di Massimo Capalbo
E dunque, come The Dark Side of Tex e L'Atlante di Mister No, anche Zagor Monsters raggiunge la lettera "M" (1a parte): i tre dizionari dedicati agli immortali eroi di GL e Nolitta che l'infaticabile Max Capalbo sta portando avanti dal giugno del 2013 - con grandissimo successo nel web, a partire da siti e pagine bonelliane ufficiali - si sono affiancati e d'ora innanzi dovrebbero procedere di pari passo! Vi ricordiamo che le immagini sono state scelte da Capalbo in persona (salvo le due introduttive, tratte da Internet, per le quali sono "colpevoli" i vostri umili redattori, che si cospargeranno il capo di quaresimali ceneri qualora avessero sbagliato a citare le fonti). Buona lettura - con queste tre, orrorifiche Voci con la Scure! (s.c. & f.m.)
|
Un evocativo Zagor di Chiarolla "pescato in rete" sul sito PQEditori |
LEGENDA
- I
nomi in stampatello e
grassetto rimandano
a una voce dell’opera. Fanno eccezione i nomi dei protagonisti
della serie, ZAGOR e
CICO, che sono sempre
scritti in questo modo, tranne quando sono inseriti nei crediti di
una storia o fanno parte del titolo di un libro (ad esempio:
Speciale Zagor;
Speciale Cico; Zagor 1982-1993, un senese a
Darkwood ecc.).
- Gli
uomini-bestia di cui conosciamo anche nome e cognome o il nome
soltanto, vengono indicati con la loro identità mostruosa e non con
quella umana (ad esempio: ULTOR
invece che NEZDA;
UOMO TIGRE invece che
KELLOG, WILFRED).
- Gli
altri mostri di cui conosciamo nome e cognome vengono indicati per
cognome (per esempio, RAKOSI, BELA),
e, quando vengono citati in una voce diversa dalla loro, solo
il cognome è scritto in stampatello e grassetto, in modo da
rimandare immediatamente alla lettera sotto la quale sono stati
inseriti (ad es.: nel testo della voce
RAKOSI, BELA, il
personaggio della contessa Varga
è citato come Ylenia VARGA).
In alcuni casi, però, abbiamo optato per il soprannome (ad es.:
SKULL invece che
RANDAL, COLIN).
- Per
quanto riguarda la serie regolare, il titolo attribuito a ciascuna
storia è tratto da uno degli albi che la compongono ed è quello, a
nostro avviso, più rappresentativo, quello che meglio sintetizza la
trama o che, rispetto ai titoli degli altri albi, richiama la storia
alla memoria dei lettori in modo più efficace (anche se, in alcuni casi, il nostro titolo non coincide con quello usato abitualmente dai lettori). Ad esempio, la
storia dei nn. 194-196 viene indicata con il titolo del n. 195, Il
Signore Nero,
perché esso è, per l’appunto, più rappresentativo rispetto a Il
teschio di fuoco (n. 195) e L’orda
del male (n. 196).
Sempre
riguardo alla serie regolare, nei crediti delle storie si fa
riferimento al computo reale degli albi zagoriani e non alla
numerazione della collana Zenith, ossia al numero stampato sulla
costa di ciascun albo mensile. Com’è noto, la suddetta
numerazione è sfasata di 51 numeri rispetto a
quella effettiva (ad esempio, il Zenith
n. 52 corrisponde al primo numero di Zagor, il Zenith n. 53 al
secondo numero e così via).
Per una guida ai collegamenti ipertestuali andate su Zagor Monsters lettera "A"!
|
Una sensualissima interpretazione di Zagor, opera del maestro Chiarolla - dal suo sito personale |
M
(parte I)
MEDUSE
VOLANTI
MEXON,
GOWAN e XANOR
MOKELE-MBEMBE
MEDUSE
VOLANTI
Tra
i più singolari mostri di Spedizione
di soccorso (J. Rauch [sog.&scen.]
– G. Sedioli [dis.], Maxi Zagor n. 21), seconda storia zagoriana
ambientata nella Terra-da-cui-non-si-torna.
