Quale miglior post bonelliano da scrivere per Dime Web il 20 dicembre 2012, un giorno prima dell'apocalisse vaticinata dai Maya?
Ma la recensione del Martin Mystère n. 324, La fine del mondo, perbacco! Un fascicolo curiosissimo questo disegnato da Sergio Tuis - con la collaborazione di Giovanni Romanini - su testi di Luigi Mignacco. Seppure la pretesa profezia degli antichi amerindi sia una delle più colossali balle messe in circolazione negli ultimi decenni, una certa apprensione l'ha creata (o quanto meno un certo interesse escatologico) e il miglior modo per esorcizzarla è quello di raccontare la storia di un'altra balla creata ad arte. Un finto conlcudersi dei giorni architettato da un settore corrotto e deviato dell'esercito, venduto alla grande industria degli armamenti. Il crollo totale energetico è solo un'illusione, se lo si intende globalmente. Ma il piccolo, immaginario paese di Bee River Town sugli Appalachi, i monti cantati a primavera da Aaron Copland, vive per davvero un breve assaggio di quello che potrebbe essere l'inferno della catastrofe suprema. L'atmosfera che si respira è quella di certi film fantascientifici americani degli anni '50, con la cittadina di provincia occupata dagli alieni (pensiamo all'Invasione degli Ultracorpi di Siegel), con un tocco letterario/cinematografico di Crichton (Andromeda), e di King (L'ombra dello Scorpione e The Mist).
Gli Appalachi, teatro dell'avventura di Martin Mystère.
Un albo divertente e spensierato, che scivola giù come un bicchiere d'acqua sorgiva.
Un po' labile la spiegazione sui moventi del rapimento di Martin Mystère, Java & Co., accampata dal capoccia dei soldati infedeli che cannoneggiano con raggi elettromagnetici pacifiche comunità: "abbiamo pensato di approfittare dell'occasione per radunare ed eliminare anche un gruppo di personaggi influenti, tutti antimilitaristi, che un giorno avrebbero potuto darci noie". E dopo aver sterminato gli otto ospiti caricati a forza sull'aereo, chissà quanti jet sarebbero occorsi per imbarcare, dopo averli rapiti, gli altri "personaggi influenti, tutti antimilitaristi" sparsi in giro per gli USA? Quanti cargo avevano pensato di impiegare per deportare quasi tutta Hollywood o quasi tutto il mondo dei college o quasi tutte le redazioni dei grandi newspaper, per esempio...?
Martin Mystère 324 LA FINE DEL MONDO Dicembre 2012 / Gennaio 2013 pag. 164, € 5,00 Testi: Luigi Mignacco Disegni: Sergio Tuis (con la collaborazione di Giovanni Romanini) Copertina: Giancarlo Alessandrini Rubriche: Alfredo Castelli
Una curiosità: Per Martin Mystère si tratta della terza "fine del mondo"; è la terza avventura che vede coinvolto il Detective dell'Impossibile ad intitolarsi così. La prima storia con questo fantasioso titolo risale al secondo team-up con Dylan Dog, venti anni or sono. La seconda "fine del mondo" e apparsa, invece, molto più di recente sul Martin Mystère Presenta (l'albetto allegato allo special estivo),di quest'anno. Saverio Ceri
La spiegazione (anche del flop mayale, o mayano, o mayorca, o come cuzco si dice) potrebbe risiedere nel fatto che il mondo sta sì finendo... ma moooolto, moooooolto lentamente!
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Una curiosità: Per Martin Mystère si tratta della terza "fine del mondo"; è la terza avventura che vede coinvolto il Detective dell'Impossibile ad intitolarsi così. La prima storia con questo fantasioso titolo risale al secondo team-up con Dylan Dog, venti anni or sono. La seconda "fine del mondo" e apparsa, invece, molto più di recente sul Martin Mystère Presenta (l'albetto allegato allo special estivo),di quest'anno.
RispondiEliminaSaverio Ceri
La spiegazione (anche del flop mayale, o mayano, o mayorca, o come cuzco si dice) potrebbe risiedere nel fatto che il mondo sta sì finendo... ma moooolto, moooooolto lentamente!
EliminaFrancesco Manetti