di Massimo Capalbo
L'Atlante di Mister No è arrivato alla lettera C! La prima parte - pubblicata su Dime Web l'8 giugno 2013 - dopo un mese si è posizionata al terzo posto degli articoli più letti del Magazzino Bonelliano, trascinando verso "alte vette" anche la seconda parte - uscita il 21 giugno successivo - e La Bussola, ovvero la pagina di Dime Web riservata ai collegamenti alle varie lettere dell'Atlante. Se aprite la homepage di Mister No nel nuovo sito della Sergio Bonelli Editore la notizia del nostro Atlante campeggia vistosa, segno di un grande interesse verso il nostro lavoro nelle stanze di Via Buonarroti. E non solo la SBE: fra i tanti hanno parlato dell'opera di Max Capalbo anche Zagor e altro, Diario di un pessimo autore, Il gatto con la scure, Moreno "Zagor" Burattini su FB, ovviamente Liquida, Mister No su FB, il forum spiritoconlascure... Cogliamo l'occasione per ringraziare nuovamente tutti e in particolar modo i nostri amici lettori! (s.c. & f.m.)
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Montaggio di immagini di Ferri per il lancio della testata nel 1975 |
Legenda
- I
nomi in stampatello
e grassetto
rimandano
a una voce dell’Atlante.
- I
nomi dei personaggi cui è dedicata una voce sono indicati per
cognome - ovviamente se questo è conosciuto (per esempio: AMARAL,
STELIO;
REMY,
ANOUK).
In alcuni casi, però, abbiamo optato per il soprannome (per es.:
ESSE-ESSE
invece che KRUGER,
OTTO).
Riguardo poi a personaggi come O
BISPO
ed EL
LOCO,
le voci a loro dedicate sono state inserite sotto l’iniziale del
nome, invece che sotto l’iniziale dell’articolo: per es., EL
LOCO,
si trova alla lettera L di LOCO e non alla lettera E di EL (che in
spagnolo è appunto un articolo e corrisponde al nostro IL).
-
I
personaggi dalla doppia identità sono stati indicati con il nome
della loro identità fittizia piuttosto che con il nome vero (ad es.:
DEMONE
ETRUSCO,
GIUSTIZIERE
DI BONAMPAK).
-
Quando
i personaggi vengono citati in una voce che non è a loro dedicata,
solo il cognome è scritto in neretto
e stampatello,
in modo da rimandare immediatamente alla lettera sotto la quale sono
stati inseriti (per es.: nel testo della voce ANACONDA,
il personaggio Daniel
Murdock
è citato come Daniel
MURDOCK).
L’unica eccezione a questa regola riguarda il protagonista della
serie, il cui nome - attenzione: non il nome proprio Jerry
Drake,
ma
appunto il soprannome
MISTER
NO
- è sempre scritto in neretto e stampatello, tranne ovviamente
quando è inserito nel titolo di un fumetto o di un libro (per es.:
Mister
No Index Illustrato,
Mister
No Riedizione If).
-
Per
quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna
storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a
nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la
trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia
alla memoria dei lettori in modo più efficace. Per esempio, la storia
dei nn. 17-20 viene indicata con il titolo del n. 19, "Operazione Poseidon"
perché esso è più rappresentativo, più calzante rispetto ad
Agente segreto Zeta 3 e Tragica palude,
che sono i titoli rispettivamente del n. 17 e del n. 19 (del tutto
avulso poi il titolo del n. 20, Evasione!,
visto che si riferisce alla storia successiva).
Per le Note sui collegamenti ipertestuali e le Note sulle illustrazioni vedi la prima parte.
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Il bel Mister No in TechniColour realizzato dall'autore americano Saša Bralic. L'artista di Salt Lake City ha anche ricevuto il plauso di Pino Rinaldi per questa suo virilissimo ;-) Jerry Darke! |
C
CABRAL, FRANCISCO
CAIMANO
CALAMARO
GIGANTE
CAMARGO,
CELINA
CANGACEIROS
CARSON,
BILL
CARIPUNA
CASTLE,
AL
CHAMBERS,
ALAN
CHICLEROS
CIA
CLARA
e ISABELA
COEN
& BROTHER
COLLINS,
JIMMY
COLOMBIA
COLUMBUS,
JOHNNY
CONGO
VEVÉ
CONNELY, colonnello
WILLIAM
CORDEIRO, MIRANDA
CUBA
CULVER,
MAX
CABRAL, FRANCISCO
Compare ne La casa
di Satana (T. Sclavi [sog.&scen.] – B. Marraffa
[dis.], nn. 104-105), storia ispirata al film di David Cronenberg
Scanners (1982). Al pari dei protagonisti di questa
famosa pellicola, Francisco è un esper, cioè una
persona dotata di potenti facoltà extrasensoriali (il termine deriva
dall’acronimo ESP, che sta appunto per Extra-Sensory
Perception): infatti, egli è capace, con la sola forza del
pensiero, di uccidere, facendo, ad esempio, bruciare un uomo come
fosse una torcia o facendogli letteralmente scoppiare la testa (la
scena in questione cita esplicitamente una scena analoga di
Scanners).
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La copertina di Mister No n. 104, gennaio 1984 |
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Francisco
Cabral usa i suoi tremendi poteri ESP – MNO 104, p. 46
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La sua è una vicenda molto triste: figlio del
magnate della gomma Julio Cesar Cabral, chiamato l’Imperatore
per la sua ricchezza e il suo potere, Francisco manifesta fin
dall’infanzia le suddette facoltà ESP, che suscitano timore in suo
padre, il quale, per tenerlo lontano da lui, lo manda a studiare in
Inghilterra. Qui Francisco, una volta cresciuto, entra in
contatto con altri esper, e assieme a essi viene addestrato
segretamente dal governo inglese, interessato a sfruttare i loro
poteri in vista della guerra con la Germania. Francisco decide
quindi di fuggire negli STATI UNITI, ma viene catturato dalla CIA,
alla quale il governo inglese l’ha venduto. Sottoposto a terribili
trattamenti in una base segreta, egli fugge nuovamente e ritorna in
BRASILE, a MANAUS, per liberarsi di quella che
considera un’autentica maledizione. Inseguito dagli agenti della
CIA, Francisco incontra MISTER NO, che lo aiuta
e vorrebbe portarlo a BELÉM;
ma l’esper, usando le sue facoltà paranormali, costringe il
pilota a condurlo alle rovine della villa paterna, nei cui
sotterranei è celato il segreto dei suoi poteri. Francisco
scopre che questi sono davvero frutto di una maledizione: quella
scagliata contro suo padre dallo stregone degli indios che
l’Imperatore aveva prima schiavizzati e poi, per punire un
loro tentativo di rivolta, fatti massacrare. Gli spiriti degli indios
avevano trasmesso al piccolo Francisco lo yehalla, la forza
della mente; una forza così potente che, sebbene il bambino
fosse stato mandato in Europa, aveva corroso poco a poco l’impero
di Cabral, per poi uccidere quest’ultimo. Alla fine, l’esper
si unisce agli spiriti degli indios (che uccidono gli uomini della
CIA), scomparendo letteralmente davanti agli occhi di MISTER
NO.
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Francisco
scompare a Villa Cabral davanti agli occhi di Mister No – MNO 105,
p. 28
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Rivediamo Francisco
Cabral, o meglio: il suo spirito, ne Il potere della mente
(S. Marzorati [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto [dis.], nn.
282-283), poco esaltante seguito de La casa di Satana. In
questa storia – nella quale ricompare il personaggio di Elis,
l’ex-governante di Villa Cabral - troviamo, tra le figure principali, due esper: il malvagio Daryl Revok
(ispirato all’omonimo villain di Scanners) e il buono
Glaeken. Il primo, fuggito da un manicomio criminale del New
Jersey, giunge in AMAZZONIA assieme all’amico Hockney (anche
lui un esper) per scoprire la fonte dei suoi poteri,
allo scopo di accrescerli, e s’insedia in un villaggio di indios
Makù. Il secondo, fuggito anch’esso dal suddetto manicomio e
deciso a eliminare Revok, assume MISTER NO per farsi
portare alle rovine di Villa Cabral. La resa dei conti tra i due
avviene in una caverna che si estende sotto la villa, dove ha origine
lo yehalla (vi sono infatti sepolti gli indios fatti trucidare
dall’Imperatore). A morire saranno sia Glaeken che
Hockney e Revok (quest’ultimo dovrà lottare anche
con MISTER NO, posseduto dallo spirito di Francisco
Cabral). Il finale mostra Glaeken e Francisco che
si ritrovano in un luogo dove non esistono né dolore né
disperazione.
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La copertina di Mister No n. 282, novembre 1998 |
Curiosità: Il
padre di Francisco, Julio Cesar Cabral, è ispirato a
un personaggio realmente vissuto: il piantatore peruviano Julio César
Arana. Intorno al 1900 – scrive Alfredo Castelli nei
redazionali di Martin Mystère n. 327 – […] Arana fondò lungo
il fiume Putumayo (Perù settentrionale,
nda)
un impero privato più vasto della Francia, di cui era l’unico e
spietato dittatore. I “flagelados” bianchi – cioè i disperati
che si erano riversati in Amazzonia nella speranza di arricchire –
e gli indios che avevano la sfortuna di vivere in quella zona
venivano, per così dire, “assunti” dalla Compagnia Amazzonica
Peruviana. […] Chi si ribellava o chi non riusciva a raccogliere la
quantità di lattice prestabilita veniva ucciso a fucilate […], ma
più spesso a colpi di machete o a bastonate per risparmiare
proiettili; oppure dato in pasto ai cani, bruciato vivo, crocifisso,
frustato a morte, mutilato. Nel 1913 […] la stampa raccontò
finalmente la verità sulla Peruvian Amazon Company (la società
a capitale misto fondata da Arana in Inghilterra, nda).
Intanto, come Arana aveva previsto, il monopolio amazzonico della
gomma si era concluso […] Lungi dal suicidarsi come molti
colleghi imprevidenti, Arana resistette al colpo e si diede alla
politica […] Morì nel 1952 a 88 anni d’età, con non meno
di 20.000 morti sulla coscienza, cosa che, probabilmente non gli
impedì di dormire notti tranquille e prive di incubi.
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Mister
No, posseduto dallo spirito di Francisco, affronta Revok – MNO
283, p. 92
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CAIMANO
Di questo rettile - assai
caro a Sergio Bonelli, come i suoi affini coccodrilli e alligatori -
esistono molte specie, tra cui: il caimano nano di Cuvier, il caimano
dagli occhiali, il caimano dal muso largo e il caimano nero.
Quest’ultimo è la specie più grande (fino a sei metri di
lunghezza e mezza tonnellata di peso), pertanto l’unica davvero
pericolosa per l’uomo.
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La copertina di Mister No n. 13, giugno 1976 |
Al pari di altri predatori dell’Inferno
Verde, i caimani - che i brasiliani chiamano jacarés
- compaiono in numerose avventure di MISTER NO. In Rio
Negro (G. Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso
[dis.], nn. 12-15), il pilota si vede
prima costretto a lottare sott’acqua con un feroce caimano
(che lo stordisce con la sua robusta coda proprio quando egli sta per
colpirlo al ventre con un pugnale); poi, risalito
in superficie, deve fronteggiarne altri, e solo il preciso fucile di
ESSE-ESSE lo salva dalle loro fauci.
