M (parte III)
MORTI VIVENTI
MOSTRI ANTIDILUVIANI
MOSTRI DEI MONTI BLACKSTEEP
MOSTRI DELLA TERRA-DA-CUI-NON-SI-TORNA
MOSTRI DI BABELIA
MOSTRI DI BASILEO
MORTI
VIVENTI
Nella
saga zagoriana i morti viventi si possono dividere in due categorie:
quelli legati al vudu,
ossia gli ZOMBI propriamente detti; quelli che invece con il vudu
non hanno nulla a che fare. E’ proprio di questi ultimi che ci
occupiamo nella presente voce, a cominciare dai morti viventi che
compaiono nel finale de Il
tesoro maledetto (T.
Sclavi [sog.&scen.] – G. Ferri [dis.], n. 200). L'avventura è
ambientata presso le sorgenti del fiume Susquehanna, dove, nel 1753,
il comandante della nave inglese Discovery,
James P. Holbuck, massacrò - con la complicità di altri ufficiali
rinnegati - tutto il resto dell'equipaggio, per impadronirsi dei
lingotti d'oro destinati al forte Giorgio
II. I traditori non
riuscirono però a portare a compimento il loro piano, perché il
passaggio di una cometa – nota da allora come la cometa
di Martenson
- fece gonfiare a
dismisura le acque del fiume, che sommersero la Discovery
con il suo carico d'oro e di cadaveri.
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Zagor n. 200, marzo 1982. Disegno di Ferri |
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Davanti
allo sbalordito Flecker, la Discovery
riemerge dalla sua tomba – ZGR 200, p. 75
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Nella
stiva della Discovery
avviene l'incredibile: i marinai della Discovery
ritornano in vita – ZGR 200, p. 85
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A nulla portarono le ricerche
compiute dai rinnegati, i quali furono poi arrestati e impiccati.
Quasi un secolo dopo, Digging Bill viene a conoscenza della suddetta
storia grazie a un documento conservato nella biblioteca di
un'abbazia, nel quale si legge che la nave riemergerà solo dopo il
nuovo passaggio della cometa. Il documento dice inoltre che, quando
ciò accadrà, si scatenerà un orrore
indicibile. Avendo
calcolato che questo passaggio è ormai imminente e avendo scoperto
che la Discovery
si è inabissata nella sorgente principale del Susquehanna (mentre
gli uomini di Holbuck si erano immersi in quella che in realtà è la
sorgente secondaria), Digging coinvolge l'amico CICO nella caccia al
tesoro, sulle cui tracce vi è anche il bieco professor Howard
Flecker. A causa dell'inaspettato intervento di ZAGOR, Flecker –
che aveva tentato di sbarazzarsi dei rivali - è costretto ad
aggregarsi ai Nostri e, giunta la notte, si mette assieme a loro in
attesa dell'arrivo della cometa. Tuttavia, il professore non ha
ancora abbandonato l'idea d'impossessarsi del tesoro: pertanto, mette
fuori causa i suoi compagni con del whisky drogato. Poco dopo,
avviene l'evento tanto atteso: la cometa
di Martenson solca il
cielo e la Discovery
riemerge dalle acque. Flecker si accinge a salire sulla nave, ma
ZAGOR – che non ha ingerito il narcotico per puro caso - tenta di
fermarlo. Flecker, però, riesce a tramortirlo con un bastone e,
attraversata la sorgente, raggiunge la Discovery.
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Zagor
riesce ad abbandonare la nave e il suo carico di orrore – ZGR 200,
p. 94
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Zagor n. 309, aprile 1991. Disegno di Ferri |
Ripresi i sensi, ZAGOR segue il professore ed entra nella stiva della
nave, dove si trovano i lingotti d'oro. A questo punto, avviene
qualcosa d'incredibile: i cadaveri dei marinai trucidati da Holbuck
riprendono vita e uccidono Flecker, per poi attaccare l'eroe. I
proiettili di ZAGOR non riescono a fermare i morti viventi, che
stringono il Nostro in una morsa micidiale. L'eroe scopre però che
il fuoco – originatosi dal petrolio fuoriuscito dal lume di Flecker
– è in grado di distruggerli: pertanto, afferra una torcia
improvvisata e si fa strada tra i suoi spaventosi avversari,
riuscendo infine ad abbandonare la nave (che è in preda alle fiamme)
ed a raggiungere la sponda della sorgente. Quando la cometa scompare,
la Discovery
s'inabissa, trascinando con sé, stavolta per sempre, il tesoro
maledetto e i suoi mostruosi custodi.
Procedendo
cronologicamente nella saga, troviamo i morti viventi (per la
precisione, scheletri viventi; vedi ORDA DEL MALE) de Il
Signore Nero (T. Sclavi
[sog.&scen.] – F. Donatelli [dis.], nn. 194-196) e quelli de La
foresta allagata (A.
Capone [sog.&scen.] – M. Torricelli [dis.], nn. 308-310),
storia che vede ZAGOR affrontare il malvagio stregone pellerossa
Diablar. Costui, in una scena di grande impatto, riporta in vita i
corpi degli indiani Tuscarora (annegati in seguito all’allagamento
di Darkwood) i quali assalgono lo Spirito con la Scure nelle acque di
quello che Diablar ha voluto chiamare il lago
dei morti.
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Il
malvagio Diablar fa risorgere i Tuscarora e li scatena contro Zagor –
ZGR 309, p. 65
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Zagor n. 326, settembre 1992. Disegno di Ferri |
Dopo un'aspra
lotta, i mostri stanno per avere la meglio su ZAGOR, quando,
all'improvviso, il simbolo raffigurato sulla casacca dell'eroe –
l'Uccello del Tuono –
si materializza nell'aria, immobilizzando Diablar e i Tuscarora. Poco
dopo, dal lago si solleva un vortice che avvolge i nemici di ZAGOR, e
solo allora il simbolo scompare. Il Nostro scoprirà in seguito che a
compiere questo prodigio è stato un altro stregone indiano, il
simpatico Montag, il quale - dopo essersi inciso sul palmo della mano
il simbolo zagoriano - ha formato un cerchio magico assieme a CICO ed
a Gotam, figlio del sakem
dei Delaware. I morti viventi ricompaiono poi in un'altra storia di
Ade Capone, Oro maledetto
(F. Gamba [dis.], nn. 326-327). Il compianto sceneggiatore emiliano
fa scontrare ZAGOR con Sektar, un colossale indiano Mic Mac che adora
i malvagi spiriti della
foresta. Sektar ha
zombificato
i minatori di Pegleg
(indeboliti e uccisi da una specie di morbo provocato dalle oscure
entità), seppellendoli in un cimitero dove arde una misteriosa
fiamma in grado di riportare in vita i morti. Alla fine, lo Spirito
con la Scure sconfiggerà gli spiriti
della foresta abbattendo
il tumulo su cui arde la fiamma. Per effetto di ciò, Sektar
impazzirà e i minatori torneranno alla morte.
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Zagor
viene inseguito dai morti viventi di Pegleg
– ZGR 327, p. 50
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Zagor n. 420, luglio 2000. Disegno di Ferri |
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Zagor n. 422, settembre 2000. Disegno di Ferri |
Le
successive storie nelle quali ZAGOR deve lottare contro i
morti viventi (e altri mostri) sono: Il
ritorno di Cain (M. Boselli [sog.&scen.] – S.
Andreucci [dis.], nn. 420-422); La regina della città morta
(M. Boselli [sog.&scen.] – M. Laurenti [dis.], nn.
