martedì 7 ottobre 2014

THE DARK SIDE OF TEX! "G": DA "GHUNDAR" A "GUERRIERI LUPO"!

di Massimo Capalbo

Arriviamo così alla lettera G (con tre voci da far accapponare la pelle, una delle quali tutta illustrata in Technicolor, riferendosi a Tex n. 600) dell'enciclopedia dell'horror texiano che sta compilando per Dime Web il nostro instacabile Massimo "Max" Capalbo. E, come abbiamo fatto per l'introduzione alla lettera H degli Zagor Monsters, diamo uno sguardo sul Web in cerca di voci che parlano di The Dark Side of Tex - in ordine sparso! Partiamo dunque dal blog Il Gatto con la Scure, continuiamo con Zagor e altro (a cura di Baltorr) e proseguiamo con Il diario di un pessimo autore. Come al solito siamo anche su Liquida (et similia) e ricordiamo infine il bell'intervento sul prestigioso sito portoghese Tex Willer Blog (che riprende, in traduzione, anche alcuni nostri Diamo i Numeri). Una lista sicuramente parziale: vi preghiamo dunque di segnalarci altri link!
Ribadiamo, infine, che tutte le illustrazioni delle schede sono selezionate da Max stesso, mentre quelle introduttive sono state "pescate in Rete" dalla redazione (e stavolta abbiamo voluto omaggiare i tre pards), citando le fonti: vi invitiamo però a indicarci eventuali errori e omissioni. (s.c. & f.m.) 

Tiger Jack di Dante Spada (dal Tex Willer Forum)


LEGENDA 
  • I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’opera. Fanno eccezione i nomi del protagonista della serie, TEX, e quelli dei suoi pards – KIT CARSONTIGER JACKKIT WILLER - che sono sempre scritti in questo modo, tranne quando sono inseriti nei crediti di una storia o fanno parte del titolo di un libro (ad esempio: Atlante di Tex). 
  • Con l’unica eccezione di TÉNÈBRES, RAPHAEL, i personaggi dalla doppia identità sono stati indicati con la loro identità fittizia piuttosto che con il nome vero (ad es.:TAGLIATORE DI TESTE invece che BARRERA, JUANSVENTRATORE invece che BARLOW, SALLY).
  • Alcuni personaggi sono stati indicati con il soprannome piuttosto che con il nome vero (ad es.: COLORADO BELLE invece che MORROW, ALICEEL MORISCO invece che JAMAL, AHMED). Riguardo al citato EL MORISCO, la voce a lui dedicata è stata inserita sotto l’iniziale del soprannome vero e proprio – quindi la M -, invece che sotto la E, cioè l’iniziale dell’articolo. 
  • Per quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia alla memoria dei lettori in modo più efficace (anche se, in alcuni casi, il nostrotitolo non coincide con quello usato abitualmente dai lettori). Ad esempio, la storia dei nn. 265-268 viene indicata con il titolo del n. 267, Tex contro Yama, perché esso è, per l’appunto, più rappresentativo rispetto a L’ombra di Mefisto (n. 265), La strega (n. 266) e I Figli del Sole (n. 268) 
Carson con Tex (disegno di  Beniamino Del Vecchio)




Nota sui collegamenti ipertestuali

The Dark Side of Tex è un "lavoro in corso" che si svilupperà nei prossimi mesi, abbracciando numerosi post - uno per ogni lettera dell'alfabeto - fino ad arrivare alla conclusione.
I collegamenti ipertestuali fra le varie voci non saranno dunque possibili tutti e subito... e vi spieghiamo subito perché!
Collegheremo con link diretti ogni riferimento ad altre voci dell'opera partendo necessariamente dalle voci già apparse.
Ci preme dunque ribadire e sottolineare che, non essendo possibile creare link a post futuri, ricostruiremo tutti i link a ritroso solo quando sarà possibile. I link saranno però sempre e soltanto fra URL diverse e non all'interno di uno stesso post. Vorrete perdonarci (e segnalarci!) eventuali errori e omissioni! I link - essendo come abbiamo detto sopra fra URL diverse - porteranno sempre e comunque all'inizio di un altro post e non esattamente alla voce di riferimento.