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Mister
No alle prese con un famelico caimano nelle acque del Rio Negro –
MNO 13, p. 90
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Le
carcasse dei caimani uccisi dai coureiros
del
Pantanal – MNO 156, p. 85
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Caimani affamati
di carne umana compaiono anche in Amazzonia (G. Nolitta
[sog.&scen.] – F. Donatelli [dis.], nn. 2-3), Il torrente
nascosto (C. Nizzi [sog.&scen.] – F.
Civitelli [dis.], nn. 80-84), Il sepolcro indiano (E.
Missaglia [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 108-110),
Serra dos Cobras (A. Capone e G. Nolitta [sog.&scen.]
– D. e S. Di Vitto [dis.], nn. 128-130), L’oro
del fiume (T. Sclavi
[sog.&scen.]-M. Bianchini [dis.], nn. 159-161), L’ora
della violenza (M. Colombo e L. Mignacco [sog.&scen.] –
O. Gramaccioni [dis.], nn. 275-276), L’idolo Maya (M.
Masiero e L. Mignacco [sog.&scen.] – A. Bignamini [dis.], nn.
351-352). Tuttavia, i jacarés non sempre fanno la parte dei
cattivi nelle storie del pilota: in Sfida al Pantanal
(G. Nolitta [sog.&scen.]- D. e S. Di Vitto, nn. 155-159), ad
esempio, essi sono vittime indifese dei cacciatori di
pelli noti come coureiros; un massacro che non lascia
indifferente un amante della natura come MISTER NO.
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Mister No n. 275, aprile 1998. Disegno di Diso |
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Divorando
il tucano narratore, il caimano chiude la serie regolare di Mister No
– MNO 379, p. 98
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La simpatia che Bonelli provava nei confronti di questi
rettili spiega anche perché abbia dato a uno di essi l’onore di
chiudere la serie regolare: nell’ultima
pagina del n. 379, un caimano, sbucato improvvisamente da un fiume
amazzonico, agguanta tra le fauci il TUCANO
narratore e lo divora, rivolgendosi poi ai
lettori:
Ma, come stava per dire quel
simpatico e saporito tucano…questa è un’altra storia! Sob!. Si
tratta di una conclusione
ricca di umorismo macabro - il caimano, dopo aver ingoiato il TUCANO,
sparge la classica lacrima di coccodrillo -, ma al
tempo stesso venata di malinconia: infatti, questo n. 379, oltre a
essere l’ultimo albo regolare di MISTER NO, è pure l’ultimo
albo firmato Guido Nolitta.
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Il caimano nero. |
CALAMARO GIGANTE
Questo
autentico mostro abissale, che può raggiungere i venti metri di
lunghezza ed i cui occhi hanno un diametro di ben trenta centimetri,
compare per la prima volta ne I
ribelli dell’”Escualo” (E.
Missaglia [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], nn. 45-47), in una
scena molto emozionante, collocata all’inizio dell’episodio.
MISTER NO,
che ha dovuto compiere un atterraggio di fortuna su un isolotto al
largo del BRASILE
nord-orientale, si tuffa per raggiungere la scialuppa approntata dal
capitano Vargas,
comandante del cargo Escualo.
Quando il pilota emerge, un calamaro
gigante lo avvinghia con i suoi
tentacoli e cerca di trascinarlo in una grotta sottomarina: sembra
finita per MISTER NO,
che però viene salvato dal coraggioso Vargas,
il quale ferisce il mostro, colpendolo ripetutamente con il suo
pugnale. Un altro famelico esemplare di calamaro
gigante compare in Abissi
(L. Mignacco [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], nn. 220-221), e
aggredisce sempre il nostro MISTER
NO, stavolta nelle profondità del
Mar dei Caraibi. Il pilota, che indossa uno speciale scafandro, si
salva abbagliando il calamaro con il potente faro posto sul casco. E’
invece pacifico (o forse già sazio) il calamaro
gigante che compare in una vignetta
de La crociera dell’incubo
(E. Missaglia [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 53-55). In
questa storia, il pericolo maggiore per i personaggi è rappresentato
piuttosto dagli SQUALI.
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Capitão
Vargas salva Mister No dal mortale abbraccio del calamaro gigante –
MNO 45, p. 88
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La copertina di Mister No n. 221, ottobre 1993 |
Curiosità:
Nell’episodio Abissi,
subito dopo essere scampato all’attacco del calamaro,
MISTER NO,
in contatto radio con uno scienziato, il professor Maurier,
racconta a questi l’episodio accadutogli ne I
ribelli dell’”Escualo”, ma
quando gli dice che l’aggressione è avvenuta in superficie,
Maurier
non gli crede: Impossibile! I grandi
decapodi vivono a profondità medie di mille metri e raramente si
spingono fino a quattrocento! Siete un simpatico bugiardo, Mister
No! Voi piloti d’aviazione raccontate frottole ancor più grosse di
certi pescatori che io conosco! In
effetti, quanto affermato da Maurier
sui calamari giganti
è scientificamente provato, quindi il suo scetticismo è
comprensibile; tuttavia, MISTER NO
ha detto solo la verità, e comunque, seppure inverosimile, la scena
del calamaro,
nella storia di Missaglia, è
davvero efficace e degna della migliore tradizione avventurosa.
Pertanto, bene ha fatto il suddetto autore a inserirla.
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Uno
spiacevole incontro per Mister No negli abissi del Mar dei Caraibi –
MNO 221, p. 60
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Il vero calamaro gigante |
CAMARGO,
CELINA
Donna
affascinante e coraggiosa, Celina
Camargo è un’idealista che, ne La
foresta brucia! (G.
Nolitta [sog.&scen.] – F. Busticchi e L. Paesani/R. Diso/D. e
S. Di Vitto [dis.], nn. 371-373),
difende i diritti dei raccoglitori
di lattice (seringueiros)
del seringal Tabatinga, nello Stato brasiliano dell’Acre. A
minacciare i seringueiros
è la Burgama,
un’azienda tedesca che si occupa di allevamento del bestiame e che
intende disboscare la foresta per trasformarla in pascoli. Celina
- al cui fianco ci sono MISTER NO
ed ESSE-ESSE,
a lei sentimentalmente legato - utilizza contro la Burgama
metodi di resistenza passiva, come
l’empate (in
portoghese: blocco, impedimento): tenendosi per mano, lei
e i seringueiros circondano l’area
destinata al disboscamento, impedendo così agli operai di tagliare
gli alberi.
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Celina
Camargo – MNO 373, p. 43
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Il personaggio di Celina
richiama alla mente il famoso seringueiro e sindacalista brasiliano
Chico Mendes, che fece dell’empate
la sua arma simbolo. Com’è noto,
Mendes pagò con la vita il suo impegno contro la deforestazione:
venne infatti ucciso nel 1988 dal figlio di un potente allevatore
contro cui si era più volte scontrato. Sorte analoga toccherà a
Celina:
dopo che la brutale carica della polizia federale forzerà l’empate,
la donna verrà vigliaccamente assassinata da due sicari della
Burgama,
i quali feriranno anche ESSE-ESSE.
La toccante scena del funerale di Celina,
che vede la commossa partecipazione dei seringueiros e delle loro
famiglie, chiude degnamente uno degli episodi più amari della saga
dell’addio.
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La copertina di Mister No n. 373, giugno 2006 |
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La
morte di Celina e la rabbia di Esse-Esse – MNO 373, p. 93
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CANGACEIROS
I romantici banditi del
SERTÃO. Come scrive Davide Castellazzi, nei redazionali di
Mister No Riedizione If n. 2, esistono spiegazioni
differenti per il nome cangaceiro. Secondo alcuni deriva da cangaço
(“boscaglia”), per altri l’etimo è la parola canga (“giogo”).
Nel secondo caso può significare che i cangaceiros potevano essere
solidali e uniti come i buoi sotto il giogo, oppure riferirsi a
quella pertica, indicata sempre come canga, che, appoggiata su una o
due spalle, serve a trasportare due carichi di peso simile. I
cangaceiros, infatti, erano soliti portare il fucile allo stesso
modo.
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La copertina di Mister No n. 3, agosto 1975 |
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Il
coraggioso ma sfortunato Capitão Corisco – MNO 4, p. 60
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Nemici mortali dei
cangaceiros erano i militari (chiamati spregiativamente
macacos, ossia scimmie) e i coroneis, i
colonnelli, potenti latifondisti che imponevano il loro volere
servendosi di pistoleri prezzolati, gli spietati jagunços.
Sebbene presenti nel SERTÃO fin dal diciottesimo secolo, i
cangaceiros ebbero la loro epopea negli anni Venti e Trenta
del secolo scorso. Fu in quel periodo, infatti, che agì la banda del
leggendario Virgulino Ferreira detto LAMPIÃO. Valoroso
combattente e abile stratega, LAMPIÃO – al cui seguito
combattevano anche diverse donne, tra cui la sua compagna Maria
Bonita – inflisse duri colpi ai coroneis e tenne in scacco
per anni i militari, fino a quando, nel 1938, a causa di un
tradimento, lui e i suoi uomini furono massacrati, in una località
chiamata Angico, da una pattuglia dell’esercito. Due anni dopo, con
l’uccisione di uno dei luogotenenti di LAMPIÃO –
Corisco, detto il Diavolo Biondo - l’era dei cangaceiros
si chiuse definitivamente.
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Mister
No uccide in duello Zé Baiano – MNO 4, p. 78
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Dalla finzione alla realtà |
I banditi del SERTÃO,
con i loro decoratissimi cappelli di cuoio a mezzaluna e il loro inno
Olhe mulher rendeira (Ohè donna che ricama), sono
figure ricorrenti nella serie, anche se, per ovvie ragioni
cronologiche, quelli incontrati da MISTER NO non sono i
cangaceiros storici, bensì giovani ribelli che, ispirandosi
alle gesta di LAMPIÃO (la cui eco, negli anni ’50, doveva
essere ancora viva nel SERTÃO), continuano a combattere lo
strapotere dei grandi proprietari. E’ il caso della banda comandata
da Raimundo Teixeira alias Capitão Corisco,
sfortunato protagonista de L’ultimo cangaceiro (G.
Nolitta [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 3-5). Corisco
è uno studente universitario che ha deciso di imbracciare le armi
per liberare i contadini del SERTÃO dall’oppressione del
colonnello Fonseca, un ricco e spietato latifondista.
L’eroica lotta di Corisco e dei suoi cangaceiros, ai
quali si unisce anche MISTER NO,
avrà però un esito tragico, che riecheggia i fatti di Angico:
tradito da un amico, il possidente Ramos Cordeiro (costretto
all’infame gesto dallo stesso Fonseca, che teneva in
ostaggio la figlia Miranda), Raimundo e tutti i suoi
uomini verranno uccisi dai soldati brasiliani, in combutta con
Fonseca. MISTER NO, unico
sopravvissuto della strage, vendicherà Raimundo, uccidendo
Fonseca e i suoi crudeli scagnozzi. In quest’avventura, tra
le più amate dai lettori e dallo stesso Nolitta, lo sceneggiatore
mostra anche il lato oscuro dei cangaceiros, incarnato dal
feroce Zé Baiano. Costui massacra la famiglia di un fazendeiro
(compresa la figlioletta) e cerca di spodestare Corisco,
accusandolo di vigliaccheria; ma viene ucciso da MISTER
NO in un drammatico duello con i facões (i
coltellacci simili ai machete che rappresentano, assieme al fucile,
la tipica arma dei banditi del SERTÃO).
