Nota sui collegamenti ipertestuali
The Dark Side of Tex è
un "lavoro in corso" che si svilupperà nei prossimi mesi, abbracciando
numerosi post - uno per ogni lettera dell'alfabeto - fino ad arrivare
alla conclusione. I collegamenti ipertestuali fra le varie voci non
saranno dunque possibili tutti e subito... e vi spieghiamo subito
perché! Collegheremo con link diretti ogni riferimento ad altre voci
dell'opera partendo necessariamente dalle voci già apparse. Ci preme
dunque ribadire e sottolineare che, non essendo possibile creare link a
post futuri, ricostruiremo tutti i link a ritroso solo quando sarà
possibile. I link saranno però sempre e soltanto fra URL diverse e non
all'interno di uno stesso post. Vorrete perdonarci (e segnalarci!)
eventuali errori e omissioni! I link - essendo come abbiamo detto sopra
fra URL diverse - porteranno sempre e comunque all'inizio di un altro
post e non esattamente alla voce di riferimento. Per
facilitare fin dall'inizio l'uso dell'opera, abbiamo creato una pagina
apposita di collegamenti alle varie voci, alla quale potete accedere
dovunque siate, andando sotto al logo Dime Web: anche in questo caso il
link vi porterà al post giusto, scorrendo il quale troverete in un
attimo la voce cercata!
M2
MAÎTRE
ANDRÉ
MAKANDRA
MAÎTRE
ANDRÉ
Il
malvagio hungan
(sacerdote) VUDU
che compare ne I ribelli di Cuba (G.
Nolitta [sog.] – M. Boselli [scen.] – O. Suarez [dis.], Speciale
Tex n. 24). Nell’incipit
della storia, vediamo Maître André
presiedere, nelle
paludi intorno a New Orleans, a
una cerimonia in onore del dio
Legba.
L’apparizione improvvisa di due enormi serpenti nel tempio spinge
l’hungan
a interrompere la cerimonia e a mandare via i fedeli: egli ha infatti
capito – a differenza del suo braccio destro, il possente Zambo
- che gli spaventosi rettili sono
latori di un messaggio dei loa.
Maître André sente
una voce che gli parla nella mente e chiede ai serpenti se essi sono
i messaggeri del dio Damballah
o del dio Shangó.
E’ in nome di Shangó, Mastro
André, che ti rivolgiamo la richiesta…
- rispondono i rettili - …confidando
che sarà eseguita, in nome della nostra comune fede negli antichi
dei della Guinea… La nostra voce ti arriva di lontano, dall’isola
dove si pratica il culto della “santeria”…
[Cuba, nda].
L’hungan
dice di aver sentito parlare di un solo uomo capace di compiere un
simile prodigio, ma i serpenti gli proibiscono di pronunciarne il
nome, ricordandogli che possono punirlo con la morte.
|
Tex Albo Speciale ("Texone") n. 24, giugno 2010. Disegno di Suarez |
|
Davanti
allo sbalordito Zambo, Maître André parla con i mostruosi serpenti
del dio Shangó – Speciale TEX 24, p. 22
|
Che
cosa vuoi da me?, chiede allora Maître André, e i serpenti rispondono: Il
fuoco scriverà un nome… …è lui che vogliamo!,
dopodiché scompaiono, e una torcia, spezzandosi e cadendo sul
pavimento del tempio traccia
il seguente nome: Matt
Picard. Questi è il figlio
tredicenne di Henri
Picard, ricco piantatore
della Louisiana, nonché uomo di fiducia del Segretario di Stato
americano. Picard,
come tutto il governo degli Stati Uniti, simpatizza per gli
indipendentisti cubani, a uno dei quali – il suo amico Rafael
Serrano, anch’egli un grande
proprietario - ha inviato segretamente in passato un carico di fucili
e munizioni. Di questo invio di armi è venuto a conoscenza lo
stregone cubano Rayado,
che comanda una banda di ribelli. E’ proprio Rayado
ad aver ordinato a Maître André,
nel modo che abbiamo descritto in precedenza, di rapire Matt
Picard, in modo da costringere suo
padre a inviare anche a lui un carico di armi. Per eseguire il
compito affidatogli dal potente stregone, Maître André entra di nascosto nella tenuta
di Henri Picard
e consegna a Etienne,
l’anziano maggiordomo, un wanga.
