di Massimo Capalbo
Quarto appuntamento per la nostra enciclopedia dei "mostri texiani" The Dark Side of Tex. Con la lettera D aggiungiamo tre voci agli orrori affrontati dal Ranger nel corso della sua pluridecennale carriera! Ricordiamo che questo è il terzo dizionario bonelliano realizzato da Massimo "Max" Capalbo per Dime Web - dizionario che viene pubblicato in contemporanea all'Atlante di Mister No e agli Zagor Monsters. Il trio di opere che Dime Web porta avanti dal 2013 rimarrà un punto fermo nella storia della critica fumettistica, nella fattispecie bonelliana. Non è un "autoelogio": lo affermiamo con convinzione, senza tema di smentite!
Parla del nostro lavoro - definendolo "fantastico ed erculeo" - il prestigioso sito portoghese di esperti bonelliani Tex Willer Blog: l'articolo dedicato a Dime Web si intitola Il lato oscuro di Tex. Ringraziamo per l'attenzione l'animatore del sito Zeca e gli altri nostri amici lusitani che ospitano in traduzione anche i nostri articoli annuali di Diamo i numeri!
Ricordiamo infine che le illustrazioni che precedono le voci sono
sempre inserite dalla redazione; le altre sono invece scelte dall'autore! (s.c & f.m.)
LEGENDA
- I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’opera. Fanno eccezione i nomi del protagonista della serie, TEX, e quelli dei suoi pards – KIT CARSON, TIGER JACK, KIT WILLER -
che sono sempre scritti in questo modo, tranne quando sono inseriti nei
crediti di una storia o fanno parte del titolo di un libro (ad
esempio: Atlante di Tex).
- Con l’unica eccezione di TÉNÈBRES, RAPHAEL, i personaggi dalla doppia identità sono stati indicati con la loro identità fittizia piuttosto che con il nome vero (ad es.:TAGLIATORE DI TESTE invece che BARRERA, JUAN; SVENTRATORE invece che BARLOW, SALLY).
- Alcuni personaggi sono stati indicati con il soprannome piuttosto che con il nome vero (ad es.: COLORADO BELLE invece che MORROW, ALICE; EL MORISCO invece che JAMAL, AHMED). Riguardo al citato EL MORISCO,
la voce a lui dedicata è stata inserita sotto l’iniziale del soprannome
vero e proprio – quindi la M -, invece che sotto la E, cioè l’iniziale
dell’articolo.
- Per
quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna
storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a
nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la
trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia
alla memoria dei lettori in modo più efficace (anche se, in alcuni casi,
il nostrotitolo non coincide con quello usato abitualmente dai
lettori). Ad esempio, la storia dei nn. 265-268 viene indicata con il
titolo del n. 267, Tex contro Yama, perché esso è, per l’appunto, più rappresentativo rispetto a L’ombra di Mefisto (n. 265), La strega (n. 266) e I Figli del Sole (n. 268).
Nota sui collegamenti ipertestuali
The Dark Side of Tex è
un "lavoro in corso" che si svilupperà nei prossimi mesi, abbracciando
numerosi post - uno per ogni lettera dell'alfabeto - fino ad arrivare
alla conclusione.
I collegamenti ipertestuali fra le varie voci non saranno dunque possibili tutti e subito... e vi spieghiamo subito perché!
Collegheremo con link diretti ogni riferimento ad altre voci dell'opera partendo necessariamente dalle voci già apparse.
Ci preme
dunque ribadire e sottolineare che, non essendo possibile creare link a
post futuri, ricostruiremo tutti i link a ritroso solo quando sarà
possibile. I link saranno però sempre e soltanto fra URL diverse e non
all'interno di uno stesso post. Vorrete perdonarci (e segnalarci!)
eventuali errori e omissioni! I link - essendo come abbiamo detto sopra
fra URL diverse - porteranno sempre e comunque all'inizio di un altro
post e non esattamente alla voce di riferimento.
Per
facilitare fin dall'inizio l'uso dell'opera, abbiamo creato una pagina
apposita di collegamenti alle varie voci, alla quale potete accedere
dovunque siate, andando sotto al logo Dime Web: anche in questo caso il
link vi porterà al post giusto, scorrendo il quale troverete in un
attimo la voce cercata!
D
DAMA DI PICCHE
DIABLERO
DZOAVITS
DAMA
DI PICCHE
La
Dama di Picche
fa la sua memorabile comparsa nella storia omonima (G. L. Bonelli
[sog.&scen.] – A.
Galleppini e V.
Muzzi [dis.], nn 116-117) ed è –
per usare le sue stesse parole – la
più grande cartomante e indovina di tutti i tempi.
