martedì 17 giugno 2014

L'ATLANTE DI MISTER NO. "M", III PARTE: DA "MEREDITH, JAMES e MARGARET" A "MIGALE".

di Massimo Capalbo
Il nostro Atlante di Mister No - il più grande progetto bonelliano di Dime Web, certosina realizzazione di Massimo "Max" Capalbo e perennemente presente come link sulla homepage di Jerry Drake nel sito della Sergio Bonelli Editore - arriva alla terza parte della lettera M. L'Atlante e il suo successo hanno convinto Max e Dime Web a inaugurare altri due, curatissimi, dizionari bonelliani: Zagor Monsters e The Dark Side of Tex! Buona lettura! (s. c. & f. m.)


Dopo la partita Italia - Inghliterra del 14/15 giugno tutti conoscono Manaus...
Legenda

  • I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’Atlante.

  • I nomi dei personaggi cui è dedicata una voce sono indicati per cognome - ovviamente se questo è conosciuto (per esempio: AMARAL, STELIO; REMY, ANOUK). In alcuni casi, però, abbiamo optato per il soprannome (per es.: ESSE-ESSE invece che KRUGER, OTTO). Riguardo poi a personaggi come O BISPO ed EL LOCO, le voci a loro dedicate sono state inserite sotto l’iniziale del nome, invece che sotto l’iniziale dell’articolo: per es., EL LOCO, si trova alla lettera L di LOCO e non alla lettera E di EL (che in spagnolo è appunto un articolo e corrisponde al nostro IL).

  • I personaggi dalla doppia identità sono stati indicati con il nome della loro identità fittizia piuttosto che con il nome vero (ad es.: DEMONE ETRUSCO, GIUSTIZIERE DI BONAMPAK).

  • Quando i personaggi vengono citati in una voce che non è a loro dedicata, solo il cognome è scritto in neretto e stampatello, in modo da rimandare immediatamente alla lettera sotto la quale sono stati inseriti (per es.: nel testo della voce ANACONDA, il personaggio Daniel Murdock è citato come Daniel MURDOCK). L’unica eccezione a questa regola riguarda il protagonista della serie, il cui nome - attenzione: non il nome proprio Jerry Drake, ma appunto il soprannome MISTER NO - è sempre scritto in neretto e stampatello, tranne ovviamente quando è inserito nel titolo di un fumetto o di un libro (per es.: Mister No Index Illustrato, Mister No Riedizione If).

  • Per quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia alla memoria dei lettori in modo più efficace. Per esempio, la storia dei nn. 17-20 viene indicata con il titolo del n. 19, "Operazione Poseidon" perché esso è più rappresentativo, più calzante rispetto ad Agente segreto Zeta 3 e Tragica palude, che sono i titoli rispettivamente del n. 17 e del n. 19 (del tutto avulso poi il titolo del n. 20, Evasione!, visto che si riferisce alla storia successiva). 
Per le Note sui collegamenti ipertestuali e le Note sulle illustrazioni vedi la prima parte.

...ma Sergio Bonelli ci aveva fatto conoscere quella città fin dal 1975!
 



M (parte III)
MEREDITH, JAMES e MARGARET
MESSICO
MESSACANTATA, FRANKIE
MIGALE


MEREDITH, JAMES e MARGARET

Gli insospettabili assassini di Africa! (G. Nolitta e L. Mignacco [sog.&scen.] – L. Dell’Uomo [dis.], nn. 167-169). Rinomati antropologi (entrambi insegnano a Oxford), i coniugi Meredith – che vivono a Dandlè, il villaggio dei DAN (Costa d’Avorio) - vengono ricattati dal pittore John Aarko, che giunge sul posto assieme alla sua modella e compagna Etheria e ad altri occidentali, tra cui MISTER NO, il ricco appassionato d’arte Warren Wolfhart, la guida francese André Quemac.


Mister No n. 169, giugno 1989. Disegno di Diso


Anni prima, in Nuova Guinea, Aarko – all’epoca giovane studente di antropologia – era stato testimone, assieme a James, dell’omicidio compiuto da Margaret ai danni della collega Anne Harrison. Margaret aveva spinto costei da un burrone, riuscendo poi a convincere suo marito che si era trattato di un incidente. A sua volta, James aveva convinto Aarko - facendosi dare la sua parola - a mantenere il segreto. Ritornati in Inghilterra, i Meredith si erano presi il merito delle importanti scoperte fatte dalla Harrison, diventando ricchi e famosi. Aarko, invece, aveva deciso di abbandonare gli studi, rinnovando comunque a James la sua promessa riguardo a quanto accaduto in Nuova Guinea. Ritrovati, inaspettatamente e dopo tanto tempo, i Meredith a Dandlè, Aarko ci ripensa e minaccia di spifferare tutto se i due non gli daranno del denaro. Decisa a non sottostare al ricatto di Aarko, Margaret ordisce - con la complicità del marito e dell’avido Wubuà, figlio di Tamè, il fabbro-stregone del villaggio - un diabolico piano per eliminare il pittore. James dà appuntamento ad Aarko, nel cuore della notte, alle Rocche degli Schiavi, uno spettrale luogo dove si trovano tre imponenti torri di pietra sulle quali un tempo i DAN compivano sacrifici rituali. All’arrivo di Aarko, James spunta fuori all’improvviso con indosso una maschera sacra e un pesante costume. Aarko spara contro la spaventosa figura, ma non riesce a colpirla, e, in preda al panico, non si avvede di Wubuà, che da una delle torri gli scaglia addosso una pioggia di pietre, uccidendolo. La morte di Aarko, scoperta l’indomani, viene attribuita a una fantomatica società segreta DAN, che ha voluto punire il pittore: il giorno prima, infatti, Aarko aveva colpito, davanti a tutta la tribù, un indigeno che, indossando un’altra maschera sacra, impersonava lo spirito Kaglè.

