martedì 21 dicembre 2021

DUE PERSONAGGI SINGOLARI DI COLORE DEL VECCHIO WEST: NAT LOVE - ALIAS RED RIVER DICK ALIAS DEADWOOD DICK - E MARY FIELDS, DETTA STAGECOACH MARY O BLACK MARY! LA STORIA DEL WEST by WILSON VIEIRA – PARTE LXXXV

di Wilson Vieira




Nato in schiavitù nel Tennessee, Nat Love trovò la fama come “Deadwood Dick”, il cowboy nero celebrato nella tradizione western, nelle Dime Novels e nella sua autobiografia del 1907, La vita e le avventure di Nat LoveA causa della tendenza di Love verso l’iperbole, il resoconto che diede della sua vita è talvolta inteso come parte della tradizione western del "racconto di fantasia".



Deadwood Dick n.1, luglio 2018. Disegno di Mastantuono



La sua storia riflette anche l’importante realtà della partecipazione afroamericana alla cultura del West americano e funziona come un correttivo cruciale allo stereotipo del Vecchio West come dominio esclusivo degli uomini bianchi. In effetti, almeno cinquemila uomini afroamericani lavorarono come cowboy, mentre innumerevoli altri viaggiarono e si stabilirono nel Far West nel diciannovesimo secolo. Nat Love, figlio di genitori schiavi (Sampson Love e una donna il cui nome è sconosciuto), nacque nel giugno 1854 nella piantagione di Robert Love nella contea di Davidson, nel Tennessee.




Dopo l’Emancipazione i genitori di Nat Love rimasero nella piantagione come mezzadri. Liberato dalla schiavitù da ragazzo alla fine della Guerra Civile, nel febbraio 1869 Love lasciò il Tennessee e si diresse a Ovest in cerca di avventura e lavoro. Trovò rapidamente lavoro come addetto al ranch, cowboy e “lettore di marchi” (l'esperto che seleziona il bestiame in mandrie miste) in Texas, in Arizona e in tutto l’Ovest. Come dimostra la narrativa di Love, la vita di un cowboy del diciannovesimo secolo era difficile e richiedeva conoscenze e abilità specializzate. Responsabili della conduzione di mandrie di bestiame dai ranch ai magazzini del Nord su centinaia di miglia di terreno impervio, i cowboy trascorrevano ogni volta lunghi mesi sulle piste. Love fu giustamente orgoglioso delle sue capacità di sopravvivenza sui sentieri delle mandrie e della sua padronanza delle tecniche di guida del bestiame. Il suo talento nel condurre il bestiame e la sua abilità a cavallo gli valsero il soprannome di “Deadwood Dick” - un nomignolo che mantenne per tutta la vita - quando vinse un rodeo a Deadwood, nel South Dakota.

Deadwood Dick n. 2, agosto 2018. Disegno di Mastantuono






La biografia di Love dimostra che aveva trovato una profonda soddisfazione nella vita, celebrando la libertà più ampia e la “fratellanza umana” che legava i cowboy l’uno all’altro. A parte nei capitoli iniziali, che criticano l’istituzione della schiavitù, Love non affronta spesso nel suo libro questioni razziali, se non per esprimere disprezzo per i Nativi Americani e i Messicani. La solidarietà con gli altri cowboy e l'orgoglio per i propri successi individuali sono gli argomenti centrali della sua narrativa, che evita un’analisi critica delle relazioni interrazziali e delle tensioni alla Frontiera.




Per Love, la Frontiera sembrava essere un luogo in cui un uomo poteva essere valutato per le sue abilità piuttosto che per il colore della sua pelle. Trovò lavoro come cowboy, prima al Duval Ranch nel Texas, poi al Gallinger Ranch nel sud dell’Arizona (1872-1890). Durante questi anni, Love viaggiò molto negli Stati Uniti del West mentre portava il bestiame al mercato. Nel 1889, sposò una donna di nome Alice, e la coppia ebbe un figlio. Nel 1890 Love si ritirò dal mondo dell'allevamento e lavorò alle ferrovie come facchino sui vagoni-letto Pullman. Il suo ultimo lavoro fu quello guardia di sicurezza presso la General Securities Company a Los Angeles, California, dove morì nel 1921.
La vita e le avventure di Nat Love fu ristampata più volte a patire dagli anni ‘60. Lo studioso William Loren Katz (1927 – 2019) la descrisse come l’unica autobiografia completa di un cowboy afroamericanoMa mentre Love affermava che la sua autobiografia era destinata a coloro che preferiscono i fatti alla finzione, diversi studiosi esprimono dubbi sulla veridicità del libro.