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I
militari esultano dopo aver massacrato la banda di Corisco – MNO 5,
p. 17
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Oltre che nella succitata
storia, i cangaceiros sono presenti in due belle avventure: Il
re del Sertão (G. Nolitta [sog.&scen.] – R.
Diso [dis.], Speciale n. 3), dove però ricoprono un ruolo
secondario; e Capitan Vendetta (M. Boselli [sog.&scen.]
– F. Civitelli [dis.], Almanacco dell’Avventura 1994), dove
compare, invece, un personaggio assolutamente degno di nota: il
giovane Manoel da Silva alias Capitão Vingança
(Capitan Vendetta, per l’appunto). Con la sua banda, Manoel
occupa la cittadina di Jeromoabo - dove si trovano anche MISTER
NO e la sua cliente, la graziosa attrice di fotoromanzi
Luz Brilhante - e cattura il ricco fazendeiro Felipe
da Silva, che, anni prima, aveva ucciso suo
padre, il cangaceiro Labareda. Manoel intende
giustiziare da Silva, ma questi gli fa una rivelazione
sconvolgente: Labareda è proprio lui. Per denaro, egli aveva
tradito i suoi uomini e simulato la sua morte. Manoel rimane
profondamente turbato nell’apprendere la verità e da Silva
ne approfitta, corrompendo i cangaceiros e convincendoli a
mettersi contro il loro capo. Il malvagio fazendeiro tenta
anche di eliminare personalmente suo figlio, ma questi lo uccide e,
alleandosi con MISTER NO, riesce
a sconfiggere i suoi ex compagni. Nel finale della storia, scopriamo
che Manoel è diventato un attore di fotoromanzi e ha come
partner proprio Luz Brilhante.
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La copertina dell'Almanacco dell'Avventura 1994, dicembre 1993 |
|
Una
sconvolgente rivelazione per Capitão Vingança – Almanacco
dell’Avventura 1994, p. 89
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CARIPUNA
Etnia
dell’AMAZZONIA brasiliana che conta tre significative apparizioni
nella serie. La prima ha luogo ne La
legge della violenza (G. Nolitta
[sog.&scen.] – R. Diso [dis.], nn. 110-113), dove MISTER
NO difende una pacifica tribù di
Caripuna dagli
scagnozzi della compagnia ferroviaria NOVA
MAD MARY.
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Lacopertina di Mister No n. 111, agosto 1984 |
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Awave,
saggio capo dei Caripuna – MNO 111, p. 79
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In questo episodio – che
ha tra i momenti da ricordare la suggestiva scena del funerale di un
giovane indio, vittima dei suddetti scagnozzi - MISTER
NO stringe amicizia con il
capotribù, il saggio Awave,
il quale alla fine si augura di incontrare nuovamente il pilota. Ciò
accade molti anni dopo, nella storia Agguato al
“Victoria” (G. Nolitta [sog.&scen.] – F.
Civitelli/R. Diso [dis.], nn. 369-370): per ripagare l’aiuto
fornitogli da Pamané, giovane guerriero Caripuna,
nell’assalto alla nave VICTORIA, quartier generale del
gangster colombiano Francisco Paco MEDINA, MISTER
NO dona il denaro sottratto al malavitoso ad Awave.
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La copertina di Mister No n. 369, febbraio 2006 |
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Dopo
molti anni, Mister No e i Caripuna si ritrovano – MNO 369, p. 63
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Con questo denaro, il capo dei Caripuna potrà realizzare
quanto propostogli da MISTER NO:
stabilirsi con la sua gente nel Parco dello Xingu, fondato
proprio in quegli anni dai fratelli Villas Boas per proteggere
gli indios dalle violenze dei bianchi. MISTER
NO - che è rimasto colpito dal degrado in cui sono caduti
i Caripuna, ormai simili ai
mendicanti delle bidonville - spera che, trasferendosi nel
suddetto Parco, la tribù recuperi la sua vera identità e le antiche
tradizioni, ritrovando così la fierezza
di un tempo.
Il trasferimento dei
Caripuna nel Parco dello Xingu avviene nel finale de Il
clan dei colombiani (M. Masiero
[sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto, Speciale n. 17), seguito di
Agguato al “Victoria”. In questa storia,
MISTER NO, sfuggito alla vendetta
dei gangster colombiani, viene soccorso dalla tribù di Awave,
anch’essa nel mirino dei malavitosi. Assieme al nipote del
capotribù, il già citato Pamanè, MISTER
NO assalta ancora una volta il VICTORIA,
sconfiggendo definitivamente i colombiani. Il pilota non riesce però
a impedire la morte di Pamanè, che viene vigliaccamente
ucciso dal capo dei gangster, Moreno GALINDEZ.
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Il
valoroso Pamanè, nipote di Awave – MNO Speciale n. 17, p. 137
|
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Una canoa dei Caripuna, in un'incisione di Franz Keller realizzata nel 1874 |
CARSON,
BILL
Assieme
a Bat BARLINGTON e
Larry
TREE,
il texano Bill Carson
compone il terzetto di amici con cui MISTER
NO ha condiviso l’importante
esperienza nell’A.V.G. (American
Volunteer Group), narrata nella
storia Le Tigri Volanti
(L. Mignacco [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn.
145-148).
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la copertina di Mister No n. 146, luglio 1987 |
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Il
“reverendo” Carson vuole benedire in modo insolito Mister No –
MNO 146, p. 35
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Il primo incontro tra Carson
e Jerry Drake
è piuttosto turbolento: in una bettola di San Francisco, Carson,
vestito da prete (la copertura dei piloti dell’A.V.G, che si
fingevano missionari diretti in Estremo Oriente) si beve il whisky di
MISTER NO
e gli dice beffardo: Mi sono fatto
carico dei tuoi peccati. Ma non occorre che tu mi ringrazi, figliolo!
Ne nasce una scazzottata, ma poi i due fanno la pace e Carson,
oltre a rivelare a MISTER NO
la sua vera identità, gli propone di
arruolarsi nelle TIGRI
VOLANTI. Anche in BIRMANIA
il texano si dimostra un tipo esuberante e attaccabrighe: appena
arrivato, con MISTER NO
e Bat,
nella capitale Rangoon, Carson
provoca una rissa con i piloti della R.A.F.; inoltre, alla base di
Kyedow, fa a pugni con Larry TREE,
che ha reagito al suo ennesimo sfottò.
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La copertina di Mister No n. 212, gennaio 1993 |
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Carson
nelle Nuove Tigri Volanti – MNO 212, p. 94
|
Assai più maturo è invece
il Carson
che ritroviamo ne Il ritorno delle
“Tigri” (L. Mignacco [sog.&scen.] – F.
Busticchi e L. Paesani [dis.], nn. 212-213).
Stabilitosi in BIRMANIA dopo
la guerra, Bill si
reca a MANAUS
per convincere l’amico MISTER NO ad
arruolarsi nelle Nuove Tigri Volanti
guidate dal redivivo Bat BARLINGTON.
In questa storia scopriamo che Carson
ha una figlioccia birmana alla quale è molto legato. Terry
Wong, questo il suo nome, è un
personaggio interessante: una ragazza bella e grintosa, capace di
aggiustare e pilotare gli aerei. Disubbidendo al patrigno, Terry
si unisce alla rischiosa missione delle Nuove
Tigri Volanti contro il
generalissimo
Thai,
nel Triangolo d’Oro.
Oltre che coraggiosa, la figlioccia di Carson
sa essere molto seducente, come testimonia la scena in cui, vestita
come una dark lady,
si fa notare da MISTER NO
sul treno partito da Rangoon, e gli fa bollire il sangue con un
bacio. La
mia amicizia per Bill – pensa il
Nostro, dopo aver respinto l’approccio di Terry
- non mi consente di amoreggiare con
la “figlia”…cosa bisogna fare per gli amici!
Anche Carson,
come Bat BARLINGTON
e Larry TREE,
fa la sua ultima apparizione nella serie nel flashback iniziale di
Birmania misteriosa
(L. Mignacco [sog.&scen.] – F.
Busticchi e L. Paesani [dis.], nn. 331-333).
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Terry
Wong, la sensuale figlioccia di Carson – MNO 212, p. 61
|
CASTLE,
AL
Lo
sceneggiatore di Olocausto indio,
il film che in Cinema crudele
(A.Castelli [sog.&scen.] – F.Bignotti [dis.], nn.
69-72) Ira
BURNS intende girare in AMAZZONIA.
Vittima del maccartismo e alcolizzato all’ultimo stadio, Castle
viene continuamente maltrattato dall’arrogante BURNS
ed egli stesso si rende più volte
ridicolo davanti alla troupe e a MISTER
NO. Consapevole del profondo degrado
in cui è precipitato, Castle
decide, una volta concluse le riprese del film, di uscire
definitivamente di scena, ma in una maniera che gli garantisca una
celebrità postuma: infatti, dopo aver ingerito del veleno, tenta di
uccidere l’attrice Susan Stevens
e, prima di spirare, confessa a MISTER
NO (intervenuto per salvare Susan)
di essere l’assassino, o meglio: il giustiziere, di BURNS
e dell’attore Walker.
Forse ci sarà qualcuno
– dice MISTER NO
- che in cuor suo approverà quanto
ha fatto. E Al Castle, sceneggiatore fallito, giustiziere suicida,
tornerà a essere un mito di Hollywood. In
realtà, come scoprirà lo stesso pilota, Castle
ha mentito: non è stato lui a uccidere BURNS
e Walker.
|
Lo
sceneggiatore fallito Al Castle - MNO 69, p. 94
|
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La copertina di Mister No n. 271, aprile 1981 |
Curiosità: Com’è
evidente fin dal nome, Al Castle è l’autoparodia di Alfredo
Castelli, che deve essersi divertito molto nell’ideare questo
personaggio. Nella prima sequenza in cui compare, Castle
elenca a MISTER NO i suoi successi cinematografici, che, come
si legge a p. 66 del Mister No Index Illustrato 1-100 (Paolo
Ferriani Editore, Inverno 2003-2004) sono in realtà opere
fumettistiche di Castelli stesso: Charade è Mister Charade,
creato con Renato Polese per Il Giornalino; Gentlemen of London è
gli Aristocratici realizzato con Fernando Tacconi; Horror è la
rivista ideata da Castelli e Pier Carpi; Boris corrisponde a zio
Boris, una striscia di Castelli e Peroni apparsa su Horror, Il
Corriere dei Ragazzi e Doctor Beruscus.
|
Castle
poco prima di morire – MNO 71, p. 60
|
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Il vero e attuale Castle! |
CHAMBERS,
ALAN
Ex
commilitone di MISTER NO
che fa il ranger nel Rocky Mountain
National Park (Colorado). In Sangue
sulla neve (G. Nolitta
[sog.&scen.] – R. Diso [dis.], nn. 72-74), prima storia in cui
compare, Alan
ospita MISTER NO,
che ha dovuto lasciare NEW YORK
per sfuggire al crudele biker
JACKIE.
I due amici vanno ad Aspen, nota località sciistica del Colorado, e
qui Alan s’invaghisce
della bella Jane Hendrix,
la quale - in combutta con il suo amante Richard
Tidwell, sindaco della città –
uccide il marito, un ricco proprietario terriero, per ereditarne il
patrimonio.
|
La copertina di Mister No n. 73, giugno 1981 |
|
Alan
Chambers nelle grinfie della diabolica Jane Hendrix - MNO 74, p. 27
|
L’ingenuo Alan,
vittima del fascino e delle bugie di Jane,
si accusa dell’omicidio per proteggerla, ma MISTER
NO, scoperto il diabolico piano
della donna, le strapperà con
l’inganno una confessione, ottenendo la liberazione dell’amico.
