di Massimo Capalbo
Siamo ancora nel periodo dei festeggiamenti per gli 85 anni del maestro Gallieno Ferri (nato il 21 marzo 1929) ed eccoci al terzo appuntamento con i mostri zagoriani evocati alfabeticamente da Massimo Capalbo: otto voci che non vi faranno dormire sonni tranquilli! Come al solito introduciamo il "discorso" con due disegni zagoriani poco noti, ma molto, molto interessanti! (s.c & f.m.)
LEGENDA
- I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’opera. Fanno eccezione i nomi dei protagonisti della serie, ZAGOR e CICO, che sono sempre scritti in questo modo, tranne quando sono inseriti nei crediti di una storia o fanno parte del titolo di un libro (ad esempio: Speciale Zagor; Speciale Cico; Zagor 1982-1993, un senese a Darkwood ecc.).
- Gli uomini-bestia di cui conosciamo anche nome e cognome o il nome soltanto, vengono indicati con la loro identità mostruosa e non con quella umana (ad esempio: ULTOR invece che NEZDA; UOMO TIGRE invece che KELLOG, WILFRED).
- Gli altri mostri di cui conosciamo nome e cognome vengono indicati per cognome (per esempio, RAKOSI, BELA), e, quando vengono citati in una voce diversa dalla loro, solo il cognome è scritto in stampatello e grassetto, in modo da rimandare immediatamente alla lettera sotto la quale sono stati inseriti (ad es.: nel testo della voce RAKOSI, BELA, il personaggio della contessa Varga è citato come Ylenia VARGA). In alcuni casi, però, abbiamo optato per il soprannome (ad es.: SKULL invece che RANDAL, COLIN).
- Per quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia alla memoria dei lettori in modo più efficace (anche se, in alcuni casi, il nostro titolo non coincide con quello usato abitualmente dai lettori). Ad esempio, la storia dei nn. 194-196 viene indicata con il titolo del n. 195, Il Signore Nero, perché esso è, per l’appunto, più rappresentativo rispetto a Il teschio di fuoco (n. 195) e L’orda del male (n. 196).
Sempre riguardo alla serie regolare, nei crediti delle storie si fa riferimento al computo reale degli albi zagoriani e non alla numerazione della collana Zenith, ossia al numero stampato sulla costa di ciascun albo mensile. Com’è noto, la suddetta numerazione è sfasata di 51 numeri rispetto a quella effettiva (ad esempio, il Zenith n. 52 corrisponde al primo numero di Zagor, il Zenith n. 53 al secondo numero e così via).
Per una guida ai collegamenti ipertestuali andate su Zagor Monsters lettera "A"!
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Zagor e il sense of wonder. Disegno di Pasquale Frisenda. |
C
CENTAURI
CERBERO
CERBIATTI CARNIVORI
CHANGE
COLUI CHE DORME
CORTE MALEDETTA
CORVO GIGANTE
CREATURE DELLA VALLE DEGLI SPIRITI
CENTAURI
Creature della mitologia greca, metà uomo e metà cavallo. In Hellingen è vivo! (M. Boselli [sog.&scen.] – G. Ferri [dis.], nn. 376-379), alcuni trapper di Darkwood – fra i quali, tre amici di ZAGOR: Danny, Orso e Stewart - vengono trasformati in malvagi centauri da un mad doctor assai particolare, il redivivo Ben Stevens alias il Re delle aquile (vedi ULTOR). Insieme ad altri mostri creati da Stevens, gli INDIANI ALATI, i suddetti centauri attaccano ZAGOR e CICO, ma l’eroe riesce ad avere la meglio su di essi, grazie anche all’aiuto di Heyoka, il valoroso contrario Mandan.
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Zagor n. 376, novembre 1996. Disegno di Ferri. |
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Il trapper Orso, trasformato in centauro, attacca Zagor – ZGR 376, p. 21
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Seguendo le tracce dei centauri, i Nostri raggiungono il covo del mad doctor, che si trova nel cratere di un vulcano spento ed è costituito da un avveniristico laboratorio dotato di un enorme schermo. Stevens ha fatto prigionieri anche due fra i migliori amici di ZAGOR, i trapper Doc e Rochas, i quali riconoscono nel centauro che li preleva dalla loro cella l’amico Jack Sennett, ormai completamente asservito al Re delle aquile. Su ordine di quest’ultimo, Sennett e altri centauri escono dal cratere per cercare il corpo di Tonka: lui e i suoi guerrieri si accingevano ad attaccare il covo di Stevens, ma erano stati assaliti dagli INDIANI ALATI. I centauri cadono nella trappola tesagli da ZAGOR e dai suoi compagni, i quali poi soccorrono Tonka, unico sopravvissuto tra i Mohawk. Assieme a Tonka, l’eroe penetra con l’inganno nel rifugio di Stevens, che si apprestava a operare Doc e Rochas.