Dotate di tentacoli ricoperti da un acido che scioglie la carne come
il burro, queste meduse
riescono a volare riempiendosi di gas come palloni (in maniera
simile, quindi, alle IGUANE VOLANTI)
e vivono in un luogo della suddetta regione molto particolare: una
spianata rocciosa all’interno di un cratere vulcanico percorso da
vapori di zolfo
che rendono l’aria irrespirabile.
|
Maxi Zagor n. 21, gennaio 2014. Disegno di Ferri |
|
Le
meduse volanti attaccano, ma Staggler e Colter le uccidono facilmente
- ZGR Maxi 21, p. 235
|
Sono tre le sequenze in cui le
meduse volanti
compaiono: nella prima, due di esse - sbucate dalle grotte che si
aprono nelle pareti del cratere - attaccano il gruppo formato da
CICO, lo
scienziato Mayer,
gli scagnozzi di mister Davenport e
il loro complice Staggler,
ma vengono uccise a
fucilate da questi ultimi; nella seconda, una medusa
salva incidentalmente la vita a ZAGOR,
avvolgendo tra i suoi tentacoli uno dei suddetti scagnozzi, il
barbuto Colter
(che stava appunto per sparare all’eroe), e facendolo precipitare
in una voragine; nella terza, altre meduse
sbucano fuori dalle loro grotte, ma ZAGOR,
CICO
e Mayer
riescono a mettersi in salvo.
|
Lo
scienziato Mayer osserva da vicino i bizzarri animali - ZGR Maxi 21,
p. 236
|
|
Il
malvagio Colter finisce vittima di una medusa volante - ZGR Maxi 21,
p. 256
|
MEXON,
GOWAN e XANOR
Compaiono
per la prima volta in Fantacico (G.
Nolitta [sog.&scen.] – G. Ferri [dis.], Speciale Cico n. 5) e
sono tre scienziati ribelli
di Babelia,
un pianeta distante due milioni di anni luce dalla nostra galassia.
Quando CICO
si teletrasporta involontariamente su Babelia
e si materializza nel loro laboratorio
azimutale, i tre – che attendevano
l’invio, da parte dei loro alleati AKKRONIANI,
di un agente speciale con il compito di eliminare il tiranno Kokodix
– restano sorpresi nello scoprire che il pancione non è un
abitante di Akkron,
ma un essere appartenente a una razza del tutto sconosciuta. Poiché
le parole di CICO
– definito da Xanor il
frutto di un miscuglio galattico
- sono per loro incomprensibili, Gowan
fa indossare al messicano il traduttore
universale, delle speciali cuffie in
grado di tradurre in babeliano
qualsiasi lingua del cosmo.
Grazie a questo apparecchio, CICO
riesce a spiegare ai tre alieni da dove proviene e come è arrivato
sul loro pianeta; inoltre, dice loro di voler subito ritornare sulla
Terra. Mexon
e i suoi compagni gli
rispondono che lo rispediranno a
casa solo dopo che avrà ucciso Kokodix.
CICO è
sconcertato, ma i tre gli dicono che non deve avere scrupoli morali:
Il tuo, più che un assassinio, sarà,
un atto di giustizia!, afferma infatti
Xanor.
|
Speciale Cico n. 5, ottobre 1983. Disegno di Ferri |
|
I
tre ribelli di Babelia
non riescono a capire che razza di creatura sia Cico - Speciale Cico
5, p. 21
|
Il
terzetto consegna quindi al messicano l’arma con cui giustiziare il
despota: la pistola multivalente,
i cui raggi –
gli spiega Gowan
- sono regolabili a seconda delle
caratteristiche cellulari della vittima prescelta.
I tre consegnano a CICO
anche il libretto di istruzioni, per consentirgli, una volta che si
troverà davanti a Kokodix
(il cui aspetto è ignoto sia a loro che a tutti gli altri abitanti
di Babelia)
di regolare il raggio in modo da renderlo mortale. Per
esempio, se è un Arturiano spingerai il pulsante “Alfa”.,
gli dice Gowan;
Se è un Regeliano tirerai la levetta
“Beta”., gli dice invece Mexon.
Ohi! Ohi!
