domenica 8 maggio 2016

THE BEST OF MARTIN MYSTÈRE (IV): "UN VAMPIRO A NEW YORK" (MM 13-14, 2a scheda - 2a parte)

di Massimo Capalbo

Eccoci al quarto appuntamento con la serie antologica capalbiana The Best of Martin Mystère, che avete dimostrato di apprezzare particolarmente: pronti a leggere la seconda parte della seconda scheda, quella dedicata al singolare vampiro newyorkese creato da Castelli nei primi anni Ottanta! Vi ricordiamo che tutte le illustrazioni sono state scelte dallo stesso Max Capalbo, eccetto quella iniziale - frutto della "redazione". Buona lettura! (s.c. & f.m.)


Il terrificante De Masticatione Mortuorum, uno dei testi citati dal vampiro newyorkese


2. Un vampiro a New York (II parte) 

Soggetto e sceneggiatura
Alfredo Castelli 
Disegni
Franco Bignotti 

192 tavole

Martin Mystère nn. 13-14
Aprile-Maggio 1983

Martin Mystère n. 13, aprile 1983. Disegno di Alessandrini

Martin Mystère n. 14, maggio 1983. Disegno di Alessandrini

Il professor Mystère e il piedipiatti 

Pur avendone viste tante nella sua vita, il BVZM, in un primo tempo, è abbastanza scettico sull'evenienza che l'Assassino del pugnale sia un vero non-morto. Da tuttologo qual è, Martin conosce a fondo l'argomento vampiri, e, all'inizio della storia, lo vediamo spiegare a Travis, prendendo ad esempio una tribù di cavernicoli, una delle diverse ipotesi sull'origine di questo mito, che chiama in causa la malattia nota come rabbia o idrofobia. Molti sintomi della rabbia – dice Martin al poliziotto – sono simili a quelli descritti nelle leggende sul vampirismo… …il desiderio di mordere… il contagio… il bisogno di isolarsi… . Quando però Travis, dopo essere stato a lungo reticente, gli rivela appunto che sta dando la caccia a un vampiro, il Nostro, che pur sospettava qualcosa (visto lo strano e improvviso interesse dell'ispettore per l'argomento e la sua bizzarra reazione all'innocente domanda di Diana: Ditemi, Travis… l'avete preso il vostro vampiro?), fatica molto a credergli: Siamo a New York nel ventesimo secolo, non in Transilvania nell'Ottocento!. Nella scena in cui Travis, Martin e Java entrano nell'appartamento di Herman/Kaplan, il contrasto tra le convinzioni del poliziotto e lo scetticismo di Martin dà luogo a una sorta di divertente scambio di ruoli. Sembra infatti che, tra i due, il vero Detective dell'Impossibile sia Travis, dal momento che il Nostro non trova nulla di insolito nel suddetto appartamento.

La rabbia o idrofobia potrebbe essere all'origine della leggenda dei vampiri – MM 13, p. 4

L'ispettore Travis a lezione di vampirologia dall'amico Martin – MM 13, p. 7

La strana reazione di Travis alla parola "vampiro" pronunciata da Diana – MM 13, p. 13

Esaminando l'appartamento di Herman/Kapaln, Travis si convince ancora di più che questi è un vampiro, ma Martin è scettico - MM 13, p. 92


Ad esempio, vedendo che il frigorifero è totalmente vuoto, Travis commenta: E' ovvio. Se Kaplan è veramente quello che penso, non ha alcun bisogno di cibo… …anzi, da qualche parte ho letto che il cibo normale ripugna alle persone come lui. "Loro" si nutrono di ben altro… . Martin, allora, dice al poliziotto: Non per scoraggiarti, Travis, ma sulla porta ho visto un mezuzah… è un piccolo contenitore con dentro una pergamena su cui sono scritti alcuni passi del "Talmud". Gli ebrei osservanti lo tengono sulla porta per indicare la loro fede… se Kaplan è ebreo – e del resto ha un cognome tipico – può darsi che si attenga rigidamente alla cucina "kosher"… …cucina non facile da preparare perché pentole, piatti e stoviglie devono essere benedetti con particolari riti… a New York ci sono almeno cinquanta ristoranti di stretta osservanza "kosher". Forse gli conveniva andare là… . In realtà, l'osservazione di Travis è giusta: il frigorifero è vuoto appunto perché il vampiro si nutre nel modo che sappiamo, e il mezuzah è solo un astuto espediente. Herman, infatti, si finge ebreo o – quando indossa i panni del signor Riad - musulmano di stretta osservanza perché ciò, come dirà lui stesso a Martin, costituisce un'ottima scusa per evitare gli inviti a cena. Sempre nella scena dell'appartamento, vediamo che Travis, entrato con Martin nella camera da letto, fa un'altra interessante osservazione: Guarda… le finestre e la porta di comunicazione sono schermate. Dormiva nel buio più assoluto, come un vampiro!. Anche stavolta Martin non vede in questo niente di strano: Travis, negli Stati Uniti non esistono tapparelle come in Europa, ma solo tende e veneziane che riducono lievemente la luce… io conosco un sacco di gente a cui piace dormire al buio. Soprattutto se dorme di giorno… . Insomma, sembra proprio che Martin ci prenda gusto nello smontare gli indizi trovati dal povero Travis, che invece ci ha visto giusto eccome.