422-424); Lo scettro di Tin-Hinan (M. Boselli
[sog.&scen.] – M. Rubini [dis.], nn. 552-556);
Il sepolcro dello stregone
(D. Paolucci [sog.&scen.] - A. Chiarolla [dis.], Zagor Speciale
n. 21); Risvegli
(M. Burattini [sog.&scen.] –
E. Barison [dis.], Speciale n. 26); Il
ritorno di Guthrum (J. Rauch
[sog.&scen.] – G. Sedioli [dis.], Color Zagor n. 2); Zenith
666 (L. Mignacco [sog.&scen]
– L. Piccatto e R. Riccio [dis.], n. 615).
I ritornanti
che qui c'interessano sono solo quelli delle prime tre e dell'ultima,
dal momento che degli altri parliamo nelle voci KUDAN, DRAUGAR, RISVEGLIATI. Ne Il ritorno di Cain,
i negromanti kushiti Xalthoom e Kandaar creano un vero
e proprio esercito di morti viventi, riportando in vita non
solo le mummie della città antidiluviana di Achron, ma anche
i guerrieri di tutte le armate scomparse in quella regione del Sahara
(il Gran Djouf) nel corso dei millenni. Agli ordini dei due stregoni
- che dispongono inoltre di un carro dotato di micidiali armi (il
carro infernale) - i morti assaltano la fortezza di
Gebel Shaat, dove si sono asserragliati ZAGOR e CICO,
Digging Bill, i Tuareg di Andrew Cain e i loro
ex avversari, lo sceicco Azim e il suo braccio destro Yussuf.
Avendo intuito che l'unico modo per sconfiggere l'infernale armata è
uccidere Xalthoom e Kandaar, ZAGOR lascia la
fortezza assieme a Yussuf, Cain e alcuni Tuareg,
non prima però di aver fatto indossare loro (e aver indossato egli
stesso) i vestiti dei nemici uccisi, così da ingannare gli altri
morti viventi.
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L'esercito
di morti viventi dei negromanti di Kush - ZGR 422, p. 31
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La
morte di Kandaar provoca il letterale disfacimento dei morti - ZGR
422, p. 50
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Grazie a questo astuto trucco, i Nostri
riescono a raggiungere i due negromanti, che sono difesi dalla loro
guardia personale, formata dai morti-guerrieri più esperti.
Ha inizio quindi un durissimo combattimento, nel corso del quale i
Tuareg vengono uccisi dai suddetti guerrieri, mentre Yussuf
muore per mano di Kandaar. ZAGOR uccide a sua volta
Xalthoom, ma sia lui che Cain non possono nulla contro
i troppo numerosi avversari. Lo Spirito con la Scure tenta
allora il tutto per tutto ed estrae il suo feticcio ju-ju (un
bastone magico dotato di un meccanismo nascosto che fa fuoriuscire
aculei avvelenati), dicendo a Kandaar: Se mi ucciderai, lui
ucciderà te!. Ignaro della sua pericolosità, Kandaar
afferra subito il ju-ju, ma, proprio in quel momento, ZAGOR
aziona il meccanismo degli aculei, che si conficcano nella mano dello
stregone, uccidendolo. A questo punto, tutti i morti viventi -
compresi quelli che sono penetrati nella fortezza di Gebel Shaat
- si riducono in polvere.
Se
i ritornanti della sopracitata avventura si fanno senz'altro
ricordare, quelli de La regina della città morta –
creati da un altro negromante kushita: Vendhys – sono
invece, a nostro avviso, poco interessanti, soprattutto se paragonati
agli altri mostri della storia: il GRANDE VERME e i
MOKELE-MBEMBE. Tra le tante scene in cui i morti di
Vendhys compaiono, l'unica meritevole di citazione è quella,
abbastanza divertente, in cui due di essi – uno armato di ascia
bipenne, l'altro di una sciabola – cercano di fermare CICO,
entrato di nascosto nel palazzo reale di Songhay.
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Zagor n. 423, ottobre 2000. Disegno di Ferri |
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Nel
tentativo di colpire Cico, i morti di Vendhys si colpiscono per
sbaglio a vicenda - ZGR 424, p. 61
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Invece di
colpire il pancione, però, i due si colpiscono a vicenda: il primo
viene trapassato dalla sciabola del secondo, che a sua volta si becca
l'ascia in testa. Quanto ai morti viventi de Lo scettro
di Tin-Hinan, anch'essi creati dagli ennesimi stregoni di
Kush: Moridian e Yetizad, diciamo subito che la scena
in cui quest'ultimo fa risorgere le mummie della città morta di
Xanthley non lascia certo indifferenti. Degno di nota è poi
il personaggio del giannizzero Goran: un ritornante
molto speciale, visto che il suo padrone Yetizad,
apprezzandone le doti di guerriero, gli ha concesso – a differenza
degli altri morti viventi – l'intelligenza. Nella parte
conclusiva della storia, il biondo e massiccio Goran si
scontra ben quattro volte con ZAGOR, dimostrandosi un
avversario formidabile e irriducibile. Nel primo duello (che avviene
a bordo della Queen of Kush, la nave del professor Richter,
alleato di Yetizad), lo Spirito con la Scure, dopo aver
schivato più volte la scimitarra del giannizzero, tenta di farlo
ragionare, ricordandogli che il negromante, trasformandolo in morto
vivente, lo ha privato della libertà, facendolo diventare un
semplice schiavo. Dopo un attimo di esitazione, Goran attacca
nuovamente e, a un certo punto, riesce ad afferrare ZAGOR per
il collo. Sebbene l'eroe lo colpisca in testa con la scure, il
giannizzero – dotato di una forza erculea e di una resistenza
sovrumana - non molla la presa.
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Zagor n. 552, luglio 2011. Disegno di Ferri |
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Il
negromante Yetizad richiama alla vita le mummie del tempio di
Xanthley
- ZGR 552, p. 24
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Goran sta ormai per soffocare
ZAGOR, ma, in quel preciso istante, viene richiamato
telepaticamente da Yetizad, che si trova, assieme a Richter
e ai loro prigionieri Dexter (l'archeologo amico di ZAGOR)
e Marada (regina dei Tuareg nonché moglie di Andrew
Cain), all'interno di una scialuppa volante di tecnologia
atlantidea. E' proprio qui che ha luogo il secondo scontro tra Goran
e lo Spirito con la Scure, il quale – fatta irruzione nella
scialuppa – uccide Yetizad con un tremendo colpo di scure.
Prima di morire, però, il negromante ordina a Goran di
vendicarlo. Il giannizzero, incitato anche da Richter, lancia
contro ZAGOR, ignorando le parole di Dexter, il quale
cerca di fargli capire che non ha più senso ubbidire a Yetizad,
essendo costui morto. Dagli retta, amico! – dice lo stesso
ZAGOR al giannizzero, dopo avergli fatto volare via la
scimitarra con la scure – Finalmente ti puoi ribellare! In te
c'è ancora la scintilla del guerriero cui è stato portato via
l'onore e la liberta! Io lo sento!. Questa volta, le parole
dell'eroe sembrano scuotere Goran, il quale, poco dopo,
aggredisce Richter, che pretende da lui obbedienza. Poiché
Richter è l'unico in grado di pilotare la scialuppa, ZAGOR
tenta di calmare il giannizzero, che però, lasciato il professore,
si avventa contro il Nostro a mani nude, dicendogli: Prima
ucciderò te… e poi lui! Mentre i due lottano (e siamo al terzo
scontro), Richter, aiutato da Dexter, cerca di far
atterrare la scialuppa, ma questa si schianta contro gli alberi ed
esplode. Tuttavia, gli occupanti riescono a salvarsi: Richter,
che ha con sé lo scrigno con le gemme atlantidee (oggetti dagli
straordinari poteri), cerca di fuggire, ma viene colpito da ZAGOR
con la scure e precipita in mare.
