di Massimo Capalbo
No, non è un errore! Sappiamo benissimo che dopo la I dovrebbe venire la J... ma nessun mostro zagoriano si è ancora degnato di nascere con quell'iniziale! Eccovi dunque quattro, orrorifiche voci con la K, appena sfornate da Max Capalbo (il nostro Accademico della Crusca Bonelliana). Quattro voci e tre collane di riferimento: lo Zagor Zenith, lo "Zagorone" e lo Zagor Speciale! Vi ricordiamo infine che tutte le immagini (salvo le due introduttive, selezionate dal Web dalla "redazione" - per le quali vi preghiamo di segnalarci eventuali errori e/o omissioni) sono state scelte (e fornite di apposita didascalia) dallo stesso Massimo! (s.c. & f.m.)
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Una singolare interpretazione di Zagor, firmata Arhanor, ovvero il serbo Tiberiu Beka (dal sito Deviant Art) |
LEGENDA
- I
nomi in stampatello e
grassetto rimandano
a una voce dell’opera. Fanno eccezione i nomi dei protagonisti
della serie, ZAGOR e
CICO, che sono sempre
scritti in questo modo, tranne quando sono inseriti nei crediti di
una storia o fanno parte del titolo di un libro (ad esempio:
Speciale Zagor;
Speciale Cico; Zagor 1982-1993, un senese a
Darkwood ecc.).
- Gli
uomini-bestia di cui conosciamo anche nome e cognome o il nome
soltanto, vengono indicati con la loro identità mostruosa e non con
quella umana (ad esempio: ULTOR
invece che NEZDA;
UOMO TIGRE invece che
KELLOG, WILFRED).
- Gli
altri mostri di cui conosciamo nome e cognome vengono indicati per
cognome (per esempio, RAKOSI, BELA),
e, quando vengono citati in una voce diversa dalla loro, solo
il cognome è scritto in stampatello e grassetto, in modo da
rimandare immediatamente alla lettera sotto la quale sono stati
inseriti (ad es.: nel testo della voce
RAKOSI, BELA, il
personaggio della contessa Varga
è citato come Ylenia VARGA).
In alcuni casi, però, abbiamo optato per il soprannome (ad es.:
SKULL invece che
RANDAL, COLIN).
- Per
quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna
storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a
nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la
trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia
alla memoria dei lettori in modo più efficace (anche se, in alcuni casi, il nostro titolo non coincide con quello usato abitualmente dai lettori). Ad esempio, la
storia dei nn. 194-196 viene indicata con il titolo del n. 195, Il
Signore Nero,
perché esso è, per l’appunto, più rappresentativo rispetto a Il
teschio di fuoco (n. 195) e L’orda
del male (n. 196).
Sempre
riguardo alla serie regolare, nei crediti delle storie si fa
riferimento al computo reale degli albi zagoriani e non alla
numerazione della collana Zenith, ossia al numero stampato sulla
costa di ciascun albo mensile. Com’è noto, la suddetta
numerazione è sfasata di 51 numeri rispetto a
quella effettiva (ad esempio, il Zenith
n. 52 corrisponde al primo numero di Zagor, il Zenith n. 53 al
secondo numero e così via).
Per una guida ai collegamenti ipertestuali andate su Zagor Monsters lettera "A"!
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Zagor interpretato da Gianluca Testaverde (dal sito Deviant Art) |
K
KOONTZ
KRAK
KREEGAH
KUDAN
KOONTZ
Compare
ne Il castello nel cielo (M.
Burattini [sog.&scen.] – M. Torricelli [dis.], Zagor Gigante n.
1) ed è un potente stregone che vive nella terra di Wiklan,
in una dimensione parallela alla nostra. Con il suo esercito di
ORCHI,
Koontz espugna
il castello del mago buono Yord,
il quale, per impedire al suo avversario di schiavizzare sua figlia
Xenia
e diventare il sovrano assoluto di Wiklan,
si getta contro la sua spada. Così facendo, oltre ovviamente a
morire, Yord
fa precipitare Koontz
nel vortice delle infinite realtà. Lo stregone finisce a Darkwood,
proprio mentre CICO
– che si trova nella foresta in compagnia del postino pellerossa
Drunky Duck
- sta leggendo, a voce alta, il racconto in cui il bostoniano Wilbur
Macken – giovane e squattrinato
scrittore di dime novels
- ha narrato la vicenda sopracitata. Arrivato proprio al punto della
storia dove Koontz
si ritrova catapultato in un mondo a lui sconosciuto, CICO
scopre che qualcuno ha strappato le
pagine conclusive. A farlo è stato lo stesso Drunky
Duck, che le ha usate per accendere
il fuoco, cosa che scatena la rabbiosa
reazione del messicano.
