a cura di Franco Lana
Dopo la pausa agostana (e dopo l'incontro con Roberto Vecchioni che tanto successo ha avuto in Rete) il nostro amico e collaboratore Franco Lana, nei panni di inviato speciale di Dime Web, riparte con le sue interviste... andando a pizzicare l'artista di comic e attore cinematografico Michele Franco (che aveva collaborato in un'occasione con i Quaderni Bonelliani e che ha realizzato personalmente, traendole dalla sua collezione, le immagini fumettistiche di questo post)! Invitandovi senza indugio ad andare a vedere Michele al cinema dal 2 ottobre 2014 (veste i panni del giudice Gian Carlo Caselli nel film La Trattativa di Sabina Guzzanti presentato a Venezia) vi auguriamo una buona lettura! (s.c. & f.m.)
Franco Lana con Michele Franco |
DIME WEB - Puoi raccontare ai lettori di Dime Web della tua passione per i comic? Quali sono i tuoi eroi/antieroi preferiti?
MICHELE FRANCO - Sono cresciuto coi fumetti. Hanno accompagnato tutta la mia vita. L’avvio me l’ha dato mia madre, donna che, come mio padre, arrivava da una realtà contadina: ti parlo di persone che dai nove anni lavoravano per aiutare le loro famiglie. Ma avevano voglia di progredire, economicamente e culturalmente: quello che non avevano potuto avere (dopo la terza media c’era il lavoro nei campi), lo volevano per un arricchimento intellettuale dei figli. Una bella differenza da tanti genitori d’oggi, che credono che la cultura sia un optional, e insegnano ai figli il sogno del successo facile da conseguire a ogni costo. Triste. La mamma mi comperava regolarmente un giornalino. Avevo cinque anni, ero per tutti Michelino, e il giornalino si chiamava “Il Michelino”: insomma avevo un fumetto col mio nome! Me lo sentivo dedicato, e fu una scoperta emozionante. Pensa che i maestri lo regalavano ai bambini più attenti alle lezioni: un fumetto come premio! Capisci il valore didattico immenso che ha un fumetto? Erano i primi anni ’60, seguirono il “Corriere dei Piccoli”, e “Il Giornalino” comprato in chiesa. Esce tuttora, un record: ha compiuto novant’anni essendo nato nel 1924! Crescevo e leggevo tanti fumetti, ma Topolino no. Mi annoiava, mentre sul "Corriere" o sul "Giornalino" trovavo avventure di personaggi della Storia, guerre e scoperte, tragedie e eroismi. L’adolescenza si accompagna ai fumetti della collana Eroica, quelli da Lire 50!, con le avventure del pilota americano Buck Danny e gli "Albi Ardimento": Michel Vaillant, Blueberry, Lucky Luke, Dan Cooper, Marco Franval, Ric Roland, Bernard Prince (i Corno, pruriginosi, li leggevo di nascosto, i titoli fanno sorridere oggi, sono un programma….). E poi i Tintin di Hergé e i Blake e Mortimer di Jacobs, oltre a tanti autori francesi in àmbito mistero e noir, Jacques Tardi per fare un altro grande nome.
Insomma fui influenzato fortemente dalla BeDé francese, passione tuttora rimasta immutata. Vengo traghettato nell’età adulta da Linus, favoloso fumetto contenitore, e dai mensili Comic Art, Metal Hurlant, L’Eternauta, Corto Maltese, Bhang. Radunavano il meglio della produzione mondiale ma costavano una cifra e inevitabilmente chiudevano rapidamente! I Bonelli hanno però sempre accompagnato in parallelo tutte le mie letture esotiche, mentre gli americani Marvel e i Supereroi mi han sempre lasciato indifferente. Non posso scordare infine i fumetti della scuola sudamericana e latina, meravigliosi. L’ho presa alla larga, ma ora ti dico il mio eroe preferito, per lui ho sacrificato qualcosa: prime vacanze da solo e con un auto, diciannove anni, soldi contati in tasca per farmi quindici giorni in montagna. Arrivato a Cuneo mi fermo in un negozio di libri usati, e lì vedo tre volumi cartonati, grande formato, li apro e resto incantato. 25.000 lire l’uno, 75.000 lire in meno nelle mie tasche mi fecero tornare a casa una settimana prima. Cosa c’era in quei libri? Paesaggi incantati, cavalieri in splendide armature, dame meravigliose, castelli al sole, lotta spietata, senso dell’onore e giustizia sorretti dalle splendide tavole di Hal Foster. Non possono che avere un nome: Prince Valiant! Per l’antieroe scelgo doppio, se me lo concedi. Uno rappresenta il lato oscuro: Jordi Bernet col suo cinico, spietato e perdente Luca Torelli alias “Torpedo”, e uno che rappresenta l’essere umano intelligente e sensibile, anche lui a volte perdente, ma sempre rivestito di una dignità e di una voglia di imparare nobili: l’italianissimo americano Ken Parker!
