di Massimo Capalbo
PER LE ALTRE VOCI RICCORRETE ALLA BUSSOLA!
Quando ci è stato proposto da Massimo "Max" Capalbo un Atlante di Mister No da pubblicare a puntate su Dime Web abbiamo subito accettato con entusiasmo! Come leggerete nel corso dei prossimi mesi, lettera dopo lettera, si tratta di un'opera nuova, diversa da ben noti index e cronologie, davvero profonda e sentita, precisa e puntuale, ben strutturata, documentata e illustrata. D'ora in poi L'Atlante - una volta completato - servirà da indispensabile e imprescindibile "navigatore" per tutti coloro che - appassionati, lettori e studiosi del fumetto - vorranno orientarsi nell'universo di Jerry Drake... senza il rischio di perdere le tracce del giaguaro nella giungla o la rotta del Piper nei cieli del mondo! (s.c. & f.m.)
Prima di metterci in viaggio....
Jerry Drake alias Mister No, lo scanzonato pilota nato nel 1975 dalla fantasia di Guido Nolitta - nom de plume del compianto Sergio Bonelli - ha avuto una notevole importanza nella storia del fumetto italiano.
E’ stato infatti Mister No – scriveva Gianni Brunoro su Dime Press n. 10 (1995) – a costituire nel 1975 […] il significativo giro di boa che avrebbe un po’ alla volta saldato due itinerari creativi, a quel tempo lontani: il fumetto popolare e il fumetto d’autore, concetti ormai così superati che quasi se né è perso il ricordo.
In effetti, fin dalle primissime storie, Mister No si differenzia in maniera netta dai personaggi popolari dell’epoca, rivelandosi una figura molto trasgressiva: il nostro Jerry Drake, infatti, si ubriaca spesso e volentieri, vive alla giornata, ha un rapporto assai disinvolto con le donne, non disdegna la compagnia di prostituite e balordi, non si prefigge nessuna missione da compiere, anzi: se potesse, se ne starebbe tutto il giorno a oziare nella sua Manaus. Insomma: Mister No è un eroe suo malgrado, controvoglia; un antieroe, per l’appunto. L’importanza del personaggio è legata anche a un’altra ragione, ovvero alla grande ventata di novità che esso ha introdotto nel fumetto di casa Bonelli. Fino ad allora, le serie bonelliane erano di genere western, o comunque – si pensi a Zagor (vedi anche Una storia da copertina, dove Dime Web tratta dell'omaggio zagoriano a Mister No) e al Comandante Mark - erano ambientate negli Stati Uniti del diciannovesimo secolo. Mister No, invece, vive le sue avventure nell’Amazzonia e nell’America Latina degli anni Cinquanta del secolo scorso: pertanto, niente più cowboy, pionieri, giacche blu e pellerossa; ma indios, trafficanti di droga, feroci dittature militari, intrighi internazionali, rievocazioni della Seconda Guerra Mondiale. Quella del pilota di Manaus è un’autentica rivoluzione che ha aperto la strada a personaggi come Martin Mystère e Dylan Dog, i cui rispettivi creatori, Alfredo Castelli e Tiziano Sclavi, sono stati per diversi anni sceneggiatori misternoiani - il che non è certo casuale. Mister No è stato un anticipatore anche in un altro senso, ossia nella sua sensibilità ambientalista, nell’amore verso la natura che ha sempre caratterizzato il personaggio.
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Dr. Bonelli & Mr. Nolitta |
Attraverso Mister No, Sergio Bonelli ha parlato di ecologia quando questa non era ancora un argomento di pubblico dominio e quando i mass media non trattavano mai il problema della distruzione dell’Amazzonia. Mister No ha reso familiare a migliaia di italiani (nel suo periodo migliore la testata arrivava a vendere ben 150.000 copie mensili!) un ambiente, come quello della giungla amazzonica, che soltanto alla fine degli anni ‘80 dello scorso secolo – gli anni in cui i capi indigeni cominciarono a girare il mondo per denunciare la deforestazione - è salito alla ribalta. Sulle pagine di Mister No, l’Amazzonia e, in generale, gli ambienti visitati dal protagonista ci vengono restituiti in tutto il loro fascino, in tutta la loro autenticità: questo grazie alla scrupolosa documentazione che sta alla base di ciascuna storia e che costituisce un altro indiscusso pregio della serie. Bonelli ha riversato nelle avventure del pilota le sue numerose esperienze di viaggio, integrandole con le informazioni prese dalla sua sterminata biblioteca. Il risultato è una saga avventurosa caratterizzata da una forte componente autobiografica e arricchita da accurati riferimenti storici, antropologici, geografici e zoologici.
Date le premesse, abbiamo pensato di omaggiare questo straordinario personaggio – e il suo indimenticabile creatore - con un’opera che offrisse un’ampia e dettagliata panoramica del suo universo narrativo; un Atlante di Mister No che comprendesse - dalla A alla Z - i personaggi, i luoghi, le etnie e persino gli animali più significativi della serie. Vi auguriamo quindi buona lettura, scusandoci fin da ora per eventuali nostre distrazioni o imprecisioni.
Legenda
- I
nomi in stampatello
e grassetto
rimandano
a una voce dell’Atlante.
- I
nomi dei personaggi cui è dedicata una voce sono indicati per
cognome - ovviamente se questo è conosciuto (per esempio: AMARAL,
STELIO;
REMY,
ANOUK).
In alcuni casi, però, abbiamo optato per il soprannome (per es.:
ESSE-ESSE
invece che KRUGER,
OTTO).
Riguardo poi a personaggi come O’
BISPO
ed EL
LOCO,
le voci a loro dedicate sono state inserite sotto l’iniziale del
nome, invece che sotto l’iniziale dell’articolo: per es., EL
LOCO,
si trova alla lettera L di LOCO e non alla lettera E di EL (che in
spagnolo è appunto un articolo e corrisponde al nostro IL).
-
I
personaggi dalla doppia identità sono stati indicati con il nome
della loro identità fittizia piuttosto che con il nome vero (ad es.:
DEMONE
ETRUSCO,
GIUSTIZIERE
DI BONAMPAK).
-
Quando
i personaggi vengono citati in una voce che non è a loro dedicata,
solo il cognome è scritto in neretto
e stampatello,
in modo da rimandare immediatamente alla lettera sotto la quale sono
stati inseriti (per es.: nel testo della voce ANACONDA,
il personaggio Daniel
Murdock
è citato come Daniel
MURDOCK).
L’unica eccezione a questa regola riguarda il protagonista della
serie, il cui nome - attenzione: non il nome proprio Jerry
Drake,
ma
appunto il soprannome
MISTER
NO
- è sempre scritto in neretto e stampatello, tranne ovviamente
quando è inserito nel titolo di un fumetto o di un libro (per es.:
Mister
No Index Illustrato,
Mister
No Riedizione If).
-
Per
quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna
storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a
nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la
trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia
alla memoria dei lettori in modo più efficace. Per esempio, la storia
dei nn. 17-20 viene indicata con il titolo del n. 19, "Operazione Poseidon"
perché esso è più rappresentativo, più calzante rispetto ad
Agente segreto Zeta 3 e Tragica palude,
che sono i titoli rispettivamente del n. 17 e del n. 19 (del tutto
avulso poi il titolo del n. 20, Evasione!,
visto che si riferisce alla storia successiva).
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Mister No n. 1, giugno 1975. Copertina di Gallieno Ferri, creatore grafico del personaggio di Nolitta, poi significativamente rimodellato da Roberto Diso. |
Nota sui collegamenti ipertestuali
L'Atlante di Mister No è un "lavoro in corso" che si svilupperà nei prossimi mesi, abbracciando numerosi post - uno per ogni lettera dell'alfabeto - fino ad arrivare alla conclusione.
I collegamenti ipertestuali fra le varie voci non saranno dunque possibili tutti e subito... e vi spieghiamo subito perché!
Collegheremo con link diretti ogni riferimento ad altre voci
dell'opera partendo necessariamente dalle voci già apparse.
Ci preme dunque ribadire e sottolineare che, non essendo
possibile creare link a post futuri (per es. non troverete ancora alla
voce AFRICA il collegamento alle voci della lettera "Z"), ricostruiremo tutti i
link a ritroso solo quando sarà possibile.
I link saranno però sempre e soltanto fra URL diverse e non all'interno di uno stesso post.
Vorrete perdonarci (e segnalarci!) eventuali errori e omissioni!
I link - essendo come abbiamo detto sopra fra URL diverse - porteranno sempre e comunque all'inizio di un altro post e non esattamente alla voce di riferimento: per es. se dalla voce AFRICA volete andare a LEGIONE STRANIERA seguendo il link verrete portati al post della lettera "L". Troverete la voce LEGIONE STRANIERA in un attimo, scorrendo il post stesso.
