Terminata la lunga saga del ritorno di Hellingen e di Poe all'interno della cornice di Altrove (agosto 2015 - gennaio 2016), il nostro amico e collaboratore di lunga data, il marchigiano Giampiero Belardinelli, offre a noi tutti una lettura d'insieme dell'immenso affresco fantastico zagoriano. A nostro avviso Giampiero ha scritto un capolavoro di recensione, degno di figurare in ogni prossima bibliografia dedicata allo Spirito con la Scure! (s.c. & f.m.)
L'Area 51, nel deserto del Nevada, com'è visibile su Google Earth. La base segretissima della marina statunitense è una delle fonti di ispirazione per l'installazione bonelliana di Altrove |
Il mad doctor Hellingen! |
I robot ottocenteschi di Hellingen rientrano appieno nell'iconografia steampunk |
Hellingen non è un uomo che ha deviato per errore sulla via dell’odio, ma un uomo consapevolmente dedito al Male. Hellingen non solo dimostra una folle lucidità nel perseguire i suoi piani, ma mostra anche una notevole capacità di manipolare le persone intorno a lui, almeno quelle menti – come il giovane scienziato di Altrove Quaritch – la cui ambizione inibisce ogni resistenza etica. È un Hellingen camaleontico, capace anche di uccidere a sangue freddo e disposto a nessun ruolo subalterno. Nei diversi flashback, il malvagio dottore finge di assecondare i suoi superiori di Altrove con perfida astuzia; inoltre - particolare molto importante nell’economia dell’intera saga zagoriana - aveva addirittura messo in preventivo un piano per sbarazzarsi dei suoi potenti alleati Akkroniani. Nel capolavoro nolittiano lo scienziato dava l’impressione di non potersi svincolare dal ruolo di alleato subalterno ai suoi alleati del Sesto Pianeta. Burattini, invece, dà a Hellingen la statura di un Gigante del Male: Puah! Credi forse che non avrei saputo impormi anche sugli Akkroniani? Avrei usato le loro stesse armi per combatterli! (Finale di partita, p. 22). Questo cattivo, il cui corpo è stato ricreato grazie alle macchine degli Akkroniani, diventa quasi imbattibile persino per Zagor: quelli che difendono il Bene nulla possono contro l’esercito di automi intelligenti al cui confronto persino il gigantesco Titan appare poco più di un pericoloso giocattolo.
Anche il Mad Doctor disneyano del 1933 - come lo Hellingen nolittiano - si ispira a figure classiche di scienziati folli, il cui capostipite è il Dottor Frankenstein della Shelley |
Nelle sue prime storie hellingeniane Nolitta aveva fatto costruire al suo mad doctor macchinari di derivazione verniana; ma dopo aver portato sulla Terra gli Akkroniani i paradigmi sono stato ribaltati e nulla poteva essere più come prima. Gli attuali autori hanno ben compreso questa intuizione nolittiana e hanno creato un coerente quadro fantascientifico in cui la Base di Altrove gioca un ruolo fondamentale. A questo punto lo stacco tra la scienza povera ottocentesca (zagoriana, nello specifico) e quella partorita dall’immaginario collettivo da scrittori o registi negli ultimi decenni diventa abissale e impossibile da colmare. Se Nolitta era ricorso alla magia indiana per sconfiggere gli Akkroniani, Burattini lascia un altrettanto magico indizio – quasi nascosto nell’incubo che troviamo nella prima parte disegnata dall’indimenticabile Maestro Ferri – per risolvere la terribile minaccia del nuovo Hellingen. Zagor è stato sempre un uomo dotato di acuta intelligenza e di indomito coraggio: grazie a queste due sue doti risolve l’enigma che Qualcuno dall’alto gli ha inviato sotto forma di un brutto sogno in apparenza privo di significato. Il Bene supremo e la libertà sono dei valori assoluti e a volte non si può evitare di stringere un audace patto con il Diavolo pur di battere colui che, secondo i parametri materiali della scienza, sembra imbattibile… Burattini chiude la vicenda con un colpo di scena rapidissimo secondo i dettami della continuity e lascia i lettori con un senso di sospensione poiché la saga hellingeniana ha ancora molti segreti da rivelare.