Margareth Meredith e suo marito James - MNO 168, p. 28

L’omicidio di Etheria Aarko – MNO 168, p. 95


In realtà, è stato proprio questo episodio a fornire all’astuta Margaret l’idea di far mascherare il marito, in modo da indirizzare i sospetti sui DAN. La seconda vittima dei Meredith – che provvedono anche a distruggere la radio di Quemac e persino la loro, in modo da impedire al francese e agli altri bianchi di contattare il comando coloniale di Abidjan - è la moglie di Aarko, la bella Etheria. Disperata per la morte dell’amato John, Etheria ha accennato a un memoriale segreto lasciatole dal marito. Ciò mette in allarme i Meredith, che decidono di eliminare anche lei. Sempre mascherato e con le mani tinte per far credere di essere un indigeno, James strangola Etheria nella sua capanna, ma non trova nessun documento compromettente: in realtà, Aarko si era sì confidato con la moglie, ma non aveva lasciato nulla di scritto. Uscito dalla capanna, l’assassino incrocia MISTER NO e, senza che i DAN intervengano (per loro – come sa bene James - toccare una maschera sacra è tabù), lo colpisce più volte con un bastone, per poi sparire nella giungla. L’antropologo ha però commesso un errore che si rivelerà decisivo: ha infatti dimenticato di tingersi i piedi, dettaglio che la mente di MISTER NO ha registrato ma che il pilota stesso non riesce al momento a ricordare.


Mister No evita per un soffio il pugnale di Wubuà – MNO 169, p. 23

L’omicidio di Etheria e l’aggressione a MISTER NO rafforza in quest’ultimo e nei suoi compagni il sospetto che a colpire sia una società segreta DAN, sebbene Tamé si dica convinto del contrario. La notte successiva, MISTER NO e gli altri bianchi (compresi i Meredith) decidono di trasferirsi in un’unica capanna, in modo da potersi meglio difendere. Qualche ora dopo, però, il pilota, svegliatosi a causa di un incubo, nota che James non è nel suo letto. Udendo un grido improvviso, MISTER NO esce dalla capanna e vede che un individuo mascherato allo stesso modo del suo aggressore (ovviamente, il Nostro pensa che si tratti della medesima persona) sta assalendo con un pugnale l’antropologo. MISTER NO interviene in difesa di James e lotta con l’individuo mascherato, che a un certo punto sta per avere la meglio. A salvare il pilota è però lo stesso antropologo, che uccide – colpendolo alla schiena con una zappa – l’assalitore, il quale si rivela essere Wubuà. In realtà, l’antropologo – che dopo aver strangolato Etheria si era accorto di non essersi tinto le gambe - ha inscenato, in accordo con l’indigeno, la suddetta aggressione proprio per sviare i sospetti su di lui, e ha poi ucciso Wubuà per tappargli la bocca. Convinto di aver sistemato tutto, James spiega agli altri che Wubuà, infatuatosi di Etheria, ha ucciso Aarko per liberarsi di quello che riteneva un pericoloso rivale, e poi ha ammazzato la ragazza dopo aver tentato di violentarla. MISTER NO (che, nella lotta, è stato ferito alla testa da Wubuà) dice a James che la sua ricostruzione dei fatti non lo convince in pieno. Lasciato solo a riposare nella capanna, il pilota ripensa a tutta la faccenda, sforzandosi di capire cosa c’è che non quadra nella suddetta ricostruzione. All’improvviso, il particolare dimenticato riaffiora: l’uomo mascherato che lo aveva aggredito dopo l’omicidio di Etheria non poteva essere Wubuà, perché era un bianco.


La morte di James Meredith – MNO 169, p. 63
 

Riflettendo su alcuni strani comportamenti di Wolfhart, MISTER NO si convince che sia proprio lui l’assassino, e, per farlo cadere in trappola, riunisce nella capanna il miliardario e gli altri, raccontando loro che Aarko gli aveva confidato di aver scoperto importanti segreti riguardo a uno di loro e di averli raccolti in un memoriale che avrebbe poi nascosto in un luogo orrido e inaccessibile. Dicendo così, il pilota lascia intendere che Aarko si riferisse alle Rocche degli Schiavi. Qualche ora dopo, MISTER NO si reca sul posto e si arrampica sulla cima di una delle torri, sicuro che l’assassino farà la stessa cosa per cercare il fantomatico memoriale. Così infatti accade: il pilota sorprende l’uomo mascherato - che lui pensa sia appunto Wolfhart - e, puntandogli contro la pistola, gli spiega come è riuscito a scoprirlo. Quando MISTER NO sta per levargli la maschera, l’assassino lo colpisce con una violenta testata, facendogli saltare la pistola dalla mano. Tenta quindi di ucciderlo scagliandogli contro una grossa pietra, ma il pilota reagisce e fa precipitare il suo avversario dalla torre. Sceso a terra, il Nostro si avvicina all’assassino per scoprirgli il volto, ma proprio in quel momento arriva Wolfhart, il presunto colpevole. MISTER NO capisce di aver preso un colossale granchio, e - con sua grande sorpresa - scopre che dietro la maschera si nasconde in realtà James Meredith. Deciso a proteggere fino all’ultimo l’amatissima Margaret, l’antropologo – che è ormai in fin di vita – fornisce a MISTER NO una falsa versione dei fatti avvenuti in Nuova Guinea: racconta cioè di essere stato lui a uccidere accidentalmente Anne Harrison durante un litigio e di aver, all’insaputa di sua moglie, architettato il piano per eliminare Aarko ed Etheria.