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Zagor
affronta Goran sulla Queen
of Kush
- ZGR 555, p. 77
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La
terribile fine di Goran - ZGR 556, p. 31
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Recuperato lo scrigno, l'eroe pensa
di gettarlo nelle sabbie mobili perché ritiene che il suo contenuto
sia troppo pericoloso. Prima che possa farlo, però, Goran
sbuca alle sue spalle e lo assale. Entrambi cadono nelle sabbie
mobili, ma, mentre il giannizzero - colpito da ZAGOR con un
calcio – finisce proprio nel centro della fanghiglia assassina e
viene subito risucchiato; il Nostro, malgrado il tradimento di Dexter
(che s'impossessa dello scrigno e, invece di tirarlo fuori, fugge
via), viene infine salvato dai suoi amici. Tornando a Goran,
bisogna dire che, per quanto meritata, la fine che fa è senza dubbio
atroce: infatti, data la sua condizione di ritornante, egli è
condannato – forse per sempre - a rimanere, vivo e cosciente, nelle
sabbie mobili. Un destino davvero terribile. I
morti viventi
di Zenith 666
– storia collegata a Il Signore
Nero (T. Sclavi [sog.&scen.]
– F. Donatelli, nn. 194-196), ragion per cui rimandiamo alle voci ELFI,
PANKO,
PICCOLI UOMINI,
TROLL;
e all'universo di Dylan Dog,
in particolare a quanto narrato nel n. 1 e nel n. 100 della serie
regolare - sono di tre tipi: quelli che, all'inizio dell'avventura,
compaiono nell'incubo di CICO;
i Riol inghiottiti
dalla terra durante la guerra che, nel regno fatato di Golnor,
oppose i suddetti guerrieri contro il Signore
Nero e lo stregone Mord;
i già citati marinai della Discovery.
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Zagor n. 615, ottobre 2016. Disegno di Piccinelli |
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Cico
alle prese con i morti viventi. Fortunatamente per il pancione
messicano, è solo un incubo. La vignettona in alto è un evidente
omaggio, colori compresi, alla celebre copertina del primo numero di Dylan Dog, L'alba
dei morti viventi (uscito esattamente 30 anni prima) – ZGR 615, p. 26
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Dylan Dog n. 1, ottobre 1986. Disegno di Villa |
I Riol
non-morti riemergono dal sottosuolo delle montagne golnoriane assieme
alle donne e ai bambini uccisi, sempre nella succitata guerra, dai
TROLL.
Armati di spade e asce, questi ritornanti tentano di fermare ZAGOR
e compagni, ma, essendo troppo lenti (come sono in genere tutti i
morti viventi),
i Nostri riescono a sfuggirgli. I marinai della Discovery
invece, tenuti in uno stato di non-morte dalla speciale acqua
arcobaleno della sorgente secondaria del Susquehanna (nota anche, per
questo motivo, come Lago dei
non-morti e Lago
Arcobaleno), rispondono all'appello
del potente Xabaras,
il villain principale dell'avventura (che cela il suo volto sotto un
sinistro cappuccio), e, emergendo dal lago, gli consegnano uno
scrigno. Quest'ultimo, indirizzato in origine a Xabaras
medesimo, era stato rubato dai marinai stessi quando erano in vita.
Dei due oggetti che lo scrigno conteneva - la Pietra
del Tempo e la mappa, in realtà una
pagina del Libro del Tempo,
che conduce alla sorgente in questione -, solo la prima si trova
ancora all'interno di esso, mentre la seconda, rubata a Digging
Bill
da un ignoto ladro, viene recuperata da ZAGOR
nella bottega di un rigattiere. Nel finale della storia, Xabaras,
gettando nel Pozzo dell'Abisso
la Pietra del Tempo,
fa risorgere - tramite una pioggia color arcobaleno fatta della
stessa acqua del Lago dei non-morti
- i Riol
e, nel contempo, fa letteralmente volare la Discovery
e tutti i suoi marinai zombi fino alla sesta
ora del sesto giorno del sesto mese,
ossia il picco più alto della catena montuosa che attraversa Golnor.
|
I
marinai zombi della Discovery rispondono all'appello del
sinistro incappucciato e, emergendo dal Lago dei non-morti,
gli consegnano lo scrigno contenete la Pietra del Tempo –
ZGR 615, p. 50
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Mentre
la Discovery vola nel tenebroso cielo di Golnor, i Riol
non-morti emergono dal suolo per fermare Zagor e i suoi amici –
ZGR 615, p. 85
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I
guerrieri zombi e i loro familiari avanzano minacciosi verso
l'esercito golnoriano – ZGR 615, p. 86
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Tutto ciò avviene mentre il Sole
Nero raggiunge lo zenith, un
fenomeno magico profetizzato nel Libro
del Tempo. Dopo varie peripezie,
ZAGOR
raggiunge la vetta della suddetta montagna e, su suggerimento del
mago Elchin
(in contatto telepatico con lui), uccide i marinai della Discovery
colpendoli in testa con la scure (la
testa è infatti il loro unico punto vulnerabile); quindi, getta la
pagina del Libro del Tempo
nel Pozzo dell'Abisso.
A questo punto, il vero sole di Golnor
scaccia il Sole Nero
e il calore dei suoi raggi fa evaporare l'acqua del Lago
dei non-morti, riportando alla vera
vita sia i guerrieri Riol
che le loro donne e i loro bambini. ZAGOR
riesce inoltre a catturare Xabaras,
che egli crede essere il redivivo Signore
Nero. Xabaras,
però, beffa l'eroe, scomparendo letteralmente, dopo aver pronunciato
parole che il Nostro non è in quel momento in grado di comprendere:
Credi di aver vinto, Zagor? Ho con me
un'ampolla di acqua iridescente ricca di microrganismi che possono
sconfiggere la morte! Ne ricaverò un siero! Magari ci vorranno un
paio di secoli per perfezionarlo, ma per me il tempo non ha
importanza. Vedendolo sparire
improvvisamente sotto i suoi occhi, ZAGOR
esclama: Per mille scalpi! Il Signore
Nero… è svanito!. Ma Elchin
gli spiega: Non era il nostro antico
avversario! Viene dal passato del tuo mondo… e nel futuro sarà
sconfitto da suo figlio! Portava un cappuccio perché da voi ha
vissuto troppo a lungo e commesso troppi crimini… Ho percepito i
suoi propositi!... Cerca un siero che ridia la vita ai morti… e a
Golnor ha trovato ciò che voleva! La magia lo ha riportato là da
dove veniva.
|
Sulla
vetta più alta di Golnor, i marinai della Discovery vengono
uccisi definitivamente da Zagor – ZGR 615, p. 90
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L'acqua
del Lago dei non-morti evapora e i Riol ritornano finalmente
alla vera vita – ZGR 615, p. 95
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Zagor
cattura il misterioso nemico, ma questi lo beffa svanendo
all'improvviso. Dal suo volto e dalle parole di Elchin, scopriamo che
l'incappucciato non era il Signore Nero, ma il dottor Xabaras, padre
e principale avversario di Dylan Dog – ZGR 615, p. 96
|
Curiosità:
I morti viventi de Il tesoro maledetto rimandano
chiaramente al film Fog (John Carpenter, 1980),
ma anche a La notte dei morti viventi (George A.
