di Massimo Capalbo
Decima puntata dell'Atlante di Mister No di Max Capalbo - fino a questo momento il progetto bonelliano più impegnativo di Dime Web. Il nostro Atlante ha ottenuto fin dall'inizio grandissima attenzione in tutta la Rete - in Italia e fuori dai confini nazionali. Il sito ufficiale della Sergio Bonelli Editore ha fin dall'inizio messo un link al nostro lavoro nella Homepage di Mister No, collegamento recentemente aggiornato, a dimostrazione che l'interesse di Via Buonarroti continua immutato! (s.c. & f.m.)
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Mister No in un "Bonelli Team-Up" preso dal blog Openingintro |
Legenda
- I
nomi in stampatello
e grassetto
rimandano
a una voce dell’Atlante.
- I
nomi dei personaggi cui è dedicata una voce sono indicati per
cognome - ovviamente se questo è conosciuto (per esempio: AMARAL,
STELIO;
REMY,
ANOUK).
In alcuni casi, però, abbiamo optato per il soprannome (per es.:
ESSE-ESSE
invece che KRUGER,
OTTO).
Riguardo poi a personaggi come O
BISPO
ed EL
LOCO,
le voci a loro dedicate sono state inserite sotto l’iniziale del
nome, invece che sotto l’iniziale dell’articolo: per es., EL
LOCO,
si trova alla lettera L di LOCO e non alla lettera E di EL (che in
spagnolo è appunto un articolo e corrisponde al nostro IL).
-
I
personaggi dalla doppia identità sono stati indicati con il nome
della loro identità fittizia piuttosto che con il nome vero (ad es.:
DEMONE
ETRUSCO,
GIUSTIZIERE
DI BONAMPAK).
-
Quando
i personaggi vengono citati in una voce che non è a loro dedicata,
solo il cognome è scritto in neretto
e stampatello,
in modo da rimandare immediatamente alla lettera sotto la quale sono
stati inseriti (per es.: nel testo della voce ANACONDA,
il personaggio Daniel
Murdock
è citato come Daniel
MURDOCK).
L’unica eccezione a questa regola riguarda il protagonista della
serie, il cui nome - attenzione: non il nome proprio Jerry
Drake,
ma
appunto il soprannome
MISTER
NO
- è sempre scritto in neretto e stampatello, tranne ovviamente
quando è inserito nel titolo di un fumetto o di un libro (per es.:
Mister
No Index Illustrato,
Mister
No Riedizione If).
-
Per
quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna
storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a
nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la
trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia
alla memoria dei lettori in modo più efficace. Per esempio, la storia
dei nn. 17-20 viene indicata con il titolo del n. 19, "Operazione Poseidon"
perché esso è più rappresentativo, più calzante rispetto ad
Agente segreto Zeta 3 e Tragica palude,
che sono i titoli rispettivamente del n. 17 e del n. 19 (del tutto
avulso poi il titolo del n. 20, Evasione!,
visto che si riferisce alla storia successiva).
Per le Note sui collegamenti ipertestuali e le Note sulle illustrazioni vedi la prima parte.
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Sergio Bonelli: alle sue spalle Mister No e gli altri suoi eroi nella celebre "foto di gruppo" di Villa. |
J
JACIRA
JACKIE
JACKSON,
professor JIM
JANGADEIROS
JENKINS,
RAPHE e LIZZY
JIVARO
JOÃO
JUANITO
JULIO,
CABILDO e
BLAS
JACIRA
Compare
in Una
nuova vita
(G. Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], n. 379) ed è
un’avvenente
prostituta con la quale MISTER
NO
trascorre il suo ultimo giorno a MANAUS
prima
della partenza per RURRENABAQUE.
Il pilota, che ha conosciuto Jacira
al
Restaurante
Oriental e
le ha pure regalato un orologio svizzero, non riesce a memorizzare il
suo nome, e la chiama di volta in volta Joana, Josefa, Janete,
Janilda ecc., costringendo la povera ragazza a correggerlo sempre:
Jacira!.
Sangue
di giuda!
– esclama a un certo punto MISTER
NO
– Ma
non potevano darti un nome più facile, i tuoi? Maria, per esempio!.
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La
graziosa Jacira – MNO 379, p. 18
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Oltre
al divertente tormentone del nome sbagliato, il rapporto tra Jacira
e MISTER
NO
si fa ricordare anche per la sequenza in cui il Nostro, nel night
club Alvorada
di PAULO
ADOLFO (che
questi ha riaperto dopo tanti anni proprio in suo onore), la saluta
con un intenso bacio e le dice addio, mentre DANA
WINTER
suona al piano My
funny Valentine,
uno dei brani preferiti del pilota. Quando MISTER
NO
esce dal locale, la ragazza – che si è innamorata di lui - scoppia
in lacrime, consolata da PAULO
ADOLFO
(Lascialo
andare: è meglio! Lui è fatto così… vedrai, prima o poi, magari
quando meno te lo aspetti, te lo ritroverai di fronte…)
e soprattutto da uno dei dipendenti del barista, la nera Lucimar,
che
l’abbraccia dicendole: E’
vero! Lui è fatto così… lui è sempre stato imprevedibile, fin
dal primo giorno in cui è entrato nel nostro bar…
. Nonostante le parole consolatorie del barista e di Lucimar,
la ragazza continua a pensare a MISTER
NO
anche dopo essere ritornata a casa, quando ormai è notte fonda:
Le
tre! Ancora poche ore e poi se ne andrà…ma perché non ha voluto
stare con me, in questa sua ultima notte a Manaus? …E poi perché
non l’ho incontrato prima? Eppure tutte le mie amiche lo
conoscevano…e me lo avevano anche descritto, come un gran filho da
puta, e invece… …invece, con me, oggi, è stato così… …così
diverso… diverso da tutti gli altri… .
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Mister No n. 379, dicembre 2006 (l'ultimo della serie mensile). Disegno di Diso. |
Nel
finale della storia, Nolitta ha inserito un divertente scambio di
battute tra MISTER
NO
e ESSE-ESSE
che ha luogo a RURRENABAQUE
e riguarda proprio Jacira.
Il pilota, a bordo della sidecar del tedesco, chiede a quest’ultimo
come ha fatto a sapere del suo arrivo nella cittadina boliviana. ESSE-ESSE
risponde che a informarlo, tre giorni prima, sono stati i comuni
amici di MANAUS,
e poi aggiunge: […] del
mio servizio informazioni ha fatto parte anche una tipa che mi ha
addirittura tempestato di telefonate…bella voce, spigliata,
simpatica, sostiene di essere la tua fidanzata […]
e
dice di chiamarsi Jarita.
MISTER
NO
subito lo corregge: Jacira!
Jacira!
Si
chiama
Jacira!
Non
mi sembra un nome così difficile, no? Facile come Maria o, che ne
so, come Irene o come Teresa!. ESSE-ESSE,
sorpreso dalla reazione del pilota, dice: Va
bene…va bene…va bene…non vedo perché tu debba scaldarti tanto,
si chiama Jacira…
.
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L’addio
di Mister No a Jacira – MNO 379, p. 50
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Curiosità:
Come si legge nel libro-intervista Making
of Mister No - Guido Nolitta
(a
cura di Franco Busatta e Gabriele Ferrero,
Edizioni
if, 2005), Jacira
è
graficamente ispirata all’attrice americana Halle
Berry. Nelle indicazioni che Bonelli/Nolitta diede a Diso, accanto
allo schizzo del personaggio (una caratteristica, quella delle
sceneggiature schizzate,
che
l’autore aveva ereditato dal padre Gianluigi, il creatore di Tex),
leggiamo: Jacira
è bella, simpatica e allegra. Scopriremo poi che è una prostituta
ma non è mai volgare.
