martedì 15 dicembre 2020

SECRET ORIGINS: MISTER NO 7

di Saverio Ceri

Approfittando dello spunto datoci delle uscite settimanali della collana cronologica, a colori, collaterale alla Gazzetta dello Sport, andiamo a scoprire le copertine originali di Mister No, le loro eventuali fonti di ispirazione e le loro vicende editoriali in Italia e nel mondo.

Nel settimo numero di Mister No si conclude la prima avventura disegnata da Diso che ha portato il nostro pilota fino alla Guyana dove incontrerà una apparentemente misteriosa tribù africana in piena foresta amazzonica. L'ultima parte dell'albo mostra ai lettori di Mister No anche il lato comico di Guido Nolitta, che i fan di Zagor ben conoscevano grazie alle innumerevoli gag di Cico. Nel caso di Jerry Drake al centro di questi primi siparietti comici non c'è il cibo, come per il compagno di avventure di Zagor,  ma giovani fanciulle o presunte tali. In chiusura dell'avventura disegnata da Diso infatti il pilota si dà alla fuga per evitare il matrimonio "riparatore" per aver baciato la ragazza con cui ha condiviso l'avventura in Guyana; in apertura dell'episodio successivo, invece, è la curiosità di vedere una bellissima donna che spinge Jerry a penetrare di soppiatto nel suo alloggio, su una imbarcazione che sta risalendo il Rio delle Amazzoni; ma rimarrà decisamente sorpreso quando scoprirà cosa si nasconde in quella cabina.

La copertina di Gallieno Ferri sarebbe da mostrare a qualsiasi corso per disegnatori: questa è come deve essere una copertina, sempre. Deve attirare il lettore col richiamo dell'avventura, e questa immagine trasmette avventura da tutte le pennellate del Maestro. Impossibile non fantasticare su una tribù che vive in una sorta di città sospesa tra gli alberi della giungla amazzonica, con il nostro Jerry costretto a nascondersi tra le piante tropicali che affondano le loro grandi radici in uno del tanti rivoli che formano un labirinto d'acqua sul grande fiume sudamericano. Il titolo inoltre ci svela anche la colonna sonora dell'immagine: dei tamburi che risuonano minacciosi nella notte. Tutto falso; all'interno non c'è praticamente nulla di tutto ciò: niente ponti sospesi, niente tamburi, ne bagni fuori programma tra le radici degli alberi; ma poco importa, il copertinista ha fatto il suo fondamentale lavoro, attirare il lettore all'acquisto, poi sta allo sceneggiatore conquistarlo con la trama che ha congegnato.


Ovviamente la copertina di questa edizione è la stessa della collana originale, datata dicembre 1975; anche se presenta l'immagine spostata verso il basso per permettere l'inserimento, in alto, del grande logo, previsto dalla grafica Cristina Pajalunga, che ha concepito l'aspetto estetico di questo collaterale della Gazzetta.  

Già in occasione della prima ristampa del 1989 e di quella della If del 2007, era sorto il solito problema. Infatti in Tutto Mister No, lo scivolamento in basso dell'immagine costrinse i grafici bonelliani a disegnare la testa del primo indigeno e tutta la parte alta del disegno. Nella versione successiva, completamente ricolorata dai grafici della If, Mister No "affonda" ancora di più a causa del gigantesco logo previsto dalla versione targata Gianni Bono. Qui sotto entrambe le cover delle ristampe; da notare che in tutte le edizioni, compresa quella della Gazzetta, sia scomparsa la firma di Ferri, presente solo nell'originale

  

Il problema del logo fisso nella parte alta della copertina era già stato affrontato dai grafici delle edizioni francese e brasiliana che, infatti, già all'epoca disegnarono la testa del primo indigeno, diversa da quella successivamente realizzata in Bonelli e da quella della Gazzetta. I titoli di entrambe le versioni, La vengeance de Bush-Negroes e Os negros dos bosques, oggi non sarebbero politicamente corretti.


In Jugoslavia come sempre l'immagine di copertina veniva ridisegnata sul modello dell'originale. Il copertinista di Lunov Magnus Strip risolse il problema della testa del primo indigeno, eliminandolo completamente e, come sempre evitò, per motivi che sarebbe interessante conoscere, di disegnare il quadrifoglio portafortuna sulla spalla del pilota amazzonico.


Come ormai abbiamo scoperto  nelle puntate precedenti, la copertina dell'edizione spagnola, targata Zinco, ha colori completamente diversi dall'originale e un logo militare che guarda caso copre la testa dell'indios col machete. Il titolo è lo stesso dell'edizione italiana.


Nella prima delle due edizione greche, che potete vedere affiancate qui sotto, i tamburi nella giungla appaiono pure disegnati in copertina


Le cover turche relative a questo episodio, come sempre sono generiche e non raccontano il contenuto degli albi. Le prime due sono firmate da Yalcin le seconde due da Şükür.





C'è però una la cover di una ristampa, realizzata da Aslan Şükür, che si ispira chiaramente alla copertina di Mister No 7.


Chiudiamo ancora una volta con la vignetta di Ferri tratta dalla storia di Zagor Spedizione all'inferno ispirata alla cover di Mister No che stiamo analizzando in questa puntata. Neppure in questo caso Ferri ci svela la fisionomia del primo indios.

Saverio Ceri

N.B. Vi invitiamo a scoprire o riscoprire, anche le precedenti puntate di Secret Origins dedicate al Tex Classic e a Mister No in Cronologie & Index.

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