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Nel laboratorio di Ben Stevens, Zagor e i suoi amici lottano contro i centauri – ZGR 376, p. 69
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Prima di morire, Jack Sennett uccide Ben Stevens ZGR 376, p. 78
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Si scatena pertanto una sanguinosa battaglia che vede, da una parte, l’indiano e ZAGOR - ai quali si aggiungono subito CICO, Heyoka e i due trapper (liberati da Tonka) – e dall’altra, i mostri di Stevens. Lo scontro si conclude, ovviamente, con la vittoria dei Nostri. Il Re delle Aquile viene catturato da ZAGOR, ma proprio quando sta per rivelare il nome del suo maestro (che sarebbe Hellingen), viene ucciso, con una freccia nella schiena, dal centauro Sennett. Questi, rinsavito dopo che Tonka lo ha colpito in testa con il suo tomahawk, ha voluto vendicarsi, prima di morire, di colui che l’ha trasformato in un mostro.
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Il centauro ciclope del film Il viaggio fantastico di Sinbad (Gordon Hessler, 1974)
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CERBERO
Feroce cane mitologico dalle molte teste (ben cinquanta nella Teogonia di Esiodo – la prima opera in cui compare -, poi comunemente tre), posto a guardia dell’Ade, il regno degli Inferi. Nell’ultima delle sue Dodici Fatiche, Ercole riesce, dopo una dura lotta combattuta a mani nude, a domare questa spaventosa creatura. Il Cerbero zagoriano compare ne La montagna degli dei (T. Sclavi [sog.&scen.] – F. Donatelli [dis.], nn. 184-186), storia ispirata proprio alle suddette Fatiche.
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Zagor n.185. dicembre 1980. Disegno di Ferri. |
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Ha inizio la lotta tra Zagor e Cerbero - ZGR 185, p. 34
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L’avversario di turno dello Spirito con la Scure è il dottor Sharky alias Basileo, un ex archeologo di Philadelphia diventato folle dopo aver scoperto in Grecia un antico tesoro. Con parte di esso, egli ha fatto costruire su una montagna del Nordamerica il Nuovo Olimpo, un grande palazzo in stile ellenico dove persegue due grandi obiettivi: ricreare in laboratorio i mostri mitologici, con i quali sogna di conquistare il mondo; trovare un novello Ercole che sieda al suo fianco. A questo scopo, Basileo fa rapire dai suoi scagnozzi Sam e Jim gli uomini più forzuti della regione, costringendoli ad affrontare una sua personale versione delle Dodici Fatiche. Tra i potenziali Ercole figura anche il nostro ZAGOR, il quale, superate le prime sei prove (vedi IDRA, LEONE DI BASILEO e MOSTRI DI BASILEO), si ribella alle regole del crudele gioco e cerca di penetrare nel palazzo di Basileo per liberare CICO, che era stato rapito assieme a lui. L’eroe riesce a entrare nei sotterranei del palazzo, ma cade nella trappola tesagli dal suo avversario, ritrovandosi all’interno di un fossato.
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Cerbero si avventa sul suo creatore Basileo - ZGR 186, p. 37
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Zagor lancia il suo urlo dopo aver ucciso il cane tricefalo - ZGR 186, p. 43
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Qui Basileo intende sottoporlo all’ultima prova, quella che nessuno è mai riuscito a superare: il mostruoso Cerbero, un cane tricefalo – precisamente un mastino, proprio come quello mitologico – che è l’unico risultato positivo degli esperimenti genetici dell’ex archeologo. Mentre ZAGOR combatte con la spaventosa creatura, Sam e Jim, stufi di ricevere ordini da Basileo e desiderosi di mettere le mani sul suo tesoro, spingono a tradimento il loro capo nel fossato. Cerbero si avventa subito su Basileo e, malgrado l’intervento di ZAGOR, lo uccide. Dopo una strenua lotta, l’eroe riesce ad avere la meglio sul mostro. La storia si conclude con ZAGOR che, aiutato da CICO, cattura Sam e Jim e, servendosi della dinamite, chiude per sempre l’entrata della grotta in cui Basileo aveva nascosto le sue ricchezze.
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Cerbero in un dipinto del poeta William Blake
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CERBIATTI CARNIVORI
Compaiono in Viaggio senza ritorno (G. Nolitta [sog.&scen.] – S. Pini [dis.], nn. 170-172) e sono animali che, al pari di altre creature che vivono nell’immaginaria regione del Tennessee in cui è ambientata la storia, hanno subito delle mutazioni.