E infatti, l’esperto Diso ha conferito alla ragazza una grazia e
una dolcezza notevoli; qualità che, unite alla simpatia, fanno di
Jacira
un personaggio senza dubbio incisivo, degno quindi di comparire in
questo Atlante.
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La bellissima Halle Berry, modello per Jacira! |
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Jacira
continua a pensare, con rimpianto, al pilota – MNO 379, p. 69
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JACKIE
Ne
ho vissute di avventure io […]
ma non ho mai avuto un nemico feroce come Jackie.
Così MISTER
NO,
nel n. 87, ricorda il crudele capo dei New
Barbarians,
una banda di motociclisti newyorkesi. Come si legge nella prima parte
di Sangue
sulla neve
(G. Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], nn. 72-74),
l’odio di Jackie
contro
MISTER
NO
nasce quando il Nostro, in una strada di NEW
YORK,
blocca la fuga in motocicletta di due teppisti, che hanno appena
scippato una signora: uno di essi è proprio il
futuro capo dei New
Barbarians,
il quale, arrestato da due poliziotti e umiliato da MISTER
NO
(che gli sbatte lo sportello della macchina della polizia in piena
faccia), giura vendetta.
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Mister No n. 72, maggio 1981. Disegno di Ferri. |
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Il
primo incontro-scontro tra Jackie e Mister No – MNO 72, p. 78
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Pochi mesi dopo, infatti, il pilota, mentre
attraversa di sera Washington Square per far ritorno a casa, viene
circondato dalla banda di Jackie,
il quale, armato di una catena, lo pesta brutalmente. Solo
l’intervento della polizia salva MISTER
NO da
una morte certa. Per sfuggire al feroce biker,
il Nostro – su consiglio dell’amico detective Phil
MULLIGAN
- decide di lasciare per qualche tempo NEW
YORK
e, raccogliendo l’invito dell’ex commilitone Alan CHAMBERS,
si trasferisce ad Aspen, nel Colorado. La resa dei conti con Jackie
è però solo rimandata: ne Gli
ostaggi
(A. Castelli [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], nn. 86-90),
continuazione di Sangue
sulla neve,
MISTER
NO,
ritornato nella Grande Mela, viene rintracciato dal suo acerrimo
nemico e riesce a scamparla solo per un soffio. Jackie,
come rivela MULLIGAN
al pilota, è diventato ancora più pericoloso, visto che lavora
al
servizio del potente boss Frank
Masulli,
il quale ha sul suo libro paga il capo della polizia Williams.
Ciò fa sì che Jackie
e i suoi uomini possano agire nella quasi totale impunità. Tuttavia,
il biker
continua a rappresentare per MISTER
NO
una seria minaccia anche dopo l’arresto di Masulli
(al quale contribuiscono MULLIGAN
e lo stesso pilota). Scampato per l’ennesima volta a un’aggressione
dei New
Barbarians,
il Nostro, ormai stufo di dover fuggire in continuazione, decide di
passare al contrattacco: ottenuto da una banda rivale – dopo aver
superato una rischiosa prova (ispirata a quella presente nel film
Gioventù
bruciata
[Nicholas Ray, 1955] - l’indirizzo del loro covo (un bar chiamato
Robert’s
), MISTER
NO
organizza, assieme a Phil
MULLIGAN,
un
agguato
ai danni della gang
di
Jackie.
Quest’ultimo, però, avvertito telefonicamente da una soffiata
(fatta dal giovane RATSO,
desideroso di vendicarsi del pilota, che lo ha umiliato in pubblico),
si fa trovare pronto e, durante lo scontro a fuoco tra i suoi uomini
e quelli che affiancano MISTER
NO
e MULLIGAN,
scivola alle spalle del Nostro, lo disarma e si appresta a ucciderlo
con il suo coltello. Sembra finita per MISTER
NO,
ma ecco che, all’ultimo istante, il pentito RATSO
interviene e uccide Jackie,
mentre i superstiti della sua banda si danno alla fuga.
|
Mister No n. 89, ottobre 1982. Disegno di Ferri. |
|
Jackie
e la sua banda – MNO 89, p. 20
|
Capelli
lunghi e biondi, baffi e naso aquilino, il capo dei New
Barbarians,
è senza dubbio uno dei cattivi
più
riusciti della saga, un criminale che uccide per il puro gusto di
uccidere. Significative, in questo senso, le parole di MULLIGAN
in una scena de Gli
ostaggi:
Quell’uomo
è una belva, Mister No, credimi. Ho esaminato uno dei cadaveri. Ti
assicuro che neppure in guerra ho visto cose del genere. Posso
garantirti che la vittima, o quanto rimaneva di lei, non aveva
neppure un osso intero! E neppure un centimetro della pelle senza le
orribili ferite provocate da una catena. Jackie non si limita a
eseguire il proprio “lavoro”
(gli omicidi commissionatigli dal boss Masulli,
nda).
E’
un maledetto sadico che si diverte a torturare le sue vittime…).
Tra le sequenze che testimoniano la crudeltà gratuita di Jackie
e il suo assoluto disprezzo verso la vita altrui, va senz’altro
citata quella, sempre ne Gli
ostaggi,
in cui il biker
cattura l’anziana padrona di casa di MISTER
NO,
per costringere il Nostro, che sta scappando, a uscire fuori. Per
salvare la donna, il pilota interrompe la sua fuga e si presenta al
suo avversario, attorniato da tutta la banda: Sono
qui… adesso lasciala, Jackie…,
dice MISTER
NO
al motociclista, che tiene il coltello puntato alla gola della
vecchia. Lasciarla?
Certo che la lascio, eroe del Bronx…
risponde Jackie,
sgozzando la povera signora. …Oh,
che distratto… -
ironizza,
con
agghiacciante
cinismo, il biker
- stavo
pulendo l’arma e ho lasciato partire il colpo… .
Come accade pure ad altri azzeccati major
villain
misternoiani (vedi ZAGAIEIRO),
Jackie
muore in maniera beffarda, dato che a ucciderlo (sparandogli alla
schiena) è proprio il personaggio più fragile e vigliacco della
storia.
|
Jackie
vorrebbe infliggere a Mister No una morte lenta e dolorosa - MNO 89,
p. 95
|
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La
morte del feroce biker
– MNO 90, p. 35
|
JACKSON,
professor JIM
Il
cattivo
principale della storia Il
segreto del diario
(A. Castelli [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto [dis.], nn.
119-121). Stimato antropologo americano, Jackson
studia da anni le tribù amazzoniche e dirige una fondazione per gli
indios che riceve ingenti
contributi in denaro. Egli è considerato, sia negli STATI
UNITI
che in BRASILE,
un sincero sostenitore della causa indigena: O
amigo dos indios
recita infatti il titolo di un quotidiano che MISTER
NO
mostra ai clienti di un bar di MANAUS.
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Mister No n. 124, settembre 1985. Disegno di Diso. |
In realtà, Jackson
è un uomo cinico e spietato, responsabile – diciassette anni prima
i fatti narrati nell’episodio - di aver usato gli amati
indios come cavie per un suo singolare esperimento. Volendo
verificare l’effetto che avrebbe provocato su una tribù primitiva
il contatto con un mondo moderno e completamente sconosciuto, Jackson
aveva fatto catturare da un pilota di MANAUS,
l’americano Cliff
(che
non viene mai mostrato in volto nella storia),
tre
indios, e con il suo aiuto li aveva fatti giungere clandestinamente a
NEW
YORK.