Romero, 1968). Sia i marinai della Discovery che
i mostri romeriani risorgono a causa di qualcosa che proviene dallo
Spazio: la cometa di Martenson per i primi; una
sonda che ritorna da Venere per i secondi. I ritornanti di
Oro maledetto sono ispirati, invece, a quelli di
Pet Sematary, romanzo di Stephen King del 1983,
da cui la regista americana Mary Lambert ha tratto, nel 1989, il
mediocre horror Cimitero vivente.
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Locandina
originale del film Fog
(John
Carpenter, 1980)
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Gli
zombi del film La
notte dei morti viventi
(George Romero, 1968)
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Copertina
della prima edizione originale di Pet
Sematary
(1983)
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MOSTRI ANTIDILUVIANI
Le gigantesche e feroci creature che
compaiono nel suggestivo prologo de Il
Ponte dell'Arcobaleno (M.
Boselli [sog.&scen.] – G. Ferri [dis.], n. 400).
|
Zenith 451 - Zagor 400 - disegno di Gallieno Ferri |
I primi uomini, e in
particolare gli eroi pellerossa - nonché fratelli di sangue - Athaska e Degawidah, sterminarono questi mostri, fino a quando non ne
rimasero che due soltanto. Il primo di essi morì sotto le lance e le frecce
dell'eroica coppia, mentre il secondo, prima di morire anch'esso per mano di Athaska, uccise purtroppo Degawidah.
|
Athaska e Degawidah affrontano e uccidono il primo
degli ultimi due mostri antidiluviani – ZGR 400, p. 7 |
|
Prima di morire per mano di Athaska, il secondo
mostro uccide Degawidah – ZGR 400, p. 8 |
Non
riuscendo ad accettare la morte del suo fratello di sangue e l'idea stessa della
morte, Athaska intraprese allora un
lungo viaggio alla ricerca di Manito. Giunto, ormai vecchio, ai confini del
mondo, l'eroe incontrò finalmente il Grande
Spirito (che gli apparve come Kiki Manito)
e gli chiese: Perché Degawidah ha dovuto
morire?... Perché esiste la morte?. Kiki
Manito rispose: Gli uomini devono
essere mortali, per poter apprezzare la bellezza della vita… Tra il mondo dei
vivi e quello dei morti c'è un abisso che nessuno deve valicare!... Ed è giusto
così. Athaska disse invece che
non era giusto e, sfidando il Grande
Spirito, scagliò la sua lancia oltre l'abisso. Per lo sforzo, il suo cuore si spezzò… …ma l'asta, lanciata con forza
sovrumana, raggiunse il mondo dei morti… …e Manito, commosso dal sacrificio
dell'eroe, la trasformò nel Ponte
dell'Arcobaleno.
|
Kiki Manito trasforma la lancia scagliata da
Athaska nel Ponte dell'Arcobaleno, il ponte tra i vivi e i morti che verrà percorso,
migliaia di anni dopo, da Zagor – ZGR 400, p. 10 |
Nella
storia in oggetto, il succitato ponte, che separa i vivi e i morti, verrà
percorso da un eroe che non ha nulla da invidiare ad Athaska: il nostro ZAGOR.Curiosità: Nel prologo dell'avventura leggiamo
che il mondo dei primi uomini era infestato anche da altri mostri, come i demoni di fuoco. Uno di essi, chiamato Shaytan, compare poi a Darkwood insieme ai tre principali villains del racconto, i fratelli Kinsky, i quali vogliono vendicarsi di ZAGOR perché questi – per vendicare a
propria volta la morte dei suoi genitori - ha ucciso, molti anni prima, il loro
fratello maggiore Salomon (la vicenda in questione è narrata in
una delle più celebri storie della saga - Zagor racconta [Nolitta-Ferri, nn.
55-56] - alla quale rimandiamo). Dopo varie peripezie, l'eroe riuscirà a
sconfiggere i Kinsky (e i loro
alleati pellerossa) e scoprirà che il terribile Shaytan è in realtà un'illusione creata dalla potente droga che i tre
avevano sparso nell'aria.
|
Lo spaventoso Shaytan, il demone di fuoco adorato
dai malvagi fratelli Kinsky. Alla fine della storia, Shaytan si rivelerà
essere, in realtà, un'illusione creata dalla droga che i Kinsky hanno sparso
nell'aria di Darkwood - ZGR 400, p.
31 |
MOSTRI DEI MONTI BLACKSTEEP
Compaiono
ne L’orribile mutazione (M. Burattini [sog.&scen.]
– G. Ferri [dis.], nn. 310-312) e sono il frutto imprevisto e
terrificante di un esperimento scientifico effettuato sui membri di
un corpo speciale dell'esercito americano, i Green Jackets.
A costoro viene somministrata – all'interno di un avamposto
costruito appositamente sui selvaggi monti Blacksteep – una
speciale droga che dovrebbe trasformarli in combattenti invincibili,
accrescendone la forza e l'aggressività. I Green Jackets
si tramutano invece in mostri ferocissimi, dotati di zanne,
artigli e muscoli d'acciaio: insomma, una sorta di uomini-belva.
Oltre a massacrare gli scienziati e gli altri militari del forte,
essi aggrediscono chiunque si avventuri sulle montagne, come il
mercante Simon Just (che viene orribilmente mutilato), i
componenti della spedizione scientifica del professor Grimm e
i nostri ZAGOR e CICO. I due, assieme all'amico trapper
Jeremy Milius e al vicesceriffo della vicina Kingston, si sono
gettati all'inseguimento di tre spietati banditi: Colburn,
Kehoe e Parrish. Quest'ultimo, entrato nell'avamposto
con i suoi complici, viene ben presto ucciso da uno dei mostri,
il quale gli spezza la schiena con una sola stretta. Colburn
invece, per salvare la pelle, si vede costretto a fare fronte comune
con ZAGOR e compagni, i quali - raggiunta un'altura e
riparatisi dietro alcune rocce - riescono a respingere l'assalto
delle creature ed a soccorrere Kehoe.
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Zagor n. 311, giugno 1991. Disegno di Ferri |
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Il
corpo orrendamente mutilato del mercante Simon Just testimonia la
ferocia dei mostri dei Blacksteep – ZGR 311 , p. 21
|
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Zagor
e i suoi amici ritrovano il cadavere di un'altra vittima dei mostri –
ZGR 311, p. 76
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Costui sta molto male,
perché nel forte è entrato accidentalmente in contatto con la
sostanza responsabile della mutazione. Tra i mostruosi aggressori vi
è pure il capo dei Green Jackets, il capitano Hunt,
che viene ucciso da Milius mentre tenta di strangolare ZAGOR.
Nonostante la trasformazione abbia alterato i suoi lineamenti, Hunt
viene subito riconosciuto dallo Spirito con la Scure: lo
sventurato capitano, infatti, faceva parte della spedizione del già
citato Grimm, assieme a una vecchia conoscenza del Nostro, il
tenente Ryan. Questi, due giorni prima, aveva chiesto a ZAGOR,
incontrato casualmente a Kingston, alcune indicazioni sul percorso da
seguire per raggiungere i Blacksteep, e gli aveva presentato
Hunt e lo scienziato. Nessuno dei tre aveva voluto rivelare
all'eroe lo scopo della loro missione, essendo questa top secret.