Terrorizzato dal feticcio (secondo le credenze VUDU,
chi lo riceve deve per forza obbedire all’hungan,
altrimenti verrà trasformato in uno zombi), Etienne
consente agli uomini di Maître André di
rapire il piccolo Matt,
sul cui letto viene lasciato un messaggio per suo padre, recante
i simboli della santería.
Picard si
rivolge pertanto al suo vecchio amico messicano Montales,
che a propria volta chiama in aiuto l’amico fraterno TEX,
il quale giunge alla tenuta due settimane dopo il rapimento. Picard
mette al corrente il ranger, che nota
fin da subito lo strano nervosismo di Etienne.
Durante la cena, il sempre più teso maggiordomo rientra nella sua
camera e scopre che la domestica, Mamie,
ha trovato il wanga.
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Il fuoco scrive sul pavimento dell’humfó il nome di colui che Maître André dovrà rapire - Speciale TEX 24, p. 24
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Etienne
riceve dall’hungan
il sinistro wanga
- Speciale TEX 24, p. 27
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Disperato, Etienne
confessa la verità alla donna e, afferrato un coltello, la
immobilizza con l’intenzione di ucciderla: Trovandoti
morta accanto al feticcio
penseranno
che sei stata tu… e che ti sei uccisa per il rimorso, tagliandoti
la gola!. Interviene però TEX,
il quale, oltre a salvare la povera Mamie,
costringe il maggiordomo – che poco dopo si suiciderà con il
suddetto coltello, chiedendo perdono a Picard
- a rivelargli i nomi dei rapitori e del loro capo. Quella stessa
notte, TEX
e Montales,
accompagnati da due fedeli
guardiani di Picard:
Roger e
Martin, si
recano al Vieux Lavoir,
una locanda frequentata abitualmente da due dei rapitori, Lame
Joseph e Zachary
Dobbs. Quest’ultimo, malgrado venga
pestato da TEX,
non parla; il terrorizzato Lame Joseph,
invece, accetta di condurre i Nostri al covo dell’hungan,
ma viene ucciso dal già citato Zambo,
che poi fugge. Ad
aiutare TEX
è un altro cliente della locanda, il vecchio Marcel,
il quale vuole vendicarsi di Maître André perché questi, dopo aver
accettato le sue offerte, non ha pregato i loa
affinché guarissero sua figlia, che quindi è morta. Guidati da
Marcel,
TEX e
Montales –
a cui si uniscono due cacciatori Cajun
conosciuti al Vieux Lavoir
– si addentrano nelle paludi. Gli uomini di Maître André tentano di fermare i Nostri, ma
vengono quasi tutti uccisi. Tra coloro che la scampano c’è Zambo,
che corre ad avvertire l’hungan.
Pochi minuti dopo, TEX
arriva con gli altri al santuario VUDU
e, incurante delle minacce di Maître André, profana il tempio a fucilate.
Zambo,
allora, gli si avventa contro con il suo coltellaccio, ma il ranger
lo stordisce con il calcio del winchester. Sistemato il gorilla,
TEX
colpisce l’hungan
per costringerlo a rivelare
dov’è il ragazzo.
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Tex
si occupa a modo suo di Maître André - Speciale TEX 24, p. 95
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Le
fiamme di Shangó
avvolgono l’hungan
- Speciale TEX 24, p. 97
|
|
Le
ultime, importanti parole di Maître André - Speciale TEX 24, p. 99
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Chi…
chi me l’ha richiesto abita molto lontano…,
risponde l’impaurito Maître André,
e TEX
capisce subito che si riferisce a Cuba. Il ranger, però, vuole
informazioni più precise e, per ottenerle, colpisce nuovamente
l’hungan,
che a questo punto invoca l’aiuto di Shangó.
