di
Francesco Manetti
Questo intervento inaugura una nuova linea di articoli per Dime Web - pezzi dedicati alla letteratura fantastica. L'idea è antica per una fanzine fumettistica, qual'è i Quaderni Bonelliani, e risale ai tempi della nostra Collezionare, quando – a partire dalla fine degli anni '80 – i redattori decisero di occuparsi non solo di comic, ma anche di testi di SF e orrore, cercando di affrontare dal loro punto di vista l'opera di maestri come Asimov, King, etc. Apriamo di conseguenza una nuova pagina – la Biblioteca di Altrove, il cui link trovate sotto al logo del blog – pensata per orientarvi nelle dimensioni parallele!
Questo intervento inaugura una nuova linea di articoli per Dime Web - pezzi dedicati alla letteratura fantastica. L'idea è antica per una fanzine fumettistica, qual'è i Quaderni Bonelliani, e risale ai tempi della nostra Collezionare, quando – a partire dalla fine degli anni '80 – i redattori decisero di occuparsi non solo di comic, ma anche di testi di SF e orrore, cercando di affrontare dal loro punto di vista l'opera di maestri come Asimov, King, etc. Apriamo di conseguenza una nuova pagina – la Biblioteca di Altrove, il cui link trovate sotto al logo del blog – pensata per orientarvi nelle dimensioni parallele!
È oggi quasi impossibile prescindere, per un lettore di fumetti anche solo mediamente impegnato e interessato a guardare anche un po' altrove, dalle opere del francese Michel Houellebecq, pubblicato in Italia inizialmente presso Bompiani e poi, dal 2017, per i tipi della casa editrice La Nave di Teseo della sorella di Sgarbi. Ci si può arrivare in maniera del tutto casuale, seguendo vie impreviste. Per esempio leggendo Dime Web. Oppure acquistando il mensile Le Scienze – edizione italiana di Scientific American – rinomato per i suoi puntuali articoli sulle ultime scoperte nel campo della fisica quantistica, dell'astrofisica, della radioastronomia, dell'ingegneria genetica, della biologia, dell'informatica, della cibernertica... Nel 2012 (o forse nel 2013) la rivista pubblicò la recensione del libro di un fisico statunitense, citando di prammatica alcuni passi del testo. L'autore dell'opera, in una sorta di gioco a incastri e di rimandi, in una specie di matrioska a caratteri di stampa, citava a sua volta Houellebecq. O meglio, sosteneva che il letterato nato negli anni Cinquanta alla Reunion fosse uno dei romanzieri che più correttamente, senza facilonerie e dilettantismi, acquisivano nei loro scritti in maniera funzionale alla trama, i risultati raggiunti dalla ricerca nel campo del subatomico, a partire dai primi, ribollenti anni del XX secolo – con Planck, Einstein, Bohr, Heisenberg, Pauli, Dirac, Schroedinger, etc.
Michel Houellebecq |
Ma cotal
Houellebecq, celeberrimo autore transalpino di padre bretone, sulla
bocca di tutti per aver firmato il pluridecorato e vendutissimo libro
Le particelle elementari di fine '900, come poteva ricollegarsi addirittura alla fisica nucleare,
come ogni buon esponente che si rispetti della narrativa hard
science fiction? Non era forse
anche lui uno della moltitudine di scribacchini da premi letterari
pompati (se non truccati), un pennivendolo gettato dalle case
editrici nelle arene dei concorsi a premi a scannarsi coi suoi pari
per il podio, spinto dagli editor
a modificare e uniformare alle mode le sue fatiche così da attirare
sempre più pubblico con storie incentrate su argomenti interessanti
per quelle lettrici e quei lettori affetti dalla sindrome del
ficcanaso, del guardone, del peeping tom?
Non era per caso MH un nome per acquirenti da top ten
sconto 15 del supermercato e per massaie in più o menopausa, la cui
unica bussola libraria, fra sfumature di grigio, nero e rosso, è costituita dall'attrazione morbosa per ciò
che fanno gli altri, la stessa molla che spinge l'identica platea a
inebetirsi con reality
e telenovela –
versione elettronica di quelli che fino a pochi lustri fa erano in
edicola i libracci rosa fabbricati in serie – paperback
da un tanto al chilo, costruiti con il piede sinistro da piccoli
artigiani degli intrecci, forse ex maestri elementari dalle velleità
autoriali, ghost writer
di se stessi, coi loro mille pseudonimi, spesso femminili e sempre
improbabili?