Alan ritorna in Prigioniero
di guerra (L.
Mignacco [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto [dis.], nn. 225-226),
dove invia una lettera a MISTER NO
per informarlo che intende trascorrere le vacanze proprio a MANAUS.
Il ranger desidera osservare da vicino la fauna amazzonica, in
particolare il GIAGUARO,
animale che in vita sua non ha mai visto. La notizia dell’imminente
arrivo di Alan
dà l’occasione al pilota di rievocare, nel bar di PAULO
ADOLFO, la nascita della loro
amicizia, avvenuta nelle Filippine durante la guerra. Un giorno di
gennaio del 1942, Chambers,
mentre marciava nella giungla di BATAAN
assieme al pilota e ad altri commilitoni della Compagnia C,
era tornato indietro per soccorrere una
scimmietta, ferita da una scheggia di mortaio.
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Alan
con la scimmietta Lola - MNO 225, p. 35
|
Alcuni soldati
giapponesi, però, l’avevano catturato, e solo l’intervento di
MISTER NO
aveva impedito che Alan venisse
ucciso. Il pilota racconta che, due mesi dopo il suddetto episodio,
Chambers
si era sdebitato con lui, uccidendo un giapponese che stava per
colpirlo alle spalle. Nel successivo scontro a fuoco con una
pattuglia nemica, Alan
era rimasto ferito e aveva poi trascorso la convalescenza in
Australia, mentre MISTER NO,
rimasto a BATAAN,
era stato fatto prigioniero dei giapponesi e trasferito in BIRMANIA.
I due amici si sarebbero ritrovati solo nel settembre 1942, a GUADALCANAL.
Nel prosieguo della storia, Alan,
giunto a MANAUS,
racconta a MISTER NO,
sempre nel bar di PAULO ADOLFO,
uno strano episodio riguardante la scimmietta da lui salvata nel
1942, alla quale aveva dato il nome di Lola.
Nel 1945, Chambers
era ritornato nelle ormai pacificate Filippine per riportare la
scimmietta nel suo ambiente naturale, la giungla di BATAAN
appunto. Lola,
racconta Alan,
si gettò di corsa verso la
vegetazione che risuonava dei richiami mattutini di tanti animali.
Giunta a metà della radura, improvvisamente Lola si
fermò…comportandosi come se sentisse un rumore assordante…ma in
quel momento sulla foresta era calato un silenzio di tomba!
Istintivamente guardai l’orologio…il silenzio durò pochi
secondi… poi…il frastuono della foresta riprese, molto più
assordante di prima. Rientrai a Manila, -
prosegue Alan
– chiedendomi il perché dello
strano comportamento degli animali della giungla… …Poi scoprii
che cosa era successo alla stessa ora del mattino di quel 6 agosto
1945, a meno di tremila chilometri da Bataan…Hiroshima!
MISTER NO
liquida il fatto come una coincidenza, ma Alan,
che ha un legame speciale con la natura, la pensa diversamente: Forse
non era una coincidenza… … forse
quel silenzio era l’urlo di dolore della natura ferita per sempre
dalla follia dell’uomo!
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La copertina di Mister No n. 252, maggio 1996 |
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Alan
e Mister No si ritrovano casualmente in Florida - MNO 252, p. 20
|
Ritroviamo
il simpatico ranger in Uragano di fuoco (L.
Mignacco e S. Marzorati [sog.&scen.], D. e S. Di Vitto [dis.], n.
252), una delle storie che compongono la
trasferta statunitense di MISTER NO.
In essa, Alan e il
nostro Jerry Drake
devono fronteggiare, assieme ai piloti della compagnia
antincendio Flying Whales e ai ranger locali, un mostruoso
incendio scoppiato in una foresta della
Florida. Chambers ricompare, infine, in Guadalcanal! (L.
Mignacco [sog.&scen.] – F. Busticchi e L. Paesani
[dis.], nn. 301-303), storia che riprende quanto narrato in
Prigioniero di guerra.
Nell’isola di GUADALCANAL,
Alan
e MISTER NO
si battono valorosamente contro i soldati nipponici, assieme ai
commilitoni Phil MULLIGAN e Steve MALLORY, con i quali
formano un affiatato quartetto. Tra i momenti che vedono Chambers
protagonista, va segnalata la scena dove il futuro ranger, dopo aver
ucciso a mani nude un giapponese, rimane sconvolto da ciò che ha
fatto. Significativo lo scambio di battute tra Alan e il
compagno MALLORY, il quale gli dice: …Noi siamo soldati,
Chambers. Ubbidiamo agli ordini. E
l’ordine è di uccidere, non importa come.
A queste parole Alan
risponde: Certo che ubbidiamo agli
ordini, Mallory… …ma
non per questo devo trasformarmi in una belva assetata di sangue…
Essere costretto a uccidere qualcuno è già una cosa
tremenda…perciò, come lo faccio è importante. E’ molto
importante, soprattutto per me!
|
A
Guadalcanal, Alan e Mister No assistono sconvolti all’harakiri di
un soldato giapponese - MNO 301, p. 89
|
Curiosità:
In Prigioniero di guerra,
l’escursione di Chambers nella
foresta amazzonica con MISTER NO
e una guida indigena, offre a Mignacco
lo spunto per fare una simpatica allusione a Sergio Bonelli. Mentre
nella giungla piove a dirotto, Alan
si lamenta del fatto che gli animali amazzonici giocano
a nascondersi, e MISTER
NO gli dice: Se
speravi di vedere un giaguaro dopo una sola settimana, sei un
illuso!…Pensa che un mio amico, che viene in vacanza in Amazzonia
da oltre vent’anni, non ha mai visto uno di quei gattoni… .
L’amico
cui si riferisce il pilota è per l’appunto Sergio Bonelli, il
quale, nonostante i numerosi viaggi amazzonici, non riuscì mai a
vedere il maestoso felino.
CHICLEROS
I
raccoglitori di chicle,
la resina vegetale che serve per produrre le gomme da masticare. Ne
Il giustiziere di Bonampak
(G. Nolitta [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 148-152), i
chicleros
messicani al servizio della Kentucky
Gum Company,
giunti ormai all’esasperazione perché da mesi non vengono pagati,
scatenano una sanguinosa rivolta che vede coinvolto, suo malgrado,
anche MISTER NO.
|
La copertina di Mister No n. 149, ottobre 1987 |
|
La
furia dei chicleros – MNO 150, p. 7
|
Assieme ai guardiani della
compagnia, tra i quali spicca il cinico Kramer,
il pilota viene inseguito dai chicleros
nella giungla: ne uccide diversi, ma risparmia la vita al loro capo,
Pedro,
dopo che questi, da lui disarmato, lo ha implorato di lasciarlo
andare. Alla fine dell’episodio, Pedro
dimostrerà la sua riconoscenza facendo la guardia al PIPER
di MISTER NO e impedendo così
agli altri chicleros
di distruggerlo. Per meglio difendere l’aereo, Pedro
si trasferisce addirittura al suo interno, ed è divertente lo
sconcerto del pilota quando vede tutte le cose stipate dall’uomo
nel PIPER:
vari cibi in scatola, frutta, bottiglie di tequila, formaggi e
persino una gabbia con dentro due galline.
|
Pedro,
un chiclero riconoscente – MNO 152, p. 45
|
|
I chicleros al lavoro per soddisfare il mercato della chewing-gum |
CIA
Nel corso della serie,
MISTER NO si è scontrato più volte con la CIA (acronimo
di Central Intelligence Agency, l’agenzia di spionaggio per
l’estero degli USA) che l’ha spesso coinvolto, sia in America
Latina che negli STATI UNITI, in torbide vicende: preparazioni
di colpi di Stato, regolamenti di conti interni, omicidi eccellenti,
rapimenti di personaggi scomodi e via dicendo.
|
La copertina di Mister No n. 17, ottobre 1976 |
|
Lo
sfortunato agente Zeta 3 – MNO 17, p. 60
|
Fatta eccezione per la
bella e cinica Delia NORRIS e per l’ancor più cinico HIDEN
– di cui parliamo approfonditamente
nelle rispettive voci -, i più significativi personaggi appartenenti
alla CIA che MISTER NO ha incontrato, sono: lo
sfortunato agente segreto Zeta 3; il buffo quanto
insospettabile Erasmus; gli agenti irregolari Clay Woodward
e Bob. Il primo compare in “Operazione
Poseidon” (Nolitta [sog.&scen.] - Bignotti [dis.], nn.
17-20), una delle poche avventure misternoiane di stampo fantastico.
Giunto a MANAUS per sorvegliare
il colonnello Hassler, uno dei responsabili del progetto
neonazista degli UOMINI CAIMANO, Zeta 3 avvicina MISTER
NO, il quale, assieme all’amico ESSE-ESSE, è stato
ingaggiato proprio da Hassler – che tiene entrambi
all’oscuro dei suoi veri scopi - per una spedizione scientifica
nella giungla. Prima che l’agente segreto riveli al pilota la
natura della sua missione, Hassler lo uccide, servendosi del
pugnale che ha rubato a ESSE-ESSE.
MISTER NO si convince che l’assassino di Zeta 3 sia
proprio l’amico tedesco, fino a quando non sarà lo stesso Hassler
a rivelargli di aver ucciso lui la spia americana. Nella sua pur
breve apparizione, Zeta 3 si segnala per l’interessante
dialogo con MISTER NO, che avviene in una situazione
particolare, ovvero durante un combattimento di galli, seguito con
grande partecipazione dal pilota. Questi ha scommesso sul gallo meno
quotato, che alla fine, però, vincerà l’incontro, facendo
guadagnare al pilota ben trentamila
cruzeiros. Quando l’agente segreto domanda
al Nostro se egli sia un buono o un cattivo americano, MISTER NO
gli risponde, in sostanza, che tale domanda non ha più senso per
lui, dal momento che egli si sente ormai un cittadino del mondo, un
uomo capace di vivere bene in mezzo a gente di ogni razza.
|
Erasmus,
insospettabile uomo della CIA – MNO 105, p. 33
|
Il secondo personaggio
citato, Erasmus, compare ne La casa di Satana
, (T. Sclavi [sog.&scen.] – B. Marraffa [dis.], nn.
104-105) ed è un ometto baffuto che ha la sventura di avere una
moglie petulante e un figlio pestifero. In una spassosa scena,
Erasmus, per fare bella figura con la terribile consorte –
la quale ritiene di essere stata insultata da MISTER NO e
pretende che il marito gli dia una lezione – paga profumatamente il
pilota affinché si lasci colpire, fingendo di
finire k.o. . Nel finale dell’episodio, Erasmus si
rivela essere, con grande sorpresa di MISTER NO (e dei
lettori), il capo degli agenti CIA che braccavano
spietatamente l’esper Francisco CABRAL. La
mancata cattura di quest’ultimo costerà a
Erasmus
il posto e forse addirittura la vita, come lui stesso dice al
pilota.
|
Un
terzetto di carogne: Bob (in piedi), Clay Woodward (seduto) e
l’amante di quest’ultimo, Leon (in piscina) - MNO 245, p. 79
|
|
L'ingresso della sede centrale della CIA, a Langley in Virginia |
Di tutt’altra pasta rispetto a questo simpatico personaggio
sono Clay Woodward e Bob, i due agenti deviati - di
stanza a CUBA - che in Giochi pericolosi (M. Del
Freo [sog.&scen.] – O. Suarez, n. 245)
coinvolgono MISTER NO
(da essi scambiato addirittura per un membro della Legione
dei Non-Vivi, l’organizzazione
segreta di Kenzo ISHIKAWA)
nell’omicidio di un generale del regime di Fulgencio Batista. Alla
fine, il sadico Bob
verrà ucciso dal pilota, mentre Woodward
e il suo giovane amante Leon
(gli unici personaggi omosessuali della saga misternoiana) verranno
eliminati dai sicari della CIA
(comandati da HIDEN),
che non ha approvato l’uccisione del generale cubano.
|
La copertina di Mister No n. 269, ottobre 1997 |
Le lotte
interne all’agenzia spionistica americana sono anche uno dei temi
principali della storia che chiude la trasferta statunitense di
MISTER NO:
Agli ordini della
CIA (M.