Deadwood Dick n. 3, settembre 2018. Disegno di Mastantuono







Katz, ad esempio, sostiene che la “tipica millanteria del West” con cui Love raccontava le sue capacità di esperto cavaliere, tiratore scelto, bevitore e combattente lo fa apparire più simile a un eroe da quattro soldi che a un cowboy in carne e ossaQuesto parallelo tra l’autobiografia di Love e i romanzi d’avventura popolari alla fine del diciannovesimo secolo è appropriato, dato che Love fu solo uno dei tanti uomini che sostenevano di essere il “vero” Deadwood Dick. Secondo Durham e Jones, Deadwood Dick era una creazione letteraria di Edward L. Wheeler (1854 – 1885), un romanziere di successo che non aveva mai viaggiato più a Ovest della Pennsylvania.




Molti studiosi ritengono che Love avesse rivendicato il soprannome del personaggio di Wheeler per sensazionalizzare gli eventi della sua stessa vita; tuttavia, sostengono anche che le imprese più grandi della vita di Love non screditano automaticamente il suo libro, poiché differiscono solo di stretta misura dal tipo di iperbole che si trova in molti libri altrimenti credibili di reminiscenza del Vecchio West.
Il racconto di Love della sua “vita insolitamente avventurosa” inizia con la sua nascita in una capanna di schiavi. Sebbene Love descrivesse il suo padrone, Robert Love, come “gentile e indulgente”, insisteva anche sul fatto che l’istituzione della schiavitù fosse un grande male che giustificava l’abuso fisico, separava le famiglie ed esponeva le donne afroamericane a i desideri licenziosi degli uomini che le possedevano.

Deadwood Dick n. 4, ottobre 2018. Disegno di Mastantuono








Love lodava Abraham Lincoln (1809 – 1865) e Harriet Beecher Stowe (1811 – 1896) per i loro sforzi tesi a porre fine a un sistema che, secondo lui, rendeva lo status dello schiavo, anche sotto un padrone gentile, identico a quello del cavallo o della muccaDopo l’Emancipazione la famiglia di Love lottò per sbarcare il lunario e suo padre morì presto. Il lavoro duro dalla mattina alla sera che richiedeva la mezzadria fece sì che Love cominciasse a pensare “di andare a ovest” perché “la libertà è dolce” e voleva “fare di più” della sua vita. Dopo aver vinto un cavallo alla lotteria, Love lo rivendette al suo proprietario per 50 dollari; Love rivinse quindi lo stesso cavallo in una seconda estrazione e lo rivendette di nuovo per 50 dollari. Portati a casa 100 dollari, Love, allora quindicenne, ne diede metà a sua madre e partì, per uscire nel mondo e migliorare la sua condizione.

Deadwood Dick n. 5, novembre 2018. Disegno di Mastantuono






Finì a Dodge City, Kansas, che descrisse come una tipica città di frontiera, con moltissimi saloon, sale da ballo e case da gioco, e pochissimo altroQui venne assunto in una squadra di cowboy che comprendeva già diversi afroamericani. I nuovi colleghi di Love gli diedero il soprannome di “Red River Dick.”





Love continuava dunque a raccontare degli anni trascorsi come cowboy, descrivendo la sua trasformazione in un veterano cowpoke che aveva perso ogni senso della pauraLe avventure descritte da Love includevano combattimenti con Indiani ostili, inseguimenti di bestiame in fuga, mustang selvaggi, bevute con Billy the Kid (1859 – 1881) e il superamento di tutti i concorrenti nell’equitazione, nell’uso della fune e nel tiro.




