di Francesco Manetti Intorno al 1991
entrai a far parte dello staff di Immagine, l'associazione culturale
guidata da Rinaldo Traini che organizzava il Salone del Fumetto a
Lucca. Purtroppo Immagine avrebbe continuato a occuparsi di Lucca
solo per qualche anno ancora, prima di impegnarsi con Expocartoon a
Roma.
Per me furono
anni molto intensi, i Novanta! Il Club del Collezionista,
Collezionare, Dime Press, Bhang, la Glamour, il GAF, Exploit Comics,
If, la Comic Art con gli articoli, le traduzioni e i libri (tra i
quali la collana del Paperino di Barks), Macchia Nera con le rubriche
su Cattivik, la libreria Mondi Paralleli, i fumetti di Eva &
Chris, Cavalcando con Tex per Little Nemo, l'Alan Ford Index, il sito
internet della Bonelli con le schede di Tex... e così via.
Con il
2001 ridussi e dal 2003 azzerai ogni impegno nel comicdom. Solo nel
2011, grazie a Moreno Burattini, a Paolo Ferriani, alla Magic Press,
a Max Bunker e alla Mondadori ho ricominciato a scrivere, curando i
redazionali della collana Alan Ford Story allegata a Panorama (dal
101 al 150). Poi ho aperto il blog Dime Web con Saverio Ceri,
tentando di far rivivere elettronicamente il “magazzino bonelliano”
Dime Press.
Un raro documeto del 1992. Benito Jacovitti, apponendo la sua firma, dichiara di ricevere indietro gli originali che aveva concesso per la mostra allestita a Lucca a cura di Bruni & Manetti per l'Ente Autonomo Max Massimino Garnier.
Dicevo di
Lucca. I pranzi e le cene erano momenti preziosi per incontrare fuori
dal caos della mostra, davanti a un bicchiere di vino, critici e
autori del fumetto da tutta Italia e dal mondo. In uno di questi
momenti conviviali ero in compagnia di Mauro Bruni (commerciante,
animatore del GAF e collaboratore di Exploit Comics, con il quale
avevo curato due mostre, una delle quali nel 1992 su Jacovitti, grazie alla
quale ebbi l'onore di conoscere bene il “maestro dei salami” e di
incontrarlo più volte in privato nelle sue case di Roma e del Forte
dei Marmi, e mi capitò addirittura di presentarlo a Bonelli, che ancora, incredibilmente, non lo conosceva), Enrico Fornaroli (che aveva redatto e pubblicato una profondissima
tesi su Milton Caniff) e Daniele Barbieri (grande esperto del
linguaggio del comic, allievo di Umberto Eco). Forse c'era anche il
“valvolinico e cannibale” Daniele Brolli – ma non ci metterei
la mano sul... Fuego! Decidemmo di confezionare un saggio su Dylan Dog,
che proprio allora compiva cinque anni di vita, ed era già un successo
stratosferico.
Mi misi a
scrivere un pezzo sui mostri affrontati dall'Indagatore dell'Incubo,
partendo dai non morti. E lì, con l'ultimo zombie di allora, mi
fermai. Il progetto, infatti, si era arenato, come spesso succedeva
nell'ambiente già allora, quando c'erano tirature più alte per la
saggistica e l'unica distrazione dal fumetto era ancora considerata
unicamente la TV.
Anni dopo
ripresi l'articolo e lo pubblicai su Facebook, nelle note. Oggi lo presento su Dime Web. Ma non basta! In coda ne appare una versione aggiornata, inzialmente pensata per il blog di Moreno Burattini. (F.M.)
