di Saverio Ceri
Un buon fumetto, parafrasando
una celebre pubblicità, non ha prezzo!
Un buon fumetto, come un libro
del resto, dura tutta la vita; è lì sul suo scaffale, ma in qualsiasi momento
puoi rileggerlo e riammirarlo all’infinito, fino a conoscerlo nei minimi particolari, e molto
probabilmente lo hai pagato un prezzo irrisorio per quante emozioni è riuscito
e riuscirà a darti.
L’immagine che vedete qui sopra nell'aprile 2014 ha dato luogo a molte discussioni sul prezzo dei fumetti - di quelli di casa Bonelli in particolare. Per la prima volta gli affezionati lettori bonelliani venivano messi di fronte al fatto che le loro serie preferite, di lì a breve, avrebbero subito un aumento di prezzo del 10%. La bellezza della cover, allo stesso livello di molte altre del "nuovo corso" (per ora l’unica nota positiva della cura Recchioni), è quasi passata inosservata. Probabilmente è stata un'ingenuità del curatore mettere sulla pagina Facebook del personaggio la cover già montata - col prezzo e tutto il resto. Se la Bonelli da decenni evita volutamente di mettere il costo degli albi sui "prossimamente" - sia sull’albo cartaceo, sia sul proprio sito - avrà i suoi buoni motivi... La polemica, inevitabilmente, è scoppiata.
Alcuni curatori di collana si
sono presi la briga di rispondere a queste diatribe sull’aumento del prezzo
degli albi adducendo motivazioni più che valide sul rapporto tra prezzo dei
fumetti Bonelli e altre forme di intrattenimento o sul costo di un albo
italiano nei confronti di un albo francese o statunitense. Fatto sta che un
incremento del 10% dopo due anni dal precedente aumento non trova
giustificazione nella sola ascesa dell’inflazione.
Mi è venuta quindi una curiosità: il prezzo degli albi Bonelli nel corso dei decenni ha seguito il generale aumento dei prezzi? E’ una semplice curiosità, appunto; niente lega un singolo prodotto all’andamento generale del costo della vita, ma potrebbe in qualche modo farci capire se realmente il prezzo di un albo a fumetti dell’editore leader nel settore in Italia si possa definire equo o meno.
Mi è venuta quindi una curiosità: il prezzo degli albi Bonelli nel corso dei decenni ha seguito il generale aumento dei prezzi? E’ una semplice curiosità, appunto; niente lega un singolo prodotto all’andamento generale del costo della vita, ma potrebbe in qualche modo farci capire se realmente il prezzo di un albo a fumetti dell’editore leader nel settore in Italia si possa definire equo o meno.
Ho preso quindi in esame i
prezzi di Tex dal 1959 (anno di esordio della serie attuale) a oggi, e li ho paragonati
all’andamento dell’inflazione nel solito periodo. Il grafico che ne è uscito,
sinceramente, mi ha un po’ sorpreso! Eccolo qui:
Praticamente fino ai primi
anni del nuovo millennio il prezzo di Tex & C. è stato al di sotto del
livello dell’inflazione, ovvero più basso di quanto avrebbe dovuto se gli aumenti
fossero stati dettati esclusivamente dal rincaro medio della vita. Nel giugno del 2002,
per la precisione, col primo aumento del periodo Euro (da 2,07 a 2,20 euro),
per qualche mese il prezzo degli albi è stato più alto dell’inflazione.
L’evento si è ripetuto, per più mesi, l’anno successivo col passaggio a 2,30 Euro, ed è diventata una regola
con l’incremento a 2,40 euro del settembre 2004. Da allora il prezzo dei mensili
Bonelli è più alto dell’inflazione, a parte pochi mesi nella prima metà del
2012, prima del penultimo incremento a 2,90 euro.
In soldoni: un bene che nel
1959 costava 200 lire, se fosse aumentato seguendo esattamente l'andamento dell’inflazione, costerebbe oggi 2,77 Euro. Tex, che allora costava 200 lire, oggi di
euro ne costa 3,20: quarantasette centesimi in più sul calcolo dell'inflazione. A onor del vero per decenni
abbiamo pagato gli albi SBE molti centesimi in meno di quanto avremmo potuto
pagarli; nell’aprile 1985 addirittura li pagavamo 1000 lire, quando - seguendo
l’inflazione - avremmo dovuto sborsare 2054 lire, più del doppio, per
accaparrarceli.
Qui sotto vediamo come tra gli
anni ’70 e ’80 il prezzo si sia mantenuto abbondantemente al di sotto di quanto
avrebbe potuto essere.
Erano anni, specialmente i Settanta, in cui Tex vendeva fino a 700.000 copie, e una nuova serie come
Mister No veniva tirata in 250.000 copie. A cavallo dei due decenni, inoltre, il raddoppio
del prezzo di copertina in pochi anni - da 350 lire dell’agosto ’77 a 700
lire del giugno ’81, per poi raggiungere le 1000 lire già nel novembre ’83 - aveva allontanato molti
lettori, spingendo la Bonelli a tentare nuove strade editoriali, addirittura fino a pubblicare riviste di enigmistica.
L’esplosione del fenomeno Dylan Dog, sul finire degli anni Ottanta, per qualche tempo aveva riportato in auge la casa editrice e tutto il settore. Unendo alle vendite di Dylan Dog quelle di Tex, che, pur perdendo lettori, si era mantenuto abbondantemente al di sopra del pareggio, spiega probabilmente come mai il prezzo delle collane bonelliane sia potuto rimanere in quel periodo, e per tutto il decennio successivo, al di sotto del livello dell’inflazione. Con le sole testate campioni di vendita la Bonelli poteva ripagarsi eventuali perdite di altre collane - senza bisogno di alzare i prezzi di copertina.
