di Pierangelo Serafin
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Splash page (art by Steve Ditko) |
I
lettori italiani appassionati del genere supereroistico cresciuti
negli anni Sessanta hanno una visuale completamente falsata di quella
che fu la timeline originale statunitense che riguardava le due
principali case editrici - cioè la National Periodical Publications
(in seguito D.C. Comics) e la Marvel Comics Group. Quando
i personaggi di quest’ultima (conosciuta anche come “Casa delle
idee”) approdarono in Italia nel 1970 la Silver Age era appena
finita e l’editore storico della National nel nostro paese (la
Mondadori) aveva appena chiuso le testate di “Batman” e
“Superman”; quest’ultima che per anni mantenne la denominazione
“Albi del Falco/Nembo Kid” era stata pubblicata ininterrottamente
dal 1954. Quindi
nel nostro Paese non ci fu mai un riscontro parallelo della dualità
tra le due major che caratterizzò la seconda parte della Silver Age
(che fu uno dei periodi più amati edaltrettanto discussi della
storia dei comic); però si ebbe la possibilità di vedere in tempo
reale il terzo polo supereroistico americano di quell’epoca, cioè
gli eroi della Tower Comics che trovarono ospitalità in un paio di
testate dei Fratelli Spada.
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Splash page (art by Gil Kane) |
T.H.U.N.D.E.R.
La
Tower Comics fu il breve esperimento nel campo dell’editoria
fumettistica operato dalla Tower Publications, una casa editrice
specializzata in fantascienza, fantasy ed editoria popolare come
romanzi per soli uomini. La
linea dedicata ai comic venne affidata al tribolato genio di Wally
(Wallace Allan) Wood che era reduce dall’esperienza in Marvel sugli
albi di Daredevil. Con
Len Brown e Larry Ivie Wood creò, sul finire del 1965, i T.H.U.N.D.E.R. Agents; un colorito gruppo di supereroi alle
dipendenze nientemeno che delle Nazioni Unite dediti a combattere
tanto la minaccia comunista quanto un’associazione di alieni che
vuole impossessarsi del nostro pianeta. The Higher United Nations Defense Enforcement Reserves è probabilmente il più lungo acronimo mai utilizzato nella storia
dei comic e per motivi di praticità da qui in avanti faremo a meno
dei puntini quando utilizzeremo la parola Thunder.
Una
passione decisamente anglosassone quella degli acronimi se pensiamo
ai vari U.N.C.L.E. (United
Network Command for Law and
Enforcement),
S.H.I.E.L.D. (Supreme
Headquarters, International Espionage, Law-enforcement Division)
o S.H.A.D.O. (Supreme
Headquarters Alien Defence Organisation, al
quale effettivamente manca la “W” finale sebbene nel logo vi sia
un’ombra, umana o aliena che sia, proiettata sulla parete), tanto
per fare qualche esempio.
La
serie dei Thunder Agents durò per venti numeri che vennero pubblicati tra il
novembre del 1965 e il novembre 1969 anche se in realtà nei primi
due anni uscirono ben diciassette albi mentre nei restanti due anni
solamente tre albi, di cui l’ultimo totalmente dedito a ristampe, fatta esclusione di una breve storia composta da cinque
tavole.
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Splash page (art by Mike Sekowsky) |
I
MIGLIORI ARTISTI
Ma
cosa rende leggendari e ancora protagonisti di ristampe e saggi i
personaggi dell’impresa editoriale dei tipi della Tower Comics a distanza di oltre cinquant’anni dalla loro prima apparizione? Sicuramente
la scuderia di artisti che mise insieme Wally Wood per creare un'alternativa o quantomeno una credibile concorrenza alle due major.
Alla
creazione grafica delle storie (tutto sommato ordinarie nei contenuti
come visto in precedenza) troviamo disegnatori del calibro di Gil
Kane, Mike Sekowsky, George Tuska, Steve Ditko, Dick Ayers e tanti
altri ancora che in quegli stessi anni avevano contribuito al
successo di numerosi personaggi e collane proprio delle due
principali major.
Molti
personaggi ricalcano inevitabilmente archetipi e stereotipi già
esistenti in casa D.C. o in casa Marvel come NoMan che è simile
tanto al Robotman della National quanto alla Visione della Timely
(appartenenti alla Golden Age) in quanto si tratta di un androide che
ospita il cervello di uno scienziato che non si è rassegnato alla
malattia ed alla morte, Dynamo che deve i suoi poteri a una cintura
che lo rende capace di grandi prodigi quasi quanto Superman ma solo
per mezz’ora un po’ come lo Hourman sempre della National
oppure Lightning che ovviamente è un velocista come Flash o
Quicksilver ma non può abusare del suo potere per non rischiare un
invecchiamento precoce.
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Splash page di una storia corale dei Thunder Agents pubblicata nel n. 8 |
Ai
tre personaggi menzionati vanno aggiunti Menthor (che dopo poche
apparizioni morirà, e nella storia dei comic moderni è il primo
eroe al quale capita quella sorte drammatica), The Raven, Vulcan e la
Thunder Squad, composta da cinque membri non dotati di superpoteri. Tutti
questi personaggi condividono le sessantaquattro pagine per 25
centesimi che compongono ogni uscita e per ogni numero ci sono
cinque o sei storie. Le
storie sono infatti mediamente composte di dieci/dodici pagine nelle
quali gli eroi spesso si incontrano fra di loro collaborando alla
riuscita delle varie imprese. Oltre
alle storie venivano spesso pubblicate singole schede in stile
pin-up dei vari personaggi; tanto degli eroi quanto dei loro
antagonisti. L’offerta
era dunque ricca e stimolante. Sul
primo numero, per esempio, si potevano trovare Wally Wood, Reed
Crandall, Gil Kane, George Tuska , Mike Esposito, Mike Sekowsky,
Frank Giacoia e Dan Adkins. Malgrado
la qualità degli artisti gli albi dei Thunder Agents non
conquistarono mai il cuore dei ragazzi americani di quel tempo salvo
poi essere rivalutati anni dopo come dimostra la serie di ristampe
curate e l’apparato filologico che si può trovare tanto in rete
quanto in alcuni saggi pubblicati oltreoceano.