La testa mi sta già scoppiando! –
esclama CICO
– Ma, ora che ci penso… forse le
vostre spiegazioni mi sembrano un po’ troppo difficili perché sono
a stomaco vuoto!... …Quindi non avreste qualcosa da buttare nello
stomaco?. I tre, dopo aver capito
meglio cosa il messicano intende
dire, lo avvertono che, pur potendo
soddisfare immediatamente la sua fame,
i loro sistemi di alimentazione sono molto diversi da quelli
terrestri. CICO
teme allora che, al pari degli AKKRONIANI,
anch’essi vogliano rifilargli una pasticca o una siringa, ma i suoi
timori scompaiono quando Gowan
gli porge una sorta di tridente. Una
forchetta… un po’ strana ma pur sempre una forchetta… …e se
ci sono delle punte vuol dire che c’è qualcosa da infilzare…
- dice il Nostro, osservando il curioso oggetto - Eh!
Eh! Eh! Ma
il coltello, non mi date il coltello? Si tratta forse di alimenti per
i quali non occorre il coltello? Spezzatino di vitello, per esempio,
oppure polpette, oppure… .
|
Per
installargli in bocca il minitraduttore, Mexon usa sul malcapitato
Cico l’estrattore
galattico Zeta-Tre –
Speciale Cico 5, p. 41
|
Gowan
e Mexon
gli spiegano che il suddetto strumento è un catalizzatore
ergogastronomico, non una forchetta. E
ora passo all’erogazione di energia.,
dice Mexon,
il quale, spingendo una levetta, fa partire un raggio che colpisce il
catalizzatore, trasmettendo a CICO
una specie di scossa elettrica che lo fa cadere a terra. E
allora? Ti senti abbastanza rifocillato, adesso? L’energia che ti
abbiamo trasmesso è sufficiente a sostenere uno di noi per tutto un
giorno… - gli dice Xanor
- …Ma se ti sembrava troppo scarsa
possiamo erogartene un’altra porzione.
CICO
ovviamente rifiuta, affermando di essere già sazio. A questo punto,
i tre dicono al messicano che è
necessario strappargli un dente,
perché al suo posto va collocato un minitraduttore, essendo il
traduttore universale troppo visibile. …No!!!
I denti no!!! Fatemi quel che volete, ma risparmiatemi i denti! Ho
sempre avuto una paura folle del dentista, io!,
implora CICO.
I tre lo rassicurano, dicendogli che non sentirà il minimo dolore,
dato che useranno l’estrattore
galattico Zeta-Tre.
La più recente scoperta della
tecnologia babeliana, dice Xanor;
la più alta espressione della scienza
medica di tutti i tempi, aggiunge
Gowan.
CICO si
lascia convincere, pensando che si tratti di un apparecchio
sofisticato come quelli mostratigli in precedenza, ma il tanto
decantato estrattore si rivela essere invece una grossa e rudimentale
tenaglia, la cui vista getta nel terrore il povero pancione.
|
Gowan
sbalordisce Cico, facendo tornare la pistola
multivalente
alla sua forma originaria - Speciale Cico 5, p. 45
|
|
Davanti
agli occhi esterrefatti dei tre Babeliani,
Cico divora l’erede
di Kokodix - Speciale Cico 5, p. 118
|
Mentre
Xanor e
Gowan lo
tengono fermo, Mexon
effettua la dolorosa estrazione. Puah…
andate al diavolo voi e la vostra tecnologia babeliana!,
esclama CICO,
lasciando però impassibili i tre, i quali - dopo avergli detto che,
per avvicinare Kokodix,
deve solo recarsi all’Intergalactic
Bar e farsi arrestare dagli agenti del
tiranno – gli danno altre dimostrazioni della succitata tecnologia.
Stavolta, però, si tratta di strumenti davvero strabilianti: il
neutralizzatore a fotoni,
la pressa
plastico-ammorbidente,
il liquido
anemo ricostituente e l’aspiratore
centrale. Con i primi tre, Gowan
trasforma la pistola multivalente
in una striscia metallica, in modo da permettere a CICO
di girare armato senza che le guardie di Kokodix
lo scoprano. La pistola, così ridotta e
nascosta sotto la camicia, sfuggirà a ogni perquisizione manuale o
meccanica… - spiega Gowan
a CICO -
…ma tu, esponendola all’aria per
sette secondi […] la vedrai tornare tridimensionale ed efficiente
come era prima della mia cura!.
