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giovedì 21 aprile 2016

L'ATLANTE DI MISTER NO. "M", VI PARTE: "MISTER NO" (III PARTE): L'ANTIEROE!

di Massimo Capalbo

Ci eravamo lasciati il 6 dicembre 2015 con il nostro Atlante di Mister No, il dizionario dei luoghi, degli animali, dei personaggi, etc., presenti nell'universo del pilota amazzonico, indimenticabile personaggio nolittiano che ha da poco compiuto 40 anni di vita! Max Capalbo - infaticabile enciclopedico (suoi anche Zagor Monsters e The Dark Side of Tex, dedicati al "lato horror" dei due più importanti eroi della SBE, e l'antologico The Best of Martin Mystère - senza dimenticare gli spassosi Titoli Impossibili) - prosegue la lunga voce dedicata al protagonista della collana, inserita a sua volta nella davvero proteiforme lettera M (iniziata nel febbraio 2014)! Anche questa, come la precedente, è  una puntata "particolare", meno legata alle singole avventure e dedicata al concetto di "antieroe". E Mister No, fin dal nome, è sicuramente un campione di... "antieroismo"! Tutte le illustrazioni, salvo quelle introduttive (che sono state "pescate in Rete" dalla redazione e riguardo alle quali vi preghiamo di segnalarci ogni errore od omissione), sono state scelte dallo stesso Massimo! Buon divertimento! (s.c. & f.m.)


Cartonato SBE distribuito in libreria (ottobre 2015). Disegno di Diso


Legenda


  • I nomi in stampatello e grassetto rimandano a una voce dell’Atlante.

  • I nomi dei personaggi cui è dedicata una voce sono indicati per cognome - ovviamente se questo è conosciuto (per esempio: AMARAL, STELIO; REMY, ANOUK). In alcuni casi, però, abbiamo optato per il soprannome (per es.: ESSE-ESSE invece che KRUGER, OTTO). Riguardo poi a personaggi come O BISPO ed EL LOCO, le voci a loro dedicate sono state inserite sotto l’iniziale del nome, invece che sotto l’iniziale dell’articolo: per es., EL LOCO, si trova alla lettera L di LOCO e non alla lettera E di EL (che in spagnolo è appunto un articolo e corrisponde al nostro IL).

  • I personaggi dalla doppia identità sono stati indicati con il nome della loro identità fittizia piuttosto che con il nome vero (ad es.: DEMONE ETRUSCO, GIUSTIZIERE DI BONAMPAK).

  • Quando i personaggi vengono citati in una voce che non è a loro dedicata, solo il cognome è scritto in neretto e stampatello, in modo da rimandare immediatamente alla lettera sotto la quale sono stati inseriti (per es.: nel testo della voce ANACONDA, il personaggio Daniel Murdock è citato come Daniel MURDOCK). L’unica eccezione a questa regola riguarda il protagonista della serie, il cui nome - attenzione: non il nome proprio Jerry Drake, ma appunto il soprannome MISTER NO - è sempre scritto in neretto e stampatello, tranne ovviamente quando è inserito nel titolo di un fumetto o di un libro (per es.: Mister No Index Illustrato, Mister No Riedizione If).

  • Per quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia alla memoria dei lettori in modo più efficace. Per esempio, la storia dei nn. 17-20 viene indicata con il titolo del n. 19, "Operazione Poseidon" perché esso è più rappresentativo, più calzante rispetto ad Agente segreto Zeta 3 e Tragica palude, che sono i titoli rispettivamente del n. 17 e del n. 19 (del tutto avulso poi il titolo del n. 20, Evasione!, visto che si riferisce alla storia successiva). 
Per le Note sui collegamenti ipertestuali e le Note sulle illustrazioni vedi la prima parte.


Sfondo iPhone scaricabile dal sito SBE. Disegno di Diso
 


M (parte VI)

MISTER NO (parte III)