Masiero e S. Marzorati [sog.&scen.] – F. Valdambrini/R. Diso/O.
Suarez [dis.], nn. 268-273). In questo lungo e intricatissimo
episodio - che vede il pilota agire, sotto ricatto, al servizio di
una sezione deviata dei servizi segreti, comandata dal subdolo mister
Candyman
- emerge ancora una volta il mostruoso cinismo della CIA,
i cui metodi – tanto quelli degli agenti deviati che quelli dei
regolari - non si distinguono affatto dai metodi della criminalità.
|
Resa
dei conti tra CIA regolare e CIA deviata – MNO 272, p. 73
|
CLARA e ISABELA
Due avvenenti ragazze di
MANAUS, molto amiche di MISTER
NO e ESSE-ESSE,
i quali - non viene mostrato in modo esplicito ma lo si intuisce con
facilità - vanno abitualmente a letto con loro. Assidue
frequentatrici del bar di PAULO ADOLFO, Clara e
Isabela fanno la loro prima apparizione nell’episodio Arriva
Esse-Esse (L. Mignacco [sog.&scen.] – M. Bianchini
[dis.], nn. 193-196), e da lì in poi compaiono frequentemente, senza
però ricoprire mai un ruolo di primo piano.
|
Clara
e Isabela, da Manaus, parlano al telefono con Mister No, in Egitto –
MNO 193, p. 76
|
|
La copertina di Mister No n. 241, giugno 1995 |
Ad ogni modo, le storie
in cui la presenza delle due rimane più impressa sono: Vento
rosso (L. Mignacco [sog.&scen.] – R. Diso
[dis.], n. 241); Manaus! (L. Mignacco [sog.&scen.]
– D. e S. Di Vitto [dis.], nn. 273-274); Caccia spietata
(L. Mignacco [sog.&scen.] – O. Suarez [dis.], n. 309). Nella
prima, Clara e Isabela, al pari di altri amici del pilota,
vengono prese di mira dai crudeli killer del giapponese Kenzo
ISHIKAWA. Clara rischia di venire stuprata, nella sua
stessa casa e davanti agli occhi dell’amica Isabela, da uno
dei sicari dello spietato Tsuhiro UZO (braccio destro di
ISHIKAWA), il grasso e viscido Wanaburo. MISTER NO
però interviene in tempo e, dopo una dura lotta, uccide Wanaburo,
facendolo precipitare dalla finestra. In Manaus!,
l’avvenenza delle due ragazze attira l’arrogante Maurilio
Gonçalvez Marquão, figlio di un ricco fazendeiro
dell’AMAZZONIA. Marquão, entrato con i suoi
guardaspalle nel bar di PAULO ADOLFO,
nota Clara e Isabela (che siedono a un tavolo con ESSE-ESSE)
e cerca di comprarle. Scazzottato da ESSE-ESSE, il
tracotante figlio di papà sfida questi a un duello con i
pugnali, ma viene poi misteriosamente ucciso, e del delitto è
accusato il tedesco. Nel prosieguo della
storia, la povera Clara verrà ferita dagli scagnozzi di
Marquão senior, il quale, però,
si dimostrerà poi un uomo d’onore, tenendo a freno i suoi uomini e
permettendo a MISTER NO
di indagare sull’omicidio del figlio Maurilio.
Il pilota riuscirà a scoprire il vero assassino: Garcia,
soprastante e figlio illegittimo del fazendeiro.
|
Le
due amiche alla mercè del killer giapponese Wanaburo – MNO 241, p.
82
|
|
Clara
e Isabela danno un caldo bentornato a Mister No – MNO 274, p. 12
|
Nella terza storia
sopracitata, un vendicativo guerriero YANOAMA, che ha tentato
invano di uccidere MISTER NO, rapisce Clara e Isabela
per spingere il pilota ad affrontarlo in un duello nella giungla. Per
salvare le ragazze, MISTER NO
raccoglie la sfida, e, avuta la meglio sul suo avversario, ritorna a
MANAUS con
le sue amiche. L’ultimo episodio in cui Clara e
Isabela compaiono è Il tesoro di Saint-Exupéry
(L. Mignacco [sog.&scen.] – M. Bianchini e M. Santucci [dis.] ,
nn. 360-361), dove le due garotas prendono una decisione
importante: lasciano MANAUS per cercare fortuna altrove. Nel
finale della storia, Clara e Isabela, in partenza per RIO
DE JANEIRO, ricevono, all’aeroporto della città amazzonica,
l’affettuoso abbraccio di MISTER NO
e ESSE-ESSE, e il saluto del sergente OLIVEIRA (che le
chiama per nome e cognome: Clara Costa e Isabela Izecson)
e degli amici più cari, tra i quali un commosso PAULO ADOLFO.
|
Mister No n. 361, giugno 2005. Disegno di Diso. |
|
Le
due garotas
in
partenza per Rio de Janeiro – MNO 361, p. 90
|
COEN & BROTHER
Buongiorno, signori…
in cosa posso esservi utile? L’esperienza pluriennale della nostra
azienda è a vostra totale disposizione! E’ con queste parole
che inizia la saga di MISTER NO: a pronunciarle, nel
primissimo episodio - per la precisione, nella prima tavola del n. 1
-, è un simpatico signore con i baffi e gli occhiali, proprietario
di un’agenzia turistica di NEW YORK: la
Coen & Brother. Il
signor Coen elenca diverse località turistiche ai suoi
clienti, ma quando questi gli chiedono di consigliare loro un posto
lontano dalla civiltà, egli non ha dubbi e indica sulla cartina
l’AMAZZONIA, e precisamente MANAUS, aggiungendo poi:
Pensate che mesi fa ci ho mandato un mio amico, reduce dalla
guerra…un tipo tanto scorbutico, incontentabile e rognoso da
essersi meritato il soprannome di “Mister No”. […] E’
ormai trascorso quasi un anno dal giorno della sua partenza, e volete
vedere cosa ho ricevuto l’altroieri? Il suo telegramma …eccolo
qui…dice: “Tuo consiglio ottimo…tutto okay…grazie.”.
|
Il
signor Coen di New York: il primo personaggio a comparire nella saga
misternoiana – MNO 1, p. 5
|
|
La copertina di Mister No n. 1, giugno 1975 |
Il gustoso prologo fu
ideato da Sergio Bonelli poco prima che il personaggio esordisse in
edicola. Infatti, la storia in questione, disegnata da Gallieno
Ferri, avrebbe dovuto essere, in origine, il secondo episodio della
collana, dopo Amazzonia, disegnata da Franco Donatelli.
All’ultimo momento, però, Bonelli decise d’invertire l’ordine
di pubblicazione delle due storie, e a quella di Ferri (intitolata
semplicemente Mister No) antepose il suddetto prologo:
un modo senz’altro originale per presentare ai lettori il
protagonista della serie. Il signor Coen è stato ripreso,
molti anni dopo e sempre all’interno di un
prologo, da Luigi Mignacco in Vento rosso (R.
Diso [dis.], n. 241), e la ragione non è casuale, dato che la
succitata storia – che cade nel ventennale di MISTER NO -
rappresenta un nuovo inizio per il personaggio. Stavolta, però, il
simpatico agente turistico – che, guarda caso, festeggia anch’egli
i vent’anni di attività - sconsiglia ai suoi clienti l’AMAZZONIA,
perché nel telegramma inviatogli da MISTER NO, questi dice
di aver trovato nella regione brasiliana
una montagna di guai.
|
Coen
festeggia il ventennale della sua agenzia turistica – MNO 241, p. 5
|
Coen compare anche in Uccidete
Esse-Esse! (L. Mignacco [sog.&scen.] – D. e S.
Di Vitto [dis.], n. 260) e L’ultima frontiera (M.
Masiero [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto [dis.], n. 295); ma
molto più significative sono le sue apparizioni nella saga
dell’addio, precisamente nel prologo di Qualcosa è
cambiato (G. Nolitta [sog.&scen.]- D. e S. Di Vitto
[dis.], nn. 364-366) e nel finale di Una
nuova vita (G. Nolitta [sog.&scen.] – D. e S. Di
Vitto/R. Diso [dis.], n. 379), ultima storia della serie regolare.
Nel suddetto prologo, collocato nel dicembre 1969, Coen spiega
a un cliente che MANAUS è cambiata in peggio rispetto a
com’era vent’anni prima, quando ci aveva mandato MISTER NO,
del quale, aggiunge, non ha saputo più nulla (e qui Nolitta non
ricordava l’apparizione di Coen in Vento rosso,
o forse non ha voluto tenerne conto, riallacciandosi direttamente al
primo episodio). Nel divertente epilogo di Una nuova vita,
Coen legge ad alcuni suoi clienti
– precisamente quattro persone: due signori e due signore - la
lettera che MISTER NO gli ha spedito dopo essersi trasferito a
RURRENABAQUE.
|
Coen
apre la saga
dell’addio
– MNO 364, p. 5
|
|
La copertina di Mister No n. 379, dicembre 2006 |
Le parole con cui il
pilota descrive la sua nuova piccola Manaus suscitano
l’apprezzamento dei suddetti clienti,
i quali
definiscono
MISTER NO (ma essi non sanno ancora che si chiama così)
un tipo in gamba, un uomo che sa cosa scegliere
nella vita, un simpatico giramondo, addirittura un poeta.
I quattro, però, rimangono spiazzati quando Coen legge la
parte finale della lettera: Non ti voglio dire dove si trova
questo posto, - scrive MISTER NO - perché tu me lo
rovineresti in quattro e quattr’otto mandandoci i tuoi banali
turisti! Grazie ancora per il tuo consiglio di tanti anni fa.
La reazione dei banali turisti è immediata: da poeta
che era, il pilota diventa un villanzone, un mezzo matto,
uno spiritosone da quattro soldi. Voi non siete
d’accordo, signor Coen? gli domanda uno dei clienti, e l’agente
turistico risponde: Beh…io….io non saprei… In effetti, lui,
certamente, un po’ matto deve esserlo… ….ed è sicuramente
anche piuttosto burlone …ed
è anche un po’…un po’…un po’…come dire? Non so…non mi
viene la parola, lui è… …insomma, lui è diverso
da voi, diverso da me, diverso dagli altri esseri umani. Eh!
Eh! Eh! Mica per niente lo chiamano Mister No!
All’udire il bizzarro soprannome del Nostro,
i quattro rimangono basiti e rincarano la dose: Mister
come?; Mister No?!?; Mister No? E cosa
vuol dire?; Puah? Proprio un soprannome da mezzo matto!.
|
Coen
legge ai suoi clienti la lettera che Mister No gli ha spedito da
Rurrenabaque – MNO 379, p. 92
|
COLLINS,
JIMMY
Colono
inglese del Kenya, ex compagno di prigionia di MISTER NO.