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Zagor n. 171, ottobre 1979. Disegno di Ferri. |
Nel caso specifico, questi cerbiatti si sono trasformati in autentiche belve, come impara a sue spese Waldfan, il miglior cacciatore tra i vichinghi di Guthrum. Avvicinatosi, con arco e frecce, a tre cerbiatti per procurare ai suoi compagni (tra i quali vi sono pure ZAGOR e CICO) un saporito arrosto, Waldfan viene assalito da uno di questi animali, che rivela – come scrive Nolitta – zanne tanto terribili da far invidia a un carnivoro!. Gli altri due cerbiatti si avventano famelici sul povero vichingo, davanti agli occhi esterrefatti e inorriditi dei suoi amici. Superata la sorpresa, ZAGOR si lancia contro le spaventose creature, seguito da Guthrum. Mentre l’eroe e il vichingo lottano con i mostri, dalla boscaglia spuntano altri cerbiatti, uno dei quali azzanna alla gola un guerriero. ZAGOR – che ha già ucciso due dei mostri – interviene e abbatte con la scure il cerbiatto che ha assalito l’altro vichingo. I restanti cerbiatti fuggono, ma per i due vichinghi aggrediti non c’è purtroppo nulla da fare.
Se l’AMEBA GIGANTE è il mostro più strano della storia, i cerbiatti carnivori sono senza dubbio quelli più insospettabili, essendo una sorta di versione malefica del dolce e indifeso Bambi disneyano.
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Il vichingo Waldfan viene assalito da un cerbiatto carnivoro – ZGR 171, p. 60
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Zagor alle prese con uno dei mostruosi cerbiatti ZGR 171, p. 62
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Zagor uccide il cerbiatto che ha aggredito un altro vichingo, ma questi morirà comunque ZGR 171, p. 64
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CHANGE
Uno
dei quattro evasi spaziali che compaiono nella storia Non
umani (M. Burattini [sog.&scen.] – E. Barison [dis.],
nn. 613-614). Giunto a Darkwood dopo essere fuggito da un carcere
extraterrestre assieme ai suoi compagni KRAK, SHRIKE e
Hays (l'unico essere umano del gruppo), Change è –
come si evince dal nome stesso (datogli dal suddetto Hays) -
un mutaforma, ovvero è in grado di assumere l'aspetto delle creature
che tocca e anche a leggere nelle loro menti. Inoltratosi da solo
nella foresta alla ricerca di cibo, l'alieno entra nella capanna di
un vecchio cieco, che in un primo momento lo scambia per suo figlio,
il trapper Miles. Il contatto con la mente del vecchio, un
uomo sfortunato ma con una grande voglia di vivere e un cuore molto
generoso, sconvolge l'extraterrestre, il quale – come spiegherà
poi a ZAGOR - assume un aspetto corrispondente ai sentimenti
del suo ospite: quello di un angelo, così come lui immagina che
possano essere. Il vecchio fa indossare a Change – che
gli ha detto di chiamarsi proprio Angel - alcuni vestiti di
suo figlio e divide con lui la zuppa e una bottiglia di whisky.
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Zagor n. 613, agosto 2016. Disegno di Ferri |
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Entrato
in contatto con la mente del vecchio cieco, Change assume sembianze
umane - ZGR 613, p. 58
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Change
dice all'ospitale vecchio di chiamarsi Angel - ZGR 613, p. 61
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L'affetto che Change/Angel sviluppa nei confronti del cieco lo
porta a proteggere chi gli sta attorno: infatti, quando ZAGOR,
reduce da un terribile scontro con SHRIKE, si rifugia nella
capanna portando con sé Tonka gravemente ferito,
l'extraterrestre - dopo aver letto nelle loro menti e aver fatto
cadere i due e il vecchio in un sonno profondo che provoca in essi
una breve amnesia – si prende cura del pellerossa. Quest'ultimo,
risvegliatosi qualche ora dopo assieme a ZAGOR, scopre che la
sua ferita si è completamente rimarginata: una cosa che né lui né
il Nostro riescono a spiegarsi. Poiché Change/Angel non è
più lì con loro, ZAGOR, affidato il cieco a Tonka, va
subito a cercarlo, seguendone le tracce. Trovato Change nel
bosco, l'eroe scopre che questi è appunto un alieno che ha preso
sembianze umane. E' Change medesimo, infatti, a raccontargli
tutto e ad offrirgli, inoltre, il suo aiuto contro Hays – un
malvagio trapper che è tornato sulla Terra proprio per vendicarsi di
ZAGOR (vedi WARZAK) - e gli altri. L'extraterrestre
conduce ZAGOR presso il lago dove lui e i suoi ex compagni di
prigionia hanno inabissato l'astronave con cui hanno raggiunto il
nostro pianeta (astronave che ha pilotato egli stesso, essendo il
solo in grado di farlo), quindi richiama – con un piccolo
apparecchio simile a un telecomando – una delle navette di
trasporto contenute in essa. Con la succitata navetta, Change
fa arrivare ZAGOR fino all'astronave allo scopo di recuperare
una delle armi presenti al suo interno, un grosso fucile laser.