Per facilitare fin dall'inizio l'uso dell'opera, abbiamo creato una pagina apposita di collegamenti alle varie voci, alla quale potete accedere dovunque siate, andando sotto al logo Dime Web: anche in questo caso il link vi porterà al post giusto, scorrendo il quale troverete in un attimo la voce cercata!


 
Kit Willer di Dante Spada (dal Tex Willer Forum)


G
GHUNDAR 
GRANCHI GIGANTI
GUERRIERI LUPO


GHUNDAR 

Compaiono in Un mondo perduto (G. L. Bonelli [sog.&scen.] - E. Nicolò/V. Monti [dis.], nn. 282-283) e sono un misterioso popolo che vive sul monte Rainier (Stato di Washington). Da qui i Ghundar – che, a causa di una mutazione, hanno la pelle squamosa e unghie che sembrano piccoli artigli - compiono razzie ai danni degli indiani Klamath, rapendo le loro donne. Per chiarire il mistero dei rapimenti, il trapper canadese Gros-Jean chiama in aiuto i quattro pards, che lo raggiungono nella cittadina di Yakima. Nel saloon Old Fox, Gros-Jean mostra a TEX e agli altri la fibbia perduta da uno degli enigmatici rapitori, sulla quale è inciso uno strano disegno.


Tex n. 282, aprile 1984. Disegno di Galep

 
I Ghundar attaccano gli avventurieri di Yakima - TEX 282, p. 65


L’oggetto è in oro massiccio e il simpatico trapper non nasconde ai suoi amici di essere interessato, oltre che a liberare le squaw rapite, a scoprire il giacimento da dove tale oro proviene. I Nostri organizzano subito una spedizione, alla quale prendono parte anche il capitano Olden (comandante della nave, la Silver Star, che ha condotto i pards da Kennewick a Yakima) e il professor Hans Steiner, che spera di ritrovare suo padre Friedrich, scomparso anni prima sul Rainier. A loro insaputa, i pards e i loro amici – a cui si aggiungono due guide Klamath - sono seguiti da quattro avventurieri di Yakima, desiderosi di mettere le mani sull’oro della montagna. Costoro però, accampatisi durante una forte nevicata notturna, vengono assaliti e massacrati dai Ghundar, i quali hanno il volto interamente coperto da un cappuccio, indossano guanti e lunghi mantelli e usano lance sulla cui punta – come notano i pards quando trovano i cadaveri degli sfortunati avventurieri - è inciso lo stesso disegno delle loro fibbie. La notte successiva, i Ghundar attaccano anche i Nostri (che hanno già perso il capitano Olden e una delle guide), i quali si stanno ormai avvicinando al loro rifugio, ma dei quattro assalitori solo uno riesce a scampare ai proiettili di TEX e CARSON. Spuntata l’alba, i pards e gli altri si addentrano nel covo dei Ghundar, imboccando una stretta galleria – che si apre nella parte più alta del Rainier - sulle cui pareti sono incise bizzarre figure. Dopo aver attraversato un’altra galleria e un ponte roccioso (sotto il quale scorre un fiume in cui i Ghundar gettano i propri morti), i Nostri sbucano in una caverna di ghiaccio, al cui centro sorge, incastrata nella roccia, un vascello cosmico (ma solo Steiner, grazie alle sue conoscenze, ha intuito che si tratta appunto di un’astronave), all’interno del quale si trova una sala piena di strani macchinari, ancora in funzione.

