sabato 15 giugno 2019

ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO: NASCITA DI UN MITO. ZAGOR LE ORIGINI: VOLUME CARTONATO A COLORI E MINISERIE 1

di Giampiero Belardinelli

Dagli albori della civiltà, da quando prima in maniera orale e in seguito attraverso il supporto cartaceo, gli uomini e le donne hanno raccontato vicende che indagano sul passato allo scopo di comprendere o almeno interpretare in maniera plausibile il presente. Molti personaggi della mitologia, della narrativa o anche le figure reali della Storia hanno trascorsi misteriosi, sconosciuti agli stessi protagonisti. Il caso più noto – come mi ricorda il mio caro amico Angelo Palumbo (grande esperto zagoriano e mio consulente per la mitologia greca) – è quello della figura di Edipo, ignaro di aver ucciso il padre e sposato la madre, episodio fondante anche della psicologia freudiana. In questo passo della mitologia greca il protagonista agisce in maniera ignara dei fatti, mentre il pubblico ne conosce sin dall’inizio le tragiche vicende.



Il racconto d’avventura negli anni Duemila
Lo spunto su cui gli autori hanno costruito questa miniserie in sei volumi (di cui il cartonato qui recensito ha fatto da apripista) nasce su queste basi: attraverso una narrazione diretta – cioè non filtrata dalla voce del protagonista – far luce su situazioni che, per svariati motivi, il futuro Spirito con la Scure non poteva conoscere. Il volume presenta un racconto di 58 tavole ed è impreziosito da un ampio e illustrato apparato critico che, da pagina 65, consta ben dodici pagine. Prima di addentarmi nell’analisi, ricordo ai lettori che, dal 28 maggio, nel formato della miniserie Cico a spasso nel tempo, è arrivato in edicola il primo di sei numeri della serie Le Origini. Nella costruzione della mia indagine potrei rivelare alcuni fatti, quindi consiglio a chi non ha ancora letto il volume di aspettare prima di proseguire. Nella riga precedente ho utilizzato di proposito il termine “indagine” poiché mi ha molto colpito la citazione di un noto aforisma di Umberto Eco messa in bocca a Guglielmo da Baskerville (John Turturro) nella Serie televisiva di RAI 1 Il nome della Rosa: I libri non sono fatti per crederci, ma per essere sottoposti ad indagine. Indagare sul volume Le Origini vuol dire non solo analizzarne la struttura narrativa e grafica, ma evidenziare come questo libro rappresenti la sintassi che in alcuni casi dobbiamo pretendere oggi dal racconto d’avventura.



Dramma senza veli
Moreno Burattini ha impostato la sceneggiatura di questo volume (e immaginiamo anche dei restanti volumi) su un ritmo altissimo, fatto di sequenze brevi e incalzanti, con un montaggio dalla pagina che non segue la gabbia bonelliana. In questo modo il lettore avverte la velocità dell’azione e la mancanza di didascalie ne aumenta il pathos. I dialoghi sono essenziali, ma non ridotti all’osso: sferzanti in alcuni momenti, più descrittivi in altri. Il linguaggio adottato dallo sceneggiatore è uno dei punti di forza del racconto: in alcune sequenze, in particolare in quelle in flashback che precedono l’assalto al villaggio degli Abenaki, si avverte il contrasto di vedute tra i soldati e il tenente Mike Wilding: Allora dalli, i tuoi ordini, irlandese! Siamo ansiosi di riceverli! (p. 15). In questa sequenza viene spazzata via una certa regola non scritta del fumetto avventuroso del passato, in cui le contraddizioni di opinione tra graduati e soldati erano gestite in maniera meno esplicita. Qui l’autore toglie ogni filtro e la guerra viene mostrata in tutta la sua cruda realtà: soldati abbruttiti dalla violenza, la cui umanità si è sbriciolata in mille brandelli fatti di agguati, sparatorie, urla strazianti. I soldati non vogliono il rispetto delle regole, ma rispondere con violenza a chi li ha aggrediti con altrettanta violenza (gli indiani Creek). Il tenente Wilding viene etichettato come un soldato che non sa o non vuol decidere: il desiderio di vendetta dei suoi soldati lo travolgerà e la guerra, come un’entità capace di annullare la volontà degli uomini, si prenderà l'ennesima rivincita.