La voce MISTER NO sarà una necessaria eccezione a tutte le "regole" di cui sopra: siccome fa riferimento al protagonista della serie, la voce MISTER NO appare ovunque! Dunque, ogni altra voce dell'Atlante andrebbe - più di una volta - collegata alla lettera "M", dove appare la scheda dedicata al personaggio. Ci è sembrata una cosa del tutto inutile e ridondante: se volete trovare la lettera "M" - dove appare la voce MISTER NO - dovrete perciò cliccare sulla pagina dei link!
Infatti, per facilitare fin dall'inizio l'uso dell'opera, abbiamo creato una pagina apposita di collegamenti alle varie voci (L'Atlante di Mister No: la Bussola), alla quale potete accedere dovunque siate, andando sotto al logo Dime Web: anche in questo caso il link vi porterà al post giusto, scorrendo il quale troverete in un attimo la voce cercata!
Nota sulle illustrazioni
Abbiamo cercato di arricchire graficamente L'Atlante di Mister No nella maniera insieme più piacevole e utile possibile. Nelle singole voci ogni immagine fa riferimento al testo. Per quanto riguarda le illustrazioni tratte dalla serie, nella didascalia abbiamo indicato il numero dell'albo, la pagina, e la posizione della vignetta sulla tavola - in modo da permettervi l'immediata identificazione nella vostra raccolta; per le copertine vi abbiamo segnalato il numero dell'albo e la data di uscita. Troverete i nomi degli autori nel testo (quelli delle cover, del resto, sono soltanto due, se si eccettua Bignotti per il solo n. 119: Gallieno Ferri dal n. 1 al n. 115 e Roberto Diso dal n. 116 in poi).
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I tre massimi autori di Mister No in un unico scatto (Ferri, Diso e Bonelli): Stradella, 2010 (dal bel blog Il gatto con la scure) |
Per la lettera successiva, la B,
cliccate qui!
A
AFRICA
AKAWË
AMARAL, STELIO
AMAZZONIA
ANACONDA
ANANGA
ANDE
ANTARTIDE
APACHE
APPROUAGUE
ARDENNE
ARHAMA
ARIAS, SANTIAGO
ARKADY
ASIA
ATACAMA
AFRICA
Il
continente avventuroso per antonomasia. Vi è ambientato un ciclo di
undici storie noto come trasferta africana: dieci di esse sono
comprese tra il n. 167 e il n. 196 della serie regolare, mentre una è
contenuta nello Speciale n. 5, Zulu!
(G.
Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso [dis.]).
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Il cargo a bordo del quale Mister No raggiunge l'Africa (MNO 167, pag. 88). |
L’Africa
mostrata in questa trasferta – fortemente voluta da Sergio Bonelli
e dagli stessi lettori, che risposero positivamente al suo
mini-referendum - è una terra che sta vivendo una fase assai
delicata della sua storia, lacerata com’è da sanguinosi conflitti
fra dominatori europei e popolazioni indigene (sono gli anni della
decolonizzazione), e odi secolari fra etnie, come quello tra gli
Ewondo
e i Fang
in cui si trova coinvolto MISTER
NO
ne Gli
uomini leopardo
(A.
Ongaro [sog.&scen.] - M. Bianchini [dis.], nn. 169-173), una
delle avventure più belle del suddetto ciclo.
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Mister No n. 167, aprile 1989: inizio della "trasferta africana". |
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Itinerario della "trasferta africana" di Mister No (MNO n. 175, pag. 4 - posta di Mister No) |
Oltre a quelle già
citate, diverse sono le tematiche africane che Nolitta e gli altri
autori hanno esplorato: la magia; i misteri delle antiche civiltà
sorte nel continente; la lotta per la salvaguardia della ricca fauna,
minacciata dal bracconaggio; la LEGIONE STRANIERA;
la rievocazione di celebri episodi delle guerre coloniali (ad
esempio: il conflitto tra ZULU
e inglesi) e della SECONDA
GUERRA MONDIALE
(Bir Hakim, Tobruk, ecc.). Nell’Africa
misternoiana ritroviamo echi e suggestioni dei romanzi di Hemingway,
Karen Blixen, Rider Haggard; di celebri film avventurosi come Mogambo
(John Ford, 1953), Hatari!
(Howard Hawks, 1962) Beau
Geste
(William A. Wellman, 1939), Zulu
Dawn
(Douglas Hickox, 1979); dei fumetti di Cino
e Franco
e dell’Uomo
Mascherato.
Non bisogna dimenticare, ovviamente, l’importante apporto fornito
dalle personali esperienze di viaggio di Sergio Bonelli, il cui mal
d’Africa
era cosa nota.
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Mister No lascia l'Africa (MNO n. 196, pag. 37) |
Il risultato complessivo è stato eccellente: come
scrivono, infatti, Gisello Puddu e Mauro Giordani nel volume Mister
No – Un avventuriero in Amazzonia
(Editoriale Mercury, 2003), il
periodo africano risulta uno dei più belli e intensi dell’intera
serie e riporta la testata ai fasti narrativi del periodo classico,
grazie agli splendidi scenari africani e soprattutto alla freschezza
e all’immediatezza delle storie, che non risentono minimamente
della lunga e meticolosa fase di gestazione (fase
durata circa due anni, nda).
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Copertina di Mister No n. 196, settembre 1991. Disegno di Diso. |
AKAWË
Giovane
guerriero YANOAMA
che compare ne L’ultimo
paradiso
(G.
Nolitta [sog.&scen.] – V. Monti e L. Merati [dis.], nn. 63-65).
Il villaggio di Akawë
– dove hanno trovato ospitalità MISTER
NO e
il suo cliente Randall
– viene attaccato da una tribù nemica, gli Hayateri,
i quali rapiscono alcune donne. Una spedizione punitiva viene subito
organizzata dagli YANOAMA,
che massacrano gli avversari e recuperano le donne, tranne quattro.
Una di esse è Makoritha,
moglie di Akawë,
il quale si unisce a MISTER
NO nella
ricerca della sua sposa. I due, a cui si aggrega poi ESSE-ESSE,
scoprono che Makoritha
e le sue compagne sono tenute prigioniere a Wanabo (COLOMBIA),
uno squallido complesso turistico ideato dal ricco americano mister
Fox.
Il pilota e i suoi amici riescono a liberare Makoritha
(unica
sopravvissuta tra le donne YANOAMA
portate a Wanabo), sbarazzandosi degli scagnozzi di Fox,
il quale viene infine ucciso, per vendetta, proprio dalla moglie di
Akawë.
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Akawë (MNO n. 63, pag. 47) |
Indio
dal carattere fiero e combattivo, Akawë
è un personaggio abbastanza riuscito. I suoi rapporti con MISTER
NO
sono inizialmente difficili: Akawë
accusa il pilota di vigliaccheria perché quest’ultimo rifiuta di
partecipare alla spedizione punitiva ai danni degli Hayateri;
inoltre, il giovane YANOAMA tenta d’impossessarsi della canoa di
MISTER
NO,
il quale, davanti agli altri guerrieri, gli impartisce una lezione a
suon di cazzotti. I rapporti tra i due migliorano quando Akawë,
uccidendo un trafficante d’armi, salva la vita al pilota, che lo
porta con sé a Wanabo, dove il nostro guerriero subisce il razzismo
degli uomini di Fox,
i quali nutrono un profondo disprezzo per gli indios. La rabbia di
Akawë
esplode
nella scena della liberazione di Makoritha,
in cui lo vediamo pugnalare senza pietà due scagnozzi di Fox.
Il coltello del giovane guerriero si fa sicuramente ricordare, sia
per la facilità con cui l’impetuoso Akawë
lo estrae (ne sa qualcosa anche MISTER
NO,
nel succitato episodio della canoa) e l’abilità con cui lo
maneggia, sia perché è l’arma usata da Makoritha
per uccidere l’odiato Fox.
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Mister No n. 63, agosto 1980. Disegno di Ferri. |
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Mister No n. 64, settembre 1980. Disegno di Ferri |
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La
ragazza di Akawë, Makoritha, si vendica di mister Fox (MNO n. 65, pag. 35)
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AMARAL,
STELIO
Giovane
pescatore di Pecém (BRASILE
nord-orientale) che compare per la prima volta in Atlantico!
(G.
Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], nn. 24-26). Unico tra i JAGANDEIROS a ribellarsi ai soprusi dell’Atlantic
Company (vedi Johnny, COLUMBUS),
l’orgoglioso Stelio
non riuscirebbe però a spuntarla senza il decisivo aiuto di MISTER
NO.
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Debutta Stelio Amaral (MNO n. 25, pag. 16) |
I due
si
ritrovano molti anni dopo a BELÉM,
in Qualcosa è cambiato
(G. Nolitta [sog.&scen.]- D. e S. Di Vitto [dis.], nn. 364-366):
qui, un esasperato Stelio,
dopo aver cercato addirittura di rapinare MISTER
NO
(da lui inizialmente non riconosciuto), spiega all’amico, sorpreso
dal suo comportamento, di aver lasciato Pecèm per cercare fortuna a MANAUS.