Questi ultimi risultati gli fecero meritare il soprannome di Deadwood Dick, mutuato dal paese di Deadwood, South Dakota, il 4 luglio 1876Nel 1890, il vecchio West delle terre aperte e degli estesi allevamenti di bestiame che Love celebrava nella sua autobiografia era cambiato radicalmente. Le ferrovie avevano reso superflue le lunghe cavalcate per condurre il bestiame e i crescenti insediamenti urbani e l'aumento delle recinzioni dei terreni avevano interrotto i vecchi sentieri dei cowboy. Quando il suo lavoro fu reso obsoleto dalla tecnologia, Love rispose trovando un nuovo impiego e nuove sfide come “Pullman Porter” sulla linea ferroviaria Pullman, un lavoro di servizio occupato quasi esclusivamente da uomini di colore.

Deadwood Dick n. 6, dicembre 2018. Disegno di Mastantuono







Sebbene il colore della sua pelle gli avesse impedito di diventare un manager o un meccanico della ferrovia con una retribuzione maggiore, Love non registrava nel suo libro insoddisfazione o risentimento per la sua retrocessione a una posizione di servizio. Piuttosto, poiché le descrizioni delle sue emozionanti avventure sulle piste del West lasciavano il posto a resoconti ben più tranquilli sui clienti e sulle procedure ferroviarie, Love insisteva sulla gratificazione che trovava nel suo ruolo di facchino. Viaggiare in ferrovia gli offrì l’opportunità di viaggiare molto, entrare in contatto con una gran varietà di persone e apprezzare giustamente la grandezza del nostro paese.






Forse l’avventura più sensazionale descritta da Love riguardava quando fu ferito e catturato da una banda di indiani Crows, guidati da un uomo di nome Yellow Dog. Poiché la tribù era composta in gran parte da meticci e da persone di sangue di colore, una volta che Love guarì gli indiani gli chiesero di unirsi a loro. Gli promisero 100 cavalli se avesse sposato la figlia di Yellow Dog, ma dopo circa un mese di prigionia, rubò un cavallo e scappò, cavalcando senza sella per 100 miglia in 12 ore per tornare a casa.






Love riconosceva che “la marcia del progresso” stava portando le ferrovie nel West e che la ferrovia avrebbe reso obsoleto il lavoro del cowboy. Verso la fine del suo libro dichiarava di amare l’America, la dolce terra della Libertà, patria degli uomini coraggiosi e liberiQuesta affermazione era caratteristica del patriottismo e dell’ottimismo che pervadevano la narrativa di Love, perché dopo aver condannato la schiavitù, non menzionava mai un caso di disuguaglianza razziale viaggiando verso l'Ovest. Love caratterizzava costantemente la Frontiera del Vecchio West dell’America come un luogo in cui i suoi talenti, il duro lavoro e l’ingegnosità erano sempre stati apprezzati. Infatti, nel racconto di Love, il West era un luogo che gli aveva permesso di essere non solo un uomo, ma anche un noto personaggio.

Deadwood Dick n. 7, gennaio 2019. Disegno di Mastantuono





Mary Fields alias Stagecoach Mary alias Black Mary!

Beveva whisky, imprecava spesso e fumava sigari fatti a mano. Indossava i pantaloni sotto la gonna e una pistola sotto il grembiule. Con un’altezza di un metro e ottanta e un peso di duecento libbre, Mary Fields era una donna che intimidiva.
Da donna libera la vita la portò prima in Florida a lavorare per una famiglia e poi in Ohio, quando una parte di quella famiglia si trasferì. Quando Mary aveva 52 anni una sua cara amica che viveva nel Montana si ammalò di polmonite. Dopo aver appreso la notizia, Mary lasciò tutto e andò a curare la sua amica. La sua amica ben presto si riprese e Mary decise di rimanere nel Montana, stabilendosi a Cascade. I primi tempi a Cascade non furono facili. Per sbarcare il lunario provò a darsi alla ristorazione. Aprì una locanda, ma non era una grande chef, anzi, tutt’altro. Ed era anche troppo generosa: non si rifiutava mai di servire un cliente che non poteva pagare. Quindi il ristorante fallì nel giro di un anno.