Il suo spettro appare, assieme a quello del suo servitore Alì,
a TEX e
CARSON di
notte, nel deserto del New Mexico. Questi ultimi stanno percorrendo
la pista che da Fort Stanton porta a El Paso, quando notano in
lontananza un carro e il fuoco di un bivacco. I Nostri, i cui cavalli
sono stranamente inquieti,
raggiungono l’accampamento e si
uniscono ai due stranieri, ignari che costoro sono fantasmi e stanno
aspettando proprio loro. Madame de Thebe
– questo il vero nome della cartomante, che è di nazionalità
egiziana - racconta ai due pards (di cui conosce già i nomi) quanto
accaduto a lei e ad Alì
dieci anni prima (ma essa ne parla come se fosse un episodio
recente).
|
Tex n. 116, giugno 1970. Disegno di Galep |
|
Madame
de Thebe e Alì scoprono troppo tardi le vere intenzioni di Tom
Paxton – TEX 116, p. 17
|
Sulla strada di Orogrande, essi avevano incontrato due
banditi, Tom Paxton
e Felix Fuente,
i quali si erano offerti di fare loro da scorta. In realtà, i due
intendevano rapinarli: pertanto, li avevano condotti su una pista
poco battuta, quella che porta a Las Cruces attraverso il deserto di
White Sands. Lì, Paxton aveva
ucciso a tradimento il suo complice, per poi far sprofondare nelle
sabbie mobili Alì e
Madame de Thebe,
da lui ribattezzata sarcasticamente Dama
di Picche: la donna gli aveva
raccontato, infatti, che la sera prima, mentre consultava le carte
per prevedere cosa gli sarebbe successo l’indomani, era uscita
appunto la dama di picche, segno infallibile di grave pericolo. Prima
di essere inghiottita dalla fanghiglia, la cartomante aveva lanciato
una maledizione contro Paxton,
puntandogli contro il Sigillo di Anubi,
un antichissimo anello di ferro e argento raffigurante il dio egizio
dei morti. Terminato il suo racconto, Madame
de Thebe dice a TEX
che sarà proprio lui a portare al bandito il suo messaggio di morte,
quindi gli porge l’anello: Tom Paxton
vive ora a El Paso, dove con il denaro rubatomi ha rilevato e
rimodernato un locale messicano, la “Cantina Real”. Andrete da
lui e gli direte che vi manda la Dama di Picche, e se fingerà di non
capire, gli mostrerete il Sigillo di Anubi. […]
Molti occhi saranno su di voi e vi proteggeranno, ma voi non
dimenticate quel che vi ho detto. Buona fortuna, Tex Willer, e anche
a voi, Kit Carson!. Detto questo, la
donna e il suo servitore si ritirano nel carro, lasciando TEX
con la convinzione che essa, traumatizzata dalla rapina subita a
opera di Paxton,
abbia perso del tutto la ragione. Il giorno dopo, però, i due pards,
svegliati da un forte vento, scoprono qualcosa che li lascia a dir
poco sbalorditi. Potenze del cielo!
I due cavalli neri sono scomparsi!,
esclama CARSON.
|
Prima
di sprofondare nelle sabbie mobili, la cartomante punta il Sigillo
di Anubi contro Paxton – TEX 116, p.
25
|
|
Lo
spettro della cartomante consegna a TEX il suo anello e gli dice dove
trovare Paxton – TEX 116, p. 26
|
E il carro?!
– esclama a sua volta TEX
– Guarda il carro!... Si è
disintegrato…ed è come se fosse vecchio di dieci anni!.
CARSON
pensa di stare sognando, ma TEX
gli dice che ciò che sta davanti a loro è realtà, e altrettanto
reale è stato l’incontro con la cartomante, come dimostra l’anello
che egli porta sull’indice: il Sigillo
di Anubi. Mezz’ora dopo, i Nostri
riprendono il viaggio e il giorno successivo arrivano nella città
che la Dama di Picche
ha loro indicato: El Paso. Entrati in un saloon, TEX
e CARSON
vengono subito notati da uno scagnozzo di Paxton,
Slim Heber,
il quale, convinto che i due sappiano del traffico d’armi che il
suo capo ha organizzato con il capobanda messicano don
Isidro, corre alla Cantina
Real ad avvertirlo. Conoscendo la fama
dei due pards, Paxton
affida a Heber
il compito di eliminarli. Pertanto, lo scagnozzo, ingaggiati altri
due sicari, si reca con essi al saloon e tende un agguato ai Nostri,
che però non si fanno sorprendere, TEX
in particolare. Il ranger uccide entrambi i compagni di Heber
e ferisce quest’ultimo, che viene poi arrestato dallo sceriffo Tom
Colbran. Saputo del fallito agguato e
temendo che Heber
spifferi tutto ai pards, Paxton
chiede al suo braccio
destro Mark
Damon di far intervenire suo fratello
Dick, vice
di Colbran
(il quale ignora che questi sia un uomo di Paxton).
