di Giampiero Belardinelli
Até
logo, Jerry Zagor!
I
cross-over
non sono mai stati un patrimonio culturale del fumetto bonelliano al
contrario di quello supereroistico statunitense. Eppure, in un paio
di occasioni, abbiamo assistito all’incontro tra Martin Mystère e
Dylan Dog, personaggi ambientati nella nostra realtà e quindi con
una più ampia possibilità di interagire: ciò e accaduto
soprattutto negli albi Ultima
fermata: l’incubo!
(ottobre 1990) e La
fine del mondo
(ottobre 1992). E addirittura, grazie al diabolico zampino di Alfredo
Castelli, c’è stato un sorprendente incontro tra un settantenne
Mister No e un più giovane Martin Mystère nell’albo Fuga
da Skynet
(Speciale Mr No 8, luglio 1993). Senza dimenticare le comparsate atlantidee di
Martin Mystère nella serie di Nathan Never, a cui rimandiamo per
eventuali approfondimenti.
|
Il primo crossover fra Dylan e Martin, nel 1990. Inizialmente - come si evince anche dall'intervista a Bonelli
per lo Speciale Zagor pubblicata in versione integrale su Dime Web - l'editore milanese era contrario a
queste iniziative "all'americana"... ma poi si convinse! |
Poi,
in merito alla saga dell’eroe di Darkwood, ci sono quelle
contaminazioni di temi fondanti: il caso sotto gli occhi di tutti è
quello dei Continenti
perduti
(Atlantide e Mu) che, da alcuni anni, si è trasferito con rinnovato
vigore dalle pagine del già citato Martin Mystère a quelle di
Zagor. Infine, non meno significativi sono quei richiami espliciti
alla saga di Mister No e in particolare al suo principale ambiente di
riferimento: con l’arrivo di Zagor nella foresta amazzonica, a
partire dall’avventura recensita qui, Luigi Mignacco e Gallieno
Ferri hanno realizzato un intelligente gioco citazionistico con le
copertine misternoiane
realizzate dallo stesso artista ligure (di cui abbiamo realizzato
questo noto servizio). Ma il
gioco è
proseguito e nell’avventura presa in esame, in particolare a pagina
48 dell’albo Sangue
su Bahia,
Luigi Mignacco e Raffaele Della Monica omaggiano la tavola di
apertura di una classica avventura di Guido Nolitta e Franco
Bignotti: L’ultimo Cangaceiro
(Mr No 3/5). Bahia, quindi, diventa il teatro di questa interessante
avventura di Zagor e Cico come lo è stata per Mister No, in un caso
anche per opera dello stesso Mignacco (vedi Le
notti di Bahia,
Mr No 286/287). L’omaggio a Mister No, tra l’altro, continuerà
con la successiva Sertão,
scritta da Mauro Boselli e disegnata da Paolo Bisi, di cui vi daremo
conto in questa sede nei prossimi mesi.
|
MLK a Washington, 1963. Fine di un percorso: dalla rivolta al dialogo. |
Dalla foresta
alla città
Dopo
aver lasciato la foresta amazzonica, oltre a un pezzo di cuore nelle
mani di Marie Laveau nella tanto discussa ma evocativa pagina
trentotto di Zagor
Gigante 570, l’eroe si ritrova insieme a Cico per le strade di Bahia sulle
tracce, ancora fresche, di Dexter Green. A comandare le operazioni
non troviamo però Burattini e Laurenti ma Mignacco e Della Monica.
Il salto narrativo tra le due coppie di autori si nota ed evidenzia,
per fortuna, le diverse personalità artistiche, ma la qualità non
viene meno in quanto l’architettura su cui si fonda la saga
zagoriana è solida e mostra una coerenza rara da trovare in altre
testate bonelliane. I Nostri vengono coinvolti nell’annunciata
ribellione degli schiavi e la tensione che si avverte coinvolge – e
non poteva essere altrimenti – l’impulsivo Zagor e il più
riflessivo Cico.
|
Bahia nel XIX secolo (qualche decennio prima dell'avventura di Zagor). |
Mignacco mette
subito le carte in tavola e incastra nella vicenda un manipolo di
personaggi la cui caratterizzazione non è mai approssimativa e
soprattutto è priva di manicheismi. Infatti, come vediamo nel
prologo e nel corso dell’avventura, anche tra i ribelli non mancano
degli assassini interessati al proprio tornaconto. La riflessione di
Mignacco è intelligente in quanto pone l’attenzione sui
chiaroscuri cui spesso sono state costruite le rivoluzioni, anche
quelle sacrosante come la ribellione alla schiavitù.
Un’altra
nota lieta è l’inserimento di diverse figure femminili non di
contorno, e questo aspetto lo si è visto, andando a ritroso al
recente passato, già a partire dall’avventura ambientata in
Louisiana sceneggiata da Mirko Perniola (vedi Alligator
Bayou,
ZG 556/559). Le donne, in questo racconto, mostrano di essere dotate
della capacità di saper mediare, ma anche di quell’indispensabile
coraggio di rischiare per tentare di arginare la violenza e, come
accade nel drammatico finale, alcune volte ci riescono. L’avventura,
in definitiva, è un altro riuscito omaggio alla sensibilità
femminile e, senza il minimo dubbio, non ho difficoltà a
sottolineare come il mondo sarebbe un luogo migliore dove vivere se
fossero state la donne a comandare.