L’arma, infatti, ritorna nella sua forma originaria, e ciò lascia
stupefatto il messicano, che viene poi
avvolto in
una specie di bolla d’aria e risucchiato dal già citato aspiratore
centrale, un lungo tubo verticale che
sbocca all’esterno del laboratorio. L’espulsione di CICO
è resa difficoltosa
dalla sua mole e riesce solo quando Gowan aumenta la pressione di
spinta a ben novantamila anemo dinamo.
|
Speciale Cico n. 6, maggio 1990. Disegno di Ferri |
Dopo varie peripezie, CICO porterà
a termine la missione affidatagli (il temutissimo Kokodix
si rivelerà essere un banale pollo - vedi MOSTRI DI BABELIA); non solo, ma farà fuori
anche l’erede del tiranno: un semplice uovo, che Mexon
e i suoi compagni ribelli non sanno nemmeno cosa sia. Alla fine, i
tre manterranno la loro promessa, rispedendo CICO
– con il
teletrasporto –
a Darkwood. Qui, in una spassosa
scena, il messicano, urtando accidentalmente contro ZAGOR,
perderà il minitraduttore che aveva in bocca, il che gli impedirà
di dimostrare all’amico – che non crede al suo racconto - di aver
vissuto davvero un’avventura extraterrestre.
Il
terzetto babeliano
ritorna in Horror Cico (T.
Sclavi [sog.&scen.] – F. Gamba [dis.], Speciale Cico n. 6),
dove, però,
Xanor e
Gowan
hanno un ruolo assai più marginale rispetto a Mexon,
il quale è addirittura il villain
principale della storia. Costui – che ha preso possesso del
castello di DRACULA
e lo ha teletrasportato a Darkwood - fa rapire CICO
da FRANK ‘NSTIN,
uno dei suoi mostruosi alleati. Vedi,
Cico, dopo che tu uccidesti Kokodix, io e gli altri due ribelli […]
volevamo formare un triumvirato per governare la galassia… e questo
naturalmente non era possibile…, racconta
Mexon al
Nostro. Uh… e perché? Eravate appunto
in tre!, osserva CICO,
e Mexon:
Già, ma
ognuno di noi voleva formare il
triumvirato da solo! Alla fine,
la spuntò Xanor, che uccise Gowan… io riuscii a salvarmi e fuggi
qui, sulla Terra, insieme ad alcuni amici che mi erano rimasti fedeli
[…] Atterrammo con la nostra astronave
in un posto chiamato Transilvania,
sito in un altro posto più grande chiamato Europa…
e ci stabilimmo in questo castello… .
|
Per
convincere Cico che non sta sognando, Mexon gli mostra il sistema
infallibile che i Babeliani hanno scoperto dopo millenni di studi: il
pizzicotto! – Speciale Cico 6, p. 29
|
Mexon intende
tornare su
Babelia per
rovesciare l’ex alleato, ma il cervello elettronico della succitata
astronave – la quale è
nientemeno che una Ford T - si è
rotto, ed egli ha pensato quindi di sostituirlo con il cervello di
CICO,
l’eroe di Babelia.
Tre sono i tentativi compiuti invano da Mexon,
nel corso dell’avventura, per riversare la materia grigia del
messicano nel motore della bizzarra astronave. Il primo tentativo
fallisce perché CICO -
cui Mexon
fa indossare delle cuffie collegate al suddetto motore - scappa un
momento prima che l’alieno abbassi la leva mediante la quale gli
avrebbe asportato il cervello e disintegrato il resto del corpo. Il
secondo tentativo fallisce,
invece, perché
l’astronave stessa avverte Mexon che nel cranio di CICO
non è presente alcun cervello. Il terzo tentativo – che Mexon
compie dopo aver fatto consumare al messicano un pranzo che definire
luculliano è dire poco (Con la pancia
piena, il
mio cervello diventa gigantesco!,
aveva detto infatti CICO,
tradendosi), non si conclude nemmeno, giacché, all’improvviso,
attraverso una colonna di teletrasporto, nel castello si materializza
Xanor.