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Zagor Albo Gigante n. 1, maggio 2011. Disegno di Ferri |
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Koontz
viene affrontato da Yord - ZGR Gigante 1, p. 21
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Koontz
precipita nel vortice delle infinite realtà, lasciando basiti i suoi
orchi - ZGR Gigante 1, p. 26
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Intanto,
in un luogo non molto distante, ZAGOR
incontra casualmente Macken e
lo salva da una spaventosa creatura alata (vedi MOSTRI VOLANTI DI WIKLAN).
Poco dopo, davanti al fuoco, lo
scrittore racconta all’eroe ed a
CICO che,
nei suoi racconti, egli non fa altro che descrivere i mondi e i
personaggi fantastici che gli appaiono in sogno. Temo
che i miei incubi mostrino
qualcosa di reale e non nascano dagli abissi della mia follia!,
dice Wilbur
ai Nostri, al che CICO
gli chiede: Vuoi farmi credere che
quello stregone, Koontz… esiste davvero?.
Lo scrittore risponde: Magari non si
chiama proprio così e non ha l’aspetto con cui l’ho descritto
nel mio racconto… ma tutto lascia supporre che esista, sì. […]
Io credo che lui, in qualche modo, sia arrivato qui!
Qui… a Darkwood!.
Giusto in quel momento, infatti, Koontz
giunge presso la capanna di un cacciatore e, dopo aver costretto
questi a dirgli il nome del luogo in cui si trova, lo trasforma in
uno dei suoi ORCHI.
Inoltre, lo stregone - che possiede ancora la sua spada magica -
ingigantisce due comuni scolopendre, trasformandole in terrificanti
mostri: questo prodigio - che avviene nelle vicinanze della Casa
nel Cielo, un monastero posto sulla
cima di una torre di pietra in cui vivono due vecchie conoscenze dei
Nostri, i frati Gelsomino
e Serafino
– è stato già visto, in un altro dei suoi incubi, da Wilbur,
che ne mette al corrente ZAGOR
e CICO.
I succitati mostri devastano un villaggio Osage,
costringendo i superstiti – tra cui il giovane guerriero Yawa
- a trovare rifugio nell’accampamento dei Cree,
i quali poi avvertono ZAGOR tramite
i segnali di fumo. Lo Spirito con la
Scure si mette in viaggio assieme a
CICO
e Wilbur,
e giunto al villaggio Cree viene
a sapere che le SCOLOPENDRE GIGANTI
si sono dirette verso le miniere d’oro del Red
Canyon.
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Koontz
trasforma un cacciatore di Darkwood in uno dei suoi orchi - ZGR
Gigante 1, p. 71
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Zagor
scopre che Koontz ha trasformato la Casa nel Cielo in un tenebroso
castello - ZGR Gigante 1, p. 162
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ZAGOR
riparte subito con Yawa
per avvertire i minatori del pericolo, ma quando arriva è troppo
tardi: non solo i mostruosi centopiedi (che vengono poi uccisi dai
due) hanno divorato alcuni minatori, ma la maggior parte di essi sono
stati trasformati in ORCHI
da Koontz,
che si è così creato un nuovo, agguerrito esercito. Come se ciò
non bastasse, l’eroe e Yawa
scoprono, una volta raggiunti CICO
e i guerrieri Cree
sulla Collina Rossa,
che Wilbur è stato rapito da un altro mostro volante. A questo
punto, ZAGOR
capisce che Koontz ha
installato il suo quartier generale nella Casa
nel Cielo: infatti, giunto sul posto
con gli altri, s’imbatte in frate Gelsomino,
il quale, sfuggito per un soffio agli ORCHI,
ha trovato rifugio, con Serafino,
in una grotta che si apre alla base della torre. Attraverso un
passaggio presente nella suddetta grotta, ZAGOR,
Yawa
e il grosso dei Cree
raggiungono la Casa nel Cielo
e scoprono che questa è stata trasformata in un tenebroso castello.
Dopo aver ordinato ai suoi compagni di attenderlo nei pressi
dell’edificio, l’eroe penetra in esso e, superati alcuni ostacoli
(tra i quali una mostruosa GELATINA ASSASSINA), scende nei sotterranei e
libera Wilbur.
ZAGOR,
la cui presenza è stata percepita
da Koontz,
deve lottare anche contro due ORCHI
e una torma di RAGNI GIGANTI.
Poi, raggiunto l’esterno con Wilbur,
uccide il mostro volante che aveva rapito lo scrittore e, affidato
quest’ultimo a Yawa,
affronta – assieme ai Cree
– tutti gli altri ORCHI.
