di Massimo Capalbo
Pietanza leggera, stavolta, seppur gustosa (viene in mente una spaghettata agli astici alla mensa del Piccolo Popolo), per gli Zagor Monsters di Massimo "Max" Capalbo, arrivati alla quinta lettera dell'alfabeto: due sole voci! Dunque non vi faremo perdere altro tempo - invitandovi a un'immediata e piacevolissima lettura. vi ricordiamo soltanto che le immagini iniziali - slegate dal contesto - sono state scelte dalla redazione mentre quelle di corredo alle voci sono state selezionate da Max stesso! (s.c & f.m.)
LEGENDA
- I
nomi in stampatello e
grassetto rimandano
a una voce dell’opera. Fanno eccezione i nomi dei protagonisti
della serie, ZAGOR e
CICO, che sono sempre
scritti in questo modo, tranne quando sono inseriti nei crediti di
una storia o fanno parte del titolo di un libro (ad esempio:
Speciale Zagor;
Speciale Cico; Zagor 1982-1993, un senese a
Darkwood ecc.).
- Gli
uomini-bestia di cui conosciamo anche nome e cognome o il nome
soltanto, vengono indicati con la loro identità mostruosa e non con
quella umana (ad esempio: ULTOR
invece che NEZDA;
UOMO TIGRE invece che
KELLOG, WILFRED).
- Gli
altri mostri di cui conosciamo nome e cognome vengono indicati per
cognome (per esempio, RAKOSI, BELA),
e, quando vengono citati in una voce diversa dalla loro, solo
il cognome è scritto in stampatello e grassetto, in modo da
rimandare immediatamente alla lettera sotto la quale sono stati
inseriti (ad es.: nel testo della voce
RAKOSI, BELA, il
personaggio della contessa Varga
è citato come Ylenia VARGA).
In alcuni casi, però, abbiamo optato per il soprannome (ad es.:
SKULL invece che
RANDAL, COLIN).
- Per
quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna
storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a
nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la
trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia
alla memoria dei lettori in modo più efficace (anche se, in alcuni casi, il nostro titolo non coincide con quello usato abitualmente dai lettori). Ad esempio, la
storia dei nn. 194-196 viene indicata con il titolo del n. 195, Il
Signore Nero,
perché esso è, per l’appunto, più rappresentativo rispetto a Il
teschio di fuoco (n. 195) e L’orda
del male (n. 196).
Sempre
riguardo alla serie regolare, nei crediti delle storie si fa
riferimento al computo reale degli albi zagoriani e non alla
numerazione della collana Zenith, ossia al numero stampato sulla
costa di ciascun albo mensile. Com’è noto, la suddetta
numerazione è sfasata di 51 numeri rispetto a
quella effettiva (ad esempio, il Zenith
n. 52 corrisponde al primo numero di Zagor, il Zenith n. 53 al
secondo numero e così via).
Per una guida ai collegamenti ipertestuali andate su Zagor Monsters lettera "A"!
E
ELFI
ESSERE
CHE NON MUORE
ELFI
Nella mitologia
scandinava e celtica, gli elfi
sono gli spiriti dell’aria, delle acque e dei boschi. Si dividono
grosso modo in due grandi famiglie: gli Elfi
della Luce
o Corte
Benedetta
e gli Elfi
dell’Oscurità
o CORTE MALEDETTA. Gli uni e gli
altri sono apparsi nelle seguenti storie zagoriane: Il
Signore Nero
(T.
Sclavi [sog.&scen.] – F. Donatelli [dis.], nn. 194-196) ,
Il
principe degli elfi
(M.
Boselli [sog.&scen.] – M. Torricelli [dis.],
Speciale
n. 11) e
Gli
eroi del Ramo Rosso
(M. Boselli [sog.&scen.] – M. Torricelli [dis.], nn. 433-434),
Zenith
666
(L. Mignacco [sog.&scen] – L. Piccatto e R. Riccio [dis.], n.
615).
Per
quanto riguarda le ultime due storie citate, appartengono
alla
razza elfica
–
nota
pure come Piccolo
Popolo
-
sia
la regina Maeve
e i valorosi Auberon
e Alienor
(i tre, tuttavia, non rientrano certo tra gli Zagor
Monsters),
sia la coppia REDCAP
e
RED JACKET,
gli altri GOBLIN,
i SIDH,
la BANSHEE, NUCKELAVEE,
gli SLUAGH,
la summenzionata CORTE MALEDETTA
e i FOMHOIR. In questa voce,
però, ci occupiamo solo degli elfi
che compaiono nella prima
e
nell'ultima avventura citata: rispettivamente, gli Elfi
dei boschi
e il Popolo
degli alberi.