Nella città amazzonica, Stelio,
come viene narrato in Ayahuasca
(G. Nolitta [sog.&scen.] – M. Bianchini e M. Santucci/F.
Civitelli [dis.], nn. 367-369), trova lavoro in una fabbrica, la
Tecno-Bras.
Tuttavia, per riuscire a sostenere i massacranti ritmi della catena
di montaggio, egli fa ricorso a un potente allucinogeno –
l’ayahuasca,
appunto - ricavato da una liana dell’Amazzonia
occidentale. La dipendenza da questa droga – che gli viene
somministrata da Mestre
Raimundo,
uno sciamano peruviano – stravolge la personalità di Stelio,
il quale diventa violento e non esita a rubare, pur di procurarsi il
denaro che lo sciamano esige. A salvare Stelio
dall’ayahuasca
e dagli scagnozzi di Mestre
Raimundo
sarà naturalmente MISTER
NO,
il quale poi, arrivando a ipotecare il suo PIPER,
darà all’amico il denaro necessario per ricominciare daccapo e lo
rimanderà a Pecém. La scena della partenza di Stelio
dal porto di MANAUS,
disegnata da un ispiratissimo Civitelli, si fa particolarmente
ricordare, tanto è struggente. L’ultima apparizione del simpatico
pescatore è in Jangadas!
(L. Mignacco [sog.&scen.] - D. e S. Di Vitto [dis.], Speciale n. 20),
dove però egli ricopre un ruolo marginale.
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Mister No n. 24, maggio 1977: viene introdotto il personaggio di Stelio. |
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Torna Stelio Amaral (MNO n. 364, pag. 31) |
Curiosità:
In Qualcosa
è cambiato,
Stelio
si presenta con un cognome diverso: Ferreira Neto (n. 364, p. 40, v.
3). Nolitta, probabilmente, non ricordava di avergli già attribuito,
in Atlantico!,
il cognome Amaral,
che è quello per cui abbiamo optato.
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Stelio in preda ai terribili incubi indotti dall'ayahuasca (MNO n. 368, pag. 12) |
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La
partenza di Stelio da Manaus – MNO 369, p. 6
|
|
Copertina di Mister No n. 367, dicembre 2005. Disegno di Diso |
AMAZZONIA
Con
i suoi sei milioni di chilometri quadrati, l’Amazzonia
è la più vasta foresta tropicale del pianeta. Ben nove i Paesi
attraverso i quali si estende: BRASILE
(di cui copre quasi metà del territorio) VENEZUELA, COLOMBIA,
Bolivia, Perù, Ecuador, Guyana Francese, Guyana Britannica e
Suriname.
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L'Amazzonia (MNO Riedizione IF n. 1, pag. 4) |
Abitata da circa centotrenta tribù indigene, la selva
amazzonica è senza dubbio una terra di superlativi: ospita un numero
incredibile di specie vegetali e animali (ad esempio: un quarto di
tutte le piante della Terra, duemila specie di pesci, tremila di
uccelli); fornisce un quinto dell’ossigeno del globo; è percorsa
da alcuni dei fiumi più imponenti del mondo, come il gigantesco RIO
DELLE AMAZZONI,
l’Orinoco, il RIO
NEGRO,
lo Xingu. Oggi minacciata di distruzione, a causa soprattutto del
massiccio disboscamento cui viene sottoposta, l’Amazzonia
era, negli anni Cinquanta dello scorso secolo (l’epoca in cui la
serie è ambientata), un luogo ancora incontaminato e isolato dal
resto del mondo: il posto ideale, insomma, per accogliere chi, come
il reduce Jerry
Drake
alias
MISTER
NO,
non si riconosceva più nella società americana del dopoguerra,
ormai votata al dio denaro e al consumismo. Sebbene il nostro
antieroe non trovi totalmente in Amazzonia
la pace tanto agognata (quella
violenza che egli ha ripudiato lo segue passo a passo, come un’ombra…
si legge nella presentazione in terza di copertina dei primissimi
albi), la povera e sonnolenta realtà di MANAUS
gli fa riscoprire la gioia di vivere e gli fa assaporare una libertà
che uno spirito ribelle come lui non avrebbe mai potuto trovare negli
STATI
UNITI.
A nostro avviso, le più belle avventure misternoiane ambientate
nell’Inferno
Verde
sono: L’uomo
della Guyana
(G. Nolitta [sog.&scen.] - Diso [dis.], nn. 6-7); Rio
Negro
(G. Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], nn. 12-15); I
cacciatori di teste
(G. Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], nn. 31-33); Il
torrente nascosto
(C. Nizzi [sog.&scen.] – F. Civitelli [dis.], nn. 80-84); Ananga!
(T. Sclavi [sog.&scen.] – F. Civitelli [dis.], nn. 90-92); Il
dio vendicatore
(G. Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], nn. 121-123), Uomini
nella giungla
(G.
Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], Speciale n. 2).
|
Mister No n.
2, luglio 1975. Il primo, vero titolo della serie (il n. 1 si
intitolava, infatti, col nome del protagonista) non poteva che essere Amazzonia! |
Un
discorso a parte meritano poi gli episodi – tutti scritti da
Nolitta - che compongono la saga
dell’addio (nn.
364-379), un ciclo con cui il creatore di MISTER
NO
ha voluto concludere la serie regolare. In questa saga - che prende
avvio con la storia Qualcosa
è cambiato
(D. e S. Di Vitto [dis.], nn. 364-366), ambientata all’inizio del
1970 - Nolitta mostra ai lettori un’Amazzonia
assai differente da quella in cui Jerry
Drake
si era stabilito vent’anni prima, un’Amazzonia
radicalmente trasformata da una serie di eventi di grande portata:
l’arrivo in massa di poveri emigrati dal Nord-Est del BRASILE;
l’apertura di fabbriche; l’inizio dello sfruttamento intensivo
della foresta; le prime avvisaglie del traffico di droga proveniente
dalla COLOMBIA;
la presenza delle prime bande di guerriglieri che si opponevano alla
dittatura militare; i conflitti fra seringueiros
(i raccoglitori di lattice) e grandi allevatori, fra indios e
militari, fra
madeireiros
(i
commercianti di legname pregiato)
e
guerriglieri e così via.
|
L'incredibile estensione dell'Amazzonia. |
La civiltà industriale, con i suoi falsi
valori e le problematiche a essa legate, irrompe a MANAUS
e nella foresta circostante, cambiando per sempre la vita dei suoi
abitanti. Da ribelle qual è, MISTER
NO
non accetta di scendere a compromessi con la nuova realtà e, dopo
una serie di delusioni e di sconfitte, decide di cambiare aria:
nell’albo
Una
nuova vita
(n.
379), che chiude la serie regolare, lo vediamo lasciare la sua MANAUS
e rintanarsi,
assieme all’amico fraterno ESSE-ESSE,
nella sperduta cittadina di RURRENABAQUE,
nell’Amazzonia
boliviana.
|
Le
risorse e i pericoli dell’Inferno
Verde -
MNO 2, p. 27
|
|
Mister No sorvola la foresta amazzonica con il suo Piper (MNO n. 6, pag. 3) |
|
Mister No Speciale n. 2, giugno 1987. Disegno di Diso |
ANACONDA
Il
più grande serpente del mondo (fino a nove metri di lunghezza e oltre
duecento chili di peso), nonché uno degli animali-simbolo della
selva amazzonica: in quanto tale, è apparso numerose volte nella
serie, regalando ai lettori momenti emozionanti. Memorabile, ad
esempio, la lotta tra MISTER
NO
e un colossale anaconda
ne I
cacciatori di teste
(G. Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], nn. 31-33): sebbene
colpito più volte dal pilota con la sua pistola Smith
& Wesson,
il
serpente avvolge MISTER
NO
tra le sue poderose spire per soffocarlo.
|
L'anaconda (MNO n. 32, pag. 31) |
A salvare in extremis il
Nostro è l’avventuriero Jorge BECERRA, che
uccide l’anaconda a colpi di machete. In Cinema
crudele
(A. Castelli [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 69-72),
MISTER
NO
si prende una sorta di rivincita a distanza, uccidendo, con il solo
ausilio di un pugnale, un altro gigantesco esemplare di anaconda,
che ha stritolato il suo amico Turax.
Meritano di essere citate anche la lotta tra l’anaconda
e MISTER
NO
ne Il
naufrago della giungla
(L. Mignacco [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto [dis.], nn.
209-210) e quella in Morte
a Manaus
(M. Masiero [sog.&scen.] – G. Bruzzo [dis.], nn. 314-315).
