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mercoledì 13 aprile 2016

DIME WEB INTERVISTA ALESSANDRO FELISI! (LE INTERVISTE XXIX)

a cura di Pierangelo Serafin

Con il beneplacito del nostro reporter ufficiale a Fumettolandia - il caro Franco Lana - passiamo il microfono a Pierangelo Serafin che i lettori di Dime Web già conoscono come esperto di Batman! Gli lasciamo subito la parola perché sarà lui stesso, stavolta, a introdurre l'intervistato, in un esauriente e ficcante prologo! (s.c. & f.m)

Il fumetto è un'arte visuale basata sulla regola primordiale, andando a ritroso con la mente alle testimonianze rupestri degli uomini primitivi, del racconto per immagini. I suoi personaggi iconici e spesso archetipici sono nell'immaginario collettivo perché basta un colpo d'occhio per distinguerli. Quando le loro avventure vengono adattate in forma romanzata li si immagina esattamente come sono, proprio per la loro iconicità, ma in pochissimi casi questo percorso inverso rende loro giustizia. Descrivere le loro azioni pare cosa superflua e noiosa quando si potrebbe avere sotto gli occhi una tavola o delle vignette che soddisfino prontamente le esigenze del lettore; il discorso cambia quando le storie che vengono raccontate non riguardano tanto le azioni quanto piuttosto le motivazioni dietro di esse e le ripercussioni che hanno nello scenario nel quale si svolgono.


Serafin e Felisi a Cartoomics


A Proud City ogni persona dotata di un superpotere veniva intercettata, schedata e inquadrata, anche se la procedura non seguiva sempre quest'ordine. Come gli aveva ricordato l'eroe, detenere un potere significava doversi schierare. Non era un mondo fatto per le posizioni neutrali, quello. O stavi da una parte o stavi dall'altra. A fare le spese di tale status non erano le persone con i superpoteri, ma i loro cari, improvvisamente gettati in una realtà estranea e pericolosa fatta di superesseri incapaci di opporsi all'ineluttabilità del destino (dal secondo racconto della raccolta, intitolato "Libero arbitrio").
I cinque racconti di "Eroi con la S maiuscola" (Edizioni Sensoinverso - antologia di 238 pagine) hanno come scenario l'immaginaria città di Proud City e come protagonista non tanto gli eroi quanto l'umanità che la popola. Alessandro Felisi riconosce, nelle note introduttive, quanto sia stata importante nella stesura di questa sua opera l'influenza della serie "Astro City" di Kurt Busiek con la sua visione rovesciata degli eventi - cioè le imprese degli eroi osservate dal punto di vista degli abitanti della città; sebbene essi giochino comunque un ruolo importante sono visti come in filigrana (riguardo all'autore statunitense si potrebbe affermare che, per una specie di paradosso, un capolavoro editato da una major qual è "Marvels" sia stato una specie di prototipo per una delle serie di culto più acclamate degli ultimi vent'anni in ambito fumettistico). Date queste premesse si potrebbe pensare che sia una semplice raccolta di racconti in stile manieristico e anonimo, ma in realtà l'opera di Alessandro Felisi è molto meno banale di quanto possa sembrare. Il suo pregio principale sta nel riuscire a condurre anche il lettore più avvezzo a questo genere di letteratura nella direzione da lui voluta trovando sempre soluzioni narrative tutt'altro che scontate e, a volte, perfino spiazzanti.
In un alternarsi di situazioni drammatiche e trovate umoristiche che strappano più di un sorriso la lettura scorre via in modo piacevole e soddisfacente (p. s.)


Eroi: prima e...

 

DIME WEB - Alessandro, la prima domanda è piuttosto di routine ma necessariamente obbligatoria: raccontaci un po' di te e parlaci di cosa ti ha ispirato e spinto a scrivere un romanzo che narri di supereroi.

ALESSANDRO FELISI - Come sai sono anche attore teatrale e drammaturgo, e dirigo un piccolo teatro, ma essendo sopraTtutto un amante della narrazione, in tutte le sue forme, sono anche un appassionato lettore di ogni cosa, fumetto incluso. Leggendo continuamente di gente con costumi attillati e mantelli, a un certo punto mi è venuta voglia di scrivere di loro, ma in modo diverso, cercando di evocare l'immagine tramite la parola. Il termine "visione rovesciata" che hai usato nell'introduzione è calzante, dal momento che in "Eroi con la S maiuscola" non solo cerco di descrivere la situazione usando come punto di vista quello delle persone senza superpoteri, ma tento anche di ribaltare il superato concetto di buono e cattivo, la cui assenza di sfumature lo rende poco credibile. I fumetti di supereroi, in generale poco considerati come forma di letteratura da chi non li legge, hanno sempre cercato di essere contemporanei dell'epoca in cui hanno vissuto. Penso che siano invece un metro di paragone interessante per la storia moderna, e riflettono aspetti importanti del mondo reale, necessario poi alle storie di fumetti per esistere. Un tipo di equilibrio simbiotico famigliare, non trovi? Questo significa che la loro psicologia e molteplice e profonda tanto quanto quella di un qualunque altro personaggio letterario che conosciamo. Sono scrittori anche gli autori di fumetti. Riassumendo in una sola frase potremmo affermare che: avevo tanta voglia di dire anche io la mia.