Al termine dello scontro, resta vivo solo ZAGOR,
che raggiunge quindi la grotta dove si trovano i suoi amici. Poco
dopo, però, accade l’imprevisto: le rocce si animano e chiudono
l’uscita, imprigionando i Nostri. E’
stato lui, Zagor!... Koontz!,
dice Wilbur,
e l’eroe, a questo punto, intuisce l’incredibile verità: lo
stregone è lì con loro e ha preso possesso del corpo dello
scrittore.
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Zagor
intuisce che Koontz ha preso possesso del corpo di Wilbur - ZGR
Gigante 1, p. 219
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Koontz
lotta con Zagor - ZGR Gigante 1, p. 224
|
Non so come sia stato
possibile, ma siamo finiti in mezzo a uno dei tuoi racconti…
- dice ZAGOR
a Wilbur
- al parto della tua mente! Soltanto
la fantasia di uno scrittor può trasformare un monastero in un
castello… un uomo in un orco… un insetto in un mostro! La grotta
che si è richiusa attorno anoi dimostra che è la nostra stessa
realtà che si modifica per il volere di qualcuno che la plasma con
il solo pensiero, come se fosse creta!.
A conferma delle parole di ZAGOR,
Wilbur
si tramuta in Koontz,
il quale, sguainata la sua spada magica, dice all’eroe (che si
accorge in quel momento di aver perso la scure e di avere anche la
pistola scarica): Sei davvero un
degno avversario, Zagor… e dato che i miei servi non sono riusciti
a fermarti, sarò io occuparmi di personalmente di te! E’ per
questo che mi sono fatto trovare chiuso in quella cella… perché tu
mi portassi con te e fossi pronto a intervenire se tutti gli altri
avessero fallito!. Detto questo,
Koontz
si accorge che uno dei guerrieri Cree
sta per sparargli, e devia il proiettile con la sua spada, causando
il ferimento di CICO
a una gamba. Koontz – che ha intenzione di trasformare in ORCHI
sia ZAGOR
che i suoi amici – inizia a duellare con l’eroe, al quale Yawa
ha dato il suo tomahawk. A un certo punto, l’altro Cree
presente nella grotta, si scaglia contro lo stregone, ma questi lo
uccide facilmente, passandolo da parte a parte. Sei
pronto a morire, eroe?, chiede,
spavaldo, Koontz
a ZAGOR,
che pensa: Forse ho capito perché
Koontz non ha mai accettato di combattere personalmente, prima di
adesso! Ha dei poteri immensi… ma
non ha il pieno controllo delle sue trasformazioni!.
Lo stregone vibra una serie di fendenti, ma ZAGOR
riesce a schivarli e con un gesto acrobatico colpisce il suo
avversario, facendolo sbattere contro la roccia. Il
tuo punto debole ha un nome, Koontz!
– dice ZAGOR
allo stregone - …Si chiama
Wilbur! […] Puoi
controllare gli altri, al di fuori di te… ma
non lui!... Hai
lottato contro Wilbur senza mai riuscire a vincere, Koontz! Ogni
volta che credevi di aver preso finalmente possesso del suo corpo per
poter agire a tuo piacimento in questa realtà la sua mente tornava a
ricacciarti indietro! […] Sono
certo che sei stato tu, agendogli dentro mentre lui cercava di
respingerti, a fargli lasciare la città, diretto verso Darkwood,
dove tu volevi portare la tua dimora in questo mondo! Ma ogni volta
che riuscivi a trasformarti in Koontz, e speravi di aver
definitivamente preso possesso del corpo di Wilbur… lui tornava a
riprendere il suo aspetto! Finché… si è imbattuto in me e ha
chiesto il mio aiuto!.
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Per
sconfiggere definitivamente Koontz, Wilbur si uccide - ZGR Gigante 1,
p. 236
|
|
Lo
scrittore americano Dean Koontz
|
Koontz
dice a ZAGOR
che la sua ricostruzione è esatta, quindi si lancia nuovamente
contro di lui, facendogli saltare via il tomahawk e immobilizzandolo
a terra. Anziché ucciderti, potrei
trasformarti subito, e per primo, in uno dei miei servitori…
- dice Koontz
al Nostro, stringendogli il collo con una mano e puntandogli contro
la spada - che cosa ne dici, Spirito
con la Scure? Ah! Ah! Ah!. Lo
stregone è ormai sicuro di aver vinto, ma ZAGOR
ha un ultimo asso nella manica: Wilbur!
Ungh… Riprendi
possesso del tuo corpo! …So
che puoi farlo!. Le parole dell’eroe
non rimangono inascoltate: Koontz
lascia la presa, cerca di resistere, ma alla fine ritorna a essere
Wilbur.
Tuttavia, lo scrittore sente che Koontz
è ancora dentro di lui e prima o poi tornerà fuori. Per evitare che
ciò succeda, Wilbur
prende una drammatica decisione: afferra la pistola di CICO
(che era finita a terra quando il messicano era stato ferito) e si
spara in testa. Ha fatto tutto in un
attimo…per impedire a Koontz di riprendere possesso del suo corpo!,
dice ZAGOR.