Compare in due storie: Mau-Mau
(G. Nolitta [sog.&scen.] – F. Bignotti e D. e S. Di Vitto
[dis.], nn. 180-184) e Prigioniero
di guerra (L.
Mignacco [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto [dis.], nn. 225-226).
|
La copertina di Mister No n. 182, luglio 1990 |
Nella prima, la più lunga avventura della trasferta africana, MISTER
NO giunge in Kenya proprio per far visita
all’amico Collins,
ma questi è una persona molto diversa da quella che il Nostro aveva
conosciuto in BIRMANIA,
in un campo di concentramento giapponese. Collins,
infatti, si rivela essere un razzista fanatico e sanguinario che,
alla testa di alcuni guerrieri MASAI,
conduce una spietata guerra personale contro i ribelli di etnia
Kikuyu, i cosiddetti MAU MAU.
E’ così efficiente nell’uccidere questi ultimi da essersi
meritato un curioso nomignolo: Kappa-Kappa,
ovvero Kikuyu Killer.
Il suo odio contro i MAU MAU,
che gli rapiscono il figlioletto Tommy,
tocca il culmine nel convulso finale della storia: dopo che MISTER
NO è riuscito a liberare Tommy,
Collins,
assieme ai suoi uomini, spara sui ribelli, ormai arresisi, e sulle
loro famiglie, bambini compresi. Di fronte a questo vile massacro,
MISTER NO
si ribella e si avventa contro Collins,
riempiendolo di botte, ma viene fermato dai compagni
di Kappa-Kappa,
che lo ucciderebbero se non fosse per Tommy,
che implora loro di fermarsi, e per lo stesso Collins.
|
Jimmy Collins è
ansioso di sterminare gli odiati Mau-Mau – MNO 182, p. 23
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In
Prigioniero di guerra
viene narrata la nascita dell’amicizia tra MISTER
NO e Collins,
che all’epoca – 1942 - era un idealista, tanto da essersi
arruolato, contro la volontà di suo padre, per costruire un mondo
diverso, un mondo libero. La terribile esperienza vissuta in BIRMANIA lo cambia profondamente, rendendolo cinico (In
guerra, quello che conta è sopravvivere…
anche a costo di passare sopra ai
cadaveri degli amici, dice Collins
al pilota nel finale dell’episodio) e trasformandolo, anni dopo,
nel feroce Kappa-Kappa.
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Fine di un’amicizia
– MNO 184, p. 48
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Mister No n. 226, marzo 1994. Disegno di Diso. |
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Collins ai tempi
della prigionia in Birmania – MNO 225, p. 23
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COLOMBIA
All’infuori
del BRASILE,
la Colombia è,
assieme al VENEZUELA,
il Paese sudamericano più frequentato da MISTER
NO, il quale ne conosce bene sia la
giungla che le montagne e le città, in particolare Leticia, Medellín
e la capitale Bogotá. Quest’ultima è poco amata dal Nostro,
soprattutto a causa del clima freddo e dell’alta piovosità,
superiore persino a quella
dell’umidissima MANAUS.
La prima storia colombiana di MISTER
NO è ambientata proprio a Bogotá e
s’intitola El Loco
(A. Castelli [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 30-31).
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A Mister No il clima
di Bogotá
non piace per niente – MNO 31, p. 92
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La periferia di Bogotá |
Vi
compaiono due interessanti personaggi: il sanguinario Bandolero
che dà il titolo all’avventura (vedi EL LOCO) e Beatriz
Cifuentes, una bella ed emancipata
ragazza di cui MISTER NO
s’innamora. Alla fine della storia, il pilota chiede a Beatriz
di sposarlo, ma lei rifiuta perché non vuole rinunciare alla sua
indipendenza. Con il cuore spezzato, MISTER
NO vorrebbe addirittura suicidarsi,
schiantandosi con il suo PIPER
contro le rocce delle cascate di Tequendama, ma poi, all’ultimo
momento, ci ripensa: Ah! Ah!
Ma no… ma no,
Beatriz… era soltanto uno scherzo…
posso fare a meno di te, sai? Anche se sei tanto bella….
|
La copertina di Mister No n. 31, dicembre 1977 |
Quest’avventura non è sicuramente un capolavoro, ma si fa
ricordare, oltre che per la presenza di Beatriz,
per l’abilità con cui Castelli affronta il tema della dittatura,
denunciando le collusioni tra il regime colombiano e feroci criminali
come i Bandoleros
capeggiati da EL LOCO,
e trasmettendo al lettore il clima di paura e di oppressione in cui
vive la gente comune. Significativa, in questo senso, la scena in cui
MISTER NO,
dopo aver cantato le prime strofe di Mi
cafetal (un allegro brano del
compositore Crescencio Salsedo), viene
aggredito dal fratello di Beatriz
e da alcuni amici di quest’ultimo, i quali lo accusano di essere un
provocatore. Come Beatriz spiega al pilota, quella
canzone […] racconta la storia di un vagabondo a cui non
interessano il potere e la ricchezza…gli
basta solo avere il suo piccolo cafetal, cioè
la coltivazione di caffè con cui vivere…
Ebbene, non è gradita dalle autorità
colombiane. Ritengono poco
serio che un uomo non abbia ambizioni! […] Cantare in pubblico “Mi
cafetal” significa tirarsi addosso Pajaros (la
brutale milizia paramilitare del regime, nda)
e, soprattutto, Bandoleros…
|
La
bella Beatriz non vuole legarsi a Mister No – MNO 31, p. 60
|
Tra le altre storie
colombiane di MISTER NO (una dozzina circa), spiccano titoli
come: Il dio giaguaro (G. Nolitta [sog.&scen.] - F. Bignotti
[dis.], nn. 34-35), avvincente thriller che si svolge nei pressi del
suggestivo sito archeologico di San Augustín (vedi DIO GIAGUARO);
Eldorado (A. Castelli [sog.&scen.] – V. Monti
[dis.], nn. 47-49), episodio di stampo
fantastico ambientato sulle ANDE (vedi ELDORADO);
Trappola mortale (A. Castelli [sog.&scen.] – F.
Bignotti [dis.], nn. 49-51), forse la più bella storia colombiana
del pilota (vedi O BISPO e Delia NORRIS). A questo
terzetto nolittiano-castelliano possiamo aggiungere altre due storie:
Il clandestino
(A. Ongaro [sog.&scen.] – C. Roi/R. Della Monica/L. Chiuppi,
nn. 164-166), complessa avventura che mescola topoi
avventurosi (il tesoro nascosto) con elementi tipici del romanzo
d’appendice (l’agnizione); e L’attentato
(S. Marzorati [sog.&scen.] – P. Bisi [dis.], nn. 324-325),
storia dal ritmo incalzante che vede MISTER NO alle prese con
feroci narcotrafficanti e militari e politici corrotti. Degni di
menzione, in quest’avventura, i due alleati del pilota: il duro
Jorge e la bella e coraggiosa Helena.
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Le sculture di San Augustin come appaiono nella realtà |
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Il
professor Bishop tra le imponenti sculture di San Augustín – MNO
34, p. 61
|
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La copertina di Mister No n. 324, maggio 2002 |
Bisogna ricordare infine
che la Colombia è il Paese da cui provengono i gangster
affrontati da MISTER NO nella saga dell’addio e nello
Speciale n. 17, intitolato per l’appunto Il clan dei
colombiani (M. Masiero [sog.&scen.] - D. e S. Di Vitto
[dis.], Speciale n. 17). A due di essi abbiamo dedicato altrettante
voci: Moreno GALINDEZ e Francisco Paco MEDINA.
|
Helena
e Jorge – MNO 324, p. 33
|
COLUMBUS, JOHNNY
Principale avversario di
MISTER NO in Atlantico! (G. Nolitta
[sog.&scen.] – R. Diso [dis.], nn. 24-26), Columbus è
il presidente dell’Atlantic Company, una potente compagnia
internazionale che, per assicurarsi il monopolio della pesca nella
zona di Fortaleza e Pecém, impedisce in
ogni modo ai JANGADEIROS di pescare. Come rivela
telefonicamente a MISTER NO l’amico detective Phil
MULLIGAN, Johnny Columbus si chiama in realtà
Johnny Mannino ed è un ex sicario della MAFIA italoamericana, la
quale lo ha mandato in BRASILE in avanscoperta. Deciso ad
aiutare i suoi amici JANGADEIROS, MISTER NO dà inizio
a una sorta di guerra personale contro Dandy John
(così è soprannominato Columbus), incendiando
un’imbarcazione e rubando uno dei camion dell’Atlantic. Lo
scopo che si prefigge MISTER NO
è provocare Columbus
fino a suscitare in lui una reazione violenta che ne motivi
l’arresto.
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La copertina di Mister No n. 25, giugno 1977 |
Da parte sua, Columbus cerca prima di
eliminare MISTER NO assoldando dei killer (e uno di essi,
l’esperto di arti marziali Chino, per poco non vi riesce);
poi, visti gli scarsi risultati, tenta di corrompere il pilota, ma
invano. Dopo che MISTER NO gli sabota l’aereo personale,
l’esasperato Columbus decide di
eliminarlo personalmente: così facendo, cade nella trappola che il
pilota gli ha preparato, in una capanna sulla spiaggia, assieme al
capitano Moura, capo della polizia di Fortaleza. Vistosi
ormai perduto, Columbus
fugge, ma viene inseguito da MISTER
NO e infine ucciso da Moura.
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Mister No n. 26, luglio 1977. Disegno di Ferri. |
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Columbus
fuori dai gangheri dopo l’ennesimo scherzetto di Mister No – MNO
26, p. 10
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La
morte di Columbus – MNO 26, p. 89
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CONGO
VEVÉ
Sebbene
compaia solo nella parte finale di Magia
nera (G. Nolitta
[sog.&scen.] – R. Diso [dis.], Speciale n. 1),
Congo Vevé
è uno di quei personaggi che lasciano il segno. Questo nero dal
fisico possente è un babalão,
ossia un sacerdote della quimbanda,
la magia nera brasiliana: in quanto tale, viene sfidato dal professor
Albert Polansky,
fanatico razionalista e smascheratore di medium e maghi, a mostrare i
suoi poteri, facendo risorgere un morto.
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La copertina di Mister No Speciale n. 1, luglio 1986 |
Se ci riuscirà, Congo
intascherà il premio di cinquemila dollari messo in palio da
Polansky;
in caso contrario, quest’ultimo lo ridicolizzerà, rivelando il suo
fallimento ai giornali di tutto il mondo. La sfida ha luogo di notte
in un cimitero alla periferia di BAHIA:
Congo Vevé
- dopo aver sacrificato a un’importante divinità della quimbanda,
Exù das sete caveiras
(Exù dai sette teschi),
un gatto nero – richiama alla vita il cadavere di un uomo morto da
tre giorni e gli ordina di uccidere Polansky.
