Per
questo caldo agosto, mese per eccellenza dedicato alla scoperta di
nuovi luoghi, ho scelto una storia del Piccolo Ranger che narra di un
viaggio esplorativo in una regione remota e sconosciuta alla comunità
scientifica. Il racconto articolato nei tre albi La
barriera invisibile,
Viaggio nella
preistoria, I
rettili sapienti
(PR 152-154, luglio-settembre 1976) è scritto da Decio Canzio e
disegnato dalla bravissima Lina Buffolente. Le copertine sono state
realizzate da Luigi Corteggi, che aveva sostituto Frank Donatelli in
quel periodo impegnatissimo con Zagor. Canzio ha dato una nuova
giovinezza alla serie (ha preso in mano la testata dal 1973) e
soprattutto è riuscito a cambiare molti aspetti di una collana che
con Lavezzolo era ormai fuori tempo. Per questo ho voluto inaugurare
questa incursione nella testata con una storia scritta da Canzio, un
grande narratore con cui sento una naturale affinità. Lo
sceneggiatore milanese, aggiungo e chiudo, è stato per trent’anni
il Direttore generale della Sergio Bonelli Editore.
Jurassik
Park ante litteram
Kit
Teller e Frankie Bellevan affrontano insieme al bizzarro professore
Tim Holt (già apparso nel n. 60) un viaggio in una valle remota dove
c'è una roccia magnetica, di cui non si conosce la provenienza, che
mette in difficoltà le calamite dei territori del sudovest. I Nostri
scoprono una valle sospesa nel tempo, dove la fauna giurassica regna
ancora sovrana: un tema affascinante che evoca immagini di un mondo
perduto e misterioso. Però, come intuisce Kit, la valle non è del
tutto sigillata ed è possibile accedervi dal cielo, come spiega la
presenza in quel luogo di un'aquila reale. La presenza dell'aquila
potrebbe anche indicare un equilibrio ecologico delicato, dove specie
di epoche diverse coesistono e si influenzano a vicenda. La valle,
quindi, diventa un luogo di incredibile interesse scientifico e
avventuroso, un ponte tra il passato e il presente dove ogni scoperta
potrebbe riscrivere, come afferma il professor Tim Holt, la storia
naturale come era allora conosciuta.
I rettili sapienti
Durante
l’esplorazione della valle, i Nostri si imbattono anche in alcuni
strani rettili (stanno in piedi e utilizzano delle primitive
imbarcazioni) che sembrano guidati da un’intelligenza
organizzativa. Ma le sorprese sono soltanto all’inizio: dopo essere
stati catturati, Kit e company vengono condotti al cospetto del
Saggio Orchszky, a guida di una comunità di rettili sapienti. Nel
vasto e complesso universo della narrativa fantascientifica, i
rettili sapienti emergono come una metafora potente per esplorare le
sfaccettature dell’evoluzione umana e della nostra moralità.
Questi personaggi rettiliani, con la loro saggezza antica e a volte
inquietante, sollevano questioni etiche profonde che risuonano con le
teorie di Darwin sull’evoluzione naturale: infatti, attraverso i
millenni, questi rettili hanno acquisito capacità intelligenti
tipiche dell’umanità. La loro prospettiva unica ci sfida a
riflettere sulla nostra posizione nell’ecosistema terrestre e sulle
implicazioni delle nostre azioni. La loro critica sulla natura
violenta dell’umanità ci costringe a guardare in uno specchio che
non riflette solo la nostra immagine, ma anche le conseguenze delle
nostre scelte. La loro esistenza nel tessuto narrativo funge da
catalizzatore per un esame di coscienza collettivo, spingendoci a
considerare se le nostre azioni sono giustificate dalla sopravvivenza
o se sono guidate da motivazioni meno nobili.
Riflessioni
lombrosiane
Il
confronto tra Kit e Tiger Riff (il cattivo
dell’avventura), e la domanda provocatoria del Saggio rettile
Orchszky, sottolineano ulteriormente la complessità delle
interazioni sociali e la difficoltà di discernere la verità in un
mondo pieno di maschere e apparenze. La bellezza esteriore, come
suggerisce il Saggio, spesso inganna, e la verità può essere
nascosta dietro un volto che la società considera meno attraente.
Questa narrazione ci invita a esplorare non solo la natura della
verità, ma anche come percepiamo e giudichiamo gli altri, sfidando i
nostri preconcetti e pregiudizi. In definitiva, i rettili sapienti ci
offrono una lente attraverso cui possiamo esaminare la nostra
esistenza, le nostre credenze e il nostro impatto sul mondo che ci
circonda, lasciandoci con domande più grandi di quelle a cui
possiamo facilmente rispondere. Qui Canzio compie un lavoro che,
partendo da un godibile spunto avventuroso, tocca temi desueti per
una serie in teoria indirizzata a un target molto giovane. In
conclusione di questo paragrafo riporto le
sottili parole del
Saggio Orchszky rivolte a Kit Teller: Quale
metro di misura dovrei usare, secondo te, per capire chi fra voi due
mente? (tra Kit e
Tiger Riff), Forse
il fatto che tu sei bello e lui è brutto?
La responsabilità delle scelte
L’albo
I rettili sapienti è
incentrato sui dubbi di Orchszky sul come proteggere il segreto della
valle sospesa e dei rettili sapienti, dubbi dettati da una
comprensibile sfiducia nei confronti dell'umanità. Durante la lotta
tra Kit e Tiger Riff il Saggio scopre chi è davvero dotato di nobili
sentimenti: forse la sua considerazione su gli uomini sta cambiando,
almeno nei riguardi di Kit e dei suoi amici. La decisione del Saggio
Orchszky di lasciarli andare segna un punto di svolta nella
narrazione, rivelando una profonda riflessione sulla natura umana, ma
è anche il riconoscimento della purezza e dell'integrità di Kit e
dei suoi compagni. Questo gesto simboleggia la speranza che,
nonostante le imperfezioni, ci siano individui capaci di portare
avanti valori nobili e di custodire i misteri del mondo con rispetto
e responsabilità. La storia si arricchisce così di un nuovo strato
di significato, invitando il lettore a riflettere sul potere delle
scelte individuali e sull'importanza di proteggere la conoscenza per
il bene comune.
Lina
Buffolente in digitale
Lina
Buffolente, nata nel 1924 (scomparsa nel 2007), è stata una pioniera
del fumetto nazionale, riconosciuta come la prima donna del settore
in Italia. La sua arte si distingue per la capacità di catturare
l'essenza dell'avventura e del dramma attraverso linee espressive e
composizioni dinamiche. Formata all'Accademia di Belle Arti di Brera,
Buffolente ha iniziato la sua carriera giovanissima, collaborando con
diversi artisti e varie Case editrici. Il suo stile grafico,
influenzato dalle sfide e dalle opportunità del dopoguerra,
rifletteva un'epoca di cambiamento e innovazione nel fumetto
italiano, contribuendo a definire il medium per le generazioni
future. In questa avventura, Lina Buffolente mostra una cura del
dettaglio e una capacità di cercare inquadrature molto ardite e
particolari per una serie tradizionale come Il Piccolo Ranger.
Giampiero Belardinelli
N.B. Trovate i link alle altre puntate di Bonelli in digitale su Cronologie & Index!
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