Ma chi era Koontz?... Da dove
veniva?... E perché era attratto da Darkwood?,
gli chiede CICO.
Temo che non lo sapremo mai con
certezza, Cico! – gli risponde
ZAGOR
– Però abbiamo avuto mille
dimostrazioni di come Darkwood sia un luogo particolare, diverso da
tutti gli altri… probabilmente addirittura magico, per una
congiunzione di fattori che neppure possiamo immaginare. Forse la
nostra foresta è una specie di varco tra i mondi… e da uno di
questi è giunto qui una sorta di demone dai poteri spaventosi, che
ha trovato nella mente di Wilbur il punto di aggancio con la nostra
realtà!.
|
Arthur
Machen, scrittore e mistico
gallese
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Alle parole di ZAGOR
fanno eco quelle del saggio Serafino:
Forse è stato proprio Wilbur a
dargli l’aspetto con cui si materializzava, Zagor! Non so se il
nostro amico, così tragicamente morto, fosse folle… ma di cert,
stando a quello che mi ha raccontato Cico, era uno scrittore dotato
di un notevole talento visionario! E dunque… qual è il potere di
chi inventa e racconta storie, se non quello di modellare la realtà,
plasmandola a suo piacimento. Lo scrittore crea eserciti…
costruisce castelli… dà vita a orridi mostri!... E soprattutto fa
in modo che tutti credano alle sue invenzioni, soffrendo e gioiendo
con i suoi personaggi. CICO
si chiede allora se Koontz
non si sia trasferito dentro qualcuno di loro, ma ZAGOR
gli risponde che gli incantesimi dello stregone sono definitivamente
svaniti, come dimostra il fatto che la caverna si è riaperta. Non
solo, ma anche la Casa nel Cieloè di nuovo al suo posto.
Curiosità:
Come abbiamo già scritto nella voce GELATINA ASSASSINA, Burattini ha dato allo
stregone di Wiklan
il nome di un famoso scrittore
americano contemporaneo, Dean Koontz. Anche il cognome dello
sfortunato Wilbur
rimanda a uno scrittore, il gallese Arthur Machen, noto soprattutto
per il romanzo Il Grande Dio Pan
(1894), considerato da Stephen King la migliore storia horror in
lingua inglese di sempre. A proposito di King, bisogna dire che il
rapporto tra Wilbur
e Koontz ricorda
quello tra lo scrittore Thad Beaumont e il suo alter ego letterario
George Stark nel romanzo La metà
oscura (1989). D’altra parte, il
carattere metaletterario e metafumettistico de Il
castello nel cielo è piuttosto
evidente. Lo stesso Burattini, infatti, ha scritto sul suo blog che
l'intento era quello di giocare con l'idea che a chi scrive
Zagor (lo sceneggiatore = Wilbur o, se vogliamo, Koontz) è permesso
di fare tutto (o di fare tutto quello che Bonelli permette, se lo
sceneggiatore in questione non si firma Nolitta, ma il
senso è lo stesso). E' l'arte dello scrivere, o il talento
dell'affabulazione, ciò che permette di costruire i castelli nel
cielo (o di fare castelli in aria,come il gioco di parole suggerisce,
non a caso).
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Copertina
della prima edizione originale del romanzo di Stephen King La
metà oscura
(1989)
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KRAK
Compare
in Non umani (M. Burattini [sog.&scen.] – E.
Barison [dis.], nn. 613-614) e, tra i quattro evasi spaziali
della storia (gli altri sono Hays, SHRIKE e CHANGE)
si aggiudica senza dubbio la palma del più mostruoso. Spaventoso è
infatti il suo aspetto normale: un colosso il cui muso è
costituito da un groviglio di tentacoli, dietro cui si cela una
grande bocca piena di denti acuminati; ma ancora più spaventoso è
l'aspetto che assume quando si trasforma, cioè ogniqualvolta attacca
e divora le sue prede: un'enorme massa di tentacoli in grado di
strisciare sia sopra che sotto il terreno. E' proprio con queste
sembianze che, nella prima scena in cui compare, Krak assale
un gruppo di soldati e i due cavalli del loro carro. Tanto gli uomini
che i suddetti animali vengono stritolati e letteralmente spolpati
dal vorace extraterrestre, il quale, poco dopo, uccide anche tre
squaw Delaware (una quarta invece, chiamata Nenah,
riesce a fuggire, ma viene in seguito catturata da Hays).