Mister No afferra il polso di Margareth Meredith, evitando il proiettile – MNO 169, p. 76
 

Ritornato al villaggio, MISTER NO racconta tutta la storia a Margaret e agli agenti della polizia coloniale, giunti a Dandlè per arrestare Wolfhart, che si rivela essere un bancarottiere ricercato da anni. Sembra tutto finito, ma qualche ora più tardi, quando è ormai notte, Margaret chiede a MISTER NO di accompagnarla fuori dal villaggio. Senza che il Nostro se ne accorga, l’antropologa si ferma vicino a uno strapiombo che dà su un fiume pieno di coccodrilli. Margaret chiede al pilota cosa di preciso gli ha raccontato James riguardo a quanto accaduto in Nuova Guinea, e MISTER NO, a un certo punto, le domanda come mai non avesse riconosciuto Aarko quando questi giunse al villaggio. Vistasi smascherata, Margaret estrae una pistola e racconta al Nostro l’autentica versione dei fatti, rivelando appunto di essere stata lei ad aver ucciso la Harrison perché costei intralciava la sua carriera. L’antropologa intende uccidere il pilota e poi gettare il suo corpo dallo strapiombo, ma un attimo prima che spari, MISTER NO, con uno scatto felino, le afferra il polso, evitando il proiettile e costringendola a mollare la pistola. Sbilanciata dal pilota, Margaret precipita dal burrone; MISTER NO pensa che la donna sia morta, ma all’improvviso si sente chiamare e, sporgendosi, vede che l’antropologa è riuscita ad aggrapparsi a una radice. Non senza qualche rischio, MISTER NO salva Margaret, e - dopo averle dato un meritato schiaffo perché essa lo ringrazia come se nulla fosse (Ti ho salvata perché l’avrei fatto per chiunque… - le dice il pilota - e non voglio nessun tipo di ringraziamento da te!) - la riporta al villaggio per consegnarla ai poliziotti.

Una maschera sacra dei Dan

 
Caratterizzati efficacemente da Mignacco (che ha scritto gran parte della storia), i coniugi Meredith sono tra i più subdoli villains apparsi nella trasferta africana. Senza dubbio azzeccata l’idea dello sceneggiatore ligure – coadiuvato da un bravissimo Luca Dell’Uomo - di trasformare due stimati docenti oxfordiani in spietati assassini. Tra James e Margaret, è soprattutto quest’ultima a farsi ricordare, e ciò per via della sua assoluta mancanza di scrupoli e della sua astuzia diabolica. Ha proprio ragione MISTER NO a definirla, nel finale, un demonio.


MESSACANTATA, FRANKIE

Al secolo Frankie Nigro, Messacantata compare in C’era una volta a New York (M. Colombo [sog.&scen.] – G. Bruzzo [dis.], Mister No Maxi n. 2) ed è un ex killer della MAFIA italoamericana (è stato addirittura il sicario di fiducia di Al Capone) che, una volta ritiratosi dalla professione, è diventato il boss dell’Upper West Side di Manhattan. Il pittoresco nomignolo gli deriva da una sua curiosa abitudine: Ogni volta che ammazzava qualcuno, - racconta MISTER NO all’amico Harvey FENNER - faceva dire una messa per in sua memoria nella chiesa del quartiere del povero disgraziato di turno!. Elegantissimo e sempre con la battuta pronta, Frankie è giustamente temuto, essendo una vera e propria macchina di morte: affiancato in un primo tempo dai micidiali gemelli Domenico e Sabatino, e poi, morti costoro, dagli altrettanto micidiali Nick e Nickie (anche loro gemelli), egli fa strage dei suoi avversari, riuscendo persino a vincere la guerra con il cosiddetto Comitato, l’assemblea dei capifamiglia mafiosi di NEW YORK.


Maxi Mister No n. 2, luglio 1999. Disegno di Diso


Benché sia un gangster sanguinario, Frankie è comunque dotato, a differenza di altri criminali che compaiono nella storia, di un proprio codice d’onore. Lo vediamo, ad esempio, punire duramente il bottegaio Fortunato Masone, marito e padre violento, e gli anziani coniugi Melvin, proprietari di un drugstore ma soprattutto spietati strozzini. Quando poi Masone - esasperato per i continui furti ai suoi danni compiuti da un amico del piccolo Jerry Drake, il nero Pete Dubois – uccide quest’ultimo (che ha soli nove anni) senza nemmeno venire arrestato, Frankie gli incendia il negozio, mandandolo completamente in rovina. Oltre a punire chi, come i succitati personaggi e il malvagio Raphe JENKINS, se la prende con i più deboli, Messacantata nutre un profondo disprezzo per i vigliacchi: significativo, in questo senso, l’episodio che racconta nel suo ristorante, il Frankie’s Kitchen, al nostro Jerry e che riguarda un suo acerrimo nemico, il killer noto come Mister Zanzara. Costui, molti anni prima in Sicilia – quando lui e Frankie erano ancora dei ragazzini -, aveva rubato due galline in una fattoria, ma era stato inseguito e raggiunto dal proprietario (armato di fucile), e, preso dalla paura, si era messo a piangere, dicendo all’uomo che era stato il suo compare (Frankie, appunto) a costringerlo a rubare, e inoltre avvertendolo che questi lo stava per colpire alle spalle. Pensando si trattasse di un bluff, il fattore non si era voltato, e Frankie lo aveva ucciso con un sassata. Nonostante Carmine (questo il nome del futuro Mister Zanzara) gli avesse chiesto perdono, Frankie lo aveva picchiato con le stesse galline, urlandogli ripetutamente vigliacco!. Divenuto nel corso degli anni un implacabile sicario, Carmine non ha ancora dimenticato l’umiliazione subita quel giorno, e, desideroso di vendicarsi, sfida a duello Messacantata. La sfida - che ha luogo al porto, di notte - si conclude con il ferimento di Frankie e la morte di Zanzara, centrato al cuore dal proiettile del suo avversario. Vi assiste anche Jerry, anzi: è proprio lui che, suonando la campanella del molo, dà il via al duello. 