Il dio si manifesta, ma invece di aiutare Maître André,
lo punisce,
facendo scoppiare un incendio nel
tempio e avvolgendo tra le fiamme l’hungan.
TEX
trascina via Maître André,
ma per lui resta poco da fare. Prima di morire, però, l’hungan
dice al ranger di cercare tra gli insurrectos
cubani il mayombero,
cioè – come TEX
scoprirà in seguito – lo stregone RAYADO.
Curiosità:
In un passaggio della scena iniziale che non abbiamo riportato, i
serpenti di Shangó
definiscono Maître André (il
cui nome nella storia viene a volte italianizzato in Mastro
André) il
più grande bokor del vudu di New Orleans.
Come si legge a p. 26 della Guida a vudu
e macumba (cit.), il bokor
è un
hungan
o mambo
dotato di grandi conoscenze ma privo di
scrupoli, che non esita a servire il male e a rivolgersi ai loa
diab [i loa
malvagi della famiglia petro,
nda (vedi
LOA)]. Per
quanto riguarda il VUDU
di New Orleans, va detto che, sebbene sia meno famoso di quello
haitiano, può però vantare una delle figure storiche più
importanti della suddetta città, la mambo
Marie Laveau (1801?-1881). Si tratta di un personaggio ben noto ai
lettori di Zagor,
avendo ispirato l’omonima e bellissima strega – creata proprio da
Mauro Boselli – che nutre un debole per lo Spirito
con la Scure (e viceversa).
|
Un
famoso bokor
cinematografico: Dargent Peytraud (Zakes Mokae), villain
principale de Il
serpente e l’arcobaleno
(Wes Craven, 1988)
|
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Tarocchi
vudu
di New Orleans
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Marie Laveau, la celebre Voodoo Queen di New Orleans
|
MAKANDRA
I
bellicosi cavernicoli che compaiono nella seconda parte de Le
Terre dell’Abisso (G. L.
Bonelli [sog.&scen.] – A. Galleppini [dis.], nn. 47-48).
Barbuti, vestiti di pelli e armati di lance e mazze di pietra, i
Makandra
sono gli unici esseri umani che vivono nella valle ipogea esplorata
da TEX,
KIT
e TIGER.
I tre sono alla ricerca dei ragazzi indiani che, dopo essersi calati
nella suddetta valle per procurare alla strega MAH-SHAI
i fiori
della magia,
vi sono stati
abbandonati. Di essi, l’unico
sopravvissuto è un giovane Hopi chiamato Kotomi,
il quale, giunto al villaggio dei Makandra viene accolto come
un figlio dal capo Kador, che è privo di eredi maschi.
L’inaspettata apparizione di Kotomi – ritenuta dai
Makandra un dono del Dio del Fuoco al loro capo, che lo
aveva a lungo implorato - mette in allarme il fratello dello
stregone, il perfido Gorka, il quale contava proprio sulla
mancanza di eredi maschi di Kador per succedergli nel comando.
Dopo aver tentato invano di eliminare Kotomi (tentativi fatti
passare per incidenti, giacché tra i Makandra il figlio del
capo è sacro), Gorka, in combutta con Uktar (il
fratello stregone, appunto), avvelena Kador e accusa Kotomi
dell’omicidio. I due malvagi fratelli intendono sottoporre il
giovane pellerossa alla prova della verità, che consiste nel far
bere un filtro - preparato appositamente dallo stregone -
all’accusato: se questi sopravvive, è considerato innocente; se
invece muore (tra atroci spasmi), è considerato colpevole.