Com'è andata la caccia?, gli chiede poi Hays, e Krak
risponde: Bene… voi terrestri siete particolarmente saporiti. Ho
fatto un buon pasto con alcuni uomini e i loro cavalli… ed ero già
sazio quando ho ucciso le donne dalla pelle rossa. Mi sono limitato a
succhiarne i fluidi.
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Zagor n. 613, agosto 2016. Disegno di Ferri |
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Con
i suoi enormi tentacoli, Krak non dà scampo ai soldati – ZGR 613,
p. 33
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Krak
emerge dal terreno, pronto a divorare uomini e cavalli – ZGR 613,
p. 36
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Zagor n. 614, settembre 2016. Ultima copertina di Ferri |
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Krak
si ricongiunge ai suoi compagni di fuga Hays e Shrike – ZGR 614, p.
12
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I cadaveri delle tre sfortunate squaw,
ritrovati da ZAGOR e Tonka, sembrano mummificati.
Trascorse alcune ore, Krak ha di nuovo fame e Hays, che
in precedenza ha ucciso a fucilate tre poveri trappers, gli fa
mangiare i loro corpi. Mai far marcire del cibo pronto per essere
divorato!, esclama l'alieno, che – terminato l'orrendo pasto
sotto gli occhi terrorizzati di CICO e di Nenah –
dice a Hays: Mi piace questo pianeta… avrò di che
mangiare per il resto dei miei giorni! Che calcolati in termini
terrestri… saranno più o meno cinquecento anni ancora!. Krak
non ha però fatto i conti con ZAGOR, il quale, nel finale
della storia - dopo che l'alieno ha dato un'altra impressionante
dimostrazione della sua forza, stritolando il mulo del trapper Miles
(il figlio del vecchio cieco – vedi CHANGE) e disarmando con
facilità quest'ultimo e Tonka – riesce a ucciderlo. La
lotta tra i due è breve, ma assai emozionante: l'alieno, per
impedire che ZAGOR recuperi il fucile laser con cui ha ucciso
Hays e ferito SHRIKE, avvolge le gambe dell'eroe con i
suoi tentacoli, atterrandolo. Tuttavia, il Nostro riesce a riprendere
l'arma e, ricaricatala, fa fuoco, liberandosi della terribile
stretta; dopodiché spara altre due volte, colpendo in pieno il
furioso Krak, che si accascia al suolo privo di vita.
|
L'alieno
divora i trappers uccisi da Hays – ZGR 614, p. 27
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Per
evitare che Krak uccida Tonka, Shrike si vede costretto a tagliargli
un tentacolo. Non si tratta però di un danno irreparabile: Krak è
infatti in grado di riassorbire le parti del suo corpo – ZGR 614,
p. 57
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|
Per
quanto feroce, Krak sa cos'è la riconoscenza: come dice infatti a
Shrike, non divora Hays perché deve a lui la libertà – ZGR 614,
p. 61
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Krak
si accorge di non poter uccidere Zagor. Quest'ultimo, infatti, non è
il vero Spirito con la Scure, ma il mutaforma Change, il suo quarto
compagno di fuga – ZGR 614, p. 74
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Curiosità:
Il nome che Burattini ha dato a questo terribile alieno rimanda
chiaramente al Kraken, la colossale creatura tentacolata (vedi
PIOVRA GIGANTE) delle leggende scandinave. Il suo volto,
invece, ricorda molto quello di Cthulhu, il famoso mostro
inventato da H. P. Lovecraft cui sono ispirate altre inquietanti
creature zagoriane, quali DAGON (che a sua volta è affine al
sopracitato Kraken), i MOSTRI DI WINDY ROCK
e il MOSTRO DELL'ANTARTIDE. Inoltre, Krak richiama
nell'aspetto, e soprattutto nella capacità di sbucare dal sottosuolo
con i suoi tentacoli, il Mostro delle fogne, la sfortunata
creatura (al secolo, George Bates) che compare nella storia di
Dylan Dog Dal profondo (n. 20), ideata e
sceneggiata da un duo d'eccezione come Tiziano Sclavi e Alfredo
Castelli, e disegnata da Corrado Roi.
|
L'extraterrestre
avvolge Zagor con i suoi tentacoli, ma l'eroe riesce comunque a
recuperare il suo fucile laser ed a ricaricarlo – ZGR 614, p. 86
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Zagor
uccide finalmente il terribile Krak – ZGR 614, p. 88
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|
Il
Kraken attacca una nave mercantile in un'illustrazione del 1810
|
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Una
statuetta in resina di Cthulhu realizzata dal creature
creator
singaporiano Dominic Qwek
|
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Dylan Dog n. 20, maggio 1988. Disegno di Villa |
KREEGAH
La
leonessa dai denti a sciabola che, ne La regina della città
morta (M. Boselli [sog.&scen.] – M. Laurenti [dis.],
nn. 422-424), diventa la fedele compagna di ZAGOR,
identificatosi nel principe di Songhay, il semidio africano
Damballah. All’inizio della storia, l’eroe sogna Kreegah
e Marie Laveau: la prima gli balza addosso, ma senza
azzannarlo; la seconda, che si crede la reincarnazione della sposa di
Damballah, gli dice: Kreegah ti ha
riconosciuto, mio principe!... In te scorre una scintilla dell’anima
di Damballah!... E lei ha combattuto insieme al semidio Damballah…
…nell’alba dei tempi… …quando la Terra era giovane… .