Un primissimo piano di Frankie Messacantata – MNO Maxi n. 2, p. 112

Messacantata e il piccolo Jerry – MNO Maxi n. 2, p. 54

 
Il rapporto tra Frankie e Jerry costituisce di sicuro il principale punto di forza della storia. Grazie al timore e al rispetto di cui è circondato, e al fatto di essere - a modo suo - una sorta di moderno Robin Hood, Frankie diventa l’incontrastato idolo di Jerry, che vede in lui un modello da imitare. Ma c’è di più: come scrive Giampiero Belardinelli nel Mister No Index Albi Fuori Serie 1 (Paolo Ferriani editore, Inverno 2005-2006) –, agli occhi del giovane Jerry, Frankie assume idealmente il ruolo del padre. La mancanza del genitore (arruolatosi in Spagna nelle famose Brigate Internazionali, nda) si fa sentire nella vita del ragazzino, in cerca di una figura che, in un mondo popolato da infami e traditori, gli infonda sicurezza. Frankie, da parte sua, si affeziona subito a Jerry e, sebbene lo utilizzi come corriere (il Nostro deve consegnare, una volta alla settimana, una busta piena di soldi a un altro mafioso) e – in una memorabile sequenza - lo metta pure alla prova per verificare se ha la stoffa del gangster (vedi TRENO KOWALSKI), lo vuole tenere lontano da un mondo di violenza e di morte da cui egli stesso, se pur volesse, non riuscirebbe ormai a tirarsi fuori. Significative, in questo senso, le parole che rivolge al suo figlioccio prima di morire: Devi…devi promettermi…una cosa…non fare mai questo mestiere, Jerry…promettilo… …Hai visto… come si finisce?... E’ uno schifo…non… buttare via la tua vita… promettilo… . Jerry glielo promette, e Frankie si congeda da lui con un ironico addio: Ora scusami, ma devo andare…ho un appuntamento con Satana…dicono che è molto svelto… io non… ci…credo… .

Messacantata e i suoi micidiali guardaspalle, i gemelli Nick e Nickie - MNO Maxi n. 2, p. 183

Jerry piange la morte di Frankie - MNO Maxi n. 2, p. 283

Curiosità: Il titolo della storia nonché l’ambientazione rimandano chiaramente al film C’era una volta in America (Sergio Leone, 1982), ma una delle principali fonti ispiratrici della trama è un’altra famosa pellicola che parla di gangster newyorkesi: Bronx (Robert De Niro, 1993). Lo speciale rapporto tra Messacantata e Jerry è infatti modellato su quello tra i due protagonisti del suddetto film, il boss Sonny LoSpecchio (Chazz Palminteri) e il piccolo Calogero C Anello (Francis Capra da bambino, Lillo Brancato da grande). Anche la beffarda morte di Frankie, colpito alle spalle da uno scarafaggio come Masone (ucciso a propria volta dal boss) dopo averla spuntata su nemici ben più temibili, richiama quella di LoSpecchio, pure lui colpito a tradimento. Per quanto riguarda invece la caratterizzazione grafica di Frankie, il suo volto – come scrive sempre Belardinelli nel Mister No Index, citando le parole di Paolo Ottolina nella scheda pubblicata sul sito uBC Fumetti è un misto fra un Christopher Walken con labbro leporino e il Jack Nicholson imbellettato da Joker. Nella storia non poteva mancare poi un riferimento al più celebre film sulla mafia di sempre, ovvero Il Padrino (Francis Ford Coppola, 1972). Uno degli avversari di Frankie, il grasso Gino Sollozzo, ha lo stesso cognome di uno dei nemici della famiglia Corleone. Per altri riferimenti cinematografici di C’era una volta a New York, rimandiamo alla voce TRENO KOWALSKI.