Questi rivela allo
sbalordito Mexon
di conoscere già i suoi piani, grazie a una telecamera che ha
nascosto nell’astronave. E’ vero,
Xanor, volevo tornare su Babelia per ucciderti… ma
ora ho cambiato idea! […] –
dice Mexon
- Non è più necessario tornare su
Babelia, poiché sei
venuto tu da noi… e possiamo tranquillamente ucciderti qui, visto
che tu sei solo e noi siamo in tanti!.
Proprio in quel momento, infatti, arrivano il ciclope POLICARPO
e l’enorme ROCK.
|
Mexon
e Xanor si scagliano contro Gowan, convinti che sia ancora il tiranno
di Babelia - Speciale Cico 6, p. 115
|
|
Gowan
mostra ai suoi compagni la foto del nuovo tiranno - Speciale Cico 6,
p. 116
|
Francamente, sei più stupido di quanto
credevo, Xanor! E guarda che credevo un bel po’!,
aggiunge Mexon.
Ah! Ah!
Tu, invece, Mexon, a una gara di idioti arriveresti secondo! E sai
perché solo secondo e non primo? Perché sei un idiota!... –
risponde Xanor
- …Solo un idiota che arriva secondo a
una gara di idioti poteva pensare che mi sarei cacciato in trappola
così… …guarda, Mexon!.
Azionando un telecomando, Xanor
fa comparire dalla colonna di teletrasporto un’orda di giganteschi
mostri, la sua scorta personale. P-per
tutte le galassie! E’ la fine!... –
esclama Mexon
– E sia!
Ma venderemo cara la pelle!. In realtà,
Xanor non
ha intenzioni ostili: Non sono venuto
fin qui per cercare guerra, bensì alleanza!,
dice infatti al sempre più allibito Mexon,
cui rivela poi di non essere più il triumviro di Babelia,
giacché è stato tradito da colui che credeva un amico e che
soprattutto credeva morto, vale a dire Gowan.
In quel medesimo istante, dalla colonna di teletrasporto spunta –
un po’ malconcio - proprio quest’ultimo, il quale rivela a sua
volta a Mexon
e Xanor –
che già stavano per avventarsi contro di lui - non essere più il
tiranno di Babelia.
Sono sfuggito a stento alle guardie
imperiali, che hanno restaurato l’antico regime, restituendo il
potere alla famiglia Kokodix… …nella persona del suo ultimo
rampollo… vediamo, dovrei avere qui una fotografia… .
Gowan tira
fuori la suddetta foto – che ritrae un uovo – e dice: Secondo
me è un po’ giovane nel governare: avessi dovuto scegliere avrei
preferito la vecchia gallina-madre, ma dicono che lui è venuto
prima… .
|
I
tre ribelli abbandonano a tradimento i mostri e si
teletrasportano
su un altro pianeta - Speciale Cico 6, p. 124
|
A questo punto, i tre
decidono di ritornare alleati e, dato che CICO
è l’eroe di Babelia,
gli fanno una proposta simile alla precedente: tornare su Babelia
con loro e uccidere il tiranno. Basta!
Bastaaaaaa! Io non verrò su
Babelia, e non farò fritto nessun uovo! Chiaro?,
risponde CICO.
E io ti disintegro, chiaro?,
lo minaccia Mexon,
puntandogli contro la
sua pistola. Oh,
al diavolo! E va bene! – esclama
il messicano – Diventerò un Cico
disintegrale, ma stavolta non c’è niente da fare! Ne ho fin sopra
i capelli di voi, di Babelia e di tutte le vostre beghe! Spara, se ne
hai il coraggio!... Ma non ti servirà a niente! Altri Cico verranno
dopo di me, e non potrai sempre ucciderli tutti! Voi tre non siete
ribelli! Siete voi i veri tiranni! Non volete servire il popolo, ma
servirvene!. Detto ciò, CICO
si rivolge ai mostri e li incita a ribellarsi contro il terzetto. La
sua esortazione viene accolta con entusiasmo dalle creature, che
acclamano il messicano loro leader.