Il Frankenstein cinematografico, nell'interpretazione di Boris Karloff
I NON MORTI Mitologia zombie in Dylan Dog (versione originale)
"Il mostro lesse nel mio viso la fermezza della determinazione presa e, in un impeto di collera impotente, digrignò i denti . -Ogni uomo trova una moglie peril suo affetto, -gridò, ogni bestia trova la sua compagna, soltanto io devo essere solo? Anch'io ho sentimenti di affetto, ed essi non incontrano che odio e disprezzo. Puoi detestarmi, uomo; ma, bada! le tue ore trascorreranno in terrore e angoscia, e presto cadrà la folgore che t i priverà per sempre di ogni gioia. Puoi negarmi ogni altra passione, ma mi rimane la vendetta... la vendetta che da questo momento- mi è più cara della luce o del cibo. Può darsi che muoia, ma prima tu, mio tiranno e mio torturatore, maledirai il sole che sarà testimone della tua angoscia. Bada! non ho paura e sono quindi onnipossente. Ti sorveglierò con l'astuzia di un serpente, per poterti pungere conil mio veleno. Uomo, ti pentirai delle umiliazioni che mi infliggi."
Mary Shelley FRANKENSTEIN, cap.XIX, 1817
Il mito della resurrezione del corpo, materia corruttibile e transeunte che si contrappone alla dimensione spirituale, diafana ed eterna, dell'uomo, è attestato fin dalle Sacre Scritture, nell'universalmente noto episodio di Lazzaro. La Bibbia, del resto, abbonda di immagini truculente, strane, fantastiche, orrorifiche delle quali si compiace Alex, il protagonista di "A Clockwork Orange" di Stanley Kubrick, quando finge di provare pii interessi religiosi nella biblioteca del carcere. Le sensazioni forti,il colpo d'occhio bizzarro hanno da sempre stimolato la fantasia delle menti più semplici e il potere costituito si è spesso servito di ciò per guidare e ammonire le genti ; ecco dunque le grandguignolesche visioni infernali e le terrificanti metope sulle facciate delle cattedrali romaniche e gotiche.
Lo zombie è per l'appunto il prodotto di questo sotterraneo legame fra religione e orrore, vitale soprattutto nel sincretismo cattolico-animista delle popolazioni nere latinoamericane. Come in una sorta di blasfema imitazione di Cristo,il praticante di magia nera haitiano, detto "bokor", passa sottoil naso del morto da risvegliare una bottiglietta contenente l'anima del malcapitato e lo chiama per nome. Lo zombie si alza a sedere nella bara, pronto a eseguireilavori più pesanti agli ordini dello stregone. Il 'supervisore' di questi macabri riti è Baron Samedi,il Signore dei Cimiteri, il cui simbolo è una croce nera.
La locandina di "White Zombie" di Halperin, 1932
Hollywood si è presto impadronita di questi succulenti folklori a partire da "White Zombie", diretto nel 1932 da Victor Halperin che si ispirò al saggio sul voodoo "The Magic Island" scritto da William Seabrook nel 1929. Il terrificante tende a essere multimediale e il passo dal cinema al fumetto è stato breve.
Questo essere barcollante, dallo sguardo vitreo, pericoloso solo se attacca in gruppo, in modo da circondare la vittima e vincere così l'handicap dell'estrema lentezza e goffag gine, appare in Dylan Dog fin dal prima numero, "L'alba dei morti viventi", per i disegni di Angelo Stano. Gli zombie di Sciavi si liberano da ogni cascame paranormale e diventano tali in virtù della scienza. "Guardate, questo è il virus sintetico che io ho creato. E' imperfetto, certo, ma è solo l'inizio... e, anche così, rappresenta la più grande scoperta nella storia dell'uomo... Iniettato in un cadavere gli restituisce le funzioni vitali... Non è già un miracolo?". Parla Xabaras, che sta a Dylan Dog come Gambadilegno sta a Topolino. Il tema dell'eterna giovinezza, che evoca rosei volti di splendidi fanciulle e città perdute stile Shangrilà, si sposa con la cruda realtà di putridume e marciume descritta da Tiziano Sciavi in due albi, "La zona del crepuscolo" e "Ritorno al crepuscolo". Anche qui lo zombie non è cosciente del suo stato di "non morto"; il morto vivente è convinto di esser vivo, di esser normale e poco importa seil fisico comincia a disgregarsi, perché basterà una banale visita del medico di fiducia per rimettere le cose a posto. E' uno zombie ancora più moderno, antientoprico, che molto deve ai cadaveri viventi di Chelsea Quinn Yarbro e ai "mesmerizzati" di Edgar Allan Poe. Inverary, il paese-limbo dove vivono questi eterni, è un fortino eretto controil dilagare del nuovo, contro l'incertezza dei mutamenti, controil naturale caoticizzarsi dell'universo. Così le storie "del crepuscolo" diventano anche satira dell'immobilismo, della sclerosi, del riposo del guerriero e i nuovi zombie si fanno simbolo di ogni passato che non vuole morire. Torna la scienza, impersonata dal dottore che ricuce e riaggiusta le membra, quale illuminista (ri)animatrice della situazione.