...quarta di copertina!


DW - Quali autori hanno ispirato il tuo stile narrativo?

AF - Inumerevoli. Avendoli letti un po' tutti mi sono lasciato trascinare e influenzare da ogni fonte che fosse in grado di stimolare la mia creatività. Michael Ende, per esempio, che con La storia infinita, e non mi riferisco alle brutte edizioni degli anni recenti o al film, ma al capolavoro meraviglioso stampato in due colori, fu capace di sfruttare la tecnica narrativa del meta-teatro in un romanzo. Una delle opere più originali e profonde che abbia mai letto. Parlando di originalità, negli stessi anni abbiamo The Princess Bride di William Goldman, scritto con lo pseudonimo di Simon Morgenstein. Il duello sul dirupo della follia è forse una delle trovate narrative che preferisco da sempre, per non parlare del finale che, beh... mi ha fatto cadere dalla sedia all'epoca. Il signor Martin ha ricordato a tutti che essere il buono non è una garanzia di salvezza e questo è stato illuminante. Games of Thrones è una delle serie più realistiche che abbia mai letto. Ed è un fantasy. Stephen King è forse uno dei narratori più abili mai esistiti (non contiamo gli ultimi anni). Ti trascina e ti porta via. Letteralmente. Tutti questi autori mi hanno fatto capire che è possibile infrangere i canoni della letteratura classica e costruire storie capaci di resistere e prosperare fuori dagli schemi. Se poi pensiamo agli autori di fumetti come Miller, Infantino, Moore, Byrne, e centinaia di altri, c'è davvero da perdersi. Eppure credo che siano gli autori inglesi quelli che mi hanno influenzato di più. La Rowling, che pur mettendo da parte il successo di Harry Potter, è una scrittrice davvero molto brava. Neil Gaiman, poliedrico autore di romanzi, novelle e fumetti, ma più di chiunque altro, Douglas Adams e Terry Pratchett. A oggi sono convinto che non esista niente di più geniale, sottile, intenso e straordinario come le loro opere. Due autori che hanno cambiato tutto. In "Eroi con la S maiuscola", faccio delle uscite che cercano di eguagliare il loro modo di raccontare, rimanendo comunque ben lontano dal risultato ottenuto da questi maestri. Anche se, per dirla tutta, le storie sono costruite sullo stile di M. Night Shyamalan, regista e autore che con i suoi primi film ti portava a un finale che non era nemmeno lontanamente vicino a quello che ti eri immaginato. Provare per credere.

Alessandro Felisi


DW - Ha ancora un senso e una valenza parlare di eroi ed eroismi nella nostra società? Quanto ne abbiamo ancora bisogno oppure ci troviamo di fronte a un concetto obsoleto e superato?

AF - Tina Turner cantava We don't need another hero e benché il testo fosse applicato a un contesto ben preciso, probabilmente non aveva nemmeno tutti i torti. Non abbiamo bisogno di altri eroi, ma forse abbiamo bisogno di credere in loro. Questo era un mondo difficile già prima che io nascessi, ma sostenere che abbiamo bisogno di eroi, è un pensiero incompleto. Li abbiamo già. La storia ne è piena e i fumetti di genere, che parlano di eroi immaginari, lo fanno traendo ispirazione anche dalle gesta di eroi reali, sia del passato che di oggi. Non alle gesta fisiche ma a quelle morali e intellettuali. Non credo che serva fare degli esempi. D'altro canto, malignamente parlando, si potrebbe anche dire che il nostro bisogno di eroi equivale in qualche modo a desiderare che sia qualcun altro ad essere eroe per conto nostro, lasciandogli tutto il lavoro.


DW - Prevedi un seguito per quest'opera (Cosa che noi lettori ci auguriamo)? So che stai lavorando ad altri progetti; puoi darci un'anticipazione o ritieni che sia troppo prematuro parlarne?

AF - Ho sempre voluto un seguito per "Eroi con la S maiuscola", al punto che ho iniziato già da tempo a raccogliere degli spunti per le storie che lo potrebbero comporre. Vedremo. Al momento è al vaglio la scelta di una casa editrice per un nuovo romanzo in tre parti, corredato di disegni realizzati da un giovane autore emergente, Alexander Tripood. Le sue tavole saranno inserite prima del testo, invertendo lo standard classico in cui un disegno riassume o raffigura un momento appena narrato. Qui saranno le immagini a raccontare il testo. Dato che questo è pronto (almeno la prima parte) sto cercando di finire un libro per ragazzi. Un vecchio progetto che avevo accantonato ma che mi ha sempre divertito molto. Diciamo che dopo Harry Potter, Percy Jackson e Artemis Fowl, è finalmente (spero) arrivato il momento di J.S. Per il momento non posso dire altro tranne che la copertina sarà sicuramente del Tripood.


a cura di Pierangelo Serafin

N. B.
trovate i link agli altri colloqui con gli autori su Interviste & News!

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