I suddetti indios si erano risvegliati in un appartamento-laboratorio
mentre, tramite una cinepresa nascosta, Jackson
osservava i loro comportamenti. Poi, dopo averli drogati e vestiti
all’occidentale, Jackson
aveva condotto i tre per le strade di Manhattan: uno di essi era
terrorizzato da ciò che vedeva, un altro era invece strabiliato,
mentre il terzo era letteralmente impazzito e, dopo essersi strappato
i vestiti di dosso, aveva aggredito le automobili e ucciso un
bambino e la madre di questi, prima di venire a sua volta ucciso da
un poliziotto (tra i testimoni del tragico avvenimento vi era stato
pure MISTER
NO).
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Jackson,
un falso amico degli indios – MNO 125, p. 26
|
|
Mister No n. 125, ottobre 1985. Disegno di Diso |
A causa del funesto epilogo dell’esperimento, gli altri due indios
erano stati narcotizzati e riportati nella giungla, sempre con
l’aiuto di Cliff.
Diciassette anni dopo, quest’ultimo – che aveva pensato di
ricattare Jackson
-, muore per un banale incidente, precipitando con il suo aereo (un
PIPER
simile a quello di MISTER
NO,
tant’è che all’inizio il lettore è indotto a credere si tratti
proprio del nostro Jerry
Drake).
A MISTER
NO,
Cliff
lascia in eredità un diario, in cui aveva riportato tutta la vicenda
dei tre indios. Il pilota, però, non fa in tempo a leggerlo perché
alcuni uomini con il volto coperto – mandati, come scopriremo in
seguito, da Jackson
stesso – lo aggrediscono in un vicolo e glielo sottraggono.
Incuriosito dal mistero riguardante il diario, il pilota inizia a
indagare su Cliff
e scopre che questi aveva compiuto un viaggio a NEW
YORK
e nella regione amazzonica del Rio Urucu (a ovest di MANAUS).
Il giorno seguente la suddetta scoperta, il pilota viene ingaggiato
dall’americano Sanford,
uomo taciturno e misterioso, con una vistosa cicatrice sulla guancia
destra. Sanford,
che MISTER
NO
ha l’impressione di avere già visto anni prima, si fa accompagnare
dal pilota proprio nella regione dell’Urucu. Lasciato il suo
cliente nella giungla, MISTER
NO
riparte, ma a causa di un uragano, è costretto a un atterraggio di
fortuna in una radura non molto distante da quella dove Sanford
ha
voluto scendere. MISTER
NO
decide di raggiungere quest’ultimo, ma incontra alcuni indios che
s’inginocchiano al suo cospetto e lo convincono a seguirli nel loro
villaggio, che desta nel Nostro grande sorpresa: infatti, le capanne
hanno la forma dei grattacieli di Manhattan e vi sono sculture in
legno che riproducono le auto e i taxi newyorkesi.
|
Jackson
uccide Sanford – MNO 125, p. 69
|
Si tratta della
tribù dell’indio che, durante l’esperimento di Jackson,
era rimasto
stupefatto
da quanto aveva visto a NEW
YORK.
Gli indios considerano MISTER
NO
un dio e non vogliono che lasci il villaggio, ma il Nostro riesce a
fuggire e s’imbatte in Sanders; nel frattempo, in una zona vicina,
Jackson,
la sua assistente e il pilota di MANAUS
assunto dall’antropologo vengono catturati dalla tribù dell’indio
rimasto invece traumatizzato dall’esperienza newyorkese, che
intende ucciderli. Sanford
e MISTER
NO
riescono però a liberarli e assieme a loro si avviano nel luogo
dove si trova l’aereo. Giunti sul posto, Sanders
estrae la pistola con l’intenzione di uccidere Jackson,
ma viene disarmato da MISTER
NO.
Jackson
allora raccoglie la pistola e uccide Sanford;
poi, tenendo puntata l’arma su MISTER
NO,
si avvicina all’aereo. L’antropologo intende uccidere il Nostro e
l’altro pilota perché hanno visto troppe cose. Le parole di
Jackson
illuminano la memoria di MISTER
NO,
il quale finalmente ricorda che il misterioso Sanford
era il padre del bambino ucciso a NEW
YORK
dall’indio impazzito (la cicatrice gliel’aveva lasciata proprio
il pugnale dell’indio). A questo punto, Jackson
racconta al Nostro tutta la storia del tragico esperimento. Terminato
il racconto, l’antropologo si appresta a sparare ai due, ma viene
ucciso, assieme alla sua assistente, dagli indios, i quali, paghi
della loro vendetta, lasciano ripartire MISTER
NO
e l’altro pilota.
|
Gli
indios si vendicano di Jackson, uccidendo lui e la sua assistente –
MNO 125, p. 77
|
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Particolare di una stele maya. |
Curiosità:
Inspiegabile, sulla copertina del n. 125 (Il
villaggio dei dannati)
la presenza di una stele MAYA,
dato che nella storia non vi è alcun accenno a questo popolo.
JANGADEIROS
Sono
così chiamati i
pescatori
del Nord-Est brasiliano che, pur non sapendo nuotare o nuotando a
malapena, affrontano l’oceano a bordo delle jangadas,
fragili imbarcazioni a vela simili a zattere, costruite con tronchi
di balsa e
provviste di un unico, grosso remo.
I jangadeiros
di Pecém sono al centro della storia Atlantico!
(G.
Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], nn. 24-26): in essa,
come scrivono Altariva e Palumbo su Mister
No Index Illustrato 1-100
(Paolo Ferriani Editore, Inverno 2003-2004),
Nolitta si sofferma molto a descriverne lo stile di vita, lo spirito
genuino, l’attaccamento alle tradizioni e l’ardimento quasi folle
che li spinge a sfidare le onde dell’oceano pur senza saper
nuotare.
|
Mister No n. 24, maggio 1977. Disegno di Ferri. |
Indimenticabile,
a questo proposito, la lunga sequenza
della battuta di pesca, alla quale partecipano
MISTER
NO,
il
suo cliente Walter
MURPHY
e lo jangadeiro
Stelio AMARAL.
Molto
fruttuosa, questa battuta si conclude però in modo drammatico, con
la distruzione della jangada
a opera di uno dei pescherecci dell’Atlantic
Company (vedi
COLUMBUS, JOHNNY)
e la lotta tra MISTER
NO
e un famelico squalo, lotta che vede naturalmente vittorioso il
primo. Aggrappati a ciò che rimane della jangada,
il pilota e i suoi due compagni riescono poi a raggiungere la
spiaggia. Di tutt’altro registro, ma meritevole anch’essa di
citazione, è la scena finale dell’avventura, con MISTER
NO
che sorvola con il suo PIPER
– a bordo del quale c’è una bella ragazza di Pecém - le
imbarcazioni dei jangadeiros,
che dopo la morte del malvagio COLUMBUS,
sono tornati a pescare. Su una delle jangadas
ci sono Stelio
e altri due pescatori; uno di essi, Josè,
togliendosi persino il cappello, afferma
che MISTER
NO
è
l’uomo più giusto, più leale e più onesto che esista su questa
terra!.
Dico
bene, ragazzi?
- domanda costui ai suoi compagni -, e l’altro jangadeiro
risponde: La
pensiamo come te anche noi, Josè. …E sicuramente la pensa così
anche tua sorella Maria, visto che sta andandosene con lui!.
Josè
resta basito: Cosa?
Vorreste dire che… che la ragazza che si trovava sull’aereo era…
…era mia… …era mia… …mia sorella Maria?.
I due confermano, e il povero Josè,
infuriato, esclama
(rimangiandosi le parole dette in precedenza):
Mister
No, torna indietro! Mascalzone! Farabutto! Vigliacco! Sei uno sporco
individuo, Mister No! Il più sporco individuo che esista su questa
Terra!.
|
Mister
No e i pescatori di Pecém fanno festa – MNO 24, p. 96
|
|
Stelio,
Mister No e Murphy mettono in acqua la jangada,
sfidando le onde dell’Atlantico – MNO 25, p. 9
|
Nolitta
ritorna a parlare di jangadeiros
nella storia Ayahuasca
(G.