|
Tex n. 48, ottobre 1964. Disegno di Galep |
|
Kotomi
racconta ai pards l’esperienza vissuta tra i Makandra – TEX 48,
p. 32
|
|
Malgrado
l’avvertimento di Kotomi, Gorka ordina ai suoi guerrieri di
attaccare - TEX 48, p. 37
|
Per sua
fortuna, Kotomi gode della simpatia della sorella minore di
Gorka, la graziosa Moya, la quale lo avverte di
nascosto, rivelandogli che Uktar, d’accordo con il
cospiratore, ha preparato per lui un filtro mortale. Ciò
consentirebbe a Gorka di diventare l’incontrastato capo dei
Makandra. Per evitare di bere il veleno, Kotomi fugge
assieme a Moya; il suo preciso intento è raggiungere la
superficie attraverso un passaggio che si trova oltre le grotte del
Dio del Fuoco. I due giovani vengono però catturati dai
guerrieri di Gorka e condannati a morte, ovvero legati a una
zattera e lasciati alla mercé dei mostri che popolano il lago
sotterraneo. A salvarli da questa terribile
sorte sono i tre pards, ai quali poi Kotomi racconta
tutto ciò che gli è capitato dal momento in cui è stato
abbandonato nella valle da MAH-SHAI. Accortisi di quanto
avvenuto, i Makandra, guidati da Gorka, assalgono i
Nostri, ignorando l’avvertimento di Kotomi, il quale - su
ordine di TEX – dice loro che i tre stranieri possiedono il
tuono che uccide (atu sakamo nella lingua dei
cavernicoli), cioè i fucili. Vedendo saettare
le lance dei Makandra,
i pards aprono il fuoco: la prima
fila degli assalitori viene falciata e gli altri, spaventati, si
danno alla fuga. Nello stesso momento, però, i Nostri vengono
attaccati dai GRANCHI GIGANTI e sono costretti anch’essi a
fuggire, proprio in direzione del villaggio di Gorka e
compagni. Durante la fuga, le acque del lago cominciano a ribollire,
e il fumo raggiunge le capanne dei cavernicoli. Il Dio del Fuoco è
in collera con i Makandra!, esclama uno di essi, e Uktar
aggiunge: Il Dio del Fuoco è in collera perché gli uomini
del tuono che uccide hanno impedito il sacrificio agli spiriti delle
acque! [lo stregone si riferisce ovviamente alla condanna
inflitta a Kotomi e Moya, nda]. Si fa sentire
anche Gorka: Avete inteso le parole del grande Uktar?... I
Makandra periranno tutti se non uccideranno gli invasori.
Seguitemi!... Ci apposteremo fra le rocce vicine all’inizio del
sentiero e, quando saranno a tiro, le punte delle nostre lance
berranno il sangue degli uomini del tuono!.
|
I
tre pards respingono il primo assalto dei Makandra - TEX 48, p. 38
|
|
Kit
uccide lo stregone Uktar – TEX 48, p. 51
|
|
Investiti
dal piombo dei pards, i Makandra sono costretti a rifugiarsi nelle
loro capanne - TEX 48, p. 52
|
TEX e gli
altri però, giunti in vista del villaggio, non cadono nella trappola
dei Makandra, i quali sono costretti a venire allo scoperto.
Incitati da Gorka, i cavernicoli vanno nuovamente all’assalto
dei Nostri, che ancora una volta li respingono a colpi di winchester,
uccidendone più di prima. Falciati dal tiro micidiale dei pards, i
Makandra – compreso lo stesso Gorka –
indietreggiano terrorizzati. A questo punto, Uktar, che era
rimasto al riparo di un enorme feticcio di pietra, si mette a battere
il tamburo della magia, allo scopo di spingere i suoi compagni
a tornare all’attacco. Come spiega infatti Kotomi a TEX,
coloro che morranno mentre rulla il tamburo della magia rivivranno
in eterno nel paese degli dei!. A far cessare il suddetto
tamburo, che ha galvanizzato i cavernicoli, ci pensa KIT, che
uccide lo stregone con una fucilata, per poi far fuoco - assieme a
TEX e TIGER - contro il grosso dei Makandra.