Benché, nel corso della serie, MISTER
NO
abbia ucciso diversi anaconda
(o abbia, al contrario, rischiato di venire soffocato da questi
rettili), egli nutre un grande rispetto per la sucurì
(nome
brasiliano del serpente). Assai significative, in questo senso, le
parole che, ne I
cacciatori di teste,
il pilota rivolge al suo cliente Daniel
MURDOCK
quando questi vuole uccidere l’anaconda
per appenderne la pelle nel suo ufficio di NEW
YORK:
Ma
come!? Vi si presenta l’occasione più unica che rara di imbattervi
in una creatura eccezionale, in un autentico prodigio della natura…e
il vostro primo pensiero è quello di strapparle la vita, di ridurla
a un misero pezzo di arredamento?
|
Mister No n. 32, gennaio 1978: Jerry Drake lotta per la prima volta contro l'anaconda! |
|
In lotta contro l'anaconda (MNO n. 70, pag. 64) |
Data
la sua importanza nella saga misternoiana, è strano che l’anaconda,
a differenza di altri animali, non sia mai stata raffigurata sulle
copertine della serie regolare e nemmeno su quelle dei vari Speciali,
Almanacchi e Maxi. L’unica cover in cui il serpente compare è
quella – realizzata da Roberto Diso - di un albo extra-bonelliano:
il n. 96 di
Storie avventurose,
edito nel maggio 1995 da Comic Art S.r.l. e contenente quattro brevi
storie, tutte della coppia Nolitta-Diso:
Jivaros;
Amazzonia
(una
sola tavola);
Amazzonia
mon amour;
Garimpeiros!.
|
Mister No e l'anaconda (copertina di Storie Avventurose n. 96 - Comic Art) |
|
L’anaconda,
re di tutti i serpenti
|
ANANGA
In
tupì-guaranì,
uno dei principali dialetti amazzonici, Ananga
significa spirito
del male
(da ayua:
male; e anga:
anima) e si può incarnare in un puma, in un GIAGUARO
o in un uomo. Nella storia Ananga!
(T. Sclavi [sog.&scen.] – F. Civitelli [dis.], nn. 90-92), a
essere posseduto dallo spirito maligno dell’AMAZZONIA
è l’antropologo americano Peter
Wolfe,
il quale, trasformandosi in uno spaventoso uomo giaguaro, semina
terrore e morte a MANAUS.
|
Mister No n. 91, dicembre 1982: il licantropo in versione amazzonica. |
|
Stesso titolo, stesso sceneggiatore, quindici anni dopo! Dylan Dog n. 133, ottobre 1997. |
MISTER
NO
– che viene assunto dalla moglie di Neal,
l’affascinante Abigail,
per ritrovare suo marito, scomparso nella foresta – riuscirà, dopo
molte peripezie, ad avere la meglio sul mostro. Morto Peter,
anche Abigail
si trasformerà, inaspettatamente, in Ananga,
e MISTER
NO
sarà costretto a ucciderla, facendola precipitare dal suo PIPER.
In questa magnifica storia, Tiziano Sclavi rilegge da par suo il mito
del licantropo, che all’epoca – Ananga!
uscì nell’inverno 1982-’83 - era in pieno revival, grazie al
successo mondiale riscosso da film come L’ululato
(Joe
Dante, 1981) e Un
lupo mannaro americano a Londra
(John Landis, 1981). Sebbene al centro dell’episodio – che, va
ricordato, segna l’esordio di Sclavi nella serie - non ci sia un
uomo lupo ma un uomo giaguaro (d’altra parte, non ci sono lupi in
AMAZZONIA),
i riferimenti al tema della licantropia sono evidenti, a partire
dallo stesso cognome del cattivo.
|
Peter Wolfe alias Ananga ha appena ucciso Paco (MNO n. 90, pag. 72) |
Anche Peter
e Abigail,
come il protagonista del film di Landis e lo sventurato Larry Talbot
de L’uomo
lupo
(George Waggner, 1941), sono figure tragiche, vittime oltre che
carnefici (anche se, per fortuna, siamo ancora lontani
dall’insopportabile retorica sui mostri dello Sclavi
dylandoghiano). L’oscura maledizione dei coniugi Wolfe richiama
alla mente, inoltre, il capolavoro di Jacques Tourneur Il
bacio della pantera
(1942), dove la protagonista, Irina Dubrovna, è vittima di una
maledizione che la fa tramutare in una belva feroce. Coadiuvato da
un eccellente Civitelli, lo sceneggiatore ha saputo ricreare le
atmosfere cupe e inquietanti del film di Tourneur, il cui epilogo –
la morte della donna pantera nello zoo di NEW
YORK
– viene citato nella scena in cui MISTER
NO
uccide l’uomo giaguaro nello zoo di MANAUS.
Sempre a proposito di citazioni, nella sequenza dove il pilota sogna
il defunto Paco
(prima vittima del mostro), troviamo un piccolo omaggio di Sclavi a
uno dei suoi registi preferiti, Dario Argento. La parole di Paco,
Lui
ha
già ucciso e ucciderà ancora
(n.
90, p. 77, v. 6), citano, quasi letteralmente, quelle della medium
Helga Ullmann in una delle scene iniziali di Profondo
rosso
(1975).
|
Peter Wolfe ingaggia Mister No (MNO n. 90, pag. 88) |
|
Abigail Wolfe conversa con Mister No nella giungla (MNO n. 91, pag. 61) |
La suddetta sequenza onirica, che testimonia il talento
visionario di Sclavi (dote che lo accomuna proprio ad Argento), è
senza dubbio di quelle che si fanno ricordare. Non le sono da meno
altre scene di Ananga!,
come: il suggestivo incipit, con il mostro che cammina di notte per i
vicoli di MANAUS; il confronto tra MISTER
NO
e un GIAGUARO
nella foresta; il rito nella giungla con gli animali che parlano (La
foresta ha mille volti… mille voci… mille occhi… mille colori…
la foresta ha mille vite, ma un solo spirito… Ananga!);
la morte della chiromante Isaura;
l’impressionante trasformazione di Peter
nella sua camera d’albergo, davanti a un terrorizzato MISTER
NO.
Assolutamente degna di menzione, infine, la suggestiva chiusa: E’
stato il vento della giungla a scrivere questa storia!
|
Mister No n. 92, gennaio 1983. Disegno di Ferri. |
Curiosità:
Nel 1997, Sclavi ha ripreso il tenebroso mito di Ananga
in una storia doppia (nn. 133-134) di Dylan Dog, disegnata da
Giovanni Freghieri. La suddetta storia si ricollega a quella
misternoiana: infatti, Dylan Dog viene a conoscenza, grazie all’amico
Martin
MYSTÈRE,
di tutta la vicenda accaduta tanti anni prima a MISTER
NO,
a partire dall’uccisione di Paco.
Per l’occasione, Freghieri ha reinterpretato, con discreti
risultati, alcune tavole di Civitelli.
|
Lo scontro finale, nello zoo di Manaus, tra Mister No e Peter Wolfe / Ananga (MNO n. 92, pag. 52) |
|
Mister No contro Abigail Wolfe / Ananga (MNO n. 92, pag. 62) |
|
Mister
No e Dylan Dog minacciati da Ananga – Dylan Dog Color Fest n. 12,
p. 3 |
Nel
2014, Ananga
ha incrociato nuovamente la strada di MISTER
NO
e dell’Indagatore dell’Incubo, in una breve storia (32 pagine)
pubblicata sul dodicesimo Dylan
Dog Color Fest
e intitolata Le
radici del male.
L’avventura, scritta da Michele Masiero e disegnata proprio da
Fabio Civitelli (con i colori di Luca Bertelé), rappresenta il primo team-up
tra il pilota di MANAUS
e Dylan
Dog,
e ha la particolarità di svolgersi nel presente di entrambi i
personaggi, sebbene tra le rispettive epoche intercorra mezzo secolo.
Questa la trama: per sconfiggere definitivamente lo Spirito del Male,
ritornato a seminare morte nelle strade di Londra, Dylan
Dog
prende parte a una seduta spiritica presieduta dalla sua anziana
amica, nonché potente medium, Madame
Trelkovski.
Durante la seduta, la mente di Dylan
si trasferisce
nella MANAUS
degli
anni Cinquanta, dove tutto ha avuto inizio. Qui Dylan
– che ha la sensazione di trovarsi fisicamente in AMAZZONIA
- conosce MISTER
NO
e lo ingaggia come guida, facendosi accompagnare in un punto della
giungla compreso tra il RIO
NEGRO
e il Rio Branco. I due raggiungono la radura dove sorge l’inquietante
statua di Ananga,
accanto alla quale compare una donna giaguaro (identica al mostro in
cui, nella storia dylandoghiana, si trasformava la trapezista Juma)
che
aggredisce Dylan.
|
Dylan Dog Color Fest n. 12, aprile 2014. Disegno di Pichelli & Leoni |
|
Mister
No salva Dylan, uccidendo la donna giaguaro – Dylan Dog Color Fest
n. 12, p. 28 |
Per salvare l’amico, MISTER
NO
spara contro la creatura, colpendola in testa e facendo fuoriuscire
dalla sua bocca una nuvola di fumo – forse un ectoplasma - che
mette in contatto la mente di Dylan
con lo spirito di uno stregone indio, colui che per primo ha evocato
lo spirito del giaguaro. All’epoca
– racconta l’indio all’Indagatore dell’Incubo - ero
un giovane guerriero ambizioso, volevo conoscere i segreti della
natura, valicare il confine tra il bene e il male. Evocai lo spirito
del giaguaro per carpire i suoi poteri… …per diventare tutt’uno
con la natura. Per diventare immortale! Il male entrò in me…io
ero Ananga!