Questi, cocciutamente convinto che si tratti di un caso di morte
apparente, scarica sullo zombi l’intero caricatore del suo
revolver, ma non riesce a fermarlo e viene strangolato dal mostro. Il
tutto accade davanti agli occhi di un impotente MISTER
NO, che era intervenuto per salvare
Polansky
ma era stato immobilizzato dagli sgherri del babalão
e legato alla croce di una lapide. Congo
Vevé ordina allo zombi di uccidere
anche il pilota, ma il tassista GETULIO,
cognato del babalão
e grande amico di MISTER NO,
interviene e riesce a convincere Congo
a risparmiare il Nostro.
|
Congo
Vevé – MNO Speciale n. 1, p. 102
|
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Il
professor Polansky non crede ai suoi occhi: Congo Vevé è riuscito a
far risorgere un morto – MNO Speciale n. 1
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Curiosità:
Il morto fatto risorgere da Congo
Vevé è ispirato a Carrefour,
il morto vivente di Ho camminato con
uno zombi (Jacques Tourneur, 1943),
film molto amato da Sergio Bonelli. L’omaggio dello sceneggiatore
al capolavoro di Tourneur, ambientato ad HAITI,
è reso evidente anche dal fatto che la figura dello zombi non
appartiene alla quimbanda
né agli altri culti afrobrasiliani, ma è una peculiarità del vudu
haitiano. Del resto, il nome stesso del babalão
contiene un chiaro riferimento alla
religione vuduista: i vevé,
infatti, sono disegni simbolici che rappresentano i loa,
le divinità del vudu.
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Il
babalão
ordina
allo zombi di lasciare Mister No – MNO Speciale n. 1, p. 122
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CONNELY, colonnello
WILLIAM
Valoroso reduce della
SECONDA GUERRA MONDIALE che ne I mercenari
(A. Castelli [sog.&scen.] - F. Civitelli [dis.], nn. 65-67) viene
ingaggiato da un funzionario del governo dell’Ecuador, Vasquez,
affinché organizzi un commando per liberare il petroliere Juan
Jaramillo. Questi è stato rapito per impedire la
nazionalizzazione del petrolio ecuadoregno ed è tenuto prigioniero
in un bunker che si trova nella zona del canale di Panama. Connely,
che all’esperienza maturata in guerra ha aggiunto l’addestramento
nel corpo speciale dei Diavoli Azzurri, ingaggia vari
mercenari e, per pilotare l’aereo che deve trasportare lui e i suoi
uomini a Panama, prende contatto con MISTER NO, che ha
combattuto nel Pacifico sotto il suo comando.
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La copertina di Mister No n. 65, ottobre 1980 |
Per convincere il
pilota a partecipare alla missione, Connely gli mente,
dicendogli che Jaramillo è un filosofo pacifista. MISTER
NO accetta, e non ritorna sulla sua decisione nemmeno quando,
durante l’addestramento, Connely si lascia scappare la
verità. Il commando riesce a liberare il petroliere, ma quando il
governo dell’Ecuador, che nel frattempo ha preso accordi con gli
americani per cedere loro lo sfruttamento del petrolio nazionale,
ordina l’uccisione dell’ormai scomodo Jaramillo, Connely
e buona parte dei mercenari si oppongono. L’infido Vasquez
scatena contro di essi le forze armate panamensi, che uccidono il
petroliere e i membri del commando. Gli unici a salvarsi sono Connely
e MISTER NO, i quali, consegnando alla stampa un memoriale di
Jaramillo, fanno scoppiare uno scandalo. Vasquez è
costretto a lasciare la politica e si ritira ad Acapulco, in una
villa superprotetta. Per vendicarsi di lui, Connely e MISTER
NO preparano un piano minuzioso, ma alla fine sarà il solo
Connely a penetrare nella villa di Vasquez e ad
uccidere quest’ultimo, trovando poi la morte nella fuga.
|
Il
colonnello Connely – MNO 65, p. 83
|
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Connely
in azione con i suoi mercenari – MNO 66, p. 31
|
Castelli ha
caratterizzato in maniera eccellente Connely, facendone un
personaggio davvero indimenticabile. All’inizio, il colonnello
sembra il classico militarista, quindi una figura antitetica a MISTER
NO; ma nel corso della storia si rivela un idealista anche lui
(La guerra si combatte per degli ideali! urla infatti al
cinico Vasquez) e il tradimento del governo ecuadoregno lo
ferisce profondamente, facendo crollare le sue certezze. Emblematiche
le parole che pronuncia pensando ai mercenari morti: Li hanno
uccisi. E hanno ucciso anche me, in un certo senso. Hanno distrutto
l’unica cosa in cui credevo! Ammirevole in Connely
è anche la scelta di salvare l’amico MISTER NO, da lui
stordito a suon di pugni davanti alla villa di Vasquez per non
coinvolgerlo nell’omicidio: Questa missione di vendetta è una
missione suicida, ragazzo. E anche se riuscissimo a sopravvivere, non
avremmo più pace… saremmo braccati senza pietà […] Per me ormai
è finita, ragazzo. Ma tu hai ancora una vita di fronte a te. E non
voglio che te la giochi così… addio per sempre, vecchio compagno
d’armi…
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Connely
furioso per il voltafaccia di Vasquez – MNO 66, p. 53
|
Se l’ultimo saluto di
Connely a MISTER NO rimane impresso, tanto è
commovente, la scena della sua morte è altrettanto degna di memoria:
aggredito dai dobermann e colpito più volte dalle guardie della
villa, Connely viene infine fatto a pezzi da una mina
anti-uomo. Una morte eroica, da vero guerriero. Rivediamo Connely
in un brevissimo flashback nel finale de Le Tigri Volanti,
dove MISTER NO rievoca il suo primo incontro con l’ufficiale,
avvenuto nelle Filippine nel 1941.
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La copertina di Mister No n. 67, dicembre 1980 |
|
Il classico Nick Fury di Jim Steranko, fonte di ispirazione per Connely (e per la cover di Ferri del n. 67). |
Curiosità: Sono
due i personaggi ai quali Castelli si è probabilmente ispirato per
la figura di Connely: l’eroe Nick Fury, creato nel 1963 da
Stan Lee e Jack Kirby per la Casa editrice Marvel (anche Fury, come
Connely, ha combattuto nella SECONDA GUERRA MONDIALE,
porta una benda sull’occhio sinistro, fuma il
sigaro e ha le tempie imbiancate); il colonnello Allen
Faulkner interpretato da Richard Burton nel film I quattro
dell’Oca Selvaggia (Andrew V. McLaglen, 1978), la cui trama è,
con ogni evidenza, servita da modello allo sceneggiatore.
|
La morte di Connely
– MNO 67, p. 95
|
CORDEIRO, MIRANDA
Brunetta brasiliana dal
prorompente sex appeal, Miranda è la figlia del
possidente Ramos Cordeiro. Compare per la prima volta
ne L’ultimo cangaceiro (G. Nolitta
[sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 3-5), dove aiuta MISTER
NO a compiere la sua vendetta, accompagnandolo nella fazenda
del colonnello Fonseca, che essa conosce bene perché vi è
stata tenuta prigioniera. Memorabile il dialogo tra la ragazza e
MISTER NO mentre si recano, a bordo di una jeep, alla suddetta
fazenda: da esso emerge come, sotto la
scorza di cinismo, il pilota sia in realtà, per usare le
parole di Miranda, un sentimentalista… un autentico
idealista.
|
La copertina di Mister No n. 5, ottobre 1975 |
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Mister No n. 118, marzo 1985. Disegno di Diso. |
|
Miranda Cordeiro –
MNO 5, p. 87
|
In questa prima apparizione di Miranda ci sono
altri due momenti degni di menzione: la scena in cui, ballando
sensualmente, la ragazza distrae un soldato di guardia alla fazenda,
consentendo a MISTER NO di tramortirlo e di prendergli i
vestiti per passare inosservato; i due appassionati baci che Miranda
e il pilota si scambiano prima della partenza del secondo. La bella
brunetta del SERTÃO ritorna ne Il profeta
(G. Nolitta [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn.
116-119), storia che si fa ricordare per il
tono cupo e l’elevato tasso di violenza. A partire da questo
episodio, Miranda rivela un aspetto negativo della sua
personalità: un’immaturità emotiva che la spinge a legarsi
sentimentalmente agli uomini sbagliati, mettendosi a causa loro nei
guai e coinvolgendo in essi il povero MISTER NO.
|
Mister No e Miranda
si scambiano un appassionato bacio – MNO 5, p. 92
|
|
Miranda subisce
l’aggressione sessuale del Beato Geraldo – MNO 118, p. 83
|
Ne Il
profeta, il fidanzato di Miranda è il crudele Ricardo
Dantas, capo di una banda di sanguinari ribelli e consigliere di
Geraldo Ribeiro alias Beato Geraldo.
Quest’ultimo è un astuto imbroglione che gli abitanti di NOVA
CANUDOS, un
villaggio che sorge in pieno SERTÃO,
venerano come un santo. Per Miranda e MISTER NO, che
accompagna a NOVA CANUDOS il giornalista Adelio Ramos
(il quale, in verità, è un trafficante
d’armi), il luogo si rivelerà un
autentico inferno. Tenuta prigioniera in una casa di NOVA CANUDOS
su ordine di Dantas, Miranda subirà un
tentativo di stupro da parte del Beato Geraldo e sarà
costretta a ucciderlo. I terribili giorni trascorsi nel suddetto
villaggio traumatizzano Miranda, che non riesce a ritrovare il
sorriso nemmeno quando, nel finale dell’episodio, trascorre una
vacanza con MISTER NO sulla famosa spiaggia bahiana di
Itapoan. Ne Il re del
Sertão (G. Nolitta [sog.&scen.] –
R. Diso [dis.], Speciale 3), il nuovo fidanzato di Miranda
è Helio, un ladruncolo che ruba la testa mummificata di
LAMPIÃO dal Museo del Crimine di BAHIA.
|
Miranda e il suo
ragazzo Helio incastrano Mister No – MNO Speciale n. 3, p. 18
|
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La copertina di Mister No n. 287, aprile 1999 |
Helio
uccide due guardiani del museo, per poi essere a sua volta ucciso da
chi gli ha commissionato il furto. Miranda - che ha
cinicamente usato MISTER NO, facendo leva sul debole che
questi nutre per lei - viene arrestata, e il pilota rischierà più
volte la vita, nel corso della storia, per recuperare il macabro
trofeo e farla uscire di prigione. Ne I ribelli del
Sertão (L. Mignacco [sog.&scen.] – O.
Suarez [dis.], nn. 286-287), ultima storia in cui Miranda
compare, MISTER NO ritrova la sua amica sposata con
il ricco e influente fazendeiro Lincoln Terreiro da Sousa.
Questi sembra inizialmente molto legato a Miranda, ma in
realtà non lo è: infatti, quando sua moglie viene rapita dai
ribelli di Zumbí, il fazendeiro approva l’attacco dei
militari al villaggio dei fuorilegge nonostante ci sia il pericolo
che Miranda muoia sotto le bombe. Non solo, ma il cinico
Lincoln non fa sospendere l’attacco nemmeno dopo che
Miranda, liberata da MISTER NO e dai suoi amici
capoeiristas di BAHIA, glielo chiede, rendendosi in
questo modo colpevole della morte di donne e bambini. L’elicottero
che trasporta Lincoln e il comandante dell’operazione, il
colonnello Malagra, verrà colpito dal proiettile di un
bazooka, manovrato dal capo dei ribelli, e Miranda si
ritroverà vedova. Alla fine della storia, dimostrandosi finalmente
matura, Miranda dice a MISTER NO di essere pronta a
denunciare in tribunale il massacro compiuto dai militari con la
complicità del suo defunto marito. Tuttavia, quella ne I
ribelli del Sertão è, tra le
apparizioni di Miranda, la meno incisiva, a causa anche della
poco esaltante caratterizzazione grafica conferita al personaggio dal
pur bravo Orestes Suarez.
|
Miranda con il
marito Lincoln Terreiro da Sousa – MNO 286, p. 80
|
CUBA
Nella
splendida isola caraibica sono ambientate l’incipit
e la parte conclusiva di Allarme
a bordo (A. Castelli
[sog.&scen.] – V. Muzzi [dis.], nn. 113-115), e le storie
Casablanca Café
(L. Mignacco [sog.&scen.] – F. Valdambrini [dis.], nn. 219-220)
e Giochi pericolosi
(M. Del Freo [sog.&scen.] – O.