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Zagor n. 614, settembre. Ultima copertina disegnata da Ferri... |
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Change,
che ha ripreso le sue vere sembianze, e Zagor si scontrano nella
foresta, fraintendendo ciascuno le intenzioni dell'altro - ZGR 614,
p. 38
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Change
torna ad assumere l'aspetto di Angel e convince Zagor a non sparargli
– ZGR 614, p. 40
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In
questo breve flashback, vediamo Change pilotare l'astronave, per poi
- una volta giunto a Darkwood con Hays, Krak e Shrike – farla
inabissare nel lago – ZGR 614, p. 70
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Dopo
aver spiegato a ZAGOR come si usa la speciale arma, Change
assume il suo aspetto e indossa i suoi vestiti, quindi s'incammina
verso la capanna del cieco, dove sono giunti, nel frattempo, Hays,
SHRIKE e KRAK, i quali hanno fatto prigionieri sia
Tonka che il vecchio e suo figlio Miles. I tre evasi
spaziali tengono in ostaggio anche CICO e una giovane
squaw Delaware, da loro catturati in precedenza. Ignari del
trucco escogitato da Change, Hays e compagni conducono
fuori dalla capanna Miles e lo uccidono (è SHRIKE a
farlo di persona), per mostrare a colui che essi credono ZAGOR
cosa accadrà ai suoi amici se non uscirà subito allo scoperto.
Change/ZAGOR esce dal bosco e Hays, sempre convinto di
avere di fronte il Nostro, gli presenta i suoi ex compagni di
prigionia e gli racconta come è riuscito a fuggire dal penitenziario
spaziale ed a raggiungere Darkwood. Hays ha intenzione di
uccidere ZAGOR personalmente e di lasciare CICO e gli altri a
SHRIKE e KRAK, ma, con sua grande sorpresa, scopre di
non poter colpire l'eroe. Dato che nemmeno KRAK può colpirlo,
i tre capiscono finalmente che l'uomo che hanno davanti è in realtà
Change: le guardie del carcere da cui sono evasi hanno infatti
impiantato in tutti i detenuti un condizionatore mentale che
impedisce loro di aggredirsi a vicenda.
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Gli
sbigottiti evasi
spaziali
scoprono che chi gli sta davanti non è Zagor, ma il loro compagno di
fuga Change – ZGR 614, p. 75
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Zagor
dimostra all'arrogante Hays di saper usare il fucile laser recuperato
nell'astronave – ZGR 614, p. 81
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Assunte
le sembianze dello sfortunato Miles si accinge a liberare suo padre
– ZGR 614, p. 97
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Perché l'hai fatto?,
chiede SHRIKE a Change, che intanto ha ripreso le sue
reali sembianze. Perché?... – risponde l'alieno – Perché
questo pianeta e i suoi abitanti hanno cominciato a piacermi sempre
più ogni ora che passa. E voi tre sempre meno. Convinto, al pari
degli altri evasi, che Change sia impazzito, Hays gli
domanda dov'è ZAGOR, e l'alieno risponde: L'ho mandato a
recuperare qualcosa in fondo al lago. Il trapper chiede allora a
Change che cosa ha fatto prendere all'eroe nell'astronave.
Guardate voi stessi! Sono appena tornato., è la risposta di
ZAGOR medesimo, sbucato improvvisamente dalla foresta, con il
fucile laser stretto tra le mani. Change non può colpirvi, io
sì!... Arrendetevi!, dice ZAGOR ai suoi
sbigottiti nemici. Credendo che il Nostro non sappia usare la
sofisticata arma, Hays gli spara con il suo fucile, ma ZAGOR
schiva il proiettile e fa fuoco a sua volta, uccidendo il trapper.
L'eroe riesce poi, al termine di una dura lotta, a uccidere anche
KRAK e SHRIKE, quindi distrugge il fucile laser e si fa
ridare da Change la sua casacca. Adesso, come da accordi…
distruggeremo la tua astronave, dice ZAGOR all'alieno, che
risponde: Mantengo sempre le promesse. Ma c'è qualcosa che
cambierà, rispetto ai patti che avevamo stipulato. Non riprenderò
l'aspetto di Angel. Change assume infatti l'aspetto del
defunto Miles e dà a quest'ultimo l'aspetto di Angel.
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L'eremita
cieco (O. P. Heggie) offre ospitalità al mostro (Boris Karloff) in
Frankenstein
(James Whale, 1931)
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La
versione comica dell'incontro tra il mostro e l'eremita in
Frankenstein
junior
(Mel Brooks, 1974). Il primo è interpretato dal compianto Peter
Boyle, il secondo – ospitale ma terribilmente maldestro – da Gene
Hackman
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Sylvester
Stallone nei panni di Rambo nel secondo capitolo dell'omonima e
celeberrima saga cinematografica, Rambo 2 – La vendetta (George Pan
Cosmatos, 1985)
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Il
vecchio ha bisogno di un figlio… e non sono riuscito a impedire che
perdesse l'unico che aveva. Così, glielo restituiremo… e sarà
Angel quello che i mostri hanno ucciso qua fuori. Resterò sulla
Terra al posto di Miles, occupandomi di suo padre… il cui cuore ha
cambiato il mio. Detto questo, Change/Miles entra nella
capanna con ZAGOR e libera il vecchio (che chiama papà)
e la squaw, mentre l'eroe fa lo stesso con CICO e Tonka.