Locandina originale del film Bronx (Robert De Niro, 1993)


MESSICO 

Sono ben nove le storie ambientate – molte per intero, alcune solo in parte – nella patria degli antichi Aztechi (che chiamavano loro stessi Mexica, da cui il nome del Paese). La prima di esse, che si svolge tra Acapulco e Oaxaca, ha un titolo molto esplicito, Bienvenido a Mexico! (G. Nolitta [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 37-40), e vede il pilota coinvolto, dal gangster TANGO MARTINEZ (alla sua seconda e purtroppo ultima apparizione), in una faccenda intricata e pericolosa che riguarda una preziosa valigetta. Tra i momenti migliori della storia, vale la pena di citare: la sequenza della Quebrada, che culmina con l’omicidio del giovane clavadista (tuffatore) Felipe Castillo; tutta la parte ambientata durante la pittoresca Fiesta de los Muertos di Oaxaca, dove Nolitta passa con grande abilità dall’ umorismo (si pensi alla scena in cui MISTER NO compra una calavera di marzapane, cioè un dolcetto a forma di teschio, ma non ha il coraggio di addentarlo e alla fine lo offre a un ragazzino) al dramma (l’uccisione di Humberto Torres, aggredito assieme al pilota da una banda di malviventi mascherati che fa capo a Felipe Ugarte, acerrimo nemico di TANGO); la scena, ambientata tra le suggestive rovine di Monte Albán, in cui MISTER NO, arrestato e ammanettato dal tenente Gallego (che lo crede complice di TANGO), riesce a capovolgere la situazione a suo favore. Dapprima il pilota distrae il poliziotto - lanciandogli contro, con un veloce movimento della gamba, un grosso scorpione che si stava arrampicando sul suo stivale -, poi lo disarma con un calcio e gli stringe le manette al collo. Gallego teme che MISTER NO intenda ucciderlo, ma il pilota si ritrae, convincendo in tal modo il poliziotto che di uno come lui si può fidare. Gallego, infatti, gli toglie le manette e accetta la sua collaborazione. Pur essendo un personaggio ben caratterizzato, il tenente messicano – che porta sempre, persino di notte, gli occhiali da sole – non si fa particolarmente ricordare, a differenza della spericolata aviatrice Deborah WINTER (qui alla sua prima apparizione), una delle più sexy e simpatiche donne misternoiane, e del terribile Buclecito (in spagnolo: Ricciolino), un possente campione di lotta libera che lavora al servizio di TANGO. Nel finale della storia, Buclecito massacra di botte MISTER NO e si scatena anche contro Gallego e i suoi uomini, uno dei quali è costretto a ucciderlo, sparandogli tre colpi di pistola. 


Mister No n. 38, luglio 1978. Disegno di Ferri

La Quebrada di Acapulco

 
MISTER NO ritorna in Messico ne Il giustiziere di Bonampak (G. Nolitta [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 148-152), nel finale de I mercenari (A. Castelli [sog.&scen.] – F. Civitelli [dis.], nn. 65-67) e ne Il mistero della mappa (A. Ongaro [sog.&scen.] – R. Della Monica [dis.], nn. 162-164): della prima, che uscì in edicola quasi dieci anni dopo Bienvenido a Mexico!, abbiamo già parlato a sufficienza (vedi CHICLEROS, GIUSTIZIEREDI BONAMPAK, MAYA); riguardo invece alla seconda e alla terza, rimandiamo rispettivamente alle voci CONNELY, colonnello WILLIAM e YUCATAN. Sempre in terra messicana sono ambientate tre interessanti storie consecutive che fanno parte del nuovo corso della serie: Fuga dall’inferno (L. Mignacco [sog.&scen.] – A. Bignamini [dis.], n. 246); Il segreto della cripta (S. Marzorati [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto [dis.], n. 247); Uno straniero a Redención (L. Mignacco/M. Colombo [sog.&scen.] – F. Valdambrini/R. Diso [dis.], nn. 248-249). A dire il vero, ci sarebbe anche Frontiera (M. Masiero e M. Colombo [sog.&scen.] – G. Bruzzo [dis.], n. 250), ma poiché gran parte dell’avventura si svolge in Texas, ci occuperemo di essa nella voce STATI UNITI. Il primo episodio del succitato terzetto ha luogo nella prigione di Todos Los Angeles, dove MISTER NO si fa rinchiudere, sotto falsa identità, per compiere una delicata missione affidatagli da HIDEN.


Mister No alla Fiesta de los Muertos di Oaxaca – MNO 39, p. 23


Mister No n. 40, settembre 1978. Disegno di Ferri.


Come tutte le storie carcerarie, Fuga dall’inferno è un’avventura cruda e violenta: basti solo pensare alla sequenza in cui il capo delle guardie, il colonnello Tuzco, viene bruciato vivo dagli scagnozzi di El Rey (il boss della prigione), i quali gli rovesciano addosso dei bicchieri pieni di alcool e gli danno fuoco. Più cruda ancora è la storia successiva, ambientata a Hermanas (una cittadina a pochi chilometri dal confine con gli STATI UNITI) e caratterizzata, tra le altre cose, dalla presenza di un misterioso corvo, che segue come un’ombra i personaggi, MISTER NO compreso. Il pilota - accompagnato a Hermanas da un bizzarro impresario di pompe funebri, Charlie Pickens - trova subito lavoro nel cimitero locale, nella cui cripta sono conservate ben centoventicinque mummie (le più famose mummie di tutto il Messico), mostrate con orgoglio a una coppia di turisti americani – Robert e Sarah Brennan - dal custode, un simpatico vecchio di nome Enrique. MISTER NO ignora che il suddetto Pickens sia un criminale psicopatico, giunto nella cittadina messicana per recuperare il bottino di una rapina da lui compiuta un anno prima nel Museo Archeologico di Città del Messico, assieme a quattro complici: Jack Torrance, Smiley, Larry e Danny Boy Halloran. Nella fuga, Torrance era stato ferito gravemente da un poliziotto, e Pickens, fermatosi a Hermanas con gli altri, aveva lasciato credere a costoro che il loro socio fosse già morto e aveva usato il suo corpo per nascondere il bottino. Il povero Torrance era stato quindi sventrato dal sadico Charlie e imbottito di gioielli. Poi, Pickens e i restanti tre avevano affidato il cadavere al già menzionato Enrique, e, divisa in quattro la ricevuta del contratto di sepoltura, avevano attraversato il confine, con la promessa di ritrovarsi un anno dopo a Hermanas per spartirsi il malloppo. Pickens però, intenzionato a impossessarsi di tutto il bottino, aveva deciso di sbarazzarsi dei suoi soci: pertanto, aveva eliminato Larry e Smiley e tentato di fare altrettanto con Danny Boy. Quest’ultimo era stato prima sfregiato dall’ex complice, poi legato a un’auto, che Pickens aveva fatto infine precipitare da un burrone. Trascorso un anno, Pickens ritorna appunto a Hermanas per riprendersi i gioielli, ma non sa che Danny Boy si è miracolosamente salvato e si trova sul posto anche lui, desideroso di vendicarsi e di impadronirsi della refurtiva.