E
Ananga pretendeva un continuo tributo di sangue e di morte: sterminai
il mio intero villaggio. Quando lui mi chiamava a sé, ammazzavo
tutti coloro che incrociavano il mio cammino. Nei momenti di lucidità
capivo cosa avevo fatto e la cosa mi era insopportabile! Dovevo
eliminare me stesso perché la maledizione avesse fine. Povero
stupido illuso: il male non si può uccidere. Gli basta aspettare
qualcun altro in cui incarnarsi, perché l’uomo per sua stessa
natura, porta il male dentro di sé. Ecco, ora sai. E se è arrivato
il momento che il destino di Ananga si compia… …ebbene sia!.
Detto ciò, l’indio si trasforma in Ananga
e compare nel mezzo della seduta spiritica di Madame
Trelkovski.
Costei, Dylan
e gli altri due partecipanti distruggono lo spirito malvagio con le
loro energie psichiche.
|
Ananga
viene finalmente distrutto – Dylan Dog Color Fest n. 12, p. 32 |
Com’è
evidente sia nella scena dove fa la sua apparizione la chiromante
Isaura,
sia nel finale, in cui vediamo gli occhi dello Spirito del Male
stagliarsi minacciosi nel cielo di MANAUS,
l’incontro tra MISTER
NO
e Dylan
si svolge prima delle vicende narrate in Ananga!.
La storia di Masiero costituisce quindi una sorta di prequel
del capolavoro misternoiano di Sclavi.
ANDE
Non
sono molte le storie di MISTER
NO
ambientate su questa imponente catena montuosa, che si estende per
oltre settemila chilometri lungo tutto il versante occidentale del
Sudamerica. Tre gli episodi andini più significativi: Eldorado
(A.
Castelli [sog.&scen.] – V. Monti e L. Merati [dis.], nn.
47-49), La
torre maledetta
(A. Castelli [sog.&scen.] – B. Marraffa [dis.], nn. 94-96), I
sopravvissuti
(L.
Mignacco [sog.&scen.] – G. Pallotti [dis.], nn. 210-211).
Riguardo alla prime due, si rimanda alle voci ELDORADO e MACHU PICCHU;
riguardo alla terza, bisogna dire subito che è ispirata a un tragico
fatto realmente accaduto, noto come Disastro
aereo delle Ande.
|
L'incidente sulle Ande dell'aereo Hudson sul quale viaggiano Mister No e gli argentini (MNO n. 210, pag. 70) |
Il 13 ottobre 1972, il Fokker FH-227 su cui viaggiava una squadra di
rugby di Montevideo, con famigliari e amici al seguito, si schiantò
sule montagne cilene: per i sopravvissuti all’impatto (poco più di
30) fu l’inizio di un’odissea lunga ben 73 giorni (i soccorsi
infatti arrivarono il 23 dicembre), al termine della quale rimasero
in vita soltanto 16 persone. Queste rivelarono in seguito che, per
sopravvivere, erano state costrette a cibarsi dei corpi dei compagni
morti. L’allucinante vicenda venne raccontata dallo scrittore
inglese Piers Paul Read in un libro che ebbe molto successo, Tabù
– La vera storia dei sopravvissuti delle Ande
(1974), che a sua volta ispirò il film Alive
– Sopravvissuti
(Frank Wilson Marshall, 1993).
|
La scena reale della tragedia delle Ande. |
|
Mister No n. 210, novembre 1992: tragedia aerea sulle Ande. |
Anche
nella storia misternoiana, l’aereo (un vecchio Hudson della
Lockheed) su cui viaggia il Nostro e un gruppo di argentini - tra cui
il suo cliente Guillermo
Brown,
la moglie Isabela
e la seducente sorella Anita
–
precipita sulle Ande
cilene.
Alcuni dei sopravvissuti, capeggiati dall’avvocato Rodrigo
Ravera,
regrediscono a uno stadio tribale e cominciano a nutrirsi dei
cadaveri dei compagni; non solo, ma minacciano di uccidere e divorare
anche gli altri sopravvissuti, tra i quali MISTER
NO.
Alla fine, però, il gruppo di MISTER
NO
riesce a sconfiggere quello di Ravera,
il quale muore in un duello con il Nostro. Poi, scoperto casualmente
un rifugio alpino dotato di radio oltre che di viveri, MISTER
NO
e gli altri si mettono in contatto con i soccorsi.
|
Il duello tra Rodrigo Ravera e Mister No (MNO n. 211, pag. 71) |
I
sopravvissuti
è una storia molto avvincente, in cui Mignacco mescola
l’interessante spunto tratto dalla vicenda del
Disastro aereo delle Ande
con elementi – la regressione di Ravera
e compagni, i quali si dipingono il volto e adottano curiose
acconciature; il sacrificio umano che Ravera
vuole compiere ai danni di MISTER
NO
su un altare di ghiaccio - che provengono dal celebre romanzo di
William Golding Il
signore delle mosche (1954).
Tanto Il
signore delle mosche
- dove a imbarbarirsi sono un gruppo di scolari inglesi precipitati
su un’isola deserta -
quanto
l’episodio misternoiano, mostrano come sia fragile il confine tra
civiltà e barbarie, e come nell’animo umano alberghino istinti
bestiali, pronti a emergere quando è in gioco la sopravvivenza. A
sorprendere, ne I
sopravvissuti,
non è però tanto la regressione di Ravera
- in qualche modo prevedibile, visto che già prima della tragedia il
personaggio mostra un carattere molto aggressivo: si pensi alla
scazzottata con MISTER
NO
durante la festa di compleanno di Guillermo
Brown
- ma quella, meno scontata, di Anita
Brown.
Dopo aver flirtato con MISTER
NO,
la bella Anita
diventa sulle Ande la donna di Ravera
e si rende complice dei suoi crimini; non solo, ma, morto il
compagno, prende il comando del gruppo e ordina agli altri barbari
di uccidere il pilota. Il destino, però, le riserverà una fine
tragica quanto beffarda: fuggita dopo la sconfitta dei suoi complici,
Anita
decide di tornare indietro, sicura che MISTER
NO
e gli altri la perdoneranno, ma cade in un crepaccio e il pilota non
riesce a salvarla. Un classico esempio di giustizia poetica.
|
La cordigliera delle Ande. |
ANTARTIDE
MISTER
NO
vi ha messo piede nella storia Inferno
di ghiaccio
(E. Missaglia [sog.&scen.] – F. Civitelli [dis.], nn. 92-94),
dove affronta, assieme all’amico Moacir
Fuentes
e ai membri della spedizione del professor Wilson,
l’organizzazione terroristica Ghost.
Il suo capo, John
Edward
Baxter,
minaccia di lanciare un missile atomico su NEW
YORK
se il governo americano non gli consegnerà
un
miliardo di dollari, ma l’intervento di un contingente di marines
sventerà la minaccia. Vistosi sconfitto, Baxter
tenterà la fuga assieme ai suoi uomini, ma verrà ucciso da MISTER
NO,
che così vendicherà Moacir
e gli altri compagni uccisi dal capo della Ghost.
|
In Antartide (MNO n. 94, pag. 27) |
|
Mister No n. 93, febbraio 1983: il nostro eroe in Antartide. |
|
Mister No n. 94, marzo 1983. Disegno di Ferri. |
Pur
non essendo certo un capolavoro, questa storia – che ha un inizio
molto divertente: il tentativo di una bellissima ragazza di MANAUS
e dei suoi maneschi famigliari di costringere MISTER
NO
a un matrimonio riparatore – ha il pregio di essere ben
documentata e di trasmettere al lettore il sinistro fascino
dell’Antartide.
Missaglia e Civitelli hanno saputo evidenziare con efficacia la
natura estrema di questo continente, come testimoniano tre
emozionanti sequenze: la tormenta di neve; l’aggressione di un’orca
a MISTER
NO
e Moacir;
il cosiddetto white-out,
un singolare sbiancamento dell’atmosfera provocato dalla rifrazione
dei raggi solari. In quanto alla Ghost,
essa è chiaramente ispirata alla Spectre,
l’organizzazione terroristica comandata da Ernst Stavro Blofeld,
nemico mortale dell’agente 007 James Bond.
|
I pinguini imperatore in Antartide. |
|
Baxter, il capo della Ghost (MNO n. 94, pag. 37) |
APACHE
I
celebri indiani del Sud-Ovest americano compaiono in Ombre
rosse
(T.