Dick Damon
fa evadere Heber,
ma, sorpreso da Colbran e
dai pards, ferisce lo sceriffo e uccide lo scagnozzo, quindi fugge
nel vicino Messico. Seguendo le sue tracce, TEX
giunge a Ciudad Juarez, dove viene a sapere, da un uomo del posto che
ha visto passare il fuggitivo, dei loschi traffici di Paxton
con don Isidro.
|
I
due pards scoprono ciò che resta del carro di Madam de Thebe alias
la Dama di Picche - TEX 116, p. 31
|
|
Tex n. 117, luglio 1970. Disegno di Galep |
Tornato a El Paso, TEX
decide con CARSON
di recarsi alla Cantina Real,
ma proprio all’ingresso i Nostri vengono assaliti da due sgherri di
Paxton,
armati di coltelli. La reazione dei pards è fulminea: uno degli
assalitori viene ucciso, l’altro ferito. Facendosi precedere da
quest’ultimo, TEX e
CARSON
entrano nel locale; Mark Damon,
fingendosi estraneo a ciò che è appena accaduto, va loro incontro,
mentre Paxton
rimane nel suo salottino privato. Nello stesso momento in cui TEX
dice a Damon
di portare al suo capo un messaggio da parte della Dama
di Picche, il fantasma della cartomante
appare minaccioso a Paxton,
che urla terrorizzato. Damon
e i pards accorrono e trovano Paxton
svenuto. Damon
lo fa rinvenire, ma quando TEX
gli mostra il Sigillo di Anubi,
Paxton perde
di nuovo i sensi. Dopo aver sferrato un cazzotto a Damon,
che lo ha minacciato, TEX
esce dal locale con il suo pard e va dallo sceriffo, per metterlo al
corrente di quanto ha scoperto in Messico. Frattanto,
alla Cantina Real,
Paxton si
è ripreso e racconta al suo braccio destro la storia della Dama
di Picche. Egli non riesce a spiegarsi
come i due pards ne siano venuti a conoscenza, e, inoltre, come siano
entrati in possesso dell’anello. Quell’arabo
non era la sola compagnia della donna. -
gli dice Damon,
riferendosi ovviamente ad Alì
– Ci deve essere stato qualcun altro…
qualcuno che era sempre rimasto
nascosto nel carro! Questo
qualcuno è stato testimone di quel che è successo e, dopo la tua
partenza, è uscito dal carro andando poi a raccontare tutto al più
vicino sceriffo che a sua volta ha passato la storia ai rangers. La spiegazione di Damon
(il quale liquida, inoltre, la comparsa del fantasma come una semplice allucinazione) sembra convincere Paxton,
che gli affida il compito di togliere di mezzo i pards.
|
Paxton
spara contro lo spettro di Alì, uccidendo involontariamente Damon –
TEX 117, p. 30
|
|
La
Dama di Picche continua a tormentare il suo assassino – TEX 117, p.
56
|
Damon
si rivolge al messicano Ollieda,
il quale - venuto a sapere che i pards alloggiano all’Hotel
Rio Grande, ma ignaro che al momento
essi si trovano da tutt’altra parte, e cioè oltre confine, nel
ranch dove Dick Damon
sta trattando con don Isidro
– fa esplodere di notte una bomba nella loro stanza. Ollieda
è convinto di aver ucciso i Nostri, i quali invece sono impegnati in
un duro scontro a fuoco con gli uomini di don
Isidro, che si conclude con la
distruzione del ranch e del carico di armi destinato al messicano.
Intanto, a El Paso, la notizia del fallito attentato è già arrivata
alle orecchie di Paxton,
che si trova nel suo appartamento, al primo piano della Cantina
Real, con Damon.
Qualche minuto dopo, Damon
decide di andarsene, ma non appena esce dalla Cantina
Real, sente le urla di Paxton,
al quale è apparsa nuovamente la Dama
di Picche. Vattene!
Vattene!!! Vattene viaaa!,
grida il terrorizzato Paxton,
sparando contro il fantasma. Non puoi
uccidermi, Paxton! – gli dice la
cartomante – Non ricordi che mi hai
già uccisa tanto tempo fa, spingendomi nelle sabbie mobili insieme
al mio fedele Alì? Io vivo ormai in un altro mondo, Paxton… un
mondo che però conoscerai anche tu molto presto. Non è vero, mio
buon Alì?. Sì,
padrona! – risponde il fantasma
di Alì,
comparendo alle spalle di Paxton
– Nei suoi occhi vedo già
affiorare i veli della morte!.
Paxton,
allora, spara contro Alì,
e lo fa proprio quando Damon
apre la porta. Costui si becca due pallottole in pieno petto, morendo
all’istante; Paxton
invece, che ha ormai scaricato tutti i proiettili, sviene, non prima
però che la Dama di Picche,
al momento di scomparire con Alì,
gli dica:
A
presto, Paxton! A molto presto!.
|
La
cartomante e il suo servitore hanno ottenuto
finalmente la loro vendetta – TEX 117, p. 62
|
|
Tex
e Carson ritrovano il cadavere carbonizzato di Paxton, che porta,
all’indice della mano destra, il Sigillo
di Anubi – TEX 117, p. 66
|
In
quello stesso momento, TEX
e CARSON,
appena tornati dal Messico, scoprono che la loro stanza d’albergo è
saltata in aria. Scoprono pure, interrogando il portiere, che a
mettere la bomba è stato Ollieda.
