giovedì 31 ottobre 2024

IL BEN NOTO MYSTÈRE DEI FUMETTI...

di Filippo Pieri

Sulla "Settimana Enigmistica" n. 4823 del 29 agosto 2024, a pagina 9, all'interno delle "Parole crociate facilitate", troviamo una citazione bonelliana. Infatti al 15 verticale viene chiesto: Il Mystere dei fumetti. Di chi si tratta?



N.B. Trovate i link alle altre novità bonelliane su Interviste & News!

martedì 29 ottobre 2024

ARRIBA... GRINGO IV DI WILSON VIEIRA - LA CONCLUSIONE DELLA SAGA IN BRASILE!

di Wilson Vieira

In un coinvolgente turbinio di emozioni termina questo ciclo di storie di letteratura western! Il nostro personaggio centrale - il "mestizo" dai capelli lunghi - è un solitario, nomade, sarcastico, estimatore intransigente e gran bevitore dell’originale caffè brasiliano; con la sua letale arma segreta scompare, per i suoi assidui lettori, in un finale sorprendente e inaspettato, questa volta riemergendo in lontane terre allagate, oltreoceano, in quello che allora veniva definito l’enigmatico e tropicale Brasile Imperiale. Nell'immaginario popolare il Vecchio West è sempre stato teatro di omerici combattimenti nei saloon e di sanguinosi duelli nelle strade deserte - senza mai dimenticare i selvaggi attacchi da parte dei Pellerossa - distinguendo sempre l’uomo "buono" (rispettoso della legge) dall’uomo "brutto" (il fuorilegge) e dall’uomo "cattivo" (l'Indiano); e questi talvolta venivano semplicemente trasformati in personaggi leggendari.


Gringo – vol. I (2018) - Copertina di Marcos Martins - 284 pagine



Grazie alla fantasiosa macchina hollywoodiana delle immagini in movimento, fin dall'inizio (1911) i personaggi erano esplicitamente creati, caratterizzati ed esagerati - evidenziando molto bene il loro carattere e la loro posizione nella società di allora e cosa pensavano e immaginavano in quei tempi. E non dimentichiamo mai che le leggende e i miti saranno sempre più grandi della Storia stessa - in ogni parte del mondo.
Tuttavia, noi storici contestiamo i drammi e l’eroismo esagerati, negando sia l’aspetto barbarico (dell'indiano) che la missione civilizzatrice (del bianco), distinguendo tra la Leggenda e la Realtà del Vecchio West Americano e dei suoi personaggi e accadimenti. La conquista del Far West è stata prima di tutto opera di poveri immigrati e lavoratori manuali, innegabilmente. Lì lo status sociale o i titoli nobiliari non avevano importanza; ognuno contava sulle proprie capacità di sopravvivenza, nella misera e reale quotidianità. Un’epoca reale, dove la linea ambigua, sottile e polverosa che separava il buono, dal brutto e dal cattivo, per la maggior parte delle volte si interrompeva. E ciò avvenne principalmente durante e subito dopo la Guerra Civile Americana!
Fu quello un momento crudele, senza eroismo né codardia - perché quella guerra frantumò per davvero l’anima degli uomini che sopravvissero alle sue atrocità!


Gringo – vol. II (2022) - Copertina di Fred Macêdo - 284 pagine


Il personaggio di Gringo è stato creato da me negli anni ‘80, inizialmente come una serie a fumetti, e la prima storia a essere pubblicato era intitolata Gringo il Prescelto; ma il lettore stentava a comprendere nelle poche pagine di ogni albo la complessa personalità di Gringo; ho deciso allora negli anni seguenti di trasformare in narrativa tutto ciò che avevo già scritto come sceneggiature, dando così al lettore più libertà di fantasia e una maggiore comprensione realistica del carattere del "mestizo" dai capelli lunghi, nell’epoca in cui visse. Nelle sue avventure Gringo è una miscela esplosiva della rude scrittura di Cormac McCarthy con le immagini e i personaggi realistici di Sergio Leone; lui è il vero volto dell’uomo del West sopravvissuto nel dopoguerra. Storie narrate di un tempo selvaggio, dove la “legge” era semplicemente una parola insignificante, in una terra dura, dove l’arma diventava l’unica giustizia possibile insieme all’astuzia e alle scelte personali - giuste o sbagliate che fossero - di ogni uomo. Un vero Western realistico, ritrovato e rinnovato, perché il Far West non era solamente cowboy: in realtà era proprio il contrario.