La copertina di Dylan Dog n. 1 (C) Sergio Bonelli Editore, 1986
Eros e Thanatos Nella saga di Dylan Dog c'è posto anche per una dimensione "romantica" del resuscitato; ecco dunque "Morgana", una storia che si riallaccia e prosegueil primo numero della serie. Morgana è uno zombie femmina, bellissima e sensuale; non ricorda di essere morta eil suo corpo non si decompone; è persino capace di amare. "Non l'ho certo ridestata con un bacio, come la Bella Addormentata... semplicemente, con un'iniezione del mio siero perfezionato... che le ha ridato vita... e anima... e amore... già, anche quello in fondo non è altro che una reazione chimica... una variazione di potenziale elettrico tra i neuroni...", dice il solito Xabaras, con un piglio dissacratorio quasi futurista ("Uccidiamo il chiaro di luna!") e positivista-carducciano. Ma non sempre lo zombie è reale: in "Ossessione" si introduce un elemento narrativo particolare, al limite dell'inverosimile-. Sei gemelli non si mostrano mai tutti insieme, apparendo ognuno quando un altro muore, spacciandosi sempre per la stessa persona. In questo caso l'autore gioca sulla finzione facendo leva sulla predisposizione mentale del lettore che, per abitudine, è più portato a credere al cadavere deambulante, fissato nell'immaginario collettivo da decenni di frequentazioni letterarie e cinematografiche, che ad un improbabile parto plurimo degno della signora Giannini. Perduto ogni elemento sacrale, i morti viventi di Sclavi abbandonano anche la motivazione scientifica del loro essere divenendo familiari -quasi simpatici- agli occhi delle persone che arrivano ad appropriarsi della loro immagine, della loro maschera, come in un'avventura del 1989, dove una banda di teppisti londinesi, gli "Zombies", ha scelto come divisa abiti stracciati, volti pallidi e mangiati, una camminata lenta e incerta. Abbiamo visto zombie "veri", putrefatti e tonti; zombie marci e intelligenti; zombie sani di corpo e di mente; zombie falsi. Un'ulteriore variazione del tema è lo zombie dal corpo ormai andato a male ma dal cervello lucido che torna per vendicarsi in maniera incruenta, eppure terribile, predicendo a un ex-amico che gli aveva "fatto la scarpe", la sua prossima dipartita per AIDS.
La copertina di Dylan Dog n. 43 (C) Sergio Bonelli Editore, 1990
Con "Storia di Nessuno" la coppia Sciavi/Stano torna insieme per la terza volte chiudendo una trilogia sugli zombie iniziata nel 1986; anche qui le caratteristiche del morto vivente "classico" si stemperano in una sceneggiatura ricca di soluzioni nuove. Lo zombie stavolta è protagonista della fabula e rivive in un sogno e in fantasie di dimensioni parallele la sua carriera di uomo vivo e poi non-vivo. Dopo la rivisitazione in chiave scientifica e successivamente romantica nei primi due episodi di questa "miniserie" interna alla collana, l'archetipo morto-che-cammina è soggetto di indagine psicologica da partedell'autore: "In questo caso voi dovreste essere un... un morto vivente... che tra l'altro ha sbranato sua moglie...", dice Xabaras,nell'inconsueta veste di psichiatra, all'uomo che vede se stesso (nel futuro? su un altro mondo?) uno zombie. "No, erano sogni, vi ripeto. Certo, molto realistici, ma tutto quell'orrore per fortuna è solo nella vostra fantasia...".