Si recano quindi nella casa del messicano e lo costringono a scrivere
e a firmare una deposizione contro Paxton,
che poi consegnano allo sceriffo, al quale raccontano anche del loro
incontro con la Dama di Picche.
I due pards si apprestano a raggiungere la Cantina
Real quand’ecco che, nell’ufficio
di Colber,
arriva un dipendente di Paxton,
che informa lo sceriffo e i Nostri dell’uccisione di Damon
a opera del suo padrone. Giunti nell’appartamento di Paxton
- il quale è a letto ed è in preda al
delirio: sta rivivendo infatti l’incontro di dieci anni prima con
la cartomante -, i pards parlano con il dottor Regan,
il medico che sta assistendo il criminale. Viste le condizioni di
Paxton, TEX
lascia sul suo comodino il Sigillo di
Anubi (Forse
era proprio questa l’intenzione della Dama di Picche… –
dice il ranger – far pervenire il suo
anello a Paxton affinché si ricordasse sempre di lei.)
ed esce dall’appartamento con gli altri. TEX
pensa che sia tutto finito, ma si sbaglia: infatti, una volta che
nella stanza è rimasto solo Paxton,
il Sigillo di Anubi
inizia a tintinnare e dal piano del comodino prende forma una mano
spettrale, che indossa l’anello. E’ la mano della Dama
di Picche, la quale chiama il
criminale: Paxton! Tom Paxton! Guarda
questo anello! E’ il Sigillo di Anubi… il gran signore dei morti.
Guardalo bene, Paxton, perché ti sta portando un messaggio di morte!
Lo riconosci, Paxton? Lo riconosci? L’ultima volta che lo hai
visto, era all’indice di una sventurata donna che stava
inesorabilmente sprofondando in un orrendo abisso di fango! Te ne
ricordi, Paxton? Ti ricordi della Dama di Picche?.
|
Uno
scorcio del deserto di White Sands (New Mexico), il luogo dove
avviene l’incontro
tra i due pards e la Dama di Picche
|
Vedendo ricomparire lo spettro della cartomante, Paxton
inizia a urlare: Nooo! Vattene!
Vattene via!.
Senza di te?
- risponde la Dama di Picche
- No, Paxton!... Per poter lasciare il
grigio Regno delle Ombre, ho dovuto tracciare un segno di morte sulla
gran pietra nera da cui si innalza il trono di fuoco ove siede il
grande Anubi… …e quel segno era promessa e pegno che avrei
portato con me, al mio ritorno nel mondo oscuro, lo spirito di un
uomo il cui nome sta per essere scritto nel gran Libro dei Morti…
il tuo nome, Paxton!.
In preda al terrore, l’uomo si alza dal letto e lancia contro il
fantasma prima i due lumi a petrolio che si trovano nella stanza,
poi, dopo averlo acceso, un candelotto di dinamite, che, scoppiando,
dà origine a un incendio. Ah! Ah!
Ah! La profezia si compie, Principe dei Morti! Preparati a seguirmi,
Paxton! La tua ora è giunta!, dice
la cartomante, la quale poi chiama il suo servitore, che compare
subito al suo fianco: Osservalo, Alì…
ricordi come sogghignava mentre
affondavamo lentamente nelle sabbie mobili? Ebbene, ora tocca a noi
guardarlo, mentre sta per essere ghermito dagli ardenti artigli del
fuoco che lui stesso ha fatto divampare.
Il fumo che esce dalla finestra dell’appartamento fa accorrere gli
uomini di Paxton,
ma questi, emesso un ultimo grido, muore, e il suo corpo viene
divorato dalle fiamme. Andiamo, Alì! Le
porte nere si sono aperte anche per lui, ora!,
dice, prima di scomparire, la Dama di
Picche al suo servitore, che aggiunge:
E il Sigillo di Anubi ha lasciato il suo
segno. Il fuoco arriva poi ai cassetti
dove Paxton
teneva la dinamite, provocando un’esplosione. Per evitare che
l’incendio si propaghi agli altri edifici, gli abitanti di El Paso
si danno da fare per spegnerlo, e alla fine vi riescono, anche se
della Cantina Real
non rimane che un cumulo di macerie fumanti.
|
Ermanubi,
il dio greco-egizio che guida le anime nell’Aldilà
|
I due pards, assieme a
Colber e
al dottor Regan,
si fanno strada fra le rovine e trovano il cadavere di Paxton,
che è completamente carbonizzato. All’indice della mano destra c’è
il Sigillo di Anubi,
e CARSON,
vedendolo, si chiede come ciò sia possibile. Domande
del genere non avranno mai risposta, Kit.,
dice TEX,
che poi lascia la città con il suo pard. Farai
parola anche della storia dell’anello, quando scriverai il rapporto
per il comando?, gli domanda CARSON
sulla via del ritorno. Fossi
matto! E se vuoi il mio parere, più presto ci scorderemo di questo
episodio, e meglio sarà per tutti e due.,
risponde TEX.