Gringo – vol. III (2024) - Copertina di Fred Macêdo - 326 pagine



È una lettura di grande impatto, che si muove tra finzione e realtà storica - in 4 libri che totalizzano ben 1228 pagine. Il lettore seguirà il personaggio nella sua cavalcata solitaria e incessante, in questo ambiente ostile, finché è ancora vivo! Un mestizo senza nome... arriba... Gringo!!

Sono il primo saggista, sceneggiatore e scrittore brasiliano a pubblicare una tetralogia letteraria western nel mio Paese.

Secondo Alex Magnos (editore della Red Dragon Publisher in Brasile) Gringo è una lettura densa e epica; il Selvaggio Vecchio West è rappresentato ottimamente, in tutti i suoi aspetti, in questi libri, che ci presentano un mondo realistico, palpabile e brutale, una visione di quel mondo più cruda ma più credibile, nel senso più ampio del termine! 


Gringo – vol. IV (2024) - Copertina di Fred Macêdo - 334 pagine



Wilson Vieira

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lunedì 28 ottobre 2024

GIVE PEACE A CHANCE

A cura della redazione

I lettori di Dime Web conoscono bene il fumetto "Eggs" di Matteo Piccinini e Filippo Pieri, ospitato a più riprese anche qui su "Dime Web" (l'ultima volta è stato in occasione dell'antologia Non volevo fare il pompiere (ma il fumettaro), che raccoglieva tra l'altro, le migliori strisce della serie.
Oggi pubblichiamo un inedito su un tema caro ai due autori, ovvero la guerra in Ucraina.



N.B. Trovate i link agli altri fumetti di Dime Web su Cronologie & Index!

venerdì 25 ottobre 2024

LUKE NESS, PHD by MANETTI & PIERI!!! SECONDA AVVENTURA: IL TESCHIO DEL NILO (strisce 3 e 4)

di Francesco Manetti & Filippo Pieri

Eccoci alla seconda tavola della seconda avventura di Luke Ness: la prossima puntata, volevamo avvertirvi, NON sarà però la terza tavola della terza avventura, anche se ci avevamo pensato. Abbiamo preferito dunque procedere in maniera lineare nella pubblicazione, certi da fare cosa gradita!

BUONA LETTURA!


CLICCATE SULL'IMMAGINE PER INGRANDIRLA E AVERE UN'OTTIMALE ESPERIENZA DI LETTURA!



N.B. Trovate i link alle altre strisce di Luke Ness, Phd su Cronologie & Index!

venerdì 18 ottobre 2024

SECRET ORIGINS: TEX CLASSIC 199

di Saverio Ceri
con la collaborazione di Francesco Bosco e Mauro Scremin

Bentornati a Secret Origins l'appuntamento quattordicinale che ci conduce alla scoperta delle origini delle copertine di Tex Classic e di eventuali altre cover ispirate alle pagine a fumetti dell'albo in edicola.