Il mezuzah che il vampiro tiene sulla porta del suo appartamento – MM 13, p. 91

Martin non trova nulla di strano nel fatto che Herman/Kaplan dorma nel buio più assoluto - MM 13, p. 94

Dopo aver annusato gli indumenti del vampiro, Java ha un'inquietante reazione - MM 13, p. 98

I raggi del Murchadna investono sia il vampiro che Diana - MM 14, p. 37


Martin rimane scettico persino quando Java, annusando uno degli indumenti del vampiro, fa un'espressione di terrore ed inizia a ululare. Eppure, l'archeologo è a conoscenza delle straordinarie doti del neanderthaliano. A fargli finalmente cambiare idea sarà il drammatico scontro con Herman all'Harlem Hospital, che coinvolge anche Diana, la quale viene presa in ostaggio dal vampiro. Quest'ultimo, che era entrato di nascosto nell'ospedale per rubare del plasma, si dimostra invulnerabile alle pallottole degli agenti di Travis. Barcolla, invece, quando Martin lo colpisce con il Murchadna per liberare Diana (che, investita anch'essa dai lampi azzurrognoli emessi dalla speciale pistola, si accascia priva di sensi), ma non tarda comunque a riprendersi dallo stordimento e, alla fine, riesce a fuggire. 
 

Travis Travis

Un vampiro a New York è la seconda storia mysteriana in cui compare l’ispettore Travis (la prima è La casa ai confini del mondo, nn. 4-5, anch'essa di stampo horror), il cui nome per intero, come scopriremo nel corso della saga (precisamente nel n. 114, Il profeta), è Travis Travis: chiaro riferimento al poliziotto Meyer Meyer, uno dei personaggi principali della celebre serie di romanzi dell'87° Distretto (1956-2005), firmati dal giallista italoamericano Ed McBain (1926–2005). Le indagini sull'Assassino del pugnale mettono a dura prova i nervi di Travis, il quale, oltre a temere che la stampa possa scoprire l'incredibile verità, arriva persino a fingersi giornalista lui stesso pur di ottenere un identikit dell'inafferrabile vampiro. 

L'attore Norman Fell (1924-1998) indossa i panni del poliziotto Meyer Meyer nella serie tv Ed McBain's 87th Precinct (1961-1962)

Travis sa essere, a volte, assai rude con i suoi sottoposti - MM 13, p. 38

Travis, Martin e Java sorprendono Herman mentre è in stato di catalessi - MM 14, p. 52

L'ispettore ammanetta il vampiro - MM 14, p. 53

Travis ha un duro scontro con l'arrogante avvocato di Herman/Kaplan - MM 14, p. 56