Ancora Houellebecq... |
Solitamente
gli autori mainstream,
alla gilda dei quali sembrava poter appartenere pure Houellebecq, si
occupano – sebbene con una maggior capacità di costruzione della
trama rispetto al pattume di cellulosa e inchiostro che d'estate
veniva riproposto nei chioschi rivieraschi, macchiato d'anilina e
imbustato a lotti di tre – di amori, di litigi, di tradimenti, di
figli, di padri, di madri, di viaggi, di amicizie, di lavoro, di
spiagge esotiche, di vestiti, di morte, di sesso. La bassa commedia e
l'infima tragedia umana, insomma, va in scena sulle loro pagine –
interpretata da personaggi comuni o famosi, comunque su alti livelli
di attinenza al reale. Il risultato è sovente di una noia e di una
banalità estrema.
Cosa potrebbe indurre a scartabellare chili di candidati al macero immediato solo per sapere con chi fa le corna X, chi è il vero cugino di Y o come ha fatto Z a diventare miliardario e playboy? Perché mai qualcuno dovrebbe appassionarsi a novelle che ricalcano in maniera pedissequa il tedio e le miserie della vita quotidiana?
Cosa potrebbe indurre a scartabellare chili di candidati al macero immediato solo per sapere con chi fa le corna X, chi è il vero cugino di Y o come ha fatto Z a diventare miliardario e playboy? Perché mai qualcuno dovrebbe appassionarsi a novelle che ricalcano in maniera pedissequa il tedio e le miserie della vita quotidiana?
La letteratura "di genere" e lo scrittore protagonista del romanzo: Stephen King. |
È
per questo che normalmente i lettori di fumetti più onnivori e
irrequieti, quando sentono forte l'influsso della magia libresca, dirottano sulla cosiddetta letteratura “di genere” (fantascienza,
fantasy, horror,
thriller, etc.), per
non dire “di evasione” (dalla gabbia della tavola?), cercando
comunque di rimanere sempre su un discreto piano qualitativo: per
esempio King, Simmons, Fforde, Zafòn, Avoledo, Martin, Vargas,
Farneti, Grangé, Lindqvist, Evangelisti – per rimanere fra i vivi; oppure vanno
sui classici del canone occidentale, maestri della penna che non
tradiscono mai e che avevano capito (addirittura fin dalla preistoria
omerica, dal rinascimento umanista dantesco e dal Seicento di Cervantes e
Shakespeare) l'importanza essenziale di aggiungere elementi
fantastici, mostruosi, soprannaturali o quantomeno stranianti (il
gotico, il romantico...) nei loro racconti: Dickens, Hugo, Dumas,
Stevenson, Melville, Manzoni, Wilde e via dicendo – fino ad
arrivare ai fondatori della nuova onda – Poe, Wells, Lovecraft, Machen.
Arduo però definire Houellebecq autore di letteratura “di genere”. Impossibile, d'altronde, arruolarlo – se non per forza, come sui velieri del '700, oppure come ammutinato – nell'equipaggio mainstream. Stiamo assistendo, allora, alla nascita di un nuovo classico? Potrebbe essere...
Nell'opera di Houellebecq centrali sono i rapporti interpersonali – invariabilmente difficoltosi, se non assenti – e, soprattutto, l'elemento autobiografico, anche se è quasi impossibile capire dove finisce lo scrittore e dove inizia la creatura letteraria. L'artista – o meglio, una delle sue maschere, una delle sue caricature – è addirittura uno dei protagonisti nell'opera La carta e il territorio. Lo stesso rompicapo d'inganni e di trappole (e di nemmeno tanto sottile narcisismo!) si avverte potente negli scritti di Stephen King – soprattutto quando il personaggio principale è un narratore tormentato (Shining, La metà oscura, Misery, etc.) – o direttamente l'autore (La Torre Nera).
Arduo però definire Houellebecq autore di letteratura “di genere”. Impossibile, d'altronde, arruolarlo – se non per forza, come sui velieri del '700, oppure come ammutinato – nell'equipaggio mainstream. Stiamo assistendo, allora, alla nascita di un nuovo classico? Potrebbe essere...
Nell'opera di Houellebecq centrali sono i rapporti interpersonali – invariabilmente difficoltosi, se non assenti – e, soprattutto, l'elemento autobiografico, anche se è quasi impossibile capire dove finisce lo scrittore e dove inizia la creatura letteraria. L'artista – o meglio, una delle sue maschere, una delle sue caricature – è addirittura uno dei protagonisti nell'opera La carta e il territorio. Lo stesso rompicapo d'inganni e di trappole (e di nemmeno tanto sottile narcisismo!) si avverte potente negli scritti di Stephen King – soprattutto quando il personaggio principale è un narratore tormentato (Shining, La metà oscura, Misery, etc.) – o direttamente l'autore (La Torre Nera).