MISTER NO viene spesso definito un antieroe (noi stessi nell'Introduzione lo abbiamo definito tale) e gli viene sovente attribuito un certo cinismo. Ma che tipo di antieroe è il Nostro? E che tipo di cinismo è il suo (ammesso che cinico lo sia davvero)? Qui di seguito cercheremo di rispondere a queste domande, in modo da inquadrare bene la personalità del pilota amazzonico.
Dunque, secondo il Vocabolario Treccani, un antieroe è un personaggio che, polemicamente o no, mostra qualità del tutto opposte a quelle considerate tipiche e tradizionali dell’eroe. MISTER NO rientra in buona parte nella suddetta definizione, com'è evidente sin dalla primissima, indimenticabile sequenza in cui compare. Nelle scene d'esordio di numerose saghe, - scrive Davide Barzi nel volume Mister No. Avventure nella giungla (100 anni di fumetto italiano, La Gazzetta dello Sport, 2010) – il protagonista appare in medias res, stoicamente impegnato a sbrogliare una matassa più grande di lui, oppure in una situazione di calma apparente, dove la sua autorevolezza deve ancora sbocciare, ma dai gesti e dallo sguardo si capisce che in potenza si tratta di un vincente. Per i lettori è facile identificarlo con l'eroe dell'avventura.

L'azzeccato inserto pubblicitario con cui, nel maggio 1975, venne lanciato Mister No

Primo piano di un antieroe - MNO 1, p. 8

Ma come si presenta un antieroe? Lo racconta la prima sequenza in cui Jerry Drake, alias Mister No, è protagonista, Immobilizzato da due brutti ceffi, preso a cazzotti da un terzo, è stanco, dolorante, impossibilitato a reagire. In una parola, sconfitto. Eppure, nell'arco di qualche vignetta, ribalta la situazione. Il motivo è semplice: lui è un uomo tranquillo, che ha lasciato il suo Paese, gli Stati Uniti, "per vivere lontano dalla violenza e dalla prepotenza". Nel corso della saga, l'antieroismo del pilota nolittiano emerge in diverse occasioni, alcune delle quali danno luogo a situazioni divertenti. Vale la pena di citare, per esempio, la scena de La lama d'asfalto (A. Castelli [sog.&scen.] – V. Monti e L. Merati [dis.], nn. 36-37) in cui MISTER NO affronta, in un combattimento a mani nude, un guerriero indio. La lotta si svolge davanti ai compagni di quest'ultimo (tra cui il capotribù) e all'interno di un cerchio di circa due metri di diametro che un altro indio ha tracciato al suolo con la punta della sua lancia e che è delimitato da quattro corte lance. Lo scopo del combattimento è proprio quello di spingere l'avversario contro una di esse, trafiggendolo. I due avversari, inoltre, devono stare ben attenti a non uscire dal cerchio: se ciò accadesse, infatti, verrebbero subito uccisi dagli altri guerrieri. Il duello ha inizio e l'indio si dimostra da subito un osso duro, dotato com'è di agilità e resistenza. A un certo punto, consapevole di non poter competere con il suo avversario (che è pure un buon incassatore), MISTER NO decide di ricorrere a un curioso stratagemma, ovvero fa una boccaccia all'indio. Questi rimane disorientato e il Nostro ne approfitta per sferrargli un cazzotto che lo fa finire oltre il cerchio, dove viene ucciso immediatamente dal capotribù. 

Il pilota non solo mette ko i suoi avversari, ma ci guadagna pure una buona bottiglia - MNO 1, p. 14

L'insolita ma efficace arma segreta di Mister No - MNO 36, p. 85

Mister No mostra ai suoi sbalorditi compagni il buffo espediente che gli ha permesso di vincere il combattimento con l'indio - MNO 36, p. 87
 
Ora, nessun eroe tradizionale, in una situazione del genere, si sarebbe comportato come MISTER NO. Limitandoci all'universo bonelliano, ve lo immaginate un Tex o uno Zagor che, nel corso di un duello all'ultimo sangue, fa la boccaccia al proprio avversario? O che – come succede sempre al nostro Jerry nella storia Le montagne della luna (A. Castelli [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 101-104) - viene atterrato da un'anziana suora?
Ad ogni modo, MISTER NO è sì un antieroe - come testimoniano anche la sua indolenza e il fatto di non agire per sua diretta volontà o per vocazione, ma per l'istinto, in base alla rabbia, alla stizza, all'indignazione del momento (cit. Sergio Bonelli in Making of Mister No - Guido Nolitta, a cura di Franco Busatta e Gabriele Ferrero, Edizioni if, 2005, p. 63), ma un antieroe sui generis, dal momento che, proprio come gli eroi autentici, non è certo privo di coraggio e di ideali. Ha quindi ragione Luigi Mignacco nel sostenere che MISTER NO è un incrocio tra Corto Maltese e Paperino: infatti, al pari del papero disneyano – affermava Sergio Bonelli in Come Tex non c'è nessuno (Punto Zero, 1998, p. 100), rispondendo all'intervistatore Graziano Frediani - anche Mister No non è un tipo dotato di grande spirito d'iniziativa […] tuttavia, come il marinaio creato da Hugo Pratt, il nostro si fa, suo malgrado, coinvolgere in vicende pericolose, rivelando al momento opportuno una carica idealistica e una sensibilità che lo trasformano alla fine in un romantico cavaliere di ventura, pronto a mettere in gioco la sua vita per difendere i deboli e ribellarsi a una palese ingiustizia. Visto che abbiamo citato Mignacco, possiamo dire che proprio nella sua storia d'esordio – Le Tigri Volanti (F. Bignotti [dis.], nn. 145-148), abbiamo il miglior esempio di questo aspetto centrale della personalità del pilota, questo suo oscillare tra antieroismo ed eroismo.