Pienamente d’accordo. Raccontando una
storia del genere, correremmo il rischio di far venire un accidente
secco al nostro buon colonnello.,
aggiunge l’anziano ranger. E nessuno
ci crederebbe., conclude TEX.
|
La
vera Madame de Thebes, al secolo Anne Victorine Sevigny (1845-1916)
|
Curiosità:
La Dama di Picche
è la prima ghost story
texiana, nonché la prima avventura del ranger che presenta elementi
relativi all’antico Egitto, in questo caso la figura di Anubi, il
dio con la testa di sciacallo. Va precisato, però, che quello
raffigurato sull’anello di Madame de
Thebe non è l’Anubi originale, bensì
la divinità greco-egizia chiamata Ermanubi (o Hermanubi), nata dalla
fusione tra Anubi e il dio greco Ermes. Si tratta di una piccola
svista che, ovviamente, nulla toglie al valore della storia, la quale
è davvero bella.
C’è
da fare infine un’altra precisazione, che riguarda il vero nome
della cartomante egiziana. Esso non è un’invenzione di GL: Madame
de Thebes (con la s finale, che Bonelli ha tolto) era infatti lo
pseudonimo di una famosa veggente e chiromante francese
dell’Ottocento, Anne Victorine Sevigny. Secondo i suoi biografi, la
Sevigny riuscì a prevedere importanti avvenimenti storici, tra cui
la Prima Guerra Mondiale, la Guerra Anglo-Boera e la Guerra
Russo-Giapponese.
Secondo
le credenze di molti messicani e indios Yaqui della Sonora, il
Diablero
è una persona malvagia che pratica la magia nera ed è
capace di tramutarsi in animale (Tex n. 135, p. 33). Quello della
storia omonima (G.L. Bonelli [sog.&scen.] – G. Letteri [dis.],
nn. 135-137) si chiama Guaimas ed è un possente indio che si
trasforma in licantropo quando
beve una pozione che sua
sorella - la strega MITLA – gli prepara
appositamente. Il Diablero terrorizza gli Apache Broncos
della Sierra del Hueso, uccidendo i figli del capo Golikya e
spaventando, al punto da fargli perdere il senno, un altro giovane
guerriero, che ritorna al villaggio ridotto a un vegetale.
|
Tex n. 135, gennaio 1972. Disegno di Galep |
|
Guaimas
con sua sorella Mitla – TEX 135, p. 43
|
Lo
stregone MANGOS decide allora di chiedere aiuto a
EL MORISCO, il quale – prima di partire per la Sierra del
Hueso con il fido Eusebio – invia una lettera a un ufficiale
di Fort Davis, il colonnello Walson (che condivide con
l’egiziano l’interesse per il soprannaturale), pregandolo di
raggiungerlo nel villaggio di MANGOS. Caso vuole che nel forte
si trovino pure TEX e i suoi pards, i quali, ben lieti di
rivedere l’amico EL MORISCO, si offrono di accompagnare
Walson. Nel frattempo, a diversi chilometri di distanza, MITLA – che vive con Guaimas tra le rovine di un tempio azteco –
riesce a scoprire, grazie ai suoi poteri magici, che un pericolo
mortale sovrasta lei e il suo servitore. Questo pericolo è
rappresentato, appunto, da EL MORISCO e, come la strega
scoprirà in seguito, dai quattro pards. Per fermare l’occultista, MITLA fa nuovamente trasformare Guaimas in licantropo e
gli affianca un branco di feroci lupi, che si gettano subito
all’inseguimento dell’egiziano e del suo maggiordomo. EL
MORISCO ed Eusebio riescono tuttavia a raggiungere il
villaggio, mentre Ocampo, il guerriero che faceva loro da
scorta, viene accerchiato dal branco e strangolato dal Diablero.
I lupi e il licantropo riprendono poi l’inseguimento e arrivano nei
pressi del villaggio, ma non possono attaccare né l’egiziano né
Eusebio, giacché, intorno ai due, MANGOS e i guerrieri
Apache (che impugnano torce e lance) hanno formato un cerchio
protettivo.