Nel settimo e ultimo romanzo della serie La Torre Nera (The Dark Tower, 2004) uno dei protagonisti è lo stesso autore, Stephen King |
Il
protagonista è sempre maschile. È colto, borghese, indipendente. L'uomo in questione ha una discreta
o addirittura un'ottima disponibilità economica che gli consente
un'ampia libertà d'azione. Il denaro gli può essere arrivato per
linea di successione famigliare, ma il capitale è stato comunque
accresciuto grazie alla professione esercitata oppure, e più spesso,
grazie all'inventiva artistica. Il fotografo e pittore al centro del
romanzo La carta e il territorio
(2010) accumula in pochi anni una fortuna in decine milioni di euro
dipingendo una serie di quadri, dedicati alle arti e ai mestieri, con
uno stile che - leggendo le descrizioni del romanziere - sembra essere un'evoluzione
pop, postmoderna e fotorealistica dell'illustrazione a soggetto
educativo–dottrinario propria del realismo socialista, con una
preferenza per la versione cinese, particolarmente kitsch,
dove la “laccatura della realtà” (la лакирование di cui parla G. P. Piretto nel suo puntuale saggio Il radioso avvenire, Einaudi, 2001) era se possibile ancor più
accentuata e sfacciata rispetto a quanto avveniva nell'URSS (potrebbe essere utile, al fine di meglio
“visualizzare” questa tecnica dalle potenzialità miliardarie,
sfogliare il bel catalogo della Taschen dedicato ai manifesti della diffusione dottrinaria maoista, Chinese Propaganda Posters del 2008).
Santificazione della lavoratrice nei manifesti di propaganda politica maoista. |
L'ottusità
della burocrazia è presa spesso di mira nelle pagine di Houellebecq.
Professioni e incarichi nell'Amministrazione Pubblica – come accade nell'allucinante Estensione del dominio
della lotta, popolato da esperti di
informatica che devono tenere dei corsi per dipendenti del Ministero
dell'Agricoltura – vengono inevitabilmente associati al degrado
delle periferie e alla grigia bruttezza della nuova architettura
urbana, fatta di scatoloni in vetracciaio, escogitata da
progettisti–filosofi per non permettere più al cittadino di
distinguere il luogo di lavoro dai locali abitativi; per far nascere un uomo
nuovo, un Uomo Lavoratore, univocamente volto alla produzione. Unico
spazio di svago, l'ipermercato. La distopia del Metropolis
langhiano fa capolino un po' dovunque. Nello squallore più totale i
rapporti interpersonali si disgregano, le amicizie non possono
nascere, gli affetti abortiscono immediatamente, la famiglia esplode.
Il protagonista perde sempre più velocemente il terreno sotto ai propri
piedi. Invecchia, mantenendo intatti i desideri della gioventù.
Avvicinandosi alla fine del millennio, e poi superandola, ragazze
sempre più discinte e precocemente disinibite ruotano intorno alla
sua esistenza – ardentemente e morbosamente desiderate, seppur
lontane e irraggiungibili.
Restano solo il cinismo, il giudizio implacabile su se stessi e sugli altri, la solitudine, l'angoscia, la depressione, gli psicofarmaci, l'alcool, la pulsione ormonale senza sfogo, il rifiuto dell'invecchiare, la masturbazione, l'istinto suicida, la morte.
Restano solo il cinismo, il giudizio implacabile su se stessi e sugli altri, la solitudine, l'angoscia, la depressione, gli psicofarmaci, l'alcool, la pulsione ormonale senza sfogo, il rifiuto dell'invecchiare, la masturbazione, l'istinto suicida, la morte.
Depressione e arte: Vincent Van Gogh, 1890 (Vieil homme en pleurs) |
Le
crisi economiche sempre più frequenti e sempre più gravi
dell'economia liberista di stampo americano – innescate dalla bolla
del digitale e dall'undici settembre – precipitano ancor di più la
situazione. Sullo sfondo del crollo dell'Occidente, delle sue
tradizioni e dei suoi ideali si agita lo scontro fra culture
differenti, forse troppo, e la difficoltà dell'integrazione.
Alcune posizioni dell'autore sull'Islam gli hanno fruttato querele e visite in tribunale, dove è stato assolto. Assolto perché i giudici a Berlino hanno capito il carattere fondamentalmente satirico e paradossale di molte delle pagine all'apparenza più cattive e implacabili nell'opera dell'autore. Inoltre, nelle cosiddette democrazie occidentali, resiste ancora – seppur con gravi lesioni ed eccezioni – il diritto alla libertà di pensiero, di espressione, di critica...
