di Saverio Ceri
con la collaborazione di Francesco Bosco e Mauro Scremin
Bentornati a Secret Origins l'appuntamento quattordicinale che ci conduce alla scoperta delle origini delle copertine di Tex Classic e di eventuali altre cover ispirate alle pagine a fumetti dell'albo in edicola.
Sul Classic 96 si conclude la ristampa della ventiduesima serie di strisce di Tex, quella conosciuta come Serie Rio Bravo e prende il via, in chiusura, la ristampa della successiva collana nel formato originale di Tex, la Serie Dakota. I sei albetti in questione furono pubblicati tra il settembre e l'ottobre del 1959 e ristampati, per la prima volta rimontati su tre strisce, esattamente un'anno dopo sui numeri dal 16 al 18 dell'VIII serie degli Albi d'Oro. Nessuna delle tre copertine degli Albi d'Oro in questione, e quindi papabili come cover di questo Classic, è stata scelta come copertina della albo attualmente in edicola. Di due ci occuperemo comunque perché hanno avuto già avuto una seconda vita in ambito bonelliano, mentre della terza ci occuperemo nella puntata 99, dato che è stata scelta per quel numero del Classic.
In redazione hanno deciso stranamente di utilizzare per questo albo la copertina del dodicesimo e ultimo Albo d'Oro della VII serie. "Stranamente" perché in questa cover si vede chiaramente Tex sparare alle spalle di un avversario, anzi alla spalla come si intuisce dalla mimica dell'uomo cadente; esattamente alla spalla, data l'infallibile mira del ranger. La caduta dal cavallo in corsa crediamo comunque che non sarà salutare per l'avversario; dunque nonostante Tex non abbia apparentemente sparato per ucciderlo, l'osso del collo rischia di romperselo comunque.
Secondo una regola non scritta, impostasi redazionalmente a partire dagli anni Ottanta/Novanta, Tex deve essere corretto con tutti gli avversari, anche con i lestofanti della peggiore specie, e quindi non può ingaggiare un duello senza che il nemico di turno parta almeno in parità con lui, di conseguenza non può sparargli alle spalle. In una situazione simile, su Tex Classic 82, avevamo visto che in redazione avevano optato per un'altra soluzione, sinceramente abbastanza buffa. Plaudiamo perciò al coraggio di questa scelta politicamente scorretta: Tex può anche sparare alle spalle di un avversario; tutti i lettori sanno che sicuramente costui si è meritato di finire a spalare carbone nelle miniere di messer satanasso!
Ma veniamo allo scopo di questa rubrica, ovvero rivelare le origini segrete delle cover del Classic. Come ci raccontano i nostri preziosi collaboratori Francesco Bosco e Mauro Scremin, in questo caso l'origine è la stessa pubblicazione che aveva ispirato la cover del Tex Classic 90, cioè il numero del giugno 1959 della rivista per adulti Peril Magazine. Nel caso precedente la stessa cover del magazine aveva ispirato Galep, in questo caso lo fa una illustrazione per un racconto che troviamo nelle pagine interne della rivista, quella che vedete qui sotto.
La vignetta originale ha pure una firma parzialmente leggibile in basso a sinistra: "Rosa", non sappiamo se sia il nome completo o parziale, ma sarebbe curioso scoprire di chi si tratti; magari un avo di Don Rosa già lavorava nel campo.... A proposito di curiosità: scopriamo, nella gif animata qui sotto, che riassume i vari passaggi dal 1959 al 2020, che il tronco d'albero galleppiniano, ampliato in questa versione Classic, in origine era un teschio di bovino e che il braccio sinistro del cowboy originale, si trasforma nel braccio destro di Tex.
Come anticipato, occupiamoci ora di altre due copertine che sarebbero potute diventare quella del Classic 96, ma che sono state scartate. La prima è quella dell'Albo d'Oro numero 16, da cui l'albo di cui ci occupiamo in questa puntata ha preso in presto il titolo.
