a cura di Pierangelo Serafin
Con il beneplacito del nostro reporter ufficiale a Fumettolandia - il caro Franco Lana - passiamo il microfono a Pierangelo Serafin che i lettori di Dime Web già conoscono come esperto di Batman! Gli lasciamo subito la parola perché sarà lui stesso, stavolta, a introdurre l'intervistato, in un esauriente e ficcante prologo! (s.c. & f.m)
Il
fumetto è un'arte visuale basata sulla regola primordiale, andando a
ritroso con la mente alle testimonianze rupestri degli uomini
primitivi, del racconto per immagini. I
suoi personaggi iconici e spesso archetipici sono nell'immaginario
collettivo perché basta un colpo d'occhio per distinguerli. Quando
le loro avventure vengono adattate in forma romanzata li si immagina
esattamente come sono, proprio per la loro iconicità, ma in pochissimi
casi questo percorso inverso rende loro giustizia. Descrivere
le loro azioni pare cosa superflua e noiosa quando si potrebbe avere
sotto gli occhi una tavola o delle vignette che soddisfino
prontamente le esigenze del lettore; il discorso cambia quando le
storie che vengono raccontate non riguardano tanto le azioni quanto
piuttosto le motivazioni dietro di esse e le ripercussioni che hanno
nello scenario nel quale si svolgono.
Serafin e Felisi a Cartoomics |
A Proud City ogni persona dotata di un superpotere veniva
intercettata, schedata e inquadrata, anche se la procedura non
seguiva sempre quest'ordine. Come gli aveva ricordato l'eroe,
detenere un potere significava doversi schierare. Non era un mondo
fatto per le posizioni neutrali, quello. O stavi da una parte o stavi
dall'altra. A fare le spese di tale status non erano le persone con i
superpoteri, ma i loro cari, improvvisamente gettati in una realtà
estranea e pericolosa fatta di superesseri incapaci di opporsi
all'ineluttabilità del destino (dal secondo racconto della
raccolta, intitolato "Libero arbitrio").
I
cinque racconti di "Eroi con la S maiuscola" (Edizioni
Sensoinverso - antologia di 238 pagine) hanno come
scenario l'immaginaria città di Proud City e come protagonista non
tanto gli eroi quanto l'umanità che la popola. Alessandro
Felisi riconosce, nelle note introduttive, quanto sia stata
importante nella stesura di questa sua opera l'influenza della serie
"Astro City" di Kurt Busiek con la sua visione rovesciata
degli eventi - cioè le imprese degli eroi osservate dal punto di vista
degli abitanti della città; sebbene essi giochino comunque un ruolo
importante sono visti come in filigrana (riguardo all'autore
statunitense si potrebbe affermare che, per una specie di paradosso,
un capolavoro editato da una major qual è "Marvels" sia
stato una specie di prototipo per una delle serie di culto più
acclamate degli ultimi vent'anni in ambito fumettistico). Date
queste premesse si potrebbe pensare che sia una semplice raccolta di
racconti in stile manieristico e anonimo, ma in realtà l'opera di
Alessandro Felisi è molto meno banale di quanto possa sembrare. Il
suo pregio principale sta nel riuscire a condurre anche il lettore
più avvezzo a questo genere di letteratura nella direzione da lui
voluta trovando sempre soluzioni narrative tutt'altro che scontate e,
a volte, perfino spiazzanti.
In
un alternarsi di situazioni drammatiche e trovate umoristiche che
strappano più di un sorriso la lettura scorre via in modo piacevole
e soddisfacente (p. s.)
Eroi: prima e... |
DIME WEB - Alessandro,
la prima domanda è piuttosto di routine ma necessariamente
obbligatoria: raccontaci un po' di te e parlaci di cosa ti ha
ispirato e spinto a scrivere un romanzo che narri di supereroi.
ALESSANDRO FELISI - Come
sai sono anche attore teatrale e drammaturgo, e dirigo un piccolo
teatro, ma essendo sopraTtutto un amante della narrazione, in tutte le
sue forme, sono anche un appassionato lettore di ogni cosa, fumetto
incluso. Leggendo continuamente di gente con costumi attillati e
mantelli, a un certo punto mi è venuta voglia di scrivere di loro,
ma in modo diverso, cercando di evocare l'immagine tramite la parola.
Il termine "visione rovesciata" che hai usato
nell'introduzione è calzante, dal momento che in "Eroi con la S
maiuscola" non solo cerco di descrivere la situazione usando
come punto di vista quello delle persone senza superpoteri, ma tento
anche di ribaltare il superato concetto di buono e cattivo, la cui
assenza di sfumature lo rende poco credibile. I
fumetti di supereroi, in generale poco considerati come forma di
letteratura da chi non li legge, hanno sempre cercato di essere
contemporanei dell'epoca in cui hanno vissuto. Penso che siano invece
un metro di paragone interessante per la storia moderna, e riflettono
aspetti importanti del mondo reale, necessario poi alle storie di
fumetti per esistere. Un tipo di equilibrio simbiotico famigliare,
non trovi? Questo significa che la loro psicologia e molteplice e
profonda tanto quanto quella di un qualunque altro personaggio
letterario che conosciamo. Sono
scrittori anche gli autori di fumetti. Riassumendo
in una sola frase potremmo affermare che: avevo tanta voglia di dire
anche io la mia.