 
L'ispettore è senza dubbio un uomo dalla forte personalità, come possiamo vedere, ad esempio, nella scena – immediatamente successiva all'arresto del vampiro, che viene catturato da Travis stesso mentre è in stato di catalessi – dove si scontra con l'avvocato di Herman/Kaplan, il quale chiede l'immediata scarcerazione di quest'ultimo. La cosa grave è che durante l'arresto la polizia ha omesso una formalità che è l'orgoglio e il vanto della nostra legislazione… - dice questi a Travis - …al mio cliente non sono stati letti i suoi diritti civili. Nessuno l'ha informato che tutto ciò che diceva poteva essere usato contro di lui, eccetera eccetera… …mi meraviglio che una persona nella vostra posizione non applichi questo fondamentale principio sancito dalla nostra costituzione… . Travis allora risponde: Ma… …sangue del diavolo, come facevamo a leggergli i suoi diritti se dormiva profondamente?. L'avvocato, però, non vuole sentire ragioni: Questi sono affari vostri. Di fatto il mio cliente si è risvegliato in una cella, ad arresto effettuato… …questo vizio di procedura invalida l'arresto, ispettore. E voi lo sapete meglio di me!. Ringraziate il cielo se non avete perso il posto! Fossi nei vostri superiori, io… . L'arrogante avvocato non fa in tempo a concludere la frase che Travis lo manda via: Andatevene! Andatevene o vi sbatto fuori a calci!... Quell'uomo è un assassino! E voi lo lasciate libero di uccidere per delle stupide pastoie burocratiche… . L'avvocato se ne va, ma minaccia: Avrete mie notizie, ispettore…, e infatti, informa subito i giornali, riuscendo a ottenere il rilascio di Herman.

Travis prende in giro l'amico Martin - MM 13, p. 47

Esprimendosi con grugniti e gesti, Java dice a Martin di aver notato qualcosa di strano in Herman - MM 13, p. 16

Persino Java è impotente di fronte al vampiro, che è anche invulnerabile ai proiettili - MM 14, p. 40

Herman risparmia la vita al neanderthaliano - MM 14, p. 41


…E così l'hanno liberato. Facevamo meglio a piantargli un paletto nel cuore, maledizione! - si lamenta Travis davanti a Martin – Non è rimasto in cella neppure cinque giorni. Sono pronto scommettere che se si trattava di un povero diavolo, senza un principe del foro come difensore, sarebbe stato ancora là dentro… . Davvero difficile dargli torto. 


Diana, un'assistente sociale "speciale"

In realtà, come lo stesso Travis ben sa, la prudenza di Martin non è certo esagerata, anzi: quella di far accompagnare Diana da Java è un'idea molto saggia, visti i numerosi pericoli che si annidano in una grande metropoli come New York, soprattutto la New York degli anni Ottanta (all'epoca una delle più violente città del mondo). Dotato com'è di una forza bestiale e di una sorta di sesto senso, Java costituisce un'ottima guardia del corpo. 

Grazie alle indicazioni di Diana, il disegnatore della polizia realizza l'identikit del vampiro – MM 13, p. 49

Diana viene molestata dai tre ispanici… - MM 13, p. 40

ma dimostra loro di essere tutt'altro che inerme - MM 13, p. 41

Skip costringe gli ispanici a lasciare in pace Diana - MM 13, p. 43


Tuttavia, se è vero che, grazie proprio al suo istinto ancestrale, il neanderthaliano è il primo, in casa Mystère, a intuire che Herman - da lui visto in un supermercato - ha qualcosa di strano, qualcosa che non gli piace; è altrettanto vero che nemmeno i suoi muscoli d'acciaio riescono a competere con la terribile forza del vampiro. Lo vediamo nella già menzionata scena dell'Harlem Hospital, dove Herman, scagliatosi contro Java (che lo ha disarmato con un calcio) riesce a costringerlo a terra e per poco non lo strangola. Bisogna dire che, rispetto a Il Teschio del Destino, il neanderthaliano ha nella presente storia un ruolo più marginale; lo stesso dicasi di Diana, che però, pur essendo sempre nella "fase Minni", è meno antipatica del solito. Tra le sequenze che la vedono protagonista, va senz'altro menzionata quella dove s'imbatte, nelle strade di Harlem, in tre balordi ispanici che hanno cattive intenzioni. Dimostrando di sapersi difendere, Diana manda al tappeto due di essi: il primo, con un calcio nelle parti basse; il secondo, afferrandolo dal collo e scaraventandolo al suolo. La fidanzata del BVZM avrebbe comunque la peggio se non intervenisse il nero Skip, il quale, pur non avendo in simpatia i WASP (gli americani di razza bianca e di discendenza anglosassone), nutre per lei una grande stima (secondo Skip, Diana non è un'assistente sociale come le altre) e pertanto costringe i tre – che, a ben vedere, sono gli unici, veri villains della storia - a lasciarla stare. Il povero Skip pagherà poi a caro prezzo tutto questo: i suddetti tre, più un quarto elemento, gli tenderanno un'imboscata e lo feriranno gravemente a pugnalate.

