi tra pericolose piante che ricordano le foreste di Arboria. Anche il fatto che Hans diventi amico di un popolo alieno che inizialmente gli era ostile, o che sia acclamato capo dopo aver scacciato un tiranno, ricordano analoghi eventi tipici del primo Gordon. Ma questi, a differenza di Hans, aveva spesso atteggiamenti neo-colonialisti, diventando addirittura sovrano di molti popoli di Mongo e instaurando infine sul pianeta uno stato presidenziale su modello statunitense, con a capo del governo il suo amico principe Barin (un po’ come fanno ancora gli americani in molti paesi).
Hans 2 - Editoriale Cosmo
In effetti dagli amici di Gordon, Barin e sua moglie Aura, potrebbe derivare l’analoga coppia di alieni amici di Hans, Kylal e Aurora (che ricorda Aura anche nel nome), ma i primi erano dei nobili, nel carattere come nell’abbigliamento, mentre i secondi, pur essendo dei capi, sono una sorta di profughi, prima prigionieri sul loro mondo e poi portati a forza sulla Terra. Hans infatti si propone soprattutto come difensore dei reietti e degli emarginati, capeggiando rivolte di partigiani che ambiscono a una vera rivoluzione, a una società radicalmente nuova, con un ritorno a valori comunitari e idilliaci anziché burocratici e gerarchici. Non si può dire che il messaggio sia di sinistra o di destra, poiché i brutali vigilanti del dittatore Valsary assomigliano sia alle milizie dei regimi fascisti sudamericani che alle polizie di stato di certe dittature socialiste, ma c’è una certa aspirazione antirazzista al rispetto e alla fratellanza tra i popoli. Gli autori insomma, si schierano solo dalla parte dell’umanità, anche quando sono gli alieni ad essere più umani di noi, evitando accuratamente qualunque precisa presa di posizione che possa avere attinenza con la realtà contemporanea. Del resto, il giovane Rosinski smise di collaborare coi suoi disegni alla rivista polacca Alfa, proprio perché questa cominciò a fare della esplicita propaganda politica, cosa contraria ai suoi principi d’autore.
La pubblicazione di questa miniserie, che finalmente raccoglie anche in Italia l’intera serie di Hans in un’unica edizione, è tanto più meritoria in quanto erano ancora inediti nel nostro paese gli ultimi episodi, quelli in cui, a partire dal sesto, Rosinski è sostituito ai disegni da Kas, che ne imita più che decorosamente lo stile, anche se i suoi personaggi appaiono più snelli e dinoccolati ed eccede in dettagli che a Rosinski non servivano.

La più recente edizione de "Il grande potere del Chninkel" - Editoriale Cosmo
Con Il Grande Potere del Chninkel, almeno il problema del colore non si pone, poiché la storia era già in bianco e nero nell’originale. Qui infatti Rosinski, anziché affidarsi all’estro pittorico del colorista Graza, lasciandogli aggiungere effetti in più ai disegni, ha realizzato l’intera opera con dettagliati tratti a pennino e sfumature di grigio, che la rendono simile a una serie di immagini antiche, rese vive e concrete grazie alla magia del fumetto. Questo vero e proprio romanzo fantasy disegnato, uscito originariamente a puntate sulla rivista belga A Suivre tra il 1986 e il 1987, in Italia è già stato pubblicato dalla Comic Art, prima a puntate sulla rivista l’Eternauta e poi in albo sul n°23 della collana Best Comics del 1994, entrambe di grande formato come l’originale. La grafica delle pagine, per lo più impostate su tre strisce, si presta però abbastanza bene alla riduzione nel formato bonelliano, che usa abitualmente una struttura simile.
La storia dell’eclettico Van Hamme (autore di famose ed originali saghe, come XIII, Largo Winch e I Maestri dell’Orzo) narra l’epopea messianica non di un grande eroe, ma di un piccolo chninkel, una sorta di bizzarro elfo, magrolino e insicuro, che ricorda un po’ gli hobbit di Tolkien e che si aggira spaesato tra le meraviglie e le minacce del suo stesso mondo, benché molti siano convinti che possieda un grande e miracoloso potere.
Questo affascinante fumetto rielabora, in modo molto originale, elementi nuovi e altri già visti. Su tutti spicca il monolito nero, ispirato a 2001: Odissea nello Spazio, che rappresenta U’n, il Creatore di Mondi che all’inizio conferisce il misterioso potere a J’on il chninkel, un potere la cui vera natura non sarà chiara fino alla fine. Il problema principale di J’on è che tutte le razze del mondo di Daar, costantemente in guerra tra loro, schiavizzano i piccoli chninkel, presi in mezzo tra soldati in pesanti armature su giganteschi mostri, arcieri androgini che cavalcano piante carnivore volanti e selvagge amazzoni guerce in groppa ai loro unicorni.