Su Tex Classic 199 troviamo ristampate a colori le ultime 55 strisce di Tex pubblicate effettivamente in albi a striscia, sono infatti apparse sul numero 19 della Serie Rodeo, l'ultimo albo del ranger nel glorioso formato delle origini, datato 5 giugno 1967. Quel giorno i lettori di Aquila della Notte trovarono in terza di copertina questo messaggio:


In quei giorni in edicola usciva il numero 80 della seconda serie gigante di ristampe, la collana designata ad ospitare le nuove avventure, ovvero l'attuale serie principale di Tex. I lettori, dopo l'ennesimo scontro con l'arcinemico Mefisto, avrebbero dunque dovuto pazientare ben 16 mesi per poter leggere nuove inedite avventure del loro eroe preferito.
Ma per i lettori del Classic non è ancora giunta l'ora di leggere quelle avventure; manca ancora all'appello, infatti, come per tutte le ristampe precedenti, l'episodio La carovana dell'oro, posticipato per motivi che ignoriamo, ma che abbiamo ipotizzato nella puntata 191 di questa rubrica. 
Quest'ultimo scampolo del Tex  delle origini, inizia su questo albo con le prime 133 strisce, apparse tra i numeri 5 e 7 della Serie Rodeo, del febbraio-marzo 1967. Le stesse 64 pagine pubblicate su questo Classic sono state ristampate per la prima volta nel formato bonelliano, a cavallo dei numeri 94 e 95 dell'attuale serie principale di Tex, usciti tra agosto e settembre del 1968. 
Il titolo del Classic è "inedito", o meglio non è tratto da nessuna delle strisce contenute in questo albo, e mai l'avventura che qui comincia è stata pubblicata con questo breve titolo. Il termine "inedito" è tra virgolette perché in realtà una striscia intitolata così esiste, ma è la prima della serie Rio Bravo, la 22 collana orizzontale di Tex, pubblicata su questa collana sul numero 94, quattro anni or sono.
La copertina firmata da Villa, com'è ormai consuetudine, proviene da uno dei miniposter allegati alla collana Tex Nuova Ristampa; l'illustrazione trasformata in copertina stavolta proviene dal numero 328, datato giugno 2013.

L'illustrazione, oggi divenuta copertina, venne ispirata a Villa dall'episodio La grande invasione, di Boselli e Marcello, pubblicato su Tex dal 497 al 499, usciti tra marzo e maggio del 2002. In particolare  sono le prime vignette di pagina 23 del numero 498 ad ispirare il copertinista di Tex, con il ranger che verifica da un'altura che nessuno lo stia seguendo.


L'illustrazione del Maestro di Lomazzo in realtà ha già avuto il privilegio di essere usata come copertina, in Brasile sul 19° numero di Tex Platinum della Mythos. Era il febbraio dl 2019. Anche in questo caso però venne usata a sproposito, dato che il volume conteneva l'episodio Le colline della morte, di Nizzi e De la Fuente, pubblicato sui numeri 471 e 472.


In realtà ci sarebbe stata una copertina di Villa più legata alle pagine contenute in questo numero del Classic. Si Stratta della cover del 45° volume della Collezione storica a Colori di Repubblica.


L'illustrazione di Claudio Villa si ispira infatti alla prima vignetta di pagina 59, disegnata da Letteri, nella quale Tex mentre cavalca salta addosso acrobaticamente a un soldato, suo avversario, anch'esso a cavallo. Villa, nella sua versione, per renderlo più presentabile per la copertina, fa la barba al soldato.


Negli anni successivi, la stessa copertina è stata utilizzata per edizioni simili anche in Finlandia e in Norvegia. Qui sotto vedete le due versioni scandinave affiancate.


Scoperta l'origine e le vicende editoriali delle cover, sia ufficiale che potenziale, di questo 199° albo della più recente ristampa bonelliana di Tex, andiamo a scoprire, grazie ai nostri Francesco Bosco e Mauro Scremin, l'origine segreta della copertina dell'albo che per primo ha pubblicato questa storia in formato Bonelli, ovvero Tex 95, La carovana dell'Oro.