I pards e i loro compagni osservano da vicino un Ghundar - TEX 282, p. 88

Tex e gli altri entrano nell’astronave - TEX 282, p. 103



Usciti dall’astronave, TEX e gli altri s’infilano in un’altra galleria e giungono in una vasta sala naturale dove è stato riprodotto, in piccolo, un villaggio Klamath: è qui che vivono le squaw rapite. I Nostri vengono però catturati dai Ghundar, che agiscono agli ordini di un misterioso incappucciato, il quale altri non è che Friedrich Steiner (vedi SIGNORE DEI GHIACCI). Costui svela ai suoi prigionieri, rinchiusi nella Sala del Grande Cristallo, il mistero del vascello cosmico – una delle tante astronavi con cui, anticamente, una razza extraterrestre era discesa sulla Terra, insediandosi sui monti più alti del pianeta con l’intento di colonizzarlo. Ma, purtroppo, - racconta l’incappucciato – qualcosa non funzionò… alcuni dei vascelli cosmici si schiantarono… …e l’atmosfera terrestre si rivelò letale per i pochi colonizzatori superstiti, che morirono uno dopo l’altro… . Steiner senior racconta, inoltre, come sia riuscito a diventare il capo dei Ghundar, i quali avevano massacrato i suoi compagni di spedizione e avrebbero fatto lo stesso con lui se, vedendolo uscire dall’astronave, non lo avessero creduto un dio. Di quei miseri esseri feci il primo drappello della mia armata: li istruii, li rivestii utilizzando le stoffe contenute nella stiva del vascello… stoffe sottilissime, ma che proteggono dal freddo molto più delle pellicce… …organizzai le razzie ai villaggi Klamath, studiando poi gli incroci tra i Ghundar e le donne indiane … . Rifiutata la proposta dell’incappucciato di diventare i suoi più fedeli servitori, i Nostri - grazie all’aiuto di una delle squaw prigioniere, la coraggiosa Dorkan – riescono a fuggire e, dopo aver sconfitto un gruppo di Ghundar ed essersi impossessati delle loro lance, penetrano nel laboratorio del SIGNORE DEI GHIACCI.

I Ghundar catturano i Nostri - TEX 282, p. 110

Tex e i suoi compagni si fanno largo tra i Ghundar - TEX 283, p. 20


A difendere il loro capo, arriva un altro gruppo di Ghundar; Gros Jean scaglia contro di essi la sua lancia, che però colpisce i sofisticati macchinari del laboratorio, facendone scaturire una grande fiammata. A questa ne seguono subito altre, una delle uccide Steiner senior e una parte dei suddetti Ghundar. Gli altri muoiono invece sotto le zanne dei feroci lupi – i Guardiani del Tempio - liberatisi in seguito alla distruzione del laboratorio, alcuni dei quali sono poi uccisi dai Nostri. Mentre alle loro spalle si scatena un autentico inferno, TEX e gli altri, guidati da Dorkan, s’infilano in una galleria che sbuca in una grande caverna dove si trova uno stretto ponte di ghiaccio. I pards e i loro compagni lo attraversano; la squaw invece esita, perché ha paura che il ponte, che già sta tremando, crolli del tutto. Dorkan si decide solo quando dalla galleria spuntano i Ghundar superstiti, ma, sotto il peso della squaw e dei suoi inseguitori, il fragile ponte inizia a vibrare ancora di più, fino a spezzarsi, facendo precipitare nel crepaccio sottostante sia la sfortunata Dorkan che gli incappucciati. Superate altre peripezie, i Nostri riescono alla fine a uscire sani e salvi dal Rainier. 

La terribile fine dei Ghundar - TEX 283, p. 29

Il monte Rainier (Stato di Washington)

 
Curiosità: Nell’Atlante di Tex (Il Minotauro, 2001), Aurelio Sangiorgio scrive, alla voce Ghundar, che questi sono una popolazione extraterrestre precipitata sul monte Rainier con la sua astronave. In realtà, i Ghundar non sono affatto extraterrestri, ma, per l’appunto, indiani mutanti. A renderli tali, sono state, quasi certamente, le radiazioni emesse dal vascello cosmico schiantatosi sul Rainier. Gli unici, veri alieni della storia – il cui titolo cita dichiaratamente Il mondo perduto (1912) di Arthur Conan Doyle - sono gli uomini delle stelle di cui parla il SIGNORE DEI GHIACCI, i quali, essendo una sorta di lucertoloni bipedi, richiamano alla mente i Rettiliani o Rettiloidi che, secondo alcune deliranti teorie complottiste, dominano segretamente il nostro pianeta, spesso nascondendosi sotto le sembianze di uomini politici e industriali. Tornando ai Ghundar, è probabile che a confondere Sangiorgio sia stato il fatto che anche essi, al pari dei suddetti extraterrestri, hanno una pelle simile a quella delle lucertole.