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Zagor n. 194, settembre 1981. Disegno di Ferri |
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L’elfo
che trovò il Libro
del Tempo
- ZGR 195, p. 8
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Come
abbiamo già scritto nella voce BESTIA,
la suddetta storia è ambientata a Golnor,
un regno posto in una dimensione parallela a quella in cui viviamo.
ZAGOR
e CICO
vi giungono casualmente mentre sono sulle tracce di un libro dai
poteri magici, il Libro del Tempo,
che ha causato la morte di un amico dell’eroe, il trapper Pierre.
Nel regno fatato i Nostri incontrano il guerriero Galad,
il quale racconta loro che, secoli
prima, il malvagio Signore
Nero si era impossessato, con
l’aiuto dello stregone Mord,
del Libro del Tempo,
ed era quasi diventato il padrone assoluto di Golnor.
Il popolo dei PICCOLI UOMINI,
però, era insorto contro di lui e aveva assaltato il suo castello.
Colto di sorpresa,
- dice Galad
- il Signore Nero non ebbe il tempo
di organizzare una difesa efficace… …e Mord, vistosi perduto,
evocò i demoni della distruzione… ma, alla fine, l’intero
castello crollò… …i malvagi fuggirono attraverso tenebrosi
passaggi segreti mentre il libro magico restò sepolto dalle pietre…
A lungo i piccoli uomini cercarono tra le rovine… niente, nessuna
traccia del libro… Poteva essere la di un incubo, ma il destino non
voleva così… Fu un elfo, una delle strane creature dei boschi, a
trovare il libro, molto tempo dopo… Curioso come tutti quelli della
sua razza, l’elfo scoprì che grazie al libro si era aperto un
varco per la terra degli uomini e vi si avventurò… […] L’elfo,
creduto una creatura satanica, fu probabilmente cacciato e ucciso
dagli uomini del vostro mondo… …Il libro venne raccolto da
qualcuno… …passò di mano in mano…
.
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Zagor n. 195, ottobre 1981. Disegno di Ferri |
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L’elfo
non ebbe buona sorte nel mondo degli uomini - ZGR 195, p. 9
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A questo punto, ZAGOR
prende la parola: Posso proseguire
io, Galad. Chissà come, il “Libro del Tempo” finì in possesso
del nonno di Pierre, che non gli diede alcuna importanza e lo buttò
in soffitta… . Poco dopo, Galad
e i Nostri si mettono in marcia e attraversano un bosco. Qui CICO,
che cammina in coda al terzetto, viene preso di mira proprio dagli
elfi,
i quali lo colpiscono prima in testa con una pietra, poi in faccia
con un frutto, quindi gli pungono il sedere con un rametto spinoso e
infine lo circondano, bersagliandolo di nuovo con la frutta. Il
povero messicano è costretto a darsela a gambe, suscitando l’ilarità
di Galad.
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Il
povero Cico subisce
gli scherzi degli elfi dei boschi - ZGR 195, p. 15
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Un
elfo dei boschi (L’Enciclopedia della Paura – I mostri dall’A
alla Zeta, p. 23)
|
In Zenith
666
(L. Mignacco [sog.&scen] – L. Piccatto e R. Riccio [dis.], n.
615), ZAGOR e CICO ritornano a Golnor,
su cui incombe una terribile minaccia. Un misterioso incappucciato -
che si rivelerà poi essere Xabaras,
principale nemico, nonché padre, di Dylan
Dog
(l'avventura, contenuta appunto nel n. 666 della collana Zenith, è
infatti un dichiarato omaggio a Tiziano Sclavi, ai suoi personaggi
zagoriani e all'universo dylandoghiano) – raggiunge il regno fatato
assieme a una singolare tribù indiana, la Tribù
senza nome,
che è riuscito a soggiogare grazie alla complicità dello stregone
Coltello
Lucente.
Xabaras
vuole distruggere Golnor,
per poi ricrearlo e diventarne quindi il signore assoluto: a tale
scopo, egli è entrato in possesso di un oggetto dagli immensi
poteri, la Pietra
del Tempo.
Per fermare l'incappucciato, ZAGOR
– che è stato avvisato dall'amico Lupo
Solitario
(cui Coltello
Lucente
ha rapito moglie e figlio) e ha con sé una pagina del Libro
del Tempo
- giunge a Golnor
e si unisce a Galad,
il quale, con l'aiuto del mago Elchin,
ha radunato un grande esercito di cui fanno parte, oltre a sua moglie
Lara
e ai suoi figli Balder
e Rolan,
i i Parvol
o PICCOLI UOMINI
e i già citati elfi
del Popolo
degli alberi.