Nolitta [sog.&scen.] – M. Bianchini e M. Santucci/F. Civitelli
[dis.], nn. 367-369), dove Stelio
-
trasferitosi a MANAUS
e trovato lavoro presso capitão Tiago,
un pescatore locale - ricorda con nostalgia la
dura ma affascinante vita dei pescatori del Nordeste,
paragonandola alla monotonia del nuovo impiego:
Ti
manca
[…] la
sensazione del perpetuo duello tra il pescatore e la sua preda!
Dell’eterna sfida tra due intelligenze, quelle dell’uomo e quella
dell’animale!
[…] Noi,
laggiù a Pecém, eravamo costretti a tornarcene al villaggio tutte
le notti per evitare che il pesce marcisse prima di essere venduto…
ma come erano emozionanti, Mister No, quei ritorni a casa! Tutte le
nostre jangadas solcavano la superficie dell’oceano stagliando le
vele contro la luce del crepuscolo… e là, a due passi dalle
capanne, le donne e i bambini ci attendevano sereni e gioiosi quando
le onde si frangevano dolcemente sulla spiaggia. …Oppure, ansiosi e
impietriti, quando la collera del cielo e la forza dell’oceano
flagellavano il nostro approdo.
|
Mister No Speciale n. 20, maggio 2009: l'ultimo albo in assoluto del personaggio. Disegno di Diso. |
|
Una
colossale onda travolge la jangada
di
Stelio,
con a bordo Mister No e il suo cliente Morrison – MNO Speciale n.
20, p. 14
|
MISTER
NO
fa ritorno a Pecém in Jangadas!
(L. Mignacco [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto [dis.], Speciale
n. 20), l’ultima storia della saga. La scena iniziale di
quest’avventura, ambientata nel 1971, mostra il pilota, il suo
cliente Morrison
(un surfista americano) e Stelio
che partono, alle tre di notte, per una battuta di pesca. Com’era
accaduto in Atlantico!,
anche stavolta la jangada
(che Stelio
ha ricomprato grazie ai soldi prestatigli da MISTER
NO nel
finale di Ayahuasca)
finisce distrutta: poco dopo l’alba, infatti, scoppia una burrasca,
e una gigantesca onda travolge l’imbarcazione dei tre amici, che
riescono comunque a salvarsi (Stelio
grazie a Morrison,
che da buon surfista è un provetto nuotatore) e a raggiungere,
separatamente
e diverse ore dopo,
la riva. Sulla spiaggia di Pecém, Morrison,
rimasto incuriosito dalle parole che Stelio
aveva pronunciato sulla jangada
(Mister
No è un eroe per i pescatori del Ceará da prima che lo conoscessi.)
chiede al pilota di raccontare il suo primo incontro con i
jangadeiros,
che risale a una ventina d’anni prima. Questa esperienza si lega a
un altro importante incontro fatto dal Nostro a Fortaleza: quello con
un pittoresco marinaio inglese, il capitano SHANGAI
JACK.
Trattandosi di uno Speciale che ha lui come co-protagonista,
rimandiamo alla sua voce per conoscere la storia. Tornando
ai jangadeiros,
che sono precisamente quelli di Praia Grande, vale la pena di citare
due scene di Jangadas!:
la barbara uccisione di tre giovani pescatori – Olimpio,
Raimundo e André
– partiti con la loro jangada
per raggiungere RIO
DE JANEIRO
e denunciare al governo i soprusi subiti a opera di Napoléon
Moureira da Silva,
uno dei principali possidenti del Ceará; il bacio e l’addio di
MISTER
NO
alla bella Beatriz,
una ragazza di Praia Grande che si era innamorata di lui.
|
Il jangadeiro Manoel Olímpio Meira. |
|
Gli
sgherri di da Silva trucidano Olimpio, Raimundo e André – MNO
Speciale n. 20, p. 121
|
JENKINS,
RAPHE e LIZZY
Sono
fratello e sorella e compaiono in C’era
una volta a New York
(M.
Colombo [sog.&scen.] – G. Bruzzo [dis.], Mister No Maxi n. 2),
lunga storia in cui MISTER
NO
rievoca il suo passato più remoto. L’inizio dell’episodio vede
il pilota che, assieme all’amico barista Harvey
FENNER,
si reca nell’Upper West Side di Manhattan, il quartiere dove, negli
anni Trenta, è cresciuto. Qui i due si trovano a difendere da alcuni
giovani teppisti un uomo che dall’aspetto pare un vecchio barbone.
|
Maxi Mister No n. 2, luglio 1999. Disegno di Diso. |
Questi, dopo che Harvey
e MISTER
NO
hanno messo k.o. i suddetti teppisti, ha una reazione inaspettata:
con il suo bastone, colpisce ripetutamente uno dei suoi, ormai
inermi, assalitori, e lo fa con tale accanimento che il barista si
vede costretto a fermarlo con la forza. Osservando bene in faccia il
barbone, MISTER
NO
riconosce in lui un suo antico nemico, il feroce Raphe
Jenkins,
il quale a sua volta lo riconosce e lo invita a passare più tardi da
casa sua.
Per
soddisfare la curiosità di
Harvey,
il pilota inizia a raccontare una drammatica vicenda che ha inizio in
una strada della NEW
YORK
del 1936, dove ha luogo il combattimento fra TRENO
Kowalsky,
idolo e amico del piccolo Jerry
Drake,
e Bub
Jenkins,
fratello di Raphe.
Divertente la descrizione di questi ultimi e dell’altro fratello
Matt
che MISTER
NO
fa all’amico barista: Matt,
Bub e Raphe Jenkins: esemplari purissimi di carogna… I
“meravigliosi” Jenkins Brothers!
Nonostante
fossero fratelli, non c’era nessuna somiglianza tra loro… Erano
tutti figli di padri diversi… Mamma Jenkins se l’era spassata da
giovane! E il frutto di tutto quello spasso non era un bello
spettacolo, credimi! Ladri, riscossori per conto del racket, forse
anche assassini […] Del trio, Raphe era il mio “preferito”…
…naturalmente la “simpatia” era ricambiata in pieno!
Infatti, fin da subito vediamo come Raphe
nutra un odio profondo verso Jerry,
che chiama con disprezzo pulce
e che massacrerebbe di botte se il Nostro non fosse sotto l’ala
protettrice di Frankie MESSACANTATA,
il temuto boss del quartiere.
|
Il
perfido Raphe Jenkins – MNO Maxi n. 2, p. 11
|
All’odio di Raphe
fa
da contraltare l’amore che la sorella Lizzy
prova per Jerry,
malgrado quest’ultimo, in confronto a essa – che è più grande
di età, è più alta e ha un fisico già sviluppato -, sembri ancora
un bambino. Jerry,
che sogna già di diventare da grande un pilota, porta Lizzy
al cinema a vedere il film Wings
(William A. Wellman, 1927 – il cui titolo italiano è Ali),
ed è qui che la ragazza lo mette in guardia dal fratello Raphe,
il quale è brutale anche con lei, come del resto lo sono pure gli
altri fratelli e la stessa madre. Ascolta,
Jerry!
Giurami
che, quando sarai pilota, mi porterai via da qui con il tuo aereo!
Giuramelo, ti prego!,
gli chiede, in lacrime, la povera Lizzy.
Io…io…
te lo giuro, Lizzy!...Te lo giuro!,
risponde il Nostro, parole che gli fanno guadagnare il suo primo
bacio. Il fatto di aver conquistato il cuore della graziosa Lizzy
è motivo di orgoglio per Jerry,
che, uscito dal cinema e congedatosi dalla ragazza, pensa, con
visibile soddisfazione: Incredibile!
E’ innamorata di me…e
ha diciassette anni!
Non
male per uno della mia età!