Identikit di un Rettiliano, il cui aspetto ricorda molto quello degli alieni precipitati sul Rainier




GRANCHI GIGANTI 

Gli ultimi mostri che TEX, suo figlio KIT e TIGER JACK affrontano nella seconda parte della storia Le Terre dell’Abisso (G.L. Bonelli [sog.&scen.] – A. Galleppini [dis.], nn. 47-48). I tre pards hanno appena respinto l’assalto dei MAKANDRA, quand’ecco che i granchi giganti spuntano dal lago sotterraneo e salgono verso il sentiero roccioso dove si trovano i Nostri e i loro amici Kotomi - un giovane Hopi - e Moya, la sua ragazza. Poiché i proiettili dei winchester rimbalzano sulla robusta corazza dei granchi, i pards lanciano dei grossi massi contro di essi, riuscendo a ributtarli nel lago. I mostruosi crostacei, però, riemergono e raggiungono il sentiero, decisi a non lasciarsi sfuggire le potenziali prede. Per l’inferno! Via!... – grida TEX agli altri – Sono in troppi e vedo che ne continuano a emergere dal lago!. KIT, da parte sua, manda avanti Kotomi e Moya, e, dopo aver sparato a uno dei granchi negli occhi (l’unico punto vulnerabile di questi bestioni corazzati), raggiunge il resto del gruppo. 


Tex n. 47, settembre 1964. Disegno di Galep

I granchi giganti insidiano i pards e i loro amici - TEX 48, p. 39

I tre pards scagliano grossi massi contro i mostruosi crostacei - TEX 48, p. 40

Kit spara spara negli occhi a un granchio - TEX 48, p. 41

 
Curiosità: La seconda parte de Le Terre dell’Abisso (riguardo alla prima parte vedi MAH-SHAI) è vistosamente ispirata a uno dei più famosi romanzi di Jules Verne, Viaggio al centro della Terra (1864). Tuttavia, dimensioni a parte, i famelici crostacei della storia texiana hanno poco a che vedere con le creature presenti nella suddetta opera, ma ricordano piuttosto i granchi mutanti del film L’assalto dei granchi giganti (Roger Corman, 1957). Bisogna dire, però, che i mostri di Galep sono molto più efficaci di quelli di Corman, i cui film, seppur interessanti per diversi aspetti, sono caratterizzati da scadenti effetti speciali.


Non potendo fronteggiare da solo gli altri granchi, Kit fugge - TEX 48, p. 42

Jules Verne, autore di Viaggio al centro della Terra (1864) e di tanti altri romanzi fantastici

Un fotogramma del film L’assalto dei granchi giganti (Roger Corman, 1957)



GUERRIERI LUPO 

Sono i demoni del Nord della storia omonima (M. Boselli [sog.&scen.] – G. Ticci [dis.], n. 600), ambientata nell’attuale Columbia Britannica (precisamente, nel Caribou Country del distretto di Mackenzie). Si tratta di feroci indiani cannibali che adorano il fuoco, indossano pelli di lupo e si limano i denti per renderli simili a zanne. Vivono sulle Colline delle Nebbie e compiono periodiche incursioni ai danni non solo delle altre tribù della zona (Cree, Dogrib, Yellowknife), ma anche dei bianchi. E’ il caso delle Giubbe Rosse di Fort Hope, che, in una gelida notte di nebbia, vengono attaccate e massacrate dai Guerrieri Lupo. Alcuni soldati vengono divorati sul posto, e le loro teste infisse su dei pali; altri, invece, sono fatti prigionieri e trascinati, insieme a uno dei due scout Yellowknife, nel villaggio dei cannibali. Due mesi dopo la strage, Jim Brandon, colonnello delle Giubbe Rosse e grande amico di TEX e CARSON, decide di fare luce sul terribile – e, per lui, ancora misterioso - avvenimento. A tale scopo, Brandon chiama in aiuto i quattro pards, i quali, già allertati da un sogno premonitore di NUVOLA ROSSA, lo raggiungono a Fort St. John. Qui, i Nostri vengono messi al corrente di quanto accaduto a Fort Hope e fanno la conoscenza dell’ufficiale medico Stevenson, etnologo di fama. Questi spiega loro che, in base al racconto dei due trapper Métis - Paul Danglard e Petit Louis - che hanno scoperto il massacro, i responsabili non appartengono a nessuna tribù conosciuta.