Vedendo il cieco stringere felice la mano del figlio, lo
Spirito con la Scure pensa: Sì… il vecchio ha bisogno di suo
figlio e l'alieno si è dimostrato degno di fiducia!... In ogni caso,
per il momento, non posso far altro che mantenere il segreto su di
lui.
Curiosità:
La scena in cui Change
e il vecchio s'incontrano per la prima volta (n. 613, pp. 56-62) cita
in maniera evidente una delle sequenze più famose del film La
moglie di Frankenstein (James Whale,
1935), nella quale il mostro (Boris Karloff) trova ospitalità nella
capanna di un eremita cieco (O. P. Heggie). La suddetta scena è
stata inoltre citata, in chiave parodistica,
dal regista Mel Brooks nell'esilarante
Frankenstein junor
(1974), dove, a impersonare l'eremita, è un irriconoscibile Gene
Hackman. Sempre a proposito di citazioni, lo ZAGOR
che, a torso nudo e con la cartucciera a tracolla, affronta nel
finale della storia i suoi avversari armato di fucile laser è una
dichiarata, nonché divertente, citazione di Rambo,
il celebre personaggio interpretato al cinema da Sylvester Stallone.
Tornando a Change
alias
Angel,
bisogna aggiungere che la sua capacità di assumere le sembianze
altrui richiama sia il personaggio di T-1000,
il malvagio e quasi indistruttibile cyborg che compare nel film
Terminator 2 – Il giorno del
giudizio (James Cameron, 1991), sia
quello di Maya,
l'affascinante aliena che è tra i protagonisti della seconda e
ultima stagione della serie televisiva italo-britannica Spazio
1999 (1975-1977).
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T-1000 (Robert Patrick),
il cyborg cattivo di Terminator 2 – Il giorno del giudizio (James
Cameron, 1991)
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Maya
(Catherine Schell) l'aliena mutaforma di "Spazio 1999" (1975-1977)
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COLUI CHE DORME
E’ uno spaventoso Unktehi, ovvero uno spirito malvagio delle acque, il cui aspetto è quello di un gigantesco serpente dotato di zampe artigliate. Questo mostro compare in Darkwood Anno Zero (M. Burattini [sog.&scen.] – G. Ferri [dis.], Speciale Zagor n. 13), storia – ambientata nel passato di ZAGOR - dove ci viene svelata l’origine del simbolo – l’Uccello del Tuono - che l’eroe porta sul petto. Colui che dorme dimora in un profondo crepaccio di Darkwood noto come la Grande Ferita, la cui ubicazione è stata rivelata a Pohaska, perfido stregone dei Delaware, dalle forze oscure che questi ha evocato. Pohaska intende sfruttare il grande potere di Colui che dorme per aumentare quello della sua tribù e diventare quindi, assieme al sakem Kanoxen, l’incontrastato dominatore della regione.
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Zagor Speciale n. 13, aprile 2001. Disegno di Ferri. |
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Colui che dorme si risveglia - Speciale ZGR 13, p. 155
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Per destare il mostro dal suo sonno millenario e al tempo stesso placare la sua fame, Pohaska usa far gettare nella Grande Ferita, dai guerrieri Delaware, i cadaveri dei coloni da essi uccisi. Ad opporsi a Pohaska e Kanoxen sono ZAGOR – che all’epoca non era ancora diventato lo Spirito con la Scure e si faceva chiamare con il suo nome vero, Patrick Wilding – e la bella e misteriosa Shyer. Figlia di uno sciamano Crow, Shyer – che ha più di cento anni - è stata prescelta, quand’era ancora una bambina, dal Grande Spirito, il quale, oltre a conservarla nella sua giovinezza, le ha donato straordinari poteri, come la capacità di leggere nel futuro e di compiere miracolose guarigioni. Shyer vive in una grotta posta sulla Rupe del Fulmine, un luogo magico che essa non può lasciare, pena l’invecchiamento e la morte. La sua sola compagnia è rappresentata dall’aquila Kaata, ed è grazie a essa che Shyer soccorre ZAGOR, ferito dai Delaware dopo aver salvato alcuni pionieri che costoro avevano attaccato. La potente sciamana guarisce il Nostro e gli fa un’importante rivelazione: anche lui è un prescelto dal Grande Spirito e dovrà scoprire l’importante missione che questi gli ha affidato. Alcuni giorni dopo, attraverso gli occhi di Kaata, Shyer vede che un altro gruppo di coloni si appresta ad attraversare il territorio dei Delaware: Prendendo le loro vite, Pohaska riuscirà sicuramente a risvegliare Colui che dorme!... Dobbiamo imperglielo!.