Studi per i protagonisti de "Il grande potere del Chninkel" 
Ma dal modo arrogante con cui U’n conferisce a J’on il cosiddetto potere che dovrebbe portare la pace, sembra lo faccia più per la scocciatura del caos che le razze guerriere provocano, che per altruismo verso i disperati e infelici chninkel. Dopo essersi salvato da una battaglia ed essersi sentito affidare questo potere che lui stesso non sa cosa sia, J’on inizia così la sua personale odissea, i cui capitoli hanno i nomi dei personaggi che incontra.
Prima aiuta e si fa amico una sorta di scimmione peloso, poi salva la bella chninkel G’wel dalla schiavitù a cui la sottoponevano dei crudeli nani. Seguendola, per pura attrazione sessuale, raggiunge la tribù di lei, i cui anziani lo scacciano, mentre G’wel e altri giovani lo seguono considerandolo il salvatore. Per aver lumi sulla sua missione, dovrà però trovare il saggio Sualtam, che non ha la forma che lui si aspetta, e poi rivolgersi a Volga l’indovina, creatura mostruosa ma molto femminile, per conoscere il suo futuro, che infine lo condurrà ad affrontare i capi delle tre razze guerriere, armato solo di vaghe profezie.
In questo mondo immaginario pieno di violenze e crudeltà come il nostro, in cui, a differenza delle fiabe un po’ bigotte di Tolkien, anche la sessualità ha un ruolo importante, assistiamo così, tra il serio e il faceto, tra molte tragedie e altrettante strizzatine d’occhio, a quella che si può definire un’intelligente riflessione su ciò che significa essere un messia, sulla natura dispotica della divinità adorata da molte religioni e sulla labilità di qualunque memoria storica.

Cosmo Serie Grigia dal n°1 al 4
HANS
Testi: André-Paul Duchateau
Disegni: Grzegorz Rosinski e Kas
Formato: 144 pagine in bianco e nero
Editrice: Editoriale Cosmo
Periodicità: bimestrale
Date di uscita: da febbraio a agosto 2014
Prezzo: € 5,00 a numero

Cosmo Serie Nera n°8
IL GRANDE POTERE DEL CHNINKEL
Testi: Jean Van Hamme
Disegni: Grzegorz Rosinski
Formato: 176 pagine in bianco e nero
Editrice: Editoriale Cosmo
Data di uscita: 22 maggio 2014
Prezzo: € 5,50

Andrea Cantucci

N.B. Trovate i link alle altre puntate dell'Angolo del Bonellide andando sulla pagina delle Cronologie!



2 commenti:

  1. Interessantissime queste recensioni di Cantucci. Ma perchè non gli fate fare anche la recensione di qualche albo Bonelli? Mi piacciono molto anche le interviste curate da Lana, che erano uno dei piatti forti di Dime Press. Un saluto da Gennaro

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    1. Grazie, Gennaro!

      Andrea Cantucci segue per DW la collana Lilith, con ficcanti recensioni: lo vedi poco su questo fronte perché la serie di Enoch esce solo due volte all'anno! Inoltre ci delizia - sotto lo pseudonimo di Kant - con le sue parodie bonelliane (su testi di Pieri).

      In questo momento siamo un po' "carenti" sul settore delle recensioni soprattutto perché la redazione (ovvero il sottoscritto e Saverio Ceri) è impegnatissima nel montaggio di ben cinque serie che ci arrivano dai nostri valenti collaboratori esterni: i tre dizionari di Capalbo (Mister No, Zagor e Tex), la Storia del West di Vieira e l'Angolo del Bonellide di Cantucci. Questo ci porta via gran parte del tempo che possiamo dedicare a DW (che - come si sarà capito - NON è il nostro lavoro, ahinoi...). Ma presto ripartiremo anche con quel filone, grazie a nuovi, probabili apporti!

      Quanto a Franco Lana, oltre a essere un simpatissimo burlone nel campo delle parodie bonelliane e uno sceneggiatore talentuoso (abbiamo messo, per es., alcuni suoi lavori con Prisco), ci sta mandando ora queste succose interviste - andando a colmare una "lacuna" di DW. Presto la terza!

      Francesco Manetti

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