|
Guaimas
beve la pozione che lo trasforma in Diablero – TEX 135, p. 47
|
|
Tex n. 136, febbraio 1972. Disegno di Galep |
MITLA è quindi costretta a richiamare le belve e
il Diablero. Il giorno seguente, MITLA tenta invano di
sbarazzarsi di TEX e dei suoi pards, ma costoro da una parte
ed EL MORISCO e gli Apache dall’altra, stringono in
una morsa la strega e Guaimas, avvicinandosi sempre di più al
loro covo. Messa alle strette dai suoi avversari, MITLA decide
di sferrare l’attacco definitivo contro EL MORISCO e, calate
le tenebre, prepara per Guaimas una pozione ancora più
potente. Guidati dalla strega, che si tiene a distanza, il Diablero
e i pochi lupi superstiti (il branco è stato decimato da TEX
e compagni) si lanciano contro l’egiziano e gli Apache, i
quali, su ordine di MANGOS, hanno acceso intorno a loro un
cerchio di fuoco. Incurante delle frecce che i guerrieri gli
scagliano addosso, il Diablero solleva dei pesanti massi e li
getta sulle fiamme, spegnendole e
consentendo ai lupi di assalire gli indiani. Incitato da MITLA,
il mostro va all’attacco, ma giusto in quel momento arrivano i
quattro pards, che sparano subito verso la strega (la quale ha in
precedenza causato la morte di Walson). MITLA chiama in
soccorso Guaimas, che però, in preda agli istinti feroci
suscitati in lui dalla pozione, non è più in grado di sentire le
grida di aiuto della strega. Davanti all’inarrestabile furia
del licantropo, gli indiani sopravvissuti si danno alla fuga,
abbandonando sul posto Eusebio, MANGOS ed EL
MORISCO. Per difendere quest’ultimo, Eusebio affronta il
Diablero con un pugnale, ma viene afferrato dal mostro e
sollevato come un fuscello. A salvare EL MORISCO e il suo
maggiordomo sono i pards, che sparano tutti insieme contro Guaimas,
il quale finalmente si affloscia a terra e muore.
|
Il
Diablero uccide il guerriero Apache Ocampo – TEX 135, p. 64
|
|
Benché
ferito, il Diablero sembra inarrestabile – TEX 136, p. 78
|
Curiosità:
Il Diablero è senza dubbio uno dei mostri texiani più
memorabili, nonché l’unico lupo mannaro comparso finora nella
lunga saga del ranger. Si tratta comunque di un licantropo diverso da
quello classico, non solo perché G.L. si è ispirato a una vera
credenza degli indiani del Sud-Ovest e del Messico settentrionale, ma
anche per via di alcune sue particolari caratteristiche. Per esempio,
a differenza dei lupi mannari visti in celebri film quali L’Uomo
Lupo (George Waggner, 1941) e L’implacabile condanna
(Terence Fisher, 1961), Guaimas non è vittima di una
maledizione, non è un mostro suo malgrado. L’indio, infatti, accetta senza problemi di trasformarsi
in Diablero, e, dopo essere ritornato umano, non prova alcun
rimorso per gli indiani che ha ucciso, visto che non ha fatto altro
che eseguire gli ordini della strega. Inoltre, la sua trasformazione
– che non viene mai mostrata direttamente – avviene sì nelle
notti di plenilunio, ma, come sappiamo, non è provocata
dall’influsso lunare, bensì dalla pozione preparata dall’esperta MITLA.
|
Il
mostro tenta di uccidere El Morisco – TEX 136, p. 79
|
|
La
morte del Diablero – TEX 136, p. 80
|
Diversamente ancora dai licantropi tradizionali,
Guaimas, una volta trasformatosi, conserva i lunghi capelli
neri e, dopo la morte, non riprende le sembianze umane. Prima di
concludere, vale la pena di segnalare che sul n. 3017 di Topolino,
uscito nel settembre 2013, è apparsa una storia intitolata La
notte del Diablero scritta e sceneggiata rispettivamente da
Stefano Ambrosio e Chantal Pericoli, e disegnata da Ettore Gula. Si
tratta quasi certamente di un omaggio a TEX: non solo,
infatti, il Diablero disneyano (che alla fine si rivelerà
essere non un vero licantropo, ma Gambadilegno travestito) indossa,
come il Diablero texiano, una sorta di perizoma ornato di
teschi (solo teschi umani quelli del primo, umani e di animali quelli
del secondo), ma, in un breve flashback, compare una piccola squaw,
il cui nome: Lylith, richiama vistosamente quello della moglie
indiana del ranger, la sfortunata Lilyth.
|
Locandina
originale del film L’implacabile condanna (Terence Fisher,
1961)
|
|
Frontespizio
della storia La notte del Diablero, pubblicata sul n. 3017 di Topolino
|
DZOAVITS
Compare
in Artigli
(P.
Ruju [sog.&Scen.] – E. Barison [dis.], Tex Magazine 2016) ed è
un feroce mostro che infesta la valle del Runny
River,
nel Wyoming occidentale. Prima di diventare tale, Dzoavits
era un essere umano, un crudele cacciatore di scalpi di nome Jack,
il quale, subito dopo la Guerra di Secessione, aveva attaccato con i
suoi uomini un villaggio Shoshone,
trucidando donne, vecchi e bambini. I guerrieri della tribù, che non
si trovavano nell'accampamento al momento dell'aggressione, avevano
poi contrattaccato: nessuno dei bianchi era sopravvissuto, tranne
appunto Jack,
che, datosi alla fuga, era caduto in una voragine, nascosta dalla
vegetazione. Ciò aveva impedito agli inseguitori, guidati da un
guerriero chiamato Guyapi,
di accorgersi della sua presenza; Jack
si era quindi salvato, ma gli era accaduto qualcos'altro: dagli
strani simboli incisi sule pareti della suddetta voragine si era sprigionato uno strano
vapore
che
aveva avvolto il bandito, trascinandolo in una caverna e
trasformandolo appunto in Dzoavits.