Sclavi [sogg.&scen.] – R. Diso [dis.], nn. 105-107), la storia
più folle e divertente della serie. Con il pretesto di raccontare un
episodio inedito del passato di MISTER
NO
(la vicenda, narrata dal pilota stesso agli amici di MANAUS,
ha luogo in Arizona nel 1950), Sclavi attacca, con l’arma
dell’umorismo, il mito dell’America, attraverso la parodia del
suo genere cinematografico più rappresentativo, il western.
|
Mister No n. 105, febbraio 1984: il primo incontro con gli Apache, in un omaggio (fin dalla copertina) a Stagecoach di John Ford. |
Tutto
ciò a partire proprio dal film western per antonomasia, Ombre
rosse
(John
Ford, 1939), di cui la storia riprende, oltre al titolo, i personaggi
principali. Al tempo stesso, lo sceneggiatore costruisce un
appassionante giallo, in cui gli Apache
rivestono un ruolo-chiave: l’episodio si apre infatti con
l’omicidio, apparentemente casuale, del giovane pellerossa Billy
Jack,
durante la rappresentazione (cui partecipa pure MISTER
NO)
di una delle scene più famose del film di Ford; e si chiude con
l’intervento provvidenziale degli Apache,
i quali salvano il pilota, uccidendo, in una (falsa) ghost
town,
i colpevoli.
|
Il capo apache Sam Hokahey alias Piuma Rossa (MNO n. 106, pag. 72) |
Tra
gli Apache, spicca il personaggio del padre di Billy
Jack,
l’anziano capo Sam
Hokahei
alias
Piuma
Rossa.
Si tratta di una figura saggia e disincantata, il cui cognome bianco
costituisce un inside
joke
sclaviano, dato che rimanda a Hoka
Hey,
l’urlo di guerra di un’altra famosa tribù pellerossa, i Sioux.
Sam
Hokahei
e i suoi guerrieri sono protagonisti sia di scene umoristiche, dove
sembrano contagiati da quel clima di follia che pervade il racconto;
sia di scene serie, come quella, assai toccante e suggestiva, del
funerale di Billy
Jack.
|
Il funerale di Billy Jack (MNO n. 105, pag. 92) |
Gli
Apache
sono senza dubbio gli indiani di MISTER
NO,
visto che compaiono anche nello Speciale n. 9, Le
iene
(A. Ongaro [sog.&scen.] – R. Diso [dis.]), e in quello n. 15,
Una
storia del West
(M. Masiero [sogg.&scen.] – G. Viglioglia [dis.]). Ne Le
iene,
storia ambientata nel 1945 ad Albuquerque (New Mexico), MISTER
NO
difende la bella apache Lathia
e il figlio che essa ha avuto da Mark
Hollister
- un reduce conosciuto dal pilota all’ospedale di Atlantic City e
lì morto, dopo avergli affidato il riconoscimento di paternità del
bambino
–
dalla malvagità di Philip
Haze,
cugino di Mark.
Questi vuole impedire a ogni costo che il figlio di Lathia
erediti l’immensa fortuna lasciata a Mark
dal nonno, David
Hollister;
ma MISTER
NO
sconfiggerà i suoi sicari e ucciderà Haze
in uno scontro a fuoco nel suo ranch. La figura più interessante
della storia è il fratello di Lathia,
il reduce Monty
Black,
che MISTER
NO
incontra casualmente durante il viaggio verso Albuquerque. Destinato
a morire per una ferita riportata in guerra, il malinconico Monty
aiuta il pilota con le sue premonizioni, una capacità trasmessagli
dal nonno sciamano.
|
Il reduce apache Monty Black (MNO Speciale n. 9, pag. 102) |
|
John Kanteka Smith (MNO Speciale n. 15, pag. 156) |
Il reduce APACHE e sua sorella Lathia
ricompaiono in Una
storia del West,
che si può considerare il seguito di Le
iene.
Ricoverato all’ospedale di Albuquerque e ormai prossimo alla morte,
Monty
chiede all’amico MISTER
NO
di portarlo a morire sulla montagna sacra della sua tribù, il Cerro
Puerto de Lajas,
in MESSICO. Poche ore dopo, però, Monty
muore e MISTER
NO
decide di esaudire comunque la sua richiesta e parte per il Messico
con l’urna che contiene le ceneri dell’amico. Nel viaggio -
compiuto a bordo di Freccia
del mattino,
una vecchia automobile acquistata dallo sfasciacarrozze
della
riserva - il pilota è accompagnato da John
Kanteka Smith,
fiero e simpatico ragazzo APACHE. Dopo aver vissuto una pericolosa
avventura in uno sperduto villaggio di frontiera (Salvation),
MISTER
NO
e Kanteka
raggiungeranno la montagna sacra e spargeranno assieme le ceneri di
Monty
dalla sua sommità.
|
Il più celebre degli Apache: Geronimo, capo indiano e medicine man (foto del 1913). |
|
Mister No Speciale n. 15, luglio 2001 |
APPROUAGUE
Isolotto
fittizio al largo della Guyana Francese dove sorge un terribile
penitenziario. MISTER
NO
vi viene rinchiuso in Accusa
di omicidio
(A. Castelli [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 56-59),
bellissima storia che ottenne un significativo primo posto nel
referendum proposto dalla Casa editrice nel 1981. Castelli ha tratto
ispirazione sia dal libro di Henri Charrière Papillon
(1969), in cui l’autore narra la sua tragica esperienza nel carcere
dell’Isola del Diavolo; sia al film omonimo girato nel 1973 da
Franklin J. Schaffner, con un intenso Steve McQueen nel ruolo del
protagonista.
|
L'isola di Approuague (MNO n. 58, pag. 39) |
Poiché la storia è ambientata nel 1955 e il bagno
penale dell’Isola del Diavolo venne chiuso nel 1953, lo
sceneggiatore ha pensato bene d’inventarsi Approuague
(dal
nome di un vero fiume della Guyana Francese), il cui penitenziario
non ha però nulla da invidiare a quello storico, come sperimenta
sulla propria pelle il povero MISTER
NO.
Il pilota vi finisce perché giudicato colpevole dell’omicidio di
una ragazza di Cayenna, in realtà uccisa dal commissario Ducros,
fanatico moralista. Verrà infine liberato grazie a ESSE-ESSE
e all’ex galeotto Alan MARCEL,
i quali recupereranno i documenti che lo scagionano; ma prima
dell’obbligato lieto fine, MISTER
NO
vivrà a Approuague
(e, nella parte iniziale dell’episodio, anche nel carcere di
Cayenna) un autentico inferno, che metterà a dura prova il suo
equilibrio mentale.
|
La disperazione di Mister No (MNO n. 58, pag. 64) |
|
Mister No n. 57, febbraio 1980. l'inferno dietro le sbarre! |
|
Mister No n. 58, marzo 1980. Disegno di Ferri. |
Castelli ha inserito nella storia tutti gli
ingredienti classici dell’avventura carceraria: secondini crudeli;
detenuti umani e generosi, come Jimenez
e
Moreno
(entrambi i quali vanno incontro a una triste sorte); l’immancabile
boss della prigione, l’infido Dega,
che MISTER
NO
uccide in un duello; disperati tentativi di evasione; celle speciali,
come i terribili reclusorio
e alveare;
risse tra detenuti e così via. A rendere ancora più bello
l’episodio è la sfortunata storia d’amore tra MISTER
NO
e la dolce Monique
VALMONT,
figlia del direttore del carcere.
|
La ghigliottina della Cayenna (Guyana Francese), |
|
Mister No lotta con Dega (MNO n. 58, pag. 85) |
|
Mister
No viene finalmente liberato
– MNO
59, p. 97
|
ARDENNE
Regione
collinare e boscosa compresa tra Belgio, Lussemburgo e Francia. Nella
SECONDA
GUERRA MONDIALE,
precisamente tra il dicembre 1944 e la fine di gennaio 1945, le
Ardenne
furono teatro di una massiccia controffensiva tedesca che colse di
sorpresa gli Alleati e causò loro ingenti perdite.
|
Ethan Owen (Almanacco dell'Avventura 1998, pag. 90) |
E’ proprio in
questa zona particolarmente calda
del Fronte Occidentale che, come narrato nella storia Ardenne
1945
(M.
Masiero (sog.&scen.) – R. Diso [dis.], Almanacco dell’Avventura
1998), MISTER
NO
vive l’ultima delle sue numerose avventure belliche. Trasferito
nell’inferno
delle Ardenne per
motivi disciplinari, il Nostro viene assegnato al gruppo di fanteria
comandato dal giovane sergente Ethan
Owen.