Suarez, n. 245). In Allarme a
bordo, Cuba
è la destinazione finale della nave da crociera Merci
Dieu, sulla quale MISTER
NO viene assunto come guida
turistica.
|
La copertina di Mister No n. 114, novembre 1984 |
Tra i passeggeri vi è anche
il gangster Meyer,
il quale, assieme alle sue insospettabili complici: le perfide
vecchiette Adelina
e Evelina
(ispirate probabilmente alle anziane sorelle assassine del film
Arsenico e vecchi merletti
[Frank Capra, 1942]), uccide il notaio Thompson
e rapisce la sua segretaria Lara
affinché questa gli riveli dove
Thompson
ha nascosto una chiave. Nel tentativo di difendere Lara,
MISTER NO
finisce in mare e, dopo varie vicissitudini, raggiunge L’Avana:
qui, grazie anche all’inaspettato aiuto del capo della polizia, il
commissario Segura
alias
Avvoltoio Nero,
il pilota riuscirà a liberare Lara,
uccidendo Meyer.
|
Il guerrigliero
Ernesto…Che
Guevara! – MNO 114, p. 75
|
|
La copertina di Mister No n. 220, settembre 1993 |
Sebbene la storia non sia del tutto riuscita (a penalizzarla è anche
la mediocre prova di Muzzi, storico disegnatore di Tex,
qui alla sua prima e ultima prova misternoiana), la parte ambientata
a Cuba
si fa senz’altro ricordare, soprattutto grazie ai personaggi che vi
compaiono, a cominciare dal guerrigliero Ernesto,
che altri non è se non Ernesto Che
Guevara (la storia, come pure
Casablanca Café e
Giochi pericolosi,
è ambientata alla vigilia della
Rivoluzione Cubana). Questi accetta di accompagnare MISTER
NO, che deve giungere al più presto
a L’Avana, fino alla baia di Santiago
(Cuba
orientale), per poi indirizzarlo da un suo amico, il simpatico pilota
Monsieur Bagarre,
che con il suo aereo porta il Nostro nella capitale. Se
Bagarre (che verrà purtroppo ucciso
alla fine della storia) è una figura indovinata, lo stesso si può
dire di Avvoltoio Nero,
il quale, a dispetto del sinistro soprannome, dimostra, aiutando
MISTER NO,
di possedere un cuore.
|
Mister No fronteggia
il killer Lefty in un vicolo dell’Avana – MNO 219, p. 95
|
In
Casablanca Café,
il pilota si trova al centro di un classico intrigo da Guerra Fredda:
il fisico nucleare italiano Ginori
– la cui moglie Laura
è stata una vecchia fiamma di MISTER
NO, che l’aveva conosciuta nel
1945, all’indomani della liberazione di Roma – sono nel mirino di
uno spietato killer, Lefty,
al servizio dell’Unione Sovietica. Riusciranno a sfuggirgli, ed a
sfuggire pure alla CIA,
grazie a MISTER NO,
del quale Laura Ginori
sembra essere ancora innamorata. Degno di nota l’inizio della
storia, con MISTER NO
che guarda in un cinema dell’Avana il suo film preferito,
Casablanca
(Michael Curtiz, 1942): le scene del film sono state disegnate da
Fabio Valdambrini con una suggestiva tecnica a mezzatinta.
|
Il cuore di Laura
batte ancora per Mister No – MNO 220, p. 39
|
In
Giochi pericolosi,
MISTER NO,
per sfuggire ai killer del giapponese ISHIKAWA,
raggiunge Cuba
assieme a ESSE-ESSE
e alla giovane americana Shona
WILLDOME. I tre finiscono però
nelle grinfie di alcuni agenti deviati della CIA,
e alla fine salvano la pelle solo per un soffio. La Cuba
ritratta in questo episodio - disegnato proprio da un cubano, il
compianto Suarez - è un Paese che si trova in una situazione
esplosiva: agli intrallazzi delle spie americane, infatti, si
aggiungono le lotte interne al corrotto regime di Batista, sul quale
incombono ormai i barbudos,
cioè i rivoluzionari di Fidel Castro.
|
Sullo sfondo, la
Cattedrale dell’Immacolata Concezione a L’Avana – MNO 245, p.
48
|
|
Cuba: una curiosa poco "rivoluzionaria" immagine del Che! |
CULVER,
MAX
Tra
i personaggi più importanti della trasferta statunitense di MISTER
NO, Max
Culver è il proprietario del
Killarney Rose,
un pub di Hell’s Kitchen,
il quartiere irlandese di NEW YORK
(oggi noto come Clinton) e del Village
Vanguard, un locale jazz. E’
proprio al Village Vanguard
che, in Notte di morte
(S. Marzorati [sog.&scen.] – O. Suarez [dis.], n. 261), MISTER
NO viene assunto come barista, dopo
che Harvey FENNER,
barman del Killarney Rose,
lo ha segnalato al suo principale, Culver
per l’appunto.
|
La copertina di Mister No n. 261, febbraio 1997 |
|
Max Culver – MNO
261, p. 51
|
Nella suddetta storia, il nostro Max,
testimone involontario di un omicidio commesso da un sadico
terrorista dell’IRA chiamato Donal,
viene braccato da quest’ultimo e dai suoi complici. Nel loro mirino
finisce anche MISTER NO,
intervenuto in soccorso di Culver:
nel tesissimo finale della storia (una delle più cruente di tutta la
saga misternoiana), i due amici, rifugiatisi nel mattatoio di Seamus
O’Brien, stanno per essere uccisi
da Donal,
ma vengono salvati da O’Brien
stesso, il quale riconosce nel terrorista colui che anni prima, in
Irlanda, aveva ucciso la sua promessa sposa Cait.
Incurante delle pallottole di Donal,
l’inferocito O’Brien
massacra il criminale a colpi di scure, per poi crollare al suolo
privo di vita. L’altra storia in cui Culver
riveste un ruolo rilevante è New
York City Blues (S. Marzorati
[sog.&scen.] – G. Bruzzo [dis.], n. 266), che presenta, tra i
personaggi principali, lo scrittore Jack
Kerouac e un sassofonista nero,
Curtis Gray,
ispirato al celebre Charlie Bird
Parker. Per liberare la figlia di Gray,
Lizzie,
tenuta prigioniera dal malavitoso Jack
Scully, Culver
si rivolge all’amico Nicola
Antonelli, un vecchio boss della MAFIA italoamericana, il quale gli procura diverse armi. Con queste,
Max,
MISTER NO,
Kerouac
e Gray assaltano
il covo di Scully,
e riescono a far fuori quest’ultimo e tutta la sua banda, liberando
Lizzie.
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Mister No n. 266, luglio 1997. Disegno di Diso. |
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Culver mostra a
Mister No di saperci fare con le bombe a mano – MNO 266, p. 87
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Nello scontro con i malviventi, Culver
rimane ferito, ma - dando prova di aver messo a frutto la drammatica
esperienza vissuta in Notte di
morte (dove lui, uomo pacifico,
si era visto costretto a uccidere un complice di Donal
per salvare la vita a MISTER NO)
- si dimostra un vero uomo d’azione, a suo agio sia con la pistola
che con le bombe a mano. Tuttavia, né lui né MISTER
NO riescono a impedire a Scully
di uccidere il povero sassofonista. Il lavoro al Village
Vanguard e le pericolose avventure
vissute assieme fanno nascere tra MISTER
NO e Culver
una solida amicizia, e non sorprende che, nel finale di Agli
ordini della CIA (M. Masiero e
S. Marzorati [sog.&scen.] – F. Valdambrini/R. Diso/O. Surarez
[dis.], nn. 268-273), il pilota, prima di lasciare NEW
YORK per far ritorno a MANAUS,
affidi proprio a Max
il compito di consegnare a suo padre Jerome DRAKE, rinchiuso nel carcere di
Rikers Island ma ormai vicino alla
liberazione, una busta contenente del denaro. Nella storia Vent’anni
dopo (L. Mignacco e M.
Masiero [sog.&scen] – R. Diso/O. Suarez/F. Busticchi e L.
Paesani [dis.], nn. 292-294), DRAKE senior riceve dal
magazziniere della prigione la suddetta busta, che riporta
l’indirizzo del Village
Vanguard. Appena uscito dal carcere,
il padre di MISTER NO
si reca nel locale di Culver e ha una lunga
conversazione con questi, incentrata ovviamente su Drake
junior. L’ultima storia in cui Culver
compare è Una foto che scotta
(M. Masiero [sog.&scen.] – A. Bignamini [dis.], nn.
322-323), dove lo vediamo telefonare a MISTER NO per
informarlo della misteriosa sparizione di Phil MULLIGAN.
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Culver incontra il
papà di Mister No – MNO 292, p. 15
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Massimo Capalbo
N.B. Oltre a seguire i link nel testo potete trovare i collegamenti alle altre lettere dell'Atlante nella pagina della Bussola!
Ormai è chiaro che, l'alfabeto Misternoiano è una sicurezza! Ma mi sembra fosse indiscutibile già dalla prima puntata. Buon proseguimento, Jerry Drake!
RispondiElimina"La casa di Satana" così come "Il fantasma dell' opera" sembra quasi anticipare ciò che vedremo in Dylan Dog! Nella prima tema del diverso, demoni interiori, orrore nascosto in famiglia...
RispondiEliminaCom'è evidente fin da "Ananga", Mister No ha rappresentato per Sclavi una vera e propria palestra, una sorta di prova generale di Dylan Dog.
RispondiEliminaGià!
Eliminache nostalgia....
RispondiEliminache nostalgia.....
RispondiEliminaHo letto "L' ultimo cangacheiro" e non è che mi abbia fatto impazzire. Un western moderno piuttosto classicista con Mister no ancora caratterizzato in maniera grezza, più avventuriero che pilota-eroe suo malgrado come fatto notare.
RispondiEliminaDa "Il giustiziere di Bonampak" mi aspettavo di più. Un fritto misto nolittiano con due, tre storie accavallate. S' inizia con la rivolta dei lavoratori che perdono la testa, uno dei topoi classici nolittiani in MN, per poi continuare con l' avventura tra reovine, foreste e fiumi incappando nel famigerato giustiziere, figura che meritava ben altro spazio onestamente. Nonostante la lunghezza, trovo che l' avventura non sia tanto ben calibrata. Poi che sola, nell' albo intitolato "Agguato nella città sepolta" del suddetto non c' è nemmeno l' ombra!
Che tirate anti-americane che faceva Castelli! XD "Trappola mortale" è una delle avventure più belle secondo me. Molto emozionante e toccante nella figura dell' ex poliziotto. Intrigante anche "I mercenari". Inquietante invece "Il profeta".
Quante ne combina Jerry a Columbus! XD
Ah, però riguardo Julio César Arana! O_O Che vergogna immane e schifo con tutto il rispetto!
Dell' ultimo trittico di Castelli prima di tornare con "Il faraone dimenticato", "Agguato a bordo" è quella che preferisco. Non un capolavoro, ma un' avventura piuttosto coinvolgente. Le due vecchiette e il che! XD