...quarta di copertina! |
DW - Quali autori hanno ispirato il tuo stile narrativo?
AF - Inumerevoli.
Avendoli letti un po' tutti mi sono lasciato trascinare e influenzare
da ogni fonte che fosse in grado di stimolare la mia creatività.
Michael Ende, per esempio, che con La storia infinita, e non mi
riferisco alle brutte edizioni degli anni recenti o al film, ma al
capolavoro meraviglioso stampato in due colori, fu capace di
sfruttare la tecnica narrativa del meta-teatro in un romanzo. Una
delle opere più originali e profonde che abbia mai letto. Parlando
di originalità, negli stessi anni abbiamo The Princess Bride di William Goldman, scritto con lo pseudonimo di Simon Morgenstein.
Il duello sul dirupo della follia è forse una delle trovate
narrative che preferisco da sempre, per non parlare del finale che,
beh... mi ha fatto cadere dalla sedia all'epoca. Il signor Martin ha
ricordato a tutti che essere il buono non è una garanzia di salvezza
e questo è stato illuminante. Games of Thrones è una
delle serie più realistiche che abbia mai letto. Ed è un fantasy.
Stephen King è forse uno dei narratori più abili mai esistiti (non
contiamo gli ultimi anni). Ti trascina e ti porta via. Letteralmente. Tutti
questi autori mi hanno fatto capire che è possibile infrangere i
canoni della letteratura classica e costruire storie capaci di
resistere e prosperare fuori dagli schemi. Se poi pensiamo agli
autori di fumetti come Miller, Infantino, Moore, Byrne, e centinaia
di altri, c'è davvero da perdersi. Eppure
credo che siano gli autori inglesi quelli che mi hanno influenzato di
più. La Rowling, che pur mettendo da parte il successo di Harry
Potter, è una scrittrice davvero molto brava. Neil Gaiman,
poliedrico autore di romanzi, novelle e fumetti, ma più di chiunque
altro, Douglas Adams e Terry Pratchett. A oggi sono convinto che non
esista niente di più geniale, sottile, intenso e straordinario come
le loro opere. Due
autori che hanno cambiato tutto. In
"Eroi con la S maiuscola", faccio delle uscite che cercano
di eguagliare il loro modo di raccontare, rimanendo comunque ben
lontano dal risultato ottenuto da questi maestri. Anche se, per dirla
tutta, le storie sono costruite sullo stile di M. Night Shyamalan,
regista e autore che con i suoi primi film ti portava a un finale
che non era nemmeno lontanamente vicino a quello che ti eri
immaginato. Provare
per credere.
Alessandro Felisi |
DW - Ha
ancora un senso e una valenza parlare di eroi ed eroismi nella
nostra società? Quanto
ne abbiamo ancora bisogno oppure ci troviamo di fronte a un concetto
obsoleto e superato?
AF - Tina
Turner cantava We don't need another hero e benché il
testo fosse applicato a un contesto ben preciso, probabilmente non
aveva nemmeno tutti i torti. Non abbiamo bisogno di altri eroi, ma
forse abbiamo bisogno di credere in loro. Questo
era un mondo difficile già prima che io nascessi, ma sostenere che
abbiamo bisogno di eroi, è un pensiero incompleto. Li abbiamo già.
La storia ne è piena e i fumetti di genere, che parlano di eroi
immaginari, lo fanno traendo ispirazione anche dalle gesta di eroi
reali, sia del passato che di oggi. Non
alle gesta fisiche ma a quelle morali e intellettuali. Non credo che
serva fare degli esempi. D'altro
canto, malignamente parlando, si potrebbe anche dire che il nostro
bisogno di eroi equivale in qualche modo a desiderare che sia qualcun
altro ad essere eroe per conto nostro, lasciandogli tutto il lavoro.
DW - Prevedi un seguito per quest'opera (Cosa che noi lettori ci auguriamo)? So che stai lavorando ad altri progetti; puoi darci un'anticipazione o ritieni che sia troppo prematuro parlarne?
AF - Ho sempre voluto un seguito per "Eroi con la S maiuscola", al punto che ho iniziato già da tempo a raccogliere degli spunti per le storie che lo potrebbero comporre. Vedremo. Al momento è al vaglio la scelta di una casa editrice per un nuovo romanzo in tre parti, corredato di disegni realizzati da un giovane autore emergente, Alexander Tripood. Le sue tavole saranno inserite prima del testo, invertendo lo standard classico in cui un disegno riassume o raffigura un momento appena narrato. Qui saranno le immagini a raccontare il testo. Dato che questo è pronto (almeno la prima parte) sto cercando di finire un libro per ragazzi. Un vecchio progetto che avevo accantonato ma che mi ha sempre divertito molto. Diciamo che dopo Harry Potter, Percy Jackson e Artemis Fowl, è finalmente (spero) arrivato il momento di J.S. Per il momento non posso dire altro tranne che la copertina sarà sicuramente del Tripood.
a cura di Pierangelo Serafin
N. B. trovate i link agli altri colloqui con gli autori su Interviste & News!
a cura di Pierangelo Serafin
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