Mister No lancia contro Gallego un pericoloso scorpione – MNO 40, p. 5

Le rovine di Monte Albán

 
Giunto al cimitero, Pickens trova però la fossa vuota: Enrique infatti, notata la cicatrice sul cadavere di Torrance, ha scoperto da tempo i gioielli e ne ha fatto dono alle sue mummie preferite – due donne e un ufficiale con tanto di divisa e sciabola - conservate in una stanza segreta della cripta. Pickens, allora, tortura Enrique per farlo parlare, ma il vecchio non gli rivela nulla, e il criminale, sventrate invano alcune mummie della cripta, si convince che Robert Brennan e sua moglie (che alloggiano nel suo stesso albergo) sappiano qualcosa. Mentre Pickens si dirige verso l’albergo, MISTER NO trova in fin di vita Enrique, il quale, prima di spirare, gli fa il nome del suo torturatore e gli rivela dove si trova la stanza segreta in cui ha nascosto i gioielli. Scoperta la suddetta stanza (in cui Enrique aveva traslato anche la mummia di Torrance), il pilota corre all’albergo e salva Sarah da Pickens, che, dopo aver ucciso Robert, si apprestava a seviziare la donna. Pickens fugge a bordo del suo carro funebre, ma MISTER NO lo insegue con l’auto dei Brennan e riesce a mandarlo fuori strada e a farlo schiantare contro una roccia. Convinto che Pickens sia morto (la sua auto ha preso fuoco ed egli vi è rimasto intrappolato), il pilota ritorna nella cripta e scopre che Sarah è stata presa in ostaggio da Danny Boy, che vuole a ogni costo sapere dal Nostro dove si trovano i gioielli. MISTER NO non esita a rivelarglielo e Danny Boy libera Sarah ed entra, assieme a lei e al pilota, nella stanza segreta. Sembra tutto finito, ma all’improvviso, alle spalle di Danny Boy, spunta il redivivo Pickens, il quale sgozza l’ex complice. Ancora più folle di prima e con l’intero corpo orribilmente ustionato, Pickens minaccia MISTER NO e Sarah con il fucile che ha preso a Danny Boy, quindi infila una mano nel ventre della mummia di Torrance, ignaro però che vi hanno fatto la tana degli scorpioni. Uno di essi punge Pickens, e MISTER NO, approfittando dell’attimo di smarrimento del suo avversario, afferra la sciabola dell’ufficiale e uccide il criminale, passandolo da parte a parte. Il pilota e Sarah escono dalla cripta (dove le mummie di Pickens e Danny Boy andranno ad aggiungersi alle altre) e vedono il corvo librarsi in volo e abbandonare per sempre il cimitero. Nell’epilogo della storia, vediamo che Sarah, tornata negli STATI UNITI, scrive una lettera a MISTER NO (che questi però non leggera mai) dove dice di aver scoperto, consultando i libri di folklore del marito, il mistero del corvo: […] Secondo una vecchia leggenda, quando qualcuno muore un corvo porta la sua anima nell’aldilà… ma a volte accadono cose talmente orribili che l’anima non può riposare in pace… e allora il corvo la riporta indietro, perché rimetta le cose a posto… beh, io credo che quando Pickens è morto, quella notte, l’anima di Torrance abbia finalmente trovato pace […]. 

Il possente Buclecito massacra di botte Mister No – MNO 40, p. 37


Mister No n. 246, novembre 1995. Disegno di Diso.