Giunta sulle montagne, la suddetta spedizione era stata assalita dai
mostri, e solo Grimm, Ryan e un soldato –
Leonard - si erano salvati, rifugiandosi in una caverna. A
scoprirlo è proprio ZAGOR, il quale raggiunge i tre nel loro
rifugio dopo non poche peripezie. Grimm - che aveva
collaborato all'esperimento condotto sui Green Jackets
ed è stato mandato lì appunto per porvi rimedio – racconta al
Nostro tutta la verità su quella che lui ha battezzato con
l'inquietante nome di sindrome di Beelzebul. La droga che la
provoca - spiega Grimm a ZAGOR - ha l'aspetto
[…] di un liquido che, esposto all'aria, evapora rapidamente
trasformandosi in un gas.
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La
rapida ma impressionante morte del bandito Parrish – ZGR 311, p. 98
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Zagor n. 312, luglio 1991. Disegno di Ferri |
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Milius
salva Zagor dalla furia mostro in cui si è trasformato il capitano
Hunt – ZGR 312, p. 18
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Il
professor Grimm racconta a Zagor quanto accaduto ai Green
Jackets
– ZGR 312, p. 38
|
L'eroe allora, pensando a quanto
successo a Kehoe, chiede allo scienziato: Voi credete che
il semplice contatto con quella sostanza basti trasformare un uomo in
un indemoniato?. E Grimm risponde: Temo proprio di sì,
se la dose con cui si ha a che fare è sufficientemente massiccia.
Queste parole tolgono ogni dubbio a ZAGOR: Uno del nostro
gruppo è stato investito da un intero recipiente di quella roba!
Quando ho lasciato i miei compagni per raggiungervi, sembrava
incosciente e febbricitante… ma è probabile che da un momento
all'altro possa trasformarsi in una di quelle orribili creature!
[…] Dobbiamo assolutamente tornare indietro al più presto per
avvisare Jeremy Milius e gli altri. Grazie anche al generoso
sacrificio di Leonard, che attira su di sé i mostri, i
tre raggiungono i loro compagni, ma proprio in quel momento Kehoe
si trasforma e aggredisce Colburn, uccidendolo. ZAGOR
affronta Kehoe e, dopo una dura lotta, riesce a farlo rotolare
a valle, dove viene subito assalito e ucciso dagli altri mostri.
Poiché Grimm si dice convinto di poter guarire i Green
Jackets, ZAGOR formula un piano per raggiungere il
forte. Riflettendo sul fatto che, a differenza di Kehoe, il
capitano Hunt non era stato attaccato dai mostri, l'eroe
ipotizza che la droga abbia rafforzato i legami di cameratismo tra i
Green Jackets. Pertanto, lui e i suoi compagni svestono
i corpi dei mostri uccisi e, indossate le loro divise
grigio-verde, s'incamminano in direzione dell'avamposto.
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Trasformatosi
in mostro, Kehoe uccide Colburn – ZGR 312, p. 49
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I
mostri cadono nell'astuta trappola ideata da Zagor – ZGR 312, p. 82 |
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Grimm
inizia a curare i mostri – ZGR 312, p. 94
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Fortunatamente, il piano dello Spirito con la Scure si rivela
azzeccato: gli altri mostri, infatti, rimangono temporaneamente
disorientati, e ciò permette a ZAGOR e compagni di barricarsi
nel forte. Grimm si mette subito al lavoro nel laboratorio, ma
resta il problema di come riuscire a somministrare l'antidoto ai
Green Jackets. A trovare la soluzione è nuovamente
l'eroe, il quale, sfruttando l'ampio sotterraneo del laboratorio e
utilizzando dei barilotti contenenti un gas soporifero, prepara
un'astuta trappola che neutralizza i mostri. Questi ultimi,
privi di conoscenza, vengono quindi portati in una sorta di
infermeria provvisoria, dove Grimm provvede a una prima visita
medica. Per gli sfortunati Green Jackets ha inizio così
il lento cammino verso la guarigione.
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Locandina originale del film di Romero La città verrà distrutta all'alba (1973) |
Curiosità: Un riferimento cinematografico per la storia di Burattini può rintracciarsi in un celeberrimo film diretto dal già citato "specialista di zombi" George A. Romero, La città verrà distrutta all'alba (The Crazies, 1973). Un'arma biologica militare colpisce accidentalmente una cittadina degli Stati Uniti, provocando negli abitanti un'inarrestabile follia omicida. Questa classica pellicola fantahorror è stata oggetto di un remake nel 2010.
MOSTRI
DELLA TERRA-DA-CUI-NON-SI-TORNA
In
questa voce ci occupiamo di quei mostri comparsi in Terra
maledetta (M. Toninelli
[sog.&scen.] – G. Ferri [dis.], nn. 241-243) e
Spedizione di soccorso
(J. Rauch [sog.&scen.] – G. Sedioli [dis.], Maxi Zagor
n. 21) d'importanza più marginale rispetto
alle seguenti creature: IGUANE VOLANTI, ISTRICE ASSASSINO, MEDUSE VOLANTI, PESCI CON LE ZAMPE, PIANTE CARNIVORE, PLESIOSAURI DEL DESERTO, ROSPI GIGANTI, SANGUISUGHEVOLANTI, SAURITORPEDINE, STRUZZI
GIGANTI, VEDOVA.
Cominciamo
con la curiosa creatura simile a un canguro che Lon
Darnel, uno dei personaggi
principali di Terra
maledetta, uccide con una
fucilata nel corso di una battuta di caccia cui partecipano anche il
suo aiutante Tobias
e CICO.
L'animale viene poi arrostito e poiché l'affamatissimo
messicano è il primo ad assaggiare la sua carne, Tobias gli
chiede che sapore ha. Mmm… chomp… direi… …direi una via di
mezzo tra il coniglio e la rana!, risponde CICO, al che
Darnel esclama: Beh poteva andare peggio!. Tobias
è d'accordo con lui: Ah! Ah! Decisamente!.
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Zagor n. 242, settembre 1985. Disegno di Ferri |
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Zagor n. 243, ottobre 1985. Disegno di Ferri |
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Darnel,
a caccia con Cico e Tobias (chiamato per errore Bush nell'ultima
vignetta), uccide la strana creatura simile a un canguro – ZGR 242,
p. 37
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Maxi Zagor n. 21, gennaio 2014. Disegno di Ferri |
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Il bizzarro animale che colpisce l'attenzione del professor Kruger –
ZGR Maxi 21, p. 157
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Ancora
più bizzarra dello pseudo-canguro di cui sopra è, in
Spedizione di soccorso, la bestia erbivora che, a p.
157, cattura l'attenzione del professor Kruger, il quale
vorrebbe andare ad osservarla da vicino, ma viene bloccato da ZAGOR,
che gli dice: Se vi mettete a correre dietro a ogni animale strano
che vi passa davanti, qui durerete poco!. Lo scienziato tedesco
chiede al suo collega: Accidenti!... Che cosa ne pensate, Mayer?;
e questi risponde: Sembrava un incrocio tra una anatra e una
grossa lucertola!. Anche CICO ha notato la curiosa
creatura, che però suscita in lui un interesse di tutt'altro tipo:
Chissà se era commestibile!, esclama infatti il messicano. E'
tutto quello che vi viene in mente di fronte a una simile meraviglia
del Creato?, gli domanda, infastidito, Kruger, e CICO
risponde: Sì! Sono stanco morto e ho una gran fame!. Tra gli
altri mostri secondari che compaiono nella suddetta storia, è
d'obbligo citare il grosso insetto, una specie di scarafaggio
gigante, osservato dal professor Mayer a p. 234 e
soprattutto due delle feroci creature che, nell'emozionante finale,
assaltano il campo di tende montato dagli uomini dell'infido Staggler
alla base di Bluerock Hill. La prima, una sorta di lucertolone
dal lungo collo, scavalca la palizzata e uccide uno dei cattivi,
Lenny, con un terribile morso, per poi essere a sua volta
uccisa dal guercio Jarred (vedi ISTRICE ASSASSINO). La
seconda creatura, simile a un coccodrillo con degli enormi spuntoni
sul dorso, tenta di aggredire CICO, ma viene ammazzata a
fucilate da ZAGOR.