L’esplosione del fenomeno Dylan Dog, sul finire degli anni Ottanta, per qualche tempo aveva riportato in auge la casa editrice e tutto il settore. Unendo alle vendite di Dylan Dog quelle di Tex, che, pur perdendo lettori, si era mantenuto abbondantemente al di sopra del pareggio, spiega probabilmente come mai il prezzo delle collane bonelliane sia potuto rimanere in quel periodo, e per tutto il decennio successivo, al di sotto del livello dell’inflazione. Con le sole testate campioni di vendita la Bonelli poteva ripagarsi eventuali perdite di altre collane - senza bisogno di alzare i prezzi di copertina.
La musica cambia nei decenni
successivi, quelli a cavallo tra i due millenni.
Qui sotto il dettaglio dell’evoluzione
dei prezzi tra gli anni Novanta e i Duemila:
Negli anni Novanta, tutto sommato, il prezzo dell’albo Bonelli si poteva ritenere indubbiamente ancora basso, ma la più o meno lenta (a seconda delle collane) erosione di lettori sul finire del decennio portò a restringersi la forbice tra costo dell’albo e livello dell’inflazione. Il primo “storico” sorpasso avvenne come detto all’alba del nuovo millennio. In questo periodo la casa editrice sperimenta per la prima volta la differenziazione di prezzi tra collane similari. Magico Vento e Brendon subiscono, rispetto ai “colleghi”, un supplementare ritocco del prezzo di copertina, indubbio segno di vendite al di sotto delle aspettative. Anche tra gli albi giganti si stabiliscono prezzi diversi - tra Tex, che vende sempre bene, e gli altri meno fortunati al “botteghino”. Magico Vento e tutti gli albi giganti, Tex escluso, oggi hanno chiuso i battenti, mentre la collana di Brendon, prossima eccellente dipartita, mantiene un gap di prezzo rispetto alle altre serie di uguale foliazione. Non essendoci più le corazzate Tex e Dylan Dog a reggere la baracca per tutti, con l’ultimo aumento è stato praticamente istituzionalizzato l’espediente di alzare il costo dell’albo per abbassare il punto di pareggio.
L’amara realtà per noi appassionati
bonelliani è che i nostri amati personaggi non riescono più ad attirare i lettori
come un tempo e se vogliamo continuare a leggerli, visto che siamo sempre in
meno a comprarli, dovremo pagare di più. Questo però rischia di divenire un
circolo vizioso: più Tex costa, meno lettori lo compreranno, e in meno lo compreranno più
aumenterà il prezzo. Non ci resta che sperare di leggere in futuro sempre e solo buoni
fumetti, perché “un buon fumetto non ha prezzo”.
Per chiudere una curiosità.
Sapete quali lettori bonelliani hanno pagato meno, nell’anno 2013, per leggere
la propria serie preferita? Quelli di Agenzia Alfa – ammesso che ci sia chi
legge solo Agenzia Alfa e non il resto delle serie neveriane. Escludendo gli
spin-off, sono i lettori di Tex a pagare il prezzo più basso per ogni pagina
che leggono, seguiti da quelli di Julia e dai lettori “onnivori” di Nathan
Never. La serie più costosa è inevitabilmente Orfani - essendo concepita in
technicolor.
Qui sotto trovate, in ordine
di economicità, la tabella di quanto è
costata nel 2013 al lettore ogni singola pagina inedita (copertine e rubriche comprese) di ogni personaggio o serie
bonelliana.
|
|
€/pagina
|
1°
|
Agenzia Alfa
|
0,0223
|
2°
|
Tex
|
0,0264
|
3°
|
Julia
|
0,0265
|
|
Mondo Nathan Never
|
0,0277
|
4°
|
Dampyr
|
0,0279
|
5°
|
Lilith
|
0,0280
|
6°
|
Zagor
|
0,0282
|
7°
|
Dylan Dog
|
0,0285
|
8°
|
Nathan Never
|
0,0287
|
9°
|
Saguaro
|
0,0290
|
10°
|
Shanghai
Devil
|
0,0290
|
11°
|
Universo Alfa
|
0,0294
|
12°
|
Le Storie
|
0,0302
|
13°
|
Martin Mystère
|
0,0313
|
|
Mondo Martin Mystère
|
0,0313
|
14°
|
Asteroide Argo
|
0,0317
|
15°
|
Storie da Altrove
|
0,0317
|
16°
|
Brendon
|
0,0319
|
17°
|
Dragonero
|
0,0330
|
18°
|
Romanzi a Fumetti Bonelli
|
0,0344
|
19°
|
Orfani
|
0,0450
|
Saverio Ceri
N.B. Anche se questo intervento non rientra nella sezione dei "dati bonelliani", rimandiamo alla rubrica Diamo i Numeri per altre interessanti statistiche!
P.S. Ha parlato di questo post - uno dei più visti nella storia di DW - anche Mangaforever!
N.B. Anche se questo intervento non rientra nella sezione dei "dati bonelliani", rimandiamo alla rubrica Diamo i Numeri per altre interessanti statistiche!
P.S. Ha parlato di questo post - uno dei più visti nella storia di DW - anche Mangaforever!