Uno dei tanti servizi che spesso che viene dato per scontato negli Stati Uniti è il servizio postale. Quasi ogni giorno - indipendentemente dalla pioggia, dal sole o dalla pandemia - la gente riceve la posta. Ma il servizio postale non sarebbe mai stato nulla senza gli uomini e le donne che ci hanno lavorato, e fra queste una delle addette postali più amate della storia: "Stagecoach" Mary Fields, detta anche "Black Mary". Immaginiamo un'epoca in cui la posta non era solo inaffidabile e lenta, ma la sua consegna poteva anche essere estremamente pericolosa, specialmente nelle aree rurali. Come facevano a quei tempi i cittadini a ricevere la posta senza dover percorrere chilometri fino alla città più vicina o girarsi i pollici a casa sperando che il postino si facesse vedere?Grazie allo Star Route. L’assegnazione di un contratto per uno Star Route fu il modo in cui il servizio postale degli Stati Uniti appaltò i propri servizi di consegna della posta a singoli corrieri postali privati, che non erano dipendenti del Governo Federale. Il servizio postale assegnava i contratti di percorso al miglior offerente. "Stagecoach" Mary Fields fu uno di quei migliori offerenti alla fine del 19° secolo.
Mary Fields nacque schiava nel 1832: la sua data di nascita esatta è sconosciuta. Si crede che sia nata nella contea di Hickman, nel Tennessee, ma a causa della scarsa tenuta dei registri a quel tempo, il suo vero luogo di nascita è ancora aperto al dibattito. Come per molti afroamericani nati in schiavitù, la prima parte della sua vita è avvolta nel mistero. La storia della sua vita inizia a chiarirsi solo da quando fu liberata, dopo la Guerra Civile.





Dopo la sua emancipazione, Mary Fields, come molti altri schiavi appena liberati, si diresse a Nord. Dopo aver lavorato sui battelli a vapore sul fiume Mississippi, arrivò a Toledo, nell’Ohio. Mentre era lì, la Fields lavorò presso il Convento delle Orsoline del Sacro Cuore, sebbene non si unì al convento in senso spirituale.





La Fields gestiva la cucina e l’orto, oltre a occuparsi di lavare personalmente tutta la biancheria delle suore. Si ritiene che la monaca che assunse la Fields, Madre Amadeus, fosse parente degli ex-padroni della donna di colore. In seguito Madre Amadeus lasciò il convento e aprì una scuola nel Montana, e quando si ammalò, la Fields la seguì.





Una volta in Montana (all’epoca considerato parte del cosiddetto Wild West), iniziò a lavorare presso la Missione di San Pietro, utilizzando le stesse abilità maturate nel suo lavoro precedente. Sebbene alla Missione svolgesse gli stessi tipi di lavori a cui era abituata, non era una dipendente ufficiale, il che le permetteva di andare e venire a suo piacimento. Faceva vari lavori saltuari e passava il tempo che restava a bere nei saloon con gli uomini più rudi.




Le suore erano tutt’altro che contente delle abitudini della loro dipendente part-time. Alla fine la Fields fu licenziata a causa del suo comportamento stravagante e aggressivo, e per la sua propensione a fumare, bere e sparare. A quanto pare, il vescovo incaricato della Missione ne ebbe abbastanza di lei quando Mary e un lavorante del posto si spararono addosso a vicenda dopo una lite. Nonostante quella che sembrava essere una natura poco femminile, ci sono anche prove che la natura premurosa della Fields avrebbe potuto avere la meglio su di lei. Dopo essere stata sollevata dai suoi doveri alla Missione, sembra che Mary avesse cercato di aprire vari ristoranti, che fallirono tutti, presumibilmente a causa della sua incapacità di allontanare chiunque avesse fame ma non potesse pagare, come abbiamo detto prima. Quindi tornò a fare la lavandaia e altri lavori secondari per guadagnarsi da vivere fino.
Ma poi, nel 1895, a sessant’anni suonati, Mary decise di dare una svolta alla sua vita e divenne la seconda donna e la prima afroamericana a lavorare come postina negli Stati Uniti.