Philadelphia come doveva essere ai tempi di Zagor (Election Day in Philadelphia, di John Lewis Krimmel - 1815) |
Lo scrittore americano E. A. Poe, in un dagherrotipo del 1849 (l'anno della sua morte) |
Lo scrittore appare prostrato e incapace di controllare i suoi nervi; una busta, firmata Reynolds, al cui interno Poe trova un orecchio mozzato, distrugge ogni sua parvenza di lucidità. I corpi in parte divorati dal misterioso serial killer (un Hannibal Lecter ante litteram) sembrano alludere al disfacimento del corpo come simbolo di peccato per coloro che non hanno freni inibitori. A far da contraltare ai deliri di Poe troviamo il nostro Zagor, capace di far da argine ai sensi di colpa dello scrittore. Zagor ha convissuto per molto tempo con tali patemi e ne è uscito in maniera catartica assumendo il ruolo di Spirito con la Scure. Zagor sa ascoltare, intuire il non detto o le parole espresse tra le righe, ma sa soprattutto sa guardare oltre le apparenze. È uno Zagor determinato, pronto ad agire come un personaggio consapevole delle proprie certezze. Grazie all’eroe il mistero di Reynolds, almeno nella solida realtà zagoriana, si dissipa come le nebbie di Philadelphia al salir del Sole in una giornata di primavera.
Zagor n. 601, agosto 2015. Disegno di Ferri |
Zagor Gigante 601 (Zenith 652)
L'EREDITÀ DI HELLINGEN
Agosto 2015
pag. 100, € 3,20
Testi: Moreno Burattini
Disegni: Gallieno Ferri
Copertina: Gallieno Ferri
Rubriche: Moreno Burattini
Zagor n. 602, settembre 2015. Disegno di Ferri |
Zagor Gigante 602 (Zenith 653)
RESURREZIONE!
Settembre 2015
pag. 100, € 3,20
Testi: Moreno Burattini
Disegni: Gallieno Ferri, Gianni Sedioli & Marco Verni
Copertina: Gallieno Ferri
Rubriche: Moreno Burattini
Zagor n. 603, ottobre 2015. Disegno di Ferri |
Zagor Gigante 603 (Zenith 654)
NEI SOTTERRANEI DI ALTROVE
Ottobre 2015
pag. 100, € 3,20
Testi: Moreno Burattini
Disegni: Gianni Sedioli & Marco Verni
Copertina: Gallieno Ferri
Rubriche: Moreno Burattini
Zagor n. 604, novembre 2015. Disegno di Ferri |
Zagor Gigante 604 (Zenith 655)
MAD DOCTOR
Novembre 2015
pag. 100, € 3,20
Testi: Moreno Burattini
Disegni: Gianni Sedioli & Marco Verni
Copertina: Gallieno Ferri
Rubriche: Moreno Burattini
Zagor n. 605, dicembre 2015. Disegno di Ferri |
Zagor Gigante 605 (Zenith 656)
FINALE DI PARTITA
Dicembre 2015
pag. 100, € 3,20
Testi: Moreno Burattini
Disegni: Gianni Sedioli & Marco Verni / Fabrizio Russo
Copertina: Gallieno Ferri
Rubriche: Moreno Burattini
Zagor n. 606, gennaio 2016. Disegno di Ferri |
Zagor Gigante 606 (Zenith 657)
IL MOSTRO DI PHILADELPHIA
Gennaio 2016
pag. 100, € 3,20
Testi: Moreno Burattini
Disegni: Fabrizio Russo
Copertina: Gallieno Ferri
Rubriche: Moreno Burattini
Ho visto solo oggi la recensione pubblicata grazie alla segnalazione dell'amico Nazzareno Giorgini. Nei giorni precedenti tra viaggi e cose varie mi è sfuggita la pubblicazione. Ringrazio Francesco Manetti per le bellissime parole spese nei miei confronti. Grazie e ancora grazie!
RispondiEliminaIl già citato Nazzareno mi segnala questa frase: Lo sceneggiatore si sarà chiesto, partendo dalle tracce lasciate in eredità da Guido Nolitta, quali fossero i motivi che avevano portato Hellingen ad abbracciare la strada del Male? Giustamente è una interrogativa indiretta e quindi va scritta senza punto interrogativo. Inoltre nella frase seguente c'è un "sa" di troppo: Zagor sa ascoltare, intuire il non detto o le parole espresse tra le righe, ma sa soprattutto sa guardare oltre le apparenze.