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Mayer
osserva da vicino lo scarafaggio
gigante – ZGR Maxi 21, p.
234
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Il
lucertolone dal lungo collo attacca e uccide Lenny, prima di venire
abbattuto da Jarred – ZGR Maxi 21, p. 274
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Il
coccodrillo dagli spuntoni
insidia Cico – ZGR Maxi 21, p. 280
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Zagor
salva il pancione uccidendo a fucilate il mostro – ZGR Maxi 21, p.
281
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Una
terrificante eruzione vulcanica distrugge per sempre la
Terra-da-cui-non-si-torna
e tutti i suoi mostri – ZGR Maxi 21, p. 283
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MOSTRI
DI BABELIA
La
variegata fauna extraterrestre che compare in FantaCico (G.
Nolitta [sog.&scen.] – G. Ferri [dis.], Speciale Cico n. 5) e
nel suo seguito Horror Cico (T. Sclavi [sog.&scen.]
– F. Gamba [dis.], Speciale Cico n. 6). Pubblicate a distanza di
ben sette anni l'una dall'altra, queste due storie vedono il pancione
messicano alle prese con gli scienziati ribelli MEXON, GOWAN e XANOR e gli altri bizzarri abitanti di Babelia e dei
pianeti vicini.
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Speciale Cico n. 5, ottobre 1983. Disegno di Ferri |
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La
bizzarra clientela dell'Intergalactic
Bar
– Speciale Cico 5, p. 65
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Astralia
capta il pensiero di Cico e reagisce di conseguenza - Speciale Cico
5, p. 68
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In FantaCico, si fanno ricordare, oltre
al succitato terzetto, il tiranno Kokodix e i clienti
dell'Intergalactic Bar, in particolare: l'entraîneuse del
locale, la signorina Astralia; l'abitante del
pianeta Zeutron, il robot con motore a scoppio.
Vedendo la prima - che ha braccia e gambe villose, tre affilate dita
per mano, naso pronunciato e fisico massiccio - CICO pensa:
Che mi venga un colpo! Se le signorine extraterrestri sono tutte
racchie come questa, mi conviene fare voto di castità!. Astralia
sferra un cazzotto al pancione, esclamando Brutto villano
screanzato!, per poi aggiungere: Puah! Un posto fine come
questo non dovrebbe accettare clienti tanto bifolchi!. Il povero
CICO non riesce a capire perché l'entraîneuse l'abbia colpito
(Acc… dannaz… malediz… Ma cosa le è preso tutto a un tratto
a quella specie di bufala?!), ma il cameriere del bar gli spiega
tutto: Devi sapere che Astralia viene dal pianeta Daimaton… …e
gli abitanti di quel mondo remoto possiedono la facoltà di leggere
nel pensiero dei loro interlocutori. Nella scena immediatamente
successiva, CICO si avvicina al bancone, dove un essere dal
grosso becco ha appena ordinato un granito. Eh… eh… eh… un
granito? Forse volevi dire una granita, amico., dice il messicano
a costui, il quale risponde subito No!, e – dopo aver
ingoiato il pezzo di roccia servitogli dal barman – aggiunge:
…Volevo proprio dire un granito! L'alimentazione di noi abitanti
del pianeta Zeutron è basata sui minerali: quarzo alla cacciatora,
pirite alla griglia, marmo in salsa di funghi …ma qui
all'Intergalactic Bar, ti consiglio il gelato di Uranite!.
|
All'Intergalactic
Bar non
servono granite ma… granito! - Speciale Cico 5, p. 70
|
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Cico
si fa servire la stessa bibita ordinata dal robot, ignorando che si
tratta di benzina – Speciale Cico 5, p. 72
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Qualche pagina dopo, CICO è vittima di un secondo, esilarante
equivoco, stavolta relativo alla bevanda ordinata da un altro
avventore del locale. Questo tipo – pensa il Nostro mentre
l'osserva - ha un'aria più decente degli altri… potrebbe quasi
essere un terrestre… …e anche quello che beve non sembra una
porcheria come tutti gli intrugli che vedo negli altri bicchieri. Si
direbbe birra… e come la beve con gusto. Beato lui!. A questo
punto, CICO si rivolge al barman: Ehi, capo, posso avere
anch'io una bibita come quella?. Il barman accontenta subito il
pancione, che però, bevuta la bibita, la risputa immediatamente sul
bancone. Acc… dannaz… malediz… ma cos'è questa porcheria?,
chiede CICO al barista, e questi risponde: Per mille galassie! Mi
avevi chiesto sì o no la stessa bibita di quel cliente? Bene…
quello è un robot con more a scoppio… …e quindi, come al solito,
si beveva il suo bicchiere di benzina!. CICO, allora,
resta basito e, vedendo il robot allontanarsi sulle sue
quattro ruote, non può fare a meno di esclamare Gulp!.
Decisamente
più familiare, rispetto ai summenzionati personaggi, è invece
l'aspetto di Kokodix, il quale, per quanto temuto dai
babeliani, non si può definire esattamente un mostro. Per buona
parte dell'avventura, il tiranno rimane un personaggio misterioso: di
lui, infatti, ci viene mostrato solo il vigile occhio che appare
sugli schermi attraverso i quali egli esercita un controllo continuo
su tutti i suoi sudditi. Quell'occhio… puah! Più lo guardo e
più mi risulta familiare, caramba y carambita! Ma dove diavolo l'ho
già visto?, si domanda CICO nell'Intergalactic Bar.
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L'implacabile
occhio di Kokodix, despota di Babelia
- Speciale Cico 5, p. 29
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Cico
scopre che il temuto Kokodix è un banale pollo - Speciale Cico 5, p.
88
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La
fine di un tiranno - Speciale Cico 5, p. 90
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Poco dopo, il Nostro viene arrestato da due poliziotti di Babelia,
che – a bordo di una scopa volante – conducono CICO al
palazzo di Kokodix. Come avevano infatti previsto MEXON
e compagni, il pancione ha suscitato l'interesse del despota, che ha
l'abitudine di collezionare e di esporre, nel suo Museo
Intergalattico, gli esemplari delle numerose razze dell'universo.
Ignari che il terzetto ha affidato a CICO il compito di
giustiziare Kokodix con la loro pistola multivalente,
le sentinelle del palazzo fanno entrare il Nostro – da solo – nel
suddetto museo, dove il tiranno lo sta attendendo. CICO
osserva, sbalordito, i corpi imbalsamati esposti nella sala e, quando
Kokodix lo chiama, getta la pistola. Ma come faccio, in
nome del cielo? Io non posso ucciderlo! […] E' pur sempre un
essere vivente, pensa il messicano, il quale, giunto davanti al
despota, scopre che questi è nientemeno che un pollo. Sei davvero
una strana creatura: così rotondo, cos' buffo… farai davvero un
figurone nella mia collezione personale, dice Kokodix a
CICO, che pensa: Che mi venga un colpo! Adesso capisco
perché, quando lo vedevo sugli schermi, il suo occhio mi ricordava
qualcosa… un pollo… era semplicemente l'occhio di un pollo!.