Tex n. 600, ottobre 2010. Disegno di Villa
 
L’inizio del massacro di Fort Hope - TEX 600, p. 45


Tra gli Inuit di quelle terre – dice Stevenson - c’è una leggenda… quella del “popolo che vive nascosto nella nebbia”, uomini che hanno corpo umano, ma animo e voracità da lupi… è a questo che ho pensato, quando ho saputo del massacro di Fort Hope. Il giorno seguente, i Nostri partono con Brandon e Stevenson per il Caribou Country, assieme ad altre dieci Giubbe Rosse e cinque guide Cree. Lì giunta, la spedizione deve subito guardarsi dai Dogrib: infatti, lungo il cammino verso il villaggio Yellowknife (che si trova a poca distanza dal forte dove è avvenuta la strage), i due ranger e Volpe Nera (il capo delle guide) subiscono un agguato a opera di un gruppo di giovani guerrieri, che però hanno la peggio. Costretti ad arrendersi, i Dogrib -tra i quali vi sono Detah e Gwinee, rispettivamente figlio e nipote del sakem Retzoh - negano di essere i responsabili del massacro di Fort Hope, che attribuiscono invece agli spiriti maligni del Nord, guerrieri della nebbia, demoni spuntati dalle viscere buie della terra e che appaiono solo di notte perché odiano la luce del sole e tutto ciò che appartiene al Grande Spirito!. Qualche ora dopo, i pards e i loro compagni arrivano all’accampamento degli Yellowknife (che sono acerrimi nemici dei Dogrib), dove incontrano, oltre a Danglard e Petit Louis, l’indiano Lontra, l’altro scout di Fort Hope. Questi racconta ai Nostri ciò che è successo la notte della strage e come egli sia riuscito, fortunosamente, a salvarsi. Riflettendo sul racconto di Lontra, Volpe Nera e Stevenson ipotizzano che i Guerrieri Lupo compiano le loro sanguinose incursioni solo nelle notti di luna piena, probabilmente perché essa ha un significato sacro per loro.

Uno dei Guerrieri Lupo attacca di sorpresa Kit - TEX 600, p. 59

Lo spaventoso aspetto di un Guerriero Lupo - TEX 600, p. 64


Questa ipotesi, che non convince TEX, viene avvalorata dalle parole di Danglard, il quale, oltre a ricordare ai Nostri che mancano solo due notti alla prossima luna piena, dice loro che, guarda caso, da un mese – cioè dalla precedente luna piena – non si hanno più notizie di una banda di Yellowknife che vive più a nord. Il giorno dopo, mentre TEX e CARSON – i quali restano scettici sulle teorie di Stevenson - si recano a Fort Hope, trovandolo ancora in buono stato, KIT e TIGER, accompagnati da Danglard, giungono al villaggio degli Yellowknife scomparsi, scoprendo che essi sono stati effettivamente attaccati dai Guerrieri Lupo. Poiché sta calando il buio e dalle Colline delle Nebbie s’intravedono delle luci inquietanti (le torce dei cannibali), i tre decidono di ritornare in fretta dai loro compagni. Mentre attraversano la foresta, vengono però assaliti dalle avanguardie dei Guerrieri Lupo, che uccidono il cavallo di KIT e feriscono il trapper. I due pards riescono a respingere il primo assalto, ma è necessario l’intervento di TEX, CARSON e Brandon per chiudere la partita. Finalmente ricredutosi, TEX porta il corpo di uno dei cannibali al villaggio Yellowknife, per convincere Lontra e la sua gente che i demoni del Nord non sono affatto spiriti immortali, ma uomini in carne e ossa. All’alba del giorno seguente, dato l’imminente attacco dei Guerrieri Lupo, i quattro pards e le Giubbe Rosse organizzano il trasferimento di tutta la tribù a Fort Hope, intorno al quale vengono sistemate delle trappole (pali acuminati e candelotti di dinamite nascosti sotto il terreno). Non visti, Detah e i suoi Dogrib spiano gli Yellowknife, per poi entrare nel villaggio abbandonato, dove TEX ha lasciato, legato a un palo, il cadavere mostrato a Lontra, in modo da far vedere ai Guerrieri Lupo che né lui né i suoi compagni hanno paura di loro.