Tra questi ultimi, spicca la graziosa Lylan,
acuta osservatrice ed eccellente arciera, la quale conduce a Golnor
il resto del gruppo, ovvero CICO
e Digging
Bill.
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Zagor n. 615, ottobre 2016. Disegno di Piccinelli |
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Zagor e compagni incontrano Lylan
presso il Lago dei non-morti
– ZGR 615, p. 46
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La graziosa elfa sa leggere nel cuore
degli uomini – ZGR 615, p. 47
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Consapevole che la Tribù
senza nome
è sotto la nefasta influenza di Coltello
Lucente
e dell'incappucciato (che, con i loro poteri, hanno trasformato i
pellerossa da individui pacifici quali erano in bellicosi invasori),
ZAGOR
riesce, catturando lo stregone, a scongiurare la guerra fra
l'esercito golnoriano e gli indiani, i quali, finalmente rinsaviti,
si uniscono ai Nostri nella battaglia contro una particolare razza di
TROLL,
i Troll
della montagna,
alleati di Xabaras.
Alla fine, quest'ultimo verrà sconfitto, ma, sebbene catturato da
ZAGOR
(che, al pari di Elchin
e Galad,
aveva fino a qual momento creduto che egli fosse il redivivo Signore
Nero),
riuscirà a fuggire, svanendo letteralmente e ritornando nel suo
mondo (vedi MORTI VIVENTI)
Anche ZAGOR,
CICO
e Digging
Bill
ritorneranno nella loro Darkwood, mentre Lupo
Solitario
e la Tribù
senza nome
decideranno di restare a Golnor.
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Dopo aver informato Elchin, Lylan
racconta a Zagor ciò che ha visto fare al sinistro incappucciato –
ZGR 615, p. 51
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Galad mostra a Zagor il campo base
dell'esercito golnoriano, di cui fanno parte anche gli elfi del
Popolo degli alberi – ZGR 615, p. 66
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Assieme a Cico ed ai guerrieri della
Tribù senza nome, Lylan combatte valorosamente contro i Troll della
montagna - – ZGR 615, p. 88
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ESSERE
CHE NON MUORE
Compare
nella storia Fantasmi
(A.
Castelli [sog.&scen.] – S. Pini [dis.], nn. 152-153) ed è un
gigantesco granchio che vive nell’immaginaria Isola
delle Nebbie
o Isola
delle Trenta Bare,
al largo di Tampa Town (Florida). Su questa isola – che ospita una
fauna particolare (vedi pure SERPENTI
GIGANTI)
– vive anche una comunità di misteriosi spagnoli, i quali sono i
discendenti dei marinai dell’Hispaniola,
il galeone del capitano Arcadio
Sarmiento.
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Zagor n.153, aprile 1978. Disegno di Ferri. |
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L’Essere
che non muore, mostruoso granchio gigante – ZGR 153, p. 53
|
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Per
salvare Cico, Zagor attira su di sé l’attenzione del mostro –
ZGR 153, p. 5
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Il 26 giugno 1520, la suddetta nave, proveniente dalla Spagna e
diretta in Messico, era stata spinta da una tempesta nelle acque
della Florida e aveva fatto naufragio sugli scogli dell’isola.
Nonostante siano trascorsi da allora tre secoli, gli spagnoli vivono
ancora alla maniera dei loro avi e abitano sul relitto semisommerso
dell’Hispaniola.
Essi obbediscono al Custode
della Tradizione,
un fanatico capo religioso, e al capitano Sarmiento,
che credono immortale. In realtà, ciascun Custode
fa rapire, ogni trent’anni, un neonato di Tampa, che poi alleva di
nascosto per farlo diventare il nuovo capitano Sarmiento.
Alla morte del vecchio capitano, il nuovo Sarmiento
prende il suo posto, in modo da perpetuare la leggenda della sua
immortalità. I rapimenti vengono compiuti dagli Uomini
Volanti,
soldati fedelissimi al Custode
che riescono a librarsi
nell’aria
grazie a delle sacche piene di gas attaccate alla schiena. Per
aiutare l’amico Dick
Hammer,
il cui figlioletto è stato appunto rapito, ZAGOR
e CICO
giungono sull’isola, dove vengono però catturati dagli spagnoli e
condotti sulla loro nave. Per eliminare gli stranieri, il Custode
della Tradizione
si serve dell’Essere
che non muore,
che viene tenuto nel pozzo
dell’Hispaniola.