(all’epoca, il futuro MISTER
NO
dovrebbe avere all’incirca quattordici anni).
L’amore
di Jerry
non migliora comunque la triste condizione di Lizzy,
che rimane in balia della sua terribile famiglia. Nonostante MESSACANTATA
dia - su richiesta di
Jerry e
tramite i suoi gorilla Domenico
e Sabatino
- un pesante avvertimento a Raphe,
il teppista e i suoi fratelli continuano a maltrattare Lizzy,
costringendola inoltre a prostituirsi.
|
Jerry
al cinema con l’amata Lizzy Jenkins – MNO Maxi n. 2, p. 34
|
Jerry
scopre quest’altra terribile verità quando, per recuperare una
busta di denaro rubatagli da Raphe
(denaro che appartiene a MESSACANTATA),
si reca a casa Jenkins
con TRENO
Kowalsky
e Strother,
il manager del pugile. Dopo che TRENO
ha messo al tappeto, per l’ennesima volta, Bub,
Jerry
stordisce con una mazza da baseball Raphe,
che, armato di un revolver, aveva tutta l’intenzione di ucciderlo.
Entrato nella camera da cui è uscito il suo acerrimo nemico, Jerry
vede
la sua Lizzy
a letto con un uomo: la cosa lo sconvolge, e sebbene Lizzy
gli chieda perdono e gli dica che lo fa perché costretta, Il Nostro
la insulta, salvo poi pentirsene subito dopo. Da questo momento in
poi, il rapporto tra i due s’incrina, soprattutto a causa
dell’eccessivo orgoglio di Jerry,
incapace di perdonare la ragazza, che invece è sempre contenta di
vederlo. In quello che sarà il loro ultimo incontro, Jerry,
compiendo un errore fatale, non ascolta Lizzy
quando questa cerca di avvertirlo del brutto tiro che Raphe,
Bub
e Matt
stanno preparando ai suoi danni e a quelli dei suoi amici, compreso
Ray
Dubois,
un ragazzo nero che è un autentico asso del pianoforte. I tre
Jenkins
accoltellano Ray,
che muore dissanguato al Cat’s
Tail,
un locale jazz dove si era appena esibito trionfalmente. I malvagi
fratelli tendono poi un agguato a TRENO
e
a Strother,
appena i due escono dal locale per vendicare il loro amico. TRENO
riesce a uccidere Bub
con le sue sole mani, ma viene a sua volta ucciso da Matt,
che, per salvare il fratello, spara al pugile diversi colpi di
pistola. Lo stesso Matt
uccide subito dopo Strother,
mentre Raphe
cerca di far fuori Jerry,
che si è nascosto dietro la porta del Cat’s
Tail.
Per fortuna, il revolver del teppista s’inceppa e questi deve
accontentarsi di stordire il piccolo Drake
con il calcio dell’arma. Alcuni giorni dopo, MESSACANTATA
informa Jerry
di aver fatto uccidere Matt
Jenkins
da alcuni suoi amici del New Jersey, mentre Raphe
è
riuscito a far perdere le sue tracce. Purtroppo
quella carogna, prima di scappare,
– dice il boss al Nostro – è
riuscito a trovare il tempo di sfregiare sua sorella!... Deve averla
vista mentre ti parlava, quel giorno… Ora l’ho fatta mettere a
mie spese in un collegio… Le hanno rovinato la faccia, io farò in
modo che non si rovini anche la vita!... Sfortunatamente
per Lizzy,
la brusca morte di MESSACANTATA
pone fine alla sua permanenza in collegio e quindi alle sue speranze
di riscatto.
|
Dopo
tanti anni, Mister No si ritrova faccia a faccia con Raphe, ormai
prossimo alla morte – MNO Maxi n. 2, p. 286
|
Terminato
il racconto, MISTER
NO
va a casa di Raphe
(un
fetido tugurio in Edgar
Allan Poe Street),
il quale, invecchiato precocemente, ha ormai pochi mesi di vita a
causa di un cancro ai polmoni. Raphe,
che ha aspettato quel momento da oltre vent’anni, vorrebbe che il
suo nemico Jerry,
per vendicarsi, lo uccidesse, abbreviandogli le sofferenze. Il
pilota, invece, fa finta di non conoscerlo, non ritenendolo degno
neppure del suo disprezzo. A questo punto, sbuca una donna che intima
al Nostro di uscire, altrimenti chiamerà la polizia. Uscito MISTER
NO,
scopriamo che quella donna è Lizzy,
anch’essa invecchiata prima del tempo, nonché
alcolizzata.
Il suo volto è solcato dall’orribile cicatrice lasciatale dal
coltello di Raphe.
Questi, come lei stessa dice, è la persona che odia più al mondo,
ma pure la sola che ormai le è rimasta. Dalla finestra, la donna
osserva, piangendo, quello che è stato il suo unico amore, mentre si
allontana con l’amico Harvey.
Anch’io
ti ho aspettato, Jerry…
- pensa l’infelice Lizzy
– Ho
aspettato te e il tuo aereo per così tanto tempo… Non dovevi
tornare ora…non dovevi…
.
|
Una
quasi irriconoscibile Lizzy vede per l’ultima volta il suo Jerry -
MNO Maxi n. 2, p. 288
|
JIVARO
Etnia
dell’AMAZZONIA
ecuadoregna e peruviana di cui si contano oggi circa ottantamila
individui. Nella loro lingua i Jivaro
si definiscono Shuar,
che, al pari dei nomi di altri
popoli amazzonici,
significa semplicemente uomini.
Il nome Jivaro,
che significa invece selvaggio,
è stato dato loro nel XVI secolo dai conquistadores
spagnoli, ai quali questi bellicosi indios inflissero pesanti
sconfitte. Oltre che all’indole guerriera, la fama di questa tribù
è legata all’usanza, ormai abbandonata, di rimpicciolire e
mummificare le teste dei nemici uccisi, che venivano
poi appese alle capanne. Le
tsantzas,
questo il nome dei macabri cimeli, erano
fabbricate
attraverso un elaborato procedimento e sono oggi esposte in molti
musei etnologici del mondo, tra i quali il museo Luigi
Pigorini
di Roma.
|
Mister No n. 32, gennaio 1978. Disegno di Ferri. |
|
Una raccapricciante tsantza! |
Assieme
ai YANOAMA,
i
Jivaro
sono senza dubbio la tribù amazzonica meglio conosciuta dai lettori
misternoiani: ciò grazie soprattutto alla loro prima,
indimenticabile apparizione, che ha luogo nella storia-capolavoro I
cacciatori di teste
(G. Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], nn. 31-33). In
questa appassionante avventura, ambientata nella giungla
dell’Ecuador, MISTER
NO entra
in contatto, assieme al suo cliente Daniel
MURDOCK
e al
mercante
Jorge BECERRA,
con la tribù di Unta
Yangora.
Costui - convinto dal denaro offertogli da MURDOCK,
che vuole a ogni costo procurare a suo fratello William
le tsantzas
- infrange la pace che vige ormai da tempo con gli altri popoli della
foresta e uccide, con un manipolo di guerrieri, alcuni indios della
tribù Aguaruna
(anch’essa di etnia Jivaro).
La vendetta degli altri Aguaruna
non si fa attendere: uomini, donne e bambini del villaggio di Unta
Yangora
vengono trucidati, e nemmeno MURDOCK
e BECERRA
sfuggono
al massacro. MISTER
NO
seguirebbe la loro sorte se non venisse stordito da Sangay,
un guerriero Aguaruna
al quale, alcuni minuti prima, aveva
risparmiato
la vita. Sangay
(Vulcano
in lingua Jivaro)
convince i suoi compagni a uccidere MISTER
NO alla
presenza degli altri guerrieri rimasti
nel
loro villaggio; in
realtà, la proposta di Sangay
è
un espediente
per
consentire al pilota di fuggire, approfittando del fatto che, dopo la
fabbricazione delle tsantzas,
gli Aguaruna
si ubriacheranno con la birra di manioca e saranno intorpiditi
dall’ayahuasca
(una potente droga amazzonica; vedi Stelio
AMARAL).