Gli indiani cannibali assaltano Fort Hope - TEX 600, p. 87

Il tempio sotterraneo dei Guerrieri Lupo - TEX 600, p. 103


L’assalto dei demoni del Nord a Fort Hope inizia, come previsto, al tramonto, ed è preceduto da un duro scontro nella foresta con TEX e CARSON, i quali - prima da soli, poi affiancati da TIGER e dai Cree di Volpe Nera - respingono una parte degli aggressori e, inseguiti dagli altri, si rifugiano in tempo tra le palizzate. I Guerrieri Lupo attaccano il fortino da ogni parte, e sebbene subiscano grosse perdite, riescono - scagliando numerose frecce incendiarie - a far crollare il lato sud e, infine, a sfondare il portone. Per fortuna, i Nostri ricevono l’inaspettato e provvidenziale aiuto dei Dogrib, i quali disperdono i cannibali. Il mattino seguente, Detah e Gwinee spiegano a TEX e agli altri di averli aiutati sia perché due giorni prima essi li avevano trattati con lealtà, sia perché, avendo visto il cadavere lasciato dal ranger al villaggio Yellowknife, sono riusciti a convincere Retzoh che i Guerrieri Lupo sono normali esseri umani. La gioia per la vittoria, tuttavia, dura poco, giacché si scopre che i cannibali, prima di fuggire, hanno trascinato con loro Stevenson, Ryan, Lontra e Danglard. Decisi a liberare costoro, i pards - assieme a Brandon, Volpe Nera e Gwinee, che fa da guida - raggiungono le Colline delle Nebbie, e, dopo aver trovato il villaggio dei Guerrieri Lupo deserto e aver attraversato un paesaggio infernale, pieno di geyser ribollenti, penetrano nel loro tempio, che si trova all’interno di un vulcano.

Tex, Tiger e Kit prendono di sorpresa i Guerrieri Lupo e il loro stregone - TEX 600, p. 107

L’esplosione del vulcano decreta la fine dei Guerrieri Lupo - TEX 600, p. 113


A guardia di esso, vi sono quattro sentinelle, di cui i Nostri si sbarazzano con facilità. Intanto, in una caverna con al centro una pozza bollente, Stevenson e i suoi compagni di prigionia - tra cui vi è anche il sergente Lautrec, unico sopravvissuto della guarnigione di Fort Hope - assistono impotenti al sinistro banchetto dei cannibali (che stanno divorando l’altro scout Yellowknife) e alla danza rituale dello stregone. A un certo punto, costui si avvicina ai prigionieri e sceglie Ryan, il quale viene preso da alcuni Guerrieri Lupo e condotto vicino alla pozza, per esservi gettato. A salvare la Giubba Rossa sono TEX e KIT, i quali, con TIGER e Gwinee, hanno indossato le pellicce delle sentinelle uccise e sono riusciti a entrare inosservati nella caverna. Mentre CARSON e Brandon liberano i prigionieri, TEX prende in ostaggio lo stregone, che però, incurante del pugnale che il ranger gli tiene puntato alla gola, ordina ai suoi guerrieri di attaccare. Per difendersi, TEX afferra la colt e si libera immediatamente dello stregone, che cade nella pozza, morendo all’istante. Ancora più inferociti, i cannibali circondano i Nostri, costringendo TEX a ricorrere addirittura alla dinamite: il ranger, infatti, getta nella pozza alcuni candelotti, provocando una forte esplosione che investe in pieno i Guerrieri Lupo e scuote il tempio, che inizia a crollare. Raggiunto l’esterno, TEX e i suoi compagni si allontanano di corsa, mettendosi in salvo. Alla fine, il vulcano esplode, seppellendo per sempre, nelle sue viscere, i demoni del Nord

L’inquietante madre dei Wendol nel film Il tredicesimo guerriero (John McTiernan, 1999)

I mangiatori di morte (1976), il romanzo di Michael Crichton da cui è stato tratto Il tredicesimo guerriero

 
Curiosità: Come ha scritto Giorgio Loi nella scheda curata per il sito uBC Fumetti, la trama de I demoni del Nord è apertamente ispirata, soprattutto nella seconda parte, a “Il tredicesimo guerriero”, pellicola del 1999 diretta da John McTiernan e interpretata da Antonio Banderas, a sua volta tratta dal romanzo “Mangiatori di morte” di Michael Crichton. La stessa figura dello stregone degli uomini lupo richiama quella della demoniaca “madre dei Wendol” vista nel film. C’è però un’inversione degli eventi: nel film i protagonisti prima compiono l’incursione nella tana sotterranea dei Wendol (i quali sono una sorta di Guerrieri Orso, nda) e poi subiscono l’attacco finale al villaggio.


Massimo Capalbo


N.B. trovate i link alle altre lettere di The dark Side of Tex andando sull pagina del Navigatore!

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