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Zagor n. 423, ottobre 2000. Disegno di Ferri |
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Kreegah
e Marie Laveau appaiono in sogno a Zagor - ZGR 423, p. 85
|
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Il
possente felino si mostra mansueto nei confronti di Zagor - ZGR 423,
p. 83
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In seguito, Marie fa catturare ZAGOR dai suoi guerrieri
e lo fa portare nel palazzo reale di Songhay, dove Kreegah,
vedendo il Nostro per la prima volta, gli si avvicina docilmente,
come se, appunto, lo conoscesse da sempre. E’… è
incredibile!... E’ mansueta come un grosso gatto!, esclama,
sorpreso, l’eroe, accarezzando la belva. Lo sapevo! Lo
sapevo!... Kreegah ti riconosce!... Riconosce in te la
stirpe reale del Songhay!... In una precedente vita tu eri il
principe Damballah, Zagor!... Il destino ti ha voluto qui per regnare
al mio fianco!. Drogato dalla mambo, ZAGOR,
come abbiamo detto in precedenza, finisce per convincersi di essere
veramente la reincarnazione di Damballah. Kreegah,
pertanto, affianca il Nostro quando questi cattura, nella foresta,
CICO, Digging Bill e il giovane pigmeo Chuma. Il
possente felino è poi al centro di altre due incisive sequenze:
quella, divertente, dove insegue CICO, fuggito dalla città
morta (la capitale in rovina di Songhay) assieme ai suoi
compagni; e quella – molto drammatica, invece – dove, per salvare
ZAGOR, si lancia contro il GRANDE VERME, che la divora.
Alla fine, però, il sacrificio di Kreegah non sarà stato
vano, visto che l’eroe riuscirà a sconfiggere il mostro.
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Kreegah
insegue Cico - ZGR 424, p. 57
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Per
salvare Zagor, Kreegah si lancia contro il Grande Verme - ZGR 424, p.
89
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Kreegah
viene divorata dal mostro - ZGR 424, p. 90
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Curiosità:
Il nome Kreegah è una chiara citazione del Tarzan di Edgar
Rice Burroughs: Kreegah bundolo! ( State attenti,
(Io) uccido!) è infatti il grido di allarme di
Tarzan e delle scimmie che l’hanno allevato.
Questo, peraltro, non è l’unico riferimento all’eroe
burroughsiano che Boselli ha inserito nella storia: ad esempio, la
capitale di Songhay
richiama subito alla mente Opar,
la misteriosa città africana del romanzo Tarzan
e i gioielli di Opar (1916);
inoltre, il rapporto tra Marie Laveau
e ZAGOR riecheggia
quello tra Tarzan e la regina di Opar,
La. Ritornando a Kreegah
ma restando sempre in tema di Tarzan e di tarzanidi, riteniamo
probabile che la leonessa boselliana sia ispirata a Zabu, la fedele
tigre dai denti a sciabola dell’eroe marveliano Ka-Zar, creato nel
1965 da Stan Lee e Jack Kirby. I due celebri autori s’ispirarono, a
loro volta, all’omonimo tarzanide - Ka-Zar, the great
– pubblicato, dal 1939 al 1942,
dalla Timely Comics (l’antenata della Marvel), ma inizialmente
apparso nei pulp magazines
della Manvis Publishing Company.
|
Tarzan
urla il suo tipico Kreegah
(disegno
di Russ Manning).
Com’è noto, l’eroe di Burroughs è stato, assieme all’Uomo
Mascherato, la principale fonte ispiratrice per il personaggio di
Zagor
|
|
La
sovraccoperta di una delle prime edizioni del romanzo Tarzan
e i gioielli di Opar
(1916). La magnifica illustrazione è opera dell’artista americano
James Allen St. John
|
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Copertina
di un albo del 1974 di
Kazar,
Lord of the hidden jungle (disegno
di Gil Kane e Frank Giacoia)
|
KUDAN
Il
feroce demone che compare ne Il
sepolcro dello stregone (D.
Paolucci [sog.&scen.] - A. Chiarolla [dis.], Zagor Speciale n.