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Shyer si getta dalla Rupe del Fulmine per trasformarsi in Wakynian-Tanka - Speciale ZGR 13, p. 157
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La sciamana spiega a ZAGOR quale tremendo pericolo incombe su Darkwood: Gli Unktehi sono l’essenza del Male… il lato oscuro della Creazione […] Pohaska […] si sbaglia se crede che l’Unktehi gli obbedirà! Il suo rito […] servirà solo a scatenare qualcosa di terribile e inaudito… che uscirà dall’abisso per seminare distruzione!. Percorrendo una scala che si trova nella grotta di Shyer, ZAGOR raggiunge il territorio Delaware e riesce a sventare l’assalto degli indiani ai coloni. Si lascia però sfuggire Kanoxen, il quale, per impedire al Nostro di seguirlo, gli rivela di aver inviato alcuni suoi guerrieri sulla Rupe del Fulmine proprio allo scopo di uccidere Shyer (Pohaska, infatti, aveva scoperto, sempre grazie alle forze oscure, chi stava ostacolando i suoi piani). ZAGOR corre dalla sciamana e arriva in tempo per salvarla. Essendo ormai imminente il risveglio di Colui che dorme (giacché Pohaska non ha esitato a nutrirlo con i corpi degli stessi Delaware uccisi da ZAGOR e dai coloni), Shyer si trasforma - fondendosi con Kaata e sacrificando quindi la sua vita - in Wakinyan-Tanka, il grande Uccello del Tuono, l’unico essere in grado di sconfiggere gli Unktehi. In quello stesso momento, Colui che dorme sorge dall’abisso, ma – come aveva previsto Shyer - invece di obbedire a Pohaska, lo divora. Mentre i Delaware che erano con lo stregone fuggono, arriva dal cielo Wakinyan-Tanka, che, scagliando folgori dai suoi occhi, sconfigge l’Unktehi, rigettandolo nella Grande Ferita.
Colui che dorme ricompare ne La progenie del male (M. Burattini [sog.&scen.] – M. Pesce [dis.], nn. 549-550), dove rivediamo anche Shyer. All’inizio di questa storia, ZAGOR viene assalito e addirittura divorato dal mostro, sbucato all’improvviso da un crepaccio. Fortunatamente per l’eroe, si tratta solo di una visione
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Colui che dorme divora Pohaska – Speciale ZGR 13, p. 160
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Curiosità: Unktehi è una parola Sioux. Molti studiosi pensano che la credenza negli Unktehi sia nata tra questi pellerossa in seguito al ritrovamento di fossili di dinosauri, dei quali il loro territorio è particolarmente ricco. In maniera analoga, la credenza nell’Uccello del Tuono potrebbe aver avuto origine dal ritrovamento di fossili di pterosauro, il gigantesco rettile volante preistorico. Riguardo poi alla storia narrata nello Speciale, bisogna aggiungere che, come indicato nella nota di p. 148, la resa dei conti tra lo Spirito con la Scure e Kanoxen sarebbe avvenuta nella primissima storia di ZAGOR, La foresta degli agguati (G. Nolitta [sog.&scen.] – G. Ferri [dis.], n. 1)
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Wakynian-Tanka sconfigge il terribile Unktehi – Speciale ZGR 13, p. 161
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Sbucato improvvisamente da un crepaccio, Colui che dorme attacca Zagor - ZGR 549, p. 9
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Unktehi in un graffito preistorico americano.
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CORTE MALEDETTA
Il nome sotto cui, nella mitologia celtica, vengono raggruppate le creature malvagie (o Elfi dell’Oscurità) di Tir-Nan-Og. Ne Il principe degli elfi (M. Boselli [sog.&scen.] – M. Torricelli [dis.], Speciale n. 11), i mostruosi componenti della Corte Maledetta: Boobrie, Fuath, Urisk, Griffins, Brollachan, la Baobhan, le Morrigan, i FOMHOIR, i Firbolg ecc. - escono dalla capitale Tara per sbbarrare il passo a Auberon. Questi in groppa al suo destriero Phouka e aramato della fiammeggiante spada di Lug, affronta coraggiosamente gli elfi malvagi - che sono più di cento - e li sconfigge.