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Copertina del terzo numero (di quattro) della serie dedicata a Dynamo |
Uno
dei motivi dell’insuccesso pare sia riconducibile al costo degli
albi giudicato troppo elevato dagli stessi edicolanti che si
rivelarono mal disposti a esporre il materiale della Tower che, per
la peculiarità della propria storia editoriale (piccoli volumi e
trade paperback), era infatti più propensa alla produzione di
materiale maggiormente corposo di quanto non fossero i comic dell’epoca
che si erano standardizzati a trentadue pagine per 10/12 centesimi.
In
Italia le avventure dei Thunder Agents trovarono ospitalità sia
nella collana “Avventure Americane/L’Uomo Mascherato” a partire
dal numero 198 datato 18 settembre 1966 (in appendice e nel formato ridotto
tipico dell’albo di cm. 15,3 x 21,5) sia in una collana durata solo
sei numeri dal dicembre 1966 al giugno 1967 (stavolta in formato
quasi simile al comic book cioè cm. 17,2 x 24,2) denominata “Albi
Flash/Squadra Tuono”. La
testata comincerà a pubblicare le avventure dei Thunder Agents a
partire dal numero 6 originale, che è appunto la copertina del primo
numero, e lo pubblicherà integralmente anche se le storie non
seguono la sequenza originale. Nei
numeri successivi le storie verranno pubblicate un po’ in ordine
sparso cosicché la storia relativa alla morte di Menthor, pubblicata
originariamente sul numero successivo all’albo d’esordio, ovvero
sul numero 7 della serie originale, vedrà la luce soltanto sul
numero 4. Le
pagine di questi fascicoli erano sessantaquattro come quelle degli
albi originali, tutte a colori e per sole 100 lire; un affare se
pensiamo che la testata di “Batman” della Mondadori, uscita
proprio nello stesso mese, era esclusivamente in bianco & nero e aveva solo quarantotto pagine per il medesimo prezzo. Una
volta chiusa questa breve serie le avventure degli eroi della Squadra
Tuono tornarono in appendice a quelle dell’Uomo Mascherato.
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La copertina di produzione nostrana nell'inconfondibile stile pittorico di Mario Caria di "Avventure americane / L'Uomo Mascherato" (il n. 198) nel quale venne pubblicata la prima storia dei Thunder Agents |
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Il primo numero di "Albi Flash / Squadra Tuono" |
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Due pagine interne del primo albo dedicato alla Squadra Tuono con una delle caratteristiche schede e la splash page della storia |
Recentemente
la IDW Publishing (casa specializzata in ristampe e riproposizioni di
materiali d’annata con risultati di grande qualità) ha pubblicato, tra l’agosto 2013 e il novembre 2015, tutto questo materiale
insieme agli otto albi delle testate dedicate a Dynamo e No-Man
(quattro numeri cadauno per i due elementi di spicco dell’eterogenea
associazione) in sei volumi brossurati da oltre duecento pagine al
prezzo di copertina di $ 29.90 cad..
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Copertina e quarta di copertina del primo volume di ristampe della IDW |
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Copertina di "Comic Book Artist" n. 14 pubblicato da Twomorrows in data luglio 2001 |
Quelli
precedentemente pubblicati dalla D.C. Comics tra il gennaio del
2004 e il novembre del 2005 furono invece sei numeri della
prestigiosa collana “Archives” (quindi dei cartonati) dal costo
di circa $ 50 cad. ai quali si aggiunse, molto tempo dopo, nel 2011,
un settimo volume che conteneva la miniserie denominata “Wally Wood
‘s T.H.U.N.D.E.R. Agents” di cinque numeri uscita a metà anni
Ottanta per i tipi della Deluxe Comics nella quale si tentò di
rinverdire i brevi fasti degli eroi della ormai defunta Tower
Publications.
Sempre
nel periodo 2011/2012 la stessa D.C. ne tentò il rilancio
pubblicando due nuove serie (la prima di dieci e la seconda di sei
numeri) che però non ebbero alcun riscontro e così i diritti dei
personaggi finirono alla IDW Publishing che pubblicò le ristampe del
materiale classico di cui sopra.
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Copertina di "Thunder Agents" n. 14 (aprile 1967) |
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One Shot della DC Thunder Agents 100-page spectacular (febbraio 2011), ristampa del n. 12 originale, che sarebbe dovuto essere l'antipasto di una serie di ristampe economiche brossurate denominata "Thunder Agents Chronicles", prima annunciata sul sito della casa editrice ma mai uscita. Curioso notare come la firma di Wally Wood si sposti dal lato destro, nel quale si trova sull'albo originale, al lato sinistro della copertina della ristampa (per far post al bar-code) |
Pierangelo Serafin
Salve. Mi piacerebbe leggere le avventure dei personaggi citati in questo articolo /Squadra Tuono). Esiste in Italia qualcosa di reperibile, sia come ristampa cartonata od altro ? Ringrazio anticipatamente chi potrà darmi qualche notizia. Saluti, Francesco Lo Greco.
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