21). All’inizio dell’avventura, Artiglio
Nero - malvagio stregone Shawnee
- si accinge a sacrificare a Kudan,
in una grotta sulla riva del lago Erie, una giovane squaw
della sua tribù, ma l’intervento del sakem
Orso Possente
(che aveva scacciato dal villaggio lo stregone proprio perché questi
aveva abbracciato il sanguinario culto di Kudan)
e dello sciamano Volpe Grigia
(ex allievo di Artiglio Nero,
prima che costui si votasse al male) glielo impedisce. Per
sbarazzarsi dei suoi avversari e dei due guerrieri che li
accompagnano, Artiglio Nero
getta una polvere magica in un braciere, facendo comparire i servi
di Kudan, mostruosi spiriti che
uccidono i sopradetti guerrieri e feriscono Orso
Possente, che però riesce a
pugnalare a morte lo stregone, il cui corpo viene poi seppellito
sull’isola di Sha-Ka-Lah.
Quindici anni dopo, un losco mercante di nome Friedman
accompagna al villaggio Shawnee due
antropologi di Detroit, James
Cardigan
e John
Stockton.
Costoro, interessati a studiare i costumi della tribù, fanno la
conoscenza di ZAGOR
e CICO,
lì giunti in occasione dell’imminente matrimonio di Lontra
Veloce, figlio di Orso
Possente. Malgrado ciò, l’atmosfera
nell’accampamento non è molto serena: il sakem
è rimasto ferito durante una tempesta scoppiata all’improvviso, e
Volpe Grigia
ha scoperto, attraverso le ossa
sacre, che a farla scoppiare è
stato lo spirito di Artiglio Nero,
la cui vendetta è solo all’inizio. Ignari di tutto ciò, Stockton
e Cardigan
chiedono agli Shawnee
di poter visitare le tombe degli sciamani (che si trovano appunto a
Sha-Ka-Lah),
ma lo stregone dice loro che il suddetto luogo è proibito ai
bianchi.
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Zagor Speciale n. 21, aprile 2009. Disegno di Ferri |
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I
mostruosi servi di Kudan attaccano Orso Possente e uno dei suoi
guerrieri - ZGR Speciale 21, p. 7
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L’indomani, i due antropologi lasciano il villaggio con
Friedman,
il quale promette a entrambi che li condurrà a Sha-Ka-Lah
se essi gli aumenteranno la paga. I
due antropologi accettano e, il giorno seguente, Friedman
(che nelle tombe degli sciamani spera di trovare oggetti preziosi)
e i suoi uomini, Brolin
e Besford,
rapiscono Lontra Veloce
e la sua promessa sposa Vento
Nascente, costringendo il primo a
condurli a Sha-Kah-Lah.
Scoperto quanto accaduto, ZAGOR,
CICO,
Volpe Grigia
e alcuni guerrieri salgono a bordo delle canoe e si dirigono verso
l’isola, ma quando ormai l’hanno quasi raggiunta, scoppia una
terribile tempesta. Volpe Grigia
capisce che a scatenarla è stato ancora lo spirito di Artiglio
Nero: infatti, alcuni fulmini, come
se fossero guidati da una mano invisibile, iniziano a colpire, una
dopo l’altra, le canoe, e dal lago si sollevano enormi onde.
Qualche ora dopo, ZAGOR
e CICO
(che si erano gettati in acqua con il guerriero Lungo
Braccio prima che uno dei fulmini
colpisse la loro canoa), si risvegliano sulla riva di Sha-Kah-Lah
e si ricongiungono con Lungo Braccio
e altri due guerrieri, Piccola Lince
e Fascia Gialla.
Qualche ora dopo, il gruppo raggiunge la grotta dove sono seppelliti
gli sciamani, e qui, ZAGOR
e Lungo Braccio,
ingaggiano uno scontro con Friedman
e Brolin.
L’eroe e il suo compagno hanno la meglio sui loro avversari, che
vengono poi disarmati e legati. Nella grotta c’è pure Cardigan,
il quale racconta a ZAGOR
che Lontra
Veloce
e Vento Nascente
sono scappati dopo che, la notte prima, un mostro ha attaccato, in
un’altra caverna, Stockton
e Besford.
ZAGOR
si reca nella suddetta caverna (attorno alla quale sono incisi
diversi simboli magici) e trovano, accanto a un sarcofago (quello di
Artiglio Nero,
per l’appunto) i cadaveri, orrendamente mutilati, dell’antropologo
e di Besford.