Kokodix chiede al pancione se gli abitanti del suo pianeta
sono tutti come lui, e CICO, dopo avergli risposto, gli
rivolge la medesima domanda. Naturalmente!, risponde il
despota (che, come MEXON e gli altri avevano spiegato a CICO,
è giunto a Babelia da un altro pianeta e ha preso il potere
uccidendo il vecchio re), e il messicano, che ha già l'acquolina in
bocca, pensa: Eh! Eh! Eh! Un pianeta abitato
soltanto da polli, quello sarebbe proprio il mio ideale… non avrei
nulla di cui lamentarmi, in un simile mondo!....
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Speciale Cico n. 6, maggio 1990. Disegno di Ferri |
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I
mostri babeliani che Xanor ha portato con sé a Darkwood - Speciale
Cico 6, p. 111
|
A questo punto,
il famelico CICO si avventa su Kokodix e lo uccide;
dopodiché lo spenna e, usando l'antenna di un televisore come
spiedo, se lo fa arrosto. Dopo una mezzora, tutto ciò che rimane del
temuto Kokodix è una coscia, che CICO, prima di
lasciare il palazzo, divora davanti alle attonite sentinelle.
Costoro, avvertiti dal video controllo, scoprono che il
despota è morto, e danno subito l'allarme. CICO si dà alla
fuga e, grazie a un aerotaxi (un vero e proprio angelo con
tanto di ali e aureola), riesce a raggiungere il laboratorio dei tre
scienziati ribelli e, dopo essersi mangiato anche l'uovo di Kokodix
(l'erede al trono di Babelia), ritorna finalmente sulla Terra,
nell'amata Darkwood.
I
mostri di Horror Cico non sono meno divertenti di
Kokodix e compagni, sia quelli principali (vedi DRACULA,
FRANK 'NSTIN, IGOR, POLICARPO, ROCK,
WOLF) sia quelli che compaiono solo nello scoppiettante
finale. La scena in cui essi, annoiati dalla discussioni tra MEXON, GOWAN e XANOR, si mettono a giocare a carte è davvero
spassosa, così come quella in cui, dopo aver acclamato CICO
loro leader, fanno con lui il tableau vivant de Il quarto stato
(1901), il celebre dipinto di Giuseppe Pellizza da Volpedo. Come ben
sanno i lettori dylandoghiani, quest'opera – esposta al Museo
del Novecento di Milano – è particolarmente cara a Sclavi.
|
Parafrasando
Karl Marx, Cico incita i mostri a ribellarsi a Mexon e compagni -
Speciale Cico 6, p. 121
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I
mostri portano in trionfo il loro liberatore - Speciale Cico 6, p.
122
|
|
Il
quinto stato
- Speciale Cico 6, p. 123
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Curiosità:
L'Intergalactic Bar di FantaCico è chiaramente
ispirato alla Mos Esley Cantina, la taverna che compare
in Guerre stellari (George Lucas, 1977), mentre l'occhio di
Kokodix che appare su tutti gli schermi di Babelia è
una riuscita parodia del Grande Fratello, il dittatore del
famoso romanzo di George Orwell 1984 (1948). Nella sequenza
del robot con motore a scoppio troviamo poi un'altra
divertente citazione. Ci riferiamo alle parole che il barman dice al
robot quando questi, dopo aver bevuto il suo bicchiere di
benzina, lo saluta e va via: Salve, amico, e torna presto a rifare
il pieno. Lo sai che qui, all'Intergalactic Bar, abbiamo sempre una
tigre nel bicchiere!. Quest'ultima frase cita lo storico slogan
pubblicitario – Metti un tigre nel motore! - della benzina
Esso. Per quanto riguarda, infine, le creature di Horror Cico,
non è difficile riconoscere tra di esse alcuni celebri mostri
cinematografici, ovvero: King Kong; Godzilla; la gigantesca mantide
religiosa de La mantide omicida (Nathan Juran, 1957); il
Rhedosaurus de Il risveglio del dinosauro (Eugène
Lourié, 1953); il demone che compare nel finale de La notte del
demonio (Jacques Tourneur, 1957); uno dei Morlock
de L'uomo che visse nel futuro (George Pal, 1960); il mutante
di Cittadino dello Spazio (Joseph F. Newman, 1955), al quale
erano già ispirati gli AKKRONIANI.
|
La
Mos
Eisley
Cantina
di Guerre
Stellari
(George Lucas, 1977)
|
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Il
minaccioso occhio del Grande
Fratello
sulla
copertina di una vecchia edizione Penguin
di
1984
(1948)
|
|
Il
demone del capolavoro di Jacques Tourneur La
notte del demonio
(1957)
|
MOSTRI
DI BASILEO
Le
feroci creature affrontate da ZAGOR ne La montagna degli
dei (T. Sclavi [sog.&scen.] – F. Donatelli [dis.],
nn. 184-186), storia ispirata, come sappiamo, alle Dodici
Fatiche di Ercole. Di tre dei suddetti mostri – CERBERO,
l'IDRA e il LEONE DI BASILEO – abbiamo già parlato
nelle rispettive voci, alle quali rimandiamo. Qui, invece, ci
occupiamo delle altre creature che compaiono nell'avventura, a
cominciare dal mastodontico alce della terza fatica, il cui
corrispettivo mitologico è la Cerva di Cerinea. Dotato di
corna affilate e zoccoli ferrati (mentre la Cerva aveva
zoccoli di bronzo e corna d'oro), l'aggressivo ruminante carica
ZAGOR, il quale, pur riuscendo a evitare il tremendo impatto,
viene ferito al braccio sinistro. L'animale cerca allora di colpire
il Nostro con gli zoccoli, ma l'eroe si scansa nel momento giusto e
fugge via. L'alce, però, è più veloce di lui e lo carica
nuovamente: anche stavolta ZAGOR riesce a evitare
l'avversario, ma riceve tuttavia un colpo di zoccolo in testa e perde
sensi. A questo punto, accade qualcosa d'inaspettato: l'alce,
invece di uccidere lo Spirito con la Scure, si ferma all'improvviso.
Forse nel cervello dell'animale – si legge nelle didascalie
delle corrispondenti vignette – è scattato un meccanismo
imprevisto da Basileo… …forse l'antica mansuetudine sta per
prevalere sulla ferocia con cui l'alce è stato condizionato… .
Sorpreso e irritato da questo comportamento, Basileo incita
l'alce a uccidere ZAGOR, che proprio in quel momento
riprende i sensi.
|
Zagor n. 185, dicembre 1980. Disegno di Ferri |
|
Zagor
uccide il gigantesco alce – ZGR 185, p. 90
|
|
Uno
dei falconi ferisce Zagor – ZGR 185, p. 95
|
|
Con
un astuto trucco, Zagor neutralizza l'ultimo falcone – ZGR 186, p.
5
|
Il ruminante, ritornato aggressivo, carica per la
terza volta l'eroe, il quale, ormai deciso a vendere cara la pelle,
gli scaglia contro la scure, sfondandogli il cranio. Superata questa
terza prova (che era stata invece fatale all'amico trapper Zed
Molewsky), ZAGOR riprende il cammino ed entra in un'enorme
voliera che ospita cinque micidiali falconi ammaestrati. Il
loro corrispettivo sono gli Uccelli del lago Stinfalo (o,
semplicemente, Uccelli Stinfali), i quali, oltre a becco e
artigli di bronzo, avevano penne taglienti come punte di lancia. Gli
Stinfali di Basileo si gettano in picchiata su ZAGOR:
quattro di essi vengono abbattuti dal Nostro a colpi di scure, ma il
quinto e ultimo rapace riesce a disarmare l'eroe, strappandogli
l'arma con gli artigli. ZAGOR allora, ricordandosi come
vengono addestrati i falconi cacciatori, si toglie la casacca
e se l'arrotola sul braccio sinistro; quindi estrae dalla tasca un
fazzoletto, per usarlo come cappuccio. Il trucco del Nostro funziona:
invece di attaccarlo, infatti, il falcone si posa sul suo
braccio e si lascia coprire la testa con il fazzoletto. Sogni
d'oro, passerotto!, esclama ZAGOR, facendo posare sul ramo
di un albero l'ormai mansueto rapace.