|
Tex Magazine n. 1, gennaio 2016. Disegno di Villa |
|
Lo
strano vapore fuoriuscito dai simboli incisi sulla roccia avvolge il
cacciatore di scalpi Jack, trasformandolo in Dzoavits – Tex
Magazine 2016, p. 45
|
Vent'anni
dopo i summenzionati avvenimenti, Dzoavits
aggredisce TEX,
il quale, essendosi dato appuntamento con CARSON
sulla via che conduce al paese di Black
Cedars,
sta attraversando di notte la fitta foresta che ricopre una parte
della valle. Incurante delle fucilate di TEX,
il mostro sgozza il cavallo del ranger con i suoi poderosi artigli.
Cadendo a terra, TEX
perde il suo Winchester e, vedendo avanzare la spaventosa creatura
(che egli scambia inizialmente per un grizzly), estrae le pistole e
fa fuoco più volte, senza ottenere però alcun risultato. Colpito al
braccio destro da Dzoavits
– che gli fa saltare via entrambe le Colt - il ranger cade nel
Runny
River
e perde i sensi: il mostro, tuttavia, non entra in acqua e TEX
viene trascinato via dalla corrente. Il mattino successivo, un
piccolo possidente, Simon
Witts,
soccorre il ranger, che giace svenuto sull'argine del fiume. TEX
– che dallo scontro con Dzoavits ha riportato diversi lividi e
qualche graffio - si riprende in fretta e, dopo essersi presentato e
aver raccontato cosa gli è accaduto, segue Simon
nel suo ranch, dove la moglie Lorna
gli fa una stretta fasciatura. Simon,
come egli stesso spiega a TEX,
sta attraversando un periodo difficile: mister Rankin,
un affarista che si è da poco trasferito a Black
Cedars,
ha acquistato tutti gli appezzamenti di terra a nord del paese e, per
fornire al suo bestiame abbondante acqua da bere, ha costruito una
diga deviando il corso del Runny
River.
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Dzoavits
attacca Tex – Tex Magazine 2016, p. 49
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Tex
cade nel Runny
River,
sfuggendo così a Dzoavits – Tex Magazine 2016, p. 51
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In tal modo, Rankin
ha lasciato all'asciutto i campi di Simon
e dei suoi vicini, i quali, al pari di lui, hanno finora rifiutato di
cedere all'arrogante allevatore le loro proprietà. Quel pomeriggio,
TEX
accompagna Simon
a Black
Cedars.
Lungo la strada, l'agricoltore, che deve acquistare delle provviste
all'emporio del paese, dice al ranger che quella da egli subita la
notte prima non è l'unica aggressione avvenuta nella valle: Ci
sono stati diversi attacchi a capi di bestiame, negli ultimi tempi.
Pensavamo ai lupi o a qualche grizzly particolarmente feroce. Ma un
paio di cacciatori hanno raccontato di aver visto una creatura
aggirarsi ai margini del bosco. Qualcosa di troppo grande e
spaventoso, per essere un orso.
Giunti a Black
Cedars,
i due vengono avvicinati, con fare minaccioso, da alcuni scagnozzi di
Rankin.
TEX,
però, dà una lezione a costoro e, dopo aver acquistato all'emporio
due nuovi revolver, incontra Rankin
e lo sceriffo Alan
Nest,
un grassone che è sul libro paga del ranchero. Facendo buon viso a
cattivo gioco (TEX
ha mostrato a entrambi il suo distintivo di ranger), Rankin
invita il Nostro e Simon
al saloon, dove il primo racconta loro quanto capitatogli la notte
prima. Quella
bestia avrebbe potuto finirmi, dopo avermi colpito,
– aggiunge TEX
– ma
per qualche motivo si è fermata sulla riva del fiume. Forse non le
piace l'acqua… oppure….
. Il ranger non fa in tempo a concludere la frase che lo sguattero
del locale - un vecchio pellerossa che ha ascoltato il suo racconto -
interviene, dicendogli: Hai
ragione, straniero. Dzoavits
non ama l'acqua. Ne ha paura!.
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Dzoavits
uccide mister Rankin – Tex Magazine 2016, p. 97
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Guyapi
affronta il mostro nel ranch di Simon Wittman - Tex Magazine 2016, p.
99
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Incuriosito da queste parole, TEX
gli domanda: Dzoavits?
E chi sarebbe?.
L'indiano - il quale altri non è che Guyapi,
il guerriero Shoshone
che vent'anni prima aveva inseguito Jack
– risponde: Dzoavits
vive laggiù, sulla montagna. Lui dorme, anche per molte lune. Ma,
quando si sveglia, è affamato. Divora i frutti della terra, gli
animali, gli uomini… come capita.