RISORTI
OBTORTO COLLO
L'esordio
degli zombie nella saga di Dylan Dog
(versione aggiornata)
“Memento
homo,
quia
pulvis
est
et
in
pulverem
reverteris”,
recitava
la
Genesi.
Ma
l'uomo
non
si
è
mai
accontentato
di
tornare
semplicemente
polvere,
di
tornare
cioè
quello
che
era
quando
– miliardi
di
anni
fa
– fu
creato
nei
suoi
elementi
nelle
fornaci
stelalri
delle
supernove.
E
dunque,
non
solo
il
destino
pulviscolare,
ma
anche
ilmitodellaresurrezionedelcorpo,materiacorruttibileetranseuntechesicontrapponealladimensionespirituale,diafanaedeterna,èattestatofindalleSacreScritture,nelnotoepisodiodiLazzaro.LaBibbia,delresto,abbondadiimmaginitruculente,strane,fantastiche,orrorifiche...Dialcunimomentipiù
“triviali”
sicompiace
per esempio Alex,ilprotagonistadi"AClockworkOrange"diStanleyKubrick,quandofingediprovarepiiinteressireligiosinellabibliotecadelcarcere
– conl'unicoscopodiincattivirsiilpretedalledubbieinclinazioniepotercosìaccederealProgettoLudovicoeallaconseguenteuscitadallaprigione.
Del resto lesensazionifortieilcolpod'occhiobizzarrohannodasemprestimolatolafantasiadellementipiùsemplici,tantocheilpoterecostituitosièspessoservitodi
questo perguidareeammonirelegenti;eccodunque
le terrificanti metope sulle facciate delle cattedrali romaniche e
gotiche e, soprattutto, legrandguignoleschevisioniinfernalidegliaffreschi.
In un mondo solo in minima parte alfabetizzato quei dipinti che
raccontavano storie con immagini ordinate in sequenza temporale (e
magari anche con cartigli di “parlato” che uscivano dalla bocca
dei protagonisti...) erano il modo antico per narrare in modo veloce
e comprensibile da tutti. E narrando, ammonivano con il terrore.
La Danza Macabra. Affresco del XV secolo, opera di Giacomo Borlone De Buschis. Oratorio dei Disciplini, Clusone (BG)
Lozombieèperl'appuntoilprodottodiquestosotterraneolegamefrareligioneeorrore,vitalesoprattuttonelsincretismocattolico-animistadellepopolazioninerelatinoamericane,comebensaillettorenolittianochehavissutoinsiemeaJerryDrakealcunispaventosimomentisoprannaturaliaicrocicchidellestrade,magarifuoriBahia...ComeinunasortadiblasfemaimitazionediCristo,ilpraticantedimagianerahaitiano,detto"bokor",passasottoalnasodelmortodarisvegliareunabottiglietta
che dovrebbe contenerel'animadelmalcapitatoelochiamapernome.Lozombiesialzaasederenellabara,prontoaeseguireilavoripiùpesantiagliordinidellostregone.Il'supervisore'diquestimacabriritièBaronSamedì,ilSignoredeiCimiteri,ilcuisimboloèunacrocenera.
Lamacchinadeisogni(odegliincubi?)hollywoodianasiè
ben prestoimpadronitadiquestisucculentifolklore
nati laddove le cartine promettevano leoni apartireda"WhiteZombie",direttonel1932daVictorHalperin,filminbianco-e-nerochesiispiròalsaggiosulvoodoo"TheMagicIsland"scrittodaWilliamSeabrooknel1929.
Come abbiamo già notato, ilterrificantetendeaesseremultimedialefindaChartreseNotre-DamedeParis,eilpassodalcinemaalfumettoèstatobreve.