Sebbene non ami i WASP, Skip stima molto Diana - MM 13, p. 44

Gli ispanici tendono un'imboscata a Skip - MM 14, p. 11

Skip è soccorso dalla polizia, ma è conciato troppo male - MM 14, p. 14

Diana raccoglie le ultime volontà di Skip - MM 14, p. 21

La signora Robinson viene liquidata bruscamente da Herman/Kaplan, in preda a una delle sue crisi - MM 13, p. 54


Ricoverato d'urgenza all'Harlem Hospital, Skip, consapevole ormai di non avere alcuna speranza di sopravvivere, si metterà in contatto con Diana per dettarle le sue ultime volontà. L'incontro avverrà proprio in concomitanza con l'irruzione del vampiro, che, come già sappiamo, prenderà Diana in ostaggio per coprirsi la fuga.


In fuga da moglie e suocera
Lo sfortunato Skip e i suoi nemici sono comprimari azzeccati, così come la già citata signora Robinson e la signora Morrison, le quali forniscono, a modo loro, un importante aiuto a Travis. La prima, vedendo sul giornale l'identikit di Herman/Kaplan (sotto cui l'astuto ispettore ha fatto scrivere: Quest'uomo ha perso la memoria. Chiunque fosse in grado di identificarlo è pregato di telefonare alla polizia.) chiama subito la centrale. Non meriterebbe un favore, quello stupido! – pensa, ignara di tutto, la Robinson, che prova una forte attrazione verso il suo condomino – Ma forse se saprà che l'ho aiutato, comincerà a guardarmi con occhi diversi… .
La signora Morrison, loquace caporeparto del supermercato frequentato dal vampiro, è invece la persona grazie alla quale Travis riesce ad ottenere il suddetto identikit. Essa, infatti, oltre a informare l'ispettore che Herman/Kaplan è uno scrittore, gli parla della somiglianza di quest'ultimo con suo genero David, che fa l'operaio edile.

Convinta di aiutare il suo condomino, miss Robinson telefona alla polizia- MM 13, p. 56

Travis e la loquace signora Morrison – MM 13, p. 26

David, genero della signora Morrison, viene intervistato dal "giornalista" Travis – MM 13, p. 35

Autoritratto di Franco Bignotti (1930-1991)


Saputo ciò, Travis si reca nel cantiere dove lavora costui e, con la scusa di un'intervista sui mestieri pericolosi (l'ispettore si finge appunto giornalista), lo convince a farsi fotografare. David – poco amato dalla suocera: E' uno scansafatiche e un lazzarone… e ha sposato mia figlia solo per i nostri soldi e perché, in confidenza, è un gran pezzo di figliola…, dice infatti la Morrison all'ispettore - è anch'esso una figura simpatica. Alla domanda di Travis Come mai avete scelto questo lavoro?, egli risponde: Ecco… …mi credete se vi dico che lo faccio perché ho bisogno di tranquillità? Voi mi direte: "tranquillità su quei tralicci"? …io vi rispondo: certo, perché voi non conoscete mia moglie e mia suocera… lassù non ci saliranno di sicuro. E almeno durante la giornata me ne sto in pace… quando l'ho sposata sembrava una gran bella figliola. Alla fine del viaggio di nozze ha smesso di truccarsi, di vestirsi decentemente e di fingersi una persona civile… sua madre, naturalmente, le dà manforte. Secondo lei sono un fallito solo perché non faccio il medico o lo scrittore. E parla, parla, parla… …quindi, signor Travis, capirete perché ho scelto questo lavoro… .
È probabile che, pur di liberarsi dell'insopportabile suocera, il povero David la farebbe volentieri dissanguare dal suo quasi sosia Herman.

Il volto inferocito del vampiro - MM 14, p. 39

Un malcapitato poliziotto sperimenta sulla propria pelle la terrificante forza di Herman - MM 13, p. 66

Herman si arrampica agilmente sui muri dell'Harlem Hospital - MM 14, p. 20

Per sfuggire alla luce del sole, che gli provoca atroci dolori, Herman si rifugia in una caverna – MM 14, p. 80