Vista la mala parata, i tre
babeliani decidono
di teletrasportarsi su qualche altro pianeta, abbandonando sulla
Terra i poveri mostri.
Questi ultimi verranno però consolati da CICO
e, grazie all’apparecchio conservato da FRANK ‘NSTIN, si teletrasporteranno a loro
volta nel tempo e nello spazio terrestri.
|
Locandina
originale del film Due
sotto il divano
(Ronald Neame, 1980)
|
Curiosità:
La frase Tu, invece, Mexon, a una
gara di idioti arriveresti secondo! E sai perché solo secondo e non
primo? Perché sei un idiota!...
è una citazione del film Due
sotto il divano
(Ronald Neame, 1980). Riprende infatti, in maniera quasi identica, la
frase che l’agente della CIA Miles Kendig (interpretato dal grande
Walter Matthau) rivolge al suo ex capo Myerson (Ned Beatty): Sei
così imbecille che se facessero le olimpiadi degli imbecilli,
arriveresti secondo. Come, "perché?", ma perché sei un
imbecille!.
MOKELE-MBEMBE
Compaiono
ne La regina della città morta (M.
Boselli [sog.&scen.] – M. Laurenti [dis.], nn. 422-424) e sono
grandi esseri vermiformi dalle abitudini carnivore, dotati di ventose
abrasive e bava velenosa. Controllati dal negromante Vendhys,
i Mokele-Mbembe
assalgono il villaggio dei Bahmilè,
uccidendo molti di essi e costringendo i superstiti a rifugiarsi
altrove. Questi voraci vermoni attaccano poi - di notte e mentre sta
dormendo - ZAGOR,
il quale si è accampato con CICO
e Digging Bill
nei pressi del villaggio abbandonato.
Le grida dello Spirito con la Scure
(dovute all’aggressione ma anche al fatto che proprio in
quel momento egli è in preda a un
incubo premonitore – vedi KREEGAH)
svegliano di colpo il messicano e il cercatore di tesori, i quali si
muovono in suo aiuto.
|
Zagor n. 423, ottobre 2000. Disegno di Ferri |
|
I
Mokele-Mbembe attaccano Zagor nel sonno - ZGR 422, p. 90
|
|
Cico
e Digging Bill lottano con famelici vermoni - ZGR 422, p. 91
|
CICO
viene però assalito da un altro vermone, mentre Digging
– che colpisce, con il suo pugnale, uno dei Mokele-Mbembe
che ha attaccato ZAGOR
– è aggredito a propria volta dai mostruosi animali. Mentre lotta
con il suo vorace aggressore,
CICO scopre
casualmente che esso ha molta paura del fuoco: pertanto, improvvisata
una torcia, il messicano allontana i Mokele-Mbembe
avventatisi su Digging Bill.
Quest’ultimo si procura anch’egli del fuoco e, assieme a CICO,
libera ZAGOR
dai restanti vermoni, che scompaiono nella foresta. Benché ferito
dalle ventose dei Mokele-Mbembe
e con il corpo ricoperto della loro bava velenosa, l’eroe mostra
una straordinaria resistenza al suddetto veleno. Questa sua
resistenza desta meraviglia nei Bahmilè,
con cui i tre entrano in contatto il mattino dopo; tuttavia, ZAGOR
guarisce completamente dal veleno dei vermoni solo grazie a Marie
Laveau, che lo cura - nel palazzo reale
di Songhay -
con speciali sostanze da lei fabbricate.
I
Mokele-Mbembe ricompaiono
anche in seguito: prima, nella scena in cui Marie
scopre che, nel tempio sotterraneo del palazzo, il suo alleato
Vendhys,
allo scopo di evocare il GRANDE VERME,
getta in pasto ai vermoni – tenuti in un grande pozzo – uno dei
guerrieri di Songhay
(un sacrificio crudele nonché inutile, perché – come dice la
mambo al
negromante - i Mokele-Mbembe,
per quanto mostruosi, sono solo animali e non hanno alcun rapporto
con le divinità oscure); poi nel convulso finale, dove proprio Marie
– drogata dall’infido Vendhys
– fa gettare in pasto ai mostri alcuni prigionieri Bahmilè.
|
Cico
allontana con il fuoco i Mokele-Mbembe, salvando Zagor - ZGR 422, p.