Il pilota alle prese con una suora che è un autentico osso duro - MNO 101, p. 42

Corto Maltese, il romantico marinaio di Hugo Pratt


Ci riferiamo precisamente alla parte conclusiva della suddetta avventura, in cui MISTER NO, dopo aver eroicamente resistito alle prolungate torture cui l'ha sottoposto il capitano SAIKO, viene da questi lasciato nelle mani del suo alleato cinese, il viscido colonnello Kung. Legato al muro e fisicamente stremato, quindi del tutto inerme, il pilota vede avvicinarsi, con una pistola in mano, il succitato Kung, al quale SAIKO – prima di partire con il Curtiss P-40 che ha sottratto al Nostro - ha dato ordine di ucciderlo. A questo punto, se io fossi un vero eroe, guarderei la morte in faccia, senza mostrare paura! - pensa il pilota nel momento in cui Kung gli punta sul volto la pistola e si accinge a premere il grilletto - E invece preferisco chiudere gli occhi, e sperare che succeda qualcosa!. Come sappiamo, questo qualcosa atteso dal pilota succede per davvero: la guerrigliera LI CHAO ammazza Kung e libera MISTER NO, al quale poi chiede di compiere una missione impossibile, ossia impedire a SAIKO di uccidere il generalissimo Chang Kai Shek. Missione che il Nostro, pur avendo a disposizione solo uno scalcinato Fiat CR 32, riuscirà a portare a termine.
Insomma, la stessa persona che non si è piegata ai supplizi inflittigli dal suo aguzzino giapponese - tanto da meritarsi da costui il curioso appellativo di MISTER NO - e che poi, però, ha chiuso gli occhi davanti a una morte che pareva inevitabile, trova la forza di compiere un'impresa quasi disperata, che alla fine, tuttavia, non gli procura alcun onore, ma solo ulteriori guai. Infatti, non appena atterrato all'aeroporto di Chungking (all'epoca capitale provvisoria della Cina), il pilota viene arrestato dai soldati cinesi, chiuso in una cella buia, sottoposto a uno sciocco quanto sfibrante interrogatorio, messo agli arresti domiciliari per volontà del generale Wander, dichiarato addirittura renitente alla leva (come abbiamo già scritto nella prima parte della voce, il caso ha voluto che, mentre il Nostro era prigioniero di SAIKO, negli STATI UNITI entrava in vigore la legge di coscrizione obbligatoria) e quindi arruolato forzatamente nella base filippina di San Manuel.


Paperino, in un model sheet di Carl Barks

Mister No chiude gli occhi davanti a una morte che sembra inevitabile - MNO 148, p. 44

Mister No accetta di compiere una missione impossibile: salvare Chang Kai Shek - MNO 148, p. 56