|
Amazzonia! |
Continuity
Uno
degli aspetti che valorizza ancor di più il racconto è l’attenzione
posta sia alla continuity
stretta sia a quella più ampia, patrimonio letterario della serie da
almeno il 1994. Da notare come Mignacco abbia avuto l’intuizione di
inserire un personaggio minore ma interessante ideato da Burattini
durante una precedente trasferta in terra africana: Rodrigues Lobo,
giunto in Brasile sulle tracce della sua Kismeth, rapita da un gruppo
di schiavisti. La vicenda del contrabbandiere Lobo mette in moto la
narrazione e allo stesso tempo allarga il quadro sulla saga che, se
la guardassimo come in un’ideale mappa satellitare, apparirebbe come
un corpo vivo e pulsante, anche quando i riflettori non sono accesi
su questo o su quell’altro personaggio. Trovo infatti divertente
giocare con l’immaginario e, limitandomi ad alcuni esempi, pensare
cosa stia accadendo – in questo momento della realtà zagoriana –
in Africa a Liberty Sam, oppure cosa stia tramando Mortimer, o quali
preoccupazioni, in una Darkwood senza Zagor, assillino Tonka…
|
Darkwood e la continuity: cosa sta succedendo nella foresta momentaneamente orfana di Zagor? |
Nell’ambito
della continuità più serrata, invece, la caratterizzazione di
Dexter Green (e del suo assistente Yambo) evidenzia la complessità
psicologica dell’archeologo: Sicuramente
–
dice riferendosi all’eroe – è
sempre spinto dal desiderio oscurantista di distruggere le preziose
invenzioni di Atlantide… Il compito che ci siamo prefissi si fa più
difficile, Yambo! Prenderò le mie precauzioni. Tutto sommato,
saperlo vivo mi toglie un gran peso dal cuore!.
Un Dexter Green umano come probabilmente lo è sempre stato e forse
l’unica ombra era quella annidata nel suo cuore e non quella
attribuita a Zagor, il cui scopo di distruggere armi potenzialmente
devastanti deriva da nobili e antichi
motivi
di nolittiana memoria: basti ricordare quando lo Spirito
con la Scure
decise di distruggere le armi ideate dal professor Hellingen (vedi
Ora
Zero!,
ZG 107/109).
In
chiusura, definire Zagor un oscurantista
è un clamoroso errore di giudizio da parte di Dexter Green; noi
lettori, infatti, sappiamo come lo
Spirito con la Scure abbia
sempre cercato di guardare con mentalità aperta ciò che non
conosce. Potremmo definire l’eroe, e non sbaglieremmo, un
"pragmatico filosofico".
Uomini, luoghi
ed eroi
Le
avventure sono fatte da uomini, da luoghi e da eroi, ma senza una
realizzazione grafica all’altezza alcune di queste singolarità
sarebbero andate perse o comunque meno valorizzate. Raffaele Della
Monica eccelle in tutti questi aspetti: riesce a dare
profondità ai caratteri presenti, dar vigore agli eroi e soprattutto
riesce a conferire energia
agli ambienti. Nelle 246 tavole del racconto, la città di Bahia
appare ritratta con ampiezza di particolari, però mai fini a sé
stessi ma sempre funzionali a rendere unica l’azione dei
personaggi. Chiudo sottolineando la pagina 83 di Zagor Gigante 572:
un incastro perfetto di vignette che crea una magistrale suspense.
|
Zagor n. 570, gennaio 2013. Copertina di Ferri. |
Zagor Gigante 570
(Zenith 621)
SANGUE SU BAHIA
Gennaio 2013
pag. 100, € 2,90
Testi: Moreno
Burattini / Luigi Mignacco
Disegni: Mauro
Laurenti/Raffaele Della Monica
Copertina: Gallieno
Ferri
Rubriche: Moreno
Burattini
|
Zagor n. 571, febbraio 2013. Copertina di Ferri. |
Zagor Gigante 571
(Zenith 622)
VENTO RIBELLE
Febbraio 2013
pag. 100, € 2,90
Testi: Luigi
Mignacco
Disegni: Raffaele
Della Monica
Copertina: Gallieno
Ferri
Rubriche: Moreno
Burattini
|
Zagor n. 572, marzo 2013. Copertina di Ferri. |
Zagor Gigante 572
(Zenith 623)
L’ARMATA DEI
FOLLI
Marzo 2013
pag. 100, € 2,90
Testi: Luigi
Mignacco
Disegni: Raffaele
Della Monica
Copertina: Gallieno
Ferri
Rubriche: Moreno
Burattini
Giampiero Belardinelli
Approfitto per aggiungere una nota significativa alla mia recensione. A pagina 96 di Zagor Gigante 572, rispondendo alle speranze di Cico circa la possibile pacificazione tra bianchi e neri, l'eroe dice: "Mi spiace, Cico, ma io non sono ottimista come te e la tua amica Zaphira... In futuro, forse, il 'Lavagem do Bonfim' verrà considerato un simbolo di pace e armonia fra culture diverse... Ma a noi, che l'abbiamo vissuta, questa cerimonia ricorderà sempre le atrocità e le ingiustizie di una notte tragica!".
RispondiEliminaIl pragmatismo di Zagor gli fa intuire come questo processo non sarà rapido, ma ci vorranno decenni... Voglio sottolineare come la considerazione di Zagor non ci proponga un personaggio sconfitto e lacerato che cerca di fuggire rabbioso e stizzito dalla sua realtà, come accadeva nei Settanta, ma ci restituisce un eroe consapevole che, passata l'amarezza, l'avventura continua con ottimismo e fiducia.