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Kudan
si materializza dal sarcofago di Artiglio
Nero
- ZGR Speciale 21, p. 101
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Volpe
Grigia riesce ad allontanare il mostro, facendolo dissolvere - ZGR
Speciale 21, p. 125
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All’improvviso, dall’interno del sarcofago, Kudan
si materializza sotto forma di una spaventosa creatura, che attacca
subito i due amici, dimostrandosi immune alle loro armi. ZAGOR
e Lungo Braccio
fuggono, ma vengono inseguiti dal mostro, che si rivela davvero
indistruttibile: infatti, pur cadendo nell’astuta trappola
architettata dall’eroe, che lo fa finire sotto una frana, esso
riemerge dai massi ancora più inferocito. Intanto, nell’altra
grotta, Friedman
e Brolin
sono riusciti di nascosto a liberarsi e, prendendo in ostaggio CICO,
raggiungono il punto dell’isola dove avevano ormeggiato la barca.
Proprio in quel momento, arrivano sul posto anche ZAGOR
e Lungo Braccio,
i quali ingaggiano un altro scontro con i due malviventi. Costoro
vengono però attaccati da Kudan,
che emerge dalla sabbia e uccide Brolin.
ZAGOR
ne approfitta per disarmare Friedman,
quindi scappa, assieme a questi e ai suoi amici, in direzione della
caverna dove si trovano gli altri Shawnee
e Cardigan.
Nella fuga, CICO
cade, e ZAGOR,
per salvarlo, ritorna indietro e si prepara ad affrontare il mostro.
Fortunatamente per l’eroe, arriva Volpe
Grigia, il quale, grazie al suo
bastone sacro,
allontana Kudan,
facendolo dissolvere. A causa dello sforzo compiuto, lo sciamano per
poco non sviene, mentre il bastone
sacro, esaurita la sua energia, si
dissolve anch’esso. Volpe Grigia
raggiunge poi con gli altri la caverna, dove hanno intanto trovato
rifugio anche Lontra Veloce
e Vento Nascente.
Poco dopo, lo sciamano racconta ai Nostri la storia di Artiglio
Nero e, rivolgendosi a Cardigan,
dice: Entrando nella grotta sacra,
avete infranto le difese magiche che tenevano prigioniero il demone,
scatenando la sua furia omicida! Attraverso le spoglie mortali di
Artiglio Nero, Kudan ha oltrepassato le barriere tra il suo mondo e
il nostro… e ora trae forza dal sangue delle sue vittime! Uccidere
i compagni di Friedman gli ha dato il potere necessario per scatenare
la tempesta che si è abbattuta su di noi! Ma non gli è sufficiente
per lasciare l’isola… la magia residua degli antichi sciamani lo
tiene prigioniero qui!.
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Zagor
e Lungo Braccio lottano contro i servi di Kudan - ZGR Speciale 21, p.
140
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Kudan
viene spinto da Zagor nel
fascio di luce del
cerchio
magico
-
ZGR Speciale 21, p. 159
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Volpe
Grigia consegna a ZAGOR
ed a Lungo Braccio,
come difesa nei confronti di Kudan,
delle fasce sacre,
che sono in grado di dare più forza ai loro colpi; quindi, si
appresta a formare un cerchio magico
con Lontra Veloce
e Vento Nascente,
in modo da concentrarvi all’interno tutta la magia residua di
Sha-Ka-Lah.
In quello stesso momento, compaiono i servi
di Kudan, i quali, pur uccidendo
Piccola Lince e
Fascia Gialla,
non riescono a interrompere il rito di Volpe
Grigia, poiché ZAGOR
e Lungo Braccio,
grazie proprio alle fasce sacre, li sconfiggono. Approfittando di
ciò, Friedman
si libera ancora una volta e fugge, ma viene ucciso dai guerrieri
morti durante la tempesta, che Kudan
ha riportato in vita per scatenarli contro i suoi nemici. I MORTI VIVENTI, infatti, assalgono l’eroe
e Lungo Braccio,
i quali scoprono che le fasce sacre
non hanno effetto su di essi. ZAGOR
capisce che Kudan intende
distrarli per impedire loro di difendere il cerchio
magico, e torna nella caverna, dove
intanto il demone è riapparso e ha tramortito il povero CICO.
Prima però che possa interrompere il rito, l’eroe lo affronta e,
dopo una terribile lotta, riesce a spingerlo nel fascio di luce
formatosi al centro del cerchio
magico. Kudan,
ritorna negli abissi… per
sempre!, grida lo sciamano, mentre
il demone si dissolve. La definitiva distruzione di Kudan
causa anche quella dei MORTI VIVENTI,
contro i quali Lungo Braccio
stava combattendo valorosamente. Il
sole torna a risplendere su Sha-Ka-Lah!... L’incubo e finito!,
sono le parole conclusive di ZAGOR.
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La
distruzione definitiva di Kudan - ZGR Speciale 21, p. 160
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Guerrieri
Shawnee in una suggestiva tela della pittrice americana Mary Louise
Holt
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Massimo Capalbo
N.B. trovate i link alle altre lettere e voci di Zagor Monsters sulla Mappa!