Aurelio Galleppini per la copertina dell'ultimo Tex che ancora ristampava avventure apparse sulle serie a striscia, ha scelto di ispirarsi alla cover del 1960 di un paperback della Bantam, Santa Fe Wagos Boss, un romanzo scritto da Cliff Farrel. Da notare un paio di varianti galleppiniane rispetto al disegno originale statunitense, le gambe posteriori del cavallo sono invertite, e il ginocchio sollevato della vittima a terra tra i carri delle carovana in fiamme. Nella cover del paperback, l'uomo, che quasi si confonde col terreno, parrebbe addirittura prono e quindi impossibilitato a sollevare il ginocchio. 


Ovviamente la stessa copertina, con, tutto sommato poche, varianti di colore è stata utilizzata anche per le classiche riproposte nelle edicole italiane,  Tutto Tex e Tex Nuova Ristampa.



Le cromie sono invece invece un po' più virate nelle due edizioni norvegesi, specialmente in quella storica della Williams del 1972. 


Nel 1972 In parallelo con l'edizione norvegese la stessa cover con gli stessi colori modificati giunse anche nelle rivendite di Svezia, Finlandia e Olanda:


In Francia la copertina venne utilizzata nell'agosto del 1969 per una uscita speciale della testata Rodeo; in Jugoslavia  apparve sulla collana Zlatna Strip Serija; in Spagna, con colori molto cambiati, venne pubblicata dalla Buru Lan.


Infine in Brasile, la copertina è stata utilizzata in ben tre occasioni: dalla Editora Vecchi sul numero 21 e sulla sua ristampa e dalla Editora Globo sul numero 137 della Tex Colelçào.


Saverio Ceri

N.B. Vi invitiamo a scoprire anche le precedenti puntate di Secret Origins in Cronologie & Index.  

venerdì 4 ottobre 2024

SECRET ORIGINS: TEX CLASSIC 198

di Saverio Ceri
con la collaborazione di Francesco Bosco e Mauro Scremin

Bentornati a Secret Origins l'appuntamento quattordicinale che ci conduce alla scoperta delle origini delle copertine di Tex Classic e di eventuali altre cover ispirate alle pagine a fumetti dell'albo in edicola.


Su Tex Classic 198 troviamo ristampate a colori 192 strisce pubblicate originariamente tra i numeri 16 e 19 della Serie Rodeo, gli ultimi di Tex nel glorioso formato delle origini, usciti tra maggio e giugno del 1967. Non sono gli ultimi tratti dalle strisce che vedremo su questa collana perché questa ultima e "mefistofelica" storia, è stata anticipata in tutte le ristampe bonelliane, rispetto all'episodio La carovana dell'oro, per motivi che ignoriamo, ma che abbiamo ipotizzato nella puntata 191 di questa rubrica.     
Le stesse 64 pagine pubblicate su questo Classic sono state ristampate per la prima volta nel formato bonelliano, sul numero 94 dell'attuale serie principale di Tex, uscito a agosto del 1968. 
Il titolo del Classic è preso in prestito dal 18° albo della Serie Rodeo, il 972° e penultimo Tex a striscia. La copertina firmata da Villa, com'è ormai consuetudine, proviene da uno dei miniposter allegati alla collana Tex Nuova Ristampa; l'illustrazione trasformata in copertina stavolta proviene dal numero 63, datato maggio 2001.


Dopo un paio di copertine quasi centrate, stavolta torniamo, come da tradizione, alla cover "a caso". Nella storia appare effettivamente un anacronistico castello medievale, ma per il momento e ben lungi dal crollare. Villa in realtà realizza questa illustrazione ispirandosi a un episodio non molto distante cronologicamente da quello di Mefisto. Lo spunto proviene infatti dal finale della storia El Morisco, di Bonelli e Letteri, apparsa sui numeri da 101 a 103 della serie principale di Tex, usciti tra marzo e maggio del 1969; in particolare Villa si rifà alle ultime tre pagine dell'episodio in cui i quattro pards riescono a sopravvivere al crollo del "castillo", il covo del principe Tulac e dei sui fanatici seguaci.
L'illustrazione fino a oggi non era mai stata usata come copertina. 