Questoesserebarcollante,dallosguardovitreo,
sorta di drone veramente pericolososoloseattaccaingruppo(comeipiranhaoleformicherosseoleapiassassine...),inmododacircondarelavittimaevincerecosìl'handicapdell'estremalentezzaegoffaggine,appareinDylanDogfindalprimonumerodellaserie,"L'albadeimortiviventi",
disegnato da AngeloStanoconunacifrastilisticacherompeimanieraassolutaicanonibonelliani.Glizombie
moderni (o forse addirittura post-moderni) escogitati daSclavisiliberanodaognicascameparanormaleediventanotaliinvirtùdellascienza.
Il mostro, come in Frankenstein di Shelley, non è più Dio per
interposta Natura a crearlo, ma l'Uomo divinizzato, che fatto non fu
per viver come bruto, ma per seguir virtute e conoscenza. "Guardate,questoèilvirussinteticocheiohocreato.E'imperfetto,certo,maèsolol'inizio...e,anchecosì,rappresentalapiùgrandescopertanellastoriadell'uomo...Iniettatoinuncadavereglirestituiscelefunzionivitali...Nonègiàunmiracolo?".
La locandina del Dylan Dog Horror fest del 1992, anno in cui era ancora non morto il progetto di un libro di Barbieri & C. sulla creatura di Sclavi.
ParlaXabaras,chestaaDylanDogcomeGambadilegnostaaTopolinoocomeMoriartystaaSherlockHolmes.
O meglio, come si sarebbe scoperto andando avanti con la lettura
della collana, come Darth Vader sta a Luke Skywalker nella saga
cinematografica di Star Wars!
Iltemadell'eternagiovinezza,cheevocaroseivoltidisplendidifanciulleecittàperdute
in stileShangrilàoFontidellaGiovinezzanelNuovoMondo,sisposaconlacrudarealtàdiputridumeemarciumedescrittadalloscrittorediBroniinduealbi,"Lazonadelcrepuscolo"e"Ritornoalcrepuscolo".Anchequilozombienonècoscientedelsuostatodi"nonmorto";ilmortoviventeèconvintodiesservivo,diessernormaleepocoimportaseilfisicocominciaadisgregarsi,perchébasteràunabanalevisitadelmedicodifiduciaperrimetterelecoseaposto.E'unozombieancorapiùmoderno,
che combatte e sconfigge l'entropia e chemoltodeveaicadaveriviventidiChelseaQuinnYarbroeai"mesmerizzati"diEdgarAllanPoeoppureallablackcomedydelgrandeschermodirettanel1992daZemeckisconiltitolodi
“DeathBecomesHer”
(ovvero
“Lamortetifabella”
initaliano).Inverary,ilpaese-limbodovevivonoquestieterni,èunfortinoerettocontroildilagaredelnuovo,control'incertezzadeimutamenti,controilnaturalecaoticizzarsidell'universo.Unpo'quellocheaccade,fatteledebiteproporzioneconlastoriadiMartinMystèrenellaLondracongelatadiPeterPan,uscitanel1989.Cosìlestorie"delcrepuscolo"diventano
– seguendo la lezione dei Dubliners di Joyce - anchesatiradell'immobilismo,dellasclerosi,delriposodelguerrieroeinuovizombiesifannosimbolodiognipassatochenonvuolemorire.Tornalascienza,impersonatadaldottorechericuceeriaggiustalemembra,qualeilluminista(ri)animatricedellasituazione.
NellasagadiDylanDog,donnaiolopereccellenza(ovviamentepoliticallycorrect!)c'èpostoancheperunadimensione"romantica"delresuscitato;eccodunque"Morgana",unastoriachesiriallaccia
al primonumerodella
collezione, e ne prosegue il discorso.Morganaèunozombiefemmina,bellissimaesensuale;nonricordadiesseremortaeilsuocorpononsidecompone;èpersinocapacediamare.