93
|
|
Zagor n. 424, novembre 2000. Disegno di Ferri |
|
Il
negromante Vendhys dà in pasto ai Mokele-Mbembe uno dei guerrieri di
Songhay - ZGR 424, p. 47
|
|
Un
Mokele-Mbembe si avventa su Marie Laveau - ZGR 424, p. 94
|
Rischiano
poi di essere divorati dai Mokele-Mbembe
– come abbiamo già scritto nella voce GRANDE VERME - la bella Denise
Lafitte (che viene salvata dal
fidanzato Jacques Lassalle)
e la stessa Marie,
spinta nel pozzo da Vendhys.
A salvare la mambo
sarà ZAGOR,
grazie anche all’aiuto di Van Sutter
e dei succitati Denise
e Jacques.
Curiosità:
Come il GRANDE VERME,
anche i Mokele-Mbembe
sono di ispirazione lovecraftiana: richiamano alla mente, infatti,
i Dhole
del racconto Attraverso le porte della
chiave d’argento (1932) e i
Bhole
del romanzo La
ricerca della sconosciuta Kadath
(1927),
che però
hanno dimensioni assai maggiori. Tuttavia,
il nome dato da Boselli ai vermoni non ha nulla a che vedere con
Lovecraft: il Mokele-Mbembe
(Colui che ostacola il corso dei fiumi)
è una fantomatica creatura – una sorta di redivivo apatosauro
(quello che una volta era chiamato brontosauro) - che vivrebbe nelle
paludi del Likouala (Repubblica del Congo).
Tornando
ai vermoni zagoriani, salta all’occhio la poca somiglianza che c’è
tra i primi e i secondi, ovvero tra quelli che, all’inizio
dell’episodio,
attaccano ZAGOR,
CICO e
Digging Bill,
e quelli che si trovano nel tempio sotterraneo di Songhay.
Questi ultimi, a differenza degli altri, sono privi di ventose e
hanno denti aguzzi, tanto da sembrare una versione ridotta del GRANDE VERME. E’ possibile che essi siano
gli adulti della specie (come peraltro sospettano CICO
e Digging Bill,
in base al fatto che le tracce lasciate dai loro aggressori sono più
piccole di quelle trovate al villaggio dei Bahmilè),
ma se così fosse avrebbero dovuto avere dimensioni maggiori.
|
Zagor
racconta alla mambo come è riuscito a salvarla dal terribile vermone
- ZGR 424, p. 96
|
|
Il
Dhole, mostro vermiforme lovecraftiano
|
|
Il
Mokele-Mbembe, fantomatico dinosauro del lago Tele (Congo), rovescia
una canoa e i suoi occupanti
|
Massimo Capalbo
N.B. trovate i link alle altre lettere e voci di Zagor Monsters sulla Mappa!
Preferisco altri special Cico, ma il fanta è comunque divertente e con qualche trovata politicamente scorretta. XD Poi ben reso l' ambiente così come le creature di Babelia!
RispondiEliminaSe su Zagor Sclavi aveva utlizzato Cico prevalentemente in maniera classica, nell' horror si sbizzarrisce con palate di "mostri" e umorismo verbale alla massima potenza! Divertente e originale, ma non per tutti i gusti in effetti! C' è chi lo considera uno dei peggiori!
"La regina della città morta" l' ho sempre trovata un po inferiore al ritorno di Cain, ma è comunque una storia più che buona! Si respira l' aria dell' intricata giungla africana e come vicenda è alquanto tenebrosa! Quei vermoni mi hanno fatto sempre ribrezzo! Piuttosto inquietanti! Povero Zagor quando se li ritrovano addosso! Il nostro che combatte con il grande verme riprendendosi la sua identità è epicità allo stato puro! ^^
Peccato solo che la trasferta africana sia stata così corta e le storie non troppo lunghe.