DW - Nel 2015 è prevista l’uscita della storia che concluderà la vicenda umana e editoriale di Ken Parker. Attendi questo epilogo?
MF - Devo aspettare così tanto? Potrebbe terminare prima la mia di vicenda umana, mi spiacerebbe non vedere cos’hanno in serbo Berardi & Milazzo per noi appassionati di Ken! Sono felice che siano di nuovo riuniti per darci nuove emozioni! E’ la riprova che alle divisioni spesso seguono le riappacificazioni, non importa in base a quale motivazione, spirituale o materiale. Questo mi fa ben sperare per tanti conflitti che percorrono la nostra piccola Terra. O sono troppo sognatore? Mi sento un po’ come Ken: disilluso ma con voglia di poesia, combattivo ma “scoperto” dai colpi bassi, uso un’elettronica datata, un po’ come il long rifle di Ken, ho ferite d’amore mai sanate, difendo un albero, o i diritti dei più deboli, imparo da una ragazzina o da un vecchio più saggi di me….. sono normale, come Ken e come le belle Persone che ci leggono in questo momento. Credo che chi legge abbia un pizzico di sensibilità demodé, dentro di sé. Ultima cosa: Ken ci lascerà editorialmente, ma non credo lo facciano morire, sarebbe troppo facile. Credo ci lascerà per fare ancora un bel pezzo di strada, solo o in compagnia, però senza più riflettori “puntati” su di lui. Avrà scritto a Berardi & Milazzo: OK boys, mi avete inquadrato da ogni lato e avete scandagliato nei miei sentimenti. Ora basta. Vi ho nel mirino. Lasciatemi andare per la mia strada, è ancora lunga ma voglio vivermela con santa privacy. O mi incazzo. So long! E noi rispetteremo questa decisione, lui proseguirà in silenzio: Ken è mica tipo da farsi i selfie mentre viaggia nel West per farci sapere dove la vita lo porta, o tirarsi secchiellate d’acqua fresca in testa per poi postarli su FB. E’ uno che fende la vita in morbidezza e con consapevolezza. Un essere umano colmo di dignità.
DW - Fumetti e società. Gli eroi di “carta” relazionati al mondo reale. Che cosa ne pensi?
MF - Che i fumetti sono il prodotto di una cultura e di un tempo. Non possono estraniarsi. Anche Tex, che pare immutabile (è l’eroe per eccellenza!), subisce una forte influenza dei gusti della società: quando si scatena contro gli uccisori di bisonti, o contro chi vuole cambiare il corso di un fiume per speculare, porta un messaggio di ecologia. Quando accoglie realtà umane molto diverse, senza mai giudicarle, è modernissimo. Certo uccide parecchio ma lo scusiamo perché quelli che fa fuori sono proprio dei cattivoni. Adoro e seguo Julia fin dal primo numero (come MV, KP e altri): la perversione di alcuni crimini su cui lei indaga è chiaro frutto del nostro mondo. Le tecniche di indagine sono modernissime (ma Julia usa intuito femminile e una potente capacità psicologica e analitica). Topolino è altro dal Topolino di dieci anni fa: si muove in mezzo a nuove tecnologie perché deve parlare a bambini e adolescenti d’oggi, se fosse rimasto immutabile chi lo comprerebbe ora? Il fumetto è un mezzo educativo potentissimo, nelle scuole primarie gli insegnanti dovrebbero metterlo come supporto fondamentale di lettura, confronto, stimolo, analisi, dibattito. I giovani hanno fame di fumetti, si riconoscono nei loro miti, ovviamente diversi da quelli dei genitori. Servirebbe il fumetto per quei ragazzi che vivono abbruttiti da realtà di povertà morale? Proposto nella giusta maniera, credo di sì. L’Arte ci salva dalle brutture della vita, e il fumetto è una forma d’arte/artigianato, quindi dobbiamo incentivarlo. Se mi eleggete, prometto meno tasse e più fumetti per tutti! E propongo uno slogan: Meno PIL e più FIL (Felicità Intima Leggendo).
