a cura di Elio Marracci
Dando monentaneamente il cambio al nostro reporter ufficiale Franco Lana, con questa straordinaria intervista al grande Giancarlo Berardi (della cui vastissima carriera fummettistica parleremo subito dopo nell'esaustiva introduzione) il carissimo Elio Marracci - la cui firma è ben nota a voi lettori - torna a collaborare a Dime Web! Precisiamo che le immagini sono state scelte dalla Redazione fra quelle liberamente disponibili in Rete: segnalateci eventuali involontari errori od omissioni nelle attribuzioni. Buona lettura! (s.c. & f. m.)
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Giancarlo Berardi a Etna Comics 2016 (fermo immagine da un'intervista disponibile su You Tube) |
Di Ken Parker e altre sciocchezze...
Giancarlo
Berardi, padre di Julia e di Ken Parker, è nato a Genova il 15
novembre del 1949 ed è considerato come uno dei migliori
sceneggiatori italiani nel mondo del fumetto. Stimato
come uno dei maestri del genere realistico, in realtà comincia la
sua attività come musicista e negli
anni Sessanta compone, canta e suona con un gruppo chiamato “Gli
Scorpioni”. La
musica è una delle sue passioni, insieme alla lettura, al cinema e
alla scrittura: inizia
infatti a frequentare le sale cinematografiche all’età di tre
anni, grazie a un suo parente che faceva il proiezionista. Il
primo romanzo letto da Berardi è stato L’ultimo dei Moicani,
un vero e proprio imprinting, che stimolerà nello scrittore la
scelta di occuparsi di storie western. Altre
circostanze condurranno Berardi a intraprendere la strada del fumetto
in veste di sceneggiatore, esordendo con una breve storia per la
rivista "Horror". In
questo periodo stringe amicizia con il disegnatore Ivo Milazzo,
rapporto fecondo - da cui scaturirà un lunghissimo sodalizio artistico
- che dà presto i suoi frutti. I
due, per "Il Giornalino", creano la figura di Tiki, e poi la
serie western “Welcome to Springville”, che prende vita sulle
pagine di "Skorpio".
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Nella storia del fumetto internazionale. Giancarlo Berardi (secondo da sx), insieme a Mort Walker, Ivo Milazzo e Luciano Bottaro (dal blog Avventure di Carta di Ned Bajalica) |
Insieme
danno poi vita al celebre trapper e frontierman Ken Parker e al
detective Marvin, ex attore del cinema muto. Intanto
Berardi scrive alcune storie che hanno come protagonista il celebre
detective inglese Sherlock Holmes: i
disegni, un'esperienza che lo scrittore ha definito una
grande sfida con se stesso, sono di Giorgio Trevisan. La
sua ultima “creatura”, Julia, è giovane e carina e di mestiere
fa la criminologa: è il primo personaggio femminile con cui Berardi ha a che fare - un’altra sfida, un modo per coltivare il lato femminile presente in
ogni uomo. In
omaggio al primo grande amore cinematografico della sua vita, Audrey
Hepburn, Berardi ha regalato ha Julia tratti estremamente somiglianti alla
grande diva degli anni ‘50. Giancarlo
Berardi nel corso della sua lunga attività ha raccolto una lunga e
meritatissima serie di riconoscimenti - tra cui il Premio Oesterheld,
il Premio Internacional Barcelona de Comics, l’Haxtur e lo Yellow
Kid. In
occasione dell'uscita di una nuova edizione a colori del suo
personaggio più famoso stampata da Mondadori Comics ha voluto
rispondere a qualche domanda... Quindi,
senza indugiare oltre, lasciamo a lui la parola! (e.m.)
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Berardi firma una variant di Julia nel 2015 (dal bel blog Gli Audaci) |
DIME WEB - È
stato attore, regista, musicista, cantante, scrittore tout court e
sceneggiatore di fumetti: cosa
l'ha spinta a cimentarsi con campi dell'arte così diversi?
GIANCARLO BERARDI - I
diversi talenti di cui la natura mi ha dotato. Che possono
trasformarsi in handicap, perché da ragazzo non sapevo quale
privilegiare. Decisi di coltivarli tutti, finché la vita – o il
caso – non ha scelto per me.
