Bentornati a Secret Origins l'appuntamento quattordicinale che ci conduce alla scoperta delle origini delle copertine di Tex Classic e di eventuali altre cover ispirate alle pagine a fumetti dell'albo in edicola.
Il Classic attualmente in edicola, ristampa nella prima metà dell'albo l'epilogo della vicenda della Valle della paura, e nella seconda metà i primi tre capitoli dell'episodio del Drago Nero che dà il titolo all'intera serie a striscia riproposta in questo periodo sulla collana. All'interno del 103° Classic infatti riscopriamo i numeri da 7 a 12 della Serie Drago Nero, la 25a collana di albetti a striscia di Tex, pubblicati originariamente tra il luglio e l'agosto del 1960. La prima ristampa in formato Bonelli dei sei episodi la troviamo a cavallo tra i numeri 45 e 46 dell'attuale collana ammiraglia dell'editore, datati luglio e agosto '64. Della cover di Tex 45 abbiamo già avuto occasione di parlarne nella puntata 87 di Secret Origins, mentre di quella di Tex 46 ce ne occuperemo nella prossima.
Ma veniamo alla copertina di questo Classic. Il titolo del secondo episodio dell'albo, La caverna segreta, che si riferisce al covo del misterioso scimmione di cui abbiamo parlato nella puntata precedente, oltre che a dare il titolo a questo numero, ispira anche la redazione per la ricerca dell'immagine della cover. Per la prima volta troviamo in copertina un'immagine che non sia stata concepita originariamente per gli Albi d'Oro. L'illustrazione scelta per l'occasione proviene infatti da Spettri!, il numero 80 di Tex Gigante (ovviamente seconda serie dato che la prima era di soli 29 numeri).
La copertina originale datata Giugno 1967, presenta i due protagonisti in bianco e nero, mentre il resto dell'immagine è colorata. Una scelta estetica legata al gusto del periodo probabilmente, ma anche un modo per allineare l'immagine all'inquietante titolo scelto per l'albo: Spettri!
Già nell'edizione di Tutto Tex del giugno 1990 l'immagine diviene full color, perdendo però un po' del suo fascino. Colorata, anche se con qualche sfumatura diversa, pure la versione del settembre 2002 di Tex Nuova Ristampa. Da notare le tre posizioni differenti del pipistrello in primo piano, in ognuna delle tre edizioni ufficiali bonelliane
Segnaliamo che questa immagine è apparsa anche in completa quadricromia nel 1993 anche come cover del terzo videogioco di Tex realizzato dalla simulmondo. La versione utilizzata è quella di Tutto Tex, in base alla posizione del pipistrello.
La prima volta a colori di questa cover però risale all'agosto 1977, quando la brasiliana Editora Vecchi pubblicò il numero 78 dell'edizione locale di Tex. I colori scelti sono molto diversi da quelli che poi vedremo in Italia, ma sicuramente non mancano di fascino.
La sagoma di Tex di questa cover è stata utilizzata anche per il numero 33 della recente collana collaterale alla Gazzetta dello Sport dedicata ai 70 anni del personaggio.
Nella versione di Tex Classic, il protagonista è da solo nella caverna, senza il figlio imprigionato, ne i pipistrelli di contorno. In un certo senso è un ritorno alle origini, anzi a "l'origine"... segreta, ma non troppo, di questa illustrazione. Grazie a nostri Bosco e Scremin scopriamo infatti che la fonte utilizzata da Galleppini per la posizione di Tex è una famosa copertina di James Bama per un romanzo di Louis l'Amour, Kid Rodelo, uscito in svariate collane americane, e edito in Italia da Mondadori col titolo Il deserto di Yuma, ma con la stessa cover originale.
Ripercorriamo in questa gif animata tutta la carriera internazionale di questa immagine dell'illustrazione americana di Bama, alla recente apparizione su Tex Classic 103, passando per il Brasile e per i videogames.
Prima di chiudere scopriamo un'altra copertina legata alla vicenda de La valle della paura che si conclude su questo Classic.
L'avventura è stata pubblicata per la prima volta a colori ben 46 anni or sono, sullo storico volume strenna della Mondadori: Il mio nome è Tex, ovvero il primo cartonato in grande formato dedicato a Aquila della Notte, che si apre proprio con questa storia al limite del fantastico e che presentava una colorazione diversa da quella del Classic e almeno tre vignette inedite in apertura.
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Dal parallelo tra le prima tavola del volume Mondadori del settembre 1975 e quella dell'odierno Classic, che, nonostante i ritocchi succedutisi nelle varie edizioni ripropone comunque la scansione delle strisce pubblicate in origine nel 1960, si nota come le due vignette della striscia centrale dell'edizione Mondadori sono completamente inedite, mente la prima e la terza striscia mondadoriana sono la versione extended delle due vignette della prima striscia originale. Per quanto riguarda i colori, quelli dell'edizione del '75 della Cromolinea di Ugo Pietrafitta, hanno decisamente un altro fascino rispetto a quelli dell'edizione di Repubblica curati dalla GFB Comics.
Quel fortunato volume (sia perché venne ristampato più volte negli anni successivi, sia perché fu il primo di una collana che pur cambiando editore, continua tutt'oggi), presenta una copertina di Galep realizzata appositamente.
La stessa immagine venne utilizzata nell'ottobre del 1980 come copertina del 45 giri di Tex. Sul lato A del vinile si poteva ascoltare (e si può tuttora per chi possiede il disco e un giradischi), La ballata di Tex Willer, sigla di apertura della serie a cartoni semi-animati Tex & Company, mentre sul lato B è incisa Tex's stomp music; entrambi i pezzi sono scritti da Giorgio Bonelli e Renato Piazzamiglio su musica e arrangiamenti di Corrado Castellari. Gli interpreti sono Marco Ferradini, Silvio Pozzoli e lo stesso Castellari, che nei pezzi suona anche la chitarra ritmica, mentre Bruno de Filippi suona la chitarra slide, il banjo e armonica.
Tex & Company, la serie di cartoon realizzata da Giorgio Bonelli con l'ausilio di Ferruccio Alessandri e Mauro Boselli, presentava nella prima serie, proprio la riduzione a "cartoni" de La valle della paura, nella versione quadricromia del cartonato Mondadori.Tornando al volume e alla sua copertina, i nostri espertissimi ricercatori di immagini Bosco e Scremin ci raccontano che spesso viene associata a pose di fotogrammi western di John Wayne; in realtà la cover de Il mio nome è Tex è ereditata dalla copertina del pocket book di John Hunter, Duke (Paperback Library, 1970).
Il lavoro di Galep, concludono Bosco & Scremin, è molto fedele all'originale, se si eccettua chiaramente la faccia del personaggio.
Questo lo si può apprezzare bene nella gif animata qui sotto, dove sovrapponendo la figura di Tex a quella del baffuto protagonista immortalato sulla cover americana, scopriamo che praticamente la posizione è identica.
E con questa immagine che arriva da oltre oceano chiudiamo anche questa puntata di Secret Origins. Appuntamento tra due settimane per scoprire nuove curiosità sulle copertine del ranger più popolare del fumetto italiano.
Saverio Ceri
N.B. Vi invitiamo a scoprire o riscoprire, anche le precedenti puntate di Secret Origins in Cronologie & Index, visto che molte sono state recentemente aggiornate con nuove immagini e nuovi riferimenti.