Rimanendo spesso nei confini sottili della parodia, i contatti con l'altra metà del cielo sono imperniati frequentemente sull'erotismo e sulla pornografia. L'amore è possibile, ma solo attraverso e come naturale conseguenza di un più che soddisfacente congiungimento carnale. Il disfacimento naturale del corpo con il passare degli anni porta al tramonto dell'amore e al cambio di compagna o compagno. Poi l'inesorabile cammino, sempre più accelerato, verso la senescenza e il trapasso – con scelte radicali sul “fine vita” che possono arrivare fino al suicidio o all'eutanasia. Anche questa particolare attenzione che MH dedica alla sfera sessuale e all'universo femminile – con ritratti tranchant di donne isteriche, ficcanaso, chiacchierone, veterofemministe, perfide, megere, etc. – gli ha scatenato contro la canea del giornalismo politically correct. Il romanzo Piattaforma è stata la pietra dello scandalo, con il suo modo di affrontare senza barriere e senza tabù il tema del turismo sessuale nei paesi esotici (Cuba, Thailandia...), affrontando da angolazioni scomode e inedite spinosi e scottanti argomenti, come quelli della pedofilia, della prostituzione come scelta di vita, del sesso estremo. Il protagonista si muove nel mondo alla ricerca di piaceri erotici a pagamento. Pagine molto forti – occorre dirlo – accolgono il lettore, rendendo questo libro adatto unicamente a un pubblico adulto.
Alcune posizioni dell'autore sull'Islam gli hanno fruttato querele e visite in tribunale, dove è stato assolto. Assolto perché i giudici a Berlino hanno capito il carattere fondamentalmente satirico e paradossale di molte delle pagine all'apparenza più cattive e implacabili nell'opera dell'autore. Inoltre, nelle cosiddette democrazie occidentali, resiste ancora – seppur con gravi lesioni ed eccezioni – il diritto alla libertà di pensiero, di espressione, di critica...
Rimanendo spesso nei confini sottili della parodia, i contatti con l'altra metà del cielo sono imperniati frequentemente sull'erotismo e sulla pornografia. L'amore è possibile, ma solo attraverso e come naturale conseguenza di un più che soddisfacente congiungimento carnale. Il disfacimento naturale del corpo con il passare degli anni porta al tramonto dell'amore e al cambio di compagna o compagno. Poi l'inesorabile cammino, sempre più accelerato, verso la senescenza e il trapasso – con scelte radicali sul “fine vita” che possono arrivare fino al suicidio o all'eutanasia. Anche questa particolare attenzione che MH dedica alla sfera sessuale e all'universo femminile – con ritratti tranchant di donne isteriche, ficcanaso, chiacchierone, veterofemministe, perfide, megere, etc. – gli ha scatenato contro la canea del giornalismo politically correct. Il romanzo Piattaforma è stata la pietra dello scandalo, con il suo modo di affrontare senza barriere e senza tabù il tema del turismo sessuale nei paesi esotici (Cuba, Thailandia...), affrontando da angolazioni scomode e inedite spinosi e scottanti argomenti, come quelli della pedofilia, della prostituzione come scelta di vita, del sesso estremo. Il protagonista si muove nel mondo alla ricerca di piaceri erotici a pagamento. Pagine molto forti – occorre dirlo – accolgono il lettore, rendendo questo libro adatto unicamente a un pubblico adulto.
Lo squallore del turismo sessuale in Thailandia |
Un'edizione francese di Estensione del dominio della lotta (1994) |
Ed
è da questa... piattaforma di lancio che partiamo per addentrarci
nella "dimensione accanto" della narrativa di MH, da sempre interessato al fantastico come dimostra anche il suo unico saggio, dedicato al lavoro di H. P. Lovecraft, il Sognatore di Providence: Contro il mondo, contro la vita (Contre le monde, contre la vie, 1991).
Se nell'opera prima Estensione del dominio della lotta (Extension du domaine de la lutte, 1994) veniva pagato solo un piccolissimo tributo alla letteratura “di genere”, con un breve e abortito progetto di omicidio come rimedio all'insoddisfazione nell'approccio sessuale, in Piattaforma (Plateforme, 2001) si fa largo un'idea molto particolare di utopia. Un'utopia mondana e commerciale, basata sulla creazione di una rete internazionale di villaggi–vacanze per facoltosi, sulla falsariga del Club Med, incentrati sull'erotismo libero e aperti solo ai maggiori di 16 anni. Il turismo sessuale – in una parodia definitiva sulla mercificazione globalizzata del corpo nell'era Internet – diventa così perfettamente legale e non più oggetto di riprovazione e vergogna. Il Sessantotto – nella sua incarnazione più libertaria e libertina – si realizza completamente, anche se con la mediazione del denaro. La chiusura è potente, e può essere oggetto di un doppio livello di lettura. L'attentato terroristico di matrice islamica che nell'apocalittico finale semina morte e distruzione in uno dei nuovi porno–villaggi in nome della sharia, facendo crollare nel fumo e nel sangue quell'idea di moderna liberazione sessuale, è una condanna dei terroristi–punitori o delle vittime–punite?