DW - Nonostante
sia stato molto attivo nel campo del fumetto - avendo creato protagonisti
come Tiki e Marvin, e serie come "Welcome to Springville" - è conosciuto
soprattutto per i personaggi di Ken Parker e per la sua ultima
creatura Julia. Questo
perché, secondo lei?
GB - Perché
sono le serie più diffuse, con centinaia di storie, a cui il
pubblico si è affezionato. La continuità è importante: permette ai
lettori di appassionarsi ai personaggi e di identificarsi con essi.
DW - Nel
giugno del 1977 Ken Parker esordì in edicola. Quanto
è stato influenzato nella caratterizzazione del personaggio dalla
situazione politica che si respirava in quel periodo?
GB - Le
mie influenze politiche risalgono ai movimenti studenteschi del
Sessantotto, a cui ho partecipato attivamente. Pensavamo di cambiare
il mondo, senza sapere che le utopie sono traguardi irraggiungibili
per i quali bisogna battersi tutta la vita.
DW - Come
mai in "Ken Parker" ha deciso di usare il western per trattare
tematiche a lei contemporanee?
GB - Perché
Sergio Bonelli editava solamente quel tipo di storie. D’altra
parte, un genere vale l’altro. Il mio campo di ricerca è l’essere
umano, in tutte le sue infinite sfumature. Lo sfondo è solo
coreografia.
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Berardi nel 2011, mentre riceve il Premio Referendum ANAFI come Miglior Soggettista dell'anno (dal sito ANAFI) |
DW - Quanto
di Giancarlo Berardi è presente nella figura di Ken Parker? Quanto
di storico? E quanto di inventato?
GB - Ogni
scrittore rappresenta sempre se stesso. L’accuratezza storica è un
dovere nei confronti dei lettori. L’invenzione consiste nel
miscelare vecchi temi con sensibilità e tecnica moderne.
DW - La
scelta di affidare ad Ivo Milazzo i disegni del suo personaggio sono
dipese solo dal fatto che eravate amici o c'è dell'altro?
GB - Amicizia,
e stima per il suo talento.
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Berardi nel 2013, a Lucca, presso lo stand SCM (dal blog Lungo Fucile) |
DW - Quali
fonti usa per documentarsi?
GB - Tutte
quelle disponibili: letteratura, cinema, storiografia, sociologia,
etnologia, fotografia, pittura... La fase di documentazione assorbe
circa un terzo del tempo dedicato al lavoro. E praticamente... tutto
il tempo libero!
DW - Oltre
ai libri che sicuramente leggerà per la documentazione, quale altre
lettura fa?
GB - Ultimamente
ho un po’ abbandonato la letteratura contemporanea, per la scarsa
qualità e quantità. Ripesco vecchi libri nella mia biblioteca e
approfondisco eventi storici legati alle due guerre mondiali.
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Berardi con Milazzo a Lucca 2015 (da Film TV) |
DW - Il
22 settembre 2016 saranno passati ormai cinque anni dalla scomparsa di
Sergio Bonelli. Lei
che lo ha conosciuto, potrebbe raccontarci un aneddoto su questo big
della cultura italiana?
GB - Quando
gli ho presentato Julia, mi ha ascoltato per due ore, poi mi fa: Ci
ho capito poco, ma mi fido di lei. Un gran complimento, ma anche
una grande responsabilità.
DW - Da
sceneggiatore ormai affermato che consigli darebbe a chi si volesse
affacciare al mondo della scrittura di fumetti?
GB - Leggere,
guardare, osservare. E poi disciplina, disciplina, disciplina. Il
talento senza regole non porta da nessuna parte.
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Fine dell'intervista! (Dal blog Chemako) |
a cura di Elio Marracci
N.B. Trovate i link a tutti gli altri nostri incontri con gli artisti in Interviste & News!
sto rileggendo l'intera collana di KP ( serie oro). le identiche emozioni di vent'anni fa, specie per quell'insuperabile trilogia del grande deserto bianco. grazie Giancarlo sia per Ken che per Juilia
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