Questo è il punto nodale de Le Origini, il principio da cui scaturiranno tutte le vicende successive. Lo Spirito con la Scure nasce qui, nell’anima lacerata del tenente Mike Wilding, il padre travolto dai rimorsi per non essere riuscito a fermare un bagno di sangue, comprese le vittime innocenti. Mike Wilding è un uomo fuoriuscito dall’esercito dopo un processo infamante, e crede di aver finalmente trovato una seconda opportunità nella Foresta di Darkwood, insieme alla moglie Betty e al loro figlio Pat. La vicenda narrata da Guido Nolitta e disegnata da Gallieno Ferri in Zagor racconta… qui si completa e assume la caratura di una tragedia greca, di un dramma non casuale dove ogni azione, ogni evento, ogni personaggio sono legati tra loro da fili invisibili, che verranno disvelati nei prossimi cinque albi. La chiusa del volume presenta fatti noti ai lettori di Zagor, ma anche qui l’angolatura con cui vengono mostrati squarcia un altro velo della tradizione bonelliana: i genitori degli eroi sembravano vivere in un mondo ideale, quasi distaccato dalla realtà, e il momento della loro morte non veniva mai mostrato o tuttalpiù veniva rappresentato in modo coreografico. Qui, invece, Burattini ci mostra con coraggio il momento della tragica morte di Betty e Mike Wilding, e assesta un potente pugno nello stomaco non tanto ai lettori, ma a una certa concezione, ormai superata, del fumetto d’avventura.



Accuratezza storica e ricostruzione filologica
Un racconto tanto realistico e crudo non avrebbe potuto reggere del tutto se fosse stato privato di una precisa accuratezza storica. Le uniformi e le armi dei soldati dell’esercito statunitense sono stati disegnati rispettando il più possibile il periodo storico in cui il tenete Wilding ha condotto l’assalto al villaggio degli Abenaki di Salomon Kinsky in cui si erano rifugiati i fuggiaschi Creek. Siamo verosimilmente nei primissimi anni dell’Ottocento e il dettaglio raggiunto da Maurizio Di Vincenzo e Valerio Piccioni dà al prodotto un taglio internazionale, sebbene le collane mensili di personaggi classici come Tex e Zagor abbiano da tempo intrapreso la strada moderna dell’attenzione ai particolari, salvo le irrinunciabili licenze poetiche che appartengono al DNA delle rispettive serie. L’intento del curatore di testata e sceneggiatore Moreno Burattini è quello di costruire una miniserie che possa essere un grande affresco in cui far confluire tutti quegli episodi incentrati sul passato di Zagor, compreso il romanzo di Davide Morosinotto.

Colori narranti
I disegni agili, curati, leggibili ed espressivi di Maurizio Di Vincenzo e Valerio Piccioni (rispettivamente matite e chine) si avvalgono di una colorazione calibrata, costruita con l’intento di essere un determinante elemento narrante. I colori sono stati realizzati da Andres Mossa e supervisionati da Emiliano Mammucari che, a seconda dei momenti della narrazione, cambiano il registro, passando dalle tonalità di un grigio slavato nei momenti retrospettivi, cercando quasi l’effetto dagherrotipo, a gradazioni più solari nelle sequenze ambientate nella Foresta di Darkwood, passando per un rosso straniante in quelle in cui assistiamo al tragico epilogo dei coniugi Wilding. Insomma, un'opera di pregio il cui lavoro congiunto dello sceneggiatore, dei disegnatori, dei coloristi e del copertinista innalza Le Origini ai vertici assoluti della vasta produzione zagoriana.

Zagor - Le Origini (volume cartonato), ottobre 2018. Disegno di Rubini

Zagor - Le origini 1, giugno 2019. Disegno di Rubini


Zagor Cartonato
LE ORIGINI
Prima edizione ottobre 2018
Pagg. 80, € 16,00

Zagor Miniserie Le Origini n. 1
CLEAR WATER
Giugno 2019
Pagg. 66, € 3,90

Testi: Moreno Burattini
Disegni: Maurizio Di Vincenzo e Valerio Piccioni
Colori: Andres Mossa; supervisione: Emiliano Mammucari
Copertina: Michele Rubini
Colori copertina: Roberto Piere
Rubriche: Moreno Burattini

Giampiero Belardinelli

N.B. Trovate i link alle altre recensioni bonelliane nel Giorno del Giudizio!
P.S. Questo è il post n. 1400 di "Dime Web"!

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