Questi è il figlio di un borioso e cinico colonnello, che considera
Ethan
un debole perché egli, a dispetto delle tradizioni di famiglia, non
ha alcuna intenzione di continuare la carriera nell’esercito.
|
La controffensiva delle Ardenne (nota anche come The Battle of the Bulge), gennaio 1945: gli americani hanno qualche problema di tenuta di strada con gli Sherman e altri mezzi cingolati! |
|
L'Almanacco dell'Avventura 1998: la battaglia delle Ardenne. |
Il gruppo di Ethan
viene inviato, proprio su ordine del colonnello Owen,
a difendere un casolare che si trova oltre le linee nemiche: qui
MISTER
NO
e compagni fanno amicizia con alcuni soldati tedeschi, che vogliono
arrendersi perché, al pari degli americani, sono ormai stanchi della
guerra. Sembra andare tutto per il meglio, ma l’imprevisto
intervento degli uomini del colonnello Owen
provoca una carneficina tra i tedeschi e tra gli stessi commilitoni
di MISTER
NO.
Quando il colonnello rimprovera suo figlio
per ciò che è accaduto, MISTER
NO
perde le staffe e si scaglia fisicamente contro l’ufficiale, ma
viene stordito da un altro soldato. Il colonnello ordina poi a Ethan e al Nostro di rimanere sul posto fino all’arrivo del
nemico, e sarà proprio qui che Ethan
avrà modo di dimostrare tutto il suo valore di soldato e di uomo,
sacrificando la sua vita per salvare l’amico MISTER
NO,
ferito allo stomaco dai tedeschi.
|
Ethan Owen soccorre Mister No ferito (Almanacco dell'Avventura 1998, pag. 113) |
|
Ethan Owen ucciso dai tedeschi (Almanacco dell'Avventura 1998, pag. 119) |
ARHAMA
Graziosa
ragazza della tribù YANOAMA
che, nella parte finale de Il
torrente nascosto
(C. Nizzi [sog.&scen.] – F. Civitelli [dis.], nn. 80-84), vive
una sfortunata storia d’amore con MISTER
NO.
Arhama
trova il pilota privo di sensi nella giungla, dove egli si è
smarrito, e lo porta nel suo villaggio per curarlo. Ben presto i due
s’innamorano, e MISTER
NO
è così felice con la ragazza e con gli YANOAMA
che non vorrebbe più ritornare alla vita civile: Ritornare?...
E perché? La vita è questa… E’ questa la libertà…
.
|
Arhama (MNO 83, pag. 91) |
L’idillio avrà però fine quando il Nostro scoprirà l’orrendo
massacro compiuto dagli indios ai danni di una tribù nemica; e
quando, subito dopo, Arhama
morirà a causa del geloso e malvagio Makury,
che verrà a sua volta ucciso da un inferocito MISTER
NO.
La dolce Arhama,
mai dimenticata dal pilota, ricompare ne I labirinti della memoria
(L. Mignacco
[sog.&scen.] – F. Valdambrini e M. Bianchini [dis.], n. 244),
in una scena dove MISTER
NO
rivede
in sogno i suoi migliori amici e alcune delle donne più importanti
della sua vita.
|
La morte di Arhama (MNO 84, pag. 14) |
|
Mister No n. 83, aprile 1982: la storia d'amore con Arhama |
Curiosità:
Come si legge nel volume di Roberto Altariva e Angelo Palumbo Mister
No Index Illustrato 1-100
(Paolo Ferriani Editore, Inverno 2003-2004), Claudio Nizzi ha
riciclato
la suddetta parte de Il
torrente nascosto
da un episodio di Capitan
Erik
che egli stesso aveva scritto qualche anno prima per Il
Giornalino,
il noto settimanale delle Edizioni Paoline. Così facendo, Nizzi ha
aggiunto a un episodio già splendido un ulteriore punto di forza.
ARIAS,
SANTIAGO
Un
altro importante personaggio de Il
torrente nascosto
(C.
Nizzi [sog.&scen.] – F. Civitelli [dis.], nn. 80-84), storia
che è un autentico capolavoro. Figura ricca di contraddizioni ma
indubbiamente positiva, Santiago
Arias
è un ragazzo che possiede la mappa di un ricco giacimento aurifero
nella giungla venezuelana. Con MISTER
NO,
che lo salva a MANAUS
dal terzetto di banditi JULIO, CABILDO e BLAS (interessati
alla suddetta mappa), Santiago
mostra dapprima scarsa riconoscenza, rubandogli addirittura il PIPER,
con cui raggiunge il VENEZUELA;
poi, quando il pilota lo rintraccia grazie all’aiuto della
fidanzata Florita
(incontrata
nel villaggio di Palo Blanco), il giovane gli chiede scusa e, per
farsi perdonare, gli propone di diventare suo socio nell’estrazione
dell’oro. MISTER
NO
accetta, e i due, lavorando incessantemente, raccolgono una notevole
quantità di pepite.
|
Santiago Arias (MNO n. 81, pag. 32) |
Vengono però ritrovati dai tre banditi, i quali
sparano a Santiago
e a Florita,
finendo poi a loro volta uccisi da alcuni indios. Per sfuggire a
questi ultimi, MISTER
NO
si lancia in una disperata corsa nella giungla, dove viene soccorso
da ARHAMA.
Dopo la triste esperienza con gli YANOAMA,
MISTER
NO
ha la gradita sorpresa di ritrovare vivi Santiago
e Florita,
i quali erano stati solo feriti dai malviventi. Santiago
propone nuovamente a MISTER
NO
di ritornare al giacimento, ma il pilota stavolta non accetta e fa
ritorno a MANAUS.
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Mister No n. 82, marzo 1982: alla ricerca di Santiago Arias! |
Bugiardo
e sfacciato ma al contempo generoso e pieno d’intraprendenza,
Santiago
Arias
si fa ricordare anche per il rapporto un po’ turbolento con la
bella e determinata Florita.
Due scene in particolare meritano di essere citate: quella in cui
Florita,
ritrovato Santiago
nella giungla, lo prende a schiaffi e a calci, come punizione per
averla abbandonata a Palo Blanco; quella in cui i due si appartano in
intimità mentre il pilota è intento a svuotare una bottiglia.
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Santiago con la fidanzata Florita (MNO n. 83, pag. 45) |
ARKADY
Cosmonauta
russo che in Alien!
(T. Sclavi [sog.&scen.] – F. Civitelli [dis.], nn. 107-108)
stringe una toccante amicizia con MISTER
NO.
E’ la notte del 3 aprile 1953 quando Arkady
precipita
con il suo modulo spaziale nella foresta amazzonica, a causa
dell’urto con un’astronave extraterrestre. Nella caduta, il
modulo di Arkady
urta a sua volta il PIPER
di MISTER
NO,
facendolo precipitare. Sopravvissuto all’incidente, il pilota viene
catturato da una tribù di feroci indios, i quali vogliono
sacrificarlo ai loro dei, ma Arkady
lo salva e, assieme a lui, si rifugia nella capsula di atterraggio. I
due vi trascorrono un’intera notte, vigilati dagli indigeni, che la
mattina seguente, quando Arkady
e MISTER
NO
escono fuori, li attaccano. Ferito da una freccia, Arkady
viene soccorso da un elicottero dell’esercito sovietico, che mette
in fuga gli indios e, recuperata la capsula, riparte.
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Mister No n. 108, maggio 1984: l'isteria del better dead than red e la Guerra Fredda |
Ispirato
chiaramente a Yuri Gagarin, primo uomo nello Spazio (1961), Arkady
è uno dei personaggi misternoiani più riusciti di Sclavi, che l’ha
dotato di una notevole carica di umanità e simpatia. Davvero
spassosi i suoi battibecchi con MISTER
NO
nelle ore notturne trascorse all’interno della capsula. Il pilota
fa arrabbiare Arkady
perché osa ironizzare sulla tecnologia sovietica e sul grande
padre Stalin,
ma alla fine, quella che nasce tra i due è una grande amicizia,
un’amicizia che se ne infischia delle logiche della Guerra Fredda e
della contrapposizione capitalismo/socialismo.
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Il cosmonauta Arkady (MNO 108, pag. 14) |
La
terribile “guerra” –
scrive Saverio Ceri su Dime
Press
n. 10 (cit.)- che
più volte in passato […] ha portato il mondo sulla catastrofe, non
aveva senso di esistere, russi e americani sono uguali, nessuno è
buono nessuno è cattivo. Tutta
la storia è in effetti una splendida apologia dell’amicizia e
dell’uguaglianza; emblematico, in questo senso, il titolo, che,
oltre a riferirsi all’alieno vero e proprio che appare nel finale
(la sua silhouette e le sue parole sono una chiara citazione di E.T.,
l’extraterrestre del film omonimo di Steven Spielberg [1982]),
allude soprattutto all’alieno inteso come straniero e come nemico:
ciò che il russo Arkady
dovrebbe essere per lo yankee
MISTER
NO
e viceversa. Il significativo messaggio lanciato da Sclavi è che
sulla Terra non esistono alieni, ma solo esseri umani.