Una parabola che ha davvero dell'incredibile: da salvatore di Chang Kai Shek e primo eroe delle TIGRI VOLANTI – come lo definisce il colonnello Chennault, comandante delle medesime – a disertore suo malgrado. In tutto questo c'è un po' l'essenza dell'intera vicenda umana dell'eroe/antieroe Jerry Drake. Come ha scritto Alfredo Castelli, sintetizzando con grande efficacia l'anima del personaggio, Mister No è un uomo in crisi, estremamente contraddittorio, estremamente problematico. E' americano e rifiuta gli Stati Uniti; rifiuta il ruolo dell'eroe, e ci ricasca; rifiuta il ruolo del 'macho' e ci ricasca, rifiuta il denaro come strumento di potere, ma deve piegarsi a compromessi. Ogni avventura lo porta a nuove, amare disillusioni. Anche quando 'vince', perde. E' un uomo dei nostri tempi che, senza fare nulla di plateale, dà il suo contributo alla ricerca di nuovi valori (Ken Parker Magazine n. 28, Sergio Bonelli Editore, p. 104).
Veniamo ora alla questione del cinismo, vero o presunto, di MISTER NO. Diciamo subito che l'aggettivo cinico si addice poco al pilota, dal momento che una persona veramente cinica non possiede ideali né scrupoli; il Nostro, invece, ha gli uni e gli altri in abbondanza. Ed è proprio a causa dei suoi ideali e del suo alto senso etico che finisce per mettersi nei guai. Pur amando la vita allegra e spensierata che conduce a MANAUS, MISTER NO non esita ad affrontare pericoli mortali se c'è da aiutare un amico, impedire la distruzione della foresta o difendere una bella ragazza: un comportamento che un cinico degno di tale nome bollerebbe come stupido o folle. Bisogna aggiungere, però, che, anche di fronte alle peggiori ingiustizie, MISTER NO riesce comunque a non cedere totalmente alla violenza, a non perdere la sua umanità.

 

L'impresa eroica appena compiuta frutta tutt'altro che onori al povero Mister No - MNO 148, p. 73

Il destino di un loser: da eroe delle Tigri Volanti a disertore suo malgrado - MNO 148, p. 76


Puah! E’ una mammoletta… pieno di dubbi e di scrupoli morali… non ucciderebbe a sangue freddo nemmeno il suo peggior nemico!, pensa infatti, in Uno straniero a Rendención (M. Colombo [sog.&scen.] – R. Diso [dis.], nn. 248-249), la subdola Helga dopo che MISTER NO – prigioniero, assieme all'amica Barrett WHITAKER, del malavitoso messicano El Jefe - ha rifiutato la sua proposta: uccidere Diego, il folle e spietato figlio del boss, in cambio della libertà sua e della ragazza. Helga ha indubbiamente ragione: MISTER NO è davvero incapace di ammazzare a sangue freddo un nemico, anche il peggiore, anche quello che non meriterebbe alcuna pietà. Assai significativa, in questo senso, la scena conclusiva di Nemici per la pelle (A. Castelli [sog.&scen.] – G. Montorio [dis.], nn. 85-86), dove il pilota non se la sente di sparare contro il killer Vadinho MORAES, sebbene costui gli abbia procurato un immenso dolore, uccidendo la donna che avrebbe dovuto sposare, Gloria TEIXERA. Hai fatto tutta questa strada per venirmi a uccidere. Cosa aspetti?, chiede Vadinho al Nostro, che, dopo un attimo in cui sembra voler premere il grilletto, abbassa la sua Smith & Wesson. Io… io non posso ammazzare un uomo a sangue freddo! Non voglio abbassarmi al tuo livello! Fatti sotto!, gli dice MISTER NO, gettando a terra l'arma. Stupido… sei uno stupido, gringo… …e questo mondo non è fatto per i tipi come te!, esclama il killer, estraendo una pistola e facendo fuoco. Vadinho ferisce il pilota a una spalla e si accinge a dargli il colpo di grazia, ma, fortunatamente per il Nostro, viene ucciso da un poliziotto. Esempi del genere non sono rari nella lunga saga di MISTER NO, il quale è venuto meno alla regola in questione – non uccidere a sangue freddo il nemico - soltanto una volta: ci riferiamo alla resa dei conti con il malvagio colonnello Fonseca e i suoi degni complici nel memorabile finale de L'ultimo Cangaceiro (G. Nolitta [sog.&scen.] – F. Bignotti [dis.], nn. 3-4).

Il nostro Jerry non è tipo da accettare proposte come quella della malvagia Helga - MNO 248, p. 89

Lo spietato Vadinho Moraes approfitta subito degli scrupoli morali di Mister No - MNO 86, p. 77

Benchè il colonnello Fonseca e il tenente Botelho siano due autentiche carogne, Mister No esita a premere il grilletto- MNO 5, p. 71