Costoro, dopo aver lasciato sul terreno altre vittime, gettano le
armi e si rifugiano nelle loro capanne. I tre pards ne approfittano
e, guidati da Kotomi e Moya, s’incamminano con loro
verso le grotte del Dio del Fuoco, lungo una pista che
serpeggia tra enormi sculture di pietra e che sbocca davanti a una
spettacolare città morta: quanto rimane dell’antichissima civiltà
da cui discendono i Makandra. Diavolo!... – esclama
TEX, impressionato dalle rovine - Gli uomini che sono stati
capaci di costruire una simile città dovevano aver raggiunto un
considerevole progresso. KIT, anch’egli
affascinato dalla città morta, dice al padre: Hai notato
la grande piramide al centro?... Ricorda un po’ gli antichi templi
aztechi.
I Nostri attraversano le
millenarie rovine, ma, all’improvviso, la terra comincia a
tremare: è l’inizio di uno spaventoso cataclisma. Dal lago si
sollevano colossali onde che si abbattono sul villaggio dei Makandra,
i quali tentano invano di fuggire. Alla fine, solo i tre pards si
salvano: Moya, infatti, rifiuta di entrare nelle grotte de Dio
del Fuoco (considerate tabù dal suo popolo) e Kotomi decide
di restare accanto a lei. E’ veramente toccante l’immagine dei
due giovani amanti che, stretti in un ultimo abbraccio, vengono
ingoiati dalle acque.
|
La
spettacolare città morta, edificata dagli antenati dei Makandra -
TEX 48, p. 54
|
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La
drammatica fine dei cavernicoli - TEX 48, p. 56
|
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Le
acque si abbattono sulla città morta e ingoiano Kotomi e Moya –
TEX 48, p. 58
|
Curiosità:
Se sostituissimo la a finale con una e, il nome Makandra
diventerebbe l’anagramma di Mandrake, il celeberrimo mago creato
nel 1934 dai fumettisti americani Lee Falk e Phil Davis. Può darsi
che la cosa sia casuale, ma siamo propensi a credere il contrario,
giacché – come già abbiamo scritto nell’Introduzione – non
solo GL
apprezzava Mandrake, ma Galep ebbe anche l’occasione, nel 1948, di
disegnare alcune sue storie
per la
casa editrice Nerbini.
Tornando ai
Makandra,
è davvero sorprendente che questa tribù così primitiva discenda da
una civiltà che invece, come dice TEX,
doveva essere molto progredita. Gli aggressivi, ma in fondo
simpatici, cavernicoli costituiscono quindi un eclatante esempio di
involuzione: basti solo confrontare le loro rozze capanne con la
piramide in stile azteco costruita dai loro antenati, per non parlare
delle altre spettacolari vestigia della città morta. Forse distrutta, a suo tempo, da un cataclisma simile a quello che nel finale della storia la spazzerà via definitivamente, la suddetta città è una sorta di Atlantide del sottosuolo. D'altronde, questa seconda parte de Le Terre dell'Abisso rientra a pieno titolo nel genere della valle perduta, i cui elementi tipici sono, per l'appunto, antiche e misteriose civiltà, popoli preistorici, dinosauri e altre mostruose creature. Tra le principali opere appartenenti a questo fortunato genere, troviamo - oltre naturalmente al romanzo che ha ispirato GL: Viaggio al centro della Terra (1864) di Jules Verne -, Il
mondo perduto
(1912) di Arthur Conan Doyle, la saga di Pellucidar
(1914-1963)
di Edgar Rice Burroughs e La
terra dimenticata dal tempo
(1924), sempre di Burroughs.
|
Il
Mandrake disegnato da Galep nel 1948
|
|
Copertina
della recente edizione Bompiani del romanzo di Arthur Conan Doyle Il
mondo perduto
(1912)
|
|
I
cavernicoli del film La
terra dimenticata dal tempo
(Kevin Connor, 1975), tratto dall’omonimo romanzo del 1918 di Edgar
Rice Burroughs.
|
Massimo Capalbo
N.B. Trovate i link alle altre voci di The Dark Side of Tex sul Navigatore!
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