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Mister No e Arkady (MNO n. 108, pag. 24) |
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L'alieno - una citazione da ET - che compare nel finale della storia (MNO n. 108, pag. 81) |
ASIA
Le
storie ambientate in questo continente si possono dividere in due
gruppi. Da una parte, quelle appartenenti al filone bellico della
serie; nello specifico, le avventure relative all’invasione
giapponese della Cina (1938) e alle battaglie tra americani e
giapponesi durante la SECONDA
GUERRA MONDIALE.
Dall’altra parte, storie come I
delitti del Mar della Sonda (C.
Cicogna [sog.&scen.] – M. Bianchini [dis.], nn. 125-128), Il
ritorno delle “Tigri”
(L. Mignacco [sog.&scen.] – F. Busticchi e L. Paesani [dis.],
nn. 212-213) e gli episodi – quattro in tutto - che compongono la
trasferta di MISTER
NO
ed ESSE-ESSE
in Estremo Oriente (nn. 327-341).
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I Paesi visitati da Mister No nel corso della "trasferta asiatica" (MNO n. 332, pag. 4 - La posta di Mister No) |
Questa trasferta - che vede al
fianco dei due amici l’olandese Piotr
VAN DE VEER,
vecchia conoscenza di ESSE-ESSE
– non ha raggiunto i livelli qualitativi di quella africana;
malgrado ciò, alcuni personaggi in essa apparsi sono senz’altro
degni di menzione. E’ soprattutto il caso di tre figure che
compaiono in Allarme
atomico
(L. Mignacco e M. Masiero [sog.&scen.], nn. 334-341), lunghissima
avventura conclusiva, ai cui disegni si sono avvicendati Bianchini e
Santucci, i fratelli Di Vitto, Paolo Bisi, Fabrizio Busticchi e Luana
Paesani. I suddetti personaggi sono la cinese Madame
Vibora
e la coppia di spie rinnegate formata dall’americano Martin
Donovan
e dalla sua compagna, la russa Nadia
Kreg.
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Mister No n. 327, agosto 2002: inizia la "trasferta asiatica". |
L’affascinante Madame
Vibora
(vipera
in portoghese) - proprietaria di una casa da gioco, il Dragão
de Ouro,
a Macao - richiama alla mente Dragon
Lady,
la cattiva
di
Terry
e i pirati,
celebre serie a fumetti di Milton Caniff, pubblicata tra il 1934 e il
1945. Come Dragon
Lady,
Madame
Vibora
è astuta e pericolosa, ma non del tutto priva di sentimenti: nutre
infatti un debole per VAN
DE VEER,
il quale, a sua volta, non resta indifferente al suo fascino.
Decisamente più malvagi della femme
fatale
cinese sono Donovan
e la Kreg:
i due rubano un ordigno atomico da un bombardiere americano
precipitato nella giungla thailandese, e incolpano del furto MISTER
NO, ESSE-ESSE
e VAN
DE VEER.
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La Grande Muraglia, uno dei simboli dell'Asia |
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Madame Vibora (MNO n. 337, pag. 51) |
Ricercati in tutta l’Indocina sia dagli americani che dai
sovietici, i tre amici, per scagionarsi, si mettono sulle tracce
della diabolica coppia. Dopo un lungo e rischioso inseguimento - che
li conduce prima a Macao, quindi in Cina e in Manciuria - i Nostri
riescono infine a catturare Donovan
e la Kreg
nella palude thailandese dove questi ultimi hanno nascosto la bomba,
per poi consegnarli ai rispettivi servizi segreti, che, in cambio,
scagionano MISTER
NO
e i suoi amici da ogni accusa.
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Mike Donovan e Nadia Kreg (MNO n. 339, pag. 61) |
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Mister No n. 341, ottobre 2003. Disegno di Diso. |
ATACAMA
Situato
nel nord del Cile, il deserto di Atacama ha una superficie di
centocinquemila chilometri quadrati ed è il luogo più arido della
Terra: la media annuale delle piogge è infatti di soli dieci
millimetri (nel SAHARA,
in confronto, è di sessanta mm), e in alcune aree non piove
addirittura da secoli. MISTER
NO
ha visitato questo deserto ne Le
montagne della Luna
(A. Castelli [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 101-104),
storia che è un riuscito mix di avventura e giallo. Atterrato con il
suo PIPER
nel villaggio di San Pedro, autentica oasi in un mare di desolazione,
il pilota incontra un simpatico prete belga, Padre Gustavo. Questi,
oltre a fornirgli preziose informazioni sul conto della misteriosa
Luisa
PARKER,
gli racconta la storia della regione e gli mostra il suo piccolo
museo, dove sono raccolti vari manufatti degli antichi popoli del
deserto e alcune impressionanti mummie.
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Mister No sorvola con il Piper il deserto di Atacama (MNO n. 102, pag. 33) |
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Padre Gustavo (MNO n. 102, pag. 48) |
Curiosità:
Sebbene Padre Gustavo sia dichiaratamente ispirato al sacerdote
gesuita Gustavo La Paige - che nel 1957 inaugurò a San Pedro il
museo archeologico che porta il suo nome -, le sue fattezze sono
quelle di Sergio Bonelli: una trovata simpatica con cui il
disegnatore Franco Bignotti – non sappiamo se di sua iniziativa o
su suggerimento di Castelli – ha voluto omaggiare il papà di
MISTER
NO.
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Una delle più impressionanti mummie di Atacama! Lunga pochi centimetri e dagli strani tratti ha fatto anche pensare ai resti di un alieno! |
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Mister No n. 102, novembre 1983: le mummie del deserto di Atacama. |
Massimo Capalbo
N.B. Trovate l'elenco di tutte le voci e i link a tutte le lettere dell'alfabeto nell'apposita pagina dedicata all'Atlante di Mister No!
P.S. Il 14 giugno 2013 l'Atlante di Mister No è stato oggetto di un annuncio nel sito ufficiale della Sergio Bonelli Editore, trafiletto che usa queste lusinghiere parole:
L'Atlante
di Mister No su Dime Web
- Massimo
Capalbo propone su Dime Web un approfondito e appassionante Atlante di
Mister No a puntate. Un'opera che, seguendo l'ordine alfabetico,
cataloga, analizza e si sofferma con cura sul mondo del nostro pilota
amazzonico, sezionandolo con attenzione maniacale e accompagnando ogni
scheda con foto, tavole e vignette tratte dagli albi della serie. Con l'inizio di luglio il sito della SBE si è rinnovato e la notizia ora appare nella homepage di Mister No!
P.P.S. del 5 luglio 2014: abbiamo integrato la voce Ananga con l'uscita del Dylan Dog Color Fest n. 12 dell'aprile 2014!
Un lavorone pazzesco!!! Grandi complimenti all'autore!!
RispondiEliminaGrazie, Franco!
EliminaFrancesco
Grazie anche da parte mia!
RispondiEliminaMax
Ho letto altre voci (Ananga, Ande, Atacama, Asia...): mi sono divertito e appassionato a ripercorrere alcuni temi e personaggi della saga di Mister No.
RispondiEliminaPian piano mi "stirerò" il resto!
Molto bello, complimenti e grazie. vorrei fare però anche un appello a Davide Bonelli perchè ci faccia rivedere in edicola Jerry. non a cadenza mensile, ovviamente. intendo un albo speciale annuale o semestrale, ma come si deve. gli speciali dopo la chiusura furono davvero poca cosa.
RispondiEliminaMister No ci manca, sono certo che siamo tantissimi ad averne nostalgia
Sarebbe straordinario! A tutti noi della "vecchia e media guardia" manca Mister No!
Eliminaf.m.
Bravo ! Ma almeno un paio di speciali all'anno di prova si potrebbero fare no ????? Ci manchi Jerry !!!!!
RispondiElimina"Ombre rosse" è un curioso misto tra giallo e esplorazione della fine del mito del west americano. Devo capire ancora se m' è effettivamente piaciuta o meno! XD
RispondiEliminaPiù classicheggiante e lineare "Alien", storia breve, ma intensa. Una delle migliori tra quelle che ho letto sin' ora! ^^
La copertina de "I misteri di Atacama" è un po un pacco visto che le mummie nella storia fanno giusto una comparsata e la vicenda parla di altro! XD Bella in generale con Castelli che su MN fa ancora centro, però il finale rischia di rovinarla. Ancora non ho deciso se si tratta di una genialata o di una boiata! Ah, però! Non avevo fatto caso alla somiglianza di padre Gustavo con il Sergione! ^^
"Ardenne 44" è una delle primissime e pochissime storie di Mister No che lessi da ragazzino! Mi piacque molto! ^^
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