Se nell'opera prima Estensione del dominio della lotta (Extension du domaine de la lutte, 1994) veniva pagato solo un piccolissimo tributo alla letteratura “di genere”, con un breve e abortito progetto di omicidio come rimedio all'insoddisfazione nell'approccio sessuale, in Piattaforma (Plateforme, 2001) si fa largo un'idea molto particolare di utopia. Un'utopia mondana e commerciale, basata sulla creazione di una rete internazionale di villaggi–vacanze per facoltosi, sulla falsariga del Club Med, incentrati sull'erotismo libero e aperti solo ai maggiori di 16 anni. Il turismo sessuale – in una parodia definitiva sulla mercificazione globalizzata del corpo nell'era Internet – diventa così perfettamente legale e non più oggetto di riprovazione e vergogna. Il Sessantotto – nella sua incarnazione più libertaria e libertina – si realizza completamente, anche se con la mediazione del denaro. La chiusura è potente, e può essere oggetto di un doppio livello di lettura. L'attentato terroristico di matrice islamica che nell'apocalittico finale semina morte e distruzione in uno dei nuovi porno–villaggi in nome della sharia, facendo crollare nel fumo e nel sangue quell'idea di moderna liberazione sessuale, è una condanna dei terroristi–punitori o delle vittime–punite?
Un'edizione francese di Piattaforma, 2001 |
La
clonazione umana (in certe interviste Houellebecq si mostra convinto
della sua inevitabilità) costituisce uno degli assi portanti del
volume Le particelle elementari (Les particules élémentaires, 1998), opera incredibilmente cruda e
scoperta sulla condizione umana e sulla solitudine di chi non riesce
a omologarsi. Uno dei protagonisti è uno scienziato, frustrato
dall'assenza di una vita sessuale normale, incapace di decidere sulla
propria, in parte inespressa, omosessualità. Il fratello sceglie la
via di Venere, ma anche le sue esperienze carnali saranno – a dir
poco – fuori dal comune. Il futuro cancellerà l'oppressivo
grigiore del XX secolo, dominato dal crollo di ogni criterio
estetico. Grazie alle scoperte scientifiche, grazie all'informatica,
alla fisica e all'ingegneria genetica, la popolazione terrestre pian
piano si rinnoverà, attuando la profezia – o la speranza – di
Nietszche, per cui l'Uomo è come una corda tesa fra la Bestia e il
Superuomo, una fune sospesa sull'Abisso.
Un'edizione italiana del libro Le particelle elementari, 1999 |
Vero e proprio romanzo di fantascienza e di fantapolitica,
pesantemente influenzato dalle filosofie classiche utopiste e dalla
narrativa contemporanea della distopia, è La possibilità di
un'isola (La possibilité d'une île, 2005). Le consuete venature di critica e satira sulla società
– occidentale e americanizzata – sono profonde e marcate, tanto
che il centro d'equilibrio narrativo, molto più che nelle
Particelle, è il mutamento definitivo della società stessa.
Una setta di libertini e nudisti, convinti dell'esistenza di una
civiltà aliena al ritorno della quale la Terra dovrà prepararsi e
fanatici assertori di un'egoistica politica no children,
acquista una popolarità spirituale sempre maggiore, raccogliendo in immense
banche del DNA il lascito genomico dell'Uomo. Nella distribuzione dei
capitoli le vicende dei protagonisti all'interno e all'esterno della
congrega negli anni del debutto della nuova religione, destinata a
soppiantare i credo storici dopo la violenta morte del suo leader,
viaggiano in parallelo con i commenti vergati nel XL secolo da due
lontani discendenti/gemelli del personaggio principale al suo diario. Il
Mondo si è quasi spopolato, è stato stravolto da sconvolgimenti
naturali, che ne hanno mutato profondamente l'aspetto, soprattutto
per quanto riguarda l'acqua dei mari e degli oceani. I nuovi padroni
del pianeta sono cloni dei primi aderenti al progetto genetico della
setta. Anche loro, come la Terra, sono radicalmente modificati: si
nutrono come le piante, con la fotosintesi, assumendo solo liquido e sali minerali. Hanno rinunciato al cibo e ai contatti
carnali. Vivono isolati gli uni dagli altri, contattandosi solo via
rete telematica, in un'organizzazione sociale che sembra quasi rimandare agli Spaziali asimoviani del Ciclo dei Robot. I vecchi umani
sono degenerati e regrediti a uno stadio primitivo e ferino; vivono tra i rifiuti e le rovine delle antiche civiltà. Di nuovo l'accenno
nicciano, con il ribaltamento della profezia filosofica, e poi una decisa strizzata d'occhio al futuro immaginato da H. G. Wells nel 1895, con La macchina del tempo con la terribile società dell'anno 802.701, divisa fra i mostruosi Morlocchi e gli inutili Eloi. L'Umanità è
sì scomparsa, ma si è evoluta e devoluta contemporaneamente,
prendendo vie diametralmente opposte. Da una parte la Bestia e
dall'altra il Superuomo, in un Abisso di sfacelo e solitudine
assoluta.