C'era però una cover "villana" che sarebbe stata attinente proprio alle vignette contenute in quest'albo: quella del 44° volume della Collezione storica a Colori di Repubblica


Il Maestro di Lomazzo per quella copertina, giunta in edicola il 7 dicembre del 2007, trasse ispirazione dalla seconda vignetta di pagina 38, dove l'arcinemico di Tex si manifesta magicamente al ranger bonelliano.


Questa illustrazione dell'attuale copertinista texiano, è stata utilizzata come cover anche in Norvegia, Finlandia  e Croazia, come testimonia il trittico qui sotto.


Ma lasciamo il Tex nell'interpretazione villana, per dedicarci a quello nella classica interpretazione galleppiniana. 
I nostri Bosco e Scremin ci segnalano che le copertine di due degli albi a striscia ristampati in questo Classic, hanno delle "origini segrete". Andiamo con ordine: la cover di Black Baron, numero 17 dell'ultima serie, vede Tex impegnato in una classica rissa da bar, con tanto di sgabelli branditi come arma e bottiglie volanti.


Evidentemente Aquila della Notte ha imparato l'arte della rissa dal principe Valiant, che già ai tempi di Re Artù, usava gli sgabelli, esattamente nello stesso modo. Nel suo caso però, come si può vedere qui sotto, rotondi, come la famosa tavola dei famosi cavalieri, agli ordini del famoso re.


Gli effetti sugli avversari sono gli stessi, tant'è che cadono sotto i colpi dello sgabello esattamente nella medesima posizione, sia che a usarlo sia il principe piuttosto che il ranger.  La vignetta di Hal Foster venne pubblicata il 3 luglio del 1937 e fa parte della 21a tavola domenicale del personaggio. 


L'altra copertina che Bosco e Scremin ci segnalano è quella dell'ultimissima striscia di Tex dell'epoca d'oro. La 973a uscita settimanale dedicata al personaggio ininterrottamente da 1948 al 1967.


Per chiudere in bellezza, l'esperienza su questa storica collana, Galep per la copertina si ispirò a un'illustrazione della Domenica del Corriere del 15 maggio 1938, opera di Achille Beltrame, che esalta la tempra dei legionari italiani, impegnati nella guerra di Spagna.


Il parallelo tra le due immagini portate nella stessa scala evidenzia, come nel caso della precedente copertina, quanto fedelmente Galep abbia omaggiato l'illustrazione di partenza. In questo caso l'unica differenza è la posizione della testa di Mefisto. 


Saverio Ceri

N.B. Vi invitiamo a scoprire anche le precedenti puntate di Secret Origins in Cronologie & Index.   

mercoledì 2 ottobre 2024

BONELLI IN DIGITALE - PUNTATA # 4

di Giampiero Belardinelli




Introduzione

Marzo 1977. Sono passati quasi due anni dall’uscita del primo numero di Mister No (giugno 1975) e, nonostante i dubbi iniziali di Sergio Bonelli, la serie sta consolidando la sua presenza in edicola e un pubblico sempre più numeroso sta seguendo le avventure dell’antieroe creato da Guido Nolitta. Considerati i crescenti impegni di editore, Sergio Bonelli affianca al suo alter-ego altri sceneggiatori in grado raccontare l’avventura, pur con diverse sfumature inedite rispetto al fumetto popolare classico. Nel racconto Destinazione Haiti (MN nn. 22/24, marzo-maggio 1977) debutta sulle pagine della testata lo scrittore e sceneggiatore Alfredo Castelli. Il suo è un ingresso in grande stile, con una storia tra le più significative del primo periodo della saga. Mister No si ritrova immerso in una realtà complessa e pericolosa, dove le linee di confine tra amicizia e tradimento, lealtà e inganno sono sfumate e incerte. La morte improvvisa di Robbins, un personaggio chiave nel passato di Mister No, funge da catalizzatore per una serie di eventi che trascinano il protagonista in una spirale di azione e suspense.