La Fields aveva infatti richiesto un contratto con il servizio postale degli Stati Uniti come Star Route Carrier. Secondo la leggenda ottenne il lavoro perché, fra i candidati, dimostrò di essere la più veloce ad attaccare sei cavalli alla diligenza. Con un’altezza impressionante di 6 piedi e un atteggiamento senza fronzoli, era una candidata ideale per questo lavoro. Alla Fields piacevano le sue pistole e portava sempre con sé fucile e revolver per proteggere se stessa e il suo carico mentre era in viaggio. La Fields in genere consegnava i pacchi di posta grazie all’aiuto dei suoi cavalli e di un mulo di nome Moses. Nelle giornate particolarmente brutte, la Fields era nota per infilarsi un paio di racchette da neve e portarsi il sacco a spallo per completare il percorso. La sua totale dedizione e affidabilità presto valsero a Fields un soprannome, che le rimase per sempre: Stagecoach Mary.





Come Star Carrier, il suo compito era quello di proteggere la posta da ladri e banditi sul percorso a lei assegnato e di garantire le consegne. Ritirava la posta dai treni e poi conduceva la sua diligenza su strade rocciose e accidentate, in mezzo alla neve e con il tempo più inclemente. E sebbene intimidisse i potenziali ladri con la sua stazza e il suo comportamento duro, fu amata dalla gente del posto, a Cascade, che elogiò la sua generosità e la sua gentilezza verso i bambini. Ben presto si guadagnò il rispetto per la sua capacità di consegnare rapidamente la posta, cosa di grande importanza per lo sviluppo del territorio del Montana. La sua dedizione e affidabilità sui percorsi più difficili e pericolosi le valsero l’ammirazione dei suoi compagni di viaggio e del pubblico. Per otto anni la Fields protesse e regolarmente consegnò la posta. Alla fine, intorno al 1903, con l’età avanzata, si ritirò e si stabilì a Cascade come unica residente afroamericana. La comunità si radunò per sostenerla, nonostante le occasionali liti con i vicini. I ristoratori locali le offrivano pasti gratuiti; i clienti abituali del saloon chiacchieravano con lei. A cascade gestiva una lavanderia, faceva da babysitter a tutti i bambini della città, andava alle partite di baseball (divenne la mascotte della squadra locale), fu amica di gran parte dei cittadini. Era ben nota e popolare nella sua città per il suo tiro preciso, il suo sigaro, il suo whisky, la sua gentilezza e la sua carità. Mary era l’eccezione alle regole e alle norme sociali di Cascade: quando fu approvata una legge che vietava alle donne di accedere ai saloon, il sindaco concesse a Mary un’eccezione e, poiché non conosceva la sua data di nascita, la città festeggiava il suo compleanno due volte all’anno. La Fields dimostrò che una donna poteva fare tutto ciò che un uomo poteva fare nei territori selvaggi oltre le Montagne Rocciose del Colorado.






Tra i suoi molti ammiratori c’era l’attore Gary Cooper (1901 – 1961), che l’aveva conosciuta quando era un ragazzino durante le visite a Cascade dal ranch della sua famiglia a Helena. E un resoconto dei suoi ricordi apparve sulla rivista "Ebony" nel 1959. Un altro fan era l’artista cowboy Charles M. Russell (1864 – 1926), che l’aveva inclusa in un disegno del 1897 realizzato a matita e china, A Quiet Day in Cascade, che mostrava (al centro, in basso) un maiale che mandava a terra la Fields e rovesciava il suo cesto di uova.





Un aneddoto risalente al periodo in cui Black Mary, settantaduenne, gestiva a Cascade una lavanderia, viene narrato dal sito internet "Black Cowboys". Mary era a bere al saloon e sentì che fuori passava un cliente che non le aveva pagato il conto, nonostante avesse ordinato amido extra per i polsini e il colletto della camicia; uscì fuori di corsa e, nonostante l'età, lo stese con un singolo colpo in faccia; l'uomo però non se la prese perché il pugno gli aveva fatto saltare via un dente marcio che avrebbe dovuto comunque far togliere dal dentista; Mary considerò il fatto di avere steso il cliente insolvente una soddisfazione maggiore del conto saldato; per Mary e il suo avversario ogni debito fu così pareggiato.
Fields era una donna orgogliosa e indipendente che non voleva mai essere un disturbo per i suoi amici e vicini. Quando si ammalò gravemente nel 1914, si trascinò in una zona alta ed erbosa fuori casa e si sdraiò in attesa di morire. I bambini che giocavano nella zona la trovarono, e fu portata al Columbus Hospital di Great Falls, dove morì di insufficienza epatica poco dopo, il 5 dicembre. Aveva 82 anni. I cittadini raccolsero i soldi per darle una degna sepoltura nella città che l’amava così tanto. Secondo quanto fu riferito, il suo funerale fu uno dei più grandi che Cascade abbia mai visto. Una semplice croce di legno segna la sua tomba nel cimitero di Hillside vicino a Cascade, situato ai piedi del tranquillo sentiero che conduce alla Missione di San Pietro.
A causa della scarsa documentazione e della tentazione di tingere di leggendario ogni avvenimento del Vecchio West, molti fatti sulla vita di Mary Fields sono ancora confusi, per noi storici. Ciò che è chiaro è che il suo personaggio, nella vita reale, era talmente straordinario da attirare molta attenzione.
Un resoconto dell'epoca approfondisce la questione del licenziamento di Mary dalla Missione.