E' bene soffermarci su questa scena, che vede MISTER NO vendicare il barbaro massacro dei suoi amici CANGACEIROS. In un primo tempo, il pilota non se la sente di sparare contro Fonseca e il tenente Botelho: Avrei dovuto riflettere meglio… – pensa il Nostro – rendermi conto che una esecuzione di questo tipo non rientra nel mio carattere! Eppure …eppure ho promesso… ho promesso a quei poveracci che giacciono là nel corral… . A costringere MISTER NO a fare fuoco è l'inaspettato gesto di Botelho, che, approfittando della sua esitazione, afferra un machete e glielo lancia contro, ferendolo a un braccio. Il Nostro, a questo punto, uccide prima il tenente (che stava, peraltro, estraendo il suo revolver), poi Fonseca – che invece era disarmato – e infine, con il suddetto machete, i suoi scagnozzi Paulo e Vinicius, che l'hanno riconosciuto (per entrare nella casa del colonnello, MISTER NO ha dovuto infatti camuffarsi da soldato). Ora, se l'uccisione di Botelho non è certo un'esecuzione, quella invece dei suddetti sgherri e soprattutto quella di Fonseca lo è di sicuro: il pilota infatti, dopo avergli sparato ben tre volte, lo finisce con altri due proiettili quando è ormai a terra, agonizzante. A quanto pare, la durezza mostrata dal Nostro in questo preciso frangente è stata poi ritenuta eccessiva dallo stesso Sergio Bonelli, come testimonia la modifica – secondo noi, tutt'altro che necessaria - apportata nella ristampa Tutto Mister No, dove Fonseca non è più disarmato, ma impugna una pistola presa dal cassetto della sua scrivania, il che trasforma quindi la sua uccisione a sangue freddo in un atto di legittima difesa.

Ferito dal subdolo Botelho, Mister No scatena la sua rabbia - MNO 5, p. 73

L'esecuzione di Fonseca - MNO 5, p. 74


Quella che conta però, a nostro avviso, è la sequenza originale: l'esecuzione di Fonseca - pur rappresentando, come abbiamo detto, un unicum nella saga, un comportamento atipico da parte del pilota, la classica eccezione che conferma la regola - è comunque emblematica del carattere contraddittorio della personalità misternoiana, della complessità del personaggio. Ad ogni modo, anche quando, come in questo caso, MISTER NO agisce con una certa spietatezza, non troviamo alcuna traccia di cinismo nelle sue motivazioni, anzi: pur essendo consapevole che potrebbe non tornare vivo dalla fazenda di Fonseca, egli decide lo stesso di compiere la sua vendetta, perché sente nel profondo del suo cuore che non è giusto lasciare impunita la strage dei CANGACEIROS. Sei uno strano individuo, tu… ma tutto sommato io non credo che tu sia tanto cinico come vuoi dimostrare!, dice, azzeccandoci in pieno, Miranda CORDEIRO al pilota, durante il viaggio in jeep che conduce quest'ultimo all'abitazione del colonnello. Possiamo pacificamente affermare che l'apparente cinismo di MISTER NO è in verità una forma di difesa, una sorta di maschera con la quale il Nostro, per pudore o semplicemente perché è un personaggio pieno di contraddizioni, tenta di nascondere la sua autentica natura. Come intuisce la bella Miranda, il Nostro è in sostanza un romantico, un idealista. Ma, attenzione!, un idealista deluso – precisava giustamente il suo creatore nel già menzionato Come Tex non c'è nessuno (p. 111) - cioè un uomo costretto a confrontarsi con il fatto che una cosa è l'utopia, un'altra è la realtà. Credo che per lui – aggiungeva Bonelli/Nolitta – sia comunque una vittoria riuscire a sopravvivere senza tradire la propria etica, i principi in cui crede. Ed è proprio la fedeltà a questi principi, la sua cristallina onestà di fondo, a fare del loser, dell'antieroe MISTER NO un eroe vero.

Mister No completa la sua vendetta - MNO 5, p. 79

Miranda ha capito bene qual è la vera natura del cinico Mister No - MNO 5, p. 49


Massimo Capalbo
N.B. trovate i link alle altre lettere dell'Atlante di Mister No andando sulla pagina della Bussola!

1 commento:

  1. Quel Vadinho! Veramente inquietante! Poi il finale alle cascate è proprio affascinante. Così come le ultime parole di MN.
    Proprio divertente l' incontro con la suora! lol In una storia di mistero e ambiguità dove tutto sembra semplice ed invece...
    riguardo la scena de L'C la caratterizzazione del protagonista penso che ancora non fosse definitiva. Come è stato detto, pareva più un avventuriero. Boh! A Nolitta, ancor più che in Zagor, piacevano certe esagerazioni. Certo, di solito sono altri a farle e non MN.

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