La cover in questione, ci raccontano gli esperti Bosco e Scremin, trae ispirazione tra le pagine dall'albo Have Gun, Will Travel pubblicato come numero 1044 della collana antologica Four Color della Dell publishing, nell'ottobre-dicembre 1959.
E' all'interno del primo episodio, The missing man, disegnato dall'italianissimo Alberto Giolitti, che a pagina 17 possiamo scoprire nella vignetta in basso a sinistra, una immagine familiare.
Ingrandendo l'immagine scopriamo che è praticamente identica alla copertina dell'Albo d'Oro di cui stiamo parlando. Sovrapponendo la fonte americana col disegno di Galep si può notare un ricalco certosino.
Segnaliamo una ulteriore curiosità su questa immagine: Galleppini già nel marzo del 1960 aveva sfruttato quella tavola per confezionare una copertina, quella dell'albo a striscia numero 10 della Serie Città d'oro, ovvero la ventiquattresima "stagione" a striscia di Tex. Il ranger e l'altro cavaliere sullo sfondo (che poi diverrà Kit), sono ripresi pari pari dalla quinta vignetta, mentre l'avversario in primo piano lo ritroviamo nella quarta illustrazione di questa tavola giolittiana.
La fortuna di questa cover continua qualche tempo dopo, nel momento in cui viene scelta come illustrazione di copertina di
Sangue sui pascoli, 29° e ultimo numero della prima serie gigante di Tex. Come al solito, molti colori sono cambiati tra le due edizioni, ma l'immagine è la stessa e noi possiamo ammirarla, come altre di questa puntata, grazie all'encomiabile e certosino lavoro del sito
www.collezionismofumetti.com.
Giungiamo infine alla cover che, tra quelle legate a queste 64 tavole, ha sicuramente avuto più successo delle altre; quella dell'albo d'oro seguente, il 17° della serie. La copertina in questione è quella che vedere qui sotto e non ha un'origine particolarmente misteriosa: la scena raccontata dal copertinista, con tutti quei cowboy a mollo nel fiume, si svolge proprio a metà albo.
I nostri Bosco e Scremin ci svelano però che questa cover, non accreditabile a Galleppini (per sua stessa ammissione), venne attribuita per lungo tempo a Mario Uggeri. In realtà la copertina fu per la gran parte disegnata da Emilio Uberti (in particolare la figura di Tex, la roccia, il fogliame e lo sfondo), ad eccezione delle figure in acqua probabilmente montate in redazione con ritagli prelevati da vignette di Galep.
Il Tex di questa cover è conosciutissimo dai fan di Aquila della Notte perché è quello che appare sulla cover del numero 22 della serie attuale, Yampa Flat, uscito a aprile/maggio 1962
Figura di Tex a parte, lo sfondo è completamente ridisegnato per l'occasione da Franco Bignotti. Alla fine questa copertina risulta frutto delle matite e dei pennelli della coppia Uberti-Bignotti. Per questa ragione Galep decise di ridisegnarla ex-novo in occasione della ristampa Tutto Tex, del settembre 1987. Gli elementi ci sono tutti, l'indiano a cavallo, le rapide, Tex col fucile in braccio, il bosco sullo sfondo, ma il tratto è completamente diverso, è quello del Galep di fine carriera, molto vicino allo stile delle cover tra il 300 e 400.
La stessa cover galleppiniana viene riproposta anche in occasione della Tex Nuova Ristampa del 1997, con una piccola variante cromatica: il cappello di Tex, da un improbabile bianco, diviene di un marrone naturale.
La versione galleppiniana, ormai divenuta quella ufficiale è stata scelta anche per la copertina del 60° volume della recente collana collaterale Tex 70 anni di un mito.
E con quest'ultima illustrazione chiudiamo anche questa puntata di Secret Origins. Appuntamento tra due settimane per scoprire nuove curiosità sulle copertine del ranger più popolare del fumetto italiano.
Saverio Ceri
N.B. Vi invitiamo a scoprire o riscoprire, anche le precedenti puntate di Secret Origins in Cronologie & Index, visto che molte sono state recentemente aggiornate con nuove immagini e nuovi riferimenti.
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