Herman uccide la sua prima vittima – MM 14, p. 81


Vampirico Bignot

La storia vede alle chine il compianto Franco Bignotti (1930-1991) in arte Bignot, vero e proprio jolly della casa editrice milanese. Oltre ad aver disegnato in totale otto episodi di Martin Mystère, Bignotti – che è stato anche maestro di bottega di Claudio Villa – ha collaborato a diverse serie bonelliane di successo: da Hondo a Zagor, da Un ragazzo nel Far West a Mister No, da Furio Almirante a Il Piccolo Ranger.
In Un vampiro a New York, che è la sua terza storia mysteriana, il disegnatore di Cellatica (Brescia) ha fornito nel complesso una buona prova. Grazie al suo tratto "sporco", Bignotti ha reso in modo efficace il degrado del Bronx e di Harlem e, nel flashback ottocentesco, l'asprezza del paesaggio balcanico. Indubbiamente riuscita, poi, la caratterizzazione di Herman Strauss, il quale risulta credibile sia quando si comporta normalmente, sia quando scatena la sua parte "cattiva". E' d'obbligo citare il primissimo piano di p. 39 del n. 14 (terza vignetta) e la scena dell'aggressione alla prostituta nel n. 13 (pp. 60-62), come pure la sequenza immediatamente successiva, in cui il vampiro uccide uno dei due poliziotti che gli hanno sparato. Degni di menzione, inoltre, l'arrampicata notturna di Herman sui muri dell'Harlem Hospital (n. 14, p. 20), la scena della sua vampirizzazione (ibid., pp. 76-77), quella in cui cerca rifugio dalla luce del sole (ibid., pp. 79-80) e quella in cui fa la sua prima vittima (ibid., p. 81). Sempre nel n. 14, sono notevoli la vignetta in cui Herman scopre che i suoi commilitoni sono stati impalati e la sequenza dell'uccisione del vrklak.

L'orribile sorte toccata ai commilitoni di Herman – MM 14, p. 78

Gli abitanti di un villaggio serbo uccidono un vrklak, forse lo stesso che ha vampirizzato Herman – MM 14, p. 83

Un brutto primo piano di Diana - MM 13, p. 22

Il ghignante capo dei teppisti ispanici, il più odioso personaggio della storia – MM 13, p. 44

 
Passando agli altri personaggi principali della storia, siamo del parere che il meglio caratterizzato è l'ispettore Travis, subito seguito da Martin. Poco indovinato, invece, l'aspetto di Java e soprattutto quello di Diana, il che è piuttosto strano, vista la bravura dimostrata dal disegnatore bresciano nel tratteggiare le numerose figure femminili apparse nella saga di Mister No. A differenza di queste ultime, la sua Diana non possiede il minimo sex appeal e in alcune vignette - ad esempio: il primo piano di p. 13 del n. 13 e quello di p. 22 dello stesso albo (ultima vignetta) - è persino brutta. Per quanto riguarda, infine, la caratterizzazione dei personaggi secondari, si fanno ricordare le posture goffamente provocanti della signora Robinson (nella scena dove tenta di sedurre Herman) e il malvagio ghigno del capo dei teppisti ispanici (n. 13, p. 44, v. 1).

 
Massimo Capalbo

N.B. Trovate i link alle altre schede e parti di The Best of Martin Mystère su Cronologie & Index!

2 commenti:

  1. Una delle mie storie preferite, del BVZM!

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  2. Si, in effetti qui Travis è piuttosto coinvolto mentre Martin è più scettico del solito. XD

    "è meno antipatica del solito"

    Qui Castelli già comincia a caratterizzarla ancor di più, visto anche che scopriamo che lavoro fa, piuttosto interessante ed impegnato.
    Come avete detto, l' autore ci presenta una varia umanità in questa descrizione newyorkese. Strambo per una storia sui vampiri, ma sorprendentemente il tutto si ben amalgama. Geniale il tocco sull' avvocato! XD
    IBVZA si conferma grande vampirista visto che ne IRDV di Zagor, citata nella prima parte, sforna una bellissima vicenda ricca di pathos, angoscia e azione. Con nochalance passa dal tetro villaggio mittleeuropeo alla caotica grande mela con tutt' altro, ma efficace, ritmo narrativo. Secondo me è la prima grande storia di MM che inizia un trittico di mitici episodi che proseguirà con "La spada di re Artù" e "La città delle ombre diafane".
    Sempre interessanti gli aneddoti e le opere citate a corollario della storia! ^^
    Lacrimuccia per la mitica arma dalla foggia inusitata! Quando ho cominciato a leggere le storie degli anni 90 mi chiedevo perché kaiser Martin non la utilizzasse più! XD Farla sparire di punto in bianco nell' allora nuovo decennio non è stato il top secondo me. Immagino le lettere dei lettori per chiedere che fine avesse fatto. Ed ecco "Xanadu"! XD

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