 
Se Il segreto della cripta è un tripudio di infilzamenti, sventramenti, gole sgozzate e denti strappati di crudo, l’ultimo episodio del terzetto - Uno straniero a Redención – è invece un susseguirsi di pestaggi, pistolettate in piena faccia, teste mozzate, esplosioni e mitragliamenti (vedi anche ISHIKAWA). Questa storia presenta non pochi elementi degni di nota, a cominciare proprio da Redención, la Shangri-la del crimine, una città dove qualsiasi gangster o semplice fuorilegge può trovare rifugio, a patto però di potersi pagare la permanenza. Redención – come racconta il rapinatore Carter McDonald a MISTER NO – è divisa in due: da una parte, il quartiere ricco, dove vivono i criminali che possiedono una rendita fissa; dall’altra, un mucchio di miserabili casupole dove invece abitano i morti viventi, cioè quei criminali che, proprio come Carter, sono finiti in disgrazia. Lo spietato El Jefe - un vecchio paralitico che è il padrone assoluto di Redención - non permette a nessuno dei morti viventi di lasciare la città, e se qualcuno di essi riesce a fuggire, gli sguinzaglia dietro i suoi sgherri, comandati dal figlio Diego. Folle quanto sadico, Diego è disprezzato da El Jefe, che è invece molto attaccato alla sua badante Helga, donna cinica e astuta. I tre succitati villains sono senza dubbio figure interessanti, così come Mundo e il Doctor: il primo, autista e guardaspalle di Diego, è un colosso dal cervello poco sviluppato; il secondo, medico personale di El Jefe, si diverte a seviziare, nel suo ambulatorio, i nemici dell’anziano signorotto. Tutti i cattivi finora citati fanno una brutta fine: Mundo tenta di strozzare MISTER NO – che ha ferito gravemente Diego - ma viene ucciso da Barrett WHITAKER; Helga viene ammazzata da Diego (che trama contro suo padre per prenderne il posto), dopo aver tentato a sua volta di eliminarlo; il Doctor, che è in combutta con Diego, cerca di far fuori El Jefe, ma è ferito da quest’ultimo e ucciso da ISHIKAWA, giunto a Redención per liberare il Nostro; infine, El Jefe e Diego si ammazzano a vicenda.
L’ultima storia (parzialmente) messicana di MISTER NO è Una foto che scotta (M. Masiero [sog.&scen.] – A. Bignamini [dis.], nn. 322-323), dove il pilota ritorna, assieme a ESSE-ESSE, ad Acapulco per togliere dai guai l’amico Phil MULLIGAN, alla cui voce rimandiamo.

La terribile fine del colonnello Tuzco – MNO 246, p. 76

Mister No n. 247, dicembre 1995. Disegno di Diso.

L’inquietante Pickens sgozza Danny Boy Halloran – MNO 247, p. 92

Curiosità: La copertina del n. 40, Il re del ring, mostra MISTER NO nelle grinfie di un lottatore per nulla somigliante a Buclecito. Probabilmente, Nolitta aveva dato a Ferri indicazioni generiche riguardo all’avversario del pilota, e il disegnatore ligure pensò forse d’ispirarsi a qualche wrestler dell’epoca. Passando alla trilogia messicana del nuovo corso, vale la pena di segnalare le citazioni presenti nelle prime due storie. In Fuga dall’inferno, la sequenza della morte del colonnello Tuzco cita chiaramente la scena – contenuta nel famoso film con Daniel Day Lewis Nel nome del padre (Jim Sheridan, 1993) – in cui il detenuto Joe McAndrew (Don Baker), uno spietato terrorista dell’IRA, dà fuoco al capo delle guardie Barker (John Benfield). Ne Il segreto della cripta, invece, Marzorati ha omaggiato il celebre horror Shining (Stanley Kubrick, 1980) nei seguenti modi: il rapinatore nel cui cadavere sono stati nascosti i gioielli porta lo stesso nome – Jack Torrance - del protagonista negativo del film (tratto dall’omonimo romanzo [1977] di Stephen King), il folle scrittore interpretato da Jack Nicholson; il nome dell’altro ex socio di Charlie Pickens, Danny Boy Halloran, richiama sia Danny Torrance (Danny Lloyd), il figlioletto di Jack, sia il personaggio del cuoco nero che viene ucciso dallo scrittore, Dick Halloran (Scatman Crothers). Quanto al feroce Pickens, la scritta The last of the independents che campeggia sul suo carro funebre, sotto il suo nome, è - nel film Chi ucciderà Charley Varrick (Don Siegel, 1973) - il motto della società del protagonista (il simpatico rapinatore interpretato da Walter Matthau) e avrebbe dovuto essere, in origine, il titolo della pellicola. The last of the independents è, inoltre, il titolo di una canzone del famoso chitarrista e cantante irlandese Rory Gallagher, che pare si sia ispirato proprio al film di Siegel. Visto che sia Charley Varrick sia Il segreto della cripta parlano di rapine e malloppi contesi, e tenendo conto della nota passione di Marzorati per la musica rock, crediamo che lo sceneggiatore abbia voluto omaggiare Siegel e Gallagher allo stesso tempo. Anche nella parte messicana di Una foto che scotta troviamo una palese citazione cinematografica: sul n. 322, nella terza vignetta di p. 58, Bignamini ha disegnato la sinistra casa (scalinata compresa) di Norman Bates, l’assassino di Psyco (Alfred Hitchcock, 1960), a cui ha dato il volto Anthony Perkins.


Mister No n. 249, febbraio 1996. Disegno di Diso.

El Jefe e suo figlio Diego si ammazzano a vicenda – MNO 249, p. 91

Panorama di Acapulco



MIGALE

Le migali sono grossi e velenosi ragni (chiamati comunemente, ma in modo improprio, tarantole) diffusi in tutte le regioni tropicali e subtropicali del pianeta. In AMAZZONIA vivono le migali di maggiori dimensioni, che i brasiliani chiamano caranguejeiras. Questi impressionanti ragni – che possono superare, a zampe aperte, i trenta centimetri di lunghezza - compaiono più volte nella saga misternoiana, ma sono soltanto tre le storie in cui la loro presenza è degna di nota: Rio Negro (G. Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], nn. 12-15), Amazzonia mon amour (G. Nolitta [sog.&scen.] – Diso [dis.], ), L’ultima frontiera (M. Masiero [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto [dis.], n. 295). Nella prima, MISTER NO, a bordo dell’imbarcazione di Capitão VEGA, uccide con la sua pistola una migale che stava pericolosamente avvicinandosi all’archeologa Patricia ROWLAND.


