di Giampiero Belardinelli
Tex:
maneggiare con cura!
Claudio
Nizzi, nel libro recensito qui, aveva rilasciato a Roberto Guarino una
preziosa testimonianza sulla sua attività texiana, giunta alla
conclusione con il "texone"
del
dicembre 2011; mentre l’ultima sceneggiatura inedita, disegnata da
Lucio Filippucci, verrà con molta probabilità pubblicata nel corso
del 2013. In conclusione della lunga intervista, sollecitato da
Guarino, Nizzi esprime senza giri di parole il suo parere sui suoi
successori texiani: "Direi
che non sono stati rispettati né il carattere di Tex né i canoni
narrativi. Forse perché ritengono che il tipo di storie e lo stile
di Gianluigi Bonelli (e mio) siano invecchiati. A provarlo sono le
storie più recenti, dove Tex è completamente cambiato. I tempi
della leggerezza e dell’ironia sono lontani anni luce. Il Tex di
oggi è duro, serio, cupo. Forse pensano che sia più adatto ai
lettori di oggi. Può darsi, ma non è più Tex"
(p. 204).
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Clint Eastwood: il crepuscolo dell'eroe della Frontiera. |
Ho voluto riportare questo stralcio non per alimentare una
polemica, ma per invitare tutti (chi scrive per primo) a una
riflessione sulle difficoltà di maneggiare un personaggio difficile
come Tex. Il personaggio di Gianluigi Bonelli è, al contrario di
quello che pensano certi osservatori superficiali, un eroe la cui
statura epica si distingue nettamente dai suoi confratelli degli anni
Cinquanta, Sessanta e Settanta: questo perché le sue avventure hanno
avuto una dimensione tanto ampia e senza tempo da restare ancora attuali.
Altri personaggi, invece, lasciavano intravedere nel loro periodo
classico un indistinguibile sottofondo culturale: pensiamo agli anni
Settanta di Zagor e di Mister No, ben individuabili nelle
sceneggiature. Un pregio ma, senza un adeguato rinnovamento dei
codici narrativi e del linguaggio, anche il loro limite - come è poi
accaduto per Mister No.
Quindi,
commentando le nuove storie, occorre sempre rendersi conto di quanto
sia difficile per gli autori scrivere sceneggiature per il
carismatico Ranger. L’attuale sceneggiatore principale, nonché
curatore della testata Mauro Boselli, la cui esperienza texiana è
ormai ventennale, ha secondo me evitato il rischio paventato da
Claudio Nizzi perché ha sempre fornito una caratterizzazione epica e
classica di Tex e dei suoi pard. Gli autori che si sono
affiancati a Boselli, pur con apprezzabile professionalità, hanno
avuto delle iniziali difficoltà nel centrare la filosofia
bonelliana. Ruju, dal canto suo, ha realizzato delle sceneggiature
dalla robusta nervatura noir;
questo, a parer mio, lo ha condotto, nella sua prima storia per la
collana mensile (La
prova del fuoco,
Tex nn. 598 e 599), a mettere Tex in una situazione ambigua che ha portato
la vicenda entro binari di una cupezza poco canonica. In seguito,
forse seguendo le indicazioni di Boselli, Ruju ha mostrato di saper
conquistare
la
solarità dell’eroe senza per questo rinunciare alle sue
peculiarità narrative, rintracciabili in personaggi di contorno
spesso tormentati.
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Pasquale Ruju, sceneggiatore di Tex nn. 625 e 626 |
Un uomo e la
sua colpa
Si nota, entrando
nel merito di quest’altra avventura scritta da Pasquale Ruju, come
le caratteristiche sopra accennate vengano confermate. Rispetto ai
classici soggetti texiani (incentrati sullo scontro con cattivi a
tutto tondo), Ruju cerca di mescolare le carte e punta su
personaggi con un passato a volte violento, a volte disperato.
Insomma, c’è il tentativo di ampliare la psicologia dei comprimari
allo scopo di rendere più difficili le scelte di Tex o di Carson e
garantirsi quindi percorsi narrativi nuovi.
Nella
Missione di Santa Esperanza i due amici conoscono Padre Clemente,
che, in passato, era stato tristemente noto nel West
con
il nome di Guillermo Blanco. Dietro la lunga barba e la tonaca Tex
riconosce l’uomo che immaginava di aver ucciso; in realtà,
sopravvissuto alla morte, il desperado
era stato in seguito accolto dai monaci di una Missione nei pressi di
Chihuahua e, dopo aver intravisto la nera
falciatrice,
aveva intrapreso una vita di preghiera. Ma può un uomo violento
cambiare radicalmente la propria vita? A questa domanda Ruju ha
cercato di dare una risposta; ed è il quesito che, per gran parte
dell’avventura, frulla nella mente di Tex e di Carson.