Purtroppo per Sangay,
le cose prendono una piega diversa: tra i suoi compagni, solo pochi
si
ubriacano e assumono la droga, e quando, alcune ore più tardi,
MISTER
NO
– da lui liberato - lascia la capanna dov’era prigioniero, gli
indios si accorgono della sua fuga e tentano di fermarlo. Per salvare
il pilota, che sta per essere frecciato da un guerriero, Sangay
blocca quest’ultimo, e
viene ucciso dagli altri Aguaruna.
Il suo nobile sacrificio non risulterà vano, visto che il pilota,
grazie alla canoa che Sangay
gli
ha procurato, riuscirà a sfuggire ai feroci inseguitori, riportando
a casa la pelle.
|
Unta
Yangora, capo dei Jivaro – MNO 32, p. 63
|
|
L’attacco
degli Aguaruna – MNO 33, p. 38
|
I
tagliatori di teste dell’AMAZZONIA
compaiono anche nelle storie Giuramento
di sangue
(A. Ongaro [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 133-136),
Territorio
Jivaro
(S. Marzorati [sog.&scen.] – O. Suarez [dis.], n. 321) e
Jivaros
(G.
Nolitta [sog.&scen.] – R. Diso [dis.]).
Riguardo alla prima rimandiamo alla voce TAXCO;
la seconda invece, ambientata nella giungla peruviana, vede un
botanico, il professor Maldonado,
ingaggiare MISTER
NO
e ESSE-ESSE
per scoprire la sorte di un suo collega, Perez,
il quale, inoltratosi nella regione del Rio Napo, aveva contattato i
Jivaro
allo scopo di scoprire la pianta da essi utilizzata per ricavare il
P-024,
un veleno ancora più potente del famigerato curaro e quindi con
maggiori proprietà curative. Alle scoperte di Perez
– ucciso e decapitato dagli indios proprio perché voleva rubare il
segreto della suddetta pianta (che gli indigeni chiamano tacuja)
– è interessato anche un altro scienziato, il cinico Johnson.
Questi lavora per conto di una multinazionale farmaceutica, la quale,
decisa a ogni costo a sfruttare commercialmente il veleno dei Jivaro,
gli affianca una squadra di mercenari. Giunti alla capanna di Perez,
essi catturano il pilota e i suoi amici, con l’intenzione di
eliminarli, ma saranno tutti uccisi dai Jivaro,
che risparmieranno i Nostri perché MISTER
NO,
in precedenza, ha salvato un bambino della tribù da Guzman,
la brutale guida di Johnson.
Il malvagio scienziato – che si è impossessato dei preziosi
appunti di Perez
- riesce a scappare, ma verrà infine raggiunto dagli indios e
ucciso. Nonostante alcune belle sequenze (vedi SERPENTI)
e la presenza di un azzeccato personaggio come Maldonado
(al
quale Suarez ha dato le sue fattezze), si tratta di un episodio che
non va oltre la sufficienza. Più interessante Jivaros,
una storia breve (solo otto tavole) pubblicata nel 1986 su Il
Messaggero Estate.
In essa, una banda di Jivaro
attacca MISTER
NO e
il suo cliente Perkins,
il quale, incurante degli avvertimenti del pilota, ha voluto
spingersi nel territorio dei suddetti indios. MISTER
NO riesce
ad avere la meglio sui Jivaro,
ma non può impedire l’uccisione di Perkins.
Il finale, un autentico gioiellino di humour
nero, mostra il pilota che, nella capanna degli indios, dialoga, se
così si può dire, con la tsantza
di Perkins,
appesa a un palo. Assolutamente degna di citazione la domanda
conclusiva: Mi
avete davvero messo in un bell’imbarazzo…Dove devo portarvi,
adesso, mister Perkins? Al cimitero oppure al museo etnologico di
Manaus?.
|
Sangay
si sacrifica per salvare Mister No – MNO 33, p. 56
|
Oltre
ad apparire nelle succitate avventure, i Jivaro
vengono menzionati anche in altri episodi della saga. Di particolare
interesse è l’accenno
a questa tribù
che
troviamo ne La
torre maledetta
(A. Castelli [sog&scen.] – B. Marraffa [dis.], nn. 94-96).
Mentre sta accompagnando, con il PIPER,
la sua bella cliente Alison
Perkins
a MACHU PICCHU,
il pilota le racconta alcune delle esperienze soprannaturali
vissute in Sudamerica:
tra queste, una riguarda per l’appunto i Jivaro.
Ho
visto coi miei occhi
– ricorda MISTER
NO
- un
delitto perfetto compiersi nella giungla amazzonica…
…l’ucciso era un poco di buono, per fortuna. Comunque uno
stregone Jivaro ne fabbricò un’immagine con delle piume e dello
spago, e vi sistemò dei capelli e delle unghie della vittima…
Compì uno stano rito di cui compresi ben poco. Fatto è che… …la
notte stessa, l’uomo rappresentato dal feticcio fu assalito e
dilaniato da un giaguaro… .
|
I
Jivaro si accingono a uccidere Johnson – MNO 321, p. 98
|
|
Mister No n. 321, febbraio 2002. Disegno di Diso. |
Curiosità:
Come abbiamo già detto, i Jivaro,
nel corso della loro storia, sconfissero più volte i conquistadores
spagnoli, che non riuscirono mai a sottometterli. Ne I
cacciatori di teste,
MISTER
NO
cita a questo riguardo un episodio molto interessante: la rivolta di
Quirrupa.
Si
tratta di un fatto accaduto nel lontano 1599.
– racconta il pilota a Daniel
MURDOCK
- A
quella’epoca gli spagnoli avevano fondato nella zona abitata dagli
Jivaro alcune fiorenti città che si chiamavano Logroño, Mendoza,
Huamboya… …e soprattutto Sevilla de Oro, la capitale dello Stato,
un centro che contava più di diecimila abitanti. In quei giorni il
governatore spagnolo, ben sapendo che i fiumi della zona erano ricchi
di oro, costrinse gli indigeni a lavorare come bestie per cercare il
prezioso metallo… …fino a che un prestigioso capo chiamato
appunto Quirrupa, e cioè “Grande Rana”, seminò lo spirito della
rivolta tra le diverse tribù della foresta. Fu così che un
autentico esercito Jivaro marciò sulla città dei coloni… …a
dispetto dell’organizzazione e delle armi da fuoco di cui
disponevano i loro avversari, i rivoltosi travolsero ogni resistenza…
…e riuscirono a catturare lo stesso governatore che si trovava in
visita ufficiale alla città di Logroño.
[…] Gli
Jivaro approfittarono di quella occasione per dare a tutti una
lezione che ritenevano esemplare. […]
Sapendo
quanto il governatore amasse l’oro, Quirrupa decise di dargliene in
gran quantità. Dopo una lunga serie di torture, il malcapitato venne
legato saldamente… …e attraverso un grosso imbuto conficcatogli
in gola, cominciarono a versargli nell’intestino tutto l’oro che
veniva mano a mano fuso in un vicino crogiuolo. Inutile dire che la
terribile tortura continuò fino a quando il metallo bollente gli
fece scoppiare gli intestini.
|
Mister
No e il suo cliente Perkins vengono assaliti dai Jivaro – Storie
Avventurose
(Comic Art, 1995) n. 96,
p. 9
|
JOÃO
Meccanico
dell’aeroporto di MANAUS
che precede e poi sostituisce lo sfortunato Augustino
PEREIRA.