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Zagor speciale n. 11, aprile 1999. Disegno di Ferri. |
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I Firbolg catturano la bellissima elfa Diaphenia - Speciale ZGR 11, p. 99
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Gli Elfi della Corte Maledetta escono dalle porte di Tara – Speciale ZGR 11, p. 106
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Auberon lotta contro la Corte Maledetta – Speciale ZGR 11, p. 107
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CORVO GIGANTE
Compare ne La diabolica invenzione (M. Burattini [sog.&scen.] – F. Devescovi [dis.], nn. 339-341) e, al pari di altri animali presenti in questo episodio, non è una creatura veramente gigantesca, ma un comune corvo. Tuttavia, poiché ZAGOR si è fatto miniaturizzare dall’amico scienziato Adolfo Verybad (che ha inventato una macchina apposita), il nero volatile diventa, in rapporto all’eroe, un autentico mostro. Con la sua vista acuta, il corvo nota il minuscolo ZAGOR quando questi, per raggiungere la capanna in cui si è rifugiato il tenente Castle (uno dei cattivi della storia), sta attraversando quella che per lui è una vera e propria giungla di fili d’erba.
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Zagor n. 339, ottobre 1993. Disegno di Ferri. |
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Zagor si accorge che il corvo lo ha puntato – ZGR 340, p. 76
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L’uccello piomba dall’alto sull’eroe, che riesce però a evitare i suoi artigli. A questo punto, il corvo scende a terra e fruga tra l’erba alla ricerca della sua insolita preda, che nel frattempo si è armata di un sasso. Quando l’uccello si avvicina, ZAGOR lo colpisce vicino all’occhio sinistro con il sasso, per poi correre subito in direzione della capanna. Il corvo lo raggiunge presto e cerca di ghermirlo con una zampa, ma l’eroe riesce nuovamente a sfuggirgli ed estrae la pistola, mirando agli occhi del volatile. In quel momento, però, Castle esce dalla capanna e, vedendo il corvo, lo scaccia, salvando così - senza volerlo – il nostro ZAGOR.
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Zagor colpisce il famelico volatile con un sassolino – ZGR 340, p. 78
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Zagor n. 340, novembre 1993. Disegno di Ferri. |
Curiosità: Come scrive Angelo Palumbo nello Zagor Index Illustrato 301-400 (Paolo Ferriani Editore, 2004), La diabolica invenzione è un vero e proprio omaggio ai film di fantascienza degli anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta. Lo spunto della macchina capace di miniaturizzare cose e persone, infatti, è presente in classiche pellicole come “Il Dottor Cyclops”, di Ernest Beaumont Schoedsack (1940), “The Incredible Shrinking Man”, di Jack Arnold (1957) [anche se in questo caso, il protagonista diventa minuscolo non a causa di una macchina, bensì di misteriose radiazioni: infatti, il titolo italiano del film è Radiazioni BX: distruzione uomo, nda], e “Viaggio Allucinante”, di Richard Fleischer (1966). All’esperienza della miniaturizzazione non sono sfuggiti nemmeno Tarzan (nel romanzo di Burroughs “Tarzan e gli uomini formica”) e l’Agente Speciale John Steed (nell’episodio televisivo “Un esperimento stupefacente”). Alle opere elencate da Palumbo è d’obbligo aggiungere il romanzo di Richard Matheson Tre millimetri al giorno (1956), da cui venne tratto il sopracitato film di Jack Arnold.
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Zagor schiva per un soffio la zampata del corvo, ZGR 340, p. 79
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Il tenente Castle scaccia il corvo, salvando involontariamente il nemico Zagor – ZGR 340, p. 80
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Il protagonista di Radiazioni BX: distruzione uomo lotta con una tarantola
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CREATURE DELLA VALLE DEGLI SPIRITI
Mostruosi e feroci pellerossa che compaiono nelle storie L’uomo eterno (G. Pezzin [sog.&scen.] – F. Gamba [dis.], nn. 189-191) e Gli invasati (M. Burattini [sog.&scen.] – F. Gamba [dis.], nn. 343-344). Come dice il nome, essi vivono nella Valle degli Spiriti, un’immaginaria regione situata nello Stato americano del Vermont. Ne L’uomo eterno, Hegel von Axel, un malvagio alchimista di Norimberga dal volto sfregiato, dopo aver soggiogato tramite una droga la volontà degli indiani Pequot, fa altrettanto con CICO e con i trapper Doc, Rochas e Chapman.
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Zagor n. 190, maggio 1981. Disegno di Ferri. |
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Zagor e von Axel alle prese con gli indiani mutati della Valle degli Spiriti – ZGR 191, p. 4
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Tenendo prigionieri i tre in un fosso, von Axel costringe ZAGOR ad aiutarlo a recuperare il Calice di Hugbert, un oggetto forgiato in uranio con il quale l’alchimista intende realizzare un filtro in grado di donargli l’immortalità. A custodire il calice sono proprio i mostruosi indiani della Valle degli Spiriti, i quali, a causa delle potenti radiazioni emesse dall’oggetto, hanno assunto un aspetto raccapricciante: orecchie a punta, gobba e occhi completamente bianchi (sono infatti ciechi, ma compensano questo handicap con un olfatto e un udito finissimi). Respinto un primo attacco dei mostri, ZAGOR penetra nel loro villaggio assieme a von Axel, che s’impossessa del calice. Inseguiti dalle creature, i due giungono nei pressi del ponte sospeso che costituisce l’unica via di uscita dalla Valle degli Spiriti e sotto il quale scorre un fiume impetuoso. ZAGOR si fa precedere dall’alchimista, il quale, percorso tutto il ponte, taglia le funi, facendo precipitare l’eroe (di cui non ha più bisogno) e una parte dei mostri nel fiume. Lo Spirito con la Scure ovviamente si salva e, liberati gli amici, raggiunge la montagna dove si trova la grotta in cui von Axel sta preparando il filtro dell’immortalità. L’eroe riesce infine a fermare l’alchimista, che viene travolto dall’esplosione della suddetta montagna.