Dopo
i falconi, è la volta di un grosso cinghiale (ispirato
ovviamente al Cinghiale di Erimanto), che viene ucciso da
ZAGOR con una rudimentale lancia, e di spaventose visioni –
alberi animati, draghi, dinosauri e altre inquietanti creature -
provocate dalle esalazioni di una palude.
|
Zagor
si appresta a colpire l'aggressivo cinghiale - ZGR 186, p. 9
|
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Le
spaventose visioni provocate dai vapori della palude - ZGR 186, p. 15
|
|
Basileo
mostra a Zagor lo sfortunato lupo-tigre - ZGR 185, p. 49
|
|
Scultura
in bronzo di Giambologna (1529-1608), raffigurante Ercole e il
cinghiale di Erimanto
|
Inizialmente, ZAGOR
crede che tali mostri siano reali e, vedendosi circondato, viene
preso dal panico; l'apparizione del defunto amico Big Hopper
(che era stato divorato dal LEONE DI BASILEO) gli fa però
capire che si tratta appunto di allucinazioni. Superata anche questa
sesta prova (che – a differenza delle precedenti - non ha alcun
legame con le Dodici Fatiche), ZAGOR si ribella al
folle Basileo e salta direttamente, per così dire, all'ultima
fatica, affrontando il già menzionato CERBERO.
Ignoriamo, pertanto, contro quali altri mostri avrebbe dovuto
combattere il Nostro se avesse deciso di affrontare tutte le fatiche.
Di sicuro, tra gli avversari di ZAGOR non ci sarebbe stato il
lupo-tigre, la più grottesca e improbabile creatura di
Basileo. A metà della storia, il mad doctor conduce
ZAGOR nel suo laboratorio e gli mostra il corpo senza vita del
suddetto ibrido, la cui testa (di tigre) è forse più pesante del
corpo stesso (di lupo).
Massimo Capalbo
N.B. Trovate i link alle altre parti degli Zagor Monsters sulla Mappa!
"Il tesoro maledetto" nell' ultima parte si ben prodiga di effetti speciali e ben sfrutta il colore! XD Come fanno anche "Il ponte dell' arcobaleno" e "Magia indiana". Quest' ultimo godibile, ma come qualcuno ha fatto notare, a tratti sembra un trailer della serie! XD
RispondiEliminaBella sia l' apertura che la chiusura della storie e Digging Bill e Cico formano una bella coppia! ^^ Avevo letto che l' ultima del Sergione era TDSP e quindi rimasi perplesso nel comprare quest' albo e vedere... testo di G. Nolitta! °_O XD Ero dubbioso ed infatti qualche anno dopo ho scoperto che è di Sclavi.
" L'Intergalactic Bar di FantaCico è chiaramente ispirato alla Mos Esley Cantina, la taverna che compare in Guerre stellari (George Lucas, 1977)"
Stessa cosa che ho subito pensato io! ^^ Chissà se la scena di Cico che si sbaffa Kokodix il Sergione l' avrebbe approvata ad altri! XD
HC è invece un misto di esagerazione e genialate come le sopracitate vignette di Cico portato in trionfo e la citazione al quadro. ^^ Tra l' altro proprio nel 90 debuttava il frontespizio di DD di Stano!
Se per LNDD e "Tenebre" c' era solo da elogiare il mitico e compianto Capone, qui, dispiace dirlo visto che aspettative avevo ai tempi della prima lettura della storia, ma siamo di fronte a mio avviso ad un flop. La prima parte in realtà è anche interessante visto che sfrutta in pieno (dopo la "piccola" parte ne "La strega rossa) il genere "disaster" per la prima volta (e anche dopo avremo pochissime storie del filone). Si avverte prima tensione e poi drammaticità. Peccato che nella seconda si passi a tutt' altro con Diablar che da indovino "pazzo" passa a Mefisto di serie C. E ancora non capisco perché sin dall' inizio ce l' abbia con Zagor che ha preso le sue difese! Mah! Come se non bastasse c' è chi ha fatto notare che ha un bagaglio di espressioni veramente esagerate! XD Altra cosa curiosa è che il vecchio saggio prenda come allievo l' indiano indovino o pseudotale che avrà più o meno i suoi stessi anni! °_O Almeno abbia Montag, un personaggio ben caratterizzato che avrebbe meritato ben altra storia e di cui non ci sarebbe stato e ci starebbe male un ritorno.
Ben meglio "Oro maledetto", curiosamente affidata all' altrettanto compianto Gamba che tutto pare tranne un disegnatore horrorifico XD.
Bene il mistero, ma la parte in cui Zagor insegue e si confronta con i banditi è effettivamente un po troppo lunga. Ci rifacciamo però con gli zombie cui il disegnatore ha donato una melifua e inquietante espressione e l' indianone fa la sua figura.
C' è chi pensa che addirittura LSDTH sia la peggiore di Boselli! XD Seppur inferiore alle precedenti due con Cain, a me è piaciuta. Avventura, action, magia... davvero un bell' intreccio!
Ah, ah! Non ricordavo la gag di Cico con gli zombie! XD E c' è chi dice che Boselli non sappia utilizzare il pancione! °_O
L' ultima parte de IRDC con l' assalto degli zombie mi esaltò! XD Davvero spettacolare la tavola di Andreucci sopracitata! Poi vorrei parlare di un "personaggio" non tanto citato di solito e cioè il mitico juju o come kaiser di scrive, lo scettro del re di cui entrano in possesso i nostri. XD
Che chicche che si scoprono come sempre dai vostri articoli! XD
La prima storia di "Burattini" dopo la gag di Cico ^^ ha una prima parte misteriosa e più western con una seconda molto d' azione ed avvincente dove l' orrore finalmente si mostra! Davvero bella la narrazione divisa su tre fronti nell' ultimo albo! Poco prima era uscita l' altrettanto bella "Le creature delle acque morte" e questo dimostra, come detto, come lo stesso soggetto possa ispirare più avventure senza ripetizioni! Da dire che quando Burattini scrisse la sua, ancora non era uscita quella di Toninelli!
RispondiEliminaCuriosità su "L' orribile mutazione". Uno di quegli albi che assieme a "Terra maledetta", "Il padrone del tempo" e "La laguna dei morti viventi" uscì ad inizio anni 2000 anzitempo dall' elenco arretrati rispetto ad altri anche precedenti! Menzione soprattutto per il 367 che era uscito solo 6 anni prima! Mah! Ho scoperto che successe lo stesso anche con MN 92 e 93, esauriti già nell' 87! Misteri Bonelli! Sapete che era successo per questi albi dei due personaggi di GN? Distribuzione più limitata?
Per quanto riguarda i nn. 92-93 di Mister No, il loro rapido esaurimento fu dovuto, a quante ne so, a una tiratura più limitata. Penso, pertanto, che anche gli albi di Zagor da te citati si esaurirono in fretta per lo stesso motivo.
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