Una volta un collaboratore della Missione di San Pietro affrontò Mary accusandola di guadagnare due dollari al mese in più di lui, nove dollari invece di sette, e le chiese perché pensasse di valere così tanti soldi, visto che era solo un'arrogante donna di colore. Il nome dell'accusatore, tipicamente orientale, era Yu Lum Duck. A peggiorare le cose, il tipo espresse quelle stesse lamentele in pubblico, in uno dei saloon locali dove Mary era cliente abituale, e si lamentò, seppur più educatamente, anche con il vescovo Filbus N.E. Berwanger stesso. Fu tutto inutile per lui. Questo fu più che sufficiente per far ribollire il sangue di Mary, e alla prima occasione i due si ritrovarono coinvolti in una sparatoria; quando Mary andò a sparare all’uomo mentre puliva la latrina, pensandfo cher stesse facendo i suoi bisogni, lo mancò. Il cinese rispose al fuoco e la battaglia iniziò. I proiettili volarono in ogni direzione finché i tamburi delle pistole non si scaricarono e fu versato del sangue. Nessuno dei due contendenti colpì l’altro con un tiro diretto, ma un proiettile sparato da Mary rimbalzò sul muro di pietra del convento e ha colpì l’uomo disperato nella natica sinistra, rovinando completamente i suoi nuovi pantaloni costatigli 1,85 dollari. Non solo: altri proiettili sparati da Mary passarono attraverso il bucato del vescovo, che era steso sul filo, aprendo buchi di ventilazione nelle sue mutande nelle due camicie bianche che si era fatto spedire da Boston solo la settimana prima. Cosa ci facesse il bucato del vescovo al convento non è chiaro. Questo fu abbastanza per il vescovo: licenziò Mary e diede un aumento all’uomo ferito!

Mary Fields non aveva bisogno di essere un mito per distinguersi dalla massa, ma non sembrava preoccuparsi troppo della sua reputazione. Banditi, attenti! Nel 1890, nel Montana, gli aspiranti ladri di posta non avevano alcuna possibilità contro Stagecoach Mary. La postina beveva forte ed era svelta a estrarre le sue due pistole; era vestita da uomo e aveva un cattivo carattere. Come prima donna afroamericana a portare la posta, si distinse sulle piste e diventò una leggenda del selvaggio West. Si diceva che avesse respinto un branco di lupi feroci con il suo fucile, che avesse il temperamento di un selvaggio orso grizzly e che fosse imbattibile in uno scontro a fuoco.

Indosso i pantaloni! Fumo un grosso sigaro nero! Bevo whisky! Porto un fucile e una rivoltella! Mi piace fumare e bere nei bar con gli uomini! Viaggio per il paese, guidando una diligenza, consegnando la posta in città lontane. Nessuno mi dice cosa fare! Nessuno mi dice dove andare! Mi piace essere rude e chiassosa! Mi piace anche essere amorevole e premurosa! Mi piace essere me stessa! Cosa vuoi di più dalla vita?

Questa era Mary Fields! Stagecoach Mary! Black Mary! Una donna nera, una ribelle del suo tempo, una vera leggenda Americana...









Wilson Vieira

N.B. Trovate i link alle altre puntate della Storia del West in Cronologie & Index e nella pagina dedicata!

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