Sveglio e simpatico, João
fa
la sua prima apparizione ne Le
Tigri Volanti
(L.
Mignacco [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 145-148), dove,
nel bar di PAULO
ADOLFO
e assieme ad altri amici di MISTER
NO,
ascolta quest’ultimo rievocare la sua esperienza in BIRMANIA
e Cina nelle file del glorioso American
Volunteer Group.
|
Mister No n. 279, agosto 1998. Disegno di Diso. |
João
ricompare dopo la trasferta statunitense di MISTER
NO,
precisamente nell’episodio La
foresta dei misteri
(L. Mignacco [sog.&scen.] – F. Busticchi e L. Paesani [dis.],
n. 279), a partire dal quale diventa uno dei comprimari fissi della
saga. Al pari di altri personaggi ricorrenti – ad esempio: CLARA e ISABELA,
MAMA ROSA e
il suo figlio adottivo Celestino,
la cartomante LUNA,
il mendicante cieco Jorge
ecc. - João
non ha mai ricoperto ruoli di rilievo; tuttavia, in alcune storie non
si è limitato alla sua funzione abituale – occuparsi del PIPER
di MISTER
NO
(che spesso non soltanto non lo paga, ma si fa pure prestare soldi da
lui) e degli altri velivoli che atterrano o stazionano all’aeroporto
della capitale amazzonica -, ma è stato anche protagonista di scene
divertenti,
come
pure di scene drammatiche. Per esempio, nel primo albo dell’avventura
Sull’orlo
dell’abisso
(M. Masiero e M. Del Freo [sog.&scen.] – F. Valdambrini [dis.],
nn. 305-306), João
sveglia
con una secchiata d’acqua
MISTER NO
e ESSE-ESSE, i
quali, reduci da una colossale sbornia, si erano addormentati
nell’aeroporto, ai piedi del PIPER;
poi chiede al pilota un favore: portare a BELÉM
la moglie (un’impressionante grassona), i figli e i galli da
combattimento di suo fratello. Una buffa vignetta mostra il meccanico
spingere la cognata cicciona per riuscire a farla entrare
nell’abitacolo del PIPER.
|
João,
meccanico dell’aeroporto di Manaus – MNO 279, p. 16
|
|
La
sfida all’ultimo bicchiere tra João e Esse-Esse – MNO Speciale
n. 15, p. 5
|
Spassosa pure la sequenza che apre Una
storia del West
(M. Masiero [sog.&scen.] – G. Viglioglia [dis.], Speciale n.
15), nella quale vediamo João
sfidare ESSE-ESSE,
nel bar di PAULO
ADOLFO,
in una singolare gara che consiste nel bere il maggior numero
possibile di bicchieri di cachaça (la bevanda nazionale brasiliana):
vince chi riesce a rimanere in piedi. João
ha preso il posto di MISTER
NO,
il quale è certo della sua vittoria; infatti, a trionfare sarà
proprio il meccanico (Che
vi avevo detto?...
– dice il pilota a CLARA e ISABELA
– Non
conosco nessuno che regga bene l’alcool come João!),
che verrà festeggiato dagli avventori del bar, mentre ESSE-ESSE,
crollato al suolo con uno dei bicchieri di cachaça ancora in mano,
dovrà essere riportato a casa – dallo stesso MISTER
NO
– addirittura su una carriola. Di tutt’altro tenore, invece, le
scene che riguardano João
in
Vent’anni
dopo
(L. Mignacco e M. Masiero [sog.&scen]- O. Suarez/R. Diso/F.
Busticchi e L. Paesani [dis.], nn. 292-294) e
Qualcosa
è cambiato
(G. Nolitta [sog.&scen.]- D. e S. Di Vitto [dis.], nn. 364-366).
|
Mister No n. 364, settembre 2005. Disegno di Diso. |
Nella prima, il povero meccanico viene stordito nel capannone
dell’aeroporto dove ha la sua officina da alcuni sicari che
intendono eliminare il padre di MISTER
NO.
Vedendo João
steso
a
terra immobile, il pilota pensa che egli sia stato ucciso, ma dopo
aver eliminato i killer – grazie soprattutto al fucile che il
meccanico stesso tiene nascosto nella buca dove effettua le
riparazioni -, scopre che fortunatamente il suo amico era stato solo
tramortito. Nella seconda storia, João
viene
pestato, sempre nel suo capannone, da uno degli sgherri del gangster
colombiano Francisco
Paco MEDINA,
dopo
essere intervenuto in difesa di MISTER
NO,
ai quali i malviventi vogliono dare una lezione (infatti, gli bucano
il serbatoio del PIPER
e gli rompono i vetri a pistolettate). João
aveva dimostrato
la sua amicizia verso MISTER
NO
anche nella storia Il
villaggio nascosto
(L. Mignacco [sog.&scen.] – O. Gramaccioni [dis.], nn.
288-289), dove, salendo a bordo del cargo di capitão Brandão
(altro personaggio ricorrente nelle storie post-trasferta
statunitense), si era aggregato a ESSE-ESSE,
LUNA
e Celestino
per
andare alla ricerca di MISTER
NO,
precipitato con il suo aereo in una zona inesplorata della giungla
amazzonica e qui catturato da una bizzarra tribù formata dai ragazzi
di un orfanotrofio colombiano, che anni prima erano a loro volta
precipitati nella foresta ed erano regrediti a uno stadio tribale
(chiara l’ispirazione al romanzo dello scrittore inglese William
Golding Il
signore delle mosche [1954]).
L’ultima apparizione del meccanico ha luogo ne Il
clan dei colombiani
(M.
Masiero [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto [dis.], Speciale n.
17), dove, a bordo del suo Cessna, porta a RURRENABAQUE
un presunto ammiratore di MISTER
NO,
il colombiano Vicente
Fierro.
L’inaspettato arrivo di João
è per il pilota una sorpresa assai gradita, ma, a insaputa del
meccanico, il suddetto ammiratore si rivelerà essere un uomo del
malavitoso Moreno GALINDEZ,
che ricevuto dai suoi capi l’incarico di scovare e uccidere il
Nostro.
|
João
viene pestato da uno degli sgherri del boss Medina – MNO 364, p. 98
|
|
João
e Mister No si ritrovano a Rurrenabaque – MNO Speciale n. 17, p. 58
|
JUANITO
Fiero
e carismatico
guerriero
indio che compare in due storie: La
rivolta
(S.
Marzorati [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto [dis.], n. 299) e
Juanito
il ribelle
(S.
Marzorati [sog.&scen.] – D. e S. Di Vitto [dis.], nn. 307-308),
entrambe ambientate nello Stato brasiliano del Roraima. La prima ha
luogo precisamente a São Rosario do Oeste, dove sorge un cantiere
per la costruzione dell’autostrada Cuiabá-Santarém. Poiché la
suddetta autostrada attraverserà proprio il territorio in cui vive
la tribù di Juanito,
il governo brasiliano ha stabilito che gli indios devono essere
trasferiti in una riserva, e ha affidato tale compito ai soldati del
capitano Herrera,
uomo infido e arrogante che odia profondamente i nativi. Juanito,
però, non intende abbandonare la sua terra, e, con un manipolo di
guerrieri, dà il via a una rivolta, attaccando il cantiere.