[…] Eravamo
rimasti in pochi, dopo le guerre contro i bianchi. I soldati, e anche
gli altri… i cacciatori di scalpi… avevano decimato la nostra
tribù. Così ci rifugiammo nella foresta. Credevamo di essere al
sicuro laggiù. E invece, una notte, Dzoavits venne fuori dal folto
del bosco, per prendere le nostre vite! I miei compagni morirono
tutti
[…] io…
io credevo di essere un valoroso guerriero. Non avevo mai avuto paura
di niente, fino ad allora… e invece, vedendo Dzoavits, fuggii.
Corsi via veloce, senza voltarmi indietro.
[…] Vagai
a lungo nella foresta. Poi venni qui, oltre il fiume. Le leggende
dicono che Dzoavits non può superarlo!.
TEX
comprende,
allora, che il mostro ha iniziato a colpire nelle vicinanze di Black
Cedars
proprio perché, a causa di Rankin
che ne ha deviato il corso, il Runny
River
non fa più da barriera. Fossi
in voi demolirei quella diga.
– dice il ranger all'allevatore – Il
fiume è l'unica difesa di questa città. E anche la vostra, Rankin!.
Questi, però, non ha alcuna intenzione di seguire il consiglio di
TEX
e,
quella stessa notte, la creatura massacra due suoi mandriani e divora
molti capi di bestiame.
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Prima
di morire, Guyapi dice a Tex di aver riconosciuto in Dzoavits lo
spietato Jack- Tex Magazine 2016, p. 103
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Ignaro
della trappola architettata da Tex, Dzoavits si scaglia contro il
ranger - Tex Magazine 2016, p. 108
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Il mattino dopo, Rankin
organizza una spedizione e si addentra, con i suoi cowboy, nella
foresta. Dzoavits
fa strage di essi e insegue Rankin
fino
al ranch di Simon
(il quale, assieme a TEX,
ha seguito le tracce della spedizione) dove lo uccide. A questo
punto, il mostro cerca di entrare nella casa dell'agricoltore per
uccidere Lorna
e la loro figlioletta Terry,
ma Guyapi
interviene e, armato di un tomahawk, lo affronta. Dzoavits
scaraventa il vecchio indiano contro un palo del recinto, ma prima
che possa dargli il colpo di grazia, sopraggiungono TEX
e Simon,
che fanno fuoco con i loro fucili. Il ranger colpisce la creatura
all'occhio sinistro, costringendola alla fuga; dopodiché, si
avvicina al povero Guyapi,
il quale, prima di morire, dice di aver riconosciuto il volto di
Dzoavits:
Era
quello di un uomo crudele. Un assassino della nostra gente
(Jack
per l'appunto, nda).
La
maledizione… è alimentata dalla malvagità. Per questo ha potuto
germogliare in lui.
Proprio in quel momento, arriva CARSON,
che viene messo al corrente da TEX
di quanto sta accadendo nella valle. La notte dopo, il ranger
architetta un'astuta trappola ai danni di Dzoavits,
facendo lui stesso da esca. Legatosi ai fianchi una lunga fune tenuta
da Simon
e due suoi amici (tra cui Art,
il padrone dell'emporio di Black
Cedars),
TEX
– con il Winchester in pugno - attende, nei pressi della diga fatta
costruire da Rankin,
il mostro, che ovviamente non tarda a farsi vivo.
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L'astuta
ma rischiosa trappola di Tex ha successo - Tex Magazine 2016, p. 110
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Mentre
Tex viene tirato a riva da Simon e compagni, il mostro scompare per
sempre nelle acque del fiume - Tex Magazine 2016, p. 111
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Mentre Dzoavits
corre verso il ranger, che inizia a sparare; CARSON
fa esplodere la diga con la dinamite, liberando così l'acqua del
Runny
River,
che investe sia TEX
che la creatura, la quale viene colpita in pieno da uno dei tronchi
che formavano la diga stessa. Dopo essersi tenuto per un po' sul
fondo (in attesa che i tronchi della diga siano passati), TEX
viene tirato a riva, sano e salvo, da Simon
e compagni; Dzoavits,
invece, è trascinato via dalla corrente, finendo con molta
probabilità nella cavità sotterranea dove il fiume s'inabissa. Hai
compiuto un'impresa incredibile, Tex.,
dice Simon
al
ranger, che risponde: E
tu hai di nuovo il tuo fiume… …nessun altro dovrà mai portartelo
via!.
Curiosità:
Dzoavits
non è frutto della fantasia di Pasquale Ruju, ma appartiene
veramente alla mitologia degli indiani Shoshone.
Secondo le loro credenze, questo mostro, descritto come un demone o
un orco, non solo rapisce i bambini, ma è addirittura in grado di
rubare il sole, provocando così le eclissi solari.
Massimo Capalbo
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