In un certo senso anticipa tutte le vampire erotiche che avremmo
visto – fino alla nausea – nel decennio successivo, con trame e
pellicole studiate da addetti al marketing per attizzare inquieti
adolescenti. "Nonl'hocertoridestataconunbacio,comelaBellaAddormentata...semplicemente,conun'iniezionedelmiosieroperfezionato...cheleharidatovita...eanima...eamore...già,anchequelloinfondononèaltrocheunareazionechimica...unavariazionedipotenzialeelettricotraineuroni...",diceilsolitoXabaras,conunpigliodissacratorioquasifuturista("Uccidiamoilchiarodiluna!"diventa
“UccidiamolaMorte!”)epositivista-carducciano.
Ma
nella saga dylandogghiana nonsemprelozombieèreale:in"Ossessione"siintroduceunelementonarrativoparticolare,allimitedell'inverosimile,seppurgeniale.Seigemellinonsimostranomaituttiinsieme,apparendoognunoquandounaltromuore,spacciandosisempreperlastessapersona.Inquestocasol'autoregiocasullafinzionefacendolevasullapredisposizionementaledellettoreche,perabitudine,èpiùportatoacrederealcadaveredeambulante,fissatonell'immaginariocollettivodadecennidifrequentazioniletterarieecinematografichedigenere,cheadunimprobabilepartoplurimodegnodellasignoraGiannini.
Perdutoognielemento
di sacralità,imortiviventidiSciaviabbandonanoanchelamotivazionescientificadelloroesseredivenendofamiliari
– efinquasisimpatici-agliocchidellepersonechearrivanoadappropriarsidellaloroimmagine,dellaloromaschera,comeinun'avventuradel1989,doveunabandaditeppistilondinesi,
detti gli"Zombies"perl'appunto,hasceltocomedivisaabitistracciati,voltipallidiemangiati,
con unacamminatalentaeincerta.
Caro Francesco, L'analisi della "trilogia sugli zombie" in DD è molto interessante e, riprendendo le nostre vecchie collaborazioni su Dime Press, ho pensato di "appropriarmi" di qualche riga qua e là di questo tuo bel pezzo per un articolo sugli zombie che uscirà su una rivista brasiliana. Se me lo permetterai, poi ti farò avere una copia. Cosa mi dici? :-)
Ovviamente te lo permetto, carissimo Julio: anzi, è davvero un grande piacere per me... e non vedo l'ora di avere una copia della rivista per poterne parlare su Dime Web!
I testi e i fumetti di nostra produzione apparsi su Dime Web possono essere pubblicati anche altrove, con la raccomandazione di citare SEMPRE la fonte e gli autori!
Fino al 4 gennaio 2017 tutti i commenti, anche i più critici e anche quelli anonimi, venivano pubblicati AUTOMATICAMENTE: quelli non consoni venivano rimossi solo a posteriori. Speravamo e contavamo, infatti, nella civiltà dei cultori di fumetti, libri, cinema, cartooning, etc.
Poi è arrivato un tale che, facendosi scudo dell'anonimato, ha inviato svariati sfoghi pieni di gravi offese ai due redattori di Dime Web, alla loro integrità morale e alle loro madri...
Abbiamo dunque deciso di moderare in anticipo i vostri commenti e pertanto verranno cestinati:
1) quelli offensivi verso chiunque 2) quelli anonimi
Gli altri verranno pubblicati TUTTI.
Le critiche, anzi, sono ben accette e a ogni segnalazione di errori verrà dato il giusto risalto, procedendo a correzioni e rettifiche.
Caro Francesco,
RispondiEliminaL'analisi della "trilogia sugli zombie" in DD è molto interessante e, riprendendo le nostre vecchie collaborazioni su Dime Press, ho pensato di "appropriarmi" di qualche riga qua e là di questo tuo bel pezzo per un articolo sugli zombie che uscirà su una rivista brasiliana. Se me lo permetterai, poi ti farò avere una copia. Cosa mi dici? :-)
Ovviamente te lo permetto, carissimo Julio: anzi, è davvero un grande piacere per me... e non vedo l'ora di avere una copia della rivista per poterne parlare su Dime Web!
EliminaFrancesco Manetti
E oggi, carissimo Julio, hai a disposizione due versioni dello stesso pezzo!
EliminaFrancesco Manetti