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Zagor n. 191, giugno 1981. Disegno di Ferri. |
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Zagor scopre che i mostri sono completamente ciechi – ZGR 191, p. 8
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Ne Gli invasati, le creature della Valle degli Spiriti diventano i devoti sudditi del redivivo von Axel, il quale, rifugiatosi in una caverna sotterranea che ha assorbito le radiazioni del Calice di Hugbert, si è trasformato in un essere simile ai succitati indiani. Con l’aiuto delle creature, l’alchimista mette in atto la sua vendetta contro ZAGOR, che consiste nel soggiogare, tramite delle pietre radioattive, le menti degli abitanti di Darkwood, in particolare quelle dei soldati di Fort Benton, in modo da scatenare una guerra tra questi ultimi e gli indiani. Dopo varie peripezie, ZAGOR riuscirà nuovamente a sconfiggere von Axel, che stavolta morirà per davvero. Stesso destino toccherà ai suoi mostruosi sudditi.
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Zagor n. 344, marzo 1994. Disegno di Ferri. |
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Zagor si sbarazza definitivamente dei mostruosi pellerossa – ZGR 344, p. 90
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La morte di von Axel – ZGR 344, p. 96
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Massimo Capalbo
N.B. Trovate i link alle altre lettere degli Zagor Monsters andando sulla pagina della Mappa!
Veramente Ferri è nato nel 1929...
RispondiEliminaRingraziamo l'amico lettore per la segnalazione dell'errore (corretto): avevamo incosapevolmente ringiovanito di 5 anni il grande Ferri!
EliminaF.
Nel primo albo di "Ombre su Darkwood" Bosseli come già scritto s' è voluto rifare al dottor Moreau probabilmente oltre alla storia "Il vendicatore alato". Difatti compaiono altri indiani volanti e addirittura il redivivo Ben Stevens. Questa prima aprte è la più "debole" della vicenda secondo me, ma comunque coinvolgente.
RispondiElimina"La montagna degli dei" è il bell' esordio di Sclavi che attinge dalla figura di Ercole per creare un' avventura avvincente con Zagor che deve affrontare varie prove. La figura folle di Basileus è ben delineata e Cico ha il giusto spazio. Sclavi poi recupera anche la caratteristica di Zagor di terrorizzare i nemici. Sebbene in quel periodo non abbia raggiunto il picco di Castelli de IRDV, è stato a mio parere più costante e più rispettoso della tradizione zagoriana. Oltre a dimostrarsi il più creativo creando villain come il folle e spietato Akharam, Thunderman, l' ultimo vestito simil Zagor fino ad ora, il simpatico, sognatore e "strambo" Dickwick, l' ambiguo Akenat... forse non gli è riuscita benissimo "Devil mask" che avrei fatto durare di più con Il' approfondimento del giovane disabile. "Il profeta" fa storia a se. Chiaramente la "peggiore" si Sclavi, recuperata come riempitivo dopo qualche anno.
Altra avventura del periodo è l' ultima di Pezzin, "La valle degli spirito". Da ragazzino la ricordavo meglio, ma comunque è godibile e coinvolgente. Anche il buon Giorgio crea un suo bel villain, Agel Von Axel. Inizio della storia molto misterioso e proseguimento avventuroso.
Di recente s' è scoperto che nel suo elenco di storie Pezzin sembra non avere questa. ma un ritorno di Kandrax! Che dovesse essere questo poi trasformato nell' avventura con Von Axel!?! Abbastanza probabile. Almeno rispetto secondo me a LVDK attribuita ormai da oltre dieci anni a Nicolai. Poi non voglio pensare che il ritorno, per altro secondo me riuscito, del druido sia una storia nel cassetto!
Del ritorno burattiniano mi è piaciuta molto la prima parte, molto misteriosa e drammatica, mentre la seconda l' ho trovata un po troppo affrettata.
Curioso che fin' ora Zagor non avesse mai affrontato il tema della miniaturizzazione con Nolitta amante dei film di fantascienza e fantastici degli anni 30, 40 e 50!
mancanza risolta con Burattini che crea un' avventura in stile classico e godibile e ridà un' immagine un po più caricaturale a Verybad dopo che Toninelli ci aveva mostrato il suo lato più serio.