Mister No n. 13, giugno 1976. Disegno di Ferri


Si tratta di una scena molto divertente, perché Patricia, prima dell’apparizione del ragno, aveva ironizzato sui presunti pericoli dell’AMAZZONIA: […] Sarebbe questo il terribile Inferno Verde? Ah! Ah! Ah! Mi sembra di fare una gita sul laghetto di Central Park. Quando poi la donna, spaventata, chiede a MISTER NO cosa sia la bestiaccia che questi ha ucciso, il pilota, con impagabile ironia, risponde: Soltanto una migale, detta anche vedova nera. La sua puntura può far secco un uomo nel volgere di pochi minuti. Niente di straordinario, comunque: immagino che incontri di questo genere capitino tutti i giorni anche al Central Park. Oltre a sfottere Patricia per la sua presunzione, MISTER NO si diverte a impressionarla ancora di più, esagerando la pericolosità della migale: in effetti, non solo questa non ha nulla a che vedere con la vedova nera (che, sebbene molto più piccola, possiede un veleno assai più potente), ma il suo morso, benché doloroso, non è letale per gli esseri umani. Anche la migale di Amazzonia mon amour dà luogo a una divertente sequenza, per certi versi simile a quella di Rio Negro. In essa, il ragno sta per avvicinarsi alla mano di mister Davis, il cliente newyorkese di MISTER NO. Quest’ultimo, però, dopo aver gridato a Davis di stare immobile, afferra rapidamente il suo pugnale e lo lancia contro la migale, centrandola in pieno. Stava per mordermi… per avvelenarmi… mi avrebbe ucciso… ucciso!, esclama lo spaventato turista. Chissà… forse… - dice MISTER NOma intanto, quel che è certo è che invece di mordere voi, sarà morsa dal nostro Mawe [un indio Arara che si trova assieme ai due, nda], che se la farà subito arrosto. Davis rimane esterrefatto: Co…cosa? Lui… lui si mangerà questo… questo schifosissimo ragno?. E MISTER NO: Naturalmente! Purtroppo la giungla amazzonica non offre molte scelte gastronomiche a coloro che ci vivono… …e poi, mister Davis, voi non vi mangiate golosamente aragoste, granchi e polipi? Davis risponde: Beh, sì… certo. Tutti i sabato sera al “Seafood Bar” sotto casa mia!. E il pilota: …E allora? Non vorrete dirmi che l’aspetto di tutti quei mostriciattoli marini sia meno schifoso di quello di questa caranguejeira. Detto ciò, MISTER NO offre il ragno a Mawe, che sorride e lo ringrazia. 


Mister No uccide la migale avvicinatasi a Patricia Rowland – MNO 13

Mister Davis osserva la grossa migale uccisa dal pilota – Storie avventurose (Comic Art 1995) n. 96, p. 28

 
La suddetta scena viene citata da Masiero ne L’ultima frontiera, storia in cui il Nostro narra al figlio dell’amico Phil MULLIGAN gli inizi della sua esperienza in AMAZZONIA. Stavolta, pertanto, è il pilota – ancora poco a suo agio nella giungla - a venire salvato da una migale. A farlo è il russo ZAR, esperta guida amazzonica, il quale, davanti a un inorridito MISTER NO, offre il ragno all’indio Guaranay, che lo arrostisce e se lo mangia.
Curiosità: La spassosa disavventura di mister Davis in Amazzonia mon amour (ma nella storia gliene capitano diverse altre) è stata quasi certamente ispirata a Sergio Bonelli da quanto realmente accadutogli nella selva venezuelana. E’ lui stesso che racconta l’episodio a p. 30 di Ciao Amazzonia, volumetto allegato al quarto Speciale Mister No: Una volta, sul rio Mavaca, me ne stavo appisolato all’ombra di un tapirì (una tettoia di rami e frasche usata dagli indios per ripararsi dalla pioggia e dal sole, nda) quando mi cadde in grembo un grosso oggetto scuro. Era una caranguejeira, un ragno nero e peloso grosso come una mano (per intenderci, non la mia mano, da peso medio, ma piuttosto quella di un peso massimo come Mike Tyson). Schizzai via gridando frasi irripetibili. Un indio della mia spedizione, accorso, uccise il ragno, poi, con voce allegra, chiamò un amico. Allibito, compresi che si trattava di un invito a cena. I due arrostirono il ragno, se lo spartirono, e lo mangiarono con gusto.


Davanti a un inorridito Mister No, l’indio Guaranay mangia una migale – MNO 295, p. 65

Il ragno golia dell’Amazzonia, la più grande migale vivente


Massimo Capalbo


N.B. trovate i link alle altre lettere dell'Atlante di Mister No sulla pagina della Bussola!

4 commenti:

  1. Una scherzosa curiosità: ma questi post incredibili, sono scritti da Max Capalbo, o da Max Caparbio?!

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  2. Caro Frank Wool,
    la seconda che hai detto. :-)

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  3. Bella avventura thriller "Bienvenido a Mexico" che contiene anche quel gioiellino che è la gara aerea. Ho scoperto che all' epoca del referendum dell' 81 venne votata tra le meno riuscite! Pazzesco! Si, proprio simpatica Deborah! ^^ Grande anche Tango Martinez! Chissà pertché poi non è più riapparso! Boh!

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  4. In realtà, Tango è riapparso nel n. 67 ("Requiem per un soldato"), ma solo in un cammeo costituito da un'unica vignetta.
    Pur non amando particolarmente "Binevenido a Mexico", ritengo che la Tango e la bella Deborah siano due personaggi molto azzeccati. Anche a me, quindi, avrebbe fatto piacere rivedere il malavitoso messicano.

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