|
Mister No n. 299, aprile 2000. Disegno di Diso. |
|
Juanito
con padre Santana – MNO 299, p. 66
|
Per
impedire un bagno di sangue tra militari e indios, padre Santana,
un gesuita che conosce Juanito
perché questi da ragazzo frequentava la sua missione, propone al
direttore del cantiere, il signor Bergman,
di concedergli alcuni giorni di tempo per permettergli di
rintracciare il ribelle
e
convincerlo ad arrendersi. Bergman
accetta la proposta, a condizione che il sacerdote venga affiancato
da
MISTER
NO,
il quale, essendo stato assunto come pilota personale dall’ingegnere
Fuentes,
è considerato da
questi e da Bergman
stesso
un uomo di fiducia della compagnia. Guidati nella giungla dall’indio
Carlos,
cugino di Juanito,
i due riescono a rintracciare quest’ultimo. Padre Santana
e il pilota ignorano però che Carlos
è in combutta con il capitano Herrera,
il quale, tradendo l’accordo stretto con il gesuita, attacca di
sorpresa gli indios, uccidendone diversi. A loro volta, anche gli
indios uccidono molti soldati, ma Herrera
riesce comunque a catturare Juanito,
con l’intenzione di eliminarlo personalmente. A impedirglielo è
però MISTER
NO,
che disarma l’ufficiale, per poi umiliarlo davanti ai soldati
superstiti (che avevano ormai deciso di arrendersi), strappandogli le
mostrine. Alla
fine,
Juanito
decide di seguire padre Santana
al cantiere per far valere le sue ragioni. In Juanito
il ribelle,
seguito de La
rivolta,
scopriamo che Herrera
è stato espulso dall’esercito, mentre Juanito
è stato processato e incarcerato.
|
Mister No n. 307, dicembre 2000. Disegno di Diso. |
Il guerriero, però, riesce a
evadere e uccide Herrera;
quindi, giunto a Rio Branco, attacca e massacra un gruppo di GARIMPEIROS.
La furia sanguinaria di Juanito
è motivata dal fatto che, durante la sua detenzione, alcuni
cercatori d’oro hanno attaccato il suo villaggio e ucciso, tra gli
altri, sua moglie e suo figlio. Juanito,
messosi alla testa di ben cento guerrieri, vuole sterminare tutti i GARIMPEIROS
della regione e attacca il villaggio di Mococa, dove caso vuole si
trovi anche MISTER
NO,
che vi ha accompagnato il suo cliente Coloane.
Il confronto è impari: gli indios massacrano quasi tutti i cercatori
d’oro; a salvarsi sono solo il pilota, Coloane
e il garimpeiro
Bento.
Liberati alcuni compagni di quest’ultimo, i tre si dirigono verso
il fortino comandato dal sergente Valdez,
mentre l’esercito
di Juanito
rade al suolo la guarnigione di Guapira, decapitando tutti i soldati.
Compiuta la strage, gli indios muovono all’assalto del fortino di
Valdez,
i cui uomini dispongono però di una mitragliatrice, con la quale
respingono gli aggressori. Volendo evitare il massacro totale degli
indios, MISTER
NO
chiede di parlare faccia a faccia con Juanito,
per convincerlo ad arrendersi. Il tentativo del pilota è vanificato
dall’intervento dei soldati inviati dal comando di Boa Vista, i
quali uccidono i ribelli e catturano Juanito,
che era stato ferito e si era dato alla fuga. Pestato a sangue dai
militari, Juanito
viene condotto davanti al maggiore Frudua:
colpito da questi, Juanito
gli sputa in faccia, e l’ufficiale reagisce freddandolo con la sua
pistola. MISTER
NO,
che ha assistito alla scena, si avventa contro Frudua,
ma viene bloccato dai soldati. L’amaro finale mostra i militari
seppellire in una grande fossa comune i cadaveri degli indios. Un
giornalista di Boa Vista scatta di nascosto delle foto, ma viene
scoperto e la sua macchina fotografica viene gettata nella suddetta
fossa: pertanto, l’opinione pubblica brasiliana non saprà nulla
della rivolta dell’indomito Juanito.
|
Juanito
incita i suoi guerrieri – MNO 307, p. 52
|
|
La
vile uccisione di Juanito scatena la rabbia di Mister No – MNO 308,
p. 94
|
JULIO,
CABILDO e
BLAS
I
cattivi
principali
de
Il
torrente nascosto
(C. Nizzi [sog.&scen.] – F. Civitelli [dis.], nn. 80-84). Lo
spietato Julio
è il capo, il poco sveglio Cabildo
-
che ha le fattezze di Bud Spencer – è il picchiatore, mentre Blas
è senza dubbio il più singolare dei tre. Trattasi infatti di una
sorta di nano malefico, un piccoletto furbo e molesto che si diverte
nel prendere in giro il grosso e tonto Cabildo,
e nel rifilare vigliaccamente agli avversari - già messi k.o. dai
suoi soci - quello che chiama colpo
segreto,
cioè un calcio nelle parti basse.
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Un giovane Bud Spencer (Carlo Pedersoli), il cui aspetto ha ispirato la figura di Cabildo. |
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Julio
(a sinistra), Cabildo (a destra) e Blas (al centro) – MNO 81, p. 75
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Mister No n. 81, febbraio 1982. Disegno di Ferri. |
Scazzottati
a MANAUS
da MISTER
NO,
intervenuto in difesa del cercatore d’oro Santiago ARIAS,
i tre diventano addirittura suoi alleati quando il pilota deve
recuperare il PIPER
rubatogli da Santiago,
e affrontano assieme al Nostro e alla guida indigena MUPUKU
un pericoloso viaggio nella giungla venezuelana. La strana alleanza,
però, si scioglie non appena i quattro arrivano a Palo Blanco, lo
sperduto villaggio dove il giovane ARIAS
è
atterrato. Qui, infatti, i tre pestano MISTER
NO,
intervenuto in difesa della ragazza di Santiago, Florita, minacciata
con un coltello da Julio affinché gli rivelasse l’ubicazione del
giacimento scoperto dal suo fidanzato. Il pilota subisce pure il
colpo
segreto
di Blas,
il quale
s’impossessa
del suo revolver. L’ultimo scontro fra MISTER
NO
e il losco terzetto avviene proprio nel giacimento di Santiago: Blas
aggredisce Florita,
ma viene bloccato dal Nostro – sfuggito a Julio
e a Cabildo
- e finisce ucciso da un colpo partito dalla pistola sottratta in
precedenza al pilota. Ritornato in possesso della sua Smith
& Wesson,
MISTER
NO
cerca di difendersi dai restanti due (che hanno sparato, credendo di
averli uccisi, sia a Santiago
che a Florita),
ma nella pistola non ci sono più proiettili, e Julio
e Cabildo
si apprestano a ucciderlo. A salvare – involontariamente - il
pilota, sono degli indios, che colpiscono con le loro letali frecce i
due banditi. I loro corpi e quello di Blas
-
come racconterà, alla fine della storia, Santiago
a MISTER
NO
- verranno divorati dalle voraci formiche della selva.
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L’accidentale
ma meritatissima morte di Blas – MNO 83, p. 60
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La
violenta fine di Cabildo e Julio – MNO 83, p. 67
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Massimo Capalbo
N.B. trovate i link alle altre lettere dell'Atlante andando sulla pagina della Bussola!
Di "Le notti di New York" mi è piaciuta molto la prima parte. Godibile anche la seconda, ma si conclude con semplice un giallo. "Gli ostaggi" la devo ancora leggere.
RispondiElimina"Atlantico" è uno dei capisaldi di Mister No! Un action-thriller proprio bello! ^^
Si, Cabildo-Bud Spencer! Mitico! ^^ Bella la storia "Oro", una delle due di Claudio Nizzi per la serie (bella anche "Paura nei Caraibi") con i suoi continui cambi di fronte e personaggi ben caratterizzati. Almeno fino a quando di botto non si conclude tutto bruscamente e comincia un' altra storia sulla carta interessante che sembra appiccicata alla bellemeglio e che avrebbe meritato uno spazio tutto suo!
" "Gli ostaggi" la devo ancora leggere".
RispondiEliminaSono sicuro che ti piacerà di più de "Le notti di New York". Io la considero una delle più belle dell'intera saga misternoiana.