Geneviève

Sono gli anni Cinquanta, bellezza!

La scoperta della foto di Geneviève, che si rivela essere molto più di una semplice figura in uno scatto dimenticato, apre la porta a Mister No su un mondo di intrighi e lotte di potere. Lo scontro fra ribelli e militari, con il colonnello Kovacs come antagonista principale, rappresenta il classico conflitto fra oppressi e oppressori - una tematica ricorrente nella letteratura di avventura. Mister No, con il suo spirito indomito e la sua astuzia, si trova a navigare in questo mare tumultuoso, cercando di mantenere i propri valori e la propria integrità. La scena finale dell’albo Destinazione Haiti con Geneviève che punta una pistola contro Mister No, lascia i lettori in sospeso, desiderosi di scoprire quale sarà il destino dei personaggi e come si evolveranno le loro relazioni. Questo cliffhanger è un esempio dell'abilità narrativa di Castelli, che riesce a creare storie coinvolgenti e ricche di pathos, mantenendo sempre un legame forte con la realtà storica e sociale del contesto in cui si muovono i suoi personaggi. Mister No, con la sua umanità imperfetta e la sua ricerca di giustizia, continua a essere un eroe affascinante, capace di catturare l'immaginazione dei lettori e di portarli in un viaggio attraverso la dualità della condizione umana.


Kovacs, versione castelliana di Papa Doc


Angeli e demoni

Geneviève rappresenta una figura di spicco di quest’avventura, incarnando la lotta per la libertà e la giustizia in un periodo buio della storia del paese. La sua eredità è quella di una donna che, nonostante la sua posizione privilegiata, ha scelto di rimanere e combattere per i diritti di coloro che erano oppressi dal regime. Nel racconto non si fa mai il nome del Dittatore ma è probabile che Castelli abbia pensato a François Duvalier, noto come Papa Doc, medico e politico haitiano che divenne presidente di Haiti nel 1957 e successivamente dittatore dal 1964 fino alla sua morte nel 1971. Geneviève, con la sua educazione e la sua posizione, avrebbe potuto facilmente voltare le spalle alle difficoltà di Haiti, ma invece ha scelto di affrontarle, diventando un simbolo di coraggio e resistenza. La sua lotta non è stata solo contro la dittatura, ma anche contro le aspettative della società e le convenzioni del suo tempo. La sua figura è un esempio di come l'individuo possa influenzare e ispirare generazioni future a perseguire la giustizia e l'uguaglianza. Geneviève è un promemoria: nonostante le sfide e le avversità la speranza e la determinazione possono portare a cambiamenti significativi e duraturi. Il personaggio del colonnello Kovacs sembra incarnare un archetipo ricorrente nella narrativa: quello del tiranno fragile. Questa figura, spesso presente in opere letterarie e cinematografiche, rappresenta l'idea che dietro la facciata di potere e controllo si nasconda un nucleo di insicurezza e debolezza. La descrizione di Kovacs come un uomo che deve affidarsi a sostanze artificiali per mantenere un'immagine di forza evidenzia la sua vera natura e la sua dipendenza. Questo contrasto tra apparenza e realtà è un tema profondo che invita alla riflessione sul vero significato della forza e sulle maschere che molti indossano per nascondere le proprie vulnerabilità. La vuoi sapete una cosa, Kovacs? – gli dice Mister No dopo il duello – Senza droga non vali proprio niente!