Pertanto, ZAGOR
(al quale sono state legate le mani) e il pancione messicano vengono
scaraventati in questo pozzo, dove il mostruoso granchio attende
famelico. Mentre lo Spirito
con la Scure
si libera sott’acqua delle corde, l’Essere
che non muore afferra
CICO
con una delle sue enormi chele. Quando però ZAGOR
emerge, il mostro lascia il messicano e concentra la sua attenzione
verso di lui. L’eroe si avvicina al granchio e, servendosi della
sua scure, lo acceca, colpendolo violentemente prima all’occhio
destro, poi all’occhio sinistro. Privo della vista, l’Essere
che non muore si
dibatte furiosamente e sfiora con le sue chele sia ZAGOR
che CICO.
Consapevole di non poter nemmeno scalfire la robusta corazza del
granchio, l’eroe s’immerge e colpisce più volte il ventre della
creatura, che è invece una parte molto più vulnerabile. Così
facendo, ZAGOR
riesce a uccidere il mostro, con grande sorpresa degli spagnoli, i
quali, come dimostra il nome dato al gigantesco crostaceo, credevano
che esso
fosse invincibile.
Con
i suoi occhioni languidi - assai più simili a quelli di un essere
umano che a quelli di un granchio (ma dopotutto si tratta di un
granchio fuori dal comune) - e la sua inverosimile bocca dentata,
l’Essere
che non muore è,
al pari dei DIAVOLI NERI
(che presentano caratteristiche in parte simili), un mostro piuttosto
simpatico, e quasi ci dispiace vederlo dapprima accecato e infine
ucciso dall’eroe.
|
Con
un poderoso colpo di scure, Zagor sfonda un occhio al granchio –
ZGR 153, p. 58
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L’Essere
che non muore…. è morto! – ZGR 153, p. 61
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Curiosità:
L’Essere
che non muore richiama
alla mente i feroci crostacei giganti che compaiono nel film La
nebbia degli orrori
(Michael Carreras, 1968), prodotto dalla celebre Hammer.
Questa pellicola è stata tratta dal romanzo Uncharted
Seas,
scritto dall’inglese Dennis Wheatley nel 1938 e ispirato a sua
volta a Naufragio
nell’ignoto
di William Hope Hodgson (vedi DAGON).
I punti di contatto tra La
nebbia degli orrori
e Fantasmi
non si limitano tuttavia al colossale granchio: anche nel film di
Carreras,
infatti, troviamo una misteriosa isola abitata dai discendenti dei
conquistadores spagnoli, i quali vivono sul relitto di un galeone e
sono comandati da un fanatico leader religioso chiamato El
Supremo
(l’isola si trova però nel Mar dei Sargassi e il suddetto leader,
a differenza del Custode
della Tradizione,
è soltanto un ragazzo, nonché un membro dell’Inquisizione).
Inoltre, gli spagnoli del film riescono a muoversi agevolmente
sull’acqua grazie a dei palloni attaccati alle spalle, un sistema
che ricorda le sacche degli Uomini
Volanti.
|
Il
famelico crostaceo gigante del film La
nebbia degli orrori
(Michael Carreras, 1968)
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|
Il
romanzo di Dennis Wheatley Uncharted
Seas
(1938)
|
Appare
evidente, pertanto, che Alfredo Castelli si è ispirato a La
nebbia degli orrori,
almeno per quanto concerne l’Essere
che non muore e
gli abitanti dell’Isola
delle Trenta Bare.
Riguardo invece all’idea base di Fantasmi,
ovvero il misterioso rapimento dei bambini ogni tot anni, la fonte
ispiratrice è, come leggiamo nello Zagor
Index 101-200
(Paolo Ferriani Editore, Inverno 1998-1999), una celebre storia
disneyana di Carl Barks: Paperino
e il fantasma della grotta
(1947).
Massimo Capalbo
NB: trovate i link alle altre lettere degli Zagor Monsters andando sulla pagina della Mappa!
Bella storia fantasy quella di Sclavi dalle atmosfere cupe! ^^ "Fantasmi" invece parte bene, ma poi si perde un po! Poi Stiletto e il compare... che ci stanno a fare!?! Boh! Purtroppo su Zagor Castelli ha fatto il Castelli solo a tratti: con "Il ritorno del vampiro", "Il grande inganno" e in parte con "Piccoli assassini". Le sue avventure a volte soffrono di una certa discontinuità narrativa con una seconda parte un po troppo affrettata.
RispondiEliminaIn effetti, "Fantasmi" all'inizio promette molto, ma alla fine mantiene ben poco. Ad ogni modo, la considero una storia gradevole.
RispondiEliminaQuanto a "Il ritorno del vampiro" e "Il grande inganno", per me sono due capolavori.