Michele Franco interpreta Gian Carlo Caselli (La trattativa, 2014) |
DW - Secondo te, di quale fumetto italiano si potrebbe realizzare la trasposizione cinematografica? E un giorno, quale personaggio ti piacerebbe interpretare?
MF - Tra un Diabolik che vive con l’adrenalina a mille e un Piccolo Sceriffo che arrossisce quando la fidanzata gli prepara la torta di mele c’è un abisso, e in mezzo centinaia di personaggi. D’istinto ti dico i personaggi creati da Micheluzzi e Giardino, uno con storie di aviazione del passato, l’altro per le atmosfere dense di mistero e sottile erotismo, entrambi con avventure in un’Europa che viveva epocali cambiamenti. Il mio lato combattivo mi porta a interpretare “il pilota”, solitario e libero nei cieli in cerca di nuove sfide. Il lato riflessivo mi spinge a vivere atmosfere noir dove le persone che incontri sono ambigue, non sai mai chi è amico e chi nemico. Sono le mie due anime. Sto bene da solo, sto bene con la gente. Non mettendo etichette, da ogni persona che incontro mi aspetto una sorpresa. Nel bene o nel male, ma una sorpresa. Sono un curioso della vita come avrai capito. Parlando di piloti, ho realizzato tre mesi fa un “corto” coi partecipanti ai miei corsi di recitazione, una storia incentrata su un pilota italiano della seconda guerra mondiale che, colmo d’odio, si ritrova sbalzato in questo nostro mondo. Alla fine trova la giusta strada per il “suo cielo interiore” grazie all’Amore e all’Arte che tre figure femminili gli doneranno. Un messaggio di speranza che non può che arrivare dalle donne: nel corso dei secoli hanno lenito con enorme pazienza ferite e guasti che l’uomo ha creato con le sue guerre…… abbiamo un debito infinito con loro. Vedi, dico banalità, ogni uomo sa che è così, anche se non vuole ammetterlo. Per finire: mi piacerebbe fare il ruolo di Max Fridman di Vittorio Giardino, con la sua pipa, apparentemente disarmato ma non ingenuo, disincantato e un po’ fuori luogo in storie e intrecci più grandi di quanto si aspettava, un personaggio con uno stile semplice che quando viene tirato in gioco non arretra, che si muove in un mondo dove gesti, parole, sguardi hanno un “peso”, non sono fagocitate da una fretta efficientista che è solo superficialità. Sì, ha tante sfumature sulle quali lavorare, è un personaggio che mi piacerebbe interpretare, se poi si “gira” a Praga o nella Berlino degli anni ’30 mettetemi in contatto col regista. Voglio fare il provino al più presto!
Trailer ufficiale del film La trattativa
DW - E per finire, un ringraziamento...
MF - Sono onorato di comparire sui mitici Quaderni Bonelliani DIME WEB. Thank You Franco Lana, è una bella opportunità condividere con gli amanti dei fumetti alcune sensazioni che sentiamo essere comuni. Per chi segue il cinema (relazione strettissima col fumetto, per storie e tecniche di racconto), informo che a Ottobre sarò nei panni del Giudice Gian Carlo Caselli nel nuovo film di Sabina Guzzanti, La trattativa. Lascio il link del mio sito: www.francomichele.net, per chi volesse saperne di più. Ci tengo a ringraziare e idealmente salutare le persone che ci stanno leggendo, e resto in attesa delle prossime interviste, ne sono divenuto dipendente! So long a tutti...
a cura di Franco Lana
N.B. trovate i link alle altre Interviste di Dime Web sulla pagina Interviste & news!
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