Il duello e la fine di Kovacs


L’isola della magia

L'avventura di Castelli e Bignotti, con il suo fascino persistente e la sua capacità di inquietare, si colloca in una tradizione di storie che esplorano le tensioni culturali e spirituali di Haiti. Alcuni anni prima, Guido Nolitta aveva scritto Vudu! (Zagor Gigante 92-95), illustrata dallo stesso Bignotti, un’avventura che ha alcuni punti in comune con questa di Castelli. Gli autori hanno offerto ai lettori un viaggio nell'anima turbolenta dell'isola, dove si intrecciano credenze e pratiche di superstizione, paganesimo e cattolicesimo, che hanno dato vita al voodoo. La complessità delle relazioni umane, il conflitto tra potere e resistenza, e l'uso della magia come strumento di oppressione o liberazione sono temi ricorrenti che Castelli ha sapientemente tessuto nella sua storia. La figura di Kovacs, in particolare, è il paradigma di come il potere possa corrompere e distorcere, utilizzando la magia nera per scopi nefasti. La relazione tra Kovacs e la sacerdotessa Mama Matilda è un esempio di come tutto questo possa a volte essere intricatamente annodato a legami personali e familiari, come suggerito dalla sibillina frase pronunciata dalla Mambo, aspetto già evidenziato da Angelo Palumbo nel Mister No Index 1-100. Le visioni tormentate che affliggono Mister No, rappresentate con intensa visionarietà da Bignotti, sono particolarmente disturbanti e potenti. Soltanto Tiziano Sclavi, nell’avventura Ananga! (Mister No 90-92), è riuscito a scrivere per la testata sequenze horror altrettanto terrificanti.


Mama Matilda

Mister No 2.0

Chi scrive ha letto l’avventura in tutte le versioni uscite finora: nell’originale del 1977, nella ristampa Tutto Mister No (che ha subito importanti modifiche grafiche) e questa in Bonelli Digital Classic. Nell’occasione della rilettura in digitale ho scorso le vignette nell’edizione a colori, la stessa riproposta per la collana Mister No – Edizione Cronologica a Colori acquistabile in allegato con la Gazzetta dello Sport. Angelo Palumbo, nel già citato Mister No Index 1-100, fa una esaustiva analisi delle modifiche realizzate in Tutto Mister No. Lascio a lui idealmente la parola:

L'avventura ha avuto nella riedizione numerosi rimaneggiamenti. Il nome di Collins è stato cambiato in Robbins perché, un anno prima della ristampa, Nolitta aveva introdotto nella serie regolare un altro vecchio commilitone di Mister No chiamato così. I volti di tutti i tontons, degli impiegati aeroportuali e dello stesso Kovacs sono stati ridisegnati. Questi, nell'edizione originale, erano di razza bianca, ma poiché Haiti è abitata al 95% da neri, i redattori hanno pensato bene di far cambiare loro pelle e tratti somatici. Una pignoleria lodevole, che però ha decisamente rovinato le tavole di Bignotti e ha reso un po' troppo anonima la caratterizzazione grafica di Kovacs. Per fortuna, da questa rivoluzione grafica è stata risparmiata Geneviève. Un altro intervento riguarda le numerose espressioni spagnole che Castelli aveva impropriamente inserito nell'avventura: la lingua ufficiale di Haiti è infatti il Francese. Perciò, parole come bueno, milicia, cordillera, ciego, guerrillero, bruja sono state riscritte in Italiano o in Francese.


Mister No uccide Mama

Bignotti in digitale

Franco Bignotti è un disegnatore storico della Casa editrice milanese, per la quale ha lavorato a numerosi personaggi. L’autore è fin da subito entrato nel cuore dei lettori di Mister No e il suo segno "sporco" e tratteggiato ha dato un’identità forte alla serie. Seppure un ampio staff di disegnatori si è alternato sulle pagine della testata, Franco Bignotti e Roberto Diso sono stati i due punti di riferimento per gli altri colleghi. Differenti e complementari, Bignotti e Diso sono quello che nello Zagor classico sono stati Ferri e Donatelli. Nella lettura in digitale (in questo caso su un Surface Laptop) il segno di Bignotti appare particolarmente accattivante e il suo bianco e nero (non rovinato nell’edizione a colori) viene e esaltato dal potente bianco dello sfondo della vignetta.


Voodoo



Giampiero Belardinelli


N.B. Trovate i link alle altre puntate di Bonelli in digitale su Cronologie & Index!