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L'antica Carmel Mission, in California. |
Un
uomo dal passato violento sa che prima o poi le vecchie "amicizie"
potrebbero tornare per chiudere i conti.
La vicenda di Padre Clemente rispecchia questa regola non scritta e,
tra l’altro, è una legge d’oro per ogni sceneggiatore che voglia
raccontare storie
"nere".
Da qui parte una vicenda - valorizzata dal segno nervoso e agile di
Josè Ortiz - costruita con molti stacchi, ora sui Nostri, ora sulla
precipitosa fuga del religioso al fianco del suo ex compagno di
crimini Gallardo. Questa architettura narrativa, di conseguenza, ha
ridotto il numero delle pagine in cui sono presenti Tex e Carson, ma
per fortuna non ha penalizzato la qualità della loro azione.
Nell’avventura, infatti, ci sono molte situazioni di antologia
texiana: tra queste una lunga sequenza (vedi le pagine da 55 a 59 e poi le tavole 64 e 65 di Tex 626) che si apre con l’eroe intento a picchiare il
sovrastante di una miniera e si chiude con uno spontaneo applauso dei
lavoranti nei confronti dei Nostri. "La
schiavitù è finita da un pezzo, mi risulta. Ma evidentemente
quell’energumeno non è stato informato, a giudicare da come tratta
i vostri lavoranti",
dice Tex al direttore di una miniera d’argento di proprietà della
Hanson
& Jones.
La frase con cui apostrofa il tipaccio denota l’impassibile ironia
di Tex, ed è una di quelle situazioni che ne hanno definito la
dimensione di eroe capace di plasmare la propria realtà. Il segreto
del successo di Tex dipende moltissimo dalla sua capacità di non
farsi mai trascinare nel vortice di un’emotività rabbiosa di
fronte all’arroganza di un cattivo o di un personaggio "in guanti
bianchi".
I personaggi nati per fare gli eroi, a parer mio, non dovrebbero mai
cadere nella trappola dell’impulsività, un’emozione destinata
per sua natura soltanto agli antieroi.
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Moderni frati francescani negli Stati Uniti d'America |
Dopo
un continuo rincorrersi di azioni cruente e spettacolari, la vicenda
arriva rapida alla conclusione. Padre Clemente, tornato alla sua
Missione, si trova dinanzi al suo crudele destino e, ricordando
vagamente la tragica figura bonelliana di Lucero (vedi Tex dal n. 151 al n. 154),
compie un amletico esame sulla propria esistenza: "Sei
un uomo giusto, Tex, anche se porti la pistola. Io, invece… quello
che ho fatto, è stato giusto?"; "Lo
è stato, Padre Clemente. È il mio parere. Ma non è da me che vuoi
una risposta",
replica l’eroe. La risposta di Tex, capace di prendersi la
responsabilità di assolvere moralmente l’ex bandito, ne certifica
ancora una volta il carisma d’impronta bonelliana. A questo
proposito, chiudo riportando di nuovo le parole di Nizzi, in questo
caso riferite a un finale cambiato in redazione (l’avventura in
questione è Le
foreste dell’Oregon,
Tex nn. 513 e 514; vedi Tex
secondo Nizzi,
pp. 157-158): "Io
continuo a preferire la mia soluzione, perché Tex non si è mai
sentito troppo vincolato dalle formalità della legge e ha l’autorità
morale, che gli deriva da sessant’anni di carriera spesa al
servizio della giustizia, per poter dire: 'Ti assolvo io, non
preoccuparti'".
Puro
vangelo!
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La copertina, disegnata da Villa, per Tex n. 625. Novembre 2012 |
Tex Gigante 625
LE CATENE DELLA
COLPA
Novembre 2012
pag. 116, € 2,90
Testi: Pasquale Ruju
Disegni: Josè Ortiz
Copertina: Claudio
Villa
Rubriche: Graziano
Frediani
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Tex n. 626, dicembre 2013. Copertina di Villa. |
Tex Gigante 626
TRA IL CIELO E
L’INFERNO
Dicembre 2012
pag. 116, € 2,90
Testi: Pasquale Ruju
Disegni: Josè Ortiz
Copertina: Claudio
Villa
Rubriche: Graziano
Frediani
Giampiero Belardinelli
N.B. Trovate le altre recensioni bonelliane sul
Giorno del Giudizio!
Come al solito Francesco Manetti ha realizzato un ottima scelta delle immagini: in particolare ho apprezzato l'immagine di Clint Eastwood suggerita dalla mia citazione, nel titolo, di "leoniana" memoria.
RispondiEliminaInoltre, da perfetto editor, Francesco ha saputo eliminare una piccola ma fastidiosa ripetizione in una frase. È un piacere collaborare con gente così!
:-)
RispondiEliminaF.