Un'edizione francese del romanzo La possibilità di un'isola (2005), con un fotogramma del film che ne è stato tratto |
Il futuro
si dipana davanti agli occhi del lettore nel terz'ultimo romanzo di
Houellebecq in ordine di pubblicazione, il già citato La carta e
il territorio (La carte et le territoire, 2010). Il protagonista pittore, con i milioni di euro
incamerati grazie all'immenso successo dei suoi quadri, che hanno
raggiunto, in una sorta di realtà alternativa del mercato dell'arte
globale, quotazioni paragonabili a quelle di Van Gogh, riacquista
quella che fu una vecchia proprietà familiare di campagna. Ne amplia
il terreno, costruisce una recinzione, la fa attraversare e circondare da una
strada. E poi si chiude dentro, per anni, in perfetta solitudine come
i nuovi uomini dell'opera La possibilità di un'isola. Intorno
a lui il tempo trascorre - come accadeva al protagonista di The Time Machine. La Francia, l'Occidente, la comunità... tutto muta.
E questa volta l'ottimismo prevale – un personalissimo ottimismo,
non alieno dalla consueta satira pungente! Nel XXI secolo inoltrato
il totale trasferimento della produzione industriale in Asia – Cina
e India in testa – ha permesso al cittadino europeo di tornare a
occuparsi dell'estetica, dell'ambiente, dei cibi tradizionali, del
proprio territorio.
Un'edizione francese del libro La carta e il territorio (2010) |
L'inquinamento è scomparso, insieme
all'arroganza, alla cattiveria, alla paura e agli altri frutti
avvelenati dell'11 settembre e delle crisi economiche conseguenti. I
flussi di clandestini dal Sud si sono spostati verso le nuove
frontiere produttive, ma attraversare l'Oceano Indiano è molto più
pericoloso del Mediterraneo: feroci pirati depredano immancabilmente
le imbarcazione dei migranti, gettandone a mare gli occupanti.
Un Nuovo Ordine Mondiale.
Le coincidenze forse sono davvero significative. Lo stesso giorno dell'attentato al periodico satirico Charlie Hebdo, il 7 gennaio 2015, usciva in lingua originale francese (e la settimana successiva in italiano) il tanto atteso NUOVO romanzo di MH, Sottomissione (Soumission), nel quale l'Islam ha un ruolo centrale. Come molte opere precedenti firmate dall'autore anche quest'ultima tenta un analisi delle crisi e delle tensioni attuali proiettandone una risoluzione nel futuro. Il domani, come fosse la conclusione di un romanzo chiamato Storia recente e cronaca, è la soluzione dell'intreccio narrativo costituito da quanto succede oggi – nella società, nella politica, nei costumi... A differenza di quei romanzi che prospettano per l'Europa un avvenire negativo - di conquista violenta o di sempre crescente e arrogante occupazione del potere - sotto il segno della Mezzaluna (come la trilogia dell'Italia islamica di Prosperi, o Flashback di Simmons, oppure Attacco all'Occidente di Farneti), Sottomissione costruisce un ragionamento più articolato – per certi versi sorprendente e inaspettato, conoscendo le passate posizioni personali dell'autore nei confronti dei seguaci di Maometto; ma, come sempre avviene negli scritti di Houellebecq, arduo è distinguere dove si celi davvero il pensiero reale dello scrittore, e dove invece si navighi nel mare del paradosso, della metafora, dell'ironia e della satira... La risposta al perché della volontaria e non forzata scelta islamica della Francia (e di altri Paesi europei) nel domani a noi vicino e familiare narrato dal romanzo, è tutto sommato “sociologica”. In una società sempre meno “virile” e sempre più “femminilizzata”, in una società dove ogni spinta ideale è definitivamente defunta, in una società che non ha più nessun rispetto per le sue tradizioni – a partire dalla famiglia e dalla diversità “naturale” dei ruoli fra l'uomo e la donna, in una società completamente accecata dalla dittatura del consumo – il Corano diventa la soluzione regina, una nuova opportunità, una seconda vita completamente slegata dal passato, come sottolinea il finale del libro. Il quasi colpo di stato durante la sessione elettorale, la situazione ebraica, le scelte di campo della destra “identitaria”, lo stravolgimento dell'assetto bipartitico ultradecennale, la scomparsa del crimine urbano... Molto, delle nuove situazioni che si vengono a creare nella Francia “musulmana”, viene volutamente soltanto accennato dall'autore e a volte tenuto sottotraccia. Certa è solo la modalità soft della transizione verso l'Islam. Più che il quadro completo, sono i singoli e sofferti rapporti interpersonali, come abbiamo visto, il punto focale dei romanzi di Houellebecq. Per il protagonista di Sottomissione – un professore universitario che dovrà convertirsi all'Islam per continuare a insegnare alla Sorbona, appena “comprata” dai soldi delle “petromonarchie” - la principale calamita che lo spinge verso il nuovo credo è il sesso, che si somma ad altri sogni “proibiti”. La poligamia (e dunque la possibilità di avere una moglie più “ordinaria” per le faccende domestiche e per la cucina e altre consorti giovanissime per le “altre faccende”, ragazze capaci di suscitare nuovo desiderio in un corpo di mezza età, opportunamente scelte da una sapiente mezzana); la donna timida, antica, che si concede senza tanti “se” e senza tanti “ma”; e a lezione le studentesse ordinate, attente, silenziose e velate...
Quattro anni dopo Sottomissione, sempre a gennaio e quasi in parallelo tra la Francia e l'Italia, esce il nuovo romanzo iulbecchiano, Serotonina. Ne accenniamo soltanto in questo intervento dedicato al fantastico nell'opera del grande scrittore, perché solo da rari accenni, e da vari calcoli con l'età dei personaggi e certe date, sembra di capire che il presente del narratore (depresso e reso impotenti dagli psicofarmaci di ultima generazione) sia spostato di circa un anno rispetto alla pubblicazione - diciamo nel 2020. Anticipando le proteste anti-macroniane dei Gilet Gialli (l'autore ha scritto sicuramente il libro prima dell'inizio degli scontri urbani, nel dicembre 2018), Houellebecq tratteggia una Francia sull'orlo di una crisi economica di tutto ciò che non è globalizzato: gli allevatori e gli agricoltori del Nord, stroncati economicamente dalle politiche mondialiste della UE, si ribellano armati contro il Sistema. Un libro che, temiamo, fra qualche anno potrà essere letto come "profetico"...
Un Nuovo Ordine Mondiale.
Le coincidenze forse sono davvero significative. Lo stesso giorno dell'attentato al periodico satirico Charlie Hebdo, il 7 gennaio 2015, usciva in lingua originale francese (e la settimana successiva in italiano) il tanto atteso NUOVO romanzo di MH, Sottomissione (Soumission), nel quale l'Islam ha un ruolo centrale. Come molte opere precedenti firmate dall'autore anche quest'ultima tenta un analisi delle crisi e delle tensioni attuali proiettandone una risoluzione nel futuro. Il domani, come fosse la conclusione di un romanzo chiamato Storia recente e cronaca, è la soluzione dell'intreccio narrativo costituito da quanto succede oggi – nella società, nella politica, nei costumi... A differenza di quei romanzi che prospettano per l'Europa un avvenire negativo - di conquista violenta o di sempre crescente e arrogante occupazione del potere - sotto il segno della Mezzaluna (come la trilogia dell'Italia islamica di Prosperi, o Flashback di Simmons, oppure Attacco all'Occidente di Farneti), Sottomissione costruisce un ragionamento più articolato – per certi versi sorprendente e inaspettato, conoscendo le passate posizioni personali dell'autore nei confronti dei seguaci di Maometto; ma, come sempre avviene negli scritti di Houellebecq, arduo è distinguere dove si celi davvero il pensiero reale dello scrittore, e dove invece si navighi nel mare del paradosso, della metafora, dell'ironia e della satira... La risposta al perché della volontaria e non forzata scelta islamica della Francia (e di altri Paesi europei) nel domani a noi vicino e familiare narrato dal romanzo, è tutto sommato “sociologica”. In una società sempre meno “virile” e sempre più “femminilizzata”, in una società dove ogni spinta ideale è definitivamente defunta, in una società che non ha più nessun rispetto per le sue tradizioni – a partire dalla famiglia e dalla diversità “naturale” dei ruoli fra l'uomo e la donna, in una società completamente accecata dalla dittatura del consumo – il Corano diventa la soluzione regina, una nuova opportunità, una seconda vita completamente slegata dal passato, come sottolinea il finale del libro. Il quasi colpo di stato durante la sessione elettorale, la situazione ebraica, le scelte di campo della destra “identitaria”, lo stravolgimento dell'assetto bipartitico ultradecennale, la scomparsa del crimine urbano... Molto, delle nuove situazioni che si vengono a creare nella Francia “musulmana”, viene volutamente soltanto accennato dall'autore e a volte tenuto sottotraccia. Certa è solo la modalità soft della transizione verso l'Islam. Più che il quadro completo, sono i singoli e sofferti rapporti interpersonali, come abbiamo visto, il punto focale dei romanzi di Houellebecq. Per il protagonista di Sottomissione – un professore universitario che dovrà convertirsi all'Islam per continuare a insegnare alla Sorbona, appena “comprata” dai soldi delle “petromonarchie” - la principale calamita che lo spinge verso il nuovo credo è il sesso, che si somma ad altri sogni “proibiti”. La poligamia (e dunque la possibilità di avere una moglie più “ordinaria” per le faccende domestiche e per la cucina e altre consorti giovanissime per le “altre faccende”, ragazze capaci di suscitare nuovo desiderio in un corpo di mezza età, opportunamente scelte da una sapiente mezzana); la donna timida, antica, che si concede senza tanti “se” e senza tanti “ma”; e a lezione le studentesse ordinate, attente, silenziose e velate...
L'edizione italiana di Sottomissione (2015) |
Quattro anni dopo Sottomissione, sempre a gennaio e quasi in parallelo tra la Francia e l'Italia, esce il nuovo romanzo iulbecchiano, Serotonina. Ne accenniamo soltanto in questo intervento dedicato al fantastico nell'opera del grande scrittore, perché solo da rari accenni, e da vari calcoli con l'età dei personaggi e certe date, sembra di capire che il presente del narratore (depresso e reso impotenti dagli psicofarmaci di ultima generazione) sia spostato di circa un anno rispetto alla pubblicazione - diciamo nel 2020. Anticipando le proteste anti-macroniane dei Gilet Gialli (l'autore ha scritto sicuramente il libro prima dell'inizio degli scontri urbani, nel dicembre 2018), Houellebecq tratteggia una Francia sull'orlo di una crisi economica di tutto ciò che non è globalizzato: gli allevatori e gli agricoltori del Nord, stroncati economicamente dalle politiche mondialiste della UE, si ribellano armati contro il Sistema. Un libro che, temiamo, fra qualche anno potrà essere letto come "profetico"...
Edizione italiana di Serotonina (2019) |
Bibliografia in italiano (romanzi, saggi, poesia) di Michel Houellebecq
- Le particelle elementari, Bompiani (1999)
- Il senso della lotta, Bompiani (2000)
- Estensione del dominio della lotta, Bompiani (2001)
- Lanzarote, Bompiani (2002)
- Piattaforma, Bompiani (2003)
- H. P. Lovecraft. Contro il mondo, contro la vita, Bompiani (2005)
- La possibilità di un’isola, Bompiani (2005)
- La ricerca della felicità, Bompiani (2008)
- Nemici Pubblici, Bompiani (2009)
- Nemici Pubblici, Bompiani (2009)
- La carta e il territorio, Bompiani (2010)
- Sottomissione, Bompiani (2015)
- Configurazioni dell'ultima riva, Bompiani (2015)
- In presenza di Schopenauer, la nave di Teseo (2017
- Serotonina, La Nave di Teseo (2019)
- Sottomissione, Bompiani (2015)
- Configurazioni dell'ultima riva, Bompiani (2015)
- In presenza di Schopenauer, la nave di Teseo (2017
- Serotonina, La Nave di Teseo (2019)
Un sgomento scrittore... |
vedi, per es., Wikipedia France alla voce Michel Houellebecq
Chiudiamo precisando che l'articolo che avete letto è stato aggiornato (e con l'occasione "rinfrescato") due volte nel corso degli anni: nel 2015, con l'uscita di Sottomissione, e nel 2019, con l'arrivo di Serotonina.
Francesco
Manetti
P.S. Trovate gli altri interventi